RITORNO RIprisTinO e tutela dell'habitat a praterie di PosidoNia oceanica e della specie Pinna nobilis in AdriaticO

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1 RITORNO RIprisTinO e tutela dell'habitat a praterie di PosidoNia oceanica e della specie Pinna nobilis in AdriaticO Proposal LIFE 2009 Tommaso Pagliani, Cristina Ingarao, Giovanna Lanciani Consorzio Mario Negri Sud Centro di Scienze Ambientali WS AdriaPAN in Europe S.Benedetto del Tronto, 1 febbraio 2013

2 Il territorio, il partenariato e gli enti coinvolti Area interessata: Adriatico occidentale nord Adriatico: costa del Friuli Venezia Giulia centro Adriatico: costa abruzzese sud Adriatico: coste pugliesi Il partenariato: Regione Abruzzo Serv. Politiche Comunitarie L Aquila Consorzio Mario Negri Sud, Centro di Scienze Ambientali (S. Maria Imbaro, CH) CNR - Istituto di Scienze del Mare (sede di Lesina, FG) MAREVIVO (Roma) Shoreline Soc. Coop. gestore della Riserva Marina di Miramare (TS) Altri Enti coinvolti: Area Marina Protetta Torre del Cerrano - Pineto (TE) Posidonia Srl - Pescara; DA COINVOLGERE: Fondazione Michelagnoli, Taranto - Regione Sardegna

3 Obiettivi del progetto 1. Protezione ed incremento della presenza dell habitat prioritario 1120 *Praterie di Posidonia (Posidonion oceanicae, all. I Direttiva 92/43/CEE - Habitat) in SIC esistenti e di nuova istituzione; 2. Protezione ed incremento della specie Pinna nobilis (all. IV Direttiva Habitat) in SIC esistenti e di nuova istituzione; 3. Creazione di riserve biogenetiche per assicurare la sopravvivenza della fanerogama Posidonia oceanica e del bivalve Pinna nobilis, soprattutto in riferimento alla pesca a strascico e ai possibili effetti dei cambiamenti climatici e da specie aliene (ad es. Caulerpa taxifolia); 4. Predisposizione di un regolamento unico e condiviso a livello regionale e locale e per la conservazione delle due specie, coerente con gli scopi della Direttiva Habitat; 5. Formazione degli operatori dei territori della Comunità Europea nella conservazione della Pinna nobilis e degli habitat a Posidonia; 6. Sensibilizzazione degli stakeholder e delle comunità locali sull importanza della biodiveristà e della protezione dell ambiente marino.

4 Aree di interesse Friuli Venezia Giulia (SIC): -Laguna di Marano e Grado -Falesie di Duino -Riserva Marina di Miramare Abruzzo: -Barriere sommerse Puglia (SIC): -Isola e Lago di Varano -Duna e Lago di Lesina Foce Fortore -Isole Tremiti -Posidonieto San Vito Barletta -Litorale brindisino -Torre Guaceto e Macchia S. Giovanni

5 .Aree di interesse SIC Codice Denominazione Superficie totale SIC (ha) Superficie marina interessata dallo studio (ha) IT Laguna di Marano e Grado ,4 IT Falesie di Duino ,5 IT Isole Tremiti ,2 IT Isola e Lago di Varano IT Dune e Lago di Lesina - Foce del Fortore IT Posidonieto San Vito - Barletta , IT Litorale Brindisino IT Torre Guaceto e Macchia S. Giovanni Superficie totale ,60 Riserve marine Area marina protetta Istituzione Superficie marina interessata dallo studio (ha) Isole Tremiti D.I. del ,2 (SIC Isole Tremiti) Miramare D.I. del ,5 Torre del Cerrano L. 394/91 D.M ,5

6 Barriere sommerse Barriera sommersa di Martinsicuro (TE) Barriera sommersa di Pineto Torre del Guaceto (TE) Barriera sommersa di Pescara (PE) Barriera sommersa di Ortona San Vito (CH) Barriera sommersa di Rocca San Giovanni (CH) Barriera sommersa di Vasto (CH)

7 Struttura a mare POSIDONIA s.r.l. La struttura è così organizzata: - 2 terrazzi scoperti, 4 piani abitabili ed un ulteriore terrazzo per possibili atterraggi di elicotteri - situata a 3 miglia dalla costa al largo di Francavilla al Mare (CH), all altezza della foce del fiume Alento; - batimetria di m; - a 200 m dalla Torre è situato un impianto di mitilicoltura; - grazie alla profondità, alle correnti e alla presenza di allevamenti di mitili, la trasparenza dell acqua in questo fondale è elevata utilizzata per ottenere la riproduzione ex situ.

