Il sistema di calcolo contributivo e quello retributivo

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1 Il sistema di calcolo contributivo e quello retributivo Il tema delle pensioni ritorna sempre alla ribalta dei media e del dibattito politico. Un tema caldo che interessa il futuro di tutti e sul quale l informazione è sempre stata poco chiara e vaga. Oggi parliamo di pensioni INPS, un mondo che riguarda più di 24 milioni di lavoratori e, nello specifico, del sistema di calcolo delle pensioni per cercare di fare chiarezza su una convinzione molto diffusa: il sistema di calcolo contributivo è penalizzante rispetto a quello retributivo. Vediamo, prima di tutto, di fare un po d ordine analizzando i due sistemi: a chi sono rivolti e la loro storia. Il sistema retributivo si applica a coloro che alla data del 31 dicembre 1995 erano già titolari di una posizione lavorativa e per un periodo che varia in funzione degli anni di contribuzione maturati: almeno 18 anni, la quota di pensione retributiva è calcolata sino al 31 dicembre Inizialmente questi lavoratori andavano in pensione con un calcolo esclusivamente retributivo; la riforma Fornero ha, invece, introdotto anche per loro il sistema contributivo a partire dal 1 gennaio 2012; meno di 18 anni, la quota di pensione retributiva è calcolata sino al 31 dicembre 1995; agli anni maturati dal 1 gennaio 1996 al momento della pensione viene applicato il sistema contributivo. Il sistema contributivo si applica interamente, invece, a tutti coloro che non avevano maturato una posizione lavorativa al 31 dicembre Il sistema di calcolo retributivo nasce alla fine degli anni 60 quando fu fatta la scelta di assicurare ai pensionati un trattamento equipollente alla retribuzione media percepita nell ultimo periodo della vita lavorativa. Una norma che neppure la riforma Dini Treu del 1995 volle modificare completamente. Il sistema contributivo fu introdotto dalla riforma Dini e calcola l importo dell assegno non più sulla media delle retribuzioni bensì su quanto versato a titolo di contribuzione durante la vita lavorativa. Un sistema di calcolo sicuramente più giusto dove la pensione è determinata da quanto versato. I due sistemi a confronto Mettendo a confronto i due sistemi scopriamo che non è vero, poi, che tutti i vantaggi stiano nel retributivo e tutti gli svantaggi nel contributivo. Nel primo sistema, infatti, i lavoratori effettuano i versamenti sull intera retribuzione percepita, ma il rendimento è pari al 2% per ogni anno d attività fino a 45 mila euro di stipendio. Per le quote di retribuzione eccedenti tale importo, invece, l aliquota è decrescente. Nel retributivo, inoltre, la pensione è sottoposta ad un tetto contributivo massimo pari a 40 anni. Quelli lavorati in più subiscono il prelievo previdenziale sulla retribuzione, ma non fanno anzianità contributiva. Ecco il motivo per il quale la percentuale massima di pensione sull ultima retribuzione può arrivare all 80% (40

