ALLEGATO 1. Estratto del Quadro Conoscitivo della VAS del PGT vigente

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2 Comune di Azzano Mella Provincia di Brescia Variante al PGT vigente ALLEGATO 1 Estratto del Quadro Conoscitivo della VAS del PGT vigente (redatto a cura di Ermes Barba Mauro Salvadori architetti associati e Studio associato Arch. Maria Paola Montini Arch. Roberto Pellegrini) VAS - Documento di scoping 1-I

3 PARTE II Questa seconda parte del Rapporto Ambientale, è stata destinata all integrazione della dimensione ambientale nel piano, attraverso l analisi dello stato di fatto dell ambiente e del territorio; con lo scopo di fornire un quadro generale delle tematiche territoriali che hanno ricadute sugli aspetti ambientali. In particolare, rispetto alle tematiche ambientali, sono stati raccolti ed analizzati tutti i dati disponibili provenienti dagli enti territorialmente competenti comunali,provinciali e regionali. Tale analisi permette di conoscere lo stato di fatto della componente ambientale, e delle altre ad essa correlata, e di orientare dunque le azioni del Documento di Piano. 4. INTEGRAZIONE DELLA DIMENSIONE AMBIENTALE NEL PIANO-ANALISI DELLO STATO DI FATTO DELL AMBIENTE E DEL TERRITORIO 4.1. Inquadramento territoriale Il Comune di Azzano Mella è situato a sud della Provincia di Brescia lungo il settore medio della pianura bresciana.; il suo territorio ha una superficie territoriale di 10,47 km2 ed è caratterizzato fortemente dal paesaggio agricolo. 54

4 Figura 0-1 Inquadramento territoriale 55

5 I comuni confinanti, procedendo da nord in senso orario sono: Torbole Casaglia Castelmella Capriano del Colle Dello Mairano Lograto. Figura 0-2 I comuni confinanti(fonte: Comune di Azzano Mella - Piano Paesistico Comunale Tav. 1, gennaio 2006) 56

6 Il territorio comunale si estende in senso N-S, ha una morfologia pianeggiante, caratterizzata dalla depressione costituita dalla piana alluvionale del Fiume Mella, che borda gran parte del territorio comunale verso est. Nell estremo settore settentrionale si localizza la quota massima di 106 m s.l.m. mentre la quota minima, pari a 83 m s.l.m., si trova nelle immediate vicinanze dell alveo attuale del Fiume Mella, in corrispondenza del confine comunale meridionale. Gli insediamenti urbani sono concentrati quasi esclusivamente nel nucleo compatto del capoluogo, in attuale espansione prevalentemente verso Ovest, ed in minima parte nella Frazione Pontegatello. La popolazione al 31/12/2008 è di abitanti. e il numero di famiglie risulta pari a Il territorio è attraversato nord-sud dalla Strada Provinciale n. IX Quinzanese, a nord in direzione est-ovest dalla Strada Provinciale n. 19 e più a sud dalla Strada Provinciale n. 21 che attraversa il nucleo storico. Il territorio del comune è pianeggiante, solcato da corsi d acqua naturali e da canali artificiali di formazione molto antica, formanti insieme, una rete di irrigazione molto fitta e razionalizzata. Le culture agricole presenti sul territorio sono quelle comuni alla parte meridionale della provincia di Brescia: cereali, foraggio e seminativi. È diffuso l allevamento del bestiame, bovino. Il Comune di Azzano Mella è inserito (Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Brescia approvato con DCP n. 22 del 21 Aprile 2004) nel Sistema Urbano Sovracomunale (SUS) 1 Brescia e comuni limitrofi composto da 16 Comuni (Azzano Mella, Capriano del Colle, Castelmella, Castenedolo, Collebeato, Borgosatollo, Botticino, Brescia, Flero, Mazzano, Nuvolento, Nuvolera, Poncarale, Rezzato, Roncadelle, San Zeno Naviglio). I S.U.S. sono Sistemi Urbani Sovracomunali corrispondono a sistemi territoriali omogenei per i quali la Provincia impone delle scelte quantitative e qualitative progettuali. Nel caso in questione, Brescia ne rappresenta il Centro ordinatore; i centri ordinatori hanno funzione analoga ai capoluoghi di circondario del passato, nei quali collocare attività e servizi pubblici e privati, così da garantire più elevati livelli di autonomia e di autosufficienza che riducano la dipendenza del capoluogo e quindi i conseguenti fenomeni di congestione/svuotamento. 57

7 Sistemi Urbani Sovracomunali Figura 0-3 SUS 1 (Fonte: Provincia di Brescia PTCP, 2004) Con riferimento alla Struttura di Piano (Figura 0-4), alla Tavola Paesistica del PTCP, all Ambiente e rischi e al Piano della viabilità della provincia, il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale individua per il comune i sottoesposti elementi d interesse e/o criticità. 58

8 Figura 0-4 Struttura di piano 59

9 Figura 0-5 Componente paesistica 60

10 Figura 0-6 Atlante dei rischi idraulici e idrogeologici La Tavola specifica del PTCP, di sopra riportata, evidenzia condizioni di pericolosità idrogeologica diffusa legata alla vulnerabilità intrinseca degli acquiferi che è definita come alta e molto alta. 61

11 4.2. Rete ecologica provinciale - Tutela e sviluppo degli ecosistemi Il principale strumento di salvaguardia ecologico/ambientale proposto dal PTCP è la Rete Ecologica provinciale che persegue tre finalità principali: il miglioramento della resilienza dell ecosistema di supporto alle attività umane, riducendone gli elementi di fragilità ed i rischi di superamento della capacità di carico; l offerta di un contesto di vita alla popolazioni locali in cui gli aspetti naturali costituiscano un esplicito fattore di qualità; la costruzione di uno scenario di azione di breve-lungo periodo capace di dare riferimenti ed orientamenti non effimeri, in grado di trasmettere valori ambientali e culturali transgenerazionali. L analisi tecnica delle unità ambientali presenti nel territorio bresciano, ha identificato 72 ambiti detti Ecomosaici caratterizzati da un significativo livello di unitarietà dal punto di vista del funzionamento ecologico. Ciascun ecomosaico interessa uno o più comuni e costituisce il riferimento per promuovere azioni comunali o intercomunali di riqualificazione e certificazione della qualità ambientale. Un approfondimento successivo ha evidenziato, invece, ben 26 Areali che costituiscono l ossatura del progetto di rete ecologica provinciale. Il Comune di Azzano Mella presenta due ecomosaici principali, ovvero: ECM 66 - Agroecosistemi occidentali umidi e mediamente insediati ; Elementi distintivi: Ambito agricolo irriguo con presenza di elementi lineari del paesaggio. L edificazione è contenuta e presenta la forma di nuclei aggregati; la rete infrastrutturale è abbastanza sviluppata e vi sono alcuni ambiti di cava. ECM 67 - Agroecosistemi centrali mediamente insediati ; Elementi distintivi: Agroecosistema di contorno al sistema insediativo della città di Brescia ove le aree agricole sono erose e frammentate da una significativa edificazione abitativa e produttivocommerciale con una infrastrutturazione e attività estrattive significative NB (ne l Ecomosaico ne gli Areali hanno valore di azzonamento, quanto piuttosto di orientamento e armonizzazione delle politiche in vista di un riequilibrio ecologico complessivo). I Comuni, in fase di adeguamento dello strumento urbanistico, recepiscono i contenuti del progetto di rete ecologica ed individuano specifici interventi di riqualificazione ecologica. 62