8 Habitat 1120 * Posidonion oceanicae (Praterie a Posidonia) P. oceanica ha caratteristiche simili alle piante terrestri: radici, fusto rizomatoso e foglie nastriformi, lunghe fino ad un metro ed unite in ciuffi. Fiorisce in autunno e in primavera e produce frutti galleggianti volgarmente chiamati "olive di mare". Vive tra 1 e 30 metri di profondità, in acque molto limpide fino ai 40 metri, e sopporta temperature comprese fra i 10 e i 28 C. Necessita di valori di salinità relativamente costanti (37-38 ) e forte illuminazione. Colonizza i fondali sabbiosi o detritici ai quali aderisce per mezzo dei rizomi e sui quali forma vaste praterie, o posidonieti. L habitat a Posidonia è considerato l'ecosistema più importante del Mar Mediterraneo ed è stato indicato come "habitat prioritario" nell'allegato I della Direttiva Habitat (Dir. n. 92/43/CEE). Riveste una notevole importanza ecologica, in quanto costituisce la comunità climax del Mar Mediterraneo, cioè il massimo livello di sviluppo e complessità che un ecosistema può raggiungere.

9 Le praterie a Posidonia rivestono un ruolo fondamentale nell ambiente marino costiero per diverse ragioni: - Grazie allo sviluppo fogliare liberano nell'ambiente fino a 20 litri di ossigeno al giorno per ogni m 2 di prateria; - Producono ed esportano biomassa; - Consolidano il fondale sottocosta; - Agiscono da barriera soffolta che smorza la forza delle correnti e delle onde prevenendo l'erosione costiera; - La copertura fogliare incrementa la ritenzione del particolato, aumentando la trasparenza delle acque; - Le foglie ed i rizomi incrementano la superficie disponibile per specie sessili e offrono dei ripari per specie mobili, sostenendo pertanto una ricca comunità. Una fascia moderatamente estesa di Posidonia (circa 1 km) può produrre circa 125 kg di materiale secco ogni anno (principalmente durante l autunno), costituito da masse di foglie in decomposizione (dette banquettes). Questo materiale accumulato sulla spiaggia sviluppa cuscini alti fino a 4 m, che possono sostenere una complessa catena alimentare di invertebrati, proteggendo inoltre la costa dall erosione per smorzamento del moto ondoso. Il posidonieto è inoltre un eccellente indicatore della qualità ambientale, date le esigenze ecologiche di P. oceanica.

10 Comunità associate a Posidonia oceanica e habitat collegati Sono presenti comunità epifite, cioè batteri, alghe e briozoi che colonizzano la superficie fogliare ed i rizomi della pianta, comunità animali vagili e sessili e comunità di organismi detritivori. Si ritrova inoltre la Pinna nobilis con il suo granchio commensale del genere Pinnotheres, altri bivalvi quali la Pinna rudis e la rara Solemya togata. Infine: briozoi, spugne, policheti, celenterati ed ascidie. Distribuzione generale della specie a livello europeo e nazionale Si tratta di una specie endemica del Mediterraneo ed occupa un area pari a circa il 3% dell intero bacino. Sulla base del Network database Natura 2000 dalla Commissione Europea (2006) emerge che, su un totale di 322 SIC esaminati, la superficie coperta a praterie di P.oceanica nei siti Natura2000 del Mediterraneo è pari a ha.

11 Status della specie e minacce Negli ultimi due decenni, a seguito dell incremento dell urbanizzazione e dell industrializzazione delle aree costiere, molte praterie di P. oceanica sono scomparse o sono state alterate. Attraverso un analisi di 39 studi condotti su 135 siti si è dimostrato che il 46% delle praterie nel Mediterraneo hanno subito riduzione in dimensioni, densità e/o copertura ed il 20% ha subito una serie di regressioni a partire dagli anni 70. Nelle coste europee, le maggiori e più drammatiche perdite si sono verificate nel Nord Adriatico, dove le praterie presenti all inizio del XX Secolo sono quasi totalmente scomparse. Dato il lentissimo tasso di crescita di questa specie (1-6 cm anno -1 ), la maggior parte di tali perdite sono irreversibili.

