Censimento al bramito del Cervo sardo nell Oasi faunistica di M. Arcosu

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1 UNIVERSITA DEGLI STUDI DI CAGLIARI FACOLTA DI SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI CORSO DI LAUREA IN SCIENZE NATURALI DIPARTIMENTO DI BIOLOGIA ANIMALE ED ECOLOGIA Direttore: Prof.ssa A.M. Deiana Censimento al bramito del Cervo sardo nell Oasi faunistica di M. Arcosu Relatore: Prof.ssa S. Salvadori Candidato: Nicola Putzu

2 INDICE

3 Indice Introduzione e scopo della ricerca pag. 1 Capitolo 1: Il cervo sardo pag. 5 Classificazione e morfologia pag. 6 Comportamento pag. 13 Distribuzione pag. 16 Capitolo 2: Il bramito pag. 18 Capitolo 3: Materiali e metodi pag. 22 Strumenti e rilievo pag. 24 Osservazioni dirette pag. 26 Sessioni di ascolto continuato pag. 27 Sessioni di ascolto stagionale pag. 28 Capitolo 4: Risultati pag. 29 Capitolo 5: Discussione pag. 32 Capitolo 6:Conclusioni pag. 42 Ringraziamenti pag. 45 Bibliografia pag. 47 Appendice pag. 50

4 INTRODUZIONE E SCOPO DELLA RICERCA 1

5 Introduzione e scopo della ricerca Il presente studio è stato incentrato sull applicazione di una metodologia di valutazione numerica delle popolazioni selvatiche di cervo: il censimento dei maschi al bramito. Bisogna precisare che per censimento s intende il conteggio completo di un intera popolazione animale o di una sua parte. Riferendoci ai maschi bramenti si può parlare di censimento, ma riferendoci alla popolazione nella sua interezza con questo metodo si approssima la dimensione reale e si parla quindi di stima. L area d applicazione del metodo è situata nella Sardegna sud-occidentale e più precisamente all interno dell Oasi faunistica di M.Arcosu, di proprietà dell Associazione Italiana per il World Wildlife Fund (WWF). Si è coperto un territorio di 3600 ha nel periodo compreso tra il 3 e il 17 settembre La zona è morfologicamente accidentata ed è un continuo susseguirsi di ripidi pendii e strette valli, solcate da corsi d acqua a regime torrentizio, con una copertura vegetale fittissima e pressoché uniforme, caratterizzata da boschi di leccio e da associazioni tipiche della macchia mediterranea. L altitudine media è sui m e poche cime superano i 1000 m. Il clima è in parte temperato caldo con precipitazioni comprese tra 500 e 800 mm/anno, temperature medie annue tra i C e 3-4 mesi con temperatura media sopra i 20 C; in parte, nei rilievi più elevati, il clima è sub-umido, con precipitazioni tra mm/anno, temperatura media annua tra C e 1-3 mesi con temperatura media sopra i 20 C (Beccu, 1989). La specie oggetto del censimento è il cervo sardo (Cervus elaphus corsicanus Erxleben, 1777). Il metodo studiato, naturalmente, non è l unico utilizzabile, esistono infatti altri metodi di stima delle popolazioni selvatiche di cervo. Il più classico è 2

6 Introduzione e scopo della ricerca il sistema della conta a vista con mappaggio, effettuata sia sull intera area sia su aree campione. Un tale sistema si presta a zone non troppo ampie e poco boscose, ma questo, come abbiamo visto, non è il caso della zona da noi considerata. Un altro sistema, parecchio adoperato in Italia, è la conta delle tracce su neve. La conta può avvenire sull intera area o su zone campione percorrendo dei transetti e, tramite correlazioni matematiche, si risale dal numero di animali individuati per mezzo delle tracce ad una stima della popolazione totale. Purtroppo nella zona studiata le nevicate sono rare e riguardano soltanto i settori oltre i 700 m; tenuto conto che la permanenza della neve non va oltre i 2-4 giorni e che gran parte dell areale del cervo si trova sotto questa quota, si comprende l impossibilità ad impiegare questo procedimento. Un metodo assai impiegato anche in aree come la nostra è il pellet-count, che si basa sul conteggio di gruppi di feci in aree campione. I valori ottenuti sono applicati all intera area di studio e, dalla densità delle feci, si risale alla densità di popolazione, a patto che si conosca il tasso di defecazione e l intervallo di tempo entro il quale sono deposte le feci. Lo scopo del presente studio è di valutare gli aspetti positivi e negativi del metodo del censimento al bramito, nel tentativo di suggerire possibili correzioni, dove necessarie e applicabili, allo standard ora in atto. In quest ottica rientra il confronto con l impiego della stessa tecnica svolto in altri ambienti del panorama italiano, con la dovuta cautela per il fatto che si tratta di situazioni solo in parte paragonabili alla nostra. I dati ottenuti nello studio, inoltre, sono stati impiegati per valutare lo stato attuale della popolazione di cervo nell Oasi di M.Arcosu, nell ambito di un opera di monitoraggio che da vari decenni viene effettuata dal WWF per capire come proteggere al meglio questa specie, che ha rischiato di 3

7 Introduzione e scopo della ricerca scomparire dalla Sardegna, al punto tale che alla fine degli anni 60 fu inserita nel Red Data Book. Attualmente, il popolamento del cervo sardo mostra decisi segni di ripresa, anche grazie a questa zona protetta che si avvia a diventare riserva statale. 4

8 Capitolo 1 IL CERVO SARDO 5

9 Il Cervo sardo Classificazione e morfologia Il cervo sardo (Cervus elaphus corsicanus Erxleben, 1777) è considerato una sottospecie del cervo europeo ( Cervus elaphus Linneo, 1758 ). Classificazione: Regno Animali Tipo Cordati Sottotipo Vertebrati Classe Mammiferi Superordine Ungulati Ordine Artiodattili Sotto Ordine Ruminanti Famiglia Cervidi Sottofamiglia Cervini Genere Cervus Specie Cervus elaphus Sottospecie Cervus elaphus corsicanus Il cervo europeo (Cervus elaphus Linneo, 1758) è presente oggi, differenziato in 13 sottospecie, solo in alcuni paesi europei e nel Nord Africa. Tra le sottospecie, la sarda si colloca tra quelle a taglia più ridotta. Da un punto di vista morfologico, rispetto alla media del cervo europeo, si riscontrano caratteristiche differenziali nel corpo, nell allometria, nel colore del mantello e nelle corna (Beccu, 1989). Capitolo 1 6

