QUADRO A SISTEMA ECONOMICO E SOCIALE

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1 PSC CORTEMAGGIORE quadro conoscitivo QUADRO A SISTEMA ECONOMICO E SOCIALE Adottato con delibera del C.C. N... del...

2 Capo I - Inquadramento generale e riferimenti normativi Metodologia di analisi Capo II - Le dinamiche della popolazione Aspetti demografici Popolazione residente Popolazione straniera residente Struttura della popolazione Mobilità per motivi di studio e lavoro Scenari di evoluzione della popolazione Metodologia Ipotesi di evoluzione demografica Punti di forza e punti di debolezza Capo III Il mercato del lavoro La struttura occupazionale La situazione occupazionale degli stranieri residenti Ipotesi di scenari occupazionali Punti di forza e punti di debolezza Capo IV Il sistema abitativo Patrimonio abitativo Attività edilizia Punti di forza e punti di debolezza Capo V Il sistema economico Metodologia di analisi Struttura e specializzazione dell economia locale Settore agricolo Settore industriale e dei servizi Settore commerciale Settore turistico Punti di forza e punti di debolezza

3 CAPO I - INQUADRAMENTO GENERALE E RIFERIMENTI NORMATIVI La Legge Regionale 20/2000, all articolo 4, lettera a), individua come uno degli elementi fondamentali del quadro conoscitivo il sistema economico e sociale, ovvero la valutazione delle dinamiche dei processi di sviluppo economico e sociale, degli aspetti demografici ed occupazionali della popolazione e delle caratteristiche del sistema produttivo Metodologia di analisi Per l analisi delle dinamiche della popolazione, sia dal punto di vista degli aspetti demografici che occupazionali, si è proceduto alla estrapolazione dei dati1 censuari dell ISTAT, della Regione Emilia Romagna e della Provincia di Piacenza, partendo da quelli raccolti per il 15 Censimento popolazione del 2011, il Censimento industria e servizi 2012 e il Censimento agricoltura 2010, e successivi aggiornamenti. Sempre dalla banca dati dell ISTAT regionale e provinciale sono stati ricavati i dati del Censimento generale delle abitazioni al 2011 e seguenti aggiornamenti, per l analisi del sistema abitativo. Un ulteriore contributo è stato dato dalle analisi realizzate per la redazione del Quadro Conoscitivo del PTCP2007, contenente ulteriori approfondimenti. Attraverso una valutazione incrociata e un confronto con le dinamiche dei comuni limitrofi e dell intera provincia, si è potuto produrre un quadro degli sviluppi che si sono verificati sull intero territorio comunale. CAPO II - LE DINAMICHE DELLA POPOLAZIONE Aspetti demografici Popolazione residente Il territorio del comune di Cortemaggiore si estende per una superficie di 36,8 kmq nella pianura piacentina, ricadendo nella sub-area della media Val d Arda. Da un punto di vista amministrativo confina con i comuni di: San Pietro in Cerro, Villanova d Arda, Besenzone, Fiorenzuola d Arda, Cadeo, Pontenure e Caorso. Il territorio é completamente pianeggiante e la sua altitudine sul livello del mare varia da 40 a 62 metri. Dall esame dei dati dei censimenti ISTAT della popolazione residente dal 1861 al 2011, e dalla rilevazione regionale della popolazione residente, si può verificare il trend del comune.

4 Tabella 1 - Popolazione residente complessiva e densità abitativa /2013 Anno Popolazione residente Variazione (unità) Variazione (%) Densità abitativa (Ab/Km 2 ) , ,08% 131, ,69% 123, ,70% 129, ,68% 128, ,50% 134, ,60% 135, ,26% 135, ,88% 150, ,99% 164, ,26% 141, ,53% 133, ,37% 121, ,41% 113, * ,73% 123, * ,34% 123, ** ,00% 125,73 Serie storica Fonte: a cura del Servizio Controllo Strategico e Statistica (il dato non ha un periodo di rilevazione mensile omogeneo) * Fonte Banca dati ISTAT Geodemo ( il dato è riferito al 31 Dicembre di ogni anno) ** Fonte Amministrazione Comunale Innanzitutto si rileva come nei primi decenni la popolazione abbia avuto un andamento altalenante, con valori nettamente positivi, subito succeduti da altrettanti negativi. Un sostanziale aumento, imputabile al boom demografico nazionale, si registra nel 1951 e nel 1961, con un incremento parziale di circa il 10%, e in termini assoluti di unità, ossia si è passati da abitanti nel 1936, al picchio massimo di nel Crescita subito smorzata nel successivo trentennio (gli anni 70 e 80 hanno segnato una fuga verso la città), complessivamente con una contrazione del 45%, portando la popolazione, nel 2001, al valore minimo storico registrato di abitanti. Dall'ultimo censimento (2011) si è invertita la tendenza negativa facendo registrare un trend positivo attestandosi su un valore di abitanti segnando un incremento in relazione al precedente censimento pari al 6,73%, dato leggermente inferiore al trend Provinciale riferito al medesimo periodo pari al 7,8%; l'ultimo biennio è caratterizzato da una confermata tendenza incrementale. L evoluzione della popolazione magiostrina si è mossa analogamente ai comuni limitrofi, che hanno visto un decremento nel decennio marcatamente negativo (Besenzone -18%, San Pietro in Cerro -17%, Villanova -9%), con l unica eccezione di Cadeo (+14%) che ha sempre registrato un trend positivo negli ultimi 50 anni. Non essendo un territorio problematico dal punto di vista morfologico, ma bensì adatto agli insediamenti urbani e rurali, la densità territoriale è sempre stata abbastanza elevata (valori tra i 113,37 e i 164,94 ab/kmq). Pontenure e Cadeo registrano, invece, una densità molto maggiore (rispettivamente 183,9 e 159,7 ab/kmq), ma ancora lontana dalla pressione demografica di Fiorenzuola d Arda (250,6 ab/kmq), tra i primi cinque comuni di tutta la Provincia con la densità più alta. Nella successiva tabella viene evidenziata come la popolazione residente sia strutturata sul territorio comunale.

5 Tabella 2 - Popolazione residente per centro abitato Nucleo Popolazione residente % sul totale Capoluogo % Chiavenna Landi 135 3% San Martino in Olza 76 1,5% Case sparse ,5% % Fonte: Amministrazione Comunale Attraverso un analisi dei dati della distribuzione della popolazione si giunge chiaramente alla conclusione che l unico vero nucleo urbano corrisponde al capoluogo, in quanto l 84% della popolazione residente nel 2013 è localizzata in esso, a differenza dei centri minori che insieme non riescono ad arrivare neanche al 5% della popolazione. La parte restante di abitanti è distribuita tra le cosiddette case sparse, così da confermare il carattere rurale del territorio. Più specificatamente, dall esame dei dati dei censimenti ISTAT della popolazione residente dal 1981 al 2011 e attraverso i dati comunali fino a tutto il 2013, si è potuto verificare la composizione prevalente degli abitanti nel Comune di Cortemaggiore, facendo registrare un sostanziale equilibrio tra la popolazione maschile e femminile. Tabella 3 - Popolazione residente per sesso /2013 Anno Maschi % Femmine % ,67% ,33% ,80% ,20% ,93% ,07% * ,41% ,59% * ,58% ,42% ** ,60% ,40% 4627 Fonte: a cura del Servizio Controllo Strategico e Statistica * Fonte Banca dati ISTAT Geodemo ( il dato è riferito al 31 Dicembre di ogni anno) ** Fonte Amministrazione Comunale La popolazione complessivamente residente sul territorio comunale al risulta essere di unità, che confrontato con il totale provinciale di abitanti ne costituisce il 1,63%, valore in lieve calo negli ultimi vent anni, in quanto nel 1981 era di 1,76%. L andamento demografico comunale si è mosso nella stessa direzione di quello provinciale, in particolar modo, dal 1981 al 2001, la popolazione provinciale ha conosciuto un continuo calo (da un totale di a abitanti), decremento in attenuazione, con una ripresa positiva registrata negli ultimi anni, grazie all aumento della popolazione immigrata, che ha permesso una ripresa positiva a partire dal 2006, del 6,27%. Analizzando invece le caratteristiche interne della popolazione residente, è possibile mettere in luce alcune particolarità. 2 Fonte:

6 Tabella 4 - Struttura della popolazione residente per classe d età / over 65 Anni 1991* 2001* 2011** 2012** 2013*** (%) (%) (%) (%) 482 (10,73) (35,25) (34,69) 869 (19,34) * 452 (10,80) (30,39) (33,61) (25,20) 555 (12,41) (28,06) (35,68) (23,85) ** Fonte Banca dati ISTAT Geodemo ( il dato è riferito al 31 Dicembre di ogni anno) *** Fonte Amministrazione Comunale Tabella 5 - Età media / (12,53) 1266 (27,92) 1605 (35,40) 1095 (24,15) 602 (13,02) 1271 (27,46) 1643 (35,51) 1111 (24,01) Anni 2001* 2011** 2013*** M F TOT M F TOT M F TOT Età media 43,78 48,67 46,29 43,26 47,44 44,46 43,40 46,99 45,19 * ** Fonte dato censimento 2011 Statistiche ISTAT *** Fonte Amministrazione Comunale Tabella 6 - Popolazione residente in età scolare per classi Anni TOTALE Residenti Fonte Amministrazione Comunale Tabella 7 - Indicatori di stato della popolazione * Anni Natalità Mortalità Crescita naturale Migratorietà interno estero totale Crescita totale 2009* 6,0 11,3-5,3-2,9 10,2 7,3 2, ** 7,77 9,55-1,78-5,11 9,33 4,22 2,44 * Fonte: ISTAT ** Fonte: a cura del Servizio Controllo Strategico e Statistica I dati al 2009 ed al 2013 indicano una realtà assolutamente in linea con la media provinciale: la popolazione è in costante invecchiamento, ma se gli anziani sono in continuo aumento, la seppur modesta inversione di tendenza dell ultimo periodo, riferita alla popolazione in età scolare e lavorativa, è imputabile ai fenomeni dell immigrazione. La popolazione ha così invertito, a partire dal 2001, il trend decrescente di lungo periodo segnalando la ripresa dei bambini fino ai 14 anni (al 2013 rappresentano il 13,02%), la seconda fascia di popolazione invece cala in tutti e quattro gli anni di riferimento (complessivamente del 8,02%), mentre si registra un debole incremento degli abitanti dai 40 ai 64 anni. A supporto di questi segnali di ripresa è anche l età media della popolazione che nel 2013 è di

