Premio della Pace e dell Intesa Mondiale

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1 25 Premio della Pace e dell Intesa Mondiale Rotary Club di anno rotariano

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3 Presentazione I Presidenti del Rotary sono più o meno fortunati a seconda che nel loro anno di presidenza si verifichino importanti ricorrenze: un decennale, un cinquantennale o un centenario. Quest anno abbiamo il piacere di festeggiare la venticinquesima edizione del premio della Pace e della Intesa Mondiale. Una ricorrenza che cade in un momento particolarmente difficile per le tante crisi internazionali purtroppo presenti in molte parti del mondo, ma che a maggiore ragione si presta a far capire l importanza del diffondere una cultura di rispetto reciproco. Il Rotary nei suoi quasi cent anni di vita ha sempre promosso, tra l altro, iniziative mirate a combattere l analfabetismo, a tutela della salute e a conseguire l educazione alla pace. Quando venticinque anni fa fu istituito con il club gemellato di Angoulême, il Premio della Pace e della Intesa Mondiale forse non si pensava che avrebbe avuto un successo così duraturo. Oggi, grazie all impegno dei presidenti dell apposita Commissione, che si sono susseguiti nella gestione dell iniziativa, cito in particolare e ringrazio il Prof. Luciano Laurenti, il premio è ancora vitale e ad ogni edizione ne apprezziamo sempre più l importanza. Dagli elaborati che hanno partecipato ai concorsi, molti dei quali riportati in questa pubblicazione, traspare quel senso di amicizia, di concordia e di fratellanza tipico dei giovani, e, la raccolta che presentiamo, è un esempio lampante di quanto il nostro sodalizio può fare per diffondere valori universali nelle realtà in cui opera. I Rotariani si considerano uomini educati alla pace. Oltre che interpreti di questo valore ne vogliamo anche essere portatori presso gli altri uomini affinché la pace possa progredire in un momento in cui tutto sembra congiurare contro. Il Presidente Domenico Lanzoni

4 Premio della Pace R. C. (Fanti - Quartieri - Tellarini - Bessi) Al Comm. Arrigo Fanti è stato poi intitolato il Premio della Pace e dell Intesa Mondiale 4

5 Prefazione Nell archivio del Rotary Club di abbiamo custodito con cura tutti i temi che i ragazzi imolesi hanno svolto fin dal 1978 anno di creazione del Premio della Pace e dell Intesa Mondiale. Avremmo voluto pubblicarli tutti ma subito ci siamo scontrati con la dura realtà dello spazio a disposizione che mai come in questo caso è stato veramente tiranno. Abbiamo quindi scelto la formula della casualità della scelta dei temi da pubblicare prendendone uno per ogni anno, non potendo certo attribuire una classifica di valore poiché ognuno di essi ha una particolarità ed una preziosità unica. Leggendoli però uno ad uno si è potuto constatare come spesso gli avvenimenti mondiali del momento venivano riferiti ed avevano impressionato i ragazzi autori dei temi stessi. Come pure con molta tristezza, abbiamo potuto rilevare, come a volte il bisogno di pace lo si ricerchi disperatamente fra le mura domestiche affidando, quasi fosse un diario segreto, le proprie speranze di pace, alle poche righe di un tema. In tutti però vi è un denominatore comune: il bisogno di pace, la consapevolezza del diritto di ciascuno ad esprimere le proprie idee, la necessità di un continuo dialogo fra popoli diversi con usanze e costumi differenti e l indispensabile reciproco riconoscimento di queste diversità, con il solo intento di giungere ad una convivenza pacifica che porti prosperità a ciascuno senza tuttavia dimenticare l aiuto ai più bisognosi. In ciascuno degli elaborati abbiamo potuto cogliere la consapevolezza che occorre lavorare con impegno fattivo per la pace senza mai abbassare la guardia, e che non basta e non serve affidare questa parola a qualche effimero vessillo dalla vita breve e certamente avaro di frutti. Se l obiettivo postoci con la creazione del Premio della Pace e dell Intesa Mondiale era quello di diffondere gli ideali che sono alla base della filosofia Rotariana, e che sono quelli della tolleranza, della fratellanza e dell amicizia fra i popoli, possiamo oggi dire di averlo centrato avendo seminato questi ideali nelle centinaia di giovani che vi hanno partecipato pur non essendosi classificati fra i vincitori. A questi giovani abbiamo affidato le nostre speranze certi che sapranno lottare per un mondo migliore in cui a prevalere saranno proprio questi ideali che sono propri di uomini liberi e giusti. Non posso concludere questo breve intervento senza ringraziare i membri della commissione istituita per la realizzazione di questa pubblicazione: i soci del R. C. di Luciano Laurenti, Nevio Gagliardi, Gian Galeazzo Mecarelli, Paolo Monti, Silverio Scardovi che mi hanno aiutato nella ricerca del materiale necessario occupandosi dell organizzazione del Premio ogni anno tutti uniti dalla consapevolezza di rendere un servizio al nostro Club. Un ringraziamento particolare alla Prof.ssa Liviana Monti per la sua disponibilità nella correzione degli elaborati. Perfetti Dott. Gian Paolo Pres. Commis. pubblicazioni 5

