Sotto le ghiaie e le sabbie della pianura

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Sotto le ghiaie e le sabbie della pianura"

Transcript

1 [dal volume Il Tagliamento, CiErre edizioni, 2006] Sotto le ghiaie e le sabbie della pianura Adriano Zanferrari (Dipartimento di Georisorse e Territorio, Università di Udine) Un turista che percorre una valle qualsiasi del bacino del Tagliamento ha immediatamente la percezione della tridimensionalità dei corpi rocciosi e delle forme che i processi esogeni vi hanno scolpito. Se non è troppo frettoloso e accompagna l osservazione alla riflessione, si rende anche conto che tutti gli oggetti geologici o geomorfologici che vede hanno richiesto per formarsi un tempo più o meno lungo spesso un tempo lunghissimo, appunto geologico. Infine, può osservare frane sui versanti, alvei sovralluvionati o in erosione, depositi di colata detritica, aree denudate e in erosione accelerata: questi e altri effetti dei processi esogeni così attivi e aggressivi nelle vallate carniche e giulie gli mostrano come le forme del paesaggio cambino continuamente e, stavolta, non secondo la scala dei tempi geologici ma secondo la misura del nostro tempo, ovvero in tempo reale. In altre parole si rende conto di tre fondamentali principi delle Scienze della Terra: tutti gli oggetti geologici sono tridimensionali, materializzano il tempo e sono in continua evoluzione. Al contrario, se il nostro turista esce dalla stretta di Pinzano e si inoltra sulla pianura verso il mare, viaggia a lungo su ghiaie, che vengono progressivamente sostituite da sedimenti più fini: le sabbie e i limi che caratterizzano la superficie della bassa pianura e la zona costiera. Le forme, a parte le scarpate incise nell alta pianura e i dossi fluviali nella bassa, sono di ben scarso rilievo: già nell etimologia la pianura racchiude la sua peculiarità di essere piana e bidimensionale. Con le eccezioni di cui sopra, viene a mancare la percezione del volume e della profondità: di conseguenza riesce molto difficile rendersi conto dell elemento tempo. Ma anche l elemento evoluzione sfugge nella quasi totalità, soprattutto perché entra in gioco il fattore antropico, rappresentato da quello strato di edifici, strade e infrastrutture di ogni genere che noi abbiamo sovrapposto al paesaggio naturale, paesaggio che cerchiamo di fossilizzare nelle sue forme, annullando, per quanto possibile, i fattori della dinamica fluviale con argini, canalizzazioni e altre opere di difesa. In definitiva, nell accezione comune la pianura è una superficie sostanzialmente piana, che per quanto si può ricordare è sempre stata così : un po come il pavimento di un edificio, costruito anni o decenni or sono e praticamente uguale ad allora. Il sottosuolo della pianura: i metodi per esplorarlo Ma che cosa c è sotto quella superficie su cui scorre il Tagliamento e in cui si vedono solo il terreno agrario e qua e là depositi ghiaiosi, sabbiosi o limosi? Il geologo può rispondere precisando che in senso strettamente geomorfologico la pianura è sì una superficie articolata in varie forme, alcune delle quali in evoluzione alla scala del tempo umano, ma in realtà, da un punto di vista geologico più generale, essa è un enorme volume di sedimenti, dello spessore di molte centinaia di metri, sciolti o talora cementati, convenzionalmente di età quaternaria, in cui si alternano sedimenti formatisi in ambiente continentale,

2 lagunare e marino. Il corpo sedimentario della pianura poggia su un substrato di rocce via via più antiche, di cui si conoscono le caratteristiche e l'età fino a una decina di chilometri di profondità. A questo punto viene spontanea una seconda domanda: com'è possibile avere informazioni, anche molto precise, del sottosuolo fino a tali profondità? La conoscenza del sottosuolo, qualitativamente e quantitativamente decrescente con l aumentare dei chilometri di profondità, avviene innanzi tutto per via diretta, acquisendo campioni dei materiali del sottosuolo mediante i sondaggi geognostici a carotaggio continuo, quelli cioè che hanno lo scopo di estrarre una specie di cilindro più o meno continuo (la carota). Sulle carote si possono eseguire indagini sulle caratteristiche petrografiche e sedimentologiche, paleontologiche (per la datazione relativa e le ricostruzioni paleoambientali), radiometriche (per le datazioni assolute) e su varie proprietà fisiche e tecniche. Tuttavia i sondaggi a carotaggio continuo, assai costosi, sono poco numerosi e raggiungono normalmente profondità dell ordine delle decine di metri, eccezionalmente alcune centinaia. Molto più frequenti e anche maggiormente profonde sono le perforazioni eseguite in modo veloce e più economico per realizzare pozzi per acqua. Tuttavia lo scavo del foro avviene con tecniche che portano a un minuto sbriciolamento dei materiali attraversati (metodo a distruzione di nucleo ): i dati geologici ricavabili sono perciò pochi e di scarsa affidabilità. Informazioni dirette di fondamentale importanza fino a profondità di molti chilometri sono fornite dalle carote e dai frammenti centimetrici di roccia (il cutting) che si raccolgono nel corso dei sondaggi per la ricerca di idrocarburi. Alcuni di questi sono presenti anche nella pianura lungo il Tagliamento presso Susans (pozzo Gemona 1) e nella zona di Latisana (Cesarolo 1, Cavanella 1), nonché nell Alto Adriatico davanti al suo delta (Amanda 1 bis). Nel corso della perforazione sono registrati, assieme a caratteri fisici strettamente collegati agli scopi della perforazione, anche altri parametri delle rocce che servono a definire ulteriormente i corpi rocciosi e a correlarli fra loro in profondità. I costi sono evidentemente elevatissimi: il sondaggio Cargnacco 1, realizzato dall AGIP presso Udine e che ha raggiunto m di profondità [Venturini S., 2002], è costato nel 1993 oltre 20 miliardi di lire. Esistono poi le indagini indirette profonde, che, come nel caso dei pozzi ora ricordati, sono appannaggio quasi esclusivo delle compagnie petrolifere sia per il costo che per gli scopi e per la necessità di adeguate e peculiari conoscenze geologiche e tecnologiche. Si tratta delle indagini gravimetriche, aereomagnetiche, geoelettriche e, soprattutto, delle indagini sismiche a riflessione, che corrispondono alla registrazione di parametri fisici, dai quali si riesce a risalire, con vari gradi di approssimazione, a natura, forma, dimensioni e profondità dei corpi rocciosi del sottosuolo. Le indagini gravimetriche, quelle aereomagnetiche e le geoelettriche misurano rispettivamente le anomalie di gravità, quelle relative al campo magnetico terrestre e le variazioni di resistività elettrica legate alla differente distribuzione di volumi crostali di diversa densità oppure con differenti proprietà magnetiche o, infine, che offrono differente resistenza al passaggio di una corrente elettrica immessa artificialmente nel sottosuolo. Nelle indagini con il metodo della sismica a riflessione sono registrati in superficie da appositi sensori (i geofoni), disposti su allineamenti lunghi anche decine di chilometri (linee sismiche), i tempi di ritorno degli echi delle onde generate mediante piccole esplosioni o con vibratori sismici e riflesse da superfici di discontinuità litologica o tettonica. La potenzialità della sismica a riflessione è enorme: una sezione sismica (cioè tutto il sistema di riflessioni registrato lungo una linea sismica) tarata da sondaggi, può essere trasformata facilmente in una vera sezione geologica che dà un immagine bidimensionale dei primi chilometri della crosta terrestre. Due serie di sezioni sismiche, rispettivamente parallele e ortogonali fra loro, permettono di ottenere per interpolazione l immagine tridimensionale del sottosuolo di una vasta area.

