BASILEA Le novità regolamentari, i passi chiave di oggi, gli scenari di domani. Le novità sull informativa al pubblico (Pillar 3)

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1 BASILEA Le novità regolamentari, i passi chiave di oggi, gli scenari di domani. Le novità sull informativa al pubblico (Pillar 3) Roma, 21 giugno 2011 Andrea Caponera Ufficio Tributario, Bilancio e Vigilanza ABI

2 1. Dove siamo 2. Un po di storia e presente 3. Futuro prossimo: riforma di Basilea2 e CRD IV

3 1. Dove siamo. Siamo a TRE ANNI dalla prima applicazione e pubblicazione della «Informativa da Terzo Pilastro (c.d. Pillar3)» prima applicazione per le banche italiane autorizzate ad utilizzare i sistemi interni per il calcolo dei requisiti patrimoniali sui rischi di credito o operativi (tre banche Unicredit, MPS e Credem): informativa di Pillar 3 riferita al 30 giugno 2008 prima applicazione per le banche che utilizzano le metodologie standardizzate: informativa di Pillar 3 riferita al 31 dicembre 2008 COSA E AVVENUTO NEL FRATTEMPO e COSA CAMBIERA? PILLAR 3: parte integrante della regolamentazione prudenziale come ULTERIORE requisito prudenziale INTEGRA e COMPLETA le informazioni fornite al mercato con il bilancio e le relazioni finanziarie infrannuali

4 La crisi ha evidenziato la necessità di modificare alcuni aspetti della disciplina relativa al Terzo Pilastro a) Raccomandazioni del FSB, G20 e ECOFIN (aprile 2008): rafforzare i requisiti di informativa del terzo pilastro di Basilea 2 in materia di operazioni di cartolarizzazione b) Proposta di modifica delle regole sul Terzo Pilastro dal Comitato di Basilea e dalla Commissione europea (luglio 2009): modifica delle disposizioni in merito all informativa sulle operazioni di cartolarizzazioni (Recepimento della direttiva CRD 3 entro la fine del 2011) In particolare, le modifiche riguardano: securitisation exposures in the trading book i processi di ricartolarizzazione le valutazioni delle esposizioni verso le cartolarizzazioni elenco delle società veicolo che la banca usa per cartolarizzare esposizioni di terzi ( ) c) Attività del FSB e CEBS (ora EBA) di monitoraggio sulla disclosure (Bilancio e Terzo Pilastro) fornita dalle principali banche europee d) Modifiche alla Circolare 263/2006 della Banca d Italia (recepimento della CRD II): 4 Aggiornamento del 13 dicembre 2010 e 5 aggiornamento del 22 dicembre 2010 (entrate in vigore a partire dal ) In più, riflessi degli aggiornamenti delle istruzioni sugli schemi di bilancio.

5 c) Attività del FSB e CEBS (ora EBA) di monitoraggio sulla disclosure (Bilancio e Terzo Pilastro) fornita dalle principali banche europee A giugno 2009 e 2010 il CEBS ha pubblicato i risultati delle indagini sui bilanci e sulle informazioni del Pillar 3 riferite al e al pubblicate da un campione di imprese bancarie (tra cui due banche italiane). A marzo 2011 il FSB ha pubblicato i risultati di una Thematic Review on Risk Disclosure Practices, annunciando un Roundtable sul tema entro il In generale è emerso che le istituzioni finanziarie hanno fatto passi in avanti sul livello di qualità di informazione fornita al mercato, TUTTAVIA: è stato rilevato un elevato livello di eterogeneità dei comportamenti (frequenza, termini di invio e modalità di pubblicazione) individuazione di aree miglioramento dell informazione: ad esempio, composizione del patrimonio di vigilanza e esposizione ai rischi nell ambito di operazioni di cartolarizzazioni. segue segue

6 c) Attività del FSB e CEBS (ora EBA) di monitoraggio sulla disclosure (Bilancio e Terzo Pilastro) fornita dalle principali banche europee Eterogeneità dei comportamenti: frequenza di pubblicazione Paesi Informazioni quantitative Frequenza Informazioni qualitative Francia Annuale (**) Annuale (**) Germania Annuale (**) Annuale (**) Italia Semestrale (IRB/AMA) Annuale Regno Unito Annuale (**) Annuale (**) Spagna Annuale (**) Annuale (**) Fonte: Banca d Italia (*) Frequenza minore per le imprese piccole oppure con stabili profili di rischio (**) Frequenza maggiore caso per caso a discrezione OdV segue