6 PREMIO DELLA PACE E DELL INTESA MONDIALE Organizzato dal Rotary Club di Angoulême (Francia) e dal Rotary Club di Nel 1976, su proposta del socio Gilberto Negrini, il Rotary Club di attivò un contatto con il Rotary Club di Angoulême (Francia). Nello stesso anno il dott. François Giraud, membro di un organizzazione umanitaria internazionale e socio del Rotary Club di Angoulême (Francia), istituì Il Premio della Pace e dell Intesa Mondiale e propose l iniziativa al dott. Italo Menetti e al dott. ing. Raffaele Ubaldo Ondelli, rispettivamente Presidente e Segretario del Rotary Club di, che si erano recati colà per l annuale scambio di visite al Club gemellato. L idea di coinvolgere il Club in un iniziativa di servizio tipicamente rotariana a favore dei giovani ed ispirata agli ideali dell Amicizia, della Pace e dell Intesa mondiale trovò immediata adesione da parte dei Rotariani imolesi. L anno successivo iniziò una collaborazione ed uno scambio di giovani che continua tuttora e che ha portato più di 80 giovani imolesi in Francia e circa 45 giovani di Angoulême e Bordeaux in Italia per un periodo di studio e svago, consentendo loro sia di approfondire la conoscenza della corrispondente lingua estera sia di Il Premio stimola la formazione di una mentalità internazionale nei giovani delle Scuole Medie Superiori, proponendo agli Studenti imolesi, mediante un Bando trasmesso a tutte le scuole imolesi in cui s insegna la lingua francese e l interessamento diretto di Presidi e Professori, lo svolgimento in francese di un tema su argomento connesso con la comprensione e l intesa tra i popoli come unico strumento valido a diffondere e mantenere la pace, ed agli Studenti francesi lo svolgimento in italiano di un tema su argomento analogo. Mediamente ogni anno pervengono da Angoulême circa 50 temi in francese, e vengono inviati ad Angoulême circa 40 temi in italiano. Il Rotary Club di invia in Francia 4 (quattro) suoi giovani, proclamati vincitori del concorso da una commissione del Rotary Club di Angoulême, ove saranno ospiti per due settimane del dott. Giraud, di famiglie dello stesso Club rotariano e di strutture universitarie della città di Angoulême. Il viaggio in Francia avviene normalmente nella seconda metà di Luglio, periodo in cui ad Angoulême si svolgono le giornate Internazionali della Pace e dell Intesa mondiale. Durante il loro soggiorno in Francia i giovani italiani abitualmente incontrano i vincitori del Premio provenienti dagli altri Paesi Note storiche Dettagli organizzativi venire a contatto con giovani di Paesi diversi, conoscerne usi e mentalità e instaurare rapporti di rispetto ed amicizia. L iniziativa si è infatti, estesa, nel frattempo, al Portogallo, alla Spagna, all Inghilterra, alla Germania e, dopo la caduta del muro di Berlino, alla Russia e ad altri Paesi dell Est Europa. Attualmente il Premio, valicando i confini europei, sta coinvolgendo anche giovani delle isole dell Oceano Indiano come le Mauritius, le Comore ed il Madagascar, con il patrocinio dell UNESCO, di cui il dott. Giraud è entrato a far parte. L importanza del Premio è anche documentata dal fatto che oltre studenti francesi delle scuole di Angoulême e Bordeaux hanno, in questi anni, iniziato lo studio della lingua italiana e, in seguito a quest interesse, è stato anche istituito il lettorato di lingua italiana presso l Università di Bordeaux. Nell iniziativa vengono coinvolti i Presidi, i docenti di lingua francese delle scuole medie superiori nonché le famiglie degli studenti interessati. sopracitati, accomunati dall obbligo di esprimersi in lingua francese ed hanno occasione di visitare le principali località della Charente. A loro volta due giovani francesi proclamati vincitori da una commissione del Rotary Club di vengono ospitati in Italia per otto settimane, presso l Università per stranieri di Siena per un corso estivo di lingua e letteratura italiane, con un breve soggiorno in per incontrare i Rotariani imolesi e conoscere le principali località turistiche e di interesse artistico, storico e culturale di Romagna e Toscana. Il Premio è dedicato al comm. Arrigo Fanti (PHF), socio dal al , che è stato uno dei pilastri del Club, avendo ripetutamente ricoperto tutte le cariche direttive (2 volte Presidente del Club, Vice Presidente, 2 volte Segretario, 4 volte Tesoriere, 3 volte Consigliere), ma che soprattutto si è dedicato a questo Premio coordinandone la Commissione organizzatrice per ben 11 anni, a partire dall anno 1977, quando il Premio fu istituito, fino alla sua scomparsa. Dal 1988 il compito è assolto dal prof. Luciano Laurenti. (Da: Dal 1957 al nuovo millennio il Rotary a ) 6