12 Le minacce principali sono le seguenti: Pesca a strascico Liberi ancoraggi delle imbarcazioni da diporto Cambiamenti climatici Distruzione del bilancio sedimentazione/ erosione Eutrofizzazione delle acque, anossia nel sedimento e inquinamento diffuso. Proliferazione di specie algali invasive Pulizia degli arenili Incremento della salinità in vicinanza dei desalinizzatori

13 Posidonia oceanica: azioni previste 1. Studio generale e ricognizione di praterie a P. oceanica nei SIC adriatici. 2. Mappatura e catalogazione delle aree costiere sensibili, ossia fasce litoranee in cui sia stata rilevata la presenza di praterie di P. oceanica. 3. Individuazione dei siti idonei ad ospitare nuovi posidonieti e relativo studio di fattibilità che tenga conto di tutti i fattori di minaccia eventualmente presenti sul sito, la loro corretta rimozione e le caratteristiche ecologiche di questo. 4. Realizzazione di un centro di coltivazione per la P. oceanica presso Posidonia srl. 5. Prelievo di talee da posidonieti donatori e di eventuale materiale spiaggiato per la coltivazione presso i centri di riproduzione. 6. Produzione di nuove plantule di P. oceanica presso la torre Posidonia. 7. Reimpianto di talee di P. oceanica nei siti individuati.

14 8. Creazione di un sistema di controllo e di protezione dei siti di immissione. Il controllo riguarderà tutte quelle attività antropiche sia in mare sia lungo la costa che possono arrecare danni o disturbo alle popolazioni esistenti o neo-costituite. 9. Inserimento di scogliere artificiali per la protezione dalla pesca a strascico delle praterie di P. oceanica preesistenti e neo costituite. 10. Installazione di ancoraggi sostenibili permanenti per la protezione dall ancoraggio libero delle imbarcazioni dei posidonieti preesistenti e neo costituiti, evitando così ormeggi vandalici di ancore gettate a caso nel fondo della prateria 11. Salvaguardia dei siti di presenza e di reimmissione di posidonieti da invasione di specie aliene, in particolare Caulerpa taxifolia. 12. Realizzazione di linee guida per la protezione della costa e la corretta rimozione dei rifiuti al fine di evitare una riduzione della trasparenza delle acque 13. Redazione di un codice di comportamento (vademecum) da rispettare nei siti di presenza di praterie di P. oceanica.

15 PINNA COMUNE O NACCHERA: il più grosso mollusco bivalve (85cm-1,20m) del Mar Mediterraneo, colore brunastro e conchiglia di forma triangolare allungata. Habitat: aree costiere, profondità tra 0,5-60 m, ancorata verticalmente su substrati sedimentari (sabbioso-fangoso) tramite i filamenti del bisso. Spesso associata a praterie di fanerogame marine (P. oceanica e Cymodocea nodosa). Ambienti più favorevoli sono aree riparate golfi, baie, canali interinsulari tra 3-40 metri, acque trasparenti, salinità=34-38 ; temperatura=10-28 C. Presenza di fondali non disturbati da attività antropiche, quali pesca a strascico ed ancoraggi di imbarcazioni. Riproduzione: tarda estate-inizio autunno. Fecondazione esterna, dopo una fase larvale ciliata planctonica (meno di 10 giorni), si fissa al substrato e si sviluppa (tardo autunno-inverno). Dopo un anno può raggiungere i 15 cm. Tra primo e secondo anno raggiunge la prima maturità sessuale. Distribuzione geografica: l areale è nel Mar Mediterraneo e nell'oceano Atlantico (Portogallo, Spagna, Canarie e coste dell'africa orientale) ma è endemica del Mediterraneo. Accertata la presenza nel Tirreno orientale (Arcipelago Toscano, Sardegna, Isole Pontine, Isole Eolie, Ischia, Procida, Palinuro), Mediterraneo Occidentale (Spagna), Mar Adriatico, Mar Ionio.

16 Status della specie e minacce La sua distribuzione è oggi limitata e le popolazioni si sono notevolmente ridotte negli ultimi 2-3 decenni a causa di diversi fattori: Pesca a strascico e ancoraggio imbarcazioni Causa principale della notevole riduzione delle popolazioni in Adriatico Pesca e bracconaggio a fini collezionistici Raccolta a fini collezionistici, ornamentali e per l industria dei souvenir, per le notevoli dimensioni, l aspetto iridescente e madreperlaceo Inquinamento delle acque Amplificato nel Mar Adriatico, a seguito della sua conformazione, dello scarso ricambio e per l immissione di notevoli sostanze inquinanti da parte dei fiumi Cambiamenti climatici Trend di aumento generale della temperatura nel Mediterraneo con fenomeni correlati dovuti al riscaldamento globale Con l attivazione di misure di protezione sono state osservate occasionali ricomparse della specie in alcune aree del Mediterraneo Non si conosce la dimensione delle popolazioni nell area di intervento. La presenza è accertata nella Riserva Marina di Miramare e nell area costiera del Salento. La specie è presente poi nel SIC Laguna di Marano e Grado ; è stata osservata da subacquei esperti nei SIC Falesie di Duino, Isole Tremiti, Isola e Lago di Varano sebbene non indicata nelle schede SIC Natura 2000.

