PIL pro capite e aspettativa di vita (anni alla nascita) (UNDP, 2009)

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1 Diapositiva 1 PIL pro capite e aspettativa di vita (anni alla nascita) (UNDP, 2009) Per molto tempo il PIL è stato utilizzato come indicatore di progresso. Anche se il reddito costituisce un aspetto importante dello sviluppo, esistono altre componenti: il benessere comprende anche elementi sociali e personali che, insieme, ampliano la gamma di possibilità, per le persone, di vivere vite soddisfacenti. Inoltre, sorpassato un certo livello di reddito, alcuni indicatori di benessere umano, come l aspettativa di vita, non aumentano più in maniera proporzionale al reddito pro capite

2 Diapositiva 2 Produttività dell energia nell industria mineraria, in agricoltura, nella pesca L analisi dei trend nell uso dell energia in agricoltura, pesca, attività minerarie, estrazione di combustibili fossili mostra andamenti diversificati; in molti casi, però, la produttività dell energia, espressa come entità della produzione per unità di energia immessa, diminuisce nel tempo. Ciò ha implicazioni importanti per gli andamenti futuri delle attività industriali e l uso dell energia, soprattutto se si considera che la popolazione in crescita delle economie in via di sviluppo desidera seguire l andamento della crescita industriale così come realizzato nelle economie più ricche. Environmental and Natural Economics, cap. 9 Diapositiva 3 Estrazione totale di metallo Produzione/Unità di energia Anno Environmental and Natural Economics, cap. 9

3 Diapositiva 4 Estrazione di petrolio Energia prodotta/energia impiegata Anno Environmental and Natural Economics, cap. 9 Diapositiva 5 Estrazione di carbone Energia prodotta/energia impiegata Anno Environmental and Natural Economics, cap. 9

4 Diapositiva 6 Indice (100 = 1977) della Produzione agricola/energia impiegata Indice della Produzione/Energia Anno Environmental and Natural Economics, cap. 9 Diapositiva 7

5 Diapositiva 8

6 Diapositiva 9 BIODIVERSITY LOSS, HUMAN PRESSURE AND THE ECOLOGICAL FOOTPRINT

7 Diapositiva 10 Diapositiva 11

8 Diapositiva 12 Impronta e fattori della biocapacità che determinano il superamento Diapositiva 13 Earth Overshoot Day shows the day on which our total Ecological Footprint (measured in global hectares) is equal to the biocapacity (also measured in global hectares) that nature can regenerate in that year. For the rest of the year, we are accumulating debt by depleting our natural capital and letting waste accumulate. Earth Overshoot Day = world biocapacity world Ecological Footprint x 365

9 Diapositiva 14 Diapositiva 15 Real progress cannot be measured by money alone. We must ensure that economic growth contributes to our quality of life, rather than degrading it. (Tony Blair, Foreword to A Better Quality of Life 1999 )

10 Diapositiva 16 Impronta ecologica L'impronta ecologica è un indice statistico utilizzato per misurare la richiesta umana nei confronti della natura. Essa mette in relazione il consumo umano di risorse naturali con la capacità della Terra di rigenerarle. Diapositiva 17 Misura l'area biologicamente produttiva di mare e di terra necessaria per rigenerare le risorse consumate da una popolazione umana e per assorbire i rifiuti corrispondenti. Utilizzando l'impronta ecologica, è possibile stimare quanti "pianeta Terra" servirebbero per sostenere l'umanità, qualora tutti vivessero secondo un determinato stile di vita. Confrontando l'impronta di un individuo (o regione, o stato) con la quantità di terra disponibile pro-capite (cioè il rapporto tra superficie totale e popolazione mondiale) si può capire se il livello di consumi del campione è sostenibile o meno.

