V.A.S. Valutazione Ambientale Strategica

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1 COMUNE DI GROPELLO CAIROLI Provincia di Pavia P.G.T. Piano di Governo del Territorio V.A.S. Valutazione Ambientale Strategica luglio 2010

2 A cura di: Ing. Fabrizio Sisti Arch. Giuseppe Dondi Via San Pietro, Garlasco (PV) Con la collaborazione di: Riccardo Vezzani

3 Indice PREMESSA... 1 Cos è la VAS?... 3 Perché la VAS del Documento di Piano? I RIFERIMENTI NORMATIVI Normativa europea Normativa nazionale Normativa regionale LA METODOLOGIA ADOTTATA PER LA VAS Soggetti coinvolti nel processo Percorso di Partecipazione e Consultazione Struttura del di VAS Rete Natura 2ooo e la Valutazione di Incidenza I CONTENUTI DEL PIANO Sistema infrastrutturale Sistema ambientale e agricolo Sistema Insediativo residenziale Sistema insediativo produttivo artigianale - industriale Sistema insediativo commerciale e terziario Sistema insediativo dei servizi IL QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE ASSUNTO Obiettivi di riferimento per lo sviluppo sostenibile Vincoli e tutele ambientali esistenti Obiettivi, prescrizioni e azioni previsti della pianificazione sovraordinata Attenzioni prioritarie alla scala locale Condizionamenti posti dai principali elementi di Vulnerabilità, Pressione e Sensibilità locali Criteri di compatibilità specifici per ambito di intervento... 94

4 5 LA VALUTAZIONE DEL PIANO Valutazione per Sistema strutturale di Piano Grado di integrazione del Sistema: Infrastrutturale Grado di integrazione del Sistema: Agro-Ambientale Grado di integrazione del Sistema: Residenziale Grado di integrazione del Sistema: Produttivo, artigianale e industriale Grado di integrazione del Sistema: Terziario Commerciale Grado di integrazione del Sistema: Servizi Valutazione complessiva del Piano Aspetti potenzialmente positivi Aspetti potenzialmente problematici Valutazione della potenziale incidenza su Rete Natura 2ooo Potenziale incidenza attesa dal Sistema Infrastrutturale Potenziale incidenza attesa dal Sistema AgroAmbientale Potenziale incidenza attesa dal Sistema Insediativo IL CONTROLLO DEL PIANO Obiettivi del monitoraggio Metodologia di controllo Indicatori proposti

5 PREMESSA L Amministrazione comunale di Gropello Cairoli, a seguito dell avvio del procedimento per la costituzione dei tre atti del Piano di Governo del Territorio, ha attivato il relativo processo di valutazione ambientale, attraverso la Valutazione Ambientale Strategica (VAS). La VAS è un processo di valutazione ambientale previsto dalla Direttiva europea n. 42 del 2001 (e recepito a livello regionale con LR 12/2005), che affianca un piano o un programma, aiutandolo a prendere scelte strategiche per uno sviluppo sostenibile. L associazione del percorso di VAS al processo decisionale di PGT (art. 4, LR 12 /2005 e s.m.i.) ha principalmente la finalità di condurre la pianificazione a considerare in modo più sistematico gli obiettivi di sostenibilità ambientale e, in tale senso, il grado di integrazione raggiunto rappresenta esso stesso una misura del successo degli scopi della VAS. L ambito istruttorio della Conferenza di Valutazione, richiesto dalla normativa vigente e attivato con l avvio formale della VAS, ha già svolto in data 30 aprile 2009 un primo incontro con gli enti, le autorità ed il pubblico in merito agli orientamenti ambientali al PGT (Fase di Scoping), e in data 11 settembre 2009 la seduta finale relativa alla chiusura del periodo di osservazione della proposta di Documento di Piano. Data la presenza nell ambito territoriale locale di alcuni siti rappresentativi per la conservazione del patrimonio naturale di interesse comunitario della Rete europea Natura 2ooo, ovvero Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e Zone di Protezione Speciale (ZPS), si è reso, inoltre, necessario procedere all attivazione di una specifica procedura di Valutazione di Incidenza (VIC); a seguito dell invio dello Studio di Incidenza ai soggetti chiamati ad esprimersi (Parco del Ticino e Regione), è pervenuto Parere di Incidenza positiva con prescrizioni da parte dell Ente Gestore dei siri evidenziati (il Parco del Ticino). Il PGT è stato, poi, adottato con DGC n. 15 del 02 marzo La Delibera di adozione è stato pubblicata sul B.U.R.L. Serie Inserzioni e Concorsi n. 13 in data 31 marzo 2010, e contemporaneamente anche sul quotidiano locale La Provincia Pavese, all Albo Pretorio e sul Sito Internet dell ente. Con Deliberazione di Giunta Provinciale n. 281/49724 del 08 luglio 2010 la Provincia di Pavia ha emesso il Parere di compatibilità del PGT adottato con il PTCP (pervenuto presso gli uffici comunali con nota prot. n del 14 luglio 2010), quale atto Pag. 1