17 Pinna nobilis: azioni previste 1. Studio generale e ricognizione di P. nobilis nei SIC adriatici attraverso il contributo informativo dei gestori delle A(M)P, regioni, enti di ricerca ecc. e mappatura aree di presenza della specie nel territorio: 1) localizzazione presenza singoli esemplari/gruppi di individui; 2) ricognizione con videocamera e GPS; 3) stima consistenza di popolazioni in aree specifiche tramite campionamento. 2. Predisposizione e adozione dell Action Plan in due versioni: scientifico-tecnica contenente indicazioni circa la reale presenza e consistenza delle popolazioni nei diversi contesti geografici; divulgativa, con indicazioni più generali e non contenente i dati sensibili. Il documento dovrebbe rappresentare un punto di riferimento tecnico nella gestione delle aree marine dove la specie è presente e dove vi sono le condizioni per una sua reintroduzione. 3. Individuazione dei siti idonei ad ospitare le nuove popolazioni di Pinna nobilis e relativo studio di fattibilità per la reintroduzione sulla base delle conoscenze relative alla biologia e all ecologia della specie. Lo studio di fattibilità farà riferimento alle linee guida dell IUCN. 4. Realizzazione centro di riproduzione presso la torre Posidonia e adeguamento delle strutture già esistenti del centro di riproduzione Atlantide (Varano, FG) gestito dal CNR. 5. Prelievo dai siti idonei di riproduttori per allevamento e riproduzione presso i centri. Raccolta in natura di riproduttori lungo la costa adriatica italiana, nei siti individuati al punto 1 (in modo da preservare l ecotipo qualora esistesse). 6. Produzione di novellame. La specie sarà riprodotta in condizioni controllate al fine di ottenere elevate quantità di novellame. La riproduzione sarà effettuata utilizzando le strutture e le metodiche normalmente in uso per i bivalvi di valore commerciale.

18 Pinna nobilis: azioni previste 7. Messa a dimora nei siti idonei (punto 3) del seme ottenuto nei centri di riproduzione. 8. Creazione di un sistema di controllo e di protezione dei siti di re-immissione sulle attività antropiche sia in mare sia lungo la costa che possono arrecare danni o disturbo alle popolazioni esistenti o neo-costituite. 9. Inserimento di scogliere artificiali per protezione popolazioni preesistenti e neo costituite da pesca a strascico. Solo in aree in cui altre misure di protezione contro questo tipo di pesca non risultino efficaci. Si tratta di costruzioni cubiche o piramidali armate di barre di acciaio che vanno installate in serie di file sul fondo, perpendicolarmente alla costa (e alle traiettorie delle reti a strascico). 10. Redazione di un codice di comportamento da rispettare nei siti di presenza: depliant/vademecum da distribuire presso le strutture o le aree costiere (ormeggi, approdi, porti turistici, stabilimenti balneari), nelle aree di progetto. 11. Controllo dei siti di presenza esistenti e di nuova costituzione. Verranno effettuati sopralluoghi per verificare le condizioni ambientali dei siti e l attecchimento in termini qualitativi (e, quando possibile, quantitativi) delle popolazioni ottenute.

19 Perché RITORNO non è stato approvato? la presenza dell habitat 1120* non è riportato nelle schede di 3 SIC su 8; la presenza di Pinna nobilis non è riportata nelle schede in 6 SIC su 8; con ciò la sostenibilità a lungo termine è assicurata solo su alcuni SIC; non sono identificati con precisione i siti di raccolta delle specie; nel formulario è scritto che potrebbero essere interessati siti non-sic; sebbene l implementazione delle metodologie di riproduzione di P.nobilis e di P.oceanica possano essere considerate innovativa e dimostrativa, rispettivamente, il trapianto di Posidonia può essere accettato solo come misura di compensazione per determinate attività (ad es. costruzione di porti); il prelievo di Posidonia comporterebbe in parte la distruzione di un banco naturale in uno o più SIC, e pertanto non può essere considerato come best practice; inoltre, le attività di trapianto e di mantenimento sono molto costose, il che le rende non cost-effective.

20 RITORNO?

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