11 Diapositiva 18 Per calcolare l'impronta relativa ad un insieme di consumi si mette in relazione la quantità di ogni bene consumato (es. grano, riso, mais, cereali, carni, frutta, verdura, radici e tuberi, legumi, ecc.) con una costante di rendimento espressa in kg/ha (chilogrammi per ettaro). Il risultato è una superficie. Per calcolare l'impatto dei consumi di energia, questa viene convertita in tonnellate equivalenti di anidride carbonica, ed il calcolo viene effettuato considerando la quantità di terra forestata necessaria per assorbire le suddette tonnellate di CO 2. Diapositiva 19 Il concetto di impronta ecologica è stato introdotto nel 1996 da Mathis Wackernagel e William Rees. A partire dal 1999 il WWF aggiorna periodicamente il calcolo dell'impronta ecologica nel suo Living Planet Report. Nel 2003 Mathis Wackernagel e altri hanno fondato il Global Footprint Network, che si propone di migliorare la misura dell'impronta ecologica e di conferirle un'importanza analoga a quella del prodotto interno lordo. Il Global Footprint Network collabora attualmente con 22 paesi e con agenzie governative, autorità locali, università, istituti di ricerca, società di consulenza, associazioni.

12 Diapositiva 20 Modalità di calcolo Si considera l'utilizzo di sei categorie principali di territorio: terreno per l'energia: l'area di foresta necessaria per assorbire l'anidride carbonica prodotta dall'utilizzo di combustibili fossili; terreno agricolo: superficie arabile utilizzata per la produzione di alimenti ed altri beni (iuta, tabacco, ecc.); pascoli: superficie destinata all'allevamento; foreste: superficie destinata alla produzione di legname; superficie edificata: superficie dedicata agli insediamenti abitativi, agli impianti industriali, alle aree per servizi, alle vie di comunicazione; mare: superficie marina dedicata alla crescita di risorse per la pesca. Diapositiva 21 IMPRONTA DEI SUOLI EDIFICATI: IMPRONTA DELLE ZONE DI PESCA: IMPRONTA DEI PASCOLI: IMPRONTA DELLE FORESTE: IMPRONTA DELLE TERRE COLTIVATE: IMPRONTA DELL ASSORBIMENTO DI CO 2 : Definizione delle componenti dell Impronta Calcolata in base all area di suolo coperta da infrastrutture umane, fra cui quella per trasporti, abitazioni, strutture industriali e bacini di riserva per energia idroelettrica. Calcolata in base alla stima della produzione primaria necessaria a sostenere il prelievo di pesce e frutti di mare, utilizzando i dati di cattura di specie marine e oltre 268 specie di acqua dolce. Calcolata in base alla superficie necessaria per l allevamento di bestiame per la produzione di carne, prodotti caseari, pellame e lana. Calcolata in base alla quantità di legname, polpa, prodotti del legno e legna da ardere consumata da un paese ogni anno. Calcolata in base alla superficie impiegata per produrre cibo e fibre destinati al consumo umano, mangime per il bestiame, colture per la produzione di olio e gomma. Calcolata in base alla quantità di foresta necessaria ad assorbire le emissioni di CO 2 derivanti dalla combustione di combustibili fossili, dal cambiamento d uso del suolo e dai processi chimici, con l esclusione della parte assorbita dagli oceani. Tali e

13 Diapositiva 22 Modalità di calcolo L'intera superficie delle terre emerse è composta all'incirca da: foreste ed aree boschive (34%) pascoli permanenti (23%) terra arabile (10%) terra costruita (2%) altri suoli: ghiacciai, rocce, deserti, ecc. (32%). Le diverse superfici vengono ridotte ad una misura comune, attribuendo a ciascuna un peso proporzionale alla sua produttività media mondiale; si individua così l'area equivalente necessaria per produrre la quantità di biomassa usata da una data popolazione (mondiale, nazionale, regionale, locale), misurata in "ettari globali" (gha). Diapositiva 23 Modalità di calcolo L'impronta ecologica F viene calcolata con la formula: E i è l'impronta ecologica derivante dal consumo C i del prodotto i-esimo e q i, espresso in ettari/chilogrammo, è il reciproco della produttività media per il prodotto i-esimo. L'impronta ecologica pro capite f viene calcolata dividendo per la popolazione N residente nella regione considerata:

