LA DIFESA PERSONALE NEL TAEKWON-DO
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- Faustina Marchesi
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1 LA DIFESA PERSONALE NEL TAEKWON-DO MAESTRO GABRIEL FIORENTINI
2 Nella mia esperienza personale come istruttore, ho potuto costatare che quasi tutte le persone, fatta eccezione per i bambini, si avvicinano ad una palestra di arti marziali per imparare a difendersi. Sono in pochi ad allenarsi con l idea di dedicarsi interamente all agonismo, e non sono molti anche coloro che iniziano a praticare un arte marziale soltanto per tenersi in forma. I principianti vedono le arti marziali come un tabù, un attività difficile da praticare, estremamente complicata nonché decisamente curiosa e originale. Si vedono in difficoltà ad eseguire anche un semplice calcio frontale o un pugno. Il rischio è che si possano scoraggiare troppo presto, soprattutto, vedendo i loro compagni di corso più esperti che riescono a muoversi con naturalezza, e loro no. Invece, se ai principianti facciamo fare una semplice difesa contro un attacco di pugno, e gli insegniamo come difendersi da questa minaccia e contrattaccare con una tecnica facile da capire ed efficace, essi già cominciano a prendere confidenza con l arte marziale che stanno praticando. In più, iniziano a colmare la loro aspettativa principale: imparare a difendersi! La difesa personale nel nostro stile di arte marziale è molto vasta; il Taekwon-do in questo settore non ha un programma, ne una serie di esercizi che si debba imparare per grado. Ci sono Maestri che insegnano come difesa personale soltanto delle leve, o proiezioni, o addirittura tecniche estranee al Taekwon-do. Dobbiamo fare una differenza tra la difesa personale da esibizione, e la difesa personale reale (o pratica). Sono in tanti a insegnare delle tecniche di difesa personale che vengono prese da altri stili di arti marziali; ciò si nota soprattutto quando gli istruttori iniziano a
3 fare leve, prese, proiezioni, grapping con l intento di portare il bersaglio a terra. Il Taekwon-do come arte marziale di alta velocità, imprime in quasi tutti i movimenti forza esplosiva, sia nei combattimenti che nelle Forme. In queste ultime, ci sono poche dimostrazioni di leve o prese, e da tale particolarità capiamo che il Taekwon-do dovrebbe avere la tendenza a movimenti di potenza, più che di proiezione, nella difesa personale. Istintivamente, quando noi praticanti di Taekwon-do veniamo aggrediti, sia in allenamento sportivo che nel combattimento tradizionale, rispondiamo prima con un movimento di spostamento, oppure schiviamo l attacco con l aiuto di qualche parata per essere sicuri di non essere colpiti da tale attacco. Siamo molto veloci e ci alleniamo quasi sempre in esercizi dove tale qualità può esprimersi al massimo. Anticipiamo spesso gli attacchi, bloccando l azione sul nascere. Nella parte sportiva impariamo anche a spostarci e parare con un movimento che aiuta ad assorbire il colpo. Nella parte tradizionale apprendiamo come colpire con tutte le parti del nostro corpo e in tutte le direzioni, a tutte le altezze, con gli arti superiori e arti inferiori: soprattutto,le nostre armi sono pugni, gomiti, calci e ginocchiate. Le tecniche possono essere portate in avanti, all indietro, in alto, in basso, di fianco, saltando. Abbiamo tecniche corpo a corpo con gomiti e ginocchiate; a mezza distanza con i pugni e a lunga distanza con i calci. Sappiamo eseguire tanti tipi di spazzate, possiamo colpire in qualunque situazione ci si presentasse. Possiamo colpire da terra, in tutte le direzioni ed a altezze immaginabili; anche battersi con più di una persona allo stesso tempo.
