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1 L elaborato vuole evidenziare l evoluzione della struttura organizzativa della gestione degli impianti di risalita e l incidenza che questa ha avuto sul turismo dell Altopiano della Predaia, in Val di Non. Tale analisi parte dagli studi della struttura organizzativa di un centro turistico per sport invernali del Dottor Arvid Flagestad 1. Lo studioso ha identificato due modelli estremi in base ai quali una stazione può essere gestita il: 1. COMMUNITY MODEL e 2. CORPORATE MODEL. (mia elaborazione della figura del Dottor Arvid Flagestad, University of Bradford / Norwegian School of Management) IL COMMUNITY MODEL Il Community Model è la tipica struttura organizzativa che viene utilizzata nelle stazioni invernali europee. La gestione del centro turistico è di competenza delle istituzioni politiche e 1 Tratto da traduzione in italiano: Successo strategico e strutura organizzativa nelle destinazioni per gli sport invernali,

2 amministrative locali attraverso un organizzazione a scopo non lucrativo, con un influenza decisionale limitata sulle diverse unità commerciali indipendenti e specializzate: la società che gestisce gli impianti di risalita e le piste da scii, l albergo, il negozio di articoli sportivi, la scuola di scii, la società che gestisce la pista di pattinaggio, ecc.. Ognuna di queste unità commerciali funziona in maniera decentralizzata e nessuna di loro ha un potere amministrativo dominante o una quota dominante di proprietà in seno alla stazione. Verso di esse è orientata la direzione strategica, che si preoccupa di questioni di salvaguardia dell ambiente, di pianificazione della stazione, di sviluppo dei prodotti, di marketing del centro, di progetti di cooperazione particolare, ecc.. In questo caso si cerca di favorire la cooperazione di tutti gli operatori locali, per ottenere un unico beneficio, dato dall insieme di tutti gli obiettivi realizzati, si parla perciò di DMO Destination Management Organization, cioè gestione organizzativa locale. IL CORPORATE MODEL Il Corporate Model è caratteristico delle stazioni invernali del Nord America, dove la gestione della destinazione è rappresentata o dominata da una grande impresa, la quale gestisce, a fini di lucro, la selezione strategica dei suoi partners. In particolare il core business è incentrato sul prodotto sciistico e tutte le attività annesse: manutenzione delle piste, trasporto, scuole di sci, noleggio dell attrezzatura, approvvigionamento di cibo e bevande sulla montagna, concessioni per la vendita al dettaglio etc.. In questo caso l impresa ha un influenza dominante su come la destinazione deve essere gestita e anche un potere politico relativamente forte nello sviluppo della destinazione legato alla comunità. Anche in Europa esistono esempi di Corporate Models :Les Arcs ed altri sulle Alpi Francesi, Flims/Laacs in Svizzera ed alcune destinazioni nella SkiStar Corporation in Scandinavia. Secondo il professore in Europa vi è un evoluzione consistente dal modello Community ad uno più orientato al sistema Corporate. Quest ultimo modello tende a focalizzare la stazione in base alle esigenze del cliente, non più al beneficio del settore, quindi su catene del servizio orientate ai processi. Questo vuol dire che c è la necessità di avviare un progetto di riforma della gestione della destinazione, che contenga una ridefinizione dei compiti della stessa ed una reingegnerizzazione dei processi e delle attività (business reengineering), che convogli le singole unità verso un processo di assorbimento in una chiara unità di business centrale con potere di 3