6 conclusivo anche dell iter procedurale di Valutazione di Incidenza del PGT, ai sensi della LR n. 7/2010. Il presente documento rappresenta, pertanto, il nella sua forma conclusiva utile all approvazione definitiva del PGT. Il è corredato, altresì, dalla Sintesi Non tecnica, illustrativa, in linguaggio non tecnico, degli obiettivi e delle azioni correlate, delle metodologie seguite e dei risultati delle valutazioni effettuate. Pag. 2

7 Cos è la VAS? La VAS (Valutazione Ambientale Strategica) è un processo di valutazione ambientale, previsto dalla Direttiva europea n. 42 del 2001, che affianca un piano o un programma per considerarne i possibili effetti sull ambiente e aiutandolo a prendere scelte strategiche per uno sviluppo sostenibile. Le valutazioni per la VAS assumono, quindi, come criterio primario lo sviluppo sostenibile, ovvero: uno sviluppo che garantisce i bisogni delle generazioni attuali senza compromettere la possibilità che le generazioni future riescano a soddisfare i propri (Rapporto Bruntland, 1987), ove uno dei presupposti della nozione di sostenibilità è l integrazione della questione ambientale all interno delle politiche settoriali e generali e dei relativi processi decisionali. Figura 0.1 I sistemi di riferimento per lo sviluppo sostenibile Consiglio d Europa Doc /06 Art. 117 della Costituzione SVILUPPO SOSTENIBILE Convenzione europea del Paesaggio Art. 117 della Costituzione Solo tramite un effettiva interrelazione tra le diverse dimensioni (sociale-culturale, economico, fisico-ambientale), che compongono un dato territorio, è possibile perseguire obiettivi di sostenibilità, ricercando un esplicita e programmata coevoluzione tra sviluppo economico e sociale, trasformazioni territoriali e uso delle risorse ambientali. La predominanza di un sistema sugli altri porta a disequilibri complessivi. Pag. 3

8 Affinché la VAS possa realmente influenzare e intervenire sugli aspetti decisionali e sulle scelte è fondamentale che sia realizzata di pari passo con l'elaborazione del piano o programma, accompagnandone ed integrandone il processo di formazione ed il relativo percorso decisionale. Nel processo valutativo vengono considerati i valori, le sensibilità e le criticità dell ambiente, nonché le identità dei luoghi coinvolti dal piano. La VAS individua e valuta i possibili effetti significativi sull'ambiente e definisce le misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli eventuali effetti negativi potenzialmente indotti dall'attuazione del piano o del programma. Il processo valutativo costituisce, inoltre, l occasione per un riordino dei flussi di informazioni in materia ambientale già attivi per il territorio in questione e di un loro inquadramento in una prospettiva complessiva per quanto riguarda il sistema ambientale di riferimento. Inoltre, al fine di assicurare la più ampia condivisione delle strategie e delle scelte di piano, è fondamentale che tutto il processo di VAS sia caratterizzato dal coinvolgimento e dalla partecipazione dei diversi attori territoriali, soggetti tecnici competenti in materia ambientale, gli enti territorialmente interessati dal piano ed il pubblico. Pag. 4