12 Gli elementi Areali essenziali che costituiscono l ossatura del progetto di rete ecologica sono ben 26 ovvero: (evidenziate in grassetto le componenti ricadenti nel territorio comunale) BS1 - Core areas BS2 - Aree principali di appoggio in ambito montano BS3 - Ambiti di specificità biogeografica BS4 - Principali ecosistemi lacustri 63

13 BS5 - Matrici naturali interconnesse alpine BS6 - Area speciale di presidio dell ecosistema montano della Valvestino BS7 - Aree della ricostruzione ecosistemica polivalente in ambito collinare montano BS8 - Principali linee di connettività ecologica in ambito collinare montano BS9 - Fascia di consolidamento ecologico delle colline moreniche del Garda BS10 - Aree della ricostruzione ecosistemica polivalente in ambito planiziale e collinare BS11 - Fasce di permeabilità nelle aree problematiche del lago di Garda BS12 - Ambiti urbani e periurbani della ricostruzione ecologica diffusa BS13 - Aree della ricostruzione polivalente dell agroecosistema BS14 - Ambiti della ricostruzione del sistema dei fontanili BS15 - Gangli principali in ambito planiziale BS16 - Gangli secondari in ambito planiziale BS17 - Corridoi fluviali principali BS18 - Corridoi fluviali secondari BS19 - Corridoi terrestri principali BS20 - Corridoi terrestri secondari BS21 - Greenways principali BS22 - Principali barriere infrastrutturali ed insediative BS23 - Fasce di inserimento delle principali barriere infrastrutturali BS24 - Principali punti di conflitto della rete con le principali barriere infrastrutturali BS25 - Varchi insediativi a rischio BS26 - Direttrici di collegamento esterno 64

14 Di seguito si approfondisce il contributo che questi elementi giocano nel raggiungimento dell equilibrio ecosistemico complessivo. Funzione, localizzazione e raccomandazioni per gli elementi Areali presenti nel territorio di Azzano Mella BS10-Aree della ricostruzione ecosistemica polivalente in ambito planiziale e collinare 65

15 La fascia dell alta pianura a contatto con i rilievi è caratterizzata da una forte presenza insediativa ed infrastrutturale che determinano una elevata criticità. In questo ambito risulta necessario il recupero del territorio attraverso la conservazione, la ricostruzione e valorizzazione dei beni e dei differenti contesti territoriali in quanto potenziali risorse paesistico - ambientali; il mantenimento di un equilibrato rapporto fra aree edificate e infrastrutturate e territorio libero, il ripristino dei degradi artificiali e naturali, l arricchimento delle componenti che possono assumere un ruolo attivo nella ricostruzione del paesaggio. Per tali ambiti si indicano le seguenti raccomandazioni generali: contenimento del consumo di suolo attraverso la limitazione dell'apertura di nuovi poli estrattivi e il recupero di quelli dismessi; tutela delle acque, sia superficiali che sotterranee, da potenziali fenomeni di inquinamento; tutela dei paesaggi agrari e naturali di particolare pregio e delle risorse naturalistiche; tutela delle aree agricole di rilevanza paesistica. i progetti di realizzazione di nuove opere devono essere soggette ad una specifica Valutazione di Incidenza che verifichi il mantenimento della qualita' e della funzionalita' ecologica; devono essere previste idonee misure di mitigazione che evitino i consumi indebiti di ambiente naturale e la sua frammentazione; devono essere previste compensazioni significative sul piano quantitativo e qualitativo; specifiche per gli ambiti delle cave i recuperi e i ripristini dovranno avvenire sulla base di specifici progetti finalizzati a garantire la compatibilità ambientale e paesaggistica favorendo la rinaturazione. Tali progetti dovranno considerare l'intero ambito di cava e promuovere il miglioramento della qualità dei mosaici ecosistemici di livello locale attraverso l uso ed il corretto posizionamento di nuove unita' naturali e di elementi del paesaggio storico; La Provincia ed il Comune promuovono la valorizzazione, la fruizione di tali ambiti e la tutela delle cave cessate nel caso in cui presentino significative caratteristiche ecosistemiche. specifiche per l ambito aeroportuale L adeguamento del sistema aeroportuale dovrà prevedere uno specifico progetto di inserimento ambientale. Tale progetto dovrà considerare l'intero ambito e promuovere il miglioramento della qualita dei mosaici ecosistemici di livello locale attraverso l uso ed il corretto posizionamento di nuove unita' naturali e di elementi del paesaggio storico; Gli interventi di ambientalizzazione dovranno: sfavorire la presenza di specie problematiche per l esercizio aeroportuale. prevedere interventi per ridurre la criticità sul ciclo delle acque favorendo l impiego di coperture pensili, la riduzione delle superfici impermeabili, la realizzazione di ecosistemi filtro; 66