3 Il sottosuolo della pianura del Tagliamento: una storia di eventi tardo-paleozoici, mesozoici e cenozoici Mezzo secolo di esplorazione del sottosuolo della pianura Veneto-friulana da parte dell AGIP [AGIP Mineraria, 1959; AGIP, 1977; Pieri, Groppi, 1981; Dondi et alii, 1982; Dondi, D Andrea, 1986; Cati et alii, 1989a; 1989b; Fantoni et alii, 2002; Merlini et alii, 2002] e colossali investimenti, non hanno portato alla scoperta di giacimenti di idrocarburi come nella pianura Padana. Ma da tali ricerche è derivato un contributo gigantesco alla conoscenza della geologia dell Italia nord-orientale, con ricadute decisive anche per la ricostruzione del quadro tettonico e di quello sismogenico della regione prealpina veneto-friulana [Poli et alii, 2002; Galadini et alii, 2005]. Dall integrazione fra i risultati delle indagini dirette e indirette appare una storia geologica del sottosuolo della pianura del Tagliamento che è quasi la stessa ricostruita nell'area montana: infatti, sotto le ghiaie, le sabbie e i limi del fiume si estendono successioni rocciose che in massima parte sono le stesse che formano i rilievi del suo bacino montano. Con una fondamentale differenza: la rocce del sottosuolo della pianura friulana non sono state ancora deformate tettonicamente e appilate fra loro da sovrascorrimenti come quelle che formano le montagne e le colline che le fanno corona (in termini geologici, queste ultime corrispondono alla catena Sudalpina orientale, di cui l antistante pianura rappresenta l avampaese, cioè la porzione di crosta ancora indeformata, sul cui margine settentrionale si appilano i sovrascorrimenti della catena); pertanto sono ancora perfettamente leggibili le geometrie dei corpi rocciosi e i loro rapporti verticali e laterali, nonché la paleogeografia di questa regione nei vari eventi geologici che si sono succeduti in oltre 300 milioni di anni. In sintesi, come risulta dalle colonne stratigrafiche dei pozzi profondi AGIP - fra tutti: Cesarolo 1 ed Amanda 1 bis [Cati et alii, 1989b] - le prime centinaia di metri di sedimenti terrigeni sotto al Tagliamento nella pianura, e nella zona di mare davanti al suo delta, si sono formate nel corso del Quaternario (1,8 milioni di anni) in ambienti alternativamente continentale (alluvionale), transizionali (lagunari e costieri) e marini poco profondi. Questa successione di corpi sedimentari, che in precedenza è stata definita come "pianura in senso geologico", giace sopra un sottile orizzonte di siltiti, arenarie e conglomerati di età pliocenica (da 5,3 a 1,8 milioni di anni), a loro volta sovrapposti a una successione di rocce in massima parte sedimentarie, di età via via più antica - miocenica, paleogenica, mesozoica e del Paleozoico superiore, potente da quasi sei a oltre dieci chilometri. La successione, in cui dominano dolomie e calcari, poggia sul basamento magnetico (Fig. 1), un volume di rocce paleozoiche di spessore ignoto, del quale si conosce l andamento della sua superficie sommitale, ricavato appunto dalle indagini aereomagnetiche [Cati et alii, 1989a]. Se si analizza più in dettaglio questa porzione di crosta, correlandone il quadro geologico con quello che si legge nelle rocce del bacino montano, viene alla luce una storia affascinante nella sua complessità, che inizia nel Paleozoico inferiore e medio. Alle centinaia di milioni di anni corrispondenti a questo intervallo di tempo geologico viene fatta risalire l età delle rocce della parte superiore del basamento magnetico. Come quelle affioranti nelle Alpi Carniche, anche queste hanno subito le deformazioni tettoniche dell orogenesi varisica (o ercinica) del Paleozoico, precedente all orogenesi alpina, e sono state innalzate a formare le montagne della catena varisica, poi erose e spianate nel corso del Carbonifero. Il basamento magnetico rappresenterebbe, quindi, ciò che rimaneva, attorno a 300 milioni di anni, di un antica catena montuosa completamente spianata, sulla quale, nel Permiano inferiore, tornò ad avanzare il mare: si sono così formati i calcari (Calcare del Trogkofel) ricchi di gusci di fusulinidi (macroforaminiferi) e di alghe intercettati tra e metri di profondità nell'amanda 1 bis a fondo pozzo. Come nelle montagne del bacino del Fiume Fella, la colonna stratigrafica dello stesso pozzo registra anche gli effetti sedimentari (Breccia di Tarvisio) di un'importante fase tettonica del Permiano superiore. Nel Triassico medio (tra 245 e 228 milioni di anni, o Ma, usando il simbolo internazionale) si instaurò la prima importante piattaforma carbonatica riconosciuta nel sottosuolo della pianura, quella del Calcare del Latemar, attraversato dal pozzo per ben 755 m. Il

4 termine piattaforma carbonatica definisce aree marine di bassa profondità e soggette all escursione di marea, che possono essere vastissime (come quella delle Bahamas) oppure più piccole (atolli); su queste zone di altofondo e con clima tropicale o equatoriale prospera la vita e si accumulano grandi quantità di resti calcarei di organismi marini (coralli, molluschi di ogni tipo, alghe, foraminiferi, ). Se si pensa all enorme diffusione nel bacino montano del Tagliamento di rocce carbonatiche (calcari e dolomie) di questa origine, è evidente quanto siano stati importanti tali paleoambienti in tutta la sua storia geologica. Fig. 1 - Alcuni fondamentali aspetti geologici del sottosuolo della pianura. I numeri indicano la profondità in km della sommità del basamento magnetico, substrato paleozoico (rigato verde: rocce vulcaniche del Carbonifero) della pila di rocce del Mesozoico e Cenozoico (rigato blu: vulcaniti del Trias medio). Linea a punti: andamento del margine della Piattaforma Carbonatica Friulana giurassico-cretacica, a sudovest della quale si apriva il Bacino di Belluno; quadratini neri: pozzi AGIP, fonti di preziose informazioni fino a oltre 7000 m di profondità; linee blu dentellate: i maggiori sovrascorrimenti, alcuni dei quali deformano anche la superficie dell alta pianura. Gli organismi che vi vivevano sopra e la piattaforma stessa furono estinti da un ciclo vulcanico andesitico del Ladinico superiore (attorno a 230 Ma), caratterizzato dall alternarsi di esplosioni vulcaniche e di colate laviche. Sui prodotti vulcanici si depositarono nel Carnico ( Ma) nuovamente sedimenti marini e lagunari di spessori assai

5 variabili da zona a zona, tra cui anche gessi (analoghi a quelli che si vedono ora lungo la strada che sale al passo della Mauria: sono le rocce della Formazione di Raibl). Successivamente, dal Norico fino a tutto il Cretacico, ovvero tra 216 e 65 Ma, l area corrispondente all attuale pianura del Tagliamento divenne il regno delle piattaforme carbonatiche: la prima è quella della Dolomia Principale, spessa almeno 1000 m, la più importante sia per la sua diffusione è stata rinvenuta in tutti i pozzi profondi della pianura - che per il suo significato tettonico, in quanto essa forma la porzione basale di molti sovrascorrimenti nati negli eventi tettonici del Cenozoico. Per la rigidità e densità delle dolomie rispetto alle sottostanti rocce della Formazione di Raibl, alla sua base si produce una forte riflessione che si segue molto bene nelle linee sismiche, nonostante tale discontinuità litologica si trovi a molti chilometri di profondità dalla superficie della pianura. Sulla piattaforma della Dolomia Principale si sviluppò nel Lias (tra 199 e Ma) quella del Gruppo dei Calcari Grigi (spessore di ben 850 m nel pozzo Cesarolo 1) e infine, tra circa 175 e 65 Ma, si originarono le classiche successioni litologiche della Piattaforma Carbonatica Friulana (sono i calcari del Cansiglio e del gruppo del M. Cavallo, quelli del Carso e dell Istria ) a rudiste, coralli, gasteropodi, alghe, foraminiferi, il cui spessore è di circa m. Tuttavia questa successione carbonatica di acque basse e clima tropicale non è ubiquitaria (Figg.1 e 2): presente nel sottosuolo di tutta la pianura del Tagliamento, è sostituita sia a sud della sua foce (pozzo Amanda 1 bis) che immediatamente a ovest dei pozzi Cesarolo 1 e Cavanella 1 da sedimenti depositatisi in aree marine profonde tra i e i m (bacini) e sui pendii sottomarini (scarpate e rampe) che collegavano i margini della piattaforma ai fondali dei bacini stessi. Le rocce formatesi in tali paleoambienti derivano da finissimi sedimenti pelagici calcareo-silicei (i gusci microscopici contenuti in essi o addirittura che li formano - sono quelli calcarei o silicei del plancton), ai quali si intercalavano detriti grossolani e sabbie risedimentati o franati dai margini della piattaforma ad opera del moto ondoso, di tempeste e di terremoti. La vita della Piattaforma Carbonatica Friulana terminò alla fine del Cretacico in conseguenza dell evento tettonico Dinarico, che tra il Cretacico superiore e l Eocene medio (tra 70 e 35 Ma circa) creò nelle Dolomiti e nel Friuli centroorientali e in Slovenia la catena Dinarica esterna, una catena a pieghe e sovrascorrimenti appilati da est a ovest ed embricati come le tegole di un tetto. Essa, con il suo ispessimento crostale e il conseguente carico tettonico sull avampaese, fece progressivamente inclinare quest'ultimo verso est: così il settore orientale della Piattaforma Friulana sprofondò fino a diventare un bacino, mentre quello occidentale, comprendente anche il sottosuolo della pianura del Tagliamento, subì un graduale sollevamento. La superficie della piattaforma lentamente emerse e scomparvero le tante forme marine che vi abitavano e che con l accumulo dei loro scheletri l avevano fatta crescere durante decine e decine di milioni di anni; i calcari furono soggetti a erosione subaerea, che ne asportò fino a molte centinaia di metri, e vennero anche profondamente incarsiti. Nello stesso tempo i bacini che circondavano la piattaforma furono progressivamente colmati da alcune migliaia di metri di sedimenti di frana sottomarina: sono le successioni torbiditiche di frana sottomarina - i cosiddetti flysch affioranti nelle Prealpi Giulie [Tunis, Venturini S., 1992], Carniche e Venete orientali [Grandesso, in Costa et alii, 1991] e intercettati da vari pozzi AGIP nella pianura.