7 MESSAGE ANNIVERSAIRE POUR LES 25 ANS DU PRIX DE LA PAIX ET DE L ENTENTE MONDIALE. MESSAGGIO PER IL 25 ANNIVERSARIO DEL PREMIO DELLA PACE E DELL INTESA MONDIALE. Les grands désordres de la première partie du XXe siècle sont l aboutissement de millénaires de culture de guerres dans le monde. Afin d aider à interrompre ce cours désastreux de l Histoire bien que des conflits d influence dans le monde entier sévissent sous la forme d une guerre froide, il m est apparu que le moyen le plus sur est une éducation universelle pour une paix permanente. Cette éducation ne pouvant être adoptée par tous les gouvernements sur un programme commun, il fallait préserver les libertés tout en facilitant un éveil et une prise de conscience. Il en résulterait la naissance d une opinion publique rejetant les guerres infondées quels que soient les lieux de ces conflits sanglants. J ai eu une idée simple : - changer de logique, - diminuer la force des souverainetés, - faire en sorte que cette mondialisation de la culture de paix grandisse avec les générations nouvelles. J ai donc proposé en 1976, à nos nouveaux amis italiens du Rotary-club d, l instauration du Prix de la Paix et de l Entente Mondiale avec le club d Angoulême. Ce Prix invitait les étudiants des deux villes à composer sur des thèmes communs dans la langue du pays frère et à échanger les copies. Des lauréats seraient ainsi désignés et invités à l étranger dont ils connaissent bien la langue. Les sujets du concours sont tirés de la pensée des grands auteurs de notoriété mondiale connus pour être des artisans de Paix de l antiquité à nos jours. L opération a été lancée en fin 1977 entre ces deux clubs rotariens. Les premières copies furent échangées en Nous en sommes donc au 25 anniversaire de cette grande action éducative pour la paix qui a couvert l Europe occidentale, l immense URRS, tous les pays d Europe de l Est, certains du Proche Orient (Liban et Egypte), d Afrique du Nord, du Vietnam et des USA. Le Rotary a été le moteur qui a entraîné cet immense processus qui le déborde très largement en impliquant les ambassades. J ai ensuite créé les Universités Internationales d Été pour la Paix pour les nombreux lauréats venus de 15 à 20 pays dans un enthousiasme débordant. Ces universités ont fait école. Aujourd hui, une guerre que beaucoup trouvent injustifiée, suscite une réprobation dans tous les pays du monde. L opinion des habitants de la Terre devient pour la première fois une force dont les gouvernements doivent tenir compte. L éducation pour la paix, dans son aspect libre, interactif et sans frontières, dépassant les influences politiques et religieuses, les considérations idéologiques et les crises identitaires multiples, cette éducation pour la paix, qui a suscité tant de controverses au départ, apparaît donc de mieux en mieux aller dans le sens de l Histoire. Que ce 25 anniversaire du Prix de la Paix marque une étape dans les relations intelligentes et amicales des peuples. Docteur François GIRAUD Fondateur du Prix de la Paix et de l Entente Mondiale Fondateur des Universités d été internationales pour la Paix Prix mondiale de l Education pour la Paix de l UNESCO 1997 I grandi disordini della prima parte del secolo XX sono il risultato di millenni di cultura di guerra nel mondo. Per interrompere questo corso devastante della Storia e i conflitti per l influenza sul mondo che vanno sotto il nome di guerra fredda, mi è sembrato che il mezzo più sicuro fosse quello di una educazione universale a favore di una pace permanente. Poiché non tutti i governi potevano adottare questa educazione sulla base di un programma comune, bisognava facilitare un risveglio ed una presa di coscienza dei singoli: ne sarebbe derivata la nascita e la crescita di un opinione pubblica che respingesse le guerre senza presupposti e in qualsiasi posto si svolgessero. Ho avuto un idea semplice: - Cambiare logica, - Cercare di limitare la potenza dei governanti, - Fare in modo che questa cultura di Pace cresca con le nuove generazioni. Ho quindi proposto nel 1976 ai nostri nuovi amici italiani del Rotary Club di, l istituzione del Premio della Pace e dell Intesa Mondiale con il gemellato Club di Angoulême. Questo Premio invitava gli studenti delle due Città ad effettuare composizioni su temi comuni, nella lingua del paese gemellato e a scambiarsi le copie. Alcuni vincitori sarebbero stati inviati nel paese del quale conoscevano, per averla studiata, la lingua. I titoli delle composizioni sono tratti dal pensiero di grandi autori conosciuti per essere, dall antichità ai giorni nostri, fautori di pace. L operazione è stata lanciata nel 1977 fra i due Club rotariani e le prime composizioni sono state scambiate nella primavera del Siamo quindi al 25 Anniversario di questa grande Azione educativa che ha coperto l Europa Occidentale, l immensa URSS, tutti i paesi dell Europa dell Est, alcuni del Medio Oriente e dell Africa del Nord oltre al Vietnam e agli USA. Il Rotary è stato il motore che ha spinto questo immenso processo che, al limite, lo sopravanza. Successivamente, nel 1993 sono state create le Università Internazionali d Estate che si sono svolte in un clima entusiastico per la partecipazione di numerosi vincitori venuti da oltre 15 Paesi. Oggi una guerra, che molti trovano ingiustificata, suscita riprovazione in tutto il mondo: per la prima volta l opinione degli abitanti della Terra diventa una forza della quale i governanti debbono tener conto. La nostra educazione per la Pace, nel suo aspetto libero, interattivo e senza frontiere, che oltrepassa le influenze politiche e religiose, gli ideologismi e le crisi di identità, questa educazione per la Pace che qualche critica ha sollevato all inizio, sembra andare nel senso voluto dalla Storia. Che il 25 Compleanno del Premio della Pace segni una tappa nelle relazioni intelligenti ed amichevoli fra i popoli. Dottor François GIRAUD Fondatore del Premio della Pace e dell Intesa Mondiale Fondatore delle Università d Estate Internazionali per la Pace Premio Mondiale UNESCO per l Educazione alla Pace del