10 Il Cervo sardo Corpo Nel maschio adulto sardo si raggiunge un altezza al garrese di cm, una lunghezza di cm (compresa la coda) e un peso di kg, contro i cm d altezza, i cm di lunghezza e i kg del cervo europeo. Anche nella femmina si hanno proporzionali differenze: altezza massima di cm, lunghezza di cm (compresa la coda) e peso intorno a kg a fronte di cm d altezza, cm di lunghezza e kg nell europeo. La taglia è quindi più ridotta e l altezza decisamente inferiore. Maschi Femmine Cervo sardo Cervo europeo Cervo sardo Cervo europeo Altezza (cm)* Lunghezza(cm)** Peso (kg) * al garrese ** compresa la coda Tabella 1: Caratteristiche differenziali tra cervo sardo ed europeo Allometria Il cervo sardo, rispetto ad alcuni rappresentanti continentali, è caratterizzato da un elevato rapporto tra lunghezza del cranio e lunghezza delle ossa Capitolo 1 7

11 Il Cervo sardo metacarpali e metatarsali. Si ha, in confronto alla lunghezza della testa, una riduzione degli arti che gli conferisce un aspetto tozzo. Mantello In linea di massima, la colorazione del mantello nel C. corsicanus è più scura di quella riscontrata nell europeo. Tuttavia, la colorazione grigiobruna del mantello invernale e quella bruno-rossastra del mantello estivo assumono tonalità diverse anche in altri cervi non sardi, quindi non si può fare riferimento a una colorazione uniforme del mantello nel cervo europeo. Nella sottospecie sarda, però, non compare mai la tonalità giallastra e bruno-chiara presente nella specie continentale. Corna (Palchi) Nel cervo sardo, il numero di punte per asta è limitato a 4-5, eccezionalmente 6-7, contro le 8-10 ordinariamente presenti nel maschio adulto europeo ed è inoltre assente nella maggior parte degli individui la seconda punta, chiamata invernino o ago, che cresce immediatamente sopra la prima (Fig. 2). Anche peso e volume delle corna sono inferiori; infatti le aste raggiungono lunghezze massime di 70 cm e peso di 1 kg, mentre nel cervo europeo la lunghezza può arrivare a cm e il peso a 2-4 kg per asta. L armatura risulta semplificata rispetto allo standard del cervo europeo, nel quale la parte terminale si ramifica in più punte disposte parallelamente le une alle altre a candelabro o disposte su piani differenti a formare la corona (Fig. 1); al contrario, nel cervo sardo, si ha un asta con un Capitolo 1 8

12 Il Cervo sardo ridotto numero di punte che nella parte distale tende ad appiattirsi e ad allargarsi disponendosi su un unico piano formando la cosiddetta forcella (Fig. 2). Figura 1: Cervo europeo. Figura 2: Cervo sardo. Fatta eccezione per queste differenze, attribuibili al tipo di alimentazione, alla genetica e al clima, la sottospecie corsicanus non si discosta dalle caratteristiche strutturali e anatomiche del cervo europeo dal quale deriva. Come tutti gli altri appartenenti alla specie Cervus elaphus L., il cervo sardo ha un corpo a struttura snella ed elegante, con tronco allungato leggermente rientrante nella zona inguinale. La spalla è arrotondata e muscolosa, il petto largo e la groppa dritta; il collo lungo, sottile e poco compresso. La testa, a sezione triangolare, è allargata all occipite, con la fronte infossata tra gli occhi e il muso allungato e nudo, ed è dotata di evidenti fosse lacrimali che scendono verso gli angoli della bocca. Capitolo 1 9

13 Il Cervo sardo Gli occhi, grandi e con una pupilla ovale, sono sovrastati da una ghiandola (lacrimatoio) che secerne un liquido oleoso e odoroso. Le orecchie lunghe, larghe, diritte e molto mobili, consentono al cervo di percepire anche i più leggeri fruscii. Odorato, vista e olfatto sono altrettanto ben sviluppati. Gli arti si presentano esili ma nello stesso tempo robusti e molto vigorosi, permettendo all animale d essere agile, veloce nella corsa e molto abile nel salto. Il piede è composto dai due unghioni del 3 e 4 dito ben sviluppati, che formano lo zoccolo, la cui superficie inferiore, detta suola, poggia normalmente sul terreno; posteriormente alla suola si trovano due rigonfiamenti chiamati spugne, pure poggianti sul suolo. Appena sopra il 3 e 4, si trovano il 2 e il 5 dito, i cui unghioli costituiscono una sorta di sperone e toccano il suolo solo durante la corsa. Le ossa metacarpali e metatarsali del 3 e 4 dito sono fuse e formano l osso cannone, come in tutti gli ungulati artiodattili. Il mantello è liscio, a pelame corto, fitto e setoloso; la sua colorazione è variabile con le stagioni, col sesso e con l età. Nel periodo estivo è brunorossastro, mentre in quello invernale è grigio-brunastro con peli più folti e più lunghi. Una striscia nerastra, particolarmente evidente nel periodo estivo, corre lungo il dorso, dalla testa fino alla radice della coda. Pelame nerastro diffuso interessa anche la fronte e le parti inferiori degli arti; ciuffi di peli radi, lunghi, setolosi e scuri sovrastano gli occhi e contornano le labbra. Nei piccoli, alla nascita, il mantello è rosso-brunastro, con evidenti maculature bianche che scompaiono gradualmente dal 3-4 mese di vita. Il mantello dei maschi è leggermente più scuro rispetto a quello delle Capitolo 1 10

14 Il Cervo sardo femmine e la parte inferiore del collo è ricoperta da un fitto, lungo e scuro pelame setoloso, la criniera, assente nelle femmine e nei piccoli, che compare verso i 7-9 mesi di età e si rende particolarmente evidente nei cervi adulti durante la stagione del bramito. In entrambi i sessi la coda è breve, circa cm, e sotto di essa il mantello è di colorazione biancastra (specchio anale). La comunicazione tra individui avviene attraverso i segnali odorosi (feromoni), che danno informazioni sulla presenza, sul rango sociale, il sesso e lo stato emozionale del cervo che li produce. Svolgono questa funzione i numerosi raggruppamenti cutanei di ghiandole odorifere così suddivise: ghiandole preorbitali, metatarsali, interdigitali posteriori e subcaudali (particolarmente sviluppate nel periodo degli amori). Nella femmina sono verosimilmente presenti anche ghiandole frontali e vulvari. Alla nascita il peso dei cerbiatti è intorno a kg, ma già ad un mese di vita si aggira sugli kg. Nei primi mesi manifestano una crescita assai rapida e ad 1 anno di età il loro peso è pari al 50% circa del peso definitivo, che viene raggiunto per le femmine tra il 4 e il 5 anno di vita e, per i maschi, tra il 7 e l 8 anno. La maturità sessuale è raggiunta sia dal maschio che dalla femmina a mesi d età. I cervi maschi sono dotati delle caratteristiche corna, assenti nelle femmine, denominate trofeo, armatura od anche palco. Si tratta di prolungamenti ossei e ramificati delle ossa frontali, che hanno la caratteristica di cadere e di ricrescere ogni anno, in corrispondenza del ciclo sessuale, a sua volta in stretta relazione con il fotoperiodo. Le prime punte (pugnali o daghe) compaiono verso gli undici mesi d età e non Capitolo 1 11