7 c) Attività del FSB e CEBS (ora EBA) di monitoraggio sulla disclosure (Bilancio e Terzo Pilastro) fornita dalle principali banche europee Eterogeneità dei comportamenti: termine e modalità di pubblicazione termine per la pubblicazione (IT): almeno una volta l anno, entro i termini previsti per la pubblicazione del bilancio ; entro 60 giorni dalla fine del primo semestre dell esercizio ; entro quarantacinque giorni dalla fine del primo e terzo trimestre dell esercizio ( ).coincidenza con i termini fissati dalla Direttiva Transparency Altri Paesi: l informativa annuale, non appena possibile e, comunque, entro i termini previsti per la pubblicazione del bilancio (ad esempio, Francia e UK). modalità di pubblicazione (IT): Pillar 3 documento separato dal bilancio (è possibile fare riferimento ai dati tratti dal bilancio) e indicazione nel bilancio del mezzo utilizzato per pubblicare le informazioni. Altri Paesi: possibilità di inserire l informativa del Pillar 3 nel bilancio (ad esempio, Francia). Raccomandazione: maggiore coordinamento con l'informativa del bilancio (a livello sia di frequenza/termini di pubblicazione che di terminologia utilizzata)

8 d) Modifiche alla Circolare 263/2006 della Banca d Italia In attuazione alla nuove disposizioni della CRD II e a partire dal : modificate le disposizioni in materia di obblighi informativi circa la composizione del patrimonio di vigilanza (tavola 3), per allineare questi ultimi agli interventi effettuati sulla disciplina del patrimonio. Tavola 3 Composizione del patrimonio di vigilanza OLD VERSION Informativa qualitativa (a) Informazioni sintetiche sulle principali caratteristiche contrattuali degli elementi patrimoniali, in particolare degli strumenti innovativi di capitale. Informativa quantitativa (b) Ammontare del patrimonio di base, con il dettaglio dei singoli elementi positivi e negativi. (c) Ammontare del patrimonio supplementare e di quello di terzo livello. (d) Altri elementi negativi del patrimonio di vigilanza, con il dettaglio per le banche che adottano uno dei sistemi IRB delle eventuali differenze negative fra le rettifiche di valore complessive e la perdita attesa. (e) Ammontare del patrimonio di vigilanza. NEW VERSION Informativa qualitativa (a) Informazioni sintetiche sulle principali caratteristiche contrattuali di ciascun elemento patrimoniale e dei relativi componenti, in particolare degli strumenti innovativi di capitale e di quelli non innovativi (cfr. Titolo I, Capitolo 2, Sezione I, par. 3) nonché degli strumenti cui si applicano clausole di salvaguardia (es. grandfathering). Informativa quantitativa (b) Ammontare del patrimonio di base, con il dettaglio dei singoli elementi positivi e negativi, in particolare degli strumenti innovativi di capitale e di quelli non innovativi (cfr. Titolo I, Capitolo 2, Sezione I, par. 3) nonché degli strumenti cui si applicano clausole di salvaguardia (es. grandfathering). (c).. segue

9 d) Modifiche alla Circolare 263/2006 della Banca d Italia è stata estesa l informativa sull esposizione ai rischi di mercato, limitatamente agli intermediari autorizzati ad utilizzare un modello interno (tavola 11): in una nuova sezione relativa alle informazioni quantitative viene richiesta la pubblicazione dei VaR giornalieri e di fine periodo nonché per attestare la qualità predittiva del modello del raffronto fra i VaR di fine giornata e le variazioni di valore del portafoglio del giorno successivo, analizzando gli scostamenti rilevanti obblighi di informativa di informativa al pubblico sul rischio di liquidità: le banche forniscono, su base annuale, un informativa pubblica sulla posizione di liquidità e sui presidi di governo e gestione del rischio al fine di consentire ai partecipanti al mercato di avere un giudizio informato sulla solidità di tali presidi e sulla relativa esposizione. (...) Di regola l obbligo di informativa è assolto attraverso l inserimento delle informazioni nella nota integrativa del bilancio (cfr. Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 Il bilancio bancario: schemi e regole di compilazione) segue