8 (Da: Rotary notizie - ottobre 1994) 8

9 Premio della Pace e dell Intesa Mondiale Quante volte ci giungono sollecitazioni a migliorare la comprensione e ad abbattere i pregiudizi che dividono le persone o più in generale le culture. Quante volte sentiamo, ciascuno nel proprio ambito di attività, che bisognerebbe esser capaci di comprendere più a fondo le ragioni altrui per un decisivo miglioramento dei rapporti interpersonali e amarci più in generale! Se poi ci riferiamo ai giovani emerge con forza, nella prospettiva di promuovere un mondo migliore, la necessità di educare le nuove generazioni ad una capacità di comprensione dell altro qualitativamente più alta. Tale azione educativa la si può perseguire unicamente promuovendo nella società e nella scuola in particolare qualificate opportunità di incontro. Il Premio della Pace e dell Intesa Mondiale costituisce un mirabile esempio di lungimiranza nel senso suddetto; l idea geniale di François Giraud di Angouleme consente ogni anno ad alcune decine di studenti di vivere insieme una esperienza unica ed indimenticabile. I padri d Europa firmatori del Trattato di Roma, i fondatori del Movimento Federalista Europeo estensori del Manifesto di Ventotene avrebbero accolto senza dubbio come linfa vitale alle loro aspettative una iniziativa di questo genere. Ogni operatore di pace non può non condividere gli obiettivi di tale Premio. Le quattro colonne portanti della enciclica Pacem in terris di Giovanni XXIII, verità, giustizia, amore e libertà si riconoscono con evidenza nel Premio della Pace e dell Intesa Mondiale. Risulta così che nel quarto di secolo di vita il Premio ha fatto vivere fianco a fianco migliaia di giovani dei più diversi Paesi e Culture, cento dei quali imolesi! L episodicità non paga ma la sistematicità lascia il segno. E allora Grazie Giraud per la nobiltà della Tua idea, Grazie al presidente Menetti e all Ing. U. Ondelli che per primi l hanno realizzata, Grazie a Negrini, Laurenti e a tutti i rotariani che negli anni l hanno fatta vivere. Anche in nome degli studenti e delle loro famiglie un grato pensiero nella speranza di una feconda continuità. Il dirigente scolastico Dell Istituto Rambaldi - Valeriani - Alessandro da Di Prof. Silverio Scardovi, Aprile 2003 Il dirigente scolastico Dell Istituto Paolini Cassiano da Di Prof. Mario Faggella 9

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11 ELENCO DEGLI STUDENTI ITALIANI vincitori del Premio della Pace e dell Intesa Mondiale. Anno Rotariano Studenti vincitori Residenza Suzzi Manuela Accetturi Maria Pina Lama Marco Castel S. Pietro T. Lamieri Carla Gentilini Roberto Lamieri Carla Zanotti Maria Lia Fontanelice Palladino Filippo Castel Guelfo Montuschi Pio Turrini Astro Sassoleone Alvisi Anna Pelliconi Claudio Raspadori Andrea Massa Lombarda Casadio Pirazzoli Roberta Musa Anna Rita Castel Guelfo Mirri Daniele Cimatti Barbara Marabini Monica Ricci Petitoni Flavia Lenni Cristina Berardi Monica Massari Maurizio Conti Alberto Borgo Tossignano Giovannini Stefano Grillini Andrea Castel S. Pietro T. Soglia Stefano Turricchia Laura Tinarelli Antonella Castellari Fabrizio Donati Daniela Monari Mario Castel S. Pietro T Cantoni Claudia Cavalcaselle Elisa Fabbri Deborah Castel S. Pietro T. Gardenghi Elena Casadio Tozzi Giuseppe Gardenghi Carla Zulato Patrizia Raffuzzi Roberta Mecarelli Gabriele Spada Giuliana Sasso Morelli Olieni Patrizia Bonfiglioli Barbara Jacucci Paola 11

12 Anno Rotariano Studenti vincitori Residenza Cenni Sabrina Sasso Morelli Freddi Stefania Grandi Silvia Muzzi Elisabetta Castel S. Pietro T Mirandola Lorena Farolfi Federica Castel Bolognese Poli Simone Dall Osso Giorgio Martelli Luciana Campotto Farolfi Francesca Assirelli Barbara Gabaldo Mascia Dozza Bonfiglioli Francesca Castel S. Pietro T. Pirlog Diana Fiumi Fausta Linguerri Romina Corradi Marco Claudio Bonanni Erika Carati Morena Castel S. Pietro T. Ceglie Nagayana Caprara Monica Farsetti Valentina Garelli Flavia Malaguti Paolo Allegri Silvia Faggella Antonella Montanari Davide Poggioli Elena Baldazzi Elisabetta Cacciari Chiara Bertazzoli Cristiano Turricchia Serena Visani Matteo Bertuzzi Giacomo Volta Sara Mazzetti Maria Chiara Farolfi Laura Bacchilega Manuela Cenacchi Sara Carroli Marco Ardoino Giovanni Grandi Stefania Andreoli Elisa Baroncini Valerio Spoglianti Marisa Letizia Gasparri Manuela Rebeggiani Cuffiani Giulia Bacchetti Silvia Bornia Giorgio Pasini Erika 12

13 Autori dei temi pubblicati Alvisi Anna Andreoli Elisa Bachetti Silvia Bernasconi Chiara Bornia Giorgio Caprara Monica Cavalcaselle Elisa Ceglie Nagayana Cenni Sabrina Corradi Marco Claudio Dall Osso Giorgio Faggella Antonella Farsetti Valentina Grandi Stefania Lamieri Carla Marabini Monica Martelli Luciana Massari Maurizio Murri Daniele Monari Mario Rivola Giulia Spada Giuliana Tinarelli Antonella Zanotti Maria Lia Zulato Patricia 13