7 Liceo classico Liceo scientifico Liceo linguistico Liceo artistico Istituto professionale Scuola magistrale Istituto d'arte Istituto tecnico Istituto magistrale Altro diploma 45,19 anni, presentando una leggera diminuzione rispetto al censimento del 2001 e sostanzialmente in equilibrio dal censimento Prosegue la crescita del tasso di natalità, nel 2012 ha confermato un valore positivo accorciando le distanze da quello di mortalità, tale da evidenziare un tasso di crescita naturale di -1,78 decisamente migliore rispetto al dato del 2009; grazie alla migratorietà interna ed estera, peraltro in calo rispetto al 2009 si trasforma in una crescita totale positiva. Il rallentamento del fenomeno migratorio e il confermato incremento dell'indicatore della crescita totale indica una sostanziale autosufficienza in relazione allo sviluppo demografico; non sono più determinanti le quote di popolazione migrante per garantire la crescita demografica. E possibile mostrare anche alcune informazioni legate al livello d istruzione della popolazione. Tabella 8 - Popolazione residente per titolo di studio /2001 Titolo Unità % su totale Unità % su totale Nessuno 281 7,02% 205 5,50% Elementare ,60% ,12% Licenza Media ,61% ,49% Diploma ,49% ,20% Laurea 51 1,27% 249 6,69% ,00% ,00% Tabella 9 - Residenti di età maggiore ai 14 anni, per grado di istruzione /2001 Anno Analfabeta Alfabeta senza titolo Tabella 10 - Residenti di età maggiore ai 14 anni, per grado di istruzione /2001 Anno Tabella 11 - Residenti di età maggiore ai 14 anni, per grado di istruzione /2001 Anno Diploma post secondaria Laurea Laurea specialistica o dottorato Confrontando i dati del 1991 e del 2001 è possibile indicare come sia diminuita la popolazione con un titolo di studio, dovuta all aumento della popolazione straniera che ha incrementato anche la popolazione analfabeta (da 1 a 21 unità), nonostante sia più elevato il grado del titolo

8 posseduto (il 6,69% della popolazione nel 2001, rispetto all 1,27% del 1991 è laureata). In particolar modo è possibile evidenziare come sia raddoppiato il numero di diplomati in un istituto professionale nel 2001 rispetto al 1991, fattore dato all insediamento nel capoluogo della sezione distaccata dell Istituto tecnico professionale per l agricoltura e l ambiente Raineri- Marcora Popolazione straniera residente L attenuazione del calo demografico è da attribuire principalmente al fenomeno migratorio straniero, che presenta un saldo positivo dal 1996 al 2013 di... unità (pari a circa il...% della popolazione totale), con una costante prevalenza maschile (tale da incrementare la forza lavoro disponibile) fino al 2009, nell'ultimo triennio si registra un sostanziale riequilibrio tra i due valori andandosi a riallineare con il dato relativo alla popolazione di nazionalità Italiana. Tabella 12 - Popolazione straniera residente totale /2013 Anno Popolazione straniera residente Maschi Femmine (+13) (+11) (+15) (+12) (+50) (+33) (+53) (+76) (+81) (+84) (+65) (+86) (+19) 2011* (+15) 2012* (+77) 2013** (+57) Fonte: Elaborazioni ufficio statistica - Provincia di Piacenza su dati anagrafici comunali * Fonte Banca dati ISTAT Geodemo ( il dato è riferito al 31 Dicembre di ogni anno) ** Fonte Amministrazione Comunale ( il dato è riferito al 31 Dicembre) Analizzando la provenienza del flusso migratorio in entrata emerge in maniera netta la prevalenza di popolazione nativa dell Asia (41,5% del totale), fenomeno probabilmente imputabile all impiego di lavoratori nel settore produttivo locale; le restanti quote di immigrazione provengono secondariamente dall Africa e dagli altri stati europei non facente parte dell UE. Nel 1991 erano solo 4 gli immigrati residenti a Cortemaggiore, passati in un decennio a 129, nel decennio successivo a 641 e in soli 2 anni a 775, conoscendo incrementi a livelli straordinari.

9 Tabella 13 - Immigrazione dall estero, provenienze /2011 Anno Europa (UE) Europa (altri) Africa America Asia * Fonte: ISTAT, Statistica Emilia-Romagna * Fonte ISTAT Tabella 14 - Stranieri residenti per classi d età /2013 Fasce d età * 2012* 2013** over Fonte: Elaborazioni ufficio statistica - Provincia di Piacenza su dati anagrafici comunali * Fonte Banca dati ISTAT Geodemo ( il dato è riferito al 31 Dicembre di ogni anno) ** Fonte Amministrazione Comunale ( il dato è riferito al 31 Dicembre) In base alla tabella precedente si può vedere come la popolazione straniera nell ultimo lustro sia costantemente aumentata in tutte le classi d età, in particolare nella fascia lavorativa dai 15 ai 64 anni la quantità di residenti è più che quadruplicata dal 2002 al Dato confermato in particolar modo nell ultimo triennio, in cui si è registrato un incremento di 80 unità. L età media della popolazione straniera è di 29 anni, decisamente inferiore a quella relativa ai residenti totali del territorio comunale (46), ciò porta a considerare la popolazione straniera come una risorsa sia demografica, in quanto la fascia suddetta corrisponde a quella di massima fertilità, che a quella lavorativa Struttura della popolazione Le tabelle riassuntive seguenti mostrano una fotografia della condizione famigliare della popolazione, che coerentemente alla tendenza generale della provincia di Piacenza segnalano un continuo aumento del numero delle famiglie, ma al contempo una riduzione della dimensione media del nucleo famigliare (da 2,9 nel 1981 a 2,3 nel 2013). Infatti vi è un incremento delle famiglie unipersonali, siano esse originali o di ritorno, e dei nuclei formati da 2 componenti; in ogni caso, rispetto ai dati del 1991 vi è un calo delle coppie sia con figli, che senza figli. Migliore è però la situazione immobiliare delle famiglie, che con il passare degli anni hanno investito nella prima casa, anche se si tratta prevalentemente di monolocali e bilocali, aumentando le residenze di proprietà, a discapito di quelle in affitto.

10 Tabella 15 - Numero famiglie e dimensione media / * 2013** N famiglie Dimensione media N famiglie Dimensione media N famiglie Dimensione media N famiglie Dimensione media , , , ,3 * Fonte: a cura del Servizio Controllo Strategico e Statistica ( il dato è riferito al 31-12) ** Fonte Amministrazione Comunale ( il dato è riferito al 31-12) Tabella 16 - Tipologia di famiglia dei residenti /2001 Anno Famiglie senza nuclei Famiglie con un solo nucleo Famiglie con due o più nuclei Tabella 17 - Famiglie senza nucleo /2001 Anno Proprietà usufrutto o riscatto Affitto Titolo gratuito, prestazioni servizio In altro tipo di alloggio Senza abitazione famiglie senza nucleo Tabella 18 - Famiglie con un solo nucleo /2001 Anno Proprietà usufrutto o riscatto Affitto Titolo gratuito, prestazioni servizio In altro tipo di alloggio Senza abitazione famiglie con un solo nucleo Tabella 19 - Famiglie con due o più nuclei /2001 Anno Proprietà usufrutto o riscatto Affitto Titolo gratuito, prestazioni servizio In altro tipo di alloggio Senza abitazione famiglie con due o più nuclei Tabella 20 - Tipologie di famiglie /2001/2009 Anno Famiglie unipersonali Altre famiglie componenti famiglie senza nuclei

11 Tabella 21 - Numero famiglie residenti per numero di componenti e totale componenti /2001/2013 Anno o più famiglie componenti * * Fonte Amministrazione Comunale ( il dato è riferito al 31-12) Tabella 22 - Componenti famiglie residenti per tipologia della famiglia /2001 Anno Coppia con figli Coppia senza figli Padre con figli Madre con figli componenti famiglie senza membri isolati Tabella 23 - Componenti famiglie residenti per tipologia della famiglia /2001 Anno Coppia con figli Coppia senza figli Padre con figli Madre con figli componenti famiglie con membri isolati Tabella 24 - Componenti delle famiglie, per tipologia di famiglia /2001 Anno Giovane Adulto Anziano componenti famiglie unipersonali non in coabitazione Tabella 25 - Famiglie residenti in abitazioni per numero di stanze dell'abitazione /2001 Anno o più Famiglie in abitazioni occupate Mobilità per motivi di studio e lavoro Le analisi dei flussi di mobilità per ragioni di studio e di lavoro forniscono dati molto interessanti, anche se non aggiornati. Innanzitutto emerge la rilevanza della mobilità (sia in entrata che in uscita): il 22,5% della popolazione residente si reca quotidianamente al di fuori del comune (il 26,1% invece si muove all interno), in parte anche in altre province, ma altrettante persone si recano a Cortemaggiore per lavorare o studiare. In particolar modo, il 52,4% dei lavoratori occupati cortemaggioresi si sposta al di fuori del