15 Il Cervo sardo presentano ramificazione. Dal secondo anno compaiono le prime ramificazioni che si dipartono dall asta principale detta stanga e, contemporaneamente, aumentano la lunghezza e il diametro dell armatura. La crescita in lunghezza cessa già al 5-7 anno, mentre il diametro aumenta gradualmente fino al anno, dopodiché ha inizio, generalmente, una fase regressiva, per cui gli individui più vecchi possono presentare talvolta delle aste sottili, prive di ramificazioni e di lunghezza modesta. La caduta delle corna avviene ogni anno tra il finire dell inverno e l inizio della primavera: a fine gennaio per i maschi più forti, ai primi di marzo per i cervi di mediocre costituzione. A distanza di 1-2 settimane dalla caduta, le corna ricominciano a crescere ed a metà luglio circa raggiungono il massimo sviluppo. Ogni anno, durante lo sviluppo, il palco è protetto da un tessuto cutaneo fortemente vascolarizzato e innervato, che lo ricopre e lo nutre per un certo tempo: il velluto. Il corno maturo è solidamente fissato all osso frontale tramite la rosa, ossia la parte basale ingrossata del palco. L armatura è solitamente dotata di diverse punte (Fig. 1; Fig. 2): la prima sull asta è detta occhiale, la seconda, che cresce in genere appena sopra la prima, invernino o ago (rara nel C. corsicanus come esposto sopra), la terza mediano. Sopra quest ultima crescono le successive punte, che formano la corona o il candelabro nel C. elaphus e la forcella nel C. corsicanus. La forma semplificata del palco del cervo sardo è quasi sicuramente dovuta all adattamento all ambiente delle fitte boscaglie mediterranee in cui vive. Le due corna di uno stesso individuo non sono perfettamente simmetriche e spesso varia anche il numero delle punte per asta. Capitolo 1 12

16 Il Cervo sardo Comportamento Il cervo è un animale sociale che solitamente si riunisce in gruppi, formati da individui dello stesso sesso o di sesso diverso. Il branco maschile è composto di esemplari di varie età: ne sono esclusi gli individui troppo giovani, che frequentano i gruppi femminili, e gli animali vecchi, che preferiscono vivere isolati. Il branco è gerarchizzato e all apice c è un maschio imponente e maturo, mentre alla base si trovano gli animali più giovani aventi circa 2 anni di età. I branchi femminili sono composti da femmine di qualunque età e da giovani maschi; l unità fondamentale di questi raggruppamenti è la famiglia, composta dalla madre con il piccolo dell anno e talvolta con quello dell anno precedente. Al comando del gruppo c è sempre una cerva adulta dotata di esperienza. Gli individui adulti dei due sessi vivono separati per la maggior parte dell anno fino alla stagione degli amori, momento in cui i maschi più forti, denominati sultani, si isolano dai maschi più giovani e raggiungono il loro campo d amore, territorio che rimane lo stesso di anno in anno. Qui si accoppiano con le femmine che vi dimorano e che costituiscono il loro harem ; anche se sono in grado di fecondare un gran numero di femmine in genere si accoppiano solo con 3-5 femmine. Nel loro campo i maschi si aggirano per tutto il periodo degli amori, che va di norma da fine agosto a tutto settembre, emettendo il caratteristico bramito. Il bramito è provocato dall estro delle femmine; se una femmina non è fecondata i suoi cicli possono ripetersi e determinare il protrarsi del bramito fino anche a tutto il mese d ottobre. L insieme delle attività svolte da un possessore di harem (bramiti, combattimenti con altri maschi per la supremazia del territorio, Capitolo 1 13

17 Il Cervo sardo inseguimenti per mantenere unito l harem, accoppiamenti, limitato apporto alimentare) ha un enorme costo energetico e l individuo può arrivare a perdere fino al 20% del suo peso al termine del periodo riproduttivo. La cessazione del bramito coincide con lo scioglimento dell harem e con la fine del periodo di riproduzione: i maschi si raggruppano allora in branchi e riguadagnano le loro zone di permanenza lontano dalle femmine. La gestazione dura circa otto mesi (33-34 settimane) e le nascite si verificano in genere da metà aprile a metà maggio. Il cerbiatto rimane con la madre un anno, talvolta due. Per i primi giorni di vita si alimenta esclusivamente del latte materno, ma già a giorni d età comincia a ricercare, alternandoli alle poppate, giovani germogli e tenere foglie, per arrivare gradualmente, nell arco di 5-6 mesi, ad un alimentazione quasi esclusivamente vegetale. Il regime alimentare nell adulto è vario e dipende dalla ricchezza floristica del territorio, dalle ore della giornata e dalla stagione. L attività è più intensa, in genere, al tramonto e all alba. Si nutre di piante erbacee e delle parti più ricche d acqua di alberi e arbusti, come i germogli e le foglie tenere, prestando poca attenzione alle parti legnose o semilegnose ed alle foglie coriacee, purché non vi sia scarsità alimentare. In quel caso si alimenta pure di queste parti. Durante il giorno i cervi si muovono poco e stazionano di preferenza all interno della fitta boscaglia, ruminando e riposandosi. Solo verso sera, all imbrunire, iniziano gli spostamenti sulle zone di pastura e di ritrovo, costituite da spazi aperti e da boschi più radi in cui rimangono fino all alba, quando si rimettono in movimento per raggiungere i quartieri diurni. Oltre al bramito il cervo emette anche altri suoni: una sorta d abbaio per Capitolo 1 14