14 Commenter cette phrase de Jean Monnet qui oeuvra tant pour l Europe et pour la Paix: Nous ne coalisons pas des Etats, nous unissons des Hommes. Cette phrase de Jean Monnet renferme, selon moi, la vraie signification de la Paix. On peut dire que la Paix est l idéal de l humanité, mais difficile à réaliser. J ai lu dans une revue il y a quelques temps une nouvelle surprenante: dans quinze ou vingt ans il se dressera aux Indes le Golfe du Bengale, une ville spirituelle pour des hommes nouveaux où pourront habiter les gens de chaque pays race et opinion, ayant en commun l amour pour la Paix et la fraternité. Elle sera la ville internationale de la concorde humaine et s appellera Auroville, du nom du philosophe mystique indien Aurobindo, prédicateur de l amour et de la compréhension parmi les hommes. Il s agit d une réalisation intéressante et suggestive qui m a fait penser beaucoup. Je me demande: pour vivre en paix est-il donc nécessaire que nous nous établissions là-bas? Nos pauvres villes sont-elles alors condamnées à disparaître? Il y a une maladie dans notre terre, une maladie atroce à laquelle les hommes savants n ont pas encore trouvé un remède; la guerre. La soif du pouvoir, les préjugés nationalistes, l esprit d agression, l incompréhension sont les microbes qui déchaînent cette maladie dans le cœur des hommes; et c est de leur cœur qu il faut partir pour en chercher la guérison. Notre République a solennellement décrété son refus pour la guerre dans l article onze de la Chartre constitutionnelle, la loi fondamentale de l Etat. Et il est juste que la condamnation à toute guerre trouve la confirmation dans les lois d une société civile et démocratique, mais il ne suffit pas. Je pense que, avant tout, ce doit être la loi morale de chaque individu à condamner la violence, à la considérer pour celle qu elle est vraiment: une force aveugle, inutile, stupide. Et ça c est d autant plus vrai aujourd hui que la science a découvert des armes meurtrières, impressionnantes dont l emploi pourrait bouleverser et nous anéantir. Deux célèbres savants ont dit que si l homme ne sait pas renoncer à la guerre, la guerre mettra fin à l humanité. Il est donc nécessaire que chaque désaccord, chaque controverse internationale soient résolus avec des moyens pacifiques, que chaque pays fasse de son mieux pour instaurer un climat de réciproque confiance et de coopération avec les autres pays environnants ou lointains. Il suffit cependant de parcourir un quotidien ou écouter un journal télévisé pour se rendre compte que même de nos jours la guerre allume ça et là sur notre planète ses foyers: si elle les éteint d une part c est pour les allumer ailleurs. Je pense que c est à nous, les jeunes, de nous tendre la main à travers les frontières dans une entente d amitié réciproque. Les grands ont fait tant d erreurs, mais ils ont tellement souffert et payé; à nous maintenant de leur montrer à choisir la vie. J aimerai bien qu an jour, en tournant le bouton de la télévision, il m arrive d écouter la voix du présentateur qui annonce: Aujourd hui en le monde entier, aucun homme n est mort pour cause de guerre. Alors nous pourrions penser que la haine a disparu du cœur humain et que l humanité va enfin s engager dan la rue juste. Ce jour-là les constructeurs de la ville d Auroville pourraient abandonner leur travail parce que le monde entier serait devenu une immense sereine ville de la concorde universelle... Il serait devenu une unique grande famille. Commentate la frase di Jean Monnet che tanto si adoperò per l Europa e per la Pace: Noi non coalizziamo Stati, noi uniamo Uomini. La frase, secondo me, racchiude il vero significato di Pace. Si può dire che la Pace è l ideale dell Umanità, ma difficile da realizzarsi. Ho letto qualche tempo fa, su una rivista, una notizia sorprendente: fra 15 o 20 anni verrà edificata in India, sul Golfo del Bengala, una città spirituale per uomini nuovi, nella quale abiteranno persone di ogni Paese, razza ed opinione con in comune l amore per la Pace e la Fraternità. Sarà la Città internazionale della Concordia Umana e si chiamerà Auroville dal nome del filosofo mistico indiano Aurobindo, predicatore dell amore e della comprensione fra gli uomini. Si tratta di una realizzazione interessante e suggestiva che mi ha fatto pensare molto. Mi domando: per vivere in pace è necessario andare a vivere là? Le nostre povere città sono destinate a scomparire? C è una malattia nella nostra terra, una malattia alla quale i sapienti non hanno saputo dare un rimedio: la guerra. La sete del potere, i pregiudizi nazionalisti, lo spirito di aggressione, l incomprensione, sono i microbi che scatenano questa malattia nel cuore degli uomini ed è dal loro cuore che bisogna partire per cercare la guarigione. La nostra Repubblica ha solennemente decretato il suo rifiuto alla guerra nell art.11 della Carta Costituzionale, la legge fondamentale dello Stato. Ed è giusto che la condanna di ogni guerra trovi conferma nelle leggi di una società civile e democratica, ma non basta. Penso che, prima di tutto, debba essere la legge morale di ognuno che condanni la violenza considerandola per quello che è: una forza cieca, inutile, stupida. E questo è tanto più vero oggi che la scienza ha scoperto delle armi di distruzione, impressionanti, il cui impiego potrebbe annientarci. Due celebri sapienti hanno detto che se l uomo non sa rinunciare alla guerra, la guerra metterà fine all umanità. È dunque necessario che ogni disaccordo, ogni controversia internazionale siano risolti con mezzi pacifici, che ogni paese faccia del suo meglio per instaurare un clima di reciproca confidenza e di cooperazione con gli altri paesi confinanti o lontani. Basta tuttavia scorrere un quotidiano o ascoltare un telegiornale per rendersi conto che anche ai giorni nostri la guerra accende i suoi fuochi qua e là: se ne spegne uno da una parte è solo per accenderne degli altri. Penso che tocchi a noi, i giovani, tenderci la mano attraverso le frontiere in un intesa di amicizia reciproca. I grandi hanno fatto molti errori, ma ne hanno sofferto e li hanno pagati; a noi ora fare per loro una scelta di vita. Mi piacerebbe un giorno, accendendo la televisione, ascoltare la voce di un presentatore che annuncia: Oggi, in tutto il mondo nessuno è morto per colpa di una guerra. Solo allora potremmo pensare che l odio si è allontanato dal cuore umano e che finalmente l umanità si è incamminata sulla strada giusta. Quel giorno, i costruttori di Auroville potrebbero abbandonare il loro lavoro perché il mondo intero è diventato una immensa serena città di concordia universale un unica grande famiglia. 14