9 Perché la VAS del Documento di Piano? La Regione Lombardia, con la Legge 11 marzo 2005 n. 12 "Legge per il governo del Territorio" e successivi atti, ha ridefinito gli strumenti di cui si devono dotare gli enti locali per la pianificazione del proprio territorio e ha recepito dalla Direttiva CEE/42/2001 sulla VAS l'obbligo di associare all iter di definizione di piani e programmi uno specifico processo di Valutazione Ambientale. La LR 12/2005 introduce il Piano di Governo del Territorio (PGT) quale strumento di pianificazione locale che definisce l'assetto dell'intero territorio comunale, in sostituzione del Piano Regolatore Generale (PRG). Il PGT si compone di tre diversi documenti: il Documento di Piano ( DdP ) il Piano dei Servizi ( PdS ) il Piano delle Regole ( PdR ) La normativa regionale prevede che dei tre atti che compongono il PGT sia sottoposto a VAS il solo Documento di Piano, in virtù del suo valore strategico. Il lavoro di sviluppo della VAS del Documento di Piano viene qui inteso come occasione per arricchire il percorso di pianificazione affiancando gli strumenti di valutazione agli strumenti classici dell urbanista. Gli stessi criteri attuativi dell art 7 della Legge regionale sottolineano in modo esplicito l approccio necessariamente interdisciplinare, fondato sulla valutazione delle risorse, delle opportunità e dei fattori di criticità che caratterizzano il territorio per cogliere le interazioni tra i vari sistemi ed i fattori che lo connotano sulla base dei quali dovranno definirsi obiettivi e contenuti del piano. Ed aggiungono in questo senso l integrazione della procedura di VAS nell ambito della formazione del Documento di Piano rappresenta un elemento innovativo fondamentale. L introduzione dell obbligo della VAS viene in questo caso intesa come un opportunità per sviluppare strumenti integrati di pianificazione e valutazione, che possano completare e dare forza applicativa al quadro degli obiettivi strategici. Un sistema di strumenti che potranno poi essere utilizzati come riferimento per l elaborazione degli altri atti del PGT, dei meccanismi di perequazione, compensazione e premiali, ed anche come base per i successivi atti di attuazione e gestione del piano. Pag. 5

10 Inoltre, il Documento di Piano costituisce non solo punto di riferimento per tutta la pianificazione comunale, ma è anche elemento di snodo e connessione con la pianificazione di area vasta. Deve pertanto dedicare attenzione a quei temi che, per natura o per scala, hanno una rilevanza sovracomunale, e che devono quindi essere portati all attenzione della pianificazione territoriale provinciale e regionale. La maggiore parte dei temi ambientali e di sostenibilità sono per loro natura, meglio definibili e affrontabili alla scala sovracomunale. La VAS potrebbe quindi essere d aiuto nell evidenziare i temi da portare ai tavoli sovralocali, dando rilievo ad un compito che la nuova norma regionale assegna al Documento di Piano. Il lavoro deve prevedere, inoltre, in coerenza con la normativa, lo sviluppo del Piano di Monitoraggio, che costituisce la base per procedere in futuro all introduzione sistematica di modalità di valutazione ambientale nel processo decisionale e nella pianificazione, con la possibilità di verificare le ricadute e l efficacia ambientale degli obiettivi di piano durante l attuazione. Si ritiene che una prospettiva del genere abbia almeno tanta importanza, se non maggiore, dei risultati immediati ottenibili con la VAS del piano in costruzione. Porre le basi per lo sviluppo di banche dati, indicatori e modelli, ossia degli strumenti di base per continuare negli anni la valutazione ambientale a supporto del processo decisionale, significa creare le premesse per rapporti di VAS completi, strutturati, e soprattutto efficaci, in occasione dell elaborazione di aggiornamenti del Documento di Piano o anche dell elaborazione di piani attuativi o di settore. In estrema sintesi la VAS del Documento di Piano persegue i seguenti obiettivi principali: integrazione tra percorso di VAS e percorso di pianificazione, al fine di arricchire le potenzialità del piano con gli strumenti propri della valutazione; attenzione rivolta anche a sviluppare un quadro di indicazioni e strumenti da utilizzare nelle fasi di attuazione e gestione del piano, per la valutazione di piani e progetti attuativi; la formazione del PGT come occasione per rileggere obiettivi e strategie della pianificazione comunale vigente, per valutarne sistematicamente la compatibilità con i criteri di sostenibilità ed introdurre integrazioni e modifiche migliorative conseguenti; la VAS come occasione per valorizzare le potenzialità del Documento di Piano, con riferimento soprattutto al suo ruolo di snodo con la pianificazione di area vasta e di cabina di regia rispetto alla successiva pianificazione attuativa comunale; fare emergere i temi di sostenibilità, che, per essere affrontati, richiedono un approccio sovracomunale, e che potranno anche essere portati all attenzione della provincia (PTCP) e presso gli enti o i tavoli sovracomunali competenti. Pag. 6