2 anni per il 2%). Nel regime contributivo invece contano solo i contributi versati: chi ha lavorato più a lungo percepisce una pensione migliore per due motivi: 1. ha accumulato un montante contributivo più elevato; 2. usufruisce di un coefficiente di trasformazione più alto in relazione dell età del pensionamento. I lavoratori con retribuzioni maggiori, inoltre, versano i contributi soltanto su di un massimale che attualmente è di circa ,00 euro l anno (oltre tale importo non sono previste ritenute e, ovviamente, le quote ulteriori non sono considerate come retribuzione pensionabile). Perché il sistema di calcolo contributivo non è sempre così negativo. Proviamo ad analizzare i due sistemi di calcolo con alcuni esempi numerici, prima su di un lavoratore dipendente e poi su un lavoratore autonomo. Lavoratore dipendente E assicurato presso il Fondo Gestione Lavoratori Dipendenti (FPLD) e ha un aliquota contributiva pari al 33% della RAL (retribuzione annua lorda) di cui il 23,81% a carico del datore di lavoro e il 9,19% a carico del lavoratore. Analizziamo quindi il caso di due lavoratori dipendenti che maturano il diritto alla pensione entrambi a 66 anni di età e dopo 40 di contribuzione. Ipotizziamo che il primo si trovi in un regime di calcolo esclusivamente retributivo (cosa non più possibile dopo la riforma Fornero ma nel nostro esempio serve come estremizzazione comparativa) e il secondo in un regime interamente contributivo e supponiamo che l ultima retribuzione annua lorda percepita sia stata di ,00 per entrambi. Per un analisi comparativa equa (ma anche più semplice) consideriamo che i ,00 euro corrispondano, in termini di potere d acquisto, alla retribuzione media reale annua (1) percepita nel corso dei 40 anni di lavoro. Procediamo adesso con il calcolo delle due pensioni. Nel sistema retributivo l importo della pensione è determinato dalla media delle ultime 10 retribuzioni annue (nel nostro caso pari sempre a ,00 euro) a cui si applica un 2% per ciascun anno di anzianità contributiva. Abbiamo, quindi, un 2% x 40 anni x ,00 corrispondente a un importo di pensione di ,00 euro annui. Nel sistema contributivo l importo della pensione è determinato dai contributi versati durante l attività lavorativa a cui si deve applicare un coefficiente di conversione in funzione dell età pensionabile. E necessario quindi calcolare prima il montante contributivo accumulato. Sapendo che l aliquota contributiva del dipendente è del 33%, in 40 anni di lavoro il totale complessivo dei contributi versati sarà pari a ,00 euro (33% x ,00 x 40 anni). Il coefficiente di trasformazione relativo al 66 anno di età è il 5,624% e, di conseguenza, l importo della pensione annua corrisponde a ,04 euro. Una differenza di 1.728,96 euro a favore del sistema retributivo, pari a poco meno dell 8%.

3 Lavoratore dipendente Importo della pensione annua lorda Sistema retributivo Sistema contributivo Differenza , , ,96 (8%) Lavoratore autonomo E assicurato presso le Gestioni dei lavoratori autonomi (Commercianti e Artigiani) e ha un aliquota contributiva che, a regime nel 2019, sarà del 24% interamente a proprio carico. Procediamo al calcolo della pensione di due lavoratori autonomi, mantenendo invariati i parametri utilizzati per il caso precedente (età pensionabile a 66 anni, 40 anni di lavoro, ultimo reddito prima del pensionamento pari a ,00 euro), e vediamo cosa accade alla pensione retributiva e a quella contributiva. Nel caso di calcolo retributivo l importo della pensione sarà sempre di ,00 euro, corrispondente all 80% (40 anni x 2%) del reddito medio reale annuo (1). Nel sistema contributivo, invece, le cose cambiano, e non di poco. Infatti, dopo 40 anni di lavoro il montante contributivo accumulato (1) sarà pari a ,00 euro (2) a cui si deve applicare un coefficiente di trasformazione corrispondente al 66 anno di età (attualmente il 5,624%) che determina un importo dell assegno pari a ,12 euro. Una differenza di quasi 8.000,00 euro l anno, con una riduzione superiore al 30%. Lavoratore autonomo Importo della pensione annua lorda Sistema retributivo Sistema contributivo Differenza , , ,00 (30%) Sempre riguardo al lavoratore autonomo (con 40 anni di contribuzione) e al sistema di calcolo contributivo, vediamo cosa succede in caso di reddito medio annuo reale di ,00 euro e di ,00 euro Con un reddito medio annuo di ,00 euro il montante contributivo accumulato sarà pari a ,00 euro (25.000,00 x 24% x 40 anni) corrispondente ad una pensione di ,60 euro annui ( ,00 x 5,624%). Con un reddito di ,00 euro il montante contributivo si riduce a ,00 euro per una pensione di ,00 euro ( ,00 x 5,624%). Vediamo adesso cosa succede in caso di lavoro discontinuo con un reddito, quindi, incostante e lo vediamo ipotizzando tre fasce di reddito diverse: ,00, ,00 e ,00 euro e con tre vuoti contributivi rispettivamente di 3, 5 e 7 anni. Iniziamo con un reddito medio reale annuo di ,00 euro.