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16 Non può darsi progresso umano né pace durevole senza la ricerca coraggiosa, leale, disinteressata di una cooperazione e di una unità crescente fra i popoli. (Papa Giovanni Paolo II) Sûrement il faut dire que toutes les personnes regardent au demain avec un certain embarras, peut-être on a la sensation qu un jour la vie et les rapports avec les autres hommes seront plus difficiles qu aujourd hui. On espère, cependant, qu un jour y sera la paix parmi tous les hommes et qu on continuera sur la vie du progrès, du progrès humaine. Mais pour faire devenir réalité toutes ces espérances il faut vraiment suivre les mots de Giovanni Paolo II. En effet sans une coopération parmi les peuples on ne peut pas rejoindre le but d un monde fait à l enseigne de la paix et d un vrai progrès. Si nous trouvons, même s il semble presque impossible aujourd hui, un moment du notre temps pour nous fermer et pour faire un sincère examen sans hypocrisie du notre rapport avec les autres, on pourra s apercevoir qu il est même au fondement de la paix. Alors il y a en nous le désir de faire quelque chose, d agir pour porter notre contribution à une question d ordre mondial: la paix. Quelquefois je pense à un monde où tous les hommes s aiment et où règne souveraine la paix et qui marche vers le progrès humaine. Il s agit d un monde où les hommes sont tolérants les uns vers les autres, où on respecte les idées religieuses et politiques des autres gens. Même les divers peuples sont tolérants et on recherche surtout l individu, en passant sur les diverses idéologies politiques qu aujourd hui sont considérées si importants. Mais pour obtenir quelque chose dans ce monde, pour le changer, il y a besoin de tous les hommes. Il y a besoin de chacun de nous. Même moi, je suis importante, car je suis une personne et cherchant à changer moi-même j apporte une contribution à la paix dans le monde. Peut-être cette affirmation peut faire sourire, on peut penser: mais elle ne peut pas changer le monde, établir un accord parmi le pays qui encor aujourd hui sont en guerre. Oui, c est vrai, je ne peux pas fermer le monde, mais je suis convaincue que, car le monde est formé par les hommes, changeant les hommes ou cherchant à les changer, on changera le monde. Les hommes forment les peuples, les hommes cherchent à coopérer et en conséquence les peuples. Mais cette coopération pour être vrai et positive doit être courageuse, loyale, désintéressée. Moi, j y crois en cette coopération, car je crois à l homme. Mais peut-être j ai seulement des idées utopiques. J espère fermement dans un monde meilleur, dans une vie plus facile, je garde une lumière dans mon âme, elle est faible, mais elle est-là, elle y sera toujours et c est vital pour moi. Non può darsi progresso umano né pace durevole senza la ricerca coraggiosa, leale, disinteressata di una cooperazione e di una unità crescente fra i popoli. (Giovanni Paolo II) È senz altro necessario dire che ognuno guarda con un certo imbarazzo al domani; si ha forse la sensazione che un giorno la vita e i rapporti con gli altri saranno più difficili di oggi. Si spera comunque che un giorno ci sarà la pace, la pace fra gli uomini e che si avanzerà sulla via del progresso, del progresso umano. Ma per far diventare realtà tutte queste speranze, bisogna veramente seguire le parole di Giovanni Paolo II. In effetti, senza una cooperazione fra i popoli, non si può raggiungere il traguardo di un mondo fatto all insegna della pace e di un vero progresso. Se noi trovassimo, anche se oggi sembra impossibile, un momento del nostro tempo per fermarci e per fare un esame sincero e senza ipocrisie dei nostri rapporti con gli altri, potremmo renderci conto che ognuno tende alla pace. Allora nasce in noi il desiderio di fare qualcosa, di agire per portare il nostro contributo ad un problema di ordine mondiale: la pace. Talvolta, penso ad un mondo nel quale tutti gli uomini si vogliono bene, dove la pace regna sovrana e che marcia verso il progresso umano. Si tratta di un mondo ove gli uomini sono tolleranti gli uni verso gli altri, dove vengono rispettate le idee religiose e politiche altrui. Anche i popoli diversi sono tolleranti e si ricerca soprattutto l individuo, passando sopra le diverse ideologie politiche che oggi sono considerate così importanti. Ma per ottenere qualche risultato in questo mondo, per cambiarlo, c è bisogno di tutti. C è bisogno di ognuno di noi. Anche io sono importante, perché sono una persona e cercando di cambiare me stessa apporto un contributo alla pace nel mondo. Forse questa affermazione può far sorridere e si può pensare: ma non puoi cambiare il mondo, non puoi stabilire accordi fra paesi che oggi sono in guerra. Si, è vero; io non posso fermare il mondo, ma sono convinta che, poiché il mondo è formato da uomini, cambiando gli uomini o cercando di cambiarli, il mondo sarà cambiato. Gli uomini formano i popoli; se gli uomini cercano di cooperare, di conseguenza i popoli coopereranno. Per essere vera e positiva, però, questa cooperazione deve essere coraggiosa, leale, disinteressata. Io credo in questa cooperazione perché credo nell uomo. Ma forse queste idee sono utopiche. Io spero fermamente in un mondo migliore, in una vita più facile; io conservo una luce nella mia anima: è debole, ma c è e ci sarà sempre e per me è vitale. 16