6 Fig.2 - Una sezione sismica a riflessione tra il margine della Piattaforma Carbonatica Friulana e il Bacino di Belluno e, sotto, la sua interpretazione, tarata con i pozzi AGIP Cavanella 1 ed Eraclea 1, cioè la corrispondente sezione geologica (molto semplificata). Le sezioni evidenziano i rapporti batimetrici tra piattaforma e bacino e la notevole profondità di quest ultimo alla fine del Cretacico (l.m.: livello del mare di allora), in quanto sono stati cancellati dalle due sezioni i sedimenti depostisi successivamente. La sezione sismica corrisponde alla registrazione dei tempi di ritorno (cioè gli echi) delle vibrazioni generate artificialmente in superficie e riflesse da superfici di strato: la scala verticale è infatti in secondi. Si vedono chiaramente l arretramento del margine della Piattaforma nel Malm e la sua progradazione nel Cretacico, i corpi (di brecce e calcareniti) che si sono ripetutamente accumulati, spesso per frana sottomarina, sulla scarpata e nella parte prossimale del bacino, mentre, nella sua parte distale, è evidente la regolare stratificazione delle rocce bacinali (soprattutto calcilutiti selcifere e fini calcareniti). L evento Dinarico rappresentò un vero giro di boa sia paleoambientale che sedimentologico nella storia geologica del sottosuolo della pianura del Tagliamento e, in generale, dell intera pianura veneto-friulana. Le piattaforme carbonatiche (salvo alcune minori, isolate e sottili, che ricrebbero per breve tempo in parte del Paleocene e dell Eocene [Venturini S. 2002], cioè attorno a Ma fa) scomparvero per sempre assieme ai bacini e alle scarpate. La sedimentazione divenne e tale rimase sino ad oggi - terrigena, costituita cioè dai detriti portati in mare prima dai fiumi che provenivano dalla catena Alpina e da quella Dinarica in sollevamento ed erosione e poi dalla catena Sudalpina orientale, che attorno a 23 milioni di anni fa cominciò a formarsi nei settori più settentrionali, a estendersi progressivamente verso sud-est e a fornire a sua volta, con l erosione delle nuove montagne e colline che si stavano sollevando, nuove fonti di detriti da distribuire in un mare poco profondo. Quest ultimo era paragonabile come

7 batimetrie all attuale alto e medio Adriatico, ma la sua linea di costa nel Miocene superiore e nel Pliocene si estendeva ancora all interno delle attuali Prealpi Carniche. Ma prima di giungere al momento geologico più recente, il Quaternario, va ricordato un evento che ha lasciato anche nel sottosuolo una sua sorprendente impronta: la crisi di salinità del Messiniano tra 5,96 e 5,4 milioni di anni fa [Rizzini, Dondi, 1978; Cita, 1982; Cita, Corselli, 1990]. La chiusura temporanea dello Stretto di Gibilterra, il conseguente isolamento del Mediterraneo per circa anni e il suo parziale prosciugamento, determinarono un abbassamento di oltre un migliaio di metri del livello di base dei fiumi che vi si immettevano. Su tutta l area corrispondente all attuale pianura veneto-friulana e su gran parte di quella Padana l ambiente marino fu sostituito da quello subaereo e si impostò una nuova rete di drenaggio. Ancora una volta con il prezioso strumento della sismica a riflessione si osserva che il Paleotagliamento all uscita dall area prealpina non si dirigeva come ora verso sud, ma era attirato in una depressione strutturale che portava le sue acque a confluire verso sud-ovest nel Paleopiave, che a sua volta scendeva per Vittorio Veneto verso l area veneziana in una grande e profonda valle scavata nelle rocce mioceniche. Con la riapertura dello Stretto e la risalita del livello marino del Mediterraneo, le profonde valli ora nel sottosuolo della pianura e poi anche il territorio ad esse circostante - furono alla fine riconquistate dal mare che per buona parte del Pliocene (a partire da circa 3,8-3,5 Ma fa nella pianura veneto-friulana) vi depositò sabbie e fanghi, mentre all uscita dalle Prealpi si formarono vasti delta-conoidi ghiaiosi: una piccola parte di quello del Paleotagliamento è ora osservabile nei colli di Osoppo. Fig.3 - Sezione geologica, che corre vicina e parallela al corso del Tagliamento, sintesi di una lunga serie di eventi deposizionali e tettonici dal Paleozoico ad oggi. Essa deriva dall interpretazione di alcune linee sismiche a riflessione e mostra gli andamenti dei principali corpi rocciosi fino a 8-10 km di profondità. Legenda: 1, rocce del basamento magnetico (Paleozoico), del Permiano e del Trias inferiore e medio; 2, piattaforme carbonatiche della Dolomia Principale (Trias superiore) e dei Calcari Grigi (Lias); 3, Piattaforma Carbonatica Friulana (Dogger-Cretacico superiore); 4, torbiditi, che hanno colmato nel Paleocene lo spazio ereditato dal Bacino di Belluno del Mesozoico; 5, depositi terrigeni dell Oligocene superiore-miocene medio; 6, arenarie e conglomerati del Miocene medio e superiore, connessi alla fase tettonica principale di formazione della catena Sudalpina orientale, che ha anche fatto inclinare verso nord la crosta veneto-friulana; 7, sabbie e fanghi del Pliocene, che colmano le paleovalli (una è visibile a destra di Latisana, un altra sotto Casarsa) legate alla crisi di salinità del Messiniano ; 8, ghiaie, sabbie, fanghi del Quaternario la pianura in senso geologico alternanza di fasi di sedimentazione marina, lagunare e continentale. La storia geologica del sottosuolo della pianura su cui scorre il Tagliamento si conclude nel Quaternario (da 1,8 Ma ad oggi) con un alternanza di fasi di sedimentazione marina e continentale, guidate sempre dal gioco complesso tra variazioni del livello marino e della quantità degli apporti detritici, indotte principalmente da fattori climatici, e variazioni della velocità di subsidenza naturale determinate da cause tettoniche (e ora anche antropiche: l emungimento

8 delle acque sotterranee...). Si sono così formate quelle molte centinaia di metri di sedimenti che all inizio abbiamo definito come pianura in senso geologico. A questo punto la storia della pianura cessa di essere storia del sottosuolo, cioè una serie di eventi del passato, misurati con la scansione del tempo geologico, e diventa anche la storia quotidiana degli uomini che su di essa abitano e degli eventi naturali (piene, alluvioni, diversioni fluviali...) che il Tagliamento produce e con cui essi devono convivere. Lavori citati AGIP, Temperature sotterranee. Inventario dei dati raccolti durante la ricerca e la produzione di idrocarburi in Italia, Edizioni AGIP, Milano AGIP Mineraria, Campi gassiferi padani, Atti Convegno Giacimenti gassiferi dell Europa occidentale, Accademia Nazionale dei Lincei, 2, pp , Roma Cati A. et alii, Northeastern Italy. Integrated processing of geophysical and geological data, in Memorie della Società Geologica Italiana, 40, 1989a, pp Cati A. et alii, Carbonate platform in the subsurface of the Northern Adriatic area, in Memorie della Società Geologica Italiana, 40, 1989b, pp Cita M.B., The Messinian salinity crisis in the Mediterranean: a review, Alpine Mediterranean Geodynamics, Geodynamic Series, 7, 1982, pp Cita M.B., Corselli C., Messinian paleogeography and erosional surfaces in Italy: an overview, Palaeogeography Palaeoclimatology Palaeoecology, 77, 1990, pp Costa, V. et alii, Note illustrative del Foglio 063-Belluno della Carta Geologica d'italia alla scala 1:50.000, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Roma Dondi L. et alii, Evoluzione sedimentaria e paleogeografica nella Pianura Padana, in Cremonini G., Ricci Lucchi F. (a cura di), Guida alla Geologia del Margine Appenninico-Padano, Società Geologica Italiana, Guide Geologiche Regionali, pp , Pitagora-Tecnoprint, Bologna1982. Dondi L., D Andrea M.G., La Pianura Padana e Veneta dall Oligocene superiore al Pleistocene, in Giornale di Geologia, 48, 1-2, 1986, pp Fantoni R., Catellani D., Merlini S., Rogledi S., Venturini S., La registrazione degli eventi deformativi cenozoici nell avampaese Veneto-Friulano, in Memorie della Società Geologica Italiana, 57, 2002, pp Galadini F., Poli M. E., Zanferrari A., Seismogenic sources potentially responsible for earthquakes with M > 6 in the eastern Southern Alps (Thiene-Udine sector, NE Italy), in Geophysical Journal International, 161, 2005, pp Merlini S. et alii, Analisi strutturale lungo un profili geologico tra la linea Fella-Sava e l avampaese adriatico (Friuli Venezia Giulia, Italia), in Memorie della Società Geologica Italiana, 57, 2002, pp Peruzza L. et alii, The seismic sequence in Friuli: new seismotectonic aspects, in Memorie della Società Geologica Italiana, 57, 2002, pp Pieri M., Groppi G., Subsurface geological structure of the Po Plain, Italy, CNR-Progetto Finalizzato Geodinamica, pubbl. n. 414, Poli M.E., Evidenze di tettonica a thrust dinarica nelle Prealpi Giulie meridionali (Italia Nord-orientale), in Atti Ticinensi di Scienze della Terra, Serie Speciale, 3, 1995, pp Poli M.E., Analisi strutturale del Monte di Medea (Friuli): tettonica polifasica nell avampaese sudalpino orientale, in Atti Ticinensi di Scienze della Terra, Serie Speciale, 4, 1996, pp Poli M.E. et alii, New seismotectonic evidence from the analysis of the and seismicity in Friuli (NE Italy), in Bollettino di Geofisica Teorica ed Applicata, 43, 2002, pp Rizzini A., Dondi L., Erosional surface of Messinian age in the subsurface of the Lombardian Plain (Italy), in Marine Geology, 27, 1978, pp Tunis G., Venturini S., Evolution of the southern margin of the Julian Basin with emphasis on the megabeds and turbidite sequence of the Southern Julian Prealps (NE Italy), in Geologia Croatica, 45, 1992, pp Venturini S., Il pozzo Cargnacco 1: un punto di taratura stratigrafica nella pianura friulana, in Memorie della Società Geologica Italiana, 57, 2002, pp