16 prevedere specifici provvedimenti per ridurre gli effetti negativi dell illuminamento su specie sensibili colture agricole di pregio (franciacorta, garda ) contenimento delle trasformazioni e del consumo di suolo per espansioni e trasformazioni urbane; mantenimento degli elementi tipici dell'organizzazione agraria che ne caratterizzano la tipicità, unítarietà e il significato; deve anche essere conservata la compattezza delle aree agricole evitando che interventi per nuove infrastrutture o impianti tecnologici comportino la frammentazione di porzioni di territorio di rilevante interesse agricolo; predisposizione di un programma di azioni per il miglioramento della qualita dei mosaici ecosistemici di livello locale, attraverso l uso ed il corretto posizionamento di nuove unita' naturali e di elementi del paesaggio storico (siepi e filari,ecc.); conservazione e mantenimento in buono stato della viabilità poderale ed interpoderale, quale elemento caratterizzante il paesaggio agrario, per l efficiente transito dei mezzi agricoli; va incentivata, anche in un ottica di interconnessione al sistema delle greenways, la percorribilità ciclopedonale anche a scopo turistico e più in generale fruitivo della campagna agricola che ancora presenta visuali di interesse paesaggistico; i progetti di nuova edificazione lungo le fasce di frangia, dovranno comprendere specifici elaborati che rendano conto dell inserimento ecosistemico e paesistico dell opera nel contesto delle relazioni insediato/agricolo/naturale preferenza, rispetto a forme di intervento edilizio episodiche o isolate, ad accordi fra soggetti privati e/o pubblici che dichiarino obiettivi realizzativi orientati anche alla razionalizzazione funzionale, morfologica ed ambientale delle aree di frangia. La Provincia, in accordo con i soggetti pubblici e privati, promuove la certificazione di qualità del settore agricolo attraverso il ricorso alla certificazione territoriale e delle imprese (in particolare EMAS II) in modo che nei criteri e negli strumenti usati siano effettivamente compresi anche gli aspetti di carattere territoriale ed ecologico, come previsto dalle norme di settore, promuove l'attivazione, all'interno dei programmi generali di settore, di uno specifico programma di azione per l agriturismo. promuove la riqualificazione e l incremento delle unità ecosistemiche naturali e paranaturali per la maggiore protezione delle produzioni dall inquinamento e per il miglioramento degli habitat e di sostegno per la biodiversita dei luoghi anche attraverso il coordinamento delle politiche di settore favorisce la coltivazione secondo il metodo biologico; l impiego della lotta biologica, guidata e integrata e comunque le pratiche a basso impatto ambientale 67

17 attiva un sistema di controlli e monitoraggi sulla qualita' naturalistica ed ecologica delle aree in oggetto, attraverso indicatori generali di qualita dell ecosistema (ornitofauna, mappe licheniche ecc.), e specie guida (minacciate, di valore fruitivo, infestanti); Il Comune: definisce modalità di intervento in modo che le trasformazioni consentite non pregiudichino gli obiettivi ; BS12 - Ambiti urbani e periurbani della ricostruzione ecologica diffusa Sono aree corrispondenti alle zone zone periurbane, limitrofe o intercluse tra l urbanizzato, che possono interessare aree di frangia urbana e che presentano caratteri di degrado e frammentazione ed aree extraurbane, intese quali aree agricole esterne agli ambiti urbani caratterizzate dalla presenza di consistenti elementi vegetazionali. Obiettivi della Rete Ecologica Riqualificazione. di un Ambito territoriale fortemente problematico attraverso la realizzazione di nuovi elementi ecosistemici di appoggio alla struttura portante della rete ecologica. Per tali ambiti si indicano le seguenti raccomandazioni : a) contenimento delle trasformazioni ed i consumi di suolo per espansioni e trasformazioni urbane; b) i progetti di nuova edificazione lungo le fasce di frangia, devono essere corredati da specifici elaborati che rendano conto dell inserimento ecosistemico e paesistico dell opera nel contesto delle relazioni insediato/agricolo/naturale; c) preferenza, rispetto a forme di intervento edilizio episodiche o isolate, ad accordi fra soggetti privati e/o pubblici che dichiarino obiettivi realizzativi orientato anche alla razionalizzazione funzionale, morfologica ed ambientale delle aree di frangia; d) le attrezzature, i servizi e le opere di urbanizzazione secondaria ammesse dalla pianificazione comunale o sovracomunale debbono essere caratterizzate da bassi rapporti di copertura delle superfici territoriali. In queste aree risulta prioritaria l attivazione di progetti di rete ecologica; e) nelle aree agricole a prevalente funzione ecologico-ambientale, spesso adiacenti alle frange ed alle periferie urbane e metropolitane, le espansioni e trasformazioni urbane devono configurarsi come riqualificazione e ricomposizione dei fronti e delle frange urbane; la progettazione degli interventi dovrà essere mirata all'inserimento storico, paesistico ed ambientale; 68

18 f) favorire le politiche della qualita industriale (in particolare EMAS) in modo che nei criteri e negli strumenti usati siano effettivamente compresi anche gli aspetti di carattere territoriale ed ecologico, come previsto dalle norme di settore. g) favorire la realizzazione, ove possibile, di verde pensile (con funzioni di microlaminazione delle acque meteoriche e di miglioramento microclimatico) sui tetti di edifici o esistenti, anche a fronte di specifche politiche di incentivi in sede urbanistica; h) favorire la realizzazione, ove possibile, di bacini di prima pioggia, anche di piccole dimensioni, con criteri progettuali polivalenti in modo che alle funzioni di micro-laminazione idraulica ne uniscano altre di miglioramento complessivo dell ambiente locale; i) favorire la realizzazione, ove possibile, di ecosistemi-filtro (impianti di fitodepurazione, fasce buffer lungo vie d acqua) polivalenti (con valenze positive anche ai fini della biodiversita, di una migliore salvaguardia idraulica, dell offerta di opportunita fruitive); j) favorire, ove possibile, la ri-permeabilizzazione di superfici impermeabili attuali (piazzali, parcheggi ecc.) mediante coperture vegetali polivalenti (con funzioni di microlaminazione delle acque meteoriche, di filtro di acque meteoriche, di rinaturazione diffusa, di offerta di spazi di fruizione ecc.); e) nei nuovi insediamenti sono da promuovere la distinzione delle reti di distribuzione in acque di alto e basso livello qualitativo e interventi di riciclo e riutilizzo delle acque meteoriche. 4. La Provincia, in collaborazione con i Comuni interessati: a) attiva azioni di assetto fruitivo e consolidamento ecologico, attraverso progetti di riqualificazione paesistica e di potenziamento. b) attiva azioni di controllo e monitoraggio per indicatori di qualita dell ecosistema urbano (ornitofauna, mappe licheniche ecc.). Il Comune: a) definisce modalità di intervento in modo che le trasformazioni consentite non pregiudichino gli obiettivi di funzionalità ecologica di cui ai precedenti commi; b) individua gli interventi di riqualificazione da atttuare. 69