12 comune, ma su un valore di 739 usciti, ve ne sono 591 in entrata; il 33,3% di studenti in età scolare e prescolare esce dai confini comunali, ma la fuoriuscita netta non supera il 10% della popolazione, in quanto vi è la sede di un istituto d istruzione secondaria (Istituto tecnico professionale per l agricoltura e l ambiente Raineri-Marcora ), che registra ingressi soprattutto provenienti dal comune di Besenzone, ed in misura minore da Fiorenzuola e San Pietro in Cerro. Le principali destinazioni dei lavoratori sono Fiorenzuola (27,1%) e Piacenza (21,5%), che assorbono quasi il 50% dei flussi in uscita, seguite successivamente delle province di Parma (9,6%), Milano (5,9%) e Cremona (4,5%), e solo con percentuali inferiori di altri comuni piacentini. Questo rapporto viene rispettato (anche se con valori inferiori) anche dai movimenti in entrata, principalmente da lavoratori fiorenzuolani, piacentini e parmensi. Quasi la metà (47,8%) degli studenti si dirige a Piacenza a studiare, mentre il 22% si sposta nella vicina Fiorenzuola e il 10% a Parma. In valori assoluti il dato più aggiornato relativamente ai flussi pendolari per motivi di studio, è relativo agli iscritti alle scuole secondarie superiori nell anno scolastico , che attesta un flusso di 89 studenti verso il distretto scolastico di Piacenza, 41 verso quello di Fiorenzuola, mentre 28 studenti si spostano, giornalmente, verso altre province (8 a Cremona, 1 a Lodi e 19 a Parma). In generale (considerando sia i lavoratori che gli studenti) sono Piacenza (26,8%) e Fiorenzuola (25,4%) le mete che raccolgono più della metà dei flussi pendolari in uscita. Da segnalare anche l interessante pendolarismo con altre province (il 23,3% dei movimenti in uscita), prevalentemente verso Parma e Milano (favorite dalla facilità di collegamento, attraverso la linea stradale, autostradale e ferroviaria). L ingente flusso in uscita é tuttavia compensato da un altrettanto significativo flusso in entrata, ma in generale il saldo tra ingressi ed uscite si mantiene comunque negativo (-212 unità), segno di un netto spostamento della forza lavoro locale dall agricoltura ad altri settori economici (che non sono tutti inscrivibili nel territorio comunale) e di un notevole aumento del tasso d istruzione secondaria. Cortemaggiore, comunque negli ultimi anni, ha incrementato il suo indice d attrazione, passando da un valore di 0,19 a 0,24, aggiudicandosi il settimo posto provinciale (al primo posto rimane Piacenza con un indice attorno a 4, nettamente maggiore del secondo: Fiorenzuola con 0,7), potenzialità da tenere in considerazione, in prospettiva di un aumento di persone che potranno entrare in futuro nel comune e quindi richiedere servizi aggiuntivi. Tabella 26 - Movimenti pendolari per ragioni di studio e di lavoro Lavoratori Studenti Entrati Usciti Saldo Entrati Usciti Saldo Entrati Usciti Saldo Fonte: Provincia di Piacenza servizio Censimenti Tabella 27 - Flussi pendolari, per lavoro, in entrata e in uscita nel Comune per provenienza In entrata Lavoro In uscita Agazzano 1 Alseno 12 Alseno 20 Besenzone 10 Besenzone 36 Bobbio 2 Bettola 1 Cadeo 18 Bobbio 1 Calendasco 4 Borgonovo 2 Caorso 29 Cadeo 43 Carpaneto 9 Calendasco 1 Castell Arquato 3 Caminata 1 Castel S. Giovanni 2 Caorso 36 Castevetro P.no 20 Carpaneto 16 Ferriere 1

13 Castell Arquato 10 Fiorenzuola 200 Castel S. Giovanni 1 Gossolengo 1 Castevetro P.no 18 Gropparello 2 Coli 1 Lugagnano 1 Fiorenzuola 101 Monticelli d Ongina 13 Gazzola 2 Piacenza 159 Gossolengo 3 Pianello 1 Gragnano 1 Podenzano 8 Gropparello 2 Pontenure 20 Lugangano 11 Rivergaro 2 Monticelli d Ongina 21 Rottofreno 2 Piacenza 76 S.Giorgio P.no 3 Podenzano 6 S. Pietro in Cerro 14 Pontenure 11 Villanova sull Arda 34 Rivergaro 3 Rottofreno 4 S.Giorgio P.no 4 S. Pietro in Cerro 31 Travo 1 Vernasca 9 Vigolzone 1 Villanova sull Arda 17 Lavoro In entrata In uscita Territorio extra provinciale Milano 3 Milano 44 Pavia 1 Pavia 1 Cremona 17 Cremona 33 Parma 56 Parma 71 Lodi 18 Lodi 9 Altre province 4 Altre province 11 Lavoratori in entrata 591 Lavoratori in uscita 739 Fonte: Provincia di Piacenza servizio Censimenti Tabella 28 - Flussi pendolari, per studio, in entrata e in uscita nel Comune per provenienza Studio In entrata In uscita Alseno 2 Alseno 1 Besenzone 62 Cadeo 2 Bettola 1 Caorso 5 Cadeo 9 Castevetro P.no 1 Caorso 3 Fiorenzuola 39 Carpaneto 4 Piacenza 93 Castell Arquato 3 Pontenure 1 Castel S.Giovanni 1 S. Pietro in Cerro 2

14 Castevetro P.no 1 Villanova sull Arda 7 Fiorenzuola 18 Lugagnano 1 Monticelli d Ongina 1 Piacenza 9 Pontenure 2 S. Pietro in Cerro 10 Villanova sull Arda 4 Territorio extra provinciale Milano 1 Milano 14 Cremona 1 Cremona 2 Parma 3 Parma 33 Lodi 1 Lodi 1 Studenti in entrata 137 Studenti in uscita 201 Fonte: Provincia di Piacenza servizio Censimenti Tabella 29 - Mobilità interna della popolazione Lavoro Studio % su Popolazione ,1 Fonte: Provincia di Piacenza servizio Censimenti Ulteriormente all analisi quantitativa dei flussi pendolari si è voluto porre l attenzione anche ai mezzi di trasporto impiegati in questi spostamenti, per avere un attenzione maggiore in riferimento alla valutazione dei flussi di traffico e del livello d inquinamento atmosferico. A seconda della destinazione si osserva che, per spostamenti all interno del comune la popolazione predilige muoversi a piedi o con mezzi leggeri, anche se l automobile rimane sempre un mezzo ampiamente utilizzato, mentre per gli spostamenti di ampio raggio, dove la mobilità lenta è impossibilitata dalla lunga distanza, si nota che la popolazione privilegia nettamente i mezzi di trasporto privati. Tabella 30 - Spostamenti quotidiani, per ragioni di studio e di lavoro, interno al comune Treno, tram Autobus Conducente Auto privata Passeggero Moto Piedi, bicicletta Fonte: Provincia di Piacenza servizio Censimenti Tabella 31 - Spostamenti quotidiani, per ragioni di studio e di lavoro, infraprovinciali Autobus Auto privata Piedi, bicicletta, moto Entrata Uscita Entrata Uscita Entrata Uscita Entrata Uscita Fonte: Provincia di Piacenza servizio Censimenti