Nascita, formazione ed evoluzione della pianura friulana

Nascita, formazione ed evoluzione della pianura friulana Adriano Zanferrari Dipartimento di Georisorse e Territorio Università di Udine Nascita, formazione ed evoluzione della pianura friulana INDICE - che cos è la pianura? - architettura del substrato roccioso

Dettagli

Concetti introduttivi alla stratigrafia sequenziale. Variazioni relative del livello marino

Concetti introduttivi alla stratigrafia sequenziale. Variazioni relative del livello marino Concetti introduttivi alla stratigrafia sequenziale Variazioni relative del livello marino Considerando le curve che indicano la variazione nel tempo degli onlap costieri entro un determinato bacino,

Dettagli

La ricostruzione di unconformities a scala regionale

La ricostruzione di unconformities a scala regionale La ricostruzione di unconformities a scala regionale A C U R A D I L O R E N Z O C A L A B R E S E S E R V I Z I O G E O L O G I C O S I S M I C O E D E I S U O L I - R E R Cosa si intende per unconformity?

Dettagli

PRINCIPI DI STRATIGRAFIA

PRINCIPI DI STRATIGRAFIA PRINCIPI DI STRATIGRAFIA STRATIGRAFIA: parte della Geologia che studia la successione delle rocce sedimentarie secondo l ordine di deposizione e cerca di ricostruire gli originari ambienti di sedimentazione.

Dettagli

Carta geologica "CIMITERO DI LAURIA" in scala 1:2000

Carta geologica CIMITERO DI LAURIA in scala 1:2000 Carta geologica "CIMITERO DI LAURIA" in scala 1:2000 fig.16 55 Sito d' interesse N Carta geologica scala 1:2000 Carta geologica "FOSSO LO MONACO" in scala 1:2000 fig.14 Sito d' interesse N Carta geologica

Dettagli

STUDIO DELLA SUBSIDENZA ANTROPICA GENERATA DALL ESTRAZIONE DI ACQUA DI FALDA LUNGO LA FASCIA COSTIERA EMILIANO-ROMAGNOLA

STUDIO DELLA SUBSIDENZA ANTROPICA GENERATA DALL ESTRAZIONE DI ACQUA DI FALDA LUNGO LA FASCIA COSTIERA EMILIANO-ROMAGNOLA STUDIO DELLA SUBSIDENZA ANTROPICA GENERATA DALL ESTRAZIONE DI ACQUA DI FALDA LUNGO LA FASCIA COSTIERA EMILIANO-ROMAGNOLA RAPPORTO DELLE ATTIVITÀ SVOLTE DAL SERVIZIO GEOLOGICO SISMICO E DEI SUOLI, REGIONE

Dettagli

PROGEO - Piemonte. Il Massiccio del Marguareis, un libro aperto sulla storia della Terra

PROGEO - Piemonte. Il Massiccio del Marguareis, un libro aperto sulla storia della Terra Geotematica Pagine della storia della Terra registrate nelle rocce del Massiccio del Marguareis Itinerario Geoturistico Il Massiccio del Marguareis, un libro aperto sulla storia della Terra Coordinatore

Dettagli

PARTE 1 DI 2 NUOVA CARTOGRAFIA GEOLOGICA DI SOTTOSUOLO DELLA PIANURA EMILIANO-ROMAGNOLA ALLA SCALA 1:50.000

PARTE 1 DI 2 NUOVA CARTOGRAFIA GEOLOGICA DI SOTTOSUOLO DELLA PIANURA EMILIANO-ROMAGNOLA ALLA SCALA 1:50.000 Conferenza del Dott. Paolo Severi di Giovedì 18 Marzo 2010 ore 15.00 tenuta presso il Dipartimento di Scienze della Terra dell Università di Parma PARTE 1 DI 2 NUOVA CARTOGRAFIA GEOLOGICA DI SOTTOSUOLO

Dettagli

PROGETTO FLASH FORWARD 2015

PROGETTO FLASH FORWARD 2015 PROGETTO FLASH FORWARD 2015 FRAGILITA AMBIENTALE DEL TERRITORIO REGIONALE M. Eliana Poli Dipartimento di Chimica Fisica e Ambiente Università di Udine 1 Perché la regione Friuli Venezia Giulia è così fragile

Dettagli

Riguardano principalmente i calcari e le dolomie

Riguardano principalmente i calcari e le dolomie Fenomeni carsici Riguardano principalmente i calcari e le dolomie anche se con il termine carsismo si possono indicare fenomeni che hanno a che fare con la dissoluzione di gessi e salgemma Calcari e Dolomie

Dettagli

A2.1 - Tabelle per il calcolo dei coefficienti di amplificazione sismica (secondo livello di approfondimento)

A2.1 - Tabelle per il calcolo dei coefficienti di amplificazione sismica (secondo livello di approfondimento) ALLEGATO A2 TABELLE E FORMULE PER LA VALUTAZIONE DEI FATTORI DI AMPLIFICAZIONE SISMICA PER LE ANALISI DEL SECONDO LIVELLO DI APPROFONDIMENTO E PER LA VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI TOPOGRAFICI. A2.1 - Tabelle

Dettagli

La storia geologica del territorio di Cerignola coincide con

La storia geologica del territorio di Cerignola coincide con La storia geologica del territorio di Cerignola coincide con la storia geologica del pianeta: quando, 4.600 milioni di anni fa, la superficie terrestre fino allora concentrata in una sola unità strutturale

Dettagli

Giardin Grande. Colle del Castello. Udine

Giardin Grande. Colle del Castello. Udine Giardin Grande Colle del Castello UD Udine TS G E O S I TO Colle di Udine Corrado Venturini C è un Grande Indiziato (secondo la Giuria Popolare) il Colle di Udine 26 m Attila COSA SI DICE luglio 452 d.c.

Dettagli

Il rilevamento geologico dei depositi alluvionali e marino marginali pleistocenici e olocenici dell Appennino settentrionale e della pianura padana

Il rilevamento geologico dei depositi alluvionali e marino marginali pleistocenici e olocenici dell Appennino settentrionale e della pianura padana Il rilevamento geologico dei depositi alluvionali e marino marginali pleistocenici e olocenici dell Appennino settentrionale e della pianura padana Paolo Severi marzo 2018 1 La cartografia geologica d

Dettagli

LE ROCCE. Dott.ssa geol. Annalisa Antonelli

LE ROCCE. Dott.ssa geol. Annalisa Antonelli LE ROCCE DEFINIZIONE ROCCIA: aggregato naturale di sostanze minerali cristalline o amorfe Rocce omogenee: costituite da un solo tipo di minerale (es. roccia gessosa, roccia calcarea, salgemma) Rocce eterogenee:

Dettagli

Acquiferi alluvionali della pianura padana

Acquiferi alluvionali della pianura padana Acquiferi alluvionali della pianura padana Paolo Severi Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli Regione Emilia - Romagna La struttura geologica degli acquiferi padani La Pianura Padana è una pianura alluvionale

Dettagli

GLI IDROCARBURI. Gli idrocarburi sono sostanze organiche formate da molecole di idrogeno e carbonio. Sono idrocarburi il PETROLIO e il METANO

GLI IDROCARBURI. Gli idrocarburi sono sostanze organiche formate da molecole di idrogeno e carbonio. Sono idrocarburi il PETROLIO e il METANO GLI IDROCARBURI Gli idrocarburi sono sostanze organiche formate da molecole di idrogeno e carbonio. Idrogeno Carbonio Sono idrocarburi il PETROLIO e il METANO molecola del metano GLI IDROCARBURI: FORMAZIONE

Dettagli

A2.1 - Tabelle per il calcolo dei fattori di amplificazione sismica (secondo livello di approfondimento)

A2.1 - Tabelle per il calcolo dei fattori di amplificazione sismica (secondo livello di approfondimento) TABELLE E FORMULE PER LA STIMA DEI FATTORI DI AMPLIFICAZIONE SISMICA PER STUDI DI MICROZONAZIONE SISMICA (SECONDO LIVELLO DI APPROFONDIMENTO) DI CUI ALL OCDPC 532/2018. A2.1 - Tabelle per il calcolo dei