19 BS17 - BS18 - Corridoi fluviali principali e secondari I corsi d acqua, all interno dell ecomosaico complessivo svolgono ruolo specifico: un flusso idrico permanente costituisce una linea naturale di continuità (seppure direzionale). Lungo le sponde dei corsi d acqua e le fasce laterali si ritrovano più facilmente elementi residui di naturalità. Le condizioni ecologiche sono peraltro specifiche (facies igrofile ed acquatiche, ambienti ripari ad elevate pendenze) molto spesso non rappresentative delle aree circostanti). Queste aree funzionali si poggiano ai principali corsi d acqua naturali (fiume Oglio, Strone e rogge limitrofe). Obiettivi: favorire l ampliamento della superficie coperta da unità naturali vegetazionali legnose ed erbacee, la formazione delle unità tipiche dell ambiente ripariale e di quelle francamente acquatiche per il mantenimento o il miglioramento della funzionalità ecologica del sistema. Raccomandazioni: la realizzazione di nuovi insediamenti ed opere che possano interferire con la continuità dei corridoi e delle direttrici di permeabilità deve essere preceduta dalla realizzazione di fasce di naturalità orientate nel senso del corridoio stesso per una larghezza idonea a garantirne la continuità (in via indicativa almeno 50 m); conservare e riqualificare la vegetazione arborea-arbustiva delle sponde con forme di governo idonee a favorire il rinnovo e l affermarsi della vegetazione; conservare e riqualificare gli ambienti ripariali (rive, stagni, lanche, ecc.) la realizzazione di opere lineari di attraversamento del corso d acqua dovranno prevedere il mantenimento di sufficienti ambiti liberi lungo le sponde e la fascia fluviale per consentire il mantenimento della permeabilità ecologica; limitate opere in alveo trasversali che causino la interruzione della continuità dell ambiente acquatico; in ogni caso dovranno essere previsti provvedimenti per consentire il libero passaggio dell ittiofauna. Dovrà essere assicurato il DMCV in accordo con le vigenti norme e disposizioni. Il Comune: individua a scala di maggior dettaglio i corridoi ecologici e le direttrici di connessione, definisce le modalità di intervento in modo che le trasformazioni consentite non pregiudichino gli obiettivi di funzionalità ecologica, individua eventuali ulteriori aree di connessione ecologica a livello locale a completamento del progetto provinciale. I corridoi fluviali secondari possono svolgere una funzione di collegamento ai gangli secondari, o una funzione complementare ai corridoi principali (individuando percorsi alternativi di collegamento ai gangli primari). Queste aree funzionali si poggiano sul sistema della rete idrografica minore Obiettivi: 70

20 Favorire l ampliamento e la continuità della fascia arboreo arbustiva ripariale, il mantenimento e ripristino della continuità dell ambiente acquatico, il mantenimento e miglioramento degli habitat acquatici per il mantenimento o il miglioramento della funzionalità ecologica del sistema. Raccomandazioni : evitare la copertura o il tombinamento dei corsi d'acqua, fatti salvi casi dettati da ragioni di tutela di pubblica incolumità, ove sia dimostrata l'impossibilità di intervenire con altri sistemi o mezzi; procedere alla verifica idraulica a cura dei proprietari o concessionari dei tratti già tombinati; privilegiare interventi di ripristino delle sezioni di deflusso a cielo aperto con priorità per quelle opere di copertura che determinano condizione di rischio idraulico; tali azioni risultano prioritarie per le aree libere dove non sussistano ostacoli agli interventi di rinaturalizzazione e al ripristino della funzionalità idraulica; mantenimento degli attuali tracciati dei corsi d acqua evitando rettificazioni; conservazione e riqualificazione degli ambienti riparali, riqualificare la vegetazione arboreaarbustiva delle sponde con forme di governo idonee a favorire la rinnovazione e l affermarsi della vegetazione; interventi di sistemazione del fondo e delle sponde dovranno essere realizzati utilizzando le tecniche dell ingegneria naturalistica; in ogni caso dovrà essere mantenuta la diversità ambientale esistente e/o migliorata con specifici provvedimenti; assicurare il DMCV in accordo con le vigenti norme e disposizioni; la realizzazione di nuovi insediamenti ed opere che possano interferire con la continuità dei corridoi e delle direttrici di permeabilità deve essere preceduta dalla realizzazione di fasce di naturalità orientate nel senso del corridoio stesso per una larghezza idonea a garantirne la continuità (in via indicativa almeno 50 m); la realizzazione di opere lineari di attraversamento del corso d acqua dovranno prevedere il mantenimento di sufficienti ambiti liberi lungo le sponde e la fascia fluviale per consentire il mantenimento della permeabilità ecologica; limitate il più possibile opere in alveo trasversali che causino la interruzione della continuità dell ambiente acquatico; in ogni caso dovranno essere previsti provvedimenti per consentire il libero passaggio dell ittiofauna. Il Comune: individua a scala di maggior dettaglio i corridoi ecologici e le direttrici di connessione, definisce modalità di intervento in modo che le trasformazioni consentite non pregiudichino gli obiettivi di funzionalità ecologica, individua eventuali ulteriori aree di connessione ecologica a livello locale a completamento del progetto provinciale. 71

21 BS19 - BS20 Corridoi terrestri principali e secondari I corridoi consentano il transito di specie di interesse, interconnettendo i gangli; requisito essenziale dei corridoi è rappresentato dalla continuità, non necessariamente uno sviluppo ininterrotto di elementi naturali: si possono anche accettare brevi interruzioni ed elementi puntuali stepping stones che funzionano come punti di appoggio temporanei. I secondari rappresentano un sistema integrativo al principale, definito secondo linee di connettività potenziale, ma hanno un interesse più localizzato di Nella pianura il sistema dei gangli e degli ambiti di ricostruzione dei fontanili risultano isole lontane fra loro separate dal territorio agricolo, dagli insediamenti e dalle infrastrutture. Questo sistema per essere ecologicamente funzionale deve essere connesso attraverso un insieme di corridoi principali e secondari che rappresentano direttrici lungo le quali mantenere o ricostituire la connettività. Lungo tali direttrici risulta necessario favorire la realizzazione di elementi naturali e l adozione di interventi specifici per superare gli impedimenti alla connettività derivanti dall intersezione delle principali infrastrutture. Obiettivi: Favorire l equipaggiamento vegetazionale del territorio e degli habitat di interesse faunistico per migliorare il ruolo di corridoio. Raccomandazioni : conservazione degli spazi liberi esistenti come obiettivo prioritario in sede di revisione degli strumenti urbanistici locali; mantenimento degli elementi tipici dell'organizzazione agraria che ne caratterizzano la tipicità, 1'unitarietà e il significato; mantenimento degli attuali tracciati evitando rettificazioni dei corsi d acqua con andamento naturaliforme; evitare la copertura o tombinamento dei corsi d'acqua, fatti salvi i casi dettati da ragioni di tutela di pubblica incolumità, ove sia dimostrata l'impossibilità di intervenire con altri sistemi o mezzi; mantenimento e miglioramento della funzionalità della rete irrigua; gli interventi di sistemazione del fondo e delle sponde dei corsi d acqua dovranno essere realizzate utilizzando le tecniche dell ingegneria naturalistica; in ogni caso dovrà essere mantenuta la diversità ambientale esistente e/o migliorata con specifici provvedimenti; conservazione e riqualificazione degli ambienti riparali, riqualificare la vegetazione arborea arbustiva delle sponde con forme di governo idonea a favorire la rinnovazione e l affermarsi della vegetazione; 72