4 Con queste qualità come artisti marziali, penso che dovremmo avere una preferenza a parare e colpire, o colpire anticipando, oppure semplicemente schivare l aggressione. Quando colpiamo, dovremmo farlo avendo come obbiettivo i punti deboli dell avversario: anche sotto questo aspetto abbiamo una grande preparazione tecnica. I movimenti delle Forme ci insegnano a risparmiare i tempi. Ad esempio nel Karate, per fare una parata bassa, la mano che blocca l attacco parte da sopra la spalla opposta e trascorre molta più strada di una parata bassa del Taekwon-do. Se confrontiamo gli attacchi del Taekwon-do con quelli ad esempio di alcuni stili di Kung-fu, che copia alcuni suoi movimenti dagli animali, ci accorgiamo che il modo di eseguire i colpi della nostra arte marziale sono decisamente più diretti ed efficaci. Allo stesso modo, nella parte sportiva, impariamo a risparmiare i tempi: lo si vede già nel modo in cui tiriamo i calci per incrementare la nostra velocità. Un esempio classico è il calcio indietro sportivo, che è più veloce di come dovrebbe eseguirsi tradizionalmente. Lo stesso vale per il calcio circolare. Le posizioni che assumiamo per il combattimento sono pensate per essere più veloci e scattanti possibile. Questa tendenza ad essere molto diretti sia nella parte tradizionale che in quella sportiva, ci fa adottare questo principio anche per la difesa personale. Dobbiamo arrivare allo scopo trovando il metodo più veloce ed efficace possibile. Il Taekwon-do ci insegna proprio questo, è la via più semplice! Se dobbiamo difenderci da un attacco o una presa, ci viene più spontaneo parare e colpire, anticipare, o spostarsi e
5 contrattaccare, piuttosto che impegnarci in una leva o una proiezione, proprio perché ci alleniamo principalmente in tali movimenti, (e li riteniamo più efficaci). Un praticante di Taekwon-do fa fatica ad eseguire una proiezione, a utilizzare leve o impegnarsi in improbabili prese. Abbiamo poca dimestichezza con le tecniche di grapping, leve agli arti, strangolamenti, proiezioni a terra e spazzate. E più logico che, se l attacco viene portato lentamente ed è già preparato ad esempio per un esibizione, è molto facile bloccare l attacco dell avversario, fare una tecnica di proiezione e qualche leva che lo porti a terra o lo disarmi. E una sequenza certamente più coreografica agli occhi degli spettatori, rispetto ad un semplice anticipo o un contrattacco di pugno. Questa tecnica sarebbe più efficace, però meno bella da vedere. Forse, ci siamo abituati alle tecniche di difesa personale da esibizione, e ci siamo dimenticati quello che potrebbe succedere nella realtà! Per fare una presa su un attacco, o anche una semplice contropresa, si possono distinguere due o tre fasi necessarie alla nostra difesa. Ad esempio, in un attacco di coltello alla pancia, dobbiamo con la nostra mano arrivare al polso del nemico, afferrarlo, stringerlo e solo dopo possiamo eseguire la leva. Altro esempio, in una presa al collo, sia essa a una o due mani, dobbiamo andare a prendere la mano dell avversario, stringerla e liberarci compiendo una leva o una proiezione. Invece, possiamo risparmiare tempo effettuato soltanto una parata e contemporaneamente un contrattacco. Ciò impegna soltanto una fase, quella di arrivare al bersaglio! Facendo leve e prese possiamo concentrarci su di un solo avversario alla
6 volta; invece, utilizzando parate e attacchi, siamo molto più agevolati anche nel combattimento contro più aggressori. La difesa personale si dovrebbe allenare in tutte le situazioni possibili: per terra, contro più di un nemico, con le spalle al muro, da seduto, contro possibili armi (qualsiasi oggetto: una bottiglia, una stecca da bigliardo, fronteggiando un avversario anche lui potenzialmente armato). Si dovrebbe apprendere prima come si attacca con questi oggetti (armi), per poter difenderci in modo efficace da essi. Si potrebbe imparare anche a utilizzare qualche oggetto come difesa, o come diversivo, o come arma per poter proteggere la nostra incolumità. Gli attacchi si devono allenare a una velocità e con una forza quasi reali; una presa al collo debole che pratichiamo in palestra, la possiamo neutralizzare facilmente. La stessa presa fatta tempestivamente e con più forza, in una situazione reale, ci metterebbe in serie difficoltà. Così, ci si dovrebbe allenare anche in palestra con realismo, per poter testare l efficacia delle nostre reazioni. Le tecniche che utilizziamo per difenderci, come parate e attacchi, sono quelle che adoperiamo nelle nostre forme, però senza rispettare pienamente le posizioni statiche e i movimenti ampi che le caratterizzano: questo per darvi più realismo. Facciamo alcuni esempi, possiamo eludere un attacco di pugno con una parate esterna, spingendo prima le braccia in avanti e girando il corpo per spostarsi dall aggressore, e colpendo quasi contemporaneamente il bersaglio con l altra mano in una tecnica di pugno, oppure a mano aperta, di palmo, mirando alla gola ecc. Su una presa che subiamo possiamo colpire improvvisamente, e
7 successivamente uscire da questa presa. Però, non dobbiamo mai fare una leva senza prima colpire, o quantomeno distrarre il nostro aggressore: se facciamo una leva articolare, dobbiamo prima colpire il bersaglio perché in questa maniera egli perde il controllo della presa. Spesso a questo punto la leva non è nemmeno più necessaria! Anche i combattimenti tradizionali a uno, due o tre passi ed il combattimento tradizionale continuato, ci servono come spunti per la difesa personale. Come già detto per le Forme, però, non bisogna rispettare le posizioni basse e le tecniche pulite che sono proprie di tali esercizi. Il Taekwon-do è un arte marziale pensata per finire il combattimento con un colpo solo. Le sue parate sono pensate per fare del male al possibile attaccante, non per neutralizzarlo senza nuocergli come pretendono alcuni stili di arti marziali. La difesa personale del Taekwon-do è molto efficace e non risparmia l avversario. Personalmente, non ritengo che, in una situazione reale alla quale noi praticanti di Taekwon-do possiamo trovarci, ci riesca possibile di rendere innocuo l assalitore senza fargli del male! In questo ambito, il Taekwon-do ci insegna che abbiamo due alternative: la prima è quella che ci permette di uscire dalla situazione di rischio e metterci in salvo, evitando lo scontro fisico diretto; la seconda, più radicale ed estrema, è quella che ci consente di superare il pericolo combattendo, riuscendo a rendere inoffensivo l avversario.
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