3 leadership; il Corporate Model, per l appunto [cfr. Flagestad 2003, p. 185 Réussite stratégique et structure organisationnelle des destinations de sports d hiver, tradotto]. Il dottor Arvid Flagstand, mettendo ha confronto i due modelli, ha cercato di capire quale tra il Community e il Corporate avrebbe raggiunto un miglior successo strategico. La sua analisi evidenziò come l elemento esenziale del successo nel mondo degli affari: la creazione di vantaggio competitivo, non fosse adeguato per la stazione turistica. Per quest ultima, l elemento essenziale per il successo è la creazione di valore sostenibile, ottenuto dalla sinergia fra la dimensione sociale, ambientale ed economica. Secondo lo studioso, il successo strategico nella stazione turistica si misura in base alla prosperità economica e al benessere dei residenti. In particolare analizzò i quattro elementi fondamentali della creazione di valore sostenibile: il benessere degli abitanti, la soddisfazione ottimale dei turisti, la salvaguardia della natura, la cultura salutare; rappresentati nella piramide sottostante. 4

4 (mia elaborazione della figura di Műller, 1994) Il dottor Flagstand, dopo aver analizzato sette stazioni di sport invernali sulle Alpi europee, in Scandinavia e nel Nord America, giunse alle conclusioni riportate nella tabella sottostante: BENESSERE DEGLI ABITANTI SODDISFAZIONE OTTIMALE DE TURISTI SALVAGUARDIA DELLA NATURA CULTURA SALUTARE PROSPERITÀ ECONOMICA COMMUNITY MODEL CORPORATE MODEL leggermente migliore decisamente migliore leggermente migliore leggermente migliore leggermente migliore La tabella evidenzia la superiorità dell efficienza del Corporate Model. Quest ultima è data dall elevata soddisfazione del cliente, che comporta una maggiore competitività della stazione, quindi una superiore possibilità di offerta e conseguentemente maggiori possibilità di performances economiche positive. 5

5 Al contrario il Community Model prevale per la protezione dell ambiente naturale, l offerta di un turismo culturale e salutare, in un atmosfera positiva, favorita dalla situazione di benessere dei residenti. Tra le stazioni considerate, il professore si è imbattuto in casi di transizione dal modello Community al Corporate. Egli ha ipotizzato il fatto che durante tale passaggio l ente locale, svolge il ruolo di catalizzatore assumendo temporaneamente la proprietà delle imprese, per poi rivenderla ad un operatore appropriato. L analisi dei due modelli è stata effettuata su stazioni sciistiche di una certa dimensione; per cui l evolversi dell organizzazione turistica dell Altopiano della Predaia, centro sciistico molto ridotto, assume aspetti particolari e prospettive, in parte diverse, rispetto ai modelli esposti. La tesi tratta la storia della Predaia S.p.A., una società costituita nel 1995 con denominazione Società Operatori Predaia S.r.l.. Considerando le definizioni date precedentemente dei due modelli, si può affermare, come verrà poi esplicitato nelle pagine seguenti, come la Società inizialmente facesse parte del Community Model, come unità commerciale. La Società era formata da privati ed esercenti dell Altopiano, il cui obiettivo primario era quello di gestire l impianto di risalita, cooperando con tutte le altre attività operanti nel settore turistico 2. La mission della azienda consisteva nel modificare le strutture presenti sull Altopiano, modernizzarle e costruire un punto di ristoro utile per gli sciatori. Il principale interesse dei soci era soprattutto quello di formare una stazione utile a fini sociali, di modeste dimensioni e cercando di salvaguardare le bellezze ambientali circostanti, punto di forza specifico della zona. In questo periodo, l azienda turistica locale, aveva scarso potere decisionale sulle singole unità commerciali, ma operava per coordinare le attività. Nel 2001 la Società divenne Predaia S.p.A. e parte delle azioni vennero acquistate dai Comuni di apparenza dell Altopiano: Sfruz, Smarano, Taio, Tres, Ton e Vervò e in seguito Coredo. Lo statuto si modificò anche in base alle esigenze e gli obiettivi delle stesse Amministrazioni. Infatti, non solamente aveva come obiettivo la gestione degli impianti e tutte le attività connesse, ma anche lo sviluppo turistico della zona. Quest ultimo si rafforzò con la stipula di un patto territoriale tra i Comuni interessati. A mio parere tale cambiamento favorisce l avvicinamento della struttura organizzativa al Corporate Model, perché un unica società, la Predaia S.p.A., si sta prendendo carico di tutta l organizzazione turistica della zona. Però, la composizione della Società, 2 L obbeittivo primario emerge analizzando i documenti della Società Opratori Predaia S.r.l.. 6