14 Diapositiva 24 Impronta ecologica globale Fra il 1961 e il 2007, la pressione antropica sulla biosfera è più che raddoppiata (Global Footprint Network, 2010) Il reale significato del superamento dei limiti Come è possibile che l umanità stia utilizzando la capacità di 1 pianeta e mezzo, quando abbiamo 1 solo pianeta Terra? Così come è possibile prelevare, da un conto corrente bancario, una cifra di denaro maggiore degli interessi generati, è ugualmente possibile utilizzare le risorse rinnovabili a una velocità maggiore di quella a cui vengono generate. Ogni anno, da una foresta può essere prelevata una quantità di legname maggiore di quella che ricresce e la quantità di pescato può superare la capacità delle specie ittiche di rigenerarsi. Questa modalità d azione è però perseguibile solo per periodi di tempo limitati, altrimenti le risorse si esauriranno totalmente. Analogamente, nel momento in cui le emissioni di CO2 superano la quantità che foreste e altri ecosistemi sono in grado di assorbire, sarebbe necessario un altro pianeta Terra per catturare le emissioni in eccesso. In alcuni luoghi si è già verificato un esaurimento delle risorse naturali, come il crollo degli stock di merluzzo verificatosi negli anni 80 nel Newfoundland. Oggi, l umanità è spesso in grado di cambiare le proprie fonti di approvvigionamento nel momento in cui queste si esauriscono - spostandosi in foreste o zone di pesca diverse, disboscando altre aree di suolo a scopo agricolo o utilizzando una popolazione diversa o una specie ancora abbondante in natura. Tuttavia, alle attuali velocità di consumo, anche tutte le altre risorse si esauriranno e, non è improbabile prima che ciò accada, molti ecosistemi collasseranno. Risultano già evidenti le conseguenze dell eccesso di gas serra che i sistemi naturali non riescono ad assorbire: le sempre crescenti concentrazioni di biossido di carbonio in atmosfera stanno causando un aumento della temperatura media globale, i conseguenti cambiamenti climatici e l acidificazione degli oceani. Questi fenomeni sottopongono la biodiversità e gli ecosistemi a ulteriori stress.

15 Diapositiva 25 Diapositiva 26 Humanity s Ecological Footprint by country, Humanity s Ecological Footprint,

16 Diapositiva 27 Impronta ecologica per componenti, L Impronta è visualizzata sotto forma del numero di pianeti necessari. La biocapacità totale, indicata dalla linea verde tratteggiata, è sempre equivalente a 1 pianeta Terra, sebbene la produttività biologica del Pianeta vari ogni anno. L energia idroelettrica è compresa nella componente dei terreni edificati e la legna da ardere in quella delle foreste Il superamento dei limiti ecologici è in aumento Durante gli anni 70, l umanità ha oltrepassato la soglia in cui l Impronta ecologica annuale era pari alla biocapacità annuale della Terra, ossia, l umanità ha iniziato a consumare le risorse rinnovabili a una velocità maggiore di quella impiegata dagli ecosistemi per rigenerarle e a rilasciare un quantitativo di biossido di carbonio maggiore di quello che gli ecosistemi riescono ad assorbire. Questa situazione è chiamata superamento dei limiti ecologici (overshoot) e, da allora, è progredita ininterrottamente. L ultimo calcolo dell Impronta ecologica mostra come questo trend non abbia subito alcuna flessione (figura). Nel 2007, l Impronta dell umanità ammontava a 18 miliardi gha, o 2,7 gha pro capite. La biocapacità della Terra era pari solo a 11,9 miliardi gha, o 1,8 gha pro capite. Ciò equivale a un superamento dei limiti ecologici del 50%. Ciò significa che la Terra necessiterebbe di 1 anno e mezzo per rigenerare le risorse rinnovabili utilizzate dall umanità nel 2007 e assorbire tutta la CO2 prodotta. In altre parole, nel 2007 l umanità ha utilizzato l equivalente di 1 pianeta e mezzo per sostenere le proprie attività.