18 Il Cervo sardo significare spavento o fastidio di fronte ad un pericolo; un suono nasale breve della madre come richiamo per il proprio piccolo e, nei primi giorni di vita, dei suoni a metà tra il belato e il vagito che successivamente diventano tra il belato e l abbaio. La durata della vita è intorno ai 20 anni Capitolo 1 15

19 Il Cervo sardo Distribuzione Come popolazione naturale, il cervo sardo occupa in Sardegna soltanto limitate zone, per una superficie complessivamente non superiore a ha (Fig. 3). L areale si presenta frammentario, molto ristretto e localizzato, nonostante l incremento numerico dei capi registrato in questi ultimi anni, che ha portato la consistenza complessiva intorno ai 4000 esemplari. L habitat è costituito da fitte boscaglie arbustive e arboree della macchia mediterranea, da boschi, cedui e/o fustaie di leccio, sughera e roverella, interrotti da circoscritti spazi aperti chiarie, greti di torrenti, radure costituenti comprensori d una certa ampiezza e continuità, dal livello del mare fino a 1000 metri circa. L area più vasta è situata nel Sulcis, a sud-ovest di Cagliari, e comprende l oasi faunistica di M.Arcosu (3600 ha circa) che con le zone circostanti si estende complessivamente per circa ha. Il nucleo che occupa questa zona è stimato in circa 1700 esemplari. Una seconda zona, posta all estremità sud orientale dell isola, nel Sarrabus, si colloca intorno al complesso montuoso dei Settefratelli abbracciando una superficie di circa 7000 ha. La popolazione che insiste su quest area è di circa 1500 esemplari. Una terza area di diffusione, non superiore a 6000 kmq, si trova nella vallata che da Montevecchio si apre verso la marina di Arbus, sulla costa occidentale. Ospita circa 500 esemplari. Negli ultimi anni, inoltre, il cervo sardo è stato reintrodotto in piccoli nuclei, dentro appositi recinti, a Monti Mannu (Villacidro), M.Lerno (Pattada) e Monti Ferru (Santu Lussurgiu). Capitolo 1 16

20 Il Cervo sardo Figura 3: Areali di distribuzione del cervo sardo Capitolo 1 17

21 Il bramito Capitolo 2 IL BRAMITO Capitolo 2 18

22 Il bramito I bramiti sono le caratteristiche vocalizzazioni dei maschi adulti di cervo, derivanti da vibrazioni della laringe nel corso di una rapida e violenta espirazione. Più bramiti fanno seguito ad un unica espirazione. Si tratta di suoni rauchi, gutturali e brevi. La loro comparsa si ha con l approssimarsi del periodo riproduttivo, quindi da fine agosto, ed è influenzata da una serie di componenti biologiche e non. Sicuramente nella manifestazione delle vocalizzazioni hanno un ruolo importante, come per la riproduzione, il fotoperiodo, che scatena una serie di modificazioni ormonali (es. testosterone) in concomitanza a particolari sostanze secrete dalle femmine, l età e le esperienze degli anni precedenti (Clutton-Brock et al., 1982). Sull attività vocale vera e propria influiscono una serie di fattori (cfr. Langvatn, 1977; Clutton-Brock e Albon, 1979; Clutton-Brock et al.,1982; Albaret et al.,1989): - il possesso o meno di harem: i maschi con harem bramiscono in maniera continuativa (bramito basale) mentre quelli solitari bramiscono meno e in modo discontinuo; - la presenza di maschi contendenti vicino all harem: i bramiti aumentano all avvicinarsi di un altro maschio e raggiungono l apice nelle fasi precedenti il combattimento; - l età dei maschi possessori di harem: i maschi di 5 o 6 anni tendono a bramire meno rispetto a quelli più vecchi; - la dimensione degli harem: maggiore è il numero delle femmine, maggiore è l attività vocale; - le condizioni meteorologiche: vento e pioggia inibiscono l attività. Capitolo 2 19

23 Il bramito L attività si protrae fino ai primi di ottobre, quando la cessazione dell estro nelle femmine determina la fine del periodo riproduttivo. Figura 4: Cervo sardo che bramisce Da un punto di vista fisiologico, già all età di 2 anni i maschi sono in grado di produrre l insieme di suoni che caratterizzano il bramito, ma è molto raro sentire cervi così giovani bramire. Dai 3 ai 4 anni l attività inizia a manifestarsi, anche se in maniera ridotta e discontinua per la mancanza di un harem, con un richiamo meno rauco che negli adulti; sopra i 4 anni si assiste ad un attività regolare nella maggior parte della popolazione maschile (Langvatn, 1977; Clutton-Brock et al., 1982). La funzione del bramito sembra essere quella di espressione della condizione fisica, che assieme alle dimensioni del palco e alla muscolatura, avverte gli eventuali contendenti del valore del proprietario dell harem ed evita scontri tra individui la cui forza in gioco è squilibrata (Clutton-Brock Capitolo 2 20

24 Il bramito e Albon, 1979). In questo modo si riducono i pericoli di morte nelle lotte tra maschi. L attività vocale non è costante nel corso della giornata e della stagione. Si concentra all alba e soprattutto al tramonto, e durante tutto il periodo riproduttivo si hanno dei picchi di attività che durano qualche giorno declinando poi velocemente (Clutton-Brock e Albon, 1979; Bobek et al., 1986). Capitolo 2 21

25 Capitolo 3 MATERIALI E METODI 22

26 Materiali e metodi La formulazione originaria del metodo del censimento al bramito, risale ad una trentina d anni fa (Langvatn, 1977); si basa sulla conta dei maschi al bramito e sull analisi della struttura sociale della relativa popolazione. In Italia si fa riferimento al protocollo Mazzarone (Mazzarone et al., 1989, 1991), che ricalca le linee generali della tecnica da noi adoperata. Il metodo permette di ricavare le informazioni essenziali per il calcolo della densità (n.capi/100 ha) dei maschi adulti e, con successive estrapolazioni, della densità e consistenza della popolazione di cervi nelle sue categorie caratteristiche e nel suo insieme. I valori di densità/consistenza riferibili alle altre componenti della popolazione rappresentano comunque una stima, avente un margine d errore più ampio rispetto agli stessi valori ottenuti per i maschi adulti tramite il censimento. Tenuto conto delle seguenti considerazioni (Mazzarone et al. 1989,1991): - il periodo di censimento rappresenta il momento culminale sia per numero di maschi attivi sia per frequenza di vocalizzazioni; - in questo periodo partecipano alle vocalizzazioni la maggioranza dei maschi maturi, sessualmente e socialmente (Clutton-Brock et al, 1982); - il numero dei maschi censiti rappresenta un valore minimo certo di consistenza della classe dei maschi adulti (di età > 4-5 anni); si può ricavare la consistenza totale del cervo come quella derivante dalle percentuali relative ad ogni classe di sesso ed età (struttura di popolazione), calcolate attraverso le osservazioni dirette, riferite alla consistenza assoluta dei maschi censiti al bramito (Albaret et al., 1989; Mazzarone et al., 1989, 1991.) Capitolo 3 23