15 2.3 - Scenari di evoluzione della popolazione Metodologia Per poter compiere una proiezione futura della popolazione residente a Cortemaggiore è stato necessario analizzare l attuale struttura demografica e le serie storiche dei principali fenomeni demografici. Il modello utilizzato per determinare la popolazione futura è incentrato sul metodo delle componenti demografiche (cohort component model), formulato dall Istituto Nazionale di Statistica, a cura della Direzione centrale per le statistiche e le indagini sulle istituzioni sociali, utilizzato per individuare le previsioni demografiche dal 1 gennaio 2007 al 1 gennaio ( In base a tale metodo, la popolazione, tenuto conto del naturale processo di avanzamento dell età, si modifica da un anno al successivo aggiungendo le nascite, sottraendo i decessi, aggiungendo i movimenti migratori in entrata e, infine, sottraendo quelli in uscita. Le previsioni vengono aggiornate periodicamente rivedendo e/o riformulando le ipotesi evolutive sottostanti la fecondità, la sopravvivenza e la migratorietà. Le previsioni sono articolate secondo tre distinti scenari. Con il primo di essi, lo scenario centrale, viene fornito un set di stime puntuali verosimili ; accanto allo scenario considerato più probabile sono stati costruiti due scenari alternativi che hanno il ruolo di disegnare il campo dell incertezza futura. Tali due scenari, denominati rispettivamente scenario basso e scenario alto, sono impostati definendo una diversa evoluzione per ciascuna componente demografica rispetto allo scenario centrale. Le due varianti tracciano idealmente un percorso alternativo, dove ciascuna componente apporterà maggiore o minore consistenza alla popolazione. Per lo scenario alto ciò significa fecondità, sopravvivenza e flussi migratori (interni e con l estero) più sostenuti, mentre vale esattamente l opposto nello scenario basso. Tanto il primo quanto il secondo sono da intendersi soltanto come alternative plausibili. A nessuno dei due, infatti, può essere attribuito il significato di limite potenziale (superiore o inferiore) allo sviluppo della popolazione in futuro. La popolazione base delle previsioni è quella rilevata dalla fonte Popolazione residente comunale per sesso, anno di nascita e stato civile (Posas) al 1 gennaio Generalmente in campo demografico si parla di proiezioni e non di previsioni per la intrinseca difficoltà di poter prevedere compiutamente fenomeni che, pur muovendosi lungo trend tendenzialmente lineari, mostrano spesso correzioni di rotta impreviste o accelerazioni improvvise, non di rado causate da situazioni sociali o politiche imponderabili (cadute o riprese inattese della natalità originate da nuovi comportamenti sociali, flussi migratori dovuti a crisi politiche internazionali, ecc.) Ipotesi di evoluzione demografica Utilizzando il modello di proiezione demografica sono state effettuate tre proiezioni della popolazione, al fine di valutare le conseguenze nelle differenti ipotesi di evoluzione, limitandosi a considerare l arco temporale dal 1 gennaio 2009 al 1 gennaio L elaborazione effettuata dall ISTAT si ferma alla scala provinciale, ma attraverso dovute approssimazioni possiamo azzardare l ipotesi di proiettare questo studio sulla popolazione comunale, considerando che questa si attesta attorno al 1,57% di quella provinciale 3 Partendo da una popolazione della provincia di Piacenza al 1 gennaio 2013 pari a Il rapporto è stato calcolato utilizzando i dati relativi la popolazione al Fonte Banca dati ISTAT Geodemo

16 abitanti lo scenario che si potrà presentare dopo un arco temporale di 20 anni risulta come schematizzato nella tabella seguente. Tabella 32 - Previsioni della popolazione, al 1 gennaio 2029 Scenario Bilancio demografico della popolazione residente Provincia di Piacenza Cortemaggiore Scenario basso (+265) Scenario centrale (+523) Scenario alto (+779) Fonte: Regione Emilia-Romagna Dall analisi di alcune elaborazioni, effettuate dall Ufficio statistica della Provincia di Piacenza relativamente all anno 2009 ( Rapporto 2010 sulla popolazione piacentina del marzo 2010 e a cura dell Area Programmazione, Infrastrutture, Ambiente), svolta sull andamento demografico attuale della popolazione residente, si è potuto constatare che la popolazione di Cortemaggiore, rispetto a quella provinciale, ha avuto un trend continuamente crescente dell 1,58% e un incremento interno di 1,19%. Negli ultimi due anni Cortemaggiore è stato uno dei pochi comuni della provincia che ha registrato un aumento della popolazione, corrispondente a 61 unità, tale da promettere un aumento futuro, a seguito di un continuo trend positivo. Nonostante queste buone prospettive la popolazione effettivamente residente, al 31/12/2009, risulta pari a abitanti, valore abbastanza vicino a quello previsto dallo scenario basso, perciò appare quindi plausibile tenere in considerazione, per il dimensionamento comunale in previsione dei futuri vent anni, lo scenario centrale Punti di forza e punti di debolezza Punti di forza, opportunità Popolazione residente Conferma del trend positivo di crescita della popolazione residente negli ultimi anni ( ). Aumento della popolazione in età scolare e prescolare Abbassamento dell età media Tassi di natalità e crescita totale positivi Incremento del livello di titolo di studi posseduto Popolazione straniera residente Saldo positivo di crescita della popolazione straniera Forte incremento della popolazione straniera attiva negli ultimi anni Stranieri come risorsa sia lavorativa che per l incremento demografico Struttura della popolazione Aumento dei nuclei famigliari, ma di piccole dimensioni Incremento della abitazioni di proprietà Mobilità per motivi di studio e lavoro Rilevanti flussi di mobilità sia in entrata che in uscita Fuoriuscita netta di studenti non superiore al 10% Maggiore capacità attrattiva del sistema produttivo e scolastico superiore Spostamenti a piedi o in bicicletta preferiti nei movimenti interni al comune Punti di debolezza, minacce Popolazione residente Densità territoriale abbastanza elevata Concentrazione dell 80% della popolazione residente nel capoluogo Aumento della popolazione analfabeta e senza titolo di studi Struttura della popolazione Aumento delle famiglie unipersonali Mobilità per motivi di studio e lavoro Il 52,4% degli occupati esce dal comune per recarsi sul luogo di lavoro Notevole dipendenza nei confronti di Piacenza e Fiorenzuola Utilizzo privilegiato dell automobile a discapito dei mezzi pubblici, per gli spostamenti di lungo raggio

17 CAPO III IL MERCATO DEL LAVORO La struttura occupazionale Relativamente alla situazione occupazionale del comune di Cortemaggiore è possibile indicare che avendo registrato nell ultimo decennio intercensuario una fase di calo demografico, conseguentemente è diminuita anche la popolazione potenzialmente attiva sul mercato del lavoro. Ad oggi solo alcuni dati sono disponibili al 2009, non sufficienti ad evidenziare il proporzionale aumento tra flusso di migranti stranieri e persone occupate, per poter fare i dovuti paragoni. Esaminando quindi i dati in possesso è possibile registrare una percentuale molto simile di popolazione attiva, pari a circa il 50%, con un dato ampiamente positivo, ossia la riduzione del 50% della popolazione in cerca di occupazione (da 130 a 66), a testimonianza di un mercato lavorativo più dinamico e che riesce ad assorbire maggiore forza lavoro. Tra la popolazione non attiva la prevalenza (quasi il 60% nel 2001) è composta da pensionati (a conferma del fenomeno d invecchiamento), e da casalinghi (in diminuzione rispetto al 1991). Gli occupati sono principalmente formati da persone mature (tra i 30 e i 54 anni), bassa è la quota di giovani sotto i 30 anni (circa il 20%), che in base alla tendenza generale di proseguire gli studi oltre il diploma, probabilmente non hanno ancora completato i corsi universitari. Nel complesso rappresentano l 1,68% degli occupati dell intera provincia, in primo luogo impiegati nel terziario (52%), e successivamente nell industria (37%) e nell agricoltura (11%). Complessivamente quindi Cortemaggiore ha un tasso di occupazione maggiore della media provinciale, anche nella componente femminile, nonostante come dato sia circa la metà di quello maschile (36,3 contro 61,2) e non presenta una visione problematica sul versante disoccupazionale. Tabella 1 - Residenti con età maggiore di 14 anni, per condizione professionale /2001 Anno Attivi Non attivi (50,85%) (49,15%) (100,00%) (49,97%) (50,03%) (100,00%) Tabella 2 - Popolazione non attiva /2001 Anno Studenti Casalinghi Pensionati Servizio di leva o civile Inabili al lavoro Altro (12,56%) 637 (32,38%) 940 (47,79%) 11 (0,56%) - (0,00%) 132 (6,71%) (100,00%) (9,18%) 429 (23,03%) (59,90%) 2 (0,11%) 65 (3,49%) 80 (4,29%) (100,00%)

18 Tabella 3 - Popolazione attiva /2001 Anno Occupati In cerca di occupazione (93,61%) 130 (6,39%) (100,00%) (96,45%) 66 (3,55%) (100,00%) Tabella 4 - Occupati per classi di età anni anni anni Oltre 54 anni 34 (1,89%) 348 (19,39%) (67,24%) 206 (11,48%) (100,00%) Tabella 5 - Occupati per macrosettore di attività Comune Agricoltura Industria Altre attività CORTEMAGGIORE 199 (11,09%) 657 (36,60%) 939 (52,31%) (100,00%) PROVINCIA Tabella 6 - Principali indicatori del mercato del lavoro Tasso di attività Tasso di occupazione Tasso di disoccupazione Tasso di occupazione femminile Tasso di occupazione maschile 50,0 48,2 3,5 36,3 61,2 Anche se non direttamente paragonabili con i dati sopra esposti riportiamo le elaborazioni effettuate dall Ufficio Statistica della Provincia di Piacenza, mostrando che le imprese, e quindi l occupazione, hanno visto un trend positivo negli ultimi quattro anni, pur con un leggero cambiamento nella tipologia di attività (diminuiscono le attività artigiane, pur con un aumento del numero di imprese). Tabella 7 - Imprese artigiane e relativi addetti anni ANNO IMPRESE ADDETTI TOTALE DIPENDENTI INDIPENDENTI Fonte: Elaborazioni ufficio statistica - Provincia di Piacenza su dati Istat registro ASIA IMPRESE

19 Tabella 8 - Imprese e relativi addetti anni ANNO IMPRESE ADDETTI TOTALE DIPENDENTI INDIPENDENTI Fonte: Elaborazioni ufficio statistica - Provincia di Piacenza su dati Istat registro ASIA IMPRESE Tabella 9 Unità locali e relativi addetti anni ANNO UNITA' LOCALI ADDETTI Fonte: Elaborazioni ufficio statistica - Provincia di Piacenza su dati istat registro ASIA UNITA' LOCALI La situazione occupazionale degli stranieri residenti Il crescente flusso migratorio degli ultimi dieci anni ha sicuramente influito positivamente sulla situazione occupazionale generale, in quanto si tratta in maggioranza di persone che si trovano nelle classi centrali d età, apportando forza lavoro prevalentemente maschile. A dimostrazione di questo il tasso di occupazione è molto elevato (65%), contribuendo soprattutto allo sviluppo delle attività industriali, dei servizi e nelle costruzioni. Tabella 10 - Popolazione straniera per condizione professionale /2001 Anno Attivi Non attivi Tabella 11 - Popolazione straniera non attiva /2001 Anno Studenti Casalinghi Pensionati Servizio di leva o civile Inabili al lavoro Altro Tabella 12 - Popolazione straniera attiva /2001 Anno Occupati In cerca di occupazione Tabella 13 - Occupati stranieri per macrosettore di attività /2001 Anno Agricoltura Industria Servizi Occupati