10 d) Modifiche alla Circolare 263/2006 della Banca d Italia Remuneration policy Le Disposizioni in materia di politiche e prassi di remunerazione e incentivazione nelle banche e nei gruppi bancari della Banca d Italia del 30 marzo 2011 danno attuazione alla Direttiva 2010/76/UE (CRD III): per l esercizio 2010 ha previsto obblighi nei confronti dell Assemblea (assemblea di approvazione del bilancio 2010). Le banche pubblicano informazioni sui sistemi e sulle prassi di remunerazione e incentivazione nell ambito delle previsioni in materia di Informativa al pubblico non si applica fintantoché la Circolare 263 non sarà integrata con gli obblighi di informativa al pubblico previsti dalla direttiva CRD 3 (IN SOSPESO, ma entrerà in vigore entro il 31 dicembre 2011): il processo decisionale seguito per definire la politiche di remunerazione comprese ( ) le modalità attraverso cui è assicurato il collegamento tra la remunerazione e risultati; le caratteristiche di maggior rilievo del sistema di remunerazione, tra cui i criteri utilizzati per la valutazione dei risultati, l adeguamento ai rischi, le politiche di differimento con particolare riferimento ai meccanismi di correzione ex post per i rischi; gli indicatori di performance presi come riferimento per la remunerazione variabile, inclusi i piani basati su azioni, opzioni, o altri strumenti finanziari; ( )

11 d) Modifiche alla Circolare 263/2006 della Banca d Italia SINTESI: LE MODIFICHE ALLA NORMATIVA PILLAR 3 ENTRATO IN VIGORE AL ENTRERA IN VIGORE ENTRO IL Obblighi informativi circa la composizione del Disposizioni in merito all informativa sulle patrimonio di vigilanza (tavola 3) operazioni di cartolarizzazioni lnformativa sull esposizione ai rischi di mercato, Informazioni sui sistemi e sulle prassi di limitatamente agli intermediari autorizzati ad remunerazione e incentivazione nelle banche e utilizzare un modello interno (tavola 11) nei gruppi bancari Obblighi di informativa di informativa al pubblico sul rischio di liquidità (Nota integrativa - Bilancio)

12 3. Futuro prossimo: riforma di Basilea 2 e CRD IV Riforma di Basilea2 (Basel III: A global regulatory framework for more resilient banks and banking systems - December 2010) e recepimento della CRD IV (previsto entro luglio 2011) Il Comitato di Basilea pubblicherà maggiori dettagli sul Pillar3 nel corso del 2011 Ulteriori obblighi informativa per il Pillar 3 in materia di: a) composizione del patrimonio di vigilanza : raccordo tra gli elementi del patrimonio di vigilanza (Common Equity Tier 1 capital, Additional Tier 1 capital, filtri e deduzioni) e le corrispondenti poste risultati dal bilancio d esercizio certificato informazione separata sulla natura/ammontare degli aggiustamenti regolamentari applicati (deduzioni e filtri) durante il periodo transitorio (c.d. grandfathering), informazioni sugli strumenti di capitale che non essendo in linea con i nuovi criteri di Basilea 3 continueranno a essere computabili, seppure in quote decrescenti una descrizione delle principali caratteristiche degli strumenti di capitale emessi le banche dovranno altresì rendere disponibile sul proprio sito internet tutte le clausole e le condizioni riguardanti ogni strumento incluso nel patrimonio di vigilanza ( ) segue

13 3. Futuro prossimo: riforma di Basilea 2 e CRD IV Ulteriori obblighi informativa per il Pillar 3 in materia di: b) indice di leva finanziaria (Leverage ratio: patrimonio/attività totali): la fase di sperimentazione decorrerà dal 1 gennaio 2013 al 1 gennaio Informativa al mercato sul livello e sulle componenti dell indicatore dall inizio del 2015 c) buffer anciciclico di capitale (countercyclical capital): quando operante (giudizio dell Autorità nazionale), funzionerebbe come un estensione del capital conservation buffer, da alimentare nelle fasi favorevoli del ciclo (quando il rischio si accumula), per un possibile utilizzo quando le condizioni si deteriorano e il rischio si manifesta. La fase di sperimentazione inizierà il 1 gennaio 2016 e terminerà a dicembre le banche devono assicurarsi che i requisiti relativi al buffer anticiclico siano calcolati e resi pubblici con una frequenza almeno pari a quella dei rispettivi requisiti patrimoniali minimi le banche nel comunicare il proprio buffer devono anche rendere nota la scomposizione geografica delle proprie esposizioni creditizie verso il settore privato utilizzata per il calcolo del requisito.

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