27 Materiali e metodi Il passaggio da valori relativi (percentuali) ad assoluti si ottiene attraverso la seguente proporzione: Rapportando le percentuali delle altre classi di sesso ed età alla consistenza totale, si possono ricavare i valori di consistenza indicativi per ogni classe. La tecnica del censimento al bramito comprende quindi 2 fasi principali: il rilevamento dei cervi maschi che bramiscono e la stima, attraverso osservazioni dirette, della struttura demografica della popolazione nella stagione degli accoppiamenti. A queste vanno aggiunte altre 2 fasi, importanti per l interpretazione dei dati: le sessioni di ascolto stagionale (assenti nel protocollo Mazzarone) e le sessioni di ascolto continuato. Strumenti e rilievo Il censimento al bramito si è svolto da 38 postazioni fisse, scelte in modo da permettere la massima copertura acustica e la sovrapposizione delle aree coperte da stazioni vicine (vedi in Appendice). In ogni punto d ascolto sono stati collocati 2 rilevatori, forniti di quadrante goniometrico, bussola di precisione, binocolo, carta topografica (1:10000) della zona e scheda di rilievo (vedi in Appendice). Si è giunti in postazione in anticipo rispetto l ora d inizio; il tempo precedente l ora stabilita è stato utilizzato per fare osservazioni con binocolo e per sistemare il materiale in Capitolo 3 24

28 Materiali e metodi dotazione. In particolare, il quadrante goniometrico e la carta topografica sono stati orientati verso il Nord con l utilizzo della bussola. La fase di rilevamento ha avuti una durata di 2 ore, dalle 19:30 alle 21:30 ora legale, e la registrazione avveniva su schede nelle quali si annotavano le seguenti informazioni: il numero di cervi attivi la direzione di provenienza del bramito la distanza approssimativa del cervo le condizioni atmosferiche E stata compilata una scheda per ogni ora di rilievo, divisa in 6 periodi di 10 min. ciascuno. Si è ottenuto un totale di 12 periodi per ogni serata/punto d ascolto, costituenti gli elementi temporali di base per le elaborazioni successive. La direzione del bramito veniva ricavata orientando, di volta in volta, una lancetta mobile posta sul quadrante goniometrico verso il suono udito. La distanza dei cervi uditi è stata divisa in 3 categorie: - cervo vicino tra m - cervo medio tra m - cervo lontano tra m Nella valutazione della distanza e della direzione è stata utilizzata la carta topografica, operando una localizzazione approssimativa del cervo già sul campo, tenendo conto dei disturbi nell ascolto dei bramiti che potevano portare a giudizi erronei: presenza e intensità del vento, morfologia del territorio. Alla fase di raccolta dei dati, è giornalmente seguita, da parte dei rilevatori, l analisi degli stessi tramite triangolazione su carta (1:10000) Capitolo 3 25

29 Materiali e metodi delle direzioni dei bramiti, disegnate sulla carta per ogni punto di ascolto e per ogni 10 min. di censimento. Dove si sono incrociate le linee appartenenti allo stesso intervallo temporale è stato posizionato il cervo bramente; si sono considerati validi gli animali rilevati contemporaneamente da almeno 2 stazioni (in alcuni casi soltanto da una) e così sono stati localizzati e contati tutti i cervi attivi. Anche i cervi non uditi ripetutamente nel corso delle 2 ore sono stati conteggiati. Osservazioni dirette Le osservazioni dirette effettuate durante questo studio non sono state utilizzate per determinare una struttura sociale riferita all anno in corso. Infatti, si fa riferimento tutt oggi alle sessioni di avvistamento standardizzate (orari e siti di osservazione) compiute nei tre grandi areali della Sardegna negli anni 1998/2000, in base alle quali si è stabilito un rapporto maschi bramenti/resto della popolazione di 1: 4,0 (Murgia C. e Murgia A., com. pers.). Le informazioni raccolte durante osservazioni non standardizzate, come nel nostro caso, verranno impiegate per controllare ed eventualmente correggere l indice ottenuto. Da ogni punto d ascolto sono state effettuate osservazioni sia nei momenti antecedenti il censimento sia all alba del giorno successivo. Ogni avvistamento di gruppi o singoli individui veniva registrato su apposita scheda. Nella popolazione sono state distinte le seguenti categorie di sesso ed età (Beccu, 1989): Capitolo 3 26

30 Materiali e metodi - maschi adulti (età > 4 anni): corna ramificate, muso poco o per niente appuntito, collo grosso, criniera ben evidente, schiena non diritta e avente in rilievo il garrese, comparsa della giogaia (pelle floscia che pende dalla gola sul petto), testa tendente a essere in linea con il dorso con l avanzare degli anni, comportamento tranquillo; - maschi subadulti (età compresa tra 2 e 4 anni): corna ramificate, muso appuntito, collo sottile, criniera poco evidente, schiena diritta, linea testa-collo formante un angolo di circa 120, movimenti bruschi e scattanti; - maschi fusoni (età compresa tra 1 e 2 anni): caratterizzati dal possedere corna non ramificate (pugnali); - femmine adulte (età > 1 anno): individuabili per l assenza di corna e taglia superiore a quella dei piccoli; - piccoli (maschi e femmine di età inferiore a 1 anno): riconoscibili per la picchiettatura del mantello fino ai 4 mesi di età e, successivamente, solo per la taglia ridotta. Sessioni di ascolto continuato Le sessioni di ascolto continuato consistono nel rilevare il numero di cervi attivi e la frequenza dei bramiti nel corso di intere serate e nottate, allo scopo di individuare l intervallo di ore in cui si concentrano le vocalizzazioni. Nell area in questione, non esistono studi sull andamento dell attività di bramito nel corso della giornata. In base all esperienza di vari anni di Capitolo 3 27