20 In senso stretto Costruzione e installazione di impianti Ipotesi di scenari occupazionali In conclusione è auspicabile ipotizzare un futuro scenario occupazionale, per il comune di Cortemaggiore, anche se in possesso vi sono dei dati frammentari: Tabella 14 - Popolazione residente, popolazione attiva, occupati e addetti /2009 Anno Popolazione residente Attivi Occupati Addetti e dati ASIA E stato confrontato il dato disponibile con quello della popolazione residente, all anno di riferimento, quindi con le dovute proporzioni e approssimazioni è stato possibile delineare l ipotetico valore futuro, ipotizzando scenari se non migliorativi, almeno costanti del rapporto % tra popolazione attiva e popolazione residente. Utilizzando lo stesso principio si è delineato lo scenario per gli occupati. Tabella 15 - Previsioni di popolazione attiva in rapporto alla popolazione residente, al 2029 Anno Popolazione residente % attivi sulla popolazione Attivi Incremento % attivi ,46% ,46% ,65% ,46% ,15% ,46% ,4% Tabella 16 - Previsioni di occupati in rapporto alla popolazione residente, al 2029 Anno Popolazione residente % occupati sulla popolazione Occupati Incremento % occupati ,88% ,89% ,68% ,87% ,08% ,87% ,4% Per gli addetti (che costituiscono una porzione della totalità degli occupati, ma accolgono allo stesso tempo lavoratori provenienti da altri comuni), essendo in possesso dei dati sia al 2001 che al 2009, è stata possibile una proiezione che rispecchiasse il trend, in crescita, già presente, rispettando le variazioni positive registrate. Questo perché si ipotizza che, anche solamente con la realizzazione di alcune aree industriali

21 ancora non realizzate, il numero degli addetti sia destinato ad aumentare. Tabella 17 - Previsioni di addetti in rapporto alla popolazione residente, al 2029 Anno Popolazione residente % addetti sulla popolazione Addetti Incremento % addetti ,93% ,89% ,95% ,86% ,03% ,00% ,36% e dati ASIA In sintesi, è quindi stato possibile tracciare uno scenario futuro per il mercato del lavoro. Si tratta di una previsione alquanto approssimativa, basata su un recente andamento positivo, che prevede un lieve incremento costante della popolazione occupata, in concomitanza al crescere della popolazione residente. Quindi, al 2029, dovrebbero esserci all incirca più di persone attive sul mercato del lavoro e di occupati, e un numero di addetti superiore ai Tabella 18 - Previsioni di attivi, occupati e addetti, al 2029 Anno Popolazione residente Attivi Occupati Addetti e dati ASIA Punti di forza e punti di debolezza Punti di forza, opportunità Punti di debolezza, minacce Riduzione del 50% della popolazione in cerca di occupazione Tasso di occupazione generale e femminile, maggiore della media provinciale Apporto di maggior forza lavoro data dal flusso di migranti (soprattutto nell industria e nei servizi) Prospettiva futura di un incremento di persone attive, di occupati e di addetti, date dal continuo amento demografico, soprattutto grazie al flusso migratorio Aumento dei pensionati, a conferma di un invecchiamento della popolazione Scarsi i giovani occupati

22 CAPO IV IL SISTEMA ABITATIVO Patrimonio abitativo Altri dati importanti per il territorio comunale di Cortemaggiore derivano dalle rilevazioni censuarie relative alle abitazioni, fornite sempre dall ISTAT. La concentrazione della popolazione suddivisa per i centri abitati rispecchia la distribuzione delle abitazioni presenti. In particolar modo viene quindi confermato il capoluogo come il centro che raccoglie la maggioranza dei residenti e delle abitazioni (l 80%), mentre la restante parte è principalmente sparsa nel territorio rurale e in parte inferiore nei due nuclei abitati. Gli edifici realizzati sul territorio sono primariamente utilizzati a scopo residenziale, solo una piccola quota (circa 3,6%) è usata a fini produttivi. Questo dato, risalendo al 2001, non fa riferimento alla massiccia espansione della zona industriale del capoluogo e della CA.RE.CO., che è stata nettamente superiore all incremento edilizio residenziale, oltre a produrre un impatto superficiale non paragonabile a quello abitativo. In ogni caso il patrimonio edilizio comunale è andato in crescendo nell ultimo decennio, questo non in maniera proporzionale all incremento demografico, ma più in relazione all aumento dei nuclei famigliari, che a parità di abitanti richiede un maggior numero di alloggi. Per quel che concerne le abitazioni si è registrato un incremento esponenziale del patrimonio abitativo non occupato nel decennio , incremento del 130,3%, passando dal 6,91% al 12,70% (124 abitazioni in più). In classifica provinciale si pone al primo posto, con un valore quasi doppio rispetto al secondo classificato (Monticelli d Ongina 78,9%), e conseguentemente si colloca tra gli ultimi come comune che ha incrementato le abitazioni occupate (1,4%). Dato questo che deve essere preso in seria considerazione in una futura pianificazione, agendo con interventi di recupero edilizio (del centro storico, ma anche delle cascine rurali), nell ottica di una riqualificazione della funzione residenziale, di supporto al processo di crescita demografica. Nell ultimo intervallo censuario analizzabile sono aumentate le tipologie di abitazioni con un numero di stanze inferiore a 4, questo dato sta a confermare quanto già detto precedentemente5 relativamente alle abitazioni attualmente prevalenti (monolocali e bilocali), ma al tempo stesso sono aumentate anche le abitazioni di dimensioni superiori alla media, ossia quelli con 6 o più stanze. Osservando gli abitanti di questi alloggi appare evidente che gli occupanti maggiori sono persone fisiche, a conferma quindi anche del titolo di godimento delle abitazioni che al 71% è in proprietà o in affitto, dato che è aumentato tra il 1991 e il 2001 del 14,9% per le abitazioni in proprietà mentre invece sono diminuite del 35,6% quelle in affitto (Cortemaggiore è il comune che registra il decremento maggiore di tutta la provincia). Le tipologie edilizie prevalenti sono fabbricati monofamiliari, bifamiliari e a schiera, ma sono presenti anche tipologie condominiali con massimo 4 piani fuori terra. Da segnalare la presenza dei caratteristici palazzi porticati lungo l antico cardo dell impianto romano, ora via Cavour. 5 Paragrafo A1-1.3 Struttura della popolazione.

23 Tabella 1 - Numero medio di residenti per abitazione Nucleo Abitazioni % sul totale Popolazione % sul totale Media Capoluogo ,63% ,10% 2,05 Chiavenna Landi 65 3,26% 129 3,09% 1,98 San Martino in Olza 40 2,01% 73 1,75% 1,82 Case sparse ,10% ,06% 2, ,00% ,00% 2,09 Tabella 2 - Edifici per tipologia per uso residenziale (93,88%) UTILIZZATI per uso produttivo 41 (3,58%) Tabella 3 - Abitanti e famiglie per edificio ad uso abitativo NON UTILIZZATI 39 (3,30%) TOTALE (100%) ABITANTI PER EDIFICIO FAMIGLIE PER EDIFICIO Utilizz. a fini abitativi Non utilizzato Utilizz. a fini abitativi Non utilizzato 3,88 106,97 1,59 43,90 Tabella 4 - Abitazioni occupate e non occupate /2001 Anno Abitazioni occupate % sul totale Abitazioni non occupate % sul totale ,82% ,18% ,09% 125 6,91% ,30% ,70% 1.961

24 Persona fisica Impresa o società Coop. edilizia di abitazione Stato, regione, provincia Comune Ente previdenziale IACP, ATER e simili Altro Abitazioni occupate da residenti Tabella 5 - Numero di abitazioni occupate da residenti per numero di stanze /2001 Anno 1 stanza 2 stanze 3 stanze 4 stanze 5 stanze 6 stanze o più Abitazioni occupate da residenti Fonte: ISTAT, Statistica Emilia-Romagna Tabella 6 - Abitazioni occupate per classi di superficie CLASSI DI SUPERFICIE (mq) < > Fonte: ISTAT, Statistica Emilia-Romagna Tabella 7 - Notizie generali /2001 Anno Abitazioni occupate da residenti Abitazioni occupate da temporaneam ente dimoranti Abitazioni non occupate abitazioni Altri tipi di alloggio occupati da residenti Fonte: ISTAT, Statistica Emilia-Romagna Tabella 8 - Abitazioni occupate da residenti per tipo di proprietà /2001 Anno Fonte: ISTAT, Statistica Emilia-Romagna Tabella 9 - Abitazioni occupate da residenti, per titolo di godimento /2001 Anno Proprietà Affitto Altro titolo Fonte: ISTAT, Statistica Emilia-Romagna Attività edilizia Dai dati riportati nelle tabelle seguenti emerge una situazione di un patrimonio abitativo di antica costruzione: il 62% circa delle abitazioni é stato costruito prima del 1960, mentre la media provinciale è del 39%. Al tempo stesso sono gli edifici più vetusti ad essere quelli che prevalentemente non sono occupati o sono addirittura lasciati all abbandono, creando condizioni di degrado edilizio. Solo una quota inferiore al 15% è stata costruita successivamente al 1981, e rappresenta solamente il 13% delle abitazioni effettivamente utilizzate a scopo residenziale.

