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1 La retribuzione del lavoratore domestico è composta dalle seguenti voci: retribuzione minima contrattuale (più indennità di funzione per le categorie D e D-super); eventuali scatti di anzianità; eventuale compenso sostitutivo di vitto e alloggio; eventuale superminimo. Il datore di lavoro, all atto della corresponsione della retribuzione, deve predisporre un prospetto paga in duplice copia, una per il lavoratore, firmata dal datore di lavoro, e l altra per il datore di lavoro, firmata dal lavoratore. 1

2 Nel prospetto paga devono essere evidenziate le seguenti voci: la retribuzione minima contrattuale; gli eventuali scatti di anzianità; l eventuale compenso sostitutivo di vitto e alloggio; l eventuale superminimo (indicando se non è assorbibile); le ore di lavoro straordinario; i compensi per festività; le trattenute per gli oneri previdenziali. 2

3 A differenza dei lavoratori subordinati ordinari per i quali vige l obbligo di predisporre il LUL (Libro unico del lavoro), il prospetto paga del lavoratore domestico può essere predisposto in forma libera, ferma restando l indicazione delle voci obbligatorie previste dal CCNL (retribuzione minima, eventuali scatti di anzianità, ecc..). 3

4 Gli importi delle retribuzioni minime stabilite dal contratto - così come i valori convenzionali di vitto e alloggio (Tabella F) - sono aggiornati ogni anno, da parte della Commissione nazionale per l aggiornamento retributivo, in base agli indici Istat di variazione del costo della vita. La retribuzione varia a seconda che i lavoratori siano: conviventi con il datore di lavoro a tempo pieno (Tabella A); conviventi con il datore di lavoro a tempo parziale (30 ore settimanali - art. 15, comma 2 del CCNL) - Tabella B); non conviventi (Tabella C); addetti all assistenza notturna (Tabella D) o alla sola presenza notturna (Tabella E); addetti all assistenza a persone non autosufficienti, con prestazioni limitate alla copertura dei giorni di riposo dei lavoratori titolari (Tabella G). 4

5 Il vitto dovuto dal datore di lavoro al lavoratore deve essere tale da consentirgli una nutrizione sana e sufficiente, nonché l ambiente di lavoro non deve essere nocivo all integrità fisica e morale del lavoratore stesso. Se il lavoratore mangia e dorme presso il datore di lavoro, il valore convenzionale del vitto e dell alloggio (o anche di uno solo di questi elementi) deve essere aggiunto alla base oraria della retribuzione, sempre ed esclusivamente ai fini di determinare l importo del contributo da versare. 5

6 Si deve moltiplicare il valore convenzionale giornaliero di vitto e alloggio per il numero delle giornate in cui il lavoratore ha ricevuto le prestazioni in natura nel corso del mese, e si ottiene così il valore complessivo mensile. Dividendo il risultato per il numero delle ore retribuite nello stesso mese si ottiene la quota da aggiungere alla paga oraria. Se un lavoratore domestico, a gennaio 2016, ha lavorato 26 giorni nel mese, per un numero complessivo di 170 ore, si moltiplica 5,48 (indennità giornaliera totale) x 26 giorni e il risultato si divide per 170 ore; l importo ottenuto (in questo caso 0,84) rappresenta la quota oraria dell indennità di vitto e alloggio da aggiungere alla retribuzione oraria, per stabilire l esatto importo del contributo INPS. 6

7 A ciascun lavoratore domestico spetta, per ogni biennio di servizio presso lo stesso datore di lavoro, e per un massimo di 7 bienni, uno scatto di anzianità pari al 4% della retribuzione minima contrattuale. L importo corrisposto a titolo di scatti di anzianità non può essere assorbito dall eventuale superminimo. 7

8 Si ipotizzi il caso di un lavoratore domestico convivente: assunto in data 1 gennaio 2014 ed attualmente in forza presso lo stesso datore di lavoro; inquadrato nella categoria B (dalla data di assunzione ad oggi). Il 1 gennaio 2016, al compimento del primo biennio di anzianità, il lavoratore matura il primo scatto, nella seguente misura: euro 795,01 x 4% = euro 31,80. La retribuzione totale lorda del suddetto dipendente, relativa al mese di gennaio 2016 (ipotizzando la sola presenza della retribuzione minima contrattuale e dell importo maturato a titolo di scatti di anzianità) risulti pari a: (795, ,80) = euro 826,81. 8

9 I lavoratori domestici hanno diritto a percepire una mensilità aggiuntiva, di importo pari alla retribuzione globale di fatto (comprensiva dell eventuale indennità di vitto e alloggio), entro il mese di dicembre in occasione del Natale. In caso di anzianità di servizio inferiore all anno, il lavoratore ha diritto a percepire tanti dodicesimi della tredicesima mensilità quanti sono i mesi di effettivo rapporto di lavoro. Ad una lavoratrice domestica che lavora dal 1 aprile 2016 al 31 dicembre 2016 e che percepisce una paga lorda mensile di euro 1.500,00, spettano 1.125,00euro a titolo di tredicesima. Il calcolo è: 1.500,00 x 9 (i mesi lavorati) : 12 = 1.125,00 euro. 9

10 Ai fini del calcolo dei contributi INPS, alla retribuzione oraria occorre sommare anche la quota oraria della tredicesima mensilità, che si ottiene dividendo per 12 la paga effettiva oraria: il risultato è appunto la quota di tredicesima da aggiungere alla paga concordata, ovviamente soltanto per individuare quale contributo debba essere versato all INPS. Se il lavoratore percepisce una retribuzione di 8,00 l ora, la quota oraria di tredicesima è data dalla somma della retribuzione oraria ( 8,00) più la quota oraria di vitto e alloggio (ad esempio 0,84), diviso 12. Si ottiene così un importo di 0,74 l ora ( 8,84 : 12). Totale paga oraria 9,58 ( 8,00 + 0,84 + 0,74). È su questo importo totale che va calcolato il contributo INPS. 10