17 Diapositiva 28 Mappa globale delle Impronte ecologiche pro capite nel Le tonalità di colore più scure corrispondono a Impronte ecologiche pro capite più elevate Impronta ecologica: nazionale Esaminando l Impronta ecologica a livello pro capite, risulta chiaro che esiste una grande differenza fra la domanda esercitata sugli ecosistemi da persone che vivono in paesi diversi. Per esempio, se ogni persona nel mondo vivesse come un abitante medio degli Stati Uniti o degli Emirati Arabi Uniti, per fare fronte ai consumi e alle emissioni di CO2 di tutta l umanità sarebbe necessaria la biocapacità di 4,5 pianeti Terra. Di contro, se ognuno vivesse come un abitante medio dell India, l umanità utilizzerebbe meno della metà della biocapacità attuale della Terra.

18 Diapositiva 29 Impronta ecologica: livello economico Impronta ecologica dei paesi OCSE, ASEAN e dell Unione Africana nel 2007, sotto forma di percentuale dell Impronta ecologica totale dell umanità L analisi dell Impronta ecologica basata su quattro raggruppamenti politici, che rappresentano diversi livelli economici dimostra che, generalmente, la domanda dei paesi a più alto reddito e livello di sviluppo nei confronti degli ecosistemi del pianeta è maggiore di quella dei paesi poveri e meno sviluppati. Nel 2007, i 31 paesi OCSE comprendenti le economie più ricche del mondo hanno contribuito all Impronta ecologica dell umanità per il 37%. Di contro, i 10 paesi ASEAN e i 53 dell Unione Africana comprendente alcuni dei paesi più poveri e meno sviluppati del mondo hanno contribuito all Impronta globale solo per l 11%.

19 Diapositiva 30 Impronta ecologica per raggruppamenti politici nel 2007, in funzione dell Impronta pro capite e della popolazione. L area all interno di ogni barra rappresenta l Impronta totale di ogni raggruppamento. Oltre a riflettere la quantità di beni e servizi consumati e il biossido di carbonio prodotto dall abitante medio, l Impronta ecologica è una funzione della popolazione. L Impronta ecologica media pro capite risulta molto inferiore nei paesi BRIC rispetto a quella delle nazioni OCSE; tuttavia, dal momento che la popolazione dei primi è oltre il doppio di quella dei secondi, la loro Impronta ecologica totale si avvicina a quella dei paesi OCSE. Nell Impronta pro capite dei paesi BRIC, l incremento del tasso di crescita attuale indica che queste quattro nazioni sono in grado di sorpassare i 31 paesi OCSE nei loro consumi totali.

20 Diapositiva 31 Impronta ecologica: variazioni nel tempo L area di ogni spicchio mostra la dimensione relativa dell Impronta per ogni regione politica l Impronta ecologica è cambiata nel tempo nei diversi raggruppamenti politici, sia nelle sue dimensioni sia per quanto riguarda il contributo relativo di ogni componente dell Impronta stessa. Fra il 1961 e il 2007, l Impronta ecologica totale dei quattro gruppi politici risulta più che raddoppiata. In tutti i gruppi, l incremento maggiore si è verificato nell Impronta di carbonio. Benché l Impronta di carbonio dei paesi OCSE risulti la più alta di tutte le altre regioni e sia decuplicata dal 1961, non è quella con la crescita più rapida. L Impronta di carbonio dei paesi ASEAN è aumentata oltre 100 volte, quella delle nazioni BRIC 20 volte e quella degli stati dell Unione Africana 30 volte. Di contro, in tutte le regioni il contributo relativo delle Impronte di suoli coltivati, pascoli e foreste risulta diminuito. La diminuzione nell Impronta dei suoli coltivati è la più cospicua, dal 44-62% di tutti i raggruppamenti nel 1961 al 18-35% nel Questa variazione, da Impronta ecologica dominata dalle biomasse a Impronta ecologica dominata dal carbonio, riflette la sostituzione del consumo di risorse ecologiche con energia da combustibili fossili.