25 Al tempo stesso però, ad una minore crescita edile non ha tuttavia fatto riscontro un recupero del patrimonio esistente; il settore immobiliare ha quindi conosciuto una lunga fase di contrazione dell attività edilizia, almeno per l uso abitativo, a favore di un maggiore sviluppo dello stock industriale. Tabella 10 - Abitazioni occupate e non occupate, per epoca di costruzione Tipologia Occupate Non occupate Prima del (36,53%) 136 (48,40%) Dal 1946 al (30,21%) 91 (32,38%) Dal 1972 al (20,47%) 30 (10,68%) Tabella 11 - Edifici ad uso abitativo e abitazioni per edificio, per epoca di costruzione 2001 Dopo il (12,79%) 24 (8,54%) (100%) 281 (100%) Tipologia Edifici ad uso abitativo Abitazioni per edificio Prima del (38,36%) Dal 1919 al (12,94%) Dal 1946 al (10,71%) EPOCA DI COSTRUZIONE Dal 1962 al (11,92%) Dal 1972 al (13,22%) Dal 1982 al (8,19%) Dopo il (4,66%) (100%) 1,32 1,34 2,77 2,21 2,87 1,89 1,78 1, Punti di forza e punti di debolezza Punti di forza, opportunità Punti di debolezza, minacce Mercato immobiliare in crescita Aumento delle abitazioni in proprietà e riduzione di quelle in affitto Maggiore sviluppo dello stock industriale Concentrazione delle abitazioni nel capoluogo Forte impatto superficiale dell espansione edilizia produttiva Incremento esponenziale del patrimonio abitativo non occupato, tra il 1991 e il 2001 Patrimonio edilizio di antica costruzione (il 62% è antecedente al 1960) Edifici vetusti non occupati e abbandonati, che generano condizioni di degrado Mancanza di recupero del patrimonio edilizio (necessarie politiche di riutilizzo e risanamento edilizio)

26 CAPO V IL SISTEMA ECONOMICO Metodologia di analisi L analisi del sistema produttivo è stata effettuata partendo dai dati raccolti nel 2001 dall ISTAT con la realizzazione del Censimento dell Industria e dei servizi. Questi dati hanno rappresentato la base di partenza per la realizzazione del Registro statistico delle unità locali delle imprese (ASIA - Unità locali) del 2006 (aggiornato annualmente), realizzando un significativo passo avanti nel completamento del Sistema di archivi sulle imprese. L archivio ASIA (Archivio Statistico delle Imprese Attive) è stato ottenuto attraverso un processo di integrazione di informazioni provenienti da diverse fonti, sia amministrative che statistiche. Il campo di osservazione è costituito dalle unità economiche che esercitano arti e professioni nelle attività industriali, commerciali e dei servizi alle imprese e alle famiglie, che hanno svolto attività produttiva per almeno sei mesi nel corso dell anno di riferimento. I dati analizzati fanno riferimento alla classificazione dell ATECO del 2002, di cui non sono stati presi in considerazione: i servizi domestici presso famiglie e convivenze (sezione P) e le organizzazioni ed organismi extraterritoriali (sezione Q). Inoltre sono state escluse dal campo di osservazione le attività relative all assicurazione sociale obbligatoria, le organizzazioni ricreative e le unità classificate come istituzioni pubbliche e quelle private no profit. A partire dall annualità 2007, Istat ha introdotto la nuova codifica Ateco 2007, che differisce in maniera sostanziale rispetto alla precedente e determina una interruzione nella serie storica delle informazioni, essendo il campo di osservazione leggermente diverso nel caso di utilizzo di una o l altra delle due codifiche, per cui vengono riportati i dati, ma non sono confrontabili con i valori precedenti. La differenza è tuttavia minima nel caso della nostra provincia: si limita infatti poche decine di imprese classificate come appartenenti al settore agricoltura in base alla codifica Ateco 2002 e al settore dei Servizi in base alla Ateco Oltre ai dati relativi all archivio ASIA sono state utilizzate le analisi effettuate dall Ufficio Statistica della Provincia di Piacenza (anno 2009) relativamente alle imprese e le analisi realizzate per la redazione del Quadro Conoscitivo del PTCP2007 contenente ulteriori approfondimenti Struttura e specializzazione dell economia locale L economia locale del comune di Cortemaggiore si è sempre mostrata abbastanza forte e consolidata, dapprima nel settore agricolo, successivamente in quello industriale e dei servizi. Ovviamente, rispetto alla totalità provinciale, le unità locali e il numero di addetti magiostrini rappresentano solo una piccola quota, ma al loro interno riescono a generare una sinergia positiva che riesce ad animare le dinamiche economiche comunali. Inoltre l economia locale ha risentito positivamente dell ondata migratoria 6 degli ultimi dieci anni, in quanto con l inesorabile invecchiamento della popolazione autoctona si è persa quella tradizione tipicamente rurale e si sono sviluppate nuove attività, soprattutto del settore terziario. Il settore più sviluppato negli ultimi anni, è quello industriale, in cui è maggiore il numero degli addetti rispetto alla totalità (54,3% al 2010) e dove, anche in base alle esigenze lavorative, è superiore il rapporto addetti/unità locali (al 2001: 8,79 rispetto ai 2,02 e 2,17 del commercio e dei servizi, al 2007 il rapporto per l industria è passato a 13,33, mentre è di 15,41 al 2008, rimanendo praticamente invariato negli anni successivi). I valori relativi agli addetti delle unità locali degli altri settori sono pressoché stabili, fatta eccezione per il settore delle costruzioni il quale ha segnato una significativa flessione nell'anno 2011, evidente conseguenza della crisi economica la quale ha colpito in modo decisivo quel comparto produttivo passando da una media di 3,55 addetti per UL nel 2010 a 1,75 nel Illustrato nella sezione A2 - Il mercato del lavoro.

27 Tabella 1 - Imprese attive per settore di attività economica dell'impresa. Anni Industria Costruzioni Commercio Servizi Incremento % 2004* * ,15% 2006* ,66% 2007* ,22% Imprese 2008* ,86% 2009** ** ,54% 2011** ,60% 2012** ,00% 2013** ,27 * Fonte: Camera di commercio di Piacenza - Tabelle Atecori 2002 ** Fonte: Camera di commercio di Piacenza - Tabelle Ateco 2007 Tabella 2 - Unità locali attive con addetti per settore di attività economica Ente Cortemaggiore Provincia Anno Industria Costruzioni Commercio Altri servizi Incremento % UL Add. UL Add. UL Add. UL Add. UL Add. UL Add 2001* ,67 +25, ,65 +16, ,79-0, ,6 2011* ,24-1, * ,01 +7,26 Fonte: elaborazione * Fonte:

28 Tabella 3 - Unità locali con addetti e relativi addetti ANNO Valori assoluti Distribuzione % sui valori provinciali UL Addetti UL Addetti Addetti per UL Addetti Pop * ,36% 1,25% 3,23 39,79% ,38% 1,36% 3,69 48,50% ,40% 1,58% 4,22 55,72% ,36% 1,61% 4,36 55,06% ,37% 1,59% 4,28 54,42% 2011* ,40% 1,63% 4,12 52,44% Fonte: elaborazione * Fonte: Tabella 4 - Addetti per unità locale e settore di attività dell unità locale classificazione ATECO 2007 Ente Comune Cortemaggiore Anno Addetti per unità locale Industria Costruzioni Commercio Altri servizi 2001* 8,79 3,08 2,02 2,17 3, ,33 2,57 2,28 2,45 3, ,41 2,27 2,28 2,76 4, ,02 2,30 2,53 2,92 4, ,61 3,55 2,55 2,84 4, * 15,33 1,75 2,49 2,83 4,12 Fonte: elaborazione * Fonte: Tabella 5 - Distribuzione degli addetti delle unità locali con addetti in base alla classe dimensionale Classe dimensionale anno Da 0 a 1 Da 2 a 9 Da 10 a 19 Da 20 a 49 Da 50 a e oltre Distribuzione degli addetti N % N % N % N % N % N % 2001* , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , * , , , , , Fonte: * Fonte: 7 Al fine di rendere confrontabili i dati, nel censimento del 2011 sono state considerate soltanto le unità locali che al 31 dicembre 2011 sono risultate presidiate da almeno una risorsa umana (addetto, lavoratore esterno, lavoratore temporaneo o volontario). Ciò permette di equiparare il campo di osservazione del censimento 2011 a quello del 2001.