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18 Qu est-ce que tu as mangé, terre, que tu as toujours soif et tu bois tant de sang et tant de larmes? (Sandor Petofi) Qu est-ce que tu as mangé, terre, que tu as toujours soif et tu bois tant de sang et tant de larmes?. Ce sont les paroles de Sandor Petofi qui nous présente une réalité amère, qui pourtant est la réalité de l an deux mille. Dans le domaine de la technique et de la science, l humanité a accumulé, en peu de temps, un grand bagage de connaissances et d expériences qui ne sont pas du tout comparables à celles des siècles précédents. La technologie avancée, il suffit de penser à l électronique, nous donne aujourd hui des instruments perfectionnés qui n influencent seulement notre vie quotidienne, mais ils accélèrent les études scientifiques. Mais nous ne pouvons pas nier qu il existe un déséquilibre tragique: le progrès technique et scientifique ne correspond pas à une progression morale. En effet l homme moderne fait des résultats de la science et de la technique des instruments de massacre. Il a crée une civilisation qui a évolué constamment mais ses actions sont presque toujours gouvernées par l instinct primordial de sauvagerie, et par la haine qui le poussait autrefois à tuer ceux qu il croyait ses ennemis. L instinct n a pas changé, il n y a qu une différence, aujourd hui il possède des moyens de destruction plus précis et efficaces. Par contre, l instinct doit être maîtrisé par la raison. En effet, c est la raison qui le rend différent des bêtes. Il est certain que si nous continuons dans cette démarche nous provoquerons la mort de notre planète. Les invasions des barbares et celles de Mongols que l occident a subies dans les siècles passés sont restées comme les exemples typiques de grandes catastrophes historiques. Aujourd hui, nous assistons à une agression plus désastreuse: celle de l homme contre la nature. Voilà, on répète les même fautes: la science et la technique donnent à l homme la capacité de troubler l équilibre naturel. Par-là nous ne pouvons pas nier les avantages du progrès, mais nous devons constater que le découvertes et les inventions usées sans adresse ou dans le but précis d obtenir un intérêt immédiat, peuvent causer des dégâts irréparables au milieu où nos vivons et représenter un vrai attentat à notre survie. La situation ne se présente pas positive. Les savants, les philosophes, les Chefs d Etat, les écrivains ont parlé, écrit, disputé sur ces sujets: ils se sont trouvés d accord sur un point à mon avis fondamental: la science au service de la paix. Le progrès est en soi bon: pour l homme qui le réalise aussi que pour les avantages que la société peut en tirer. Le problème est donc un autre: il ne faut pas retenir le progrès, ça signifierait tuer l homme et sa civilisation, mais l éduquer à s en servir, d une manière cohérente. Le monde entier ne peut se renouveler que grâce à l amour. Un exemple parmi les autres est Gandhi, considéré par Albert Einstein le plus grand génie politique de notre temps. Il a montré les sacrifices que les hommes peuvent faire, une fois qu ils ont trouvé leur droit chemin. Son opposition pacifique pour la libération de l Inde témoigne que lorsque la volonté est soutenue par une ferme conviction, elle est plus puissante qu une force matérielle apparemment invincible. Les conflits sont réels; les conceptions de gouverner un pays sont différentes; les nations continueront à rivaliser, mais la compétition doit s effectuer sur le plan de la conduite morale, plutôt que de la destruction, (c est John Kennedy qui nous le dit); elle doit s effectuer sur le plan des réalisations plutôt que des déclarations de guerre. Malgré mes quinze ans, j ai une certitude: tout le monde peut gagner, si tous s engagent dans la compétition pour une vie meilleure. Che cosa hai mangiato, terra, che hai sempre sete e bevi tanto sangue e tante lacrime? (Sandor Petofi) Che cosa hai mangiato, terra, che hai sempre sete e bevi tanto sangue e tante lacrime? Sono parole di Sandor Petofi che ci presentano una realtà amara che comunque è quella dell anno Nel campo della tecnica e della scienza, l umanità ha accumulato, in breve tempo, un grande bagaglio di conoscenze e d esperienze non comparabili con quelle dei secoli precedenti. La tecnologia avanzata, basta pensare all elettronica, ci fornisce degli strumenti perfezionati che non influenzano soltanto la nostra vita quotidiana, ma accelerano gli studi scientifici. Non possiamo però negare che esista uno squilibrio tragico dei risultati: il progresso tecnico e scientifico non corrisponde ad un progresso morale. In effetti, l uomo moderno con i progressi della scienza e della tecnica produce strumenti di massacro. Ha creato una civiltà che si evolve costantemente, ma le cui azioni sono quasi sempre governate dall istinto primordiale del selvaggio e dall odio che un tempo spingevano l uomo ad uccidere tutti quelli che considerava nemici. L istinto non è cambiato e non c è che una differenza: L uomo oggi possiede mezzi di distruzione più precisi ed efficaci. Ma l istinto deve essere comandato dalla ragione. Infatti è la ragione che rende l uomo differente dagli animali. È comunque certo che se si continua su questa strada, provocheremo la morte del nostro pianeta. Le invasioni dei Mongoli che l Occidente ha subito nei secoli passati sono restate come esempio tipico dei grandi disastri storici. Oggi noi assistiamo ad una invasione più disastrosa: quella dell uomo contro la natura. Ecco, ripetiamo gli stessi sbagli: la scienza e la tecnica danno all uomo la capacità di sconvolgere l equilibrio naturale. Non si possono negare i vantaggi del progresso, ma dobbiamo constatare che le scoperte e le invenzioni, usate senza scopo o con quello preciso di ottenere un interesse immediato, possono causare guasti irreparabili per ciò che ci circonda e rappresentare un vero attentato alla nostra sopravvivenza. La situazione non è positiva. I sapienti, i filosofi, i Capi di Stato, gli scrittori hanno parlato, scritto, discusso su questo argomento; essi si sono trovati d accordo su un punto a mio avviso fondamentale: la scienza al servizio della pace. Il progresso è in sé buono per l uomo che lo realizza come per la società che può trarne benefici. Il problema è dunque un altro: non si può fermare il progresso; significherebbe uccidere l uomo e la sua civiltà, ma è necessario educarlo a servirsene in maniera coerente. Il mondo non può rinnovarsi se non attraverso l amore. Un esempio tra gli altri è Gandhi, considerato da Albert Einstein il più grande genio politico dei nostri tempi. Egli ha mostrato i sacrifici che gli uomini possono sopportare una volta trovato il loro giusto cammino. La sua opposizione pacifica in favore della liberazione dell India, testimonia che quando la volontà è sostenuta da una ferma convinzione è più forte di una forza materiale apparentemente invincibile. I conflitti sono reali; le concezioni di governare un paese sono differenti; le nazioni continueranno a rivaleggiare, ma la competizione deve effettuarsi sul piano della condotta morale, più che su quello della distruzione (è John Kennedy che l ha detto); deve effettuarsi sul piano delle realizzazioni anziché con dichiarazioni di guerra. Malgrado i miei quindici anni, io ho una certezza: il mondo può vincere, se tutti si impegnano in una gara per una vita migliore. 18

