LA FORMAZIONE FINANZIATA IN ITALIA E IN EUROPA: PROGRAMMAZIONE

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1 CONVEGNO HR 2006 BANCHE & RISORSE UMANE LA FORMAZIONE FINANZIATA IN ITALIA E IN EUROPA: PROGRAMMAZIONE Marco Cicogna Settore Legislazione del Lavoro ABI Roma 15 Maggio 2006

2 PREMESSA Il tema della valorizzazione delle professionalità e dello sviluppo della competitività delle imprese pone il problema del ruolo della formazione, sia in ambito nazionale che internazionale. È evidente che la formazione ha assunto un ruolo strategico nell attuale contesto economico e sociale, sia nazionale che europeo, quale strumento essenziale per far fronte alle trasformazioni in atto e alla competizione internazionale. È ormai diffusa la convinzione che solo attraverso un adeguato sistema formativo le imprese possono conservare e aumentare il proprio livello di competitività: di qui l esigenza di ricercare nuove metodologie e di svolgere approfondite analisi, idonee a rispondere in modo adeguato alle esigenze del mercato. I profondi cambiamenti avvenuti in questi anni, e ancora in atto, hanno evidenziato l esigenza che gli individui acquisiscano maggiori capacità, continuando il proprio apprendimento nel tempo, al fine di rinnovare le proprie conoscenze e competenze. Ciò vale in modo particolare per il settore bancario, coinvolto in questi anni da profonde trasformazioni. I ruoli presenti nelle Aziende creditizie si sono andati gradualmente trasformando e insieme al mutare delle configurazioni organizzative, sta cambiando conseguentemente l organizzazione del lavoro, per cui si richiedono nuove competenze, sia tecniche che relazionali, più elevate e sempre più ampie e ci si avvia verso l individuazione di nuove figure professionali di natura tecnica e amministrativa. Come è emerso dall indagine sui fabbisogni professionali svolta nel settore da Enbicredito (l Ente bilaterale nazionale del settore creditizio), occorre colmare una sorta di iato professionale e formativo che intercorre tra le competenze richieste e l effettiva disponibilità di capitale umano nei segmenti del mercato del lavoro riguardanti le diverse tipologie dimensionali della Banca e gli specifici comparti dell attività bancaria. Ciò rende essenziale delineare programmi formativi in grado di armonizzare la composizione della domanda e dell offerta di professionalità bancarie mediante una riqualificazione delle competenze più tradizionali ed il rafforzamento delle competenze più innovative. 2

3 I FINANZIAMENTI NAZIONALI PER LA FORMAZIONE Relativamente alle tematiche formative evidenziate, agiscono da tempo le politiche della formazione finanziata, che si sono sviluppate in ambito nazionale ed europeo e che sono state attuate in modo crescente nel nostro settore. In materia l ABI ha cercato in questi anni di seguire principalmente tre linee di indirizzo: 1) in primo luogo, ha cercato di entrare nel sistema nazionale e regionale della formazione, cioè nei vari Organismi e Comitati nei quali si svolge il confronto tra i Ministeri competenti, le Regioni e le maggiori Organizzazioni imprenditoriali e sindacali, per la definizione dei provvedimenti da emanare e degli interventi da effettuare in materia di finanziamenti alla formazione; 2) inoltre, acquisendo un maggiore ruolo nel sistema e conseguentemente maggiori informazioni ha potuto sensibilizzare ed informare in modo crescente il settore del credito in ordine alle numerose opportunità offerte dal sistema stesso in tema di finanziamenti europei, nazionali e regionali alla formazione; 3) nello stesso tempo, l Associazione ha promosso e sviluppato il confronto con le Organizzazioni sindacali, per definire nuovi accordi nazionali sulle tematiche formative, sviluppando in tal modo nel campo della formazione quella bilateralità, sulla quale si basa l intero sistema della formazione ed in particolare il sistema della formazione continua e dei Fondi interprofessionali. Le politiche nazionali per la formazione finanziata dei lavoratori in questi ultimi 10 anni, in Italia, si sono basate principalmente sull attivazione (dal 1996) della legge n. 236 del 1993, che ha destinato 1/3 del noto 0,30% - versato dalle imprese all Inps - al finanziamento della formazione continua (cioè dei lavoratori occupati), mediante bandi nazionali e soprattutto regionali, a favore prioritariamente delle Piccole e Medie Imprese (con meno di 250 dipendenti). I 2/3 del suddetto finanziamento sono stati destinati al cofinanziamento dei bandi relativi al Fondo Sociale Europeo In relazione a tale impostazione (a favore principalmente delle PMI), l effettivo beneficio dei finanziamenti nazionali per la formazione derivanti dal suddetto 0,30% è stato registrato dalle Banche rientranti in gran parte nella categoria delle grandi imprese solo a seguito della costituzione dei Fondi interprofessionali per la formazione continua, previsti dal noto art. 118 della legge 388 del 2000, modificato e integrato dall art. 48 della legge n. 289 del Difatti, con la costituzione ed operatività di For.te (il Fondo interprofessionale nazionale per la formazione continua del personale non dirigente del terziario) e Fondir (il Fondo interprofessionale nazionale per la formazione continua dei dirigenti del terziario), dei 3