11 1 I RIFERIMENTI NORMATIVI Vengono di seguito individuati e descritti i principali documenti normativi attualmente vigenti in materia di VAS, come riferimento per il presente lavoro. 1.1 Normativa europea La normativa sulla valutazione ambientale strategica ha come riferimento principale la Direttiva 2001/42/CE. L obiettivo generale della Direttiva è quello di garantire un elevato livello di protezione dell ambiente e di contribuire all integrazione di considerazioni ambientali all atto dell elaborazione e dell adozione di piani e programmi al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile,... assicurando che... venga effettuata la valutazione ambientale di determinati piani e programmi che possono avere effetti significativi sull ambiente (art 1). La Direttiva stabilisce che per «valutazione ambientale» s intende l elaborazione di un rapporto di impatto ambientale, lo svolgimento delle consultazioni, la valutazione del rapporto ambientale e dei risultati delle consultazioni nell iter decisionale e la messa a disposizione delle informazioni sulla decisione.... Per rapporto ambientale si intende la parte della documentazione del piano o programma... in cui siano individuati, descritti e valutati gli effetti significativi che l attuazione del piano o programma potrebbe avere sull ambiente nonché le ragionevoli alternative alla luce degli obiettivi e dell ambito territoriale del piano o programma. I contenuti di tale sono definiti nell Allegato I della Direttiva, come di seguito riportato. La Direttiva introduce altresì l opportunità di verificare, a livello preliminare, se i piani o i programmi possono avere effetti significativi sull'ambiente. A tale scopo gli Stati membri tengono comunque conto dei pertinenti criteri di cui all'allegato II, al fine di garantire che i piani e i programmi con probabili effetti significativi sull'ambiente rientrino nell'ambito di applicazione della Direttiva 42/2001. Pag. 7

12 Tabella 1.1 Contenuto del secondo l Allegato I della DIR 2001/42/CE Temi Contenuti specifici 1. Il Piano/Programma 2. Ambiente considerato 3. Confronto con gli obiettivi di protezione ambientale 4. Effetti del Piano/Programma sull ambiente a) illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del piano o programma e del rapporto con altri pertinenti piani o programmi b) aspetti pertinenti dello stato attuale dell'ambiente e sua evoluzione probabile senza l'attuazione del piano o del programma c) caratteristiche ambientali delle aree che potrebbero essere significativamente interessate d) qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al piano o programma, ivi compresi in particolare quelli relativi ad aree di particolare rilevanza ambientale, quali le zone designate ai sensi delle direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE e) obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati membri, pertinenti al piano o al programma, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si è tenuto conto di detti obiettivi e di ogni considerazione ambientale f) possibili effetti significativi sull'ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l'acqua, l'aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l'interrelazione tra i suddetti fattori 5. Misure per il contenimento degli effetti negativi 6. Organizzazione delle informazioni g) misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli eventuali effetti negativi significativi sull'ambiente dell'attuazione del piano o del programma h) sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individuate e una descrizione di come è stata effettuata la valutazione, nonché le eventuali difficoltà incontrate (ad esempio carenze tecniche o mancanza di know-how) nella raccolta delle informazioni richieste 7. Monitoraggio i) descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio di cui all'articolo Sintesi non tecnica j) sintesi non tecnica delle informazioni di cui alle lettere precedenti Pag. 8