29 Tabella 6 - Distribuzione delle unità locali con addetti in base alla classe dimensionale Classe dimensionale anno Da 0 a 1 Da 2 a 9 Da 10 a 19 Da 20 a 49 Da 50 a e oltre Distribuzione delle Unità Locali N % N % N % N % N % N % 2001* , , ,02 4 1,21 3 0, , , ,13 5 1,37 3 0, , , ,61 9 2,44 3 0, , , ,20 8 2,25 2 0, , , ,34 8 2,24 3 0, * , , ,69 9 2,56 2 0, Fonte: * Fonte: Le unità locali presenti sul territorio presentano dimensioni prevalentemente piccole, da 0 a 9 addetti, le quali rappresentano la quasi totalità essendo il 93% dell'intero comparto produttivo; le imprese insediate di medie e di grandi dimensioni, ovvero quelle che vanno dai 10 ai 49 addetti e dai 50 a 249 rappresentano rispettivamente il 6,25% e lo 0,57%, anche se, in termini assoluti, si riferiscono ad un quantitativo elevato di occupati trattandosi del 38,60% della forza lavoro complessiva, pari a 580 unità; si tratta delle nuove imprese industriali che si sono insediate a sud del capoluogo (area DOPPEL e CA.RE.CO). Nel dettaglio il maggior numero di unità locali si concentra nelle sezioni del commercio e dell agricoltura nella quale per altro non c è una corrispondenza proporzionale al numero degli addetti che vi sono occupati; infatti, nonostante le unità locali ricoprano tutte le sezioni produttive date dalla classificazione dell ATECO del 2007, la prevalenza degli addetti si concentra nelle attività manifatturiere, nella sanità, nei servizi sociali e nel commercio, infatti nel periodo che va dal 2001 al 2011 è stato segnato un netto aumento degli addetti nel settore dei servizi mentre gli occupati che sono venuti meno hanno interessato il settore agricolo mantenendo indeterminati i quantitativi dei restanti settori, con una flessione del settore delle costruzioni solamente dal Dal 2001 al 2011 le contrazioni più nette in ragione di addetti si sono registrate nel campo delle costruzioni, logica conseguenza della diminuzione delle unità locali, passando da 154 a 107 oltre che ad una riduzione del personale nel settore delle estrazioni di minerali cave e miniere a causa della dimissione della raffineria di petrolio dell ENI. In termini percentuali, le sezioni che hanno sofferto di più sono state quelle della produzione e distribuzione di energia, settore che potrebbe dirsi scomparso e l agricoltura, oltre la già citata estrazione di minerali e, nel recente periodo, a causa dell'acutizzarsi della crisi economica, il settore delle costruzioni è stato colpito duramente. Complessivamente il numero degli addetti dal 2008 al 2011 è calato del 3,47%.

30 Tabella 7 - Unità locali con addetti per sezione economica ATECO 2007 Sezioni e sottosezioni di attività economica Unità locali Addetti Variazioni UL Variazioni Addetti Agricoltura silvicoltura e pesca Estrazione di minerali da cave e miniere Attività manifatturiere Fornitura di energia elettrica, gas vapore e aria condizionata Fornitura di acqua reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento Costruzioni Commercio ingrosso e dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli Trasporto e magazzinaggio Attività dei servizi di alloggio e ristorazione Attività finanziarie e assicurative Attività immobiliari Attività professionali scientifiche e tecniche Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese Istruzione Sanità e assistenza sociale Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento Altre attività di servizi TOTALE Fonte: Tabella 9 - Indici di specializzazione settoriale Distribuzione Industria Costruzioni Commercio Terziario Addetti 1,88 0,73 0,89 0,51 Imprese 1,04 1,11 1,12 0,88 Fonte: elaborazioni dei dati dell archivio ASIA (Archivio Statistico delle Imprese Attive)

31 Settore agricolo L agricoltura, dato il posizionamento di Cortemaggiore nella Pianura Padana, è sempre stata, tradizionalmente, il settore trainante dell economia locale, la principale fonte di reddito per il territorio e il settore che raccoglieva il maggior numero di lavoratori. Dal 1982 a oggi si è subito un profondo cambiamento: si evidenzia un calo del numero totale delle aziende agricole, in linea con l andamento della provincia, anche se non così marcato (-19% a livello comunale e -30% a livello provinciale). Al tempo stesso, in controtendenza rispetto alla media provinciale (che registra un -12%), sono aumentate nettamente le superfici totali (+18%), corrispondendo quindi a una superficie media che negli ultimi 20 anni si è elevata da 16 a 25,6 ha. E' pertanto evidente che, fermo restando una generale contrazione del settore, è avvenuto un ingente aumento della dimensione media aziendale, in maniera proporzionalmente maggiore rispetto alla dinamica provinciale. Tra le 141 aziende registrate nel 2000, solo una si occupa di produzioni biologiche vegetali (nessuna di produzioni biologiche zootecniche), quindi una quota veramente irrilevante rispetto alle 171 aziende di tutta la provincia. Analizzando nel dettaglio come è utilizzato il suolo rurale è possibile notare che prevalentemente (93,3%) è destinato ad un uso seminativo intensivo, non segnalando alcuna specializzazione particolare, ma dove sono praticate le culture del mais, del frumento, dei pomodori e delle barbabietole; di rilevanza nettamente inferiore gli altri usi (coltivazioni legnose, prati, pascoli, boschi, pioppeti e altro). Si nota un lieve calo rispetto al 1990, ma non un grande scostamento, rispetto alla predilezione d uso del terreno. Anche rispetto alla totalità provinciale non si può affermare che Cortemaggiore incida nettamente con un uso particolare, rispecchiando comunque le prevalenze dei principali comuni di pianura. Volendo fare un focus sulle coltivazioni legnose si può notare una riduzione di tutte le specie coltivate, per numero di aziende, ma non per superficie, in quanto, rispetto al 1990 si è mostrata una lieve ripresa. Oltre alle coltivazioni a melo, pero, pesco e nettarine e al recente albicocco, sono presenti anche 22 aziende (per un totale di 5,22 ha) che coltivano viti. Per quanto riguarda l allevamento il dato maggiormente significativo è quello relativo ai suini che rappresentano circa il 60% degli animali allevati nel comune, pur essendosi abbassato il numero dei capi nel decennio Gli unici capi che sono andati in crescendo sono quelli dei bovini (in particolar modo quelli da latte), che riaffermano il secondo posto in base all incidenza totale, mentre si sono dimezzati gli avicoli e sono calati drasticamente anche i caprini (-66%) e gli equini (-38%), quasi del tutto scomparsi gli allevamenti di altri animali, come api, animali da pelliccia, pesci, ecc., che si sono ridotti del 94%. Tabella 10 - Aziende agricole /2000 Comune Numero aziende Superficie totale (ha) Superficie media (ha) CORTEMAGGIORE ,0 17,2 25,6 PROVINCIA ,8 13,3 18,4

32 Tabella 11 - Territorio e produzioni biologiche vegetali Comune Numero aziende Produzione non biologica Superficie totale (ha) Superficie Sau (ha) Numero aziende Produzione biologica Superficie totale (ha) Superficie Sau (ha) CORTEMAGGIORE , ,96 1 9,39 8,63 PROVINCIA , , , ,28 Fonte: ISTAT Tabella 12 - Uso del suolo rurale /2000 Specie Aziende Superficie (ha) Aziende Superficie (ha) Seminativo Legnose agrarie Prati permanenti e pascoli Boschi Pioppeti 2 0,22 2 0,33 Altro (orti famigliari, funghi, serre, ecc.) TOTALE , ,33 Tabella 13 - Coltivazioni legnose /2000 Specie Aziende Superficie (ha) Aziende Superficie (ha) Aziende Superficie (ha) Melo 16 14, ,7 8 8,17 Pero 13 14,6 8 11, ,74 Pesco e nettarine 5 3,87 3 0,27 2 0,17 Albicocco ,08 TOTALE 34 33, , ,16

33 Tabella 14 - Allevamenti /2000 Specie Cortemaggiore Provincia % Cortemaggiore Provincia % Avicoli ,13% ,70% Bovini ,54% ,03% Caprini ,69% ,77% Equini ,81% ,08% Suini ,84% ,86% Conigli ,68% ,38% Altro ,52% ,45% TOTALE ,52% ,68% Settore industriale e dei servizi Come precedentemente illustrato l economia locale non è più basata, come era tradizione, sul settore agricolo, ma si fonda su quello industriale e dei servizi, non solo perché assorbe quasi il 90% degli occupati, ma perché riesce a generare un dinamismo virtuoso a livello di flussi d ingresso nel comune, e di economie positive a livello territoriale. Tabella 15 - Occupati per macrosettore di attività, in percentuale Agricoltura Industria Altre attività 11,09% 36,60% 52,31% 100,00% In particolar modo è in forte espansione, soprattutto a livello d impatto sul territorio, l industria, che si sta specializzando, con aziende decisamente all avanguardia, nel campo farmaceutico 8, metalmeccanico e nella produzione di serramenti blindati 9. E il settore che registra il maggior numero di addetti (53%), a discapito dell inferiorità di imprese attive (solo un 11%), a dimostrazione delle maggiori dimensioni rispetto al campo del terziario e del commercio, ma sono proprio questi due settori quelli che negli ultimi anni hanno segnato un netto aumento degli addetti, prospettando un futuro ampliamento e una maggiore rilevanza economica. Infatti, tuttora gli indici di specializzazione settoriale (calcolati come rapporto tra la distribuzione comunale delle imprese e degli addetti per settore di attività delle imprese, e la distribuzione provinciale)10 confermano l incidenza dell industria sia in termini di addetti, che di imprese, anche se per quest ultimo fattore anche il campo edile e commerciale sono fortemente consolidati. Anche a livello provinciale Cortemaggiore si colloca, sia nel 1991, che nel 2001, appena al di sotto della media provinciale per i tassi d industrializzazione (calcolati in base agli addetti per abitanti), con valori del 9,8 e 9,7 (in leggero calo a favore della maggiore incidenza del settore terziario), ma oltre all industria in senso stretto non bisogna dimenticare le 135 imprese artigiane che danno impiego a 312 addetti, che da sempre hanno sorretto il modello economico. 8 La Doppel, uno dei nuovi leader di settore, ha inaugurato il suo stabilimento nel Si specializza nella produzione farmaceutica e in tutta una serie di attività correlate. 9 La Gardesa è un leader del settore, sia sul mercato nazionale, che internazionale. Conta più di 170 dipendenti tra operai, impiegati e responsabili di settore. 10 Gli indici assumono valore minore di 1 nel caso in cui il settore nel comune abbia peso minore rispetto a quello che lo stesso ha a livello provinciale e valore maggiore di 1 nel caso contrario.