Dettagli

CORSO ABILITAZIONE MAESTRI DI SCI ANNO AMBIENTE E TERRITORIO

CORSO ABILITAZIONE MAESTRI DI SCI ANNO AMBIENTE E TERRITORIO COLLEGIO PROVINCIALE MAESTRI DI SCI DEL TRENTINO CORSO ABILITAZIONE MAESTRI DI SCI ANNO 2019- AMBIENTE E TERRITORIO 2 Geologia e morfologia Dr. for. Giovanni Martinelli Formazione delle montagne. 1. Litogenesi

Dettagli

UNIVERSITÀ DI PISA. Corso di Laurea Magistrale in Scienze e Tecnologie Geologiche

UNIVERSITÀ DI PISA. Corso di Laurea Magistrale in Scienze e Tecnologie Geologiche UNIVERSITÀ DI PISA Corso di Laurea Magistrale in Scienze e Tecnologie Geologiche Anno Accademico 2011/2012 Candidato: Sara Mariotti Titolo della tesi Architettura deposizionale dei depositi tardo-quaternari

Dettagli

Modulo 1: Nozioni di base di Geologia

Modulo 1: Nozioni di base di Geologia Modulo 1: Nozioni di base di Geologia La Terra (Parametri fisici -Origine-Struttura Dinamica) Metodi di datazione assoluta e relativa Il Tempo Geologico e le sue principali suddivisioni La Terra: le principali

Dettagli

LINEE GUIDA AL RILEVAMENTO DEL QUATERNARIO CONTINENTALE

LINEE GUIDA AL RILEVAMENTO DEL QUATERNARIO CONTINENTALE LINEE GUIDA AL RILEVAMENTO DEL QUATERNARIO CONTINENTALE A cura di: Maurizio D Orefice & Roberto Graciotti ISPRA - Dipartimento difesa del suolo Servizio Geologico d Italia Via Curtatone, 3 00185 Roma e-mail:

Dettagli

Prof.. Pietro Battaglia Docente di Scienze Naturali. Fenomeni endogeni dell area mediterranea

Prof.. Pietro Battaglia Docente di Scienze Naturali. Fenomeni endogeni dell area mediterranea Prof.. Pietro Battaglia Docente di Scienze Naturali Fenomeni endogeni dell area mediterranea I fenomeni sismici nel Mediterraneo Dove? Mappa degli eventi con magnitudo minore di 4 dell'area mediterranea

Dettagli

PLACCA AFRICANA GEOLOGIA DEL TICINO

PLACCA AFRICANA GEOLOGIA DEL TICINO PLACCA AFRICANA GEOLOGIA DEL TICINO Placca Africana. Durante il periodo successivo al Triassico (da 225 a 190 milioni di anni fa), l apertura di grandi fessure nel Pangea segnò l inizio della disgregazione

Dettagli

1. Le rocce e la loro età

1. Le rocce e la loro età 1. Le rocce e la loro età Roccia - Materiale che costituisce un opera d arte - Corpo geologico - Aggregato di fasi mineralogiche - Associazione di fasi mineralogiche - Sistema chimico - insieme di parti

Dettagli

Utilizzo di tecniche di prospezione geoelettrica per lo studio dell'interazione suolo-radici

Utilizzo di tecniche di prospezione geoelettrica per lo studio dell'interazione suolo-radici Utilizzo di tecniche di prospezione geoelettrica per lo studio dell'interazione suolo-radici Tesi di: Matteo Censini Relatore : Prof. Giorgio Cassiani Correlatore: Dr. Jacopo Boaga Anno Accademico: 2016-17

Dettagli

RELAZIONE TECNICA ILLUSTRATIVA

RELAZIONE TECNICA ILLUSTRATIVA RELAZIONE TECNICA ILLUSTRATIVA =============== Oggetto: PROGETTO PRELIMINARE PER I LAVORI DI CONSOLIDAMENTO E MESSA IN SICUREZZA DEL CENTRO URBANO DI CASTELLUCCIO VALMAGGIORE II TRAVERSA VIA ELENA 1. PREMESSA

Dettagli

La Baia di Napoli: dalle barriere coralline del Cretacico al vulcanismo attivo attuale

La Baia di Napoli: dalle barriere coralline del Cretacico al vulcanismo attivo attuale Società Nazionale di Scienze Lettere ed Arti in Napoli Accademia di Scienze Fisiche e Matematiche Settimana del Pianeta Terra 6 Edizione 2018 Titolo del geoevento La Baia di Napoli: dalle barriere coralline

Dettagli

L assetto geomorfologico della pianura padana è strettamente connesso al modello genetico della sua formazione. La Pianura Padana costituisce l

L assetto geomorfologico della pianura padana è strettamente connesso al modello genetico della sua formazione. La Pianura Padana costituisce l La formazione della Pianura Padana La Pianura Padana L assetto geomorfologico della pianura padana è strettamente connesso al modello genetico della sua formazione. La Pianura Padana costituisce l avanfossa

Dettagli

MISURE DI TUTELA E CONSERVAZIONE -relazione geologica- AREA 4

MISURE DI TUTELA E CONSERVAZIONE -relazione geologica- AREA 4 RETE NATURA 2000 REGIONE BASILICATA DIRETTIVA 92/437CEE DPR 357/97 MISURE DI TUTELA E CONSERVAZIONE -relazione geologica- AREA 4 IT9210141 LAGO LA ROTONDA Dott.ssa SARLI Serafina INDICE PREMESSA Pag. 2

Dettagli

Taratura dei dati sismici con pozzi

Taratura dei dati sismici con pozzi Taratura dei dati sismici con pozzi I dati di pozzo, qualora disponibili, sono di fondamentale interesse per la taratura di sommità e base di una sequenza stratigrafica (unconformities e relativa durata

Dettagli

Foto 7 Ponte sul Raboso

Foto 7 Ponte sul Raboso Moriago della Battaglia (TV) Valutazione 2011 Foto 7 Ponte sul Raboso Foto 8 Confluenza tra il torrente Raboso (a sinistra nell immagine) e il torrente Rosper (a destra) H:\clie\MORI1006\Produzione\Word\12_Compatibilita_idraulica\comp_idraulica_2011_10_19.doc

Dettagli

ANALISI DI STABILITÀ DI UN VOLUME ROCCIOSO PRESENTE SULLA SPIAGGIA DENOMINATA LE ROCCHETTE COMUNE DI ARONA RELAZIONE GEOLOGICA

ANALISI DI STABILITÀ DI UN VOLUME ROCCIOSO PRESENTE SULLA SPIAGGIA DENOMINATA LE ROCCHETTE COMUNE DI ARONA RELAZIONE GEOLOGICA PROVINCIA DI NOVARA COMUNE DI ARONA REGIONE PIEMONTE DECRETO MINISTERO INFRASTRUTTURE 14 GENNAIO 2008 "NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI Consulente Geologo Marini dr. Marco geologo Via San Luigi, 8 28041

Dettagli

LIVELLO 1 Determinazione delle microzone omogenee in prospettiva sismica

LIVELLO 1 Determinazione delle microzone omogenee in prospettiva sismica LIVELLO 1 Determinazione delle microzone omogenee in prospettiva sismica Definizione delle caratteristiche litologiche e geometriche delle unità geologiche del sottosuolo (modello geologico di riferimento).

Dettagli

Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia

Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia EFFETTI DI SITO DELLA PIANA DEL FUCINO attraverso lo studio comparato di dati sismici e geologici. D. Famiani 1, F. Cara 2, G. Di Giulio 2, G. Milana 2,G. Cultrera 2, P. Bordoni 2, G.P. Cavinato 3 1 Dipartimento

Dettagli

SCIENZE GEOLOGICHE Febbraio 2016 Legnaro-Agripolis

SCIENZE GEOLOGICHE Febbraio 2016 Legnaro-Agripolis SCIENZE GEOLOGICHE 17-18-19 Febbraio 2016 Legnaro-Agripolis SCIENZE GEOLOGICHE LAUREA DI 1 LIVELLO LAUREA MAGISTRALE Geologia e Geologia Tecnica (2 anni) DOTTORATO DI RICERCA Scienze della Terra (3 anni)

Dettagli

8. APPROFONDIMENTI: RILIEVI ED INDAGINI IN SITO

8. APPROFONDIMENTI: RILIEVI ED INDAGINI IN SITO 8. APPROFONDIMENTI: RILIEVI ED INDAGINI IN SITO L indagine predisposta ha previsto l esecuzione di rilievi topografici e geologici in sito e specifici approfondimenti di carattere geognostico, nello specifico:

Dettagli

La crisi di salinità del Messiniano e le evaporiti siciliane. Quando il Mediterraneo si prosciugò

La crisi di salinità del Messiniano e le evaporiti siciliane. Quando il Mediterraneo si prosciugò La crisi di salinità del Messiniano e le evaporiti siciliane Quando il Mediterraneo si prosciugò Crisi di salinità del Messiniano La crisi di salinità del Messiniano o evento messiniano è il nome che viene

Dettagli

Cartografia geologica. Geologia con Elementi di Sedimentologia F. L. Chiocci

Cartografia geologica. Geologia con Elementi di Sedimentologia F. L. Chiocci Cartografia geologica Geologia con Elementi di Sedimentologia F. L. Chiocci La base è una carta topografica. Sia i riferimenti che i tagli sono quelli dei fogli e delle tavolette topografiche (spesso non