31 Materiali e metodi applicazione del metodo, nell Oasi di M.Arcosu, si è scelto di censire durante l intervallo delle due ore a cavallo del tramonto (19:30-21:30). Sessioni di ascolto stagionale Per capire in quale periodo della fase riproduttiva si ha la massima attività vocale, si sono effettuate, nel corso del 1998, sessioni di ascolto durante tutta la stagione degli accoppiamenti. Sono stati rilevati i cervi bramenti nel corso delle serate ed è risultato che il picco di attività si collocava tra il 10 e il 20 settembre. In questo studio non sono state compiute sessioni di ascolto stagionale. Capitolo 3 28

32 Capitolo 4 RISULTATI 29

33 Risultati Il censimento si è svolto in 9 giorni non consecutivi (vedi Tab. 2). Sono stati impiegati da un minimo di 16 a un massimo di 66 rilevatori, per un numero complessivo di postazioni pari a 38, 33 delle quali ripetute più di una volta e 5 non ripetute. Data N. Postazioni 03 settembre 9 04 settembre 7 05 settembre (annullato per pioggia) 08 settembre settembre settembre 7 12 settembre 8 13 settembre settembre 5 Tabella 2: Date di ascolto e numero di postazioni. Il numero di cervi maschi bramenti contati è 170, da cui deriva una densità di 4,7 maschi/100 ha. In base alla struttura sociale considerata (maschi bramenti/resto della popolazione 1: 4,0) si stima una popolazione insistente sull area di 850 capi per una densità di 23,6 capi/100 ha. Capitolo 4 30

34 Risultati Superficie censita 3600 ha Numero complessivo postazioni 38 Superficie media per postazione 94,7 ha Numero maschi bramenti censiti 170 Densità maschi bramenti (n./100 ha) 4,7 Stima consistenza popolazione 850 capi Densità media (capi/100 ha) 23,6 Tabella 3: Risultati censimento settembre E interessante confrontare la variazione del numero di maschi censiti all interno dell Oasi nel corso degli ultimi anni (Tab. 4) (Murgia C e Murgia A., com. pers.). Anno Numero maschi censiti Stima consistenza popolazione 650 capi 750 capi 815 capi 850 capi Tabella 4: Numero maschi censiti negli ultimi anni e stima di popolazione Capitolo 4 31

35 Capitolo 5 DISCUSSIONE 32

36 Discussione Il censimento ha interessato tutta la prima metà di settembre, periodo che le sessioni di ascolto stagionali indicavano come quello di maggior attività. Sono state coperte da un minimo di 5 a un massimo di 33 postazioni per serata. Ogni anno, i responsabili del parco danno appuntamento agli appassionati del censimento, in una data ritenuta adatta, aprendo il rilievo a tutti i volontari che abbiano già l esperienza del metodo. Quest anno è stata scelta la data del 13 settembre e in questo giorno si è avuta, come negli anni precedenti, una notevole partecipazione con 66 persone presenti, che hanno permesso di coprire quasi tutta l area studiata. Il personale del parco, alcuni volontari e gli studenti del corso di laurea in Scienze Naturali dell Università di Cagliari, che partecipavano ad uno stage di Zoologia, hanno svolto anche gli altri rilievi nei giorni precedenti e in quelli seguenti al 13 settembre. Il rilievo è risultato particolarmente complicato in diversi punti d ascolto, dai quali sono stati censiti anche cervi contemporaneamente, con tutte le difficoltà connesse a distinguere in un intervallo di pochi gradi un così gran numero di animali. I cervi tendono a spostarsi continuamente all interno del loro harem e, se non si seguono i loro movimenti con attenzione, si rischiano sovrastime o sottostime. Le condizioni meteorologiche durante i rilevamenti sono state buone solo in parte. Alcune giornate sono state caratterizzate dalla continua presenza di vento che, oltre a inibire l attività negli animali, ha impedito l ascolto ottimale, essendo, in simili situazioni, estremamente difficile capire la direzione di provenienza del bramito e valutarne la distanza. Ma, soprattutto la pioggia ha avuto un effetto negativo su diversi rilievi, che sono stati disturbati dalle leggere precipitazioni, durante le quali i cervi Capitolo 5 33

37 Discussione tendevano a bramire poco o per niente. Quando questa situazione si protraeva per troppo tempo nelle due ore di censimento, è stato poi difficile capire gli spostamenti dei cervi rilevati nei primi minuti; ciò ha portato all invalidazione di una giornata di raccolta dati, quella del 5 settembre. La presenza dei rilevatori non è sembrata disturbare le attività di bramito, come confermano le tante testimonianze di vocalizzazioni udite a soli m di distanza. Nell analisi dei dati l uso della triangolazione è risultato di fondamentale importanza e ha permesso di localizzare e contare i cervi con estrema precisione, evitando gli errori causati dagli echi e dalla mobilità degli animali, che possono verificarsi con l uso di tecniche in cui l intercettazione simultanea non viene utilizzata (percorsi di censimento al bramito effettuati da una sola persona, osservazione diretta dei maschi attraverso strip census). Tuttavia, in alcuni casi, la triangolazione non si è potuta utilizzare perché l area coperta da certe stazioni non era sovrapponibile a quella delle altre; ma se ciò è andato a discapito della localizzazione dei maschi, lo stesso non si può dire per la conta numerica, che si è potuta applicare ugualmente. Gli altri problemi incontrati nella triangolazione sono stati quelli relativi alla soggettività nei rilievi svolti; in alcune triangolazioni tra stazioni appartenenti a zone densamente popolate, in cui venivano ascoltati diversi bramenti racchiusi in pochi gradi, l angolazione e la distanza dei cervi, annottate sulla scheda, si sono rivelate contraddittorie nella fase di trascrizione dei dati sulla carta topografica. L influenza della soggettività sul risultato finale non è ancora chiara, ma si tratta comunque di una variabile il cui impatto può essere ridotto con l impiego di personale esperto da affiancare ai neofiti, purtroppo non Capitolo 5 34