22 mantenimento/miglioramento della qualità dei mosaici ecosistemici di livello locale, attraverso la conservazione, l uso ed il corretto posizionamento di nuove unità naturali e di elementi del paesaggio storico (siepi e filari, macchie, ecc); la realizzazione di nuovi insediamenti ed opere che possano interferire con la continuità dei corridoi e delle direttrici di permeabilità deve essere preceduta dalla realizzazione di fasce di naturalità orientate nel senso del corridoio stesso per una larghezza idonea a garantirne la continuità (in via indicativa almeno 50 m) condizionamento alle nuove infrastrutture viabilistiche e ferroviarie nell'ottica di un mantenimento e/o di un recupero della continuità ecologica e territoriale; qualora sia dimostrata l'oggettiva impossibilità di diversa localizzazione, dovranno essere previste idonee misure di mitigazione e compensazione ambientale; i progetti delle opere dovranno essere accompagnati da uno specifico studio in tal senso; conservazione e mantenimento in buono stato della viabilità poderale ed interpoderale, quale elemento caratterizzante il paesaggio agrario; incentivazione, anche in un ottica di interconnessione al sistema delle greenways, della percorribilità ciclopedonale anche a scopo turistico e più in generale fruitivo della campagna agricola che ancora presenta visuali di interesse paesaggistico. BS21 - Greenways principali Le greenways rappresentano un sistema interconnesso di opportunità fruitive, che si poggia sul progetto sentieristico provinciale e che sviluppa un percorso ciclopedonale di interesse sotto il profilo del paesaggio agrario e naturale. I percorsi possono assumere rilievo ai fini della rete ecologica se affiancati da elementi naturali (alberi, prati polifiti, piccoli stagni), configurandosi come vere e proprie greenways che di importanza locale o maggiore a seconda della natura e dell importanza degli elementi interconnessi. Obiettivi: Favorire lungo le greenways interventi di rinaturazione diffusa (siepi e filari, piccoli nuclei boscati) con obiettivi multipli (miglioramento dell ambiente percepito, riduzione delle isole di calore, miglioramento della biodiversita locale percepibile, costituzione di punti di appoggio per i percorsi ciclo-pedonali ecc.). Raccomandazioni : conservazione e mantenimento della viabilità campestre, condizionamento alle nuove infrastrutture viabilistiche e ferroviarie nell'ottica di un mantenimento e/o di un recupero della continuità delle Greenways (qualora sia dimostrata l'oggettiva impossibilità di diversa localizzazione, devono essere previste idonee misure atte a consentire la continuità e la sicurezza del percorso), tutela e valorizzazione degli elementi significativi che arricchiscono i percorsi di interesse paesistico ed ambientale (segni della memoria storica, alberature storiche, ecc.); 73

23 il Comune: recepisce i tracciati delle Greenways principali, definisce modalità di intervento in modo che le trasformazioni consentite non pregiudichino gli obiettivi, individua eventuali ulteriori percorsi locali di collegamento a completamento del progetto provinciale; BS22 - Principali barriere infrastrutturali ed insediative Le principali opere infrastrutturali previste rappresentano barriere che impediscono la continuità ecologica del territorio, aggiungendosi a quelle esistenti; risulta pertanto decisivo realizzare, in linea generale lungo fasce in fregio alle opere, interventi polivalenti di ambientalizzazione idonei a ridurre l impatto negativo delle opere sulla rete ecologica. Obiettivi: Ottimizzare l inserimento ambientale delle barriere infrastrutturali attraverso la realizzazione di specifici interventi polivalenti di mitigazione e di compensazione. Raccomandazioni : Per le opere esistenti realizzare interventi polivalenti di ambientalizzazione con il concorso dei soggetti interessati. Le nuove opere dovranno essere accompagnate da uno specifico programma di azione volto alla realizzazione di interventi polivalenti di ambientalizzazione. Attivare un sistema di controlli e monitoraggi su specifiche specie target in grado di rendere conto dell'efficacia delle azioni di riequlibrio intraprese; Il Comune: recepisce le disposizioni precedenti, partecipa, singolarmente o in coordinamento con la Provincia o con i proponenti di nuove opere alla definizione e eventuale partecipazione alla realizzazione o gestione degli interventi. BS24 - Principali punti di conflitto della rete con le principali barriere infrastrutturali (Nel Territorio di Azzano Mella : si segnalano 8 punti critici) Le forme esistenti dell antropizzazione comportano spesso la presenza sul territorio di ostacoli (barriere) per la continuità ecologica. A parte l effetto barriera prodotto dalle aree insediate, è importante evidenziare i punti di incontro tra il sistema di gangli e corridoi ecologici individuati, e le principali linee di frammentazione (strade ad alta percorrenza, grandi canali). Obiettivi: Rendere permeabile la cesura determinata dalle suddette infrastrutture attraverso la realizzazione di adeguati interventi di deframmentazione. Raccomandazioni : Per le opere esistenti dovrà essere predisposto uno specifico programma di azione volto alla identificazione di maggiore dettaglio degli interventi di deframmentazione; le nuove opere dovranno essere accompagnate da uno specifico progetto di azione volto alla realizzazione di interventi di deframmentazione con il concorso dei soggetti interessati. 74