34 Tabella 16 - Imprese e addetti per settore economico Distribuzione Industria Costruzioni Commercio Terziario Imprese attive 37 (11,56%) 57 (17,81%) 99 (30,94%) 127 (39,69%) 320 (100,00%) Addetti 662 (53,09%) 104 (8,34%) 222 (17,80%) Fonte: elaborazioni dei dati dell archivio ASIA (Archivio Statistico delle Imprese Attive) Tabella 17 - Indici di specializzazione settoriale (20,77%) (100,00%) Distribuzione Industria Costruzioni Commercio Terziario Imprese 1,04 1,11 1,12 0,88 Addetti 1,88 0,73 0,89 0,51 Fonte: elaborazioni dei dati dell archivio ASIA (Archivio Statistico delle Imprese Attive) Il quadro territoriale in cui si delinea il comune di Cortemaggiore, all interno dei sistema della Y rovesciata, è caratterizzato da una zona di delocalizzazione degli impianti produttivi, avente come nucleo i comuni di Alseno, Cadeo e Fiorenzuola d Arda, in particolar modo è evidente come quest ultimo tenda a svilupparsi verso Cortemaggiore, creando una certa continuità lungo il principale asse infrastrutturale, la ex S.S Nella fattispecie, sono proprio gli ambiti produttivi a sud del capoluogo (ambito 18.01) e dell intero polo della CA.RE.CO. (ambito 18.03) che generano una continuità con gli insediamenti di Fiorenzuola. Si tratta di due dei principali ambiti produttivi del territorio comunale, ma con valenza anche a livello provinciale, essendo stati individuati dal PTCP 2007 come di rilevanza territoriale. Infatti, oltre a questi due ambiti, che comunque sono quelli aventi la maggiore superficie territoriale (rispettivamente e mq), ve ne sono altri due: si tratta della zona industriale - artigianale (18.02) ad est del capoluogo, al di là del fiume Arda, collocata sulla strada che collega a Besenzone e dell ambito (18.04) a nord-est di San Martino in Olza, luogo del primo insediamento dell ENI. Come è possibile notare dall immagine sottostante si tratta di insediamenti altamente impattanti sul sistema insediativo, che riguardano non solo zone sature consolidate, ma anche aree di completamento o di nuova espansione. Tabella 18 - Ambiti specializzati per attività produttive di rilievo territoriale Codice identificativo Denominazione Località Superficie territoriale complessiva (mq) Cortemaggiore Cortemaggiore - Area Cortemaggiore Cortemaggiore CA.RE.CO. CA.RE.CO Cortemaggiore Cortemaggiore Fonte: Quadro conoscitivo PTCP 2007

35 Figura 1 - Ambiti specializzati per attività produttive di rilievo territoriale Fonte: Stralcio tav. C1.g Ambiti produttivi e ambiti funzionali integrati di rilievo territoriale: individuazione dello stato di attuazione, PTCP 2007 Proprio l ambito dell ENI è stato uno dei primi insediamenti industriali, di notevole impatto, che si è insediato nel territorio comunale: infatti, nel 1949, l imprenditore Enrico Mattei trovò nelle campagne di Cortemaggiore un giacimento di petrolio, che venne utilizzato per produrre una benzina che fu chiamata Supercortemaggiore (l unica raffinata a partire da petrolio proveniente dal sottosuolo italiano). Il giacimento si rivelò però abbastanza modesto, e per questo dalla metà degli anni 90 l ente ha abbandonato ogni attività produttiva, della quale restano attivi solo i centri di formazione per il proprio personale. Il sottosuolo di Cortemaggiore e in particolar modo gli insediamenti dell ENI, vengono ora utilizzati per lo stoccaggio di gas naturale proveniente dai vari gasdotti, sfruttando le cavità che precedentemente ospitavano il petrolio e che sono particolarmente indicate per questo scopo. La presenza dell ENI ha dato un impronta molto forte all economia del paese, generando una certa specializzazione industriale (anche se ora gli addetti alla produzione di energia e all estrazione di petrolio e gas naturale sono in drastico calo)11, ma lasciando però anche un segno indelebile sul territorio, con impianti e strutture che sono state riutilizzate. In maniera meno vigorosa, questo è stato fatto anche dal centro di produzione dell RDB, che si colloca in via Besenzone. 11 Vedi i dati riportati nel paragrafo 2. Struttura e specializzazione dell economia locale della sezione A4 - Il sistema economico

36 Si tratta di due grandi imprese che sono riuscite a trasmettere una vocazione produttiva al territorio che, nel tempo, si è sviluppata e accresciuta in altri settori produttivi Settore commerciale La dotazione commerciale del comune di Cortemaggiore è abbastanza buona, considerando anche l ambito in cui si colloca, che presenta un offerta commerciale alquanto ricca, non solo per beni di prima necessità. La domanda di beni di prima e seconda necessità deriva sia dalla popolazione residente nel territorio comunale, pari a abitanti (al 2009), ma anche dalla popolazione temporaneamente presente sul territorio, ossia quella che, per ragioni di lavoro e studio entra nel comune. Come già illustrato si tratta di persone che accedono al comune e che, oltre a studiare o lavorare, usufruiscono anche dei servizi e degli esercizi commerciali presenti; parte di essi proviene proprio da quei comuni (come Besenzone e San Pietro in Cerro) che sono alquanto carenti sotto il profilo commerciale e che, presumibilmente, si sarebbero in ogni caso recati in qualche comune limitrofo per effettuare gli acquisti. Allo stesso modo i pendolari magiostrini che si recano al di fuori del comune per studiare o lavorare compreranno nei comuni di destinazione, soprattutto considerando che la prevalenza è diretta a Fiorenzuola e Piacenza, dove c è la maggior concentrazione di esercizi commerciali, anche di elevate dimensioni. Per un analisi più approfondita a livello territoriale sono stati analizzati i dati dell Osservatorio provinciale del commercio (aggiornati al 2006), relativamente alla presenza di strutture commerciali (dotazione complessiva, dotazione alimentare, dotazione non alimentare, medie strutture ed esercizi di vicinato) in rapporto agli abitanti residenti, e successive analisi effettuate dall Ufficio Statistica su dati rilevazione regionale della rete distributiva. E stato preso in considerazione il bacino in cui gravita la popolazione di Cortemaggiore, quindi i comuni di: Alseno, Besenzone, Cadeo, Caorso, Castelvetro Piacentino, Fiorenzuola d Arda, Monticelli d Ongina, Piacenza, Pontenure, San Pietro in Cerro e Villanova d Arda. Figura 2 - Dotazione complessiva di strutture commerciali Fonte: Rielaborazione dei dati provenienti dall Osservatorio del commercio, Provincia di Piacenza 12 Dato aggiornato al 2001 (vedi tabella 27, paragrafo 2. Mobilità per motivi di studio e lavoro, sezione A1 Le dinamiche della popolazione) 13 Dato aggiornato al 2001 (vedi tabella 27, paragrafo 2. Mobilità per motivi di studio e lavoro, sezione A1 Le dinamiche della popolazione)

37 Da una prima lettura di queste informazioni si evince che Cortemaggiore è un comune con una buona dotazione commerciale, che registra il valore più alto dell ambito dopo Piacenza, Fiorenzuola e Monticelli 14. Figura 3 - Dotazione complessiva di strutture alimentari Fonte: Rielaborazione dei dati provenienti dall Osservatorio del commercio, Provincia di Piacenza In particolar modo questa abbondanza riguarda sopratutto le dotazioni alimentari, avendo un valore di esercizi commerciali (rapportati a abitanti) superiore a quello di Piacenza e Fiorenzuola; nonostante il numero delle autorizzazioni sia calato dal 1999 al 2006 del 19%. Allo stesso modo sono calate anche le superfici degli esercizi commerciali, mantenendo però alto il valore medio che, anche se in termini molto bassi, continua ad aumentare. Tabella 21 - Dotazione complessiva di esercizi commerciali alimentari /2006 Anno Autorizzazioni Superfici (mq) Superfici medie (mq) Superficie di vendita/ ab. N. esercizi/ ab ,00 45,46 399,15 8, (-18,92%) 1.426,00 (-15,22%) Fonte: Osservatorio del commercio, Provincia di Piacenza 47,53 (4,56%) 323,72 (-18,90%) 6,81 (-22,43%) Anche negli anni successivi, pur avendo un ulteriore calo delle unità commerciali dal 2006, si è mantenuto pressoché costante il numero delle attività di vicinato, sia alimentari che di altro genere. 14 Monticelli presenta dei dati molto elevati, perché le elaborazioni sono effettuate rapportando il numero degli esercizi commerciali su abitanti. Per questo motivo i valori ottenuti sono superiori, a volte, a Piacenza e Fiorenzuola perché il rapporto pro capite è superiore, considerando una popolazione comunale inferiore.

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