21 Diapositiva 32 BIOCAPACITÀ Diapositiva 33 La biocapacità di un paese è determinata da due fattori: la superficie dei suoli coltivati, pascoli, zone di pesca e foreste all interno dei propri confini; la produttività di questi suoli/ risorse idriche. Misurazione della biocapacità La biocapacità comprende i suoli coltivati per la produzione di cibo, fibre e biocombustibili, i pascoli per i prodotti animali (come carne, latte, pellame e lana), le zone di pesca costiere e interne e le foreste per la fornitura di legname e l assorbimento di CO2. La biocapacità tiene conto della superficie di suolo disponibile e della sua produttività, misurata con la quantità di colture o alberi che crescono su un ettaro di esso. Per esempio, le terre coltivate in paesi aridi e/o freddi possono risultare meno produttive di quelle di paesi più caldi e/o più umidi. Se i suoli e le risorse idriche di una nazione risultano altamente produttivi, la sua biocapacità può includere più ettari globali dei reali ettari posseduti.

22 In egual modo, un aumento dei raccolti fa crescere la biocapacità. Per esempio, la superficie di suolo utilizzata per crescere la coltura principale, i cereali, è rimasta relativamente costante dal 1961, mentre la quantità di raccolto per ettaro è più che raddoppiata.

23 Diapositiva 34 Da tutti gli studi effettuati, su scala mondiale e su singoli paesi, emerge che l'impronta mondiale è maggiore della capacità bioproduttiva mondiale. Secondo Mathis Wackernagel, nel 1961 l'umanità usava il 70% della capacità globale della biosfera, ma nel 1999 era arrivata al 120%. Ciò significa che stiamo consumando le risorse rinnovabili più velocemente di quanto potremmo, cioè che stiamo intaccando il capitale naturale e che nel futuro potremo disporre di meno materie prime per i nostri consumi. Diapositiva 35 Percentuale di biocapacità della Terra usata: 63%

24 Diapositiva 36 Percentuale di biocapacità della Terra usata: 151% Diapositiva 37 Richiesta e approvvigionamento delle risorse ecologiche, 2003

25 Diapositiva 38 Le 10 maggiori biocapacità nazionali nel 2007 Da soli, dieci paesi contribuiscono per oltre il 60% alla biocapacità della Terra L analisi della biocapacità a livello nazionale rivela che oltre la metà della biocapacità mondiale si trova nei confini di soli 10 paesi. Il Brasile possiede la biocapacità più alta, seguito da (in ordine decrescente) Cina, Stati Uniti, Federazione Russa, India, Canada, Australia, Indonesia, Argentina e Francia. Diapositiva 39 Mappa globale della biocapacità disponibile pro capite nel Biocapacità pro capite Anche la biocapacità pro capite, ottenuta dividendo la biocapacità nazionale per la popolazione di un paese, non risulta equamente distribuita nel mondo. Nel 2007, il paese con la biocapacità pro capite più alta era il Gabon, seguito (in ordine decrescente) da Bolivia, Mongolia, Canada e Australia. In un mondo in superamento dei limiti

26 ecologici, l ineguale distribuzione della biocapacità fa sorgere questioni geopolitiche ed etiche connesse alla condivisione delle risorse del pianeta

27 Diapositiva 40 Diapositiva 41 Impronta suddivisa per reddito pro-capite medio,

28 Diapositiva 42 Variazioni dell Impronta ecologica e della biocapacità globali disponibili pro capite La biocapacità totale disponibile pro capite (in ettari globali) è diminuita all aumentare della popolazione. Diapositiva 43 Sviluppo umano e impronta ecologica, 2003

29 Diapositiva 44 Diapositiva 45

30 Diapositiva 46 Scenario Business As Usual e debito ecologico In questo scenario, entro il 2050, l impronta ecologica totale delle terre coltivate e dell anidride carbonica aumenterà del 60%, la domanda di terreni da pascolo e di riserve di pesca dell 85%, e l uso di foreste del 110%. Supponendo che la popolazione cresca moderatamente, l impronta media per persona aumenterebbe dai 2,2 ettari globali del 2003 ai 2,6 ettari globali entro la metà del secolo. Con questo superamento continuo e con l impronta che ogni anno supera la biocapacità del pianeta, l umanità accumula un deficit ecologico. E questo debito aumenta come risultato della somma di tutti i deficit annuali. Così entro il 2050, con lo scenario Business As Usual, il debito sarà uguale ad una quantità che corrisponde a 34 anni di produttività biologica globale e gli anni del superamento saranno ancora lontani dal concludersi.