13 1.2 Normativa nazionale A livello nazionale si è di fatto provveduto a recepire formalmente la Direttiva Europea solo il 1 agosto 2007, con l entrata in vigore della Parte II del D.lgs 3 aprile 2006, n. 152 Norme in materia ambientale. I contenuti della parte seconda del decreto, riguardante le Procedure per la valutazione ambientale strategica (VAS), per la valutazione dell'impatto ambientale (VIA) e per l'autorizzazione integrata ambientale (IPPC) sono stati integrati e modificati con il successivo D.lgs 16 gennaio 2008, n. 4 Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del D.lgs 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale. Nel D.lgs 4/2008 si chiarisce che nel caso di piani soggetti a percorso di adozione e approvazione, la VAS deve accompagnare l intero percorso, sia di adozione sia di approvazione. Secondo il comma 1 dell art 7, i piani e programmi la cui approvazione compete alle regioni o agli enti locali sono sottoposti al percorso di valutazione ambientale secondo le disposizioni delle leggi regionali (vd. Paragrafo successivo inerente alla normativa regionale). Alle norme regionali è demandata l indicazione dei criteri con i quali individuare l Autorità competente, che ha compiti di tutela, protezione e valorizzazione ambientale. Alle norme regionali è altresì demandata la disciplina per l individuazione degli enti locali territorialmente interessati e per l individuazione dei soggetti competenti in materia ambientale, oltre che le modalità di partecipazione delle regioni confinanti. La VAS, ai sensi del suddetto decreto, deve essere avviata contestualmente al processo di formazione del piano o programma (Art 11, comma 1) e deve comprendere lo svolgimento di una verifica di assoggettabilità, l'elaborazione del rapporto ambientale, lo svolgimento di consultazioni, la valutazione del rapporto ambientale e gli esiti delle consultazioni, la decisione, l'informazione sulla decisione, il monitoraggio. Anteriormente all adozione o all approvazione del piano o del programma, decorsi i termini previsti dalla consultazione ai sensi dell art. 14, l'autorità competente esprime il proprio parere motivato sulla base della documentazione presentata e delle osservazioni, obiezioni e suggerimenti inoltrati. Il decreto prevede, inoltre, che al termine del processo di VAS siano resi pubblici il piano o il programma adottato, la documentazione oggetto dell istruttoria, il parere motivato espresso dall'autorità Pag. 9

14 competente ed una Dichiarazione di Sintesi in cui si illustrino le modalità di integrazione delle considerazioni ambientali e degli esiti delle consultazioni nell elaborazione del Piano o Programma, nonché le ragioni delle scelte effettuate alla luce delle possibili alternative e le misure adottate in merito al monitoraggio. 1.3 Normativa regionale Legge regionale 11 marzo 2005, n. 12 La VAS sui piani e programmi viene introdotta in Lombardia dall art 4 della Legge Regionale 11 marzo 2005 n. 12 "Legge per il governo del territorio", le cui modifiche ulteriori sono state approvate con Legge regionale 14 marzo 2008, n. 4. Il Piano di Governo del Territorio (PGT), ai sensi dell articolo 7 della L.R. 12/2005, definisce l assetto dell intero territorio comunale ed è articolato, come già indicato, in tre atti: il Documento di Piano (DdP), il Piano dei Servizi (PdS) e il Piano delle Regole (PdR). Al comma 2 dell articolo 4 viene stabilito che la VAS, a livello comunale, si applica al solo Documento di Piano (e relative varianti) e non al Piano dei Servizi o al Piano delle Regole, e che tale processo di valutazione debba essere sviluppato nelle fasi preparatorie del piano ed anteriormente alla sua adozione. Al comma 3 si afferma che la valutazione evidenzia la congruità delle scelte rispetto agli obiettivi di sostenibilità del piano e le possibili sinergie con gli altri strumenti di pianificazione e programmazione ed inoltre individua le alternative assunte nella elaborazione del piano o programma, gli impatti potenziali, nonché le misure di mitigazione e compensazione, anche agroambientali, che devono essere recepite nel piano stesso. Deriva, quindi, da questa indicazione la necessità di svolgere innanzitutto un lavoro di verifica sulla completezza e sostenibilità degli obiettivi del piano e di evidenziare le interazioni con i piani di settore e con la pianificazione di area vasta. Al comma 4 si stabilisce infine che nella fase di transizione, fino all emanazione del provvedimento di Giunta regionale attuativo degli indirizzi approvati dal Consiglio, l ente competente ad approvare il piano territoriale o il Documento di Piano, nonché i Piani Attuativi che comportino variante, ne valuta la sostenibilità ambientale secondo criteri evidenziati nel piano stesso. Pag. 10