4 1. Reddito di ,00 euro e vuoto contributivo di 3 anni (37 anni di contribuzione complessivi) In questo caso il montante contributivo sarebbe pari a ,00 euro (37 anni x ,00 x 24%) per un importo di pensione annua pari a ,34 euro ( ,00 x 5,624%). 2. Reddito di ,00 euro e vuoto contributivo di 5 anni (35 anni di contribuzione Con 35 anni di contribuzione il montante finale contributivo accumulato sarà di ,00 euro (30.000,00 x 24% x 35 anni) corrispondente a una pensione annua di ,48 euro. 3. Reddito di ,00 euro e vuoto contributivo di 7 anni (33 anni di contribuzione Dopo 33 anni di contribuzione il montante accumulato è di ,00 euro (30.000,00 x 24% x 33 anni) corrispondente a una pensione annua di ,63 euro. Reddito medio reale annuo ,00 euro Vuoto contributivo Anni di contribuzione complessivi Importo pensione annua 3 anni ,34 euro 5 anni ,48 euro 7 anni ,63 euro Analizziamo adesso i vuoti contributivi su un reddito medio reale annuo di ,00 euro. 1. Reddito di ,00 euro e vuoto contributivo di 3 anni (37 anni di contribuzione complessivi) In questo caso il montante contributivo sarebbe pari a ,00 euro (37 anni x ,00 x 24%) per un importo di pensione annua pari a ,28 euro ( ,00 x 5,624%). 2. Reddito di ,00 euro e vuoto contributivo di 5 anni (35 anni di contribuzione Con 35 anni di contribuzione il montante finale contributivo accumulato sarà di ,00 euro (25.000,00 x 24% x 35 anni) corrispondente a una pensione annua di ,40 euro. 3. Reddito di ,00 euro e vuoto contributivo di 7 anni (33 anni di contribuzione Dopo 33 anni di contribuzione il montante accumulato è di ,00 euro (25.000,00 x 24% x 33 anni) corrispondente a una pensione annua di ,52 euro.

5 Reddito medio reale annuo ,00 euro Vuoto contributivo Anni di contribuzione complessivi Importo pensione annua 3 anni ,28 euro 5 anni ,40 euro 7 anni ,52 euro Vediamo, infine, cosa succede in caso di reddito medio reale annuo di ,00 euro, sempre con vuoti contributivi di 3, 5 e 7 anni. 1. Reddito di ,00 euro e vuoto contributivo di 3 anni (37 anni di contribuzione complessivi) In questo caso il montante contributivo sarebbe pari a ,00 euro (37 anni x ,00 x 24%) per un importo di pensione annua pari a 9.988,23 euro ( ,00 x 5,624%). 2. Reddito di ,00 euro e vuoto contributivo di 5 anni (35 anni di contribuzione Con 35 anni di contribuzione il montante finale contributivo accumulato sarà di ,00 euro (20.000,00 x 24% x 35 anni) corrispondente a una pensione annua di 9.448,32 euro. 3. Reddito di ,00 euro e vuoto contributivo di 7 anni (33 anni di contribuzione Dopo 33 anni di contribuzione il montante accumulato è di ,00 euro (25.000,00 x 24% x 33 anni) corrispondente a una pensione annua di 8.908,42 euro. Reddito medio reale annuo ,00 euro Vuoto contributivo Anni di contribuzione complessivi Importo pensione annua 3 anni ,23 euro 5 anni ,32 euro 7 anni ,42 euro Questo fa chiaramente intendere che il sistema di calcolo contributivo non è poi sempre penalizzante. Dato che l età pensionabile (3) e il coefficiente di trasformazione sono uguali per tutti, il problema si pone esclusivamente in relazione ai contributi accumulati durante l attività lavorativa. E evidente che la differenza di aliquota contributiva tra un lavoratore dipendente e un autonomo (33% contro il 24%) porta, a parità di retribuzione/reddito, a due montanti differenti e, di conseguenza, a due importi diversi di pensione. Non è, quindi, il calcolo contributivo che penalizzerà le future pensioni dei giovani, bensì la loro condizione di lavoro caratterizzata da un accesso tardivo nel mercato e una permanenza instabile e saltuaria che rende precaria anche la loro posizione contributiva.

6 Si continua a discutere di riforma delle pensioni, di flessibilità in uscita, di ricalcolo contributivo, etc. ma forse sarebbe meglio, prima, avviare una seria politica occupazionale perché la salute del sistema previdenziale deve obbligatoriamente passare da qui: incentivazione all occupazione per aumentare il numero dei lavoratori e delle entrate contributive ma anche, e soprattutto, per garantire una pensione decorosa ai giovani. (1) Si considerano le retribuzioni e i redditi reali percepiti nel corso della vita lavorativa con ipotesi di un tasso d inflazione pari a zero. (2) Considerando l aliquota contributiva del 24% già a regime. (3) A regime dal 2019.

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