38 Discussione sempre disponibile in numero sufficiente. Comunque, questi problemi sono stati in parte risolti grazie alle ripetizioni di molte delle sessioni. Dalla elaborazione sulla carta, è stato ottenuto come risultato un numero di cervi maschi bramenti pari a 170, insistenti su un area di 3600 ha. Confrontando l esito del censimento con i dati esistenti per gli anni precedenti (Tab. 4) (Murgia C., com. pers.), si potrà notare il notevole incremento del numero dei maschi attivi in questi ultimi 6 anni, segno evidente di una dinamica di popolazione in rapida crescita. Non bisogna però dimenticare che le differenze rispetto al 1997, per un totale di 40 maschi in più, potrebbero essere il frutto della concomitanza tra l effettiva crescita della popolazione e l affinamento della tecnica di censimento lungo gli anni, che ha portato a una maggiore conoscenza del periodo di massima attività (grazie alla sessione di ascolto stagionale del 1998), a una migliore disposizione delle postazioni d ascolto, a una più precisa applicazione del rilevamento in sé e di conseguenza a una conta dei maschi con minore margine di errore. Quindi la crescita esiste ed è di notevole entità, ma potrebbe essere sovrastimata poiché il metodo di censimento utilizzato non è stato completamente omogeneo in questi anni. Analizzando i risultati, ci si accorge subito dell elevato valore di densità, sia dei maschi adulti (4,7 per km²) sia della popolazione nel suo insieme (23,6 capi per km²), valori forse unici nell ambiente mediterraneo. La densità della popolazione totale raggiunge valori ben otto volte superiori ai 3 capi per km², ritenuti alle nostre latitudini la massima capacità portante della vegetazione (Perco, 1986; Toso et al., 1990). Questa densità è stata calcolata stimando una popolazione di 850 capi, estrapolata dall indice maschi bramenti/resto della popolazione di 1: 4,0, supponendo che Capitolo 5 35

39 Discussione occupassero i 3600 ettari di territorio del censimento. Tuttavia gli ettari di territorio potrebbero essere sottostimati, perché i campi degli amori tendono a essere legati a un area tradizionale e ristretta, che si mantiene quasi invariata lungo gli anni, nonostante gli incrementi nel numero di individui (Perco, 1986; Mazzarone et al, 1998), mentre l area occupata dalla specie lungo il resto dell anno è sicuramente più estesa. Ciò non toglie che la densità calcolata può essere molto vicina alla realtà, considerato che l Oasi faunistica fornisce una protezione costante agli animali, i quali potrebbero preferire la convivenza in alte concentrazioni piuttosto che occupare aree soggette al forte disturbo antropico, dovuto in maggior parte all attività venatoria e ancora peggio al bracconaggio, attività verso la quale le contromisure (sanzioni amministrative, aumento del personale addetto al controllo) non sembrano avere grande effetto. Nella estrapolazione dei dati di censimento sulla struttura di popolazione, non si può calcolare la consistenza delle singole classi di sesso ed età, poiché si possiede solo un indice di raffronto maschi bramenti/resto della popolazione. Si stanno ancora elaborando i dati di osservazione raccolti nei precedenti anni, integrandoli con quelli di quest anno, al fine di ricavare una struttura sociale più dettagliata rispetto a quella ora in uso. Il numero di maschi attivi rilevati è un buon indice della popolazione reale, a prescindere dal valore di consistenza totale della stessa. La consistenza totale può essere soggetta a una certa approssimazione, legata a una serie di variabili (poche osservazioni, struttura di popolazione erronea), che non sempre consentono di trattare la dimensione ottenuta come certa. In simili casi diventa molto utile confrontare lungo gli anni il numero di cervi bramenti, meno influenzato da variabili di studio, per capire il trend Capitolo 5 36

40 Discussione del popolamento. In questo modo, si ottiene comunque un valore di densità di una parte della popolazione, da confrontare in un contesto spazio/temporale, ammesso che le condizioni di censimento siano confrontabili (Davis, 1982; Thompson et al., 1998). I maschi censiti rappresentano gli adulti maggiori di 4 anni (Mazzarone et al., 1989, 1991), anche se non tutti i maschi di questa categoria sono attivi nella riproduzione. Alcuni non possiedono harem e bramiscono poco o niente, cosicché difficilmente vengono censiti, mentre un altra parte è costituita dai maschi in cattive condizioni fisiche oppure ormai vecchi (età > 11 anni), anch essi non rientranti nel censimento. Supponendo una popolazione in relativo equilibrio, il numero dei cervi attivi lungo gli anni è un buon indicatore dello stato della stessa e delle dinamiche in atto. La sua applicazione non è vincolata dall ambiente in cui si agisce; infatti si adatta benissimo a territori dalla morfologia accidentata e dalla fitta copertura boschiva, nei quali l osservazione degli animali è estremamente difficile e metodi come il pellet-count o la conta delle tracce non sono sempre adoperabili o comunque, sono dispendiosi in termini di tempo. L area di M.Arcosu è un tipico esempio di zona dalla vegetazione densissima, a tratti impenetrabile e, per questo motivo, l uso del bramito nella stima di popolazione assume un ruolo insostituibile o quasi, permettendo, inoltre, una continuità negli anni. La raccolta dei dati in campagna è praticabile senza problemi anche da personale non qualificato, dopo un breve corso introduttivo, come è avvenuto quest anno con il gruppo di studenti dell Università di Cagliari. Son bastati due giorni di insegnamento per acquisire il metodo con buona dimestichezza, anche se c è stata qualche difficoltà iniziale nella Capitolo 5 37

41 Discussione comprensione della distanza del cervo in relazione all intensità del bramito, che alcuni ascolti svolti in presenza di personale esperto hanno risolto. Naturalmente una padronanza completa del metodo si acquisisce soltanto con l esperienza di vari giorni; per questo motivo l elaborazione dei dati può risultare difficoltosa e imprecisa per alcune postazioni, come discusso sopra. Tra i limiti alla tecnica c è il gran numero di persone che richiede il rilevamento in campagna. La superficie da censire è molto vasta e, senza un adeguata quantità di personale, si è costretti a ridurre il numero dei punti di ascolto. Ricordando che il numero delle stazioni dipende dalla superficie d ascolto e dalla densità dei maschi attivi, la mancanza di personale va a scapito della precisione di rilevamento e localizzazione dei cervi, poiché ogni postazione si trova a coprire un area eccessivamente vasta e non sempre sovrapponibile a quella delle altre. Pur potendo contare su un sufficiente numero di persone, è comunque difficile coprire determinate aree dell oasi, particolarmente interne e impervie, che necessitano l uso di mezzi fuoristrada, presenti in poche unità nell Oasi, riducendo ulteriormente la possibilità di copertura adeguata di alcune zone. Nelle aree facilmente accessibili è servita una certa organizzazione per la distribuzione del personale nelle stazioni d ascolto, ma l esperienza negli anni ha perfezionato e reso veloce questa fase. Un ulteriore aspetto negativo, di cui abbiamo già discusso sopra, sono le condizioni meteorologiche, capaci di influenzare o addirittura vanificare intere giornate di censimento. La loro imprevedibilità non permette contromisure, se non quelle di ripetere le giornate particolarmente sfavorevoli, con tutta la serie di problemi legati all impegno del personale Capitolo 5 38