24 Attivare un sistema di controlli e monitoraggi su specifiche specie target in grado di rendere conto dell'efficacia delle azioni di riequilibrio intraprese. Il Comune: recepisce le disposizioni precedenti, partecipa, singolarmente o in coordinamento con la Provincia o con i proponenti di nuove opere alla definizione e eventualmente alla realizzazione o gestione degli interventi. BS25 - Varchi insediativi a rischio Sono aree nelle quali sono intercorsi, partendo da nuclei insediati distinti, significativi processi di urbanizzazione e di infrastrutturazione la cui prosecuzione lungo le direttrici di espansione potrebbe pregiudicare in modo definitivo le linee di permeabilità ecologica residue. Si assume che la presecuzione in tali punti dei processi di urbanizzazione produrrebbe il completamento della frammentazione ecologica e territoriale, con le criticità conseguenti. Tali aree si configurano quindi, ai fini della rete ecologica, come varchi a rischio da preservare pena un possibile pregiudizio per lo sviluppo della rete ecologica. Obiettivi: Evitare la saldatura dell'edificato e riequipaggiare, con vegetazione autoctona, tali zone al fine di preservare la continuità e funzionalità dei corridoi ecologici e non pregiudicare la funzionalità del progetto di rete ecologica provinciale. Raccomandazioni : Evitare la saldatura dell'urbanizzato, mantenendo lo spazio minimo inedificato tra due fronti, tale da garantire la continuità del corridoio ecologico; in particolare la realizzazione di nuovi insediamenti ed opere che possano interferire con la continuità dei corridoi e delle direttrici di permeabilità deve essere preceduta dalla realizzazione di fasce di naturalità per una larghezza idonea a garantire la continuità del corridoio stesso (in via indicativa almeno 50m), orientate nel senso del corridoio stesso; Per le nuove infrastrutture viabilistiche e ferroviarie qualora sia dimostrata l'oggettiva impossibilità di diversa localizzazione, devono essere previste efficaci misure di mitigazione (comunque tali da consentire il mantenimento di sufficienti livelli di connettività) e compensazione ambientale; Rimboschimenti prioritari in tali zone. BS26 - Direttrici di collegamento esterno Un progetto di rete ecologica deve tener conto anche delle connessioni con realtà territoriali esterne. La rete ecologica individua le principali direttrici di permeabilità verso i territori esterni, per le quali dovranno essere verificate quali possano essere le forme di coordinamento delle varie amministrazioni coinvolte. Le direttrici tengono conto sia del sistema dei SIC sia delle principali valenze ecologiche presenti nelle province limitrofe. Obiettivi: Mantenere e migliorare la funzionalità ecologica delle direttrici in un ottica di integrazione della rete rispetto ai territori confinanti. 75

25 Raccomandazioni : conservazione degli spazi liberi esistenti come obiettivo prioritario in sede di revisione degli strumenti urbanistici locali; conservazione e miglioramento della qualità dei mosaici ecosistemici di livello locale, attraverso l uso ed il corretto posizionamento di nuove unità naturali e di elementi del paesaggio (siepi e filari, macchie arboreo arbustive.); In tali ambiti la realizzazione di nuovi insediamenti ed opere che possano interferire con la continuità dei corridoi e delle direttrici di permeabilità deve essere preceduta dalla realizzazione di fasce di naturalità orientate nel senso del corridoio stesso per una larghezza idonea a garantirne la continuità (in via indicativa almeno 50 m); Il Comune: individua a scala di maggior dettaglio le direttrici di connessione, definisce modalità di intervento in modo che le trasformazioni consentite non pregiudichino gli obiettivi di funzionalità ecologica, individua eventuali ulteriori aree di connessione ecologica a livello locale a completamento del progetto provinciale. Azioni di supporto alla realizzazione della rete Ecologica Provinciale Per realizzare una rete ecologica, si deve intervenire mediante quattro azioni tecniche principali sommate ad un economia sostenibile e al ruolo attivo e partecipato delle comunità locali: Conservazione della natura: la realizzazione di parchi e riserve rappresenta la risposta alla consapevolezza della distruzione progressiva, da parte delle attività antropiche, di quote di ambiente naturale. Adottare provvedimenti di tutela, rappresenta un primo passo necessario per una prospettiva di sviluppo sostenibile. Disinquinamento: la riduzione dei fattori attuali di inquinamento costituisce un passo necessario per il riequilibrio ecologico. Le politiche di questo tipo sono ormai perseguite da decenni (es: disinquinamento con la realizzazione di depuratori) e buona parte delle sorgenti di pressione sono ormai dotati di dispositivi di abbattimento dell inquinamento. In realtà, però si sono finora affrontate le grandi sorgenti puntiformi facilmente identificabili, ma rimangono ancora sezioni del problema ampiamente irrisolti, che potrebbero trovare una risposta prevedendo ecosistemi-filtro, unità ambientali ad alta capacità di autodepurazione, ecc. Politiche di prodotto: intervenire quando ormai inquinamenti e rifiuti sono stati prodotti non risolve il problema, occorre rimuovere per quanto possibile le cause prime dell inquinamento e del degrado lungo l intero ciclo produttivo, impedendo per quanto possibile che i fattori di degrado si generino richiedendo quindi interventi di risanamento. Le politiche di prodotto si fondano sui seguenti criteri: dematerializzazione (realizzare 76

26 le stesse cose con minori quantità di materiali) e il de-inquinamento, ovvero limitare per quanto possibile l utilizzo di sostanze pericolose. In un ottica di rete ecologica un settore di sicuro interesse è quello della riconversione eco-compatibile delle attività agricole inquinanti tradizionali. Ricostruzione della qualità ambientale: occorre ricostruire risorse e valori ambientali attraverso azioni di rinaturalizzazione mirata (aggiungere nuovamente al territorio artificializzato e banalizzato dai processi di urbanizzazione e di agricoltura intensiva, nuove unità ecosistemiche in grado di riequilibrare i dissesti ecologici). In tal modo si può si può migliorare la resilienza del territorio, ovvero la capacità di tamponare le pressioni e gli impatti antropici o naturali (ecosistemi-filtro a valle di impianti di depurazione o ecosistemi-filtro intesia filtrare tutti gli impatti fisici che prevedono vie critiche tra sorgenti di pressione e bersagli ambientali sensibili, per esempio nel caso degli impatti da rumore prodotti da strade, impatti da polveri e aerosol che una zona industriale può provocare sulle zone circostanti, la realizzazione di una fascia verde di assorbimento può svolgere la duplice funzione di mitigare le perturbazioni indesiderate e di costituire un nuovo elemento della rete ecologica sul territorio, ecc. Similmente anche le azioni di recupero di aree degradate quali cave, aree di cantiere, discariche possono essere viste in quest ottica. Un attività che intrinsecamente prevede il consumo di risorse naturali non rinnovabili dovrebbe avvenire solo nel momento in cui ad essa corrispondano recuperi anche naturalistici di elevata qualità, tali da poter giocare un ruolo nella rete ecologica complessiva. Obiettivi espressi dal P.T.C.P. volti alla difesa di Ecosistemi e Biodiversità riqualificazione ecologica: i PGT, in fase di adeguamento dello strumento urbanistico al PTCP, recepiscono i contenuti del progetto di rete ecologica ed individuano specifici interventi di riqualificazione ecologica. Il PGT individua eventuali specifici elementi da sottoporre a azioni di tutela e controllo; valorizzazione e ricostruzione delle relazioni tra ambiti di valore ambientale di diverso ordine e grado e miglioramento qualitativo delle trasformazioni; valorizzazione di stagni, lanche e zone umide estese: rappresentano elementi importanti per la rete ecologica e rivestono un ruolo importante in termini di biodiversità. tutela della flora: il PGT attiva idonee azioni di tutela e gestione del patrimonio floristico e rileva eventuali siti di particolare pregio flogistico; tutela della fauna; tutela dei boschi e delle fasce boscate: gli ecosistemi rappresentati dal bosco rappresentano un fondamentale elemento di equilibrio ecologico, pertanto il PGT in fase di adeguamento dello strumento urbanistico alle indicazioni del P.T.C.P. individua eventuali nuove aree boscate da sottoporre ad azioni di tutela; 77