31 Diapositiva 47 Scenario di cambiamento lento e debito ecologico Lo scenario del cambiamento lento mostra i risultati di uno sforzo congiunto per portare l umanità gradualmente fuori dal superamento entro il 2100, per stabilire un modesto margine di biocapacità e rallentare la perdita di biodiversità. A questo fine bisognerà abbattere del 50% le emissioni globali di CO2 entro la fine del secolo. Il prelievo ittico deve essere ridotto del 50% in modo da portare la pesca globale ad un livello potenzialmente sostenibile. In questo scenario si presume che la domanda di terre coltivate e da pascolo aumenti con un ritmo che sia la metà dell aumento della popolazione, in parte a causa di una minore percentuale di carne nella dieta media delle persone. Di contro, il consumo dei prodotti forestali aumenterà del 50% per compensare la diminuzione dell uso di combustibili fossili, di sostanze chimiche e di altri materiali. Questi cambiamenti combinati faranno sì che, entro il 2100, l impronta ecologica totale dell umanità diminuisca, rispetto al 2003, del 15%. Se fosse possibile favorire l aumento del 20% di biocapacità entro il 2100 e se la crescita della popolazione rimanesse moderata, l impronta ecologica media procapite diminuirebbe da 2,2 ettari a circa 1,5 ettari globali.

32 Diapositiva 48 Scenario della riduzione rapida e debito Lo scenario di riduzione rapida prevede uno sforzo energico per portare l umanità fuori dalla dimensione di superamento entro il Per quella data il debito ecologico accumulato equivarrebbe a meno di otto anni di produttività biologica della Terra. Lo scenario prevede anche che, entro il 2100, il 30% della biocapacità venga utilizzata dalle specie selvatiche: tuttavia, secondo alcuni ecologi, ciò non basterà ad arrestare la perdita di biodiversità. Questo scenario prevede una riduzione del 50% di emissioni di anidride carbonica entro il 2050 e del 70% entro il Il consumo totale di terreni agricoli e da pascolo aumenterà solo del 15% entro il Secondo le proiezioni sulla media della popolazione, si verificherà una diminuzione del 23% dell impronta ecologica per persona di terre coltivate e da pascolo. Ciò si può ottenere senza diminuire la quantità di calorie assunte o il valore nutrizionale del cibo consumato, o ridurre la proporzione del raccolto globale usata per il nutrimento degli animali. Si prevede anche una crescita ottimistica della biocapacità circa il 30% entro il 2100 dovuta all aumento di terreni agricoli, riserve di pesca e foreste per mezzo di tecnologie e capacità gestionali migliorate. Questo scenario di riduzione rapida prevede anche che l impronta ecologica dell umanità sarà, nel 2100, del 40% più bassa di quella del Ciò richiederà un enorme investimento economico iniziale, ma riducendo al minimo, nel più breve tempo possibile, il debito ecologico si avrà il minore rischio ecologico.

