IL COMPARTO APISTICO IN PROVINCIA DI BENENENTO

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1 IL COMPARTO APISTICO IN PROVINCIA DI BENENENTO di Antonio Mariano e Alberto Martino Indagine statistica a cura di Guido Verlingieri, Antonio Arianna, Mario Figliola, Pasquale Macolino L apicoltura ha svolto da sempre un ruolo importante nell economia agricola provinciale, contribuendo anche al miglioramento della qualità dell ambiente ed alla conservazione della flora che caratterizza il Sannio Beneventano. L indagine ha avuto l obiettivo di migliorare il quadro conoscitivo del settore al fine di meglio definire i programmi di assistenza tecnica ed economica. L indagine è stata condotta grazie ad un progetto finanziato dal Programma Interregionale Ristrutturazione delle Statistiche agricole nazionali e regionali. I dati che sono emersi, illustrati nelle tabelle riepilogative, di seguito riportate, evidenziano che l apicoltura è un attività non trascurabile per il settore primario sannita. Tab.n 1 Distribuzione apistiche per comune in provincia di Benevento BENEVENTO 5 MORCONE 7 BUONALBERGO 3 PADULI 1 CAMPOLATTARO 2 PAGO V. 1 CASALDUNI 1 PANNARANO 1 CASTELFRANCO IN M. 3 PONTE 3 CASTELPOTO 1 REINO 2 CASTELVENERE 1 S. BARTOLOMEO IN G. 3 CEPPALONI 3 S. GIORGIO LA M. 1 CIRCELLO 13 S. LEUCIO DEL S. 1 COLLE SANNITA 1 S. LORENZO M. 1 FAICCHIO 1 S. MARCO DEI C. 1 FOIANO V. 2 S. SALVATORE T. 1 FORCHIA 1 S. AGATA DE GOTI 1 FRAGNETO L ABATE 1 SASSINORO 1 GUARDIA S. 1 SOLOPACA 1 MONTESARCHIO 1 Tab.n 2.Distribuzione delle apistiche per aree omogenee. Area omogenea Totale TITERNO ALTO TAMMARO 28 42,42 FORTORE 13 19,69 VALLE TELESINA 7 10,60 TABURNO VALLE C. 6 9,09 COLLINE BENEVENTANE 12 18,18 TOTALE COMPLESSIVO ,00 1

2 Tab. n 3. Distribuzione degli alveari per aree omogenee Area omogenea Numero di alveari TITERNO ALTO TAMMARO ,77 FORTORE ,96 VALLE TELESINA ,99 TABURNO VALLE C ,99 COLLINE BENEVENTANE ,28 TOTALE COMPLESSIVO ,00 Le tabelle n evidenziano la distribuzione delle apistiche per comune e per area omogenea. Si nota che la maggiore concentrazione delle apistiche è localizzata nelle zone del Titerno - Alto Tammaro e del Fortore. Territori ad ordinamento produttivo di tipo estensivo e precisamente cerealicolo-foraggicolo e zootecnico, con estese superfici di pascoli naturali, soprattutto di sulla, ideali per la produzione di un miele di qualità monoflora e poliflora. Dei alveari censiti in provincia di Benevento, ben ( 63) sono ubicati in tali zone. Tab. n 4 Figura professionale Figura professionale totale alveari Imprenditore agricolo 52 78, ,87 Altro 14 21, ,13 TOTALE COMPLESSIVO , ,00 Nella tabella n. 4 si evidenzia che l attività apistica è svolta nel 78 dei casi da imprenditori agricoli. Tab. n 5 Numero di e luogo di svolgimento dell attività apistica. ATTIVITA Valore assoluto Valore percentuale Propria azienda 52 78,78 Anche in altre 17 25,75 Solo in altre 11 16,66 Tab. n 6 Numero di per tipo attività apistica. TIPO Valore assoluto Valore percentuale Transumante 22 33,33 Stanziale 32 48,48 Mista 12 18,19 2

3 TOTALE COMPLESSIVO ,00 Tab.n 7 Numero di che praticano il nomadismo LUOGO Valore assoluto Valore percentuale Nella stessa provincia 18 52,94 In altre province 16 47,06 In altre regioni 0 0 TOTALE COMPLESSIVO ,00 Le tabelle 5, 6 e7 evidenziano che la maggioranza degli apicoltori svolge l attività apistica in modo stanziale e all interno della propria azienda..il nomadismo, che interessa maggiormente le professionali, anch esse localizzate nelle aree a maggiore densità apistica, è praticato per più del 50 all interno del territorio provinciale e per il 47 nelle altre province campane. Solo poche si spostano, per la raccolta del polline di fioriture, in Molise (girasole), in Lazio (eucalipto) e in Calabria per gli agrumi. L indagine non ha fatto emergere con precisione la dimensione di tale attività, definibile extraregionale, e ciò è dovuto alla poca predisposizione degli operatori a fornire esaustive informazioni sui loro spostamenti onde evitare possibili concorrenze da parte di altri operatori del settore. Tab.n 8 Numero di che hanno attuato la comunicazione all ASL arnie Aziende con comunicazione 52 78, ,35 all ASL competente Aziende senza comunicazione 14 21, ,65 all ASL competente Totale complessivo , ,00 La tabella n. 8 indica che il 79 circa comunica all ASL di svolgere l attività apistica, il restante 21 circa non adempie a questo obbligo. Trattasi per lo più di con pochi alveari e condotte a livello hobbistico. Tab. n 9- Aziende con laboratori di smielatura Laboratorio di smielatura Presenza di laboratorio autorizzato 25 37,87 Presenza di laboratorio non autorizzato 41 62,13 TOTALE COMPLESSIVO ,00 Tab.n 10 - Aziende con locale di invasettamento. Locale di invasettamento Presenza di locale autorizzato 14 21,21 Presenza di locale 52 78,79 3