15 D.C.R. 13 marzo 2007, n. VIII/0351 I criteri attuativi relativi al processo di VAS sono contenuti nel documento Indirizzi generali per la valutazione ambientale di piani e programmi, approvato dal Consiglio Regionale in data 13 marzo 2007 (D.C.R. 13 marzo 2007, n. VIII/351), il quale presenta una dettagliata serie di indicazioni, in attuazione di quanto previsto dall art 4 della legge regionale sul governo del territorio. Le indicazioni in attuazione di quanto previsto dall art 4 della legge regionale sul governo del territorio più significative sono di seguito riportate: la necessità di una stretta integrazione tra percorso di piano e istruttoria di VAS; la VAS deve essere intesa come un processo continuo che si estende a tutto il ciclo vitale del piano, prendendo in considerazione anche le attività da svolgere successivamente al momento di approvazione del piano, nelle fasi di attuazione e gestione; la VAS deve essere effettuata il più a monte possibile, durante la fase preparatoria del P/P [piano/programma] e anteriormente alla sua adozione o all avvio della relativa procedura legislativa ; nella fase di preparazione e di orientamento, l avvio del procedimento di VAS con apposito atto, reso pubblico, individuando l Autorità competente, gli enti territorialmente interessati e le Autorità ambientali, l indizione della conferenza di valutazione e le modalità di informazione e di partecipazione del pubblico; nella fase di elaborazione e redazione del piano, l individuazione degli obiettivi del piano, la definizione delle alternative, delle azioni attuative conseguenti, l elaborazione del comprensivo del programma di monitoraggio; l Autorità competente per la VAS esprime la valutazione sul piano prima dell adozione del medesimo, sulla base degli esiti della conferenza di valutazione e della consultazione pubblica; i momenti di adozione e approvazione sono accompagnati da una dichiarazione di sintesi nella quale si sintetizzano gli obiettivi ambientali, gli effetti attesi, le ragioni per la scelta dell alternativa, e il programma di monitoraggio, e come il parere dell Autorità competente sia stato preso in considerazione negli elaborati del piano; dopo l approvazione del piano vengono avviate le attività di attuazione e gestione del monitoraggio e le connesse attività di valutazione e partecipazione. Pag. 11