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20 Vogliate commentare la seguente massima: Incontrati con il tuo vicino, parla con lui e vi sarà la pace. Cette maxime très simple et claire nous introduit au thème très important du dialogue et à son plus vrai e spontané valeur: la paix. Le dialogue est l une de motivations les plus profondes dans la vie de l homme. En effet, l homme est sur la terre, du fond des âges mais ses exigences spirituelles ne sont pas changées et on peut dire que la science et la technique ont pu modifier profondément ses habitudes mais elles ne peuvent pas changer ce qui appartient à sa nature intime, à ses perceptions et à ses sensations. Dialoguer c est un besoin spontané de connaître nous-mêmes et les autres, par-là je ne comprends pas la thématique de Sartre qui affirme l enfer c est les autres. Accepter cette formule pour un adolescent comme moi ce serait nier l espoir pour un avenir de compréhension et de paix. Par contre, je pense que le dialogue est le moyen indispensable pour satisfaire sa propre intime exigence de communiquer. C est toujours beau de tendre la main à quelqu un et avoir des amis, parce que c est comme regarder le monde par cent yeux différents. On a ainsi maintes possibilités de décerner le vrai et de sonder à la recherche de notre personnalité mais surtout en connaissant d autres gens, étrangers et de notre nationalité, nous pouvons donner une juste dimension à notre réalité et nous comparer avec les autres. Pour dialoguer, je n entends pas un bavardage ou un verbalisme inutile qui pourrait se dégrader en un monologue. A mon avis le dialogue doit s affirmer particulièrement par l amitié et dans un plus vaste domaine par la compréhension réciproque, la libre circulation des idées et le respect des individus. Je souhaite avec toutes mes forces que cela dépasse la capacité d un seul état pour élargir à l Europe et au monde entier. Si ce dialogue on le fait instrument de bien on peut abattre toutes les frontières du monde et tous ces préjugés qui sèment la discorde entre l humanité et aboutir à ce qui, sans vouloir être rhétoricien, est appelé amour. Vogliate commentare la seguente massima: Incontrati con il tuo vicino, parla con lui e vi sarà la pace. Questa massima, molto semplice e chiara ci introduce al tema molto importante del dialogo e al suo più vero e spontaneo valore: la pace. Il dialogo è uno dei motivi più profondi nella vita dell uomo. In effetti, l uomo è sulla terra dalla profondità dei secoli, ma le sue esigenze spirituali non sono cambiate e si può dire che la tecnologia e la scienza hanno potuto modificare profondamente le sue abitudini ma non possono cambiare ciò che appartiene alla sua natura intima, alle sue percezioni e sensazioni. Dialogare è un bisogno spontaneo per conoscere noi stessi e gli altri, per questo non capisco la tematica di Sartre che afferma l inferno è gli altri. Accettare questa formula, per un adolescente come me, sarebbe negare la speranza per un avvenire di comprensione e di pace. Al contrario, io penso che il dialogo sia il mezzo indispensabile per soddisfare la propria intima esigenza di comunicare. È sempre bello tendere la mano a qualcuno e avere degli amici, perché è come guardare il mondo attraverso cento occhi differenti. Si hanno così molte possibilità di discernere il vero e di sondare alla ricerca della nostra personalità, ma soprattutto, conoscendo altre persone straniere o della nostra nazionalità, possiamo dare la giusta dimensione alla nostra realtà e confrontarci con gli altri. Per dialogo io non intendo uno sproloquio inutile che potrebbe degradare in un monologo. A mio avviso il dialogo deve affermarsi particolarmente attraverso l amicizia e, in un campo più vasto, attraverso la comprensione reciproca, la libera circolazione delle idee e il rispetto fra gli individui. Mi auguro con tutte le mie forze che tutto ciò oltrepassi i confini dello Stato per allargarsi all Europa e al mondo intero. Se si concepisce questo dialogo come strumento del bene, si possono abbattere tutte le frontiere del mondo e tutti quei pregiudizi che seminano discordia nell umanità e raggiungere ciò che, senza voler essere retorici, è chiamato amore. 20

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