4 quali fa parte anche il settore creditizio oltre ad altri tre comparti (commercio-turismoservizi, assicurativo e logistica-spedizioni-trasporto) dal 2003 le imprese creditizie che aderiscono agli stessi (con la conseguente attribuzione a detti Fondi dell intero 0,30%, secondo quanto previsto dalla legge Finanziaria del 2005), possono usufruire delle risorse stesse per la progettazione e attuazione di piani formativi aziendali, settoriali, territoriali e individuali. L avvio del sistema dei Fondi interprofessionali ha quindi rappresentato una effettiva svolta nei rapporti tra il sistema nazionale dei finanziamenti alla formazione ed il settore del credito, tenuto conto che le imprese creditizie possono beneficiare annualmente di risorse per la formazione pari a circa il 92% dell importo totale versato all Inps con lo 0,30%, pari a circa 43 milioni di euro all anno. Tale forte incentivazione alla formazione consente di dare rinnovato impulso allo sviluppo di nuove competenze e alla creazione di nuove professionalità richiesto dalle trasformazioni in atto nel sistema bancario. Occorre considerare, infatti, che la presenza negli organi sociali di For.te e Fondir di rappresentanti anche del settore creditizio, garantisce che i provvedimenti che vengono periodicamente emanati da detti Fondi per il finanziamento dei piani formativi i c.d. Avvisi siano effettivamente rispondenti alle esigenze formative e professionali delle imprese creditizie e dei lavoratori, in un ottica di qualificazione e riqualificazione del personale e di sviluppo delle competenze. Di qui il ruolo particolarmente significativo delle Parti sociali nel nuovo sistema della formazione continua finanziata: sia come gestione dei Fondi interprofessionali, sia come indirizzo per la programmazione e progettazione della azioni formative da parte delle imprese. Per quanto concerne l entità delle risorse utilizzate, segnalo che For.te e Fondir hanno utilizzato finora tutte le risorse del c.d. start up cioè quelle assegnate a detti organismi dal Ministero del Lavoro per il biennio pari a complessivamente a circa 49 milioni di euro ed hanno iniziato a mettere a disposizione delle imprese le risorse dello 0,30%, che vengono trasferite annualmente ai Fondi dall Inps, in riferimento alle Aziende aderenti agli stessi. L importo annuo dello 0,30% versato dalle imprese creditizie, come accennato, è pari a circa 43 milioni di euro. I RAPPORTI CON LE REGIONI Relativamente alla formazione continua finanziata, il 15 marzo 2006 si è pervenuti ad un Accordo nazionale tra il Ministero del Lavoro, le Parti sociali e il Coordinamento delle Regioni finalizzato alla definizione dei rapporti tra le Parti sociali, i Fondi e le Regioni, tenuto conto che fino a poco tempo fa le risorse dello 0,30% erano utilizzate principalmente dalle Regioni, alle quali spetta la competenza in materia di formazione. 4