Dettagli

Alfredo Frixa (geologo) - La Pietra da Cantoni di Rosignano Monferrato (AL) 2017

Alfredo Frixa (geologo) - La Pietra da Cantoni di Rosignano Monferrato (AL) 2017 La Pietra da Cantoni sul territorio di Rosignano Monferrato (Dott. Alfredo Frixa, Geologo) La Pietra da Cantoni (PdC) è una delle unità geologiche più importanti e complesse, affioranti nel Monferrato

Dettagli

LA CARTOGRAFIA GEOLOGICA DEI MARI ITALIANI ALLA SCALA 1: 250.000. Annamaria Correggiari

LA CARTOGRAFIA GEOLOGICA DEI MARI ITALIANI ALLA SCALA 1: 250.000. Annamaria Correggiari LA CARTOGRAFIA GEOLOGICA DEI MARI ITALIANI ALLA SCALA 1: 250.000 Annamaria Correggiari Progetto a cura di F. Trincardi, A. Argnani, A. Correggiari con contributi di Informatizzazione: F. Foglini Carta

Dettagli

Indice generale. Il sistema Terra 3. Tettonica delle placche: una teoria unificante 27. I materiali della Terra: minerali e rocce 61

Indice generale. Il sistema Terra 3. Tettonica delle placche: una teoria unificante 27. I materiali della Terra: minerali e rocce 61 Indice generale 1 Il sistema Terra 3 1.1 Il metodo scientifico 4 1.2 La geologia come scienza 5 1.3 Forma e dimensioni della Terra 8 1.4 La scoperta di una Terra a involucri 9 1.5 La Terra come sistema

Dettagli

VALIDAZIONE DEGLI ABACHI PER LA STIMA DELL AMPLIFICAZIONE LITO-STRATIGRAFICA PER GLI STUDI DI MICROZONAZIONE SISMICA DI LIVELLO II DELLA REGIONE

VALIDAZIONE DEGLI ABACHI PER LA STIMA DELL AMPLIFICAZIONE LITO-STRATIGRAFICA PER GLI STUDI DI MICROZONAZIONE SISMICA DI LIVELLO II DELLA REGIONE VALIDAZIONE DEGLI ABACHI PER LA STIMA DELL AMPLIFICAZIONE LITO-STRATIGRAFICA PER GLI STUDI DI MICROZONAZIONE SISMICA DI LIVELLO II DELLA ABACHI Procedure semplificate volte alla stima dell amplificazione

Dettagli

I caratteri della sismogenesi nell Italia settentrionale: osservazioni e modelli

I caratteri della sismogenesi nell Italia settentrionale: osservazioni e modelli 1117-2017 Novecento anni dal più grande terremoto dell Italia Settentrionale Venezia, 20 gennaio 2017, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti I caratteri della sismogenesi nell Italia settentrionale:

Dettagli

GEOLOGIA DI SOTTOSUOLO

GEOLOGIA DI SOTTOSUOLO GEOLOGIA DI SOTTOSUOLO Silvia Rosselli Il territorio di Milano nella nuova cartografia geologica Milano, 12 maggio 2017 1) Quadro geologico di riferimento: la collaborazione con ENI Ricostruzione dell

Dettagli

CARATTERISTICHE GEOLOGICO-STRUTTURALI DEL GOLFO DI TRIESTE

CARATTERISTICHE GEOLOGICO-STRUTTURALI DEL GOLFO DI TRIESTE CARATTERISTICHE GEOLOGICO-STRUTTURALI DEL GOLFO DI TRIESTE di Martina Busetti 1, Fabrizio Zgur 1, Roberto Romeo 1, Lorenzo Sormani 1, Franco Pettenati 1 1 Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica

Dettagli

Soluzioni degli esercizi del testo

Soluzioni degli esercizi del testo Klein, Il racconto delle scienze naturali Soluzioni degli esercizi del testo Lavorare con le mappe crosta oceanica astenosfera calore esterno Conoscenze e abilità 1. C 2. C 3. B 4. A 5. D 6. A 7. B 8.

Dettagli

INDAGINI GEO-ELETTRICHE

INDAGINI GEO-ELETTRICHE INDAGINI GEO-ELETTRICHE Il metodo di indagine geoelettrica multielettrodo consiste nel ricostruire la distribuzione della resistività reale del sottosuolo mediante immissione di corrente elettrica e misura

Dettagli

Dott. Geologo Paolo Di Giulio - Studio di Geologia e Geotecnica

Dott. Geologo Paolo Di Giulio - Studio di Geologia e Geotecnica Breve relazione idrogeologica nell area di Castelvecchio Subequo Realizzazione di un Impianto di autodemolizioni per il Sig Antonio Di Beraradino In questa breve relazione verranno messi in evidenza rispettivamente:

Dettagli

Simulazioni di Terremoti ed Effetti Near-Source

Simulazioni di Terremoti ed Effetti Near-Source Kick-off Meeting - Reluis3 - RS2 Simulazioni di Terremoti ed Effetti Near-Source Lorenza Evangelista Anna d Onofrio Francesco Silvestri Napoli - 27/3/214 Assetto geomorfologico e tettonico dell intera

Dettagli

Montagne: rilievi superiori ai 600 metri di altezza. Colline: rilievi tra i 300 e i 600 metri di altezza

Montagne: rilievi superiori ai 600 metri di altezza. Colline: rilievi tra i 300 e i 600 metri di altezza Montagne: rilievi superiori ai 600 metri di altezza Colline: rilievi tra i 300 e i 600 metri di altezza 3) PER ACCUMULO SUI FONDALI MARINI DI ROCCIA E SABBIA che, col tempo e la spinta delle placche, si

Dettagli

Indagini geologiche, idrogeologiche e archeologiche preliminari

Indagini geologiche, idrogeologiche e archeologiche preliminari Indagini geologiche, idrogeologiche ed archeologiche preliminari 2 INDICE PREMESSA Tali indagini hanno lo scopo dell accertamento e della verifica delle caratteristiche geologiche ed idrogeologiche dei

Dettagli

Modulo 2: Nozioni di base di Geologia

Modulo 2: Nozioni di base di Geologia Modulo 2: Nozioni di base di Geologia Il principio dell attualismo in Geologia la stratigrafia e le sue leggi fondamentali cenni sulla Paleogeografia dell appennino centrale dal Mesozoico ad oggi 1) Principio

Dettagli

Le coste: basse (foci fluviali, spiagge, lagune) e alte (ciglione carsico) FVG 17 Lagune GFGeol - STAN 1

Le coste: basse (foci fluviali, spiagge, lagune) e alte (ciglione carsico) FVG 17 Lagune GFGeol - STAN 1 Le coste: basse (foci fluviali, spiagge, lagune) e alte (ciglione carsico) FVG 17 Lagune GFGeol - STAN 1 laguna di Marano FVG 17 Lagune GFGeol - STAN 2 Rappresentazione imprecisa, difficile FVG 17 Lagune

Dettagli

A LARGE SCALE AMBIENT VIBRATION SURVEY IN THE AREA DAMAGED BY MAY-JUNE 2012 SEISMIC SEQUENCE IN EMILIA ROMAGNA, ITALY

A LARGE SCALE AMBIENT VIBRATION SURVEY IN THE AREA DAMAGED BY MAY-JUNE 2012 SEISMIC SEQUENCE IN EMILIA ROMAGNA, ITALY A LARGE SCALE AMBIENT VIBRATION SURVEY IN THE AREA DAMAGED BY MAY-JUNE 2012 SEISMIC SEQUENCE IN EMILIA ROMAGNA, ITALY Lo scopo del lavoro è quello di descrivere i metodi di ITALY analisi e di interpretazione

Dettagli

Lago Nero Report 2006

Lago Nero Report 2006 Lago Nero Report 2006 1.0 Premessa La presente relazione illustra i primi risultati di una campagna di indagini geognostiche eseguite in Località Lago Nero nel Comune di Tornareccio (CH), nell ambito del

Dettagli

Capitolo 1 Fondamenti di Geologia Generale

Capitolo 1 Fondamenti di Geologia Generale Capitolo 1 Fondamenti di Geologia Generale TERRA: sferoide con raggio medio 6370 km Struttura non omogenea: - Densità media 55 kn/m 3 - Densità rocce superficiali 20-30 kn/m 3 Indagine geologica diretta:

Dettagli

di Mauro Carta, geologo e docente di Scienze Naturali Il basamento calcareo mesozoico

di Mauro Carta, geologo e docente di Scienze Naturali Il basamento calcareo mesozoico di Mauro Carta, geologo e docente di Scienze Naturali Il basamento calcareo mesozoico L Isola di Sant Antioco si è formata oltre centocinquanta milioni di anni fa. A tale epoca risalgono le rocce più antiche

Dettagli

Il sottoscritto LONGHITANO SERGIO GIUSEPPE dichiara di prendere servizio in data

Il sottoscritto LONGHITANO SERGIO GIUSEPPE dichiara di prendere servizio in data AL DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO DI SCIENZE SEDE PRESA DI SERVIZIO Il sottoscritto LONGHITANO SERGIO GIUSEPPE dichiara di prendere servizio in data 15/03/2013 per l insegnamento di SEDIMENTOLOGIA C.d.L. in

