Locusta, la carriera di una serial killer nella Roma dei Cesari Per la classe IV H anno scolastico A cura della prof.ssa Anna Paola Bottoni

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Clemente Orlando
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1 Locusta, la carriera di una serial killer nella Roma dei Cesari Per la classe IV H anno scolastico A cura della prof.ssa Anna Paola Bottoni

2 Nel I secolo d. Cr., una esperta professionista nell uso dei veleni a Roma fu la famigerata Locusta, una donna di origine gallica che aveva la sua bottega sul Palatino. Riforniva di qualsiasi tipo di veleno a richiesta ogni cliente ed ebbe rapporti anche con la casa imperiale.

3 Esperta nel ricavare potentissimi veleni dalle piante, Locusta adoperava l arsenico, la cicuta, il giusquiamo, i funghi velenosi e altre sostanze vegetali. Le morti procurate dai veleni di Locusta apparivano così naturali, che le vittime sembravano essersi spente per una malattia improvvisa. Uomini e donne dell alta società romana ricorrevano ai veleni di Locusta per sbarazzarsi di nemici personali e di persone divenute scomode, come i mariti traditi dalle mogli infedeli.

4 Messalina, la dissoluta moglie dell imperatore Claudio, chiese a Locusta il veleno per sbarazzarsi del suo vecchio amante Tito. Agrippina, l ultima moglie di questo imperatore, ebbe l idea di ricorrere a Locusta per sopprimere il marito e spianare la strada della successione al trono a suo figlio Nerone, avuto dal precedente marito Gneo Domizio Enobarbo.

5 Il 12 ottobre del 54 d. Cr. si realizzò il piano di Agrippina. A Claudio, che notoriamente era ghiotto di funghi, venne servito un abbondante piatto di grossi boleti, nei quali Locusta aveva iniettato un potente veleno, forse dell arsenico. Claudio, senza nulla sospettare, ne mangiò e subito fu colto da atroci dolori al ventre. L imperatore fu allora soccorso dal suo medico personale, Senofonte di Cos, il quale era però l amante di Agrippina e volle completare il piano di Locusta, somministrando al sofferente altro veleno. All alba Claudio era già morto e Agrippina poté consegnare il trono al figlio Nerone.

6 Restava però il quattordicenne Britannico, il figlio di Claudio e di Messalina, che il padre aveva escluso dalla successione perché sofferente di epilessia. Nerone comprese che quel ragazzo sarebbe potuto diventare un ostacolo al suo potere e ordì un piano per eliminarlo. Anch egli ricorse a Locusta, divenuta ormai la fornitrice dei veleni della casa imperiale.

7 Per ordine di Nerone, Locusta preparò un potentissimo veleno per sopprimere il quattordicenne Britannico, il figlio di Claudio e Messalina. Durante un banchetto, l 11 gennaio del 55 d. Cr., al ragazzo venne servita una minestra bollente. Per raffreddarla un servo vi versò dell acqua nella quale era stato mescolato il veleno di Locusta.

8 Britannico fu subito colpito da convulsioni e venne portato nella sua camera. Morì la notte stessa e il suo corpo fu subito bruciato, per ordine dell imperatore, nel Campo di Marte. Uno studioso, Jean de Maleissye, ipotizza che Locusta avesse preparato dell acido cianidrico ricavato dai noccioli di pesca e dalle foglie di alloro. Nerone ricompensò Locusta permettendole addirittura di ampliare il suo commercio di veleni e di aprire una scuola ove la stessa Locusta insegnava la preparazione dei letali farmaci.

9 A molti uomini e donne di Roma Locusta vendette i suoi veleni, che sperimentava sugli animali e sugli schiavi, messile a disposizione dall imperatore. La casa della donna era anche protetta da guardie armate. Ma la fine di Nerone segnò anche il destino della famosa avvelenatrice.

10 A Nerone, suicidatosi nel 68 d. Cr., successe Galba. Nel gennaio del 69 il nuovo imperatore accusò Locusta di quattrocento omicidi. Arrestata e processata, Locusta dovette scontare una fine terribile: secondo una versione raccolta da Apuleio (II sec. d. Cr.), la donna sarebbe stata torturata e poi data in pasto ai leoni. Comunque Locusta legò il suo nome all essere stata la prima assassina seriale della storia, anche se non la follia omicida, ma il guadagno fu il suo unico movente.

11 Il nome di Locusta ritorna nella narrativa popolare dell Ottocento. Nel suo famoso romanzo «Il conte di Montecristo» Alexandre Dumas intitola un capitolo (il cap. 100 ) proprio a Locusta, narrando i mortali avvelenamenti predisposti dalla moglie del procuratore Villefort per rendere il proprio figlio Edouard erede universale del patrimonio del marito.

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