42 Discussione oltre i tempi definiti e al rischio di saltare i giorni in cui si concentrano le vocalizzazioni. Scegliere l intervallo di giorni adatto al censimento è estremamente complicato, perché, anche se si possiedono dati sul periodo di picco dei bramiti, non è detto che tutti gli anni questo intervallo cada negli stessi giorni. Il suo andamento è abbastanza imprevedibile e ci si accorge della presenza del picco quando si è ormai nel momento di calo dell attività (Catullo, 1996). Tenuto conto che l operazione di censimento deve essere pianificata con un certo anticipo, per motivi logistici, e che la copertura dell area richiede un impegno che si protrae per almeno due settimane, i rischi di rilievo fuori dal picco, per alcune parti del territorio, sono alti. Nell interpretazione dei dati e nel loro confronto negli anni si deve considerare questo aspetto, per evitare di trarre conclusioni erronee. Nell area di studio di M.Arcosu si fa riferimento alla sessione di ascolto stagionale del 1998; sarebbe necessario eseguire altre sessioni di riferimento per pianificare il censimento di anno in anno. Da un punto di vista generale, la metodica del censimento al bramito manca di riscontri sperimentali adatti a valutare con quale livello di fiducia i risultati ottenuti si attengono ai valori reali. Sarebbe utile uno studio, con questa tecnica, su di una popolazione di cui si conoscono perfettamente la consistenza e la struttura sociale. Il metodo studiato viene applicato anche in altre zone d Italia con delle differenze più o meno marcate rispetto a M.Arcosu; per un confronto con il nostro, ho considerato i censimenti al bramito svolti qualche anno fa in due località della Toscana: il Parco Nazionale dell Orecchiella in provincia di Lucca (cfr. Ciucci, 1993; Ciucci e Boitani, 1994; Catullo, 1996; Ciucci et Capitolo 5 39

43 Discussione al., in stampa) e le Foreste Casentinesi in provincia di Arezzo (cfr. Mazzarone et al., 1989, 1991, 1998). Per quanto riguarda l applicazione all Orecchiella, osserviamo che, a differenza di M.Arcosu, le sessioni di ascolto continuato sono adottate, quelle di ascolto stagionale vengono svolte ogni anno, esiste una struttura di popolazione divisa in categorie di sesso ed età, le ore di rilevamento sono quattro invece che due e nella conta finale si escludono i cervi uditi solo saltuariamente nel corso delle quattro ore di censimento. Interessante rilevare che, nonostante le differenze in termini di fotoperiodo, a causa della diversa latitudine, e di condizioni ecologiche e climatiche, la massima attività di bramito è compresa tra il 12 e il 28 settembre, similmente a M.Arcosu, dove comprende il periodo tra il 10 e il 20 settembre. Anche il rapporto maschi bramenti/resto della popolazione, pari a 1: 3,5 è simile al nostro (1:4,0); non altrettanto si può dire per la densità dei maschi bramenti e per la densità della popolazione stimata, rispettivamente pari a 0,27-0,37 maschi/100 ha e 1,2-1,9 capi/100 ha, decisamente inferiori a quelle di M.Arcosu (cfr. Tab. 3). Nell area delle Foreste Casentinesi, invece, sono state adottate le sessioni di ascolto continuato ma non quelle di ascolto stagionale, un difetto, questo, della metodologia Mazzarone, che nel Casentino è stata sperimentata e perfezionata. Tuttavia è stato reputato, per mezzo dell esperienza, che il picco dei bramiti cada sempre tra fine settembre e inizio ottobre, discostandosi sia da M.Arcosu che dall Orecchiella e questo conferma quanto sia complessa la relazione tra comparsa dei bramiti e influenza su di essa sia di fattori biologici (struttura e densità di popolazione, condizioni fisiche), che stazionali (condizioni climatiche, Capitolo 5 40

44 Discussione ecologiche, fotoperiodo). In questo caso anche le ore di rilevamento sono diverse (tre invece di due), non vengono contati i maschi che bramiscono irregolarmente e la struttura di popolazione da cui si estrapola la consistenza totale è divisa in classi di sesso ed età. Il rapporto maschi bramenti/resto della popolazione è passato da 1: 5 del 1988 a 1: 7,8 del 1998, valore lontano da quello di M.Arcosu; lo stesso si può dire per i valori di densità dei maschi attivi (1,17 maschi/100 ha) e della popolazione totale (10,4 capi/100 ha se riferiti all area di censimento, 2,6 capi/100 ha se riferiti all area occupata durante tutto il corso dell anno) che risultano minori di quelle rilevate a M.Arcosu (cfr. Tab. 3). Capitolo 5 41

45 Capitolo 6 CONCLUSIONI 42

46 Conclusioni Il metodo del censimento al bramito, applicato a M.Arcosu in questo studio, si è rivelato particolarmente adatto alla situazione ambientale esistente. La relativa semplicità di impiego permette, inoltre, di fronteggiare le difficoltà legate al gran numero di persone necessarie al rilevamento in campagna, dato che si può coinvolgere personale non qualificato, e la collaborazione instaurata da quest anno con l Università di Cagliari, rientra in quest ottica, con l utilizzo di un gruppo di studenti che per fini didattici danno un contributo rilevante al censimento. Il fatto, poi, di riuscire a organizzare una giornata in cui si danno appuntamento gli appassionati, come avviene da vari anni, è di una importanza straordinaria se si pensa che in una sola giornata (quest anno il 13 settembre) viene coperto quasi totalmente il territorio di censimento, ripetendo molte delle postazioni già rilevate nei giorni precedenti. Per dare più significato ai risultati, sarebbe utile svolgere, tutti gli anni, sessioni di ascolto stagionale e continuato e, tramite un intensificazione delle osservazioni, ricavare una struttura di popolazione più dettagliata. L obbiettivo finale è quello di ottenere un metodo standardizzato, uniforme nell applicazione lungo gli anni e quindi confrontabile in un contesto spazio/temporale. In quest ottica rientrano il mantenimento negli anni delle stesse stazioni di ascolto, eventualmente integrabili con altre nuove con lo scopo di ridurre la superficie media coperta da ciascuna, e il mantenimento della stessa tecnica di rilievo. I risultati ottenuti indicano densità nell ordine di 23,6 capi/100 ha, confermando la concentrazione elevatissima di cervi nell Oasi di M.Arcosu, già riscontrata con simili valori in precedenza (Murgia C. e Capitolo 6 43

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