Dettagli

GEOLOGIA STRATIGRAFICA

GEOLOGIA STRATIGRAFICA ITG A. POZZO LICEO TECNOLOGICO GEOLOGIA STRATIGRAFICA INDIRIZZO: Costruzioni, Ambiente, Territorio - opzione B GEOLOGIA E TERRITORIO Classe 4^ - 3 ore settimanali Schede a cura del prof. Romano Oss GEOLOGIA

Dettagli

LE ROCCE. (seconda parte) Lezioni d'autore. di Simona Mazziotti Tagliani

LE ROCCE. (seconda parte) Lezioni d'autore. di Simona Mazziotti Tagliani LE ROCCE (seconda parte) Lezioni d'autore di Simona Mazziotti Tagliani VIDEO VIDEO Le rocce sedimentarie (I) Le rocce sedimentarie, seppur in quantità minore nella crosta terrestre rispetto alle metamorfiche

Dettagli

PROGEO - Piemonte. L ambiente e il clima nel passato di Langhe e Roero. Il Messiniano del Bacino Piemontese

PROGEO - Piemonte. L ambiente e il clima nel passato di Langhe e Roero. Il Messiniano del Bacino Piemontese Il Messiniano del Bacino Piemontese Itinerario Geoturistico L ambiente e il clima nel passato di Langhe e Roero Coordinatore : Francesco Dela Pierre * Autori Itinerario: Francesco Dela Pierre * Marcello

Dettagli

Cartografia geologica e microzonazione sismica

Cartografia geologica e microzonazione sismica Sala A conferenze, Terza Torre - 19 aprile 12 MICROZONAZIONE SISMICA UNO STRUMENTO CONSOLIDATO PER LA RIDUZIONE DEL RISCHIO L esperienza della Regione Emilia-Romagna Cartografia geologica e microzonazione

Dettagli

SCIENZE. La formazione delle rocce sedimentarie. Rocce sedimentarie clastiche. il testo:

SCIENZE. La formazione delle rocce sedimentarie. Rocce sedimentarie clastiche. il testo: 01 La superficie della Terra è coperta da un sottile strato di rocce. Le rocce si formano sulla superficie della Terra a causa del processo di sedimentazione. Sedimentazione: accumulo di materiali in strati

Dettagli

Paleofrane e MS1: il caso Pescosolido (FR)

Paleofrane e MS1: il caso Pescosolido (FR) Paleofrane e MS1: il caso Pescosolido (FR) Gabriele Leoni*, Giovanni De Caterini**, Paolo Zaffiro** *ISPRA Dip. per il Servizio Geologico d Italia ** Libero professionista OGL Il Comune di Pescosolido,

Dettagli

La geotermia nel veronese

La geotermia nel veronese La geotermia nel veronese Il flusso geotermico proveniente dal mantello terrestre costituisce un energia persistente e rinnovabile, praticamente inesauribile. Questo calore, racchiuso nelle rocce del sottosuolo,

Dettagli

1) Finestra tettonica, sovrascorrimento vs. faglia inversa;

1) Finestra tettonica, sovrascorrimento vs. faglia inversa; 1) Finestra tettonica, sovrascorrimento vs. faglia inversa; 2) Traiettorie flat-ramp-flat; 3) Catene a sovrascorrimenti; 4) Critical taper. 1) finestra tettonica, sovrascorrimento vs. faglia inversa; I

Dettagli

La geologia del Friuli Venezia Giulia

La geologia del Friuli Venezia Giulia Università degli Studi di Trieste Dipartimento di MATEMATICA E GEOSCIENZE Anno accademico 2015-2016 CORSO DI GEOLOGIA STRATIGRAFICA E SEDIMENTOLOGIA MODULO B La geologia del Friuli Venezia Giulia Fulvio

Dettagli

Terre emerse nell ultima glaciazione (15000 anni fa)

Terre emerse nell ultima glaciazione (15000 anni fa) Terre emerse nell ultima glaciazione (15000 anni fa) Sezione geologica della Piana Costiera Ionica Trasgressioni e regressioni e quantità di apporti Stazionamento alto (highstand): periodi durante

Dettagli

10 CARATTERISTICHE SISMICHE E GEO-IDROLOGICHE DEL SITO DI SCANZANO JO- NICO

10 CARATTERISTICHE SISMICHE E GEO-IDROLOGICHE DEL SITO DI SCANZANO JO- NICO Pag. 76 di 114 10 CARATTERISTICHE SISMICHE E GEO-IDROLOGICHE DEL SITO DI SCANZANO JO- NICO 10.1 Sismicità In base a quanto illustrato si può affermare che l area nella quale ricade il sito di Scanzano

Dettagli

Geofisica Scienze Geologiche AA

Geofisica Scienze Geologiche AA Geofisica Scienze Geologiche AA 2018-2019 Corso di LT, Dip. Di Fisica e Scienze della Terra, Università di Ferrara. Docente: Prof. Nasser Abu Zeid Studio: studio 215, lab. 215, II piano, Blocco B E-mail:

Dettagli

Cap. II Origine dei Sedimenti e Trasporto Sedimentario

Cap. II Origine dei Sedimenti e Trasporto Sedimentario Corso di Geologia Stratigrafica e Sedimentologia Cap. II Origine dei Sedimenti e Trasporto Sedimentario I sedimenti clastici si originano per disgregazione di rocce pre-esistenti (EROSIONE). I sedimenti

Dettagli

MARGINI DI PIATTAFORMA CARBONATICA E REEFs CARBONATICI

MARGINI DI PIATTAFORMA CARBONATICA E REEFs CARBONATICI MARGINI DI PIATTAFORMA CARBONATICA E REEFs CARBONATICI I reefs carbonatici sono ottimi indicatori delle condizioni ambientali (clima, profondità d acqua, ossigenazione). Il loro riconoscimento lungo i

Dettagli

Cenni Idrologia Friuli Venezia Giulia 2014 PAS 059 1

Cenni Idrologia Friuli Venezia Giulia 2014 PAS 059 1 Cenni Idrologia Friuli Venezia Giulia 2014 PAS 059 1 Notare: 1 aree carsiche senza idrografia sup 2 area centrale apparentemente senza drenaggio??? 4 serie di fiumi che iniziano in pianura 2 Isonzo Vipacco,

Dettagli

PROGEO - Piemonte. Forme del rilievo montuoso e instabilità dei versanti in alta Valle di Susa. Valle di Susa, geodinamica e rischi ambientali

PROGEO - Piemonte. Forme del rilievo montuoso e instabilità dei versanti in alta Valle di Susa. Valle di Susa, geodinamica e rischi ambientali Valle di Susa, geodinamica e rischi ambientali Itinerario Geoturistico Forme del rilievo montuoso e instabilità dei versanti in alta Valle di Susa Coordinatore : Marco Giardino * Autori Itinerario: Marco

Dettagli

Progetto UNDERGROUND

Progetto UNDERGROUND Comune di Ferrara Città patrimonio dell umanità Progetto UNDERGROUND Proposta didattica per lo studio della geologia strutturale e stratigrafica del sottosuolo padano-emiliano e ferrarese in particolare,

Dettagli

laghi in Europa i laghi si differenziano per la loro origine:

laghi in Europa i laghi si differenziano per la loro origine: Un continente per essere definito tale deve essere circondato da acque, l Europa non è circondata da acque ma i suoi confini si sono definiti nel tempo per motivi storici, culturali e religiosi che l hanno

Dettagli

Analisi del segnale HVSR in zone di contatto tra carbonati e depositi argilloso-arenacei: l esempio di Monte Pellegrino, Palermo

Analisi del segnale HVSR in zone di contatto tra carbonati e depositi argilloso-arenacei: l esempio di Monte Pellegrino, Palermo Analisi del segnale HVSR in zone di contatto tra carbonati e depositi argilloso-arenacei: l esempio di Monte Pellegrino, Palermo Tesista: Giulia Di Frisco Relatori: Prof. Pietro Di Stefano & Prof. Raffaele

Dettagli

COMUNE DI CAPOLONA PROVINCIA DI AREZZO. Progetto: Piano di Recupero in zona A. Committente: Amministrazione Comunale di Capolona.