16 La normativa vigente considera la partecipazione come uno degli elementi cardine della valutazione ambientale strategica. La Direttiva Europea 2001/42/CE dedica specifica attenzione alle consultazioni all art 6, e demanda (art. 6, comma 5) agli Stati membri la determinazione delle modalità specifiche di informazione e consultazione delle Autorità e del pubblico. Anche la Direttiva 2003/4/CE (accesso del pubblico all'informazione ambientale) e la Direttiva 2003/35/CE (partecipazione del pubblico nell'elaborazione di taluni piani e programmi in materia ambientale) evidenziano la necessità di prevedere una partecipazione effettiva del pubblico, che sia allargata a tutte le fasi del processo di pianificazione. Al punto 5 le linee d indirizzo sulla VAS raccomandano di attivare l integrazione della dimensione ambientale nei piani a partire dalla fase di impostazione del piano stesso. Il testo normativo prevede una serie articolata di corrispondenze per garantire un effettiva integrazione tra piano e valutazione durante tutto il percorso di sviluppo, attuazione e gestione, del piano. Al punto 6 prevedono una serie di indicazioni puntuali per integrare il processo di partecipazione nel piano. Per ciascuna fase significativa di costruzione del piano, così come per le successive fasi di attuazione e gestione, devono essere previste le seguenti attività di partecipazione (Schema B, Punto 6.4) al fine di arrivare ad accordi e soluzioni per ciascuna fase, in maniera che i soggetti partecipanti vedano riflesse le loro opinioni in tutto il processo e possano constatare la qualità che il loro sforzo conferisce al piano/programma : selezione del pubblico e delle Autorità da consultare; informazione e comunicazione ai partecipanti; fase di contributi / osservazioni dei cittadini; divulgazione delle informazioni sulle integrazioni delle osservazioni dei partecipanti al processo. Sempre al punto 6 viene raccomandato di procedere alla richiesta di pareri e contributi ai soggetti esterni, e più in generale al pubblico, nei seguenti momenti del processo decisionale: fase di orientamento e impostazione; eventuale verifica di esclusione (Screening) del piano; fase di elaborazione del piano; prima della fase di adozione; al momento della pubblicazione del piano adottato. Pag. 12

17 D.G.R /2009 Con D.G.R. 30 dicembre 2009, n. VIII/10971 la regione Lombardia ha recepito le disposizioni di cui al D.lgs n. 4 del 16 gennaio 2008, definendo specifici modelli procedurali per la VAS dei PGT (Allegato 1a alla DGR). Soggetti interessati Sono soggetti interessati al procedimento: l Autorità procedente (ovvero la pubblica amministrazione che attiva le procedure di redazione e di valutazione del Piano); l Autorità competente per la VAS; i soggetti competenti in materia ambientale; enti territorialmente interessati; il pubblico. Qualora il piano si proponga quale raccordo con altre procedure, come nel caso in cui l ambito di influenza del Piano interessi direttamente o indirettamente siti rappresentativi per la conservazione del patrimonio naturale di interesse comunitario della Rete europea Natura 2000, ovvero Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e/o Zone di Protezione Speciale (ZPS), è soggetto interessato al procedimento anche l Autorità competente in materia di SIC e ZPS (punto 7.2 degli Indirizzi generali regionali). L Autorità competente per la VAS (Autorità con compiti di tutela e valorizzazione ambientale, individuata dalla pubblica amministrazione, che collabora con l Autorità procedente / proponente nonché con i soggetti competenti in materia ambientale, al fine di curare l applicazione della direttiva e dei presenti indirizzi) è individuata con atto formale reso pubblico mediante inserzione sul web. Tale Autorità è individuata: all interno dell ente tra coloro che hanno compiti di tutela e valorizzazione ambientale; in un team interdisciplinare che comprenda, oltre a coloro che hanno compiti di tutela e valorizzazione ambientale, anche il responsabile di procedimento del DdP o altri, aventi compiti di sovrintendere alla direzione generale dell Autorità procedente; Pag. 13

18 mediante incarico a contratto per alta specializzazione in ambito di tutela e valorizzazione ambientale ai sensi dell articolo 110 del D.lgs 18 agosto 2000, n Un passaggio fondamentale per la VAS è la consultazione obbligatoria di soggetti competenti in materia ambientale (strutture pubbliche competenti in materia ambientale e della salute per livello istituzionale, o con specifiche competenze nei vari settori, che possono essere interessati dagli effetti dovuti all applicazione del piano o programma sull ambiente, come ad esempio: ARPA, ASL, gli enti gestori delle aree protette, la sovrintendenza, ecc.), dell Autorità competente in materia di Rete Natura 2000 (SIC e ZPS), per l espressione in merito alla Valutazione di Incidenza