4 TOTALE COMPLESSIVO ,00 Le tabelle 9 e10 fanno affermare che la maggioranza dei locali di smielatura ed invasettamento non sono autorizzati. Anche in questo caso le che non sono munite di autorizzazione sono di piccole dimensioni e utilizzano locali che vengono adibiti a laboratori per un periodo di tempo limitatissimo. La normativa in vigore non aiuta tali produttori ad uscire dal sommerso perché essa non fa distinzione tra le categorie professionali e quelle amatoriali. Alcune regioni hanno adottato delle deroghe autorizzando l utilizzo di locali aziendali, opportunamente disinfestati, per lo svolgimento delle operazioni di smielatura, decantazione ed invasettamento del miele. La normativa che prevede il possesso del libretto sanitario è anacronistica se la si rapporta alla reale quantità di prodotto manipolato, anche in questo caso molte regioni hanno previsto delle specifiche deroghe. Tab.11- Produzione di miele. TIPO Kg Monoflora ,47 Millefiori ,97 Biologico ,56 MIELE TOTALE ,00 Per quanto riguarda la produzione di miele (tab. n. 11), notiamo che il tipo monoflora (71,47) prevale sul tradizionale millefiori; conquista uno spazio importante il miele prodotto in modo biologico. Il valore di tale produzione, stimata a prezzi correnti è pari a ,00. Tale dato fotografa, per difetto, il peso del settore come risulta da dati attinti presso le Associazioni dei produttori. Tab. n 12 Numero di per tipo di destinazione della produzione. Utilizzazione del miele Autoconsumo 4 0,6 Vendita sul mercato locale 39 59,09 Vendita sul mercato regionale 19 28,78 Vendita sul mercato nazionale 13 19,69 Vendita sul mercato estero 1 0,00 Il miele prodotto (Tab.12) è destinato al mercato locale per il 59, a quello regionale per circa il 29 e nazionale per circa il 20 (tab. n. 12). La forma di commercializzazione più diffusa è quella all ingrosso e in fusti da 300 kg cadauno. Poche sono le che invasettano la loro produzione con vendita diretta in azienda o attraverso reti commerciali locali. Questo dato testimonia la scarsa propensione del produttore a gestire direttamente tutta la filiera produttiva, limitandosi alla raccolta ed alla prima lavorazione. Ciò non qualifica la produzione sul mercato regionale e nazionale e ne impedisce la riconoscibilità da parte del consumatore. E auspicabile che la strada della valorizzazione del 4

5 prodotto sia intrapresa da più produttori, singoli od associati, al fine di portare valore aggiunto all azienda. Tab.n 13 Altri prodotti delle apistiche Propoli ( Kg) Pappa reale (Kg) CERA (Kg) SCIAMI (n ) REGINE (n ) Tra i prodotti riportati in tabella assumono un certo rilievo la cera, la produzione di sciami e di regine. La cera è destinata al riutilizzo aziendale dopo la trasformazione, presso industriali, in fogli cerei. Gli sciami sono prodotti per la rimonta interna; le regine sono soprattutto destinate ad uso aziendale. Tab. n 14 Aziende che praticano il servizio di impollinazione Aziende che praticano il servizio di 4 6,00 impollinazione Aziende che non praticano il servizio di 62 94,00 impollinazione TOTALE COMPLESSIVO ,00 La fornitura di servizi di impollinazione non è una pratica molto diffusa tra gli apicoltori Sanniti. Ciò è dovuto alla mancanza, nel territorio provinciale, di una orticoltura intensiva e di una frutticoltura specializzata L attività di impollinazione richiede maggiore impegno di lavoro e una diversa organizzazione dell azienda apistica. Conclusioni L apicoltura, alla luce dei dati prodotti con l indagine e sopra illustrati, produce un quid non marginale nell economia agricola della provincia di Benevento, quantizzabile non solo in termini di prodotti dell alveare, ma anche e soprattutto in notevole beneficio per la conservazione della flora spontanea. La conservazione della biodiversità, oggi, finalmente riscoperta, è condizione primaria per la perpetuazione di specie, altrimenti a rischio di estinzione. L ape come indicatore biologico e della sanità del territorio è uno strumento di utilità pratica notevole a costi irrisori. La riscoperta del buon vivere deve necessariamente passare attraverso l apprezzamento di questi insetti minuti che vigilano l ambiente che viviamo. Ciò, deve stimolare una maggiore divulgazione dei temi ecoambientali e produrre strumenti legislativi atti a tutelare e valorizzare tale comparto. 5

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