33 Diapositiva 49 Impronta ecologica divisa secondo l attuale uso Popolazione globale suddivisa per regioni Biocapacità globale suddivisa per regioni Eliminare il superamento significa riuscire a eliminare il gap tra l impronta ecologica dell umanità e la biocapacità del pianeta. Se la comunità globale è d accordo in linea di principio, bisognerà decidere di quanto ridurre l impronta e come questa riduzione dovrà essere divisa tra gli individui e le popolazioni. Le possibili strategie di allocazione potrebbero includere un assegnazione assoluta di parti di impronta, oppure una distribuzione iniziale di diritti o permessi di consumo, che potrebbero poi essere scambiati tra individui, nazioni o regioni. Qualunque strategia globale accettabile sarà influenzata da considerazioni etiche, economiche ed ecologiche. Queste strategie di allocazione illustrano come potrebbe cambiare l attuale distribuzione regionale sulla base o della relativa proporzione dell attuale biocapacità o della popolazione mondiale distribuita in ogni regione. Le allocazioni potrebbero essere fisse o cambiare in proporzione al variare della percentuale di entrambi i fattori in una regione. Le riduzioni programmate per le impronte regionali potrebbero essere stabilite in modo proporzionale alle attuali linee di base, in modo simile a quanto è stato fatto dal protocollo di Kyoto per i gas serra. Si potrebbe obiettare che questo sistema premierebbe le regioni con alti livelli storici di consumo e popolazione, penalizzando quelle che hanno già cominciato a ridurre la loro domanda totale sugli ecosistemi. Scegliendo una seconda opzione, ad ogni regione potrebbe essere distribuita una parte dell impronta globale in proporzione alla sua biocapacità. Le regioni potrebbero aumentare la loro biocapacità attraverso il commercio di quote con le regioni che hanno riserve di biocapacità.

34 Questa strategia potrebbe essere modificata per colmare la grande disparità che esiste attualmente tra regioni e nazioni, in tema di biocapacità disponibile. L impronta globale potrebbe essere divisa su una base uguale pro capite, con meccanismi che permettano alle nazioni e alle regioni di scambiarsi le assegnazioni iniziali in eccesso. Simile alla proposta di scambiarsi le emissioni di gas serra, tale strategia sarebbe rigorosamente egualitaria. Ma questo approccio, che probabilmente non è realistico da un punto di vista politico, premia le nazioni con popolazioni in crescita, ignora le circostanze storiche e non considera i bisogni che variano nelle differenti parti del mondo. Negoziare, selezionare e combinare questi o altri schemi di allocazione richiederà una cooperazione globale senza precedenti, se vogliamo ottenere la riduzione dell impronta umana. Sviluppare la logica che sta dietro la struttura per ridurre la domanda umana è facile, se paragonata alla sfida di realizzare il processo. Considerando i costi e la complessità per vincere questa sfida, la comunità globale dovrebbe domandarsi non solo come intraprendere questo progetto, ma anche le conseguenze sul benessere ecologico ed umano se questo progetto fallisse.

35 Diapositiva 50 Catalizzare la transizione verso la sostenibilità Senza un accurata misurazione non ci può essere una gestione efficiente. Senza una contabilità finanziaria, gli affari si farebbero al buio, rischiando la bancarotta. Senza una contabilità delle risorse, il deficit ecologico e il superamento non verrebbero rilevati e potrebbero persistere. Nel momento in cui gli effetti del superamento diventeranno evidenti, potrebbe essere troppo tardi per cambiare ed evitare la bancarotta ecologica. Il crollo della pesca al largo delle coste orientali del Canada e gli effetti devastanti della deforestazione ad Haiti sono due esempi sfortunati. La contabilità e il monitoraggio delle risorse sono essenziali per combattere i cambiamenti climatici, per la conservazione degli stock ittici e per gli accordi internazionali per la suddivisione dei diritti sull acqua. Queste ed altre misure progettate per preservare le risorse ecologiche aiutano a prevenire e a mitigare le crisi ambientali e le loro conseguenze socioeconomiche. Tali misure possono essere usate per stabilire linee di base, per fissare target e per monitorare il successo o l insuccesso delle strategie di sostenibilità, come mostrato nella Figura. L utilità gestionale di misure di contabilità, quali l indice del pianeta vivente e l impronta ecologica, è testimoniata dalla loro recente adozione come indicatori degli obiettivi del 2010 della Convenzione sulla Diversità biologica. Integrati da misure che tracciano altri aspetti chiave della biosfera e del benessere umano, forniscono tutta una serie di informazioni necessarie per tenere presente l obiettivo mentre creiamo il percorso verso un futuro sostenibile.

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