27 tutela e valorizzazione di arbusteti, siepi e filari: rappresentano unità ecosistemiche fondanti la struttura di riferimento per la costituzione della rete ecologica in particolare nella pianura, pertanto gli interventi ammessi per tali elementi rispondono al principio della valorizzazione; perseguire il potenziamento vegetazionale del territorio di pianura, attraverso la messa a dimora di nuove piante o orientando lo sviluppo della vegetazione arbustiva esistente, quindi il PGT in fase di adeguamento dello strumento urbanistico alle indicazioni del P.T.C.P., individua specifici elementi da sottoporre a azioni di tutela o controllo. tutela e valorizzazione degli alberi di interesse monumentale: i PGT individuano gli esemplari sottoponendoli alle seguenti prescrizioni: è vietato danneggiare o abbattere gli alberi inclusi nell'elenco comunale. L'abbattimento può avvenire esclusivamente per esigenze di pubblica incolumità o per esigenze fitosanitarie e comunque dopo aver accertato l'impossibilità ad adottare soluzioni alternative. In tal caso l'abbattimento viene autorizzato dai comuni previa acquisizione di una perizia tecnica effettuata da un esperto in discipline agronomiche -forestali. tutela dei Siti Natura 2000 (SIC e Zps): il PGT individua idonei ambiti di rispetto a tutela di SIC e Zps. 78

28 4.3. Piano sentieristico provinciale (D.G.P. n. 28 il 02/08/02) Estratto grafico del Piano sentieristico Provinciale Nasce per rispondere all esigenza di definire criteri, modalità e indirizzi necessari ai fini del mantenimento, della gestione e dell aggiornamento del complesso e articolato sistema di tracciati legati alla viabilità sentieristica che già esiste o che è ipotizzabile individuare sul territorio provinciale bresciano. L individuazione e la valutazione del patrimonio sentieristico provinciale hanno costituito un impresa piuttosto complessa, in quanto la rete di sentieri che interessa il territorio della provincia di Brescia è molto fitta. Il Piano contiene: l individuazione del patrimonio sentieristico provinciale e relativa classificazione; la definizione di una rete di percorsi escursionistici di interesse provinciale; la definizione di una serie di percorsi escursionistici tematici; la definizione di indirizzi tecnici per la realizzazione della segnaletica e la manutenzione dei percorsi di interesse provinciale; la formulazione di proposte per una riorganizzazione della numerazione, in previsione dell adeguamento al catasto dei sentieri proposto dal C.A.I. Gli Obiettivi della pianificazione sentieristica, in coerenza con le linee di indirizzo regionali sono: 79

29 interconnettere la rete dei percorsi di interesse regionale e con la rete dei trasporti pubblici, in una logica di intercomprensorialità dei tracciati; riconoscimento del valore storico, culturale ed ambientale del territorio, nella definizione dei percorsi; riconoscimento dell'importanza dell'ospitalità rurale in quanto coerente con le finalità di turismo sostenibile; riconoscimento del ruolo delle aree protette quali nodi essenziali per la costituzione di una rete ecologica ed escursionistica di interesse provinciale; riconoscimento dell'importanza educativa dell'escursionismo quale approccio concreto e reale all'ambiente naturale ed agro-silvo-pastorale; riscoperta e valorizzazione delle capezzagne e della viabilità minore rurale pubblica; valorizzazione delle linee naturali esistenti sul territorio (cerchie e cordoni morenici, rilievi terziari, fiumi e corsi d'acqua minori). Una volta individuati i tracciati, sono state predisposte le modalità operative per la realizzazione e manutenzione dei sentieri di interesse provinciale. Infatti, al fine di garantire un soddisfacente e duraturo livello di efficienza dei sentieri di interesse regionale, provinciale e comprensoriale era necessario prevedere un organico programma di manutenzione da attuarsi attraverso diverse le seguenti azioni: manutenzione del piano di calpestio; manutenzione della vegetazione lungo il percorso; manutenzione della segnaletica al suolo; manutenzione della segnaletica verticale. FLB PROVINCIALE: Sentiero dei Fontanili, delle Lame e della Brughiera Tappe consigliate: Bosco dell'isola-ludriano-cossirano-trenzano-lograto-pontegatello- M.te- Netto-Bagnolo Mella-Loc Scovola-C.na Gasparina-C.na Lama- C.na Monaira-C.na Albarello- Dugali- Montichiari (Borgo Sotto) Paesagio fisico:il tracciato si snoda nella fascia di separazione tra l alta e la bassa pianura bresciana, caratterizzata da elementi del paesaggio differenti. Da ovest a est il tracciato percorre la fascia delle risorgive di grande importanza in passato ed ora di grande rilievo naturalistico e testimoniale soprattutto nell area di Comezzano-Cizzago. Superato il Mella si attraversa il rilievo terziario del Monte Netto, il maggiore tra i rilievi pre-quaternari dell alta pianura bresciana. Tra questo rilievo e Bagnolo Mella il sentiero scende lungo il corso del Vaso Garza, che raccoglie acque di risorgiva dei fontanili più prossimi alla città di Brescia. Oltre Bagnolo il percorso scende a Sud est attraverso la campagna tra Leno e Ghedi, dove erano presenti fino ai primi decenni del Novecento vaste zone di paludi, le cosiddette lame bresciane, ora bonificate ma la cui memoria rimane in qualche episodio locale e in molti casi nella toponomastica. Il percorso risale verso il Chiese a Montichiari 80