6 enti locali e privati, la avvicina al Community Model, con finalità di salvaguardia dell ambiente e del benessere del residente. In particolare, il Corporate Model finalizza la sua attività in base alle esigenze del cliente e, visto che la Predaia è una stazione sciistica di modeste dimensioni, l offerta proposta dovrà essere ampliata in tutti gli aspetti turistici, non solo quelli invernali. L obiettivo del mio studio è quello di analizzare l incidenza effettiva del modello Community e Corporate nella realtà dell Altopiano. Definendo la dislocazione geografica della Predaia, si parlerà poi della Società e delle proposte che potrebbero favorire il successo strategico della zona. 7

7 CAPITOLO 1 L ALTOPIANO DELLA PREDAIA IN VAL DI NON 8

8 1.1. LA VALLE DI NON L Altopiano della Predaia è una località della Valle di Non. Partendo da una descrizione generale del Comprensorio, presenterò le vie d accesso e le caratteristiche della zona in oggetto. Cartina della Valle di Non, vista da nord-ovest La Valle di Non è la più ampia valle del Trentino, caratterizzata da un susseguirsi di anfiteatri, quasi a cerchi concentrici, che passano dalle quote più basse, dove il paesaggio è ricco di frutteti, alle quote più alte, dove la vegetazione è soprattutto alpina: boschi, prati e rocce, quindi può essere definita più come un altopiano che una valle. È racchiusa da una corona di montagne: a nord vi è il gruppo montuoso delle Maddalene, a sud-ovest vi è quello delle Dolomiti Brenta, a est il sottogruppo orientale dei monti Anauni mentre a sud il massiccio della Paganella e la sella di Andalo. Queste catene avvolgono il territorio, lo proteggono dalle fredde correnti di settentrione, assicurandone il particolare clima temperato, ottimo per lo sviluppo di una fervida agricoltura, tale situazione metrologica è inoltre favorita dal fatto che a sud l altopiano è aperto, quindi molto soleggiato e luminoso. 9

9 La valle è ricca d'acqua: piacevoli laghetti alpini, il grande bacino artificiale di Santa Giustina, il fiume Noce che taglia un angusto canyon, ma soprattutto un'infinità di torrenti e ruscelli. Particolare rilievo ha il fiume Noce che divide la Valle di Non in due sponde nettamente distinte, mentre tutti gli affluenti hanno creato delle barriere morfologiche che hanno suddiviso il territorio in una serie di regioni ben identificabili: Bassa Valle di Non (classificabile ulteriormente in sponda destra, sinistra), Media Valle di Non, Predaia, Terza Sponda e Alta Valle di Non. La BASSA VALLE DI NON è la via d accesso principale per chi giunge dalla Valle dell Adige. Dalla Rocchetta, punto strategico e di passaggio, dipartono le strade che risalgono le sponde opposte del torrente Noce e quelle che conducono alla Valle dello Sporeggio e all Altopiano di Andalo. Per giungere nel Comune di Ton si costeggia il torrente Noce sul lato sinistro, lungo la vecchia S.S. n. 43 e si devia a destra. Verso la fine degli anni Novanta si costruì una nuova strada, che segue per un tratto il percorso precedente, che permette di raggiungere i Comuni della sponda destra del Noce: Sporminore, Campodenno,Denno, Cunevo, Flavon e Terres. Proseguendo si imbocca il lungo ponte che attraversa la Valle e si immette nuovamente sul vecchio tracciato, poco dopo la località di Sabino, che porta al Comune di Taio. 10

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