COMUNE DI CAPOLONA PROVINCIA DI AREZZO. Progetto: Piano di Recupero in zona A. Committente: Amministrazione Comunale di Capolona. Dott. Franco Bulgarelli - Geologo - Via del Gavardello n 73 (Arezzo) /fax - 0575/380676 E-mail: frageo@inwind.it COMUNE DI CAPOLONA PROVINCIA DI AREZZO Progetto: Piano di Recupero in zona A. Località:

Dettagli

Tavv. AA.03-Carta Geomorfologica

Tavv. AA.03-Carta Geomorfologica Allegato alla delibera C.C. n 13 del 10/03/2016 RELAZIONE GEOLOGICA E GEOTECNICA DI ACCOMPAGNAMENTO INTEGRAZIONI Premessa A seguito di esplicita richiesta del competente servizio della RAS, si redige di

Dettagli

Analisi preliminare delle risorse geotermiche in Emilia-Romagna

Analisi preliminare delle risorse geotermiche in Emilia-Romagna Analisi preliminare delle risorse geotermiche in Emilia-Romagna lmartelli@regione.emilia-romagna.it fmolinari@regione.emilia-romagna.it fsciuto@regione.emilia-romagna.it Esempio di riserve geotermiche

Dettagli

Strati e stratificazione

Strati e stratificazione Strati e stratificazione Definizione Fisica: uno STRATO rappresenta uno corpo costituito da un accumulo di sedimenti, fisicamente delimitato alla base (letto) ed al tetto da superfici di discontinuità,

Dettagli

Data Attività Strumentazione Sistema di misura 04/07/ lettura di esercizio sulle guide A1/A3 e sequenza di letture A1B1/A3B3

Data Attività Strumentazione Sistema di misura 04/07/ lettura di esercizio sulle guide A1/A3 e sequenza di letture A1B1/A3B3 7.3.1 Armo (IM) 7.3.1 Dati generali L area interessa un tratto di versante a monte ed a valle della Strada Provinciale, soggetto a instabilità ed erosione del rio con evidenti segni di instabilità spondale.

Dettagli

INDAGINI GEOFISICHE PROFONDE NELLA PIANA DI AOSTA. Giornata GEOLOGIA URBANA DI AOSTA 28 Ottobre Pietro Capodaglio, Fulvio Simonetto ARPA VdA

INDAGINI GEOFISICHE PROFONDE NELLA PIANA DI AOSTA. Giornata GEOLOGIA URBANA DI AOSTA 28 Ottobre Pietro Capodaglio, Fulvio Simonetto ARPA VdA INDAGINI GEOFISICHE PROFONDE NELLA PIANA DI AOSTA Giornata GEOLOGIA URBANA DI AOSTA 28 Ottobre 2016 Pietro Capodaglio, Fulvio Simonetto ARPA VdA STATO DELLA CONOSCENZA DEI SEDIMENTI PROFONDI DI FONDOVALLE

Dettagli

GEOLOGIA E GEOMORFOLOGIA DELLA BASILICATA

GEOLOGIA E GEOMORFOLOGIA DELLA BASILICATA A.S.C.I.L. Corso formativo sul tartufo Potenza, 10 giugno 2015 GEOLOGIA E GEOMORFOLOGIA DELLA BASILICATA MARCELLO SCHIATTARELLA Dipartimento di Scienze, Università degli Studi della Basilicata, Potenza

Dettagli

Progetto ReLUIS ATTIVITA E PRODOTTI ATTESI DALLA COMPONENTE GEOLOGICA IN RIFERIMENTO AL CASO DELL AQUILA

Progetto ReLUIS ATTIVITA E PRODOTTI ATTESI DALLA COMPONENTE GEOLOGICA IN RIFERIMENTO AL CASO DELL AQUILA Progetto ReLUIS 2009-2012 ATTIVITA E PRODOTTI ATTESI DALLA COMPONENTE GEOLOGICA IN RIFERIMENTO AL CASO DELL AQUILA Personale dell unità nel progetto ReLUIS-2: Task 2.1 e 2.2 Definizione dell assetto geologico,

Dettagli

1 PREMESSA INDAGINI EFFETTUATE INDAGINE ELETTROMAGNETICA PASSIVA

1 PREMESSA INDAGINI EFFETTUATE INDAGINE ELETTROMAGNETICA PASSIVA INDICE 1 PREMESSA... 2 2 INDAGINI EFFETTUATE... 2 3 INDAGINE ELETTROMAGNETICA PASSIVA (strumento ABEM WADI VL)... 3 4 RISULTATI... 6 ALLEGATI 1 Ubicazione delle indagini 2 Interpretazione delle anomalie

Dettagli

Progetto UNDERGROUND

Progetto UNDERGROUND Comune di Ferrara Città patrimonio dell umanità Progetto UNDERGROUND Proposta didattica per lo studio della geologia strutturale e stratigrafica del sottosuolo padano-emiliano e ferrarese in particolare,

Dettagli

Le variazioni del livello del mare nel Quaternario

Le variazioni del livello del mare nel Quaternario Le variazioni del livello del mare nel Quaternario Trieste, 1875 (Venezia, 1872; Genova, 1884; Marsiglia, 1885: Marina di Ravenna, 1896) AA 2017-2018 Geol Qt Livello mare 1 Alla fine degli anni 60. Le

Dettagli

CARATTERIZZAZIONE ED UTILIZZO DELLA RISORSA GEOTERMICA NEL BACINO PADANO. Fabio Carlo Molinari Luca Martelli

CARATTERIZZAZIONE ED UTILIZZO DELLA RISORSA GEOTERMICA NEL BACINO PADANO. Fabio Carlo Molinari Luca Martelli CARATTERIZZAZIONE ED UTILIZZO DELLA RISORSA GEOTERMICA NEL BACINO PADANO Fabio Carlo Molinari Luca Martelli La Geotermia in Pianura Padana Pianura padana (foreland basin) = basso flusso di calore ma notevole

Dettagli

MARGINI DI PIATTAFORMA CARBONATICA E REEFs CARBONATICI

MARGINI DI PIATTAFORMA CARBONATICA E REEFs CARBONATICI MARGINI DI PIATTAFORMA CARBONATICA E REEFs CARBONATICI I reefs carbonatici sono ottimi indicatori delle condizioni ambientali (clima, profondità d acqua, ossigenazione); inoltre sono generalmente ottime

Dettagli

LE ACQUE SOTTERRANEE

LE ACQUE SOTTERRANEE LE ACQUE SOTTERRANEE Le forme dell acqua In un territorio alpino l acqua è presente come: ghiacciaio ad alta quota acqua corrente nei fiumi e nei torrenti acqua ferma nei laghi acqua fluente nel sottosuolo

Dettagli

IL TERRITORIO DI MILANO IL FENOMENO DEGLI OCCHI POLLINI

IL TERRITORIO DI MILANO IL FENOMENO DEGLI OCCHI POLLINI IL TERRITORIO DI MILANO NELLA NUOVA CARTOGRAFIA GEOLOGICA PRESENTAZIONE DEI FOGLI 118-MILANO E 096-SEREGNO. MILANO, 12 MAGGIO 2017 IL FENOMENO DEGLI OCCHI POLLINI ANDREA STRINI Cosa sono gli "occhi pollini?

Dettagli

Evoluzione dei litorali sabbiosi in relazione ai cambiamenti climatici nel periodo storico ORTOLANI F. 1, PAGLIUCA S. 2

Evoluzione dei litorali sabbiosi in relazione ai cambiamenti climatici nel periodo storico ORTOLANI F. 1, PAGLIUCA S. 2 Evoluzione dei litorali sabbiosi in relazione ai cambiamenti climatici nel periodo storico ORTOLANI F. 1, PAGLIUCA S. 2 1 Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio, Università di Napoli Federico

Dettagli

La scala del tempo. Corso di aggiornamento su minerali, rocce e fossili delle Marche

La scala del tempo. Corso di aggiornamento su minerali, rocce e fossili delle Marche La scala del tempo Corso di aggiornamento su minerali, rocce e fossili delle Marche L EONE CRIPTOZOICO L eone criptzoico (della vita nascosta ) rappresenta l intervallo di tempo in cui nelle rocce non

Dettagli

22/04/2016 STRUTTURA INTERNA DELLA TERRA? COME SI STUDIA? INTERNO = ASTENOSFERA 2 MODI METODI INDIRETTI METODI DIRETTI

22/04/2016 STRUTTURA INTERNA DELLA TERRA? COME SI STUDIA? INTERNO = ASTENOSFERA 2 MODI METODI INDIRETTI METODI DIRETTI STRUTTURA INTERNA DELLA TERRA? COME SI STUDIA? METODI DIRETTI Trivellazioni profonde nella superficie non oltre 15 km 2 MODI METODI INDIRETTI _ studio composizione dei magmi _ studio campioni di roccia/minerali

Dettagli

3 - Tettonica delle placche crostali: una teoria globale

3 - Tettonica delle placche crostali: una teoria globale 3 - Tettonica delle placche crostali: una teoria globale Tettonica delle placche crostali Concetto fondamentale delle Scienze della Terra Risultato dell integrazione di molte discipline Basata su considerazioni

Dettagli

Studio di PERICOLOSITÀ SISMICA: definizione di scuotimento atteso

Studio di PERICOLOSITÀ SISMICA: definizione di scuotimento atteso Studio di PERICOLOSITÀ SISMICA: definizione di scuotimento atteso La definizione della pericolosità di un sito viene separata in due fasi distinte: da una parte lo studio di sorgenti e propagazione profonda,

Dettagli

CARSISMO SUPERFICIALE SOTTERRANEO

CARSISMO SUPERFICIALE SOTTERRANEO CARSISMO SUPERFICIALE E SOTTERRANEO CARSO La parola CARSO, contiene un suono di antica origine indoeuropea KAR che significa rupe, roccia, da cui derivano le parole KARST (tedesco), KRAS(Sloveno, croato).

Dettagli