30 attraversando la campagna bresciana, la cosiddetta brughiera di Montichiari, formata da depositi fluvioglaciali. Paesaggio vegetale: naturalmente il paesaggio è completamente agricolo, e allineato con i prevalenti indirizzi dell agricoltura moderna fondata sulla monocoltura prevalente e l accorpamento dei fondi finalizzato alla razionalizzazione produttiva. Non mancano tuttavia lungo i filari, le siepi, le scarpate morfologiche e le sponde dei canali naturali ed artificiali resti di vegetazione autoctona legata alla presenza di acqua, soprattutto intorno alle teste dei fontanili. Testimonianze delle antiche lame sono date da lembi puntiformi di vegetazione palustre e da alberature campestri di indole spiccatamente igrofila. Nell area della brughiera di Montichiari infine, scomparsi completamente esempi di vegetazione originaria, rimangono testimonianze nella flora che conserva specie xerofile, talora steppiche. Elaborazione grafica dei sentieri-piste ciclabili-intinerari di fruizione paesistica individuati nel Piano Paesistico comunale Il comune di Azzano Mella, è interessato dai sentieri di interesse provinciale così come evidenziati nell estratto grafico sopra riportato, nonché sono stati individuati puntualmente anche nel Piano Paesistico Comunale, strumento già approvato nell anno 2006 e di supporto alle analisi preliminari di questo documento. 81

31 4.4. Il sottosistema Aria Dati meteorologici1 La caratterizzare del territorio comunale dal punto di vista meteorologico è stata fatta analizzando i dati del 2007 e del 2008 della stazione di Chiari che dispone dei dati orari relativi alla direzione del vento, velocità del vento e precipitazione e che dista circa 17 km dal sito di indagine. Nella Tabella 0-1 sono riassunti i valori minimi orari, massimi orari e medi annuali, della temperatura dell aria, umidità relativa, radiazione globale, velocità del vento e pioggia. Tabella 0-1 Valori minimi, massimi e medi delle grandezze meteorologiche acquisite dalle stazioni di riferimento Temperatura Radiazione Velocità del Umidità relativa dell aria globale vento Pioggia 2007 C % W/m2 m/s mm Minimo Massimo Media Per la precipitazione viene riportato il dato cumulato invece della media 1 Fonte: Documento di Sintesi, SUAP

32 Le condizioni anemologiche prevalenti descritte dalla direzione e velocità del vento sono sintetizzato nella rosa dei venti che descrive la frequenza di provenienza del vento dalla diverse direzioni. La Figura 0-1 mostra la rosa dei venti ottenuta con i dati annuali, su base oraria, di direzione e velocità del vento acquisiti dalla stazione di Chiari per l anno NNW N NNE NW NE WNW W ENE 0% 2% 4% 6% 8% E Velocità del vento (m/s) <=1 >1-2 >2-3 >3-4 >4 WSW ESE SW SE SSW S SSE Figura 0-1 Grafico della rosa dei venti complessiva ottenuta dai dati Chiari (Anno 2008) La stazione è caratterizzata da una prevalenza di venti a bassa velocità, inferiori a 3 m/s. La velocità media degli episodi anemologici è pari a 1.4 m/s, mentre la velocità massima raggiunta è pari 12.3 m/s. La rosa mostra una componente dominante del vento proveniente dal quadrante W-WNW. Si possono poi osservare altre due direzioni secondarie provenienti da SE e da N. Rispetto alle altre componenti, i venti provenienti da SE sono caratterizzati da una frequenza maggiore di episodi con velocità superiore a 3 m/s. 83

33 Qualità dell aria2 Il territorio comunale di Azzano Mella, viene caratterizzato dal punto di vista dello stato attuale della qualità dell aria (concentrazioni degli inquinanti rispetto agli Standard di Qualità dell Aria (SQA) e agli obiettivi normativi da raggiungere a breve e a lungo termine). utilizzando i dati delle postazioni fisse di monitoraggio presenti nell area in esame e i dati ottenuti dalle campagne sperimentali effettuate con mezzo mobile. Le fonti normative che in Italia hanno definito e regolato nel passato la pianificazione dello stato di qualità dell'aria sono le seguenti: il DPCM n. 30/1983 (Limiti massimi di accettabilità delle concentrazioni e di esposizione relativi ad inquinanti dell aria nell ambiente esterno), che ha inizialmente recepito nell ordinamento italiano le indicazioni della Direttiva CE n. 80/779; il DPR n. 203/1988 (Attuazione delle direttive CEE n. 80/779, 82/884, 84/360 e 85/203 concernenti norme in materia di qualità dell aria, relativamente a specifici agenti inquinanti, e di inquinamento prodotto dagli impianti industriali), che ha precisato alcuni termini delle norme comunitarie che non erano stati completamente recepiti dal precedente DPCM. il D. Lgs. 4 agosto 1999, n. 351 (Attuazione della Direttiva Europea 96/62/CE del 27 settembre 1996 sulla valutazione e gestione della qualità dell aria ambiente), ha avviato un processo di sostanziale aggiornamento e rafforzamento delle strategie di tutela e delle azioni di governo del settore. Con questa direttiva sono state infatti ridefinite le sostanze inquinanti da monitorare e da controllare in base a metodi di analisi e valutazione standardizzati, nonché definite le linee generali, alle quali gli stati membri devono attenersi, per l attivazione di piani di risanamento nelle aree in cui la qualità dell aria non risulti conforme ai valori limite, che verranno progressivamente aggiornati (o ai piani di mantenimento nel caso essa risulti inferiore ai limiti). Il più recente DL 351 è stato integrato dal DM n. 60 del 02/04/2002 (in seguito DM 60/02) Recepimento della direttiva 1999/30/CE del Consiglio del 22 aprile 1999 concernente i valori limite di qualità dell aria ambiente per il biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli ossidi di azoto, il materiale particolato e il piombo e della Direttiva 2000/69/CE, relativa ai valori limite di qualità dell aria ambiente per il benzene ed il monossido di carbonio. (Pubblicato su GU n. 87 del Suppl. Ordinario n. 77) Per l ozono (O3) si fa riferimento Decreto Legislativo n. 183 del 21/05/04 che, per tale inquinante, stabilisce valori limite sia per la salute umana che per la protezione della vegetazione. Tutti questi riferimenti normativi introducono e argomentano, mutuandolo dalla citata Direttiva CE (ma prima ancora dal Clean Air Act degli Usa, 1967) il concetto di standard di qualità dell'aria (SQA), cioè i livelli di inquinamento che non devono essere superati in qualunque punto del territorio nazionale, in quanto costituiscono soglie di esposizione agli agenti inquinanti il cui superamento è ritenuto dannoso per la salute umana. Le regioni 2 Fonte: Documento di Sintesi, SUAP

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