11 La tredicesima matura anche durante le assenze per malattia, infortunio sul lavoro e maternità, nei limiti del periodo di conservazione del posto e per la parte non liquidata dagli enti preposti. Se il lavoratore domestico presta servizio per più famiglie ogni datore di lavoro è tenuto ad effettuare il calcolo della quota di tredicesima sulla base della retribuzione oraria corrisposta. 11

12 MATURAZIONE Indipendentemente dalla durata e dalla distribuzione dell orario di lavoro, per ogni anno di servizio presso lo stesso datore di lavoro, il lavoratore domestico ha diritto a un periodo di ferie di 26 giorni lavorativi (escluse le domeniche e le festività infrasettimanali), da fruire preferibilmente nel periodo giugno-settembre, tenendo conto delle esigenze della famiglia presso cui il lavoratore presta servizio. Al lavoratore che non ha raggiunto un anno di servizio spettano tanti dodicesimi del periodo di ferie quanti sono i mesi di effettivo servizio prestato. Ciò a condizione che abbia superato il periodo di prova. 12

13 RETRIBUZIONE MENSILE Durante il periodo di ferie al lavoratore spetta, per ogni giornata, un ventiseiesimo della retribuzione mensile, comprensiva della eventuale indennità sostitutiva per il vitto e per l alloggio (qualora non usufruisca di vitto e alloggio durante le ferie). Si consideri il caso di un lavoratore domestico che percepisce 1.000,00 al mese; a tale lavoratore spetta, per ogni giorno di ferie, una somma pari a 38,46 (1.000,00 mensili : 26 = 38,46 ). Se, poi, il lavoratore è convivente ed abitualmente usufruisce del vitto e dell alloggio, a questa cifra va aggiunta l indennità sostitutiva. Dunque: 38,46 + 5,48 = 43,94. 13

14 RETRIBUZIONE ORARIA In caso di retribuzione oraria occorre prendere a riferimento l orario settimanale e dividerlo per 6, ottenendo così il numero di ore equivalente ad un giorno di ferie. Tale valore va moltiplicato per l importo della retribuzione oraria pattuita. Si ipotizzi il caso di un lavoratore non convivente che effettua un orario settimanale pari a 24 ore, inquadrato al livello C e quindi con una retribuzione oraria pari a 6,35 euro. In tal caso il valore della giornata di ferie è pari a [(ore settimanali : 6) x retribuzione oraria], cioè: [(24 : 6) x 6,35] = 25,40 euro 14

15 Il datore di lavoro è tenuto al versamento dei contributi anche durante le ferie, con le solite modalità. Si precisa, inoltre, che: le ferie non possono essere concesse durante il periodo di preavviso di licenziamento né durante il periodo di malattia o infortunio; il godimento delle ferie non interrompe la maturazione di tutti gli istituti contrattuali. 15

16 Qualunque sia il motivo della cessazione del rapporto di lavoro, il lavoratore ha diritto alle competenze di fine rapporto di lavoro (anche nel caso di periodo di prova). Per calcolare le somme dovute a titolo di trattamento di fine rapporto, bisogna tenere conto della retribuzione mensile e della tredicesima mensilità. 16

17 Il lavoratore ha diritto ad un trattamento di fine rapporto calcolato sull ammontare delle retribuzioni accantonate nell anno, comprensive del valore convenzionale di vitto e alloggio. Il totale è diviso per 13,5. Retribuzione complessiva annua / 13,5 = quota TFR La retribuzione annua da prendere in considerazione ai fini del TFR comprende tutte le somme, compreso l equivalente delle prestazioni in natura (è il caso, per i lavoratori domestici, dell indennità sostitutiva di vitto e alloggio), corrisposte in dipendenza del rapporto di lavoro, a titolo non occasionale e con l esclusione di quanto corrisposto a titolo di rimborso spese. 17

18 Le quote annue accantonate sono incrementate dell 1,5% annuo, mensilmente riproporzionato, e del 75% dell aumento del costo della vita, accertato dall ISTAT, con esclusione della quota maturata nell anno in corso. ANTICIPAZIONE DEL TFR Il CCNL 20 febbraio 2014 stabilisce che il datore di lavoro deve anticipare il TFR, a richiesta del lavoratore e per non più di una volta all anno, nella misura massima del 70% di quanto maturato. Qu.I.R. Ai lavoratori domestici non si applica la facoltà, prevista dalla Legge di Stabilità 2015 di richiedere la liquidazione mensile delle quote maturande di TFR (Qu.I.R.). 18

19 Il datore di lavoro domestico può trattenere dallo stipendio solo gli importi relativi alla quota di contribuzione a carico del lavoratore. Non essendo sostituto d imposta non è invece tenuto a fare ritenute ai fini fiscali. 19

20 L articolo 33, comma 4 del CCNL 20 febbraio 2014, precisa che il datore di lavoro è tenuto obbligatoriamente a consegnare al lavoratore un attestazione dalla quale risulti l ammontare complessivo delle somme erogate nell anno, che potrà essere utilizzata dal lavoratore per la denuncia fiscale dei propri redditi. Tale dichiarazione deve essere rilasciata: almeno 30 giorni prima della scadenza dei termini di presentazione della dichiarazione dei redditi, oppure in occasione della cessazione del rapporto di lavoro. 20

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