5 Con tale accordo (tecnico) si è convenuto, come richiesto dall ABI, di centralizzare il confronto tra le Parti sociali e le Regioni in proposito al fine di armonizzare gli interventi dei Fondi interprofessionali con la programmazione delle Regioni in tema di formazione continua. L Accordo assume rilevanza anche in quanto prevede l impegno di: a) rivedere i sistemi di accreditamento regionali dei soggetti che erogano formazione, secondo i principi comunitari in materia; b) pervenire ad un sistema nazionale di certificazione delle competenze, come richiesto dalla Commissione Europea. La politica nazionale della formazione prevede ulteriori opportunità di finanziamenti per la formazione, finalizzati sia ad accrescere le competenze del personale occupato, sia a sviluppare nei giovani le competenze richieste dalle imprese. A) In primo luogo si fa riferimento alla legge 8 marzo 2000 n. 53, che all art. 6 richiama il principio per cui a tutti i lavoratori spetta il diritto di proseguire il proprio percorso formativo per tutto l arco della vita, al fine di accrescere conoscenze e competenze. Con tale impostazione la norma prevede lo stanziamento di circa 31 milioni di euro annui per il finanziamento dei c.d. congedi formativi, e cioè in particolare di: a) progetti per la formazione di lavoratori elaborati sulla base di accordi contrattuali che prevedano quote di riduzione dell orario di lavoro (il ccnl del credito viene considerato rientrante in tale categoria di contratti, avendo previsto un aumento del monte ore di formazione nell orario di lavoro); b) progetti di formazione presentati dai singoli lavoratori. B) Altra tipologia di finanziamenti riguarda quelli sia nazionali, sia derivanti dal Fondo Sociale Europeo per la formazione dei giovani interessati all inserimento in determinati settori: i c.d. finanziamenti dei corsi IFTS (Istruzione e Formazione Tecnica Superiore). In questo caso i progetti formativi vengono definiti tramite accordi territoriali tra Scuole, Università e imprese e vengono finanziati interamente dalle Regioni. Questi progetti comprendono diverse ore di formazione, in parte in aula e in parte in Azienda, mediante le quali i giovani vengono formati per acquisire le competenze relative a determinate figure tecnico-professionali di riferimento delle imprese stesse. 5

6 Le figure tecnico-professionali e le relative competenze richieste sono individuate in sede nazionale dal Ministero dell Istruzione e dai rappresentanti datoriali e sindacali del settore di riferimento. Ciò è avvenuto anche relativamente al settore creditizio, per il quale un apposito Comitato Nazionale, composto dal suddetto Dicastero, dall ABI e dalle rappresentanze sindacali nazionali ha individuato le 6 principali figure tecnico-professionali di riferimento del settore, alle quali orientare la menzionata formazione finanziata: tali figure sono state ratificate con Accordo in sede di Conferenza Unificata del 25 novembre C) Vi sono inoltre i finanziamenti nazionali e regionali per l apprendistato e per i tirocini formativi oggetto di specifici provvedimenti in materia. D) Per il settore del credito, rientrano infine nell ambito della formazione finanziata anche i finanziamenti erogati alle imprese creditizie dall Inps in relazione al contributo che le imprese stesse versano al Fondo di solidarietà per il sostegno del reddito, dell occupazione, riconversione e riqualificazione professionale del personale del credito ; detti finanziamenti sono corrisposti appunto per il finanziamento di programmi formativi aziendali finalizzati alla riqualificazione professionale. I FINANZIAMENTI EUROPEI PER LA FORMAZIONE SETTENNIO In Europa, nel quadro delle politiche strutturali e di coesione della U.E., il Fondo Sociale Europeo rappresenta lo strumento principale per sostenere la formazione, quale fattore strategico per la crescita delle risorse umane, per l aumento della competitività delle imprese e per lo sviluppo economico di ciascun Paese. L intervento del FSE è tuttora molto rilevante anche nel nostro Paese. Giunti quasi al termine del settennio di programmazione del FSE , possiamo affermare che con il sostegno del FSE la strategia nazionale ha potuto perseguire anzitutto l obiettivo di concorrere alla soluzione del problema dell occupazione, in connessione con l avvio di un processo di riforma e rinnovamento dei sistemi dell istruzione, della formazione continua e del mercato del lavoro. In tale ambito si inquadra l attenzione che il sistema creditizio ha riservato in questi anni ai temi dell istruzione e della formazione, in collegamento con la programmazione del FSE, sia a livello nazionale che regionale. 6

7 A livello nazionale il settore ha realizzato con le risorse del FSE, mediante il proprio Ente bilaterale nazionale per la formazione (Enbicredito), un importante progetto formativo transnazionale su Maternità e sviluppo professionale nelle organizzazioni bancarie, collegato all Iniziativa comunitaria EQUAL e finalizzato alla formazione del personale femminile che rientra in azienda dalla maternità. Ulteriori opportunità sono state colte da alcune Aziende e Centri di formazione del settore in relazione ai finanziamenti messi a disposizione dal Programma comunitario Leonardo da Vinci che, pur in via autonoma, è alimentato sempre dal Fondo Sociale Europeo. Con il menzionato Accordo in Conferenza Unificata del 25 novembre 2004 il settore creditizio è stato inserito nel sistema dell Istruzione e della Formazione Tecnica Superiore (IFTS), che è sostenuto in parte da risorse del FSE e nel quale anche le Banche saranno impegnate nei prossimi anni. In sede territoriale l ABI è pervenuta alla definizione di varie intese con diverse Regioni, che si sono impegnate a sostenere iniziative formative rivolte al personale bancario, tramite le risorse del Fondo Sociale Europeo. I segmenti formativi sviluppati nel settore creditizio, nel quadro della programmazione del FSE , sono stati principalmente quelli relativi a: a) le analisi dei fabbisogni professionali e formativi; b) la qualificazione professionale e la formazione finalizzata all acquisizione di nuove competenze; c) i tirocini formativi e agli stage. La tematica delle competenze è stata centrale per il settore del credito e prevediamo che anche nel settennio , come richiesto da ABI, rappresenterà uno dei principali obiettivi della nuova programmazione del FSE. SETTENNIO Relativamente alla programmazione del FSE , ABI ha partecipato nel corso dei mesi scorsi alla elaborazione del Quadro strategico Nazionale previsto dal nuovo Regolamento generale sui Fondi strutturali europei sul quale si baserà la programmazione degli interventi del Fondo Sociale Europeo (e degli altri Fondi strutturali) per il suddetto settennio. 7

8 Con la nuova Programmazione la strategia del FSE mira a rafforzare lo sviluppo e la coesione economica e sociale delle Regioni e dei Paesi dell Unione Europea, sostenendo finanziariamente le priorità e gli obiettivi specifici volti a migliorare la dimensione e la qualità delle competenze delle persone, la partecipazione al mercato del lavoro e l occupazione. Il FSE permane lo strumento finanziario principale a sostegno della Strategia Europea per l Occupazione nel quadro delle priorità di Lisbona. La strategia del FSE nel sarà orientata agli obiettivi previsti da determinate Priorità, tra le quali: a) il miglioramento e la valorizzazione delle risorse umane; b) la competitività dei sistemi produttivi e l occupazione; c) il sistema della ricerca, lo sviluppo tecnologico e la diffusione dell innovazione. L analisi dalla quale parte il documento condiviso dai Ministeri competenti, dalle Regioni e dalle Parti sociali individua in quattro fattori le principali cause della stagnazione sociale e di produttività del Paese, una delle quali è l inadeguato livello di competenze, sia della popolazione adulta che dei giovani (le altre tre: la carenza di servizi collettivi e di condizioni generali di concorrenza, una scarsa innovazione imprenditoriale e un mercato dei capitali inefficiente). È a questi fattori comuni a tutto il Paese, ma particolarmente gravi nel Mezzogiorno che si rivolge la programmazione del FSE e degli altri Fondi strutturali Nella nuova programmazione dei Fondi strutturali, quindi, il capitale umano è al centro dell attenzione e la Priorità Miglioramento e valorizzazione delle risorse umane è finalizzata anzitutto a promuovere la diffusione di elevati livelli di competenze, nonché equità di accesso e capacità di apprendimento continuo. Difatti la promozione e il miglioramento delle competenze delle persone nelle diverse fasi della vita e nei diversi contesti (scolastico, lavorativo, ecc.) costituiscono la condizione necessaria per aumentare la partecipazione al mercato del lavoro e la competitività dei sistemi produttivi. Le competenze sono al centro anche della Priorità relativa alla Promozione, valorizzazione e diffusione della ricerca e dell innovazione per la competitività, per l'incontrovertibile importanza delle risorse umane nelle politiche per la ricerca e l innovazione. Il tema delle competenze e delle nuove professionalità resta quindi centrale nella formazione finanziata europea, come in quella nazionale, e si collega ad un altro tema 8

9 importante, per il nostro come per gli altri settori: quello della certificazione delle competenze. A tale riguardo va evidenziato che con Decisione n. 2241/2004/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 15 dicembre 2004, è stato istituito un quadro comunitario unico per realizzare la trasparenza delle qualifiche e delle competenze mediante l istituzione di una raccolta personale e coordinata di documenti, denominata EUROPASS, che i cittadini possono utilizzare, su base volontaria, per meglio comunicare e presentare le proprie qualifiche e competenze in tutta Europa. Tale strumento viene pubblicizzato nei Paesi U.E. con il sostegno del Fondo Sociale Europeo. In proposito si ricorda che nel nostro Paese è stato di recente approvato, con Decreto del 10 ottobre 2005, il testo del Libretto formativo del cittadino, finalizzato appunto alla certificazione delle competenze conseguite (nell apprendistato, nei tirocini formativi e nelle altre esperienze formative maturate), che dovrebbe svolgere in ambito nazionale una funzione sostanzialmente analoga a quella assegnata, in sede europea, ad Europass. In ambito europeo è stata inoltre avviata la costruzione di una meta-struttura europea delle qualificazioni European Qualification Framework (EQF) con lo scopo di migliorare la trasparenza e supportare il riconoscimento reciproco, permettendo alle strutture di certificazione e ai sistemi a livello nazionale e settoriale di relazionarsi, facilitando in tal modo ai singoli cittadini il riconoscimento e il trasferimento delle relative qualificazioni (cioè dei titoli, qualifiche e certificazioni acquisite in un Paese). L effettivo avvio dell EQF è previsto per il In corrispondenza con i più recenti orientamenti dell U.E., il QSN ha quindi indicato come obiettivo specifico da perseguire nel nostro Paese, anche mediante le risorse del FSE, la costruzione di un sistema nazionale di definizione delle qualifiche alla stregua di quanto avviato in sede europea e di certificazione delle competenze nonché dei crediti formativi; un sistema di individuazione di standard formativi condivisi, in funzione del riconoscimento reciproco e trasparente da parte dei sistemi delle competenze acquisite nei diversi contesti di apprendimento formale ed informale e nell ambito delle diverse filiere. In Europa, e quindi anche in Italia, occorre aumentare l orientamento al lifelong learning dei sistemi, focalizzandosi sui contenuti dell apprendimento in termini di efficacia nell acquisizione di competenze, di spendibilità delle stesse e di conseguimento di livelli alti di qualificazione correlati a innovazione e competitività. Altro obiettivo specifico della nuova programmazione del FSE, di interesse del settore creditizio, riguarda la realizzazione di maggiori sinergie tra alta formazione, innovazione, ricerca ed impresa. 9

10 Il rafforzamento sistematico di competenze tecniche di alto livello richiede il potenziamento di specifici percorsi di alta formazione e formazione superiore, razionalizzando quelli esistenti e sviluppando altresì le forme di alternanza nonché promuovendo l internazionalizzazione e la mobilità. In tale ambito particolare rilevanza va attribuita, anche secondo quanto previsto dal QSN, alla formazione delle nuove figure professionali, nonché alle figure professionali dirigenziali e manageriali, alla formazione dei responsabili delle risorse umane ed infine alla formazione dei rappresentanti dei lavoratori. Nel quadro della nuova programmazione occorre infine segnalare il ruolo riconosciuto dal QSN alle Parti sociali, nonché la particolare rilevanza riconosciuta alla rappresentanza del settore del credito. È stata infatti recepita la richiesta di ABI di prevedere la partecipazione di un rappresentante dell Associazione in tutte le sedi di concertazione nelle quali si svolgerà il confronto, tra Autorità pubbliche (Ministeri e/o Regioni) e Parti sociali in merito all attuazione della suddetta programmazione nel corso del settennio In tal modo il settore del credito potrà svolgere, anche relativamente alla programmazione del FSE , un ruolo incisivo e propositivo, al fine di orientare i provvedimenti nazionali e regionali attuativi della stessa, sempre più a favore delle esigenze formative del personale bancario, in un ottica di accrescimento delle competenze e di sviluppo delle nuove professionalità, per poter far fronte alle sfide derivanti dalle innovazioni tecnologiche e dalla maggiore competitività delle imprese, a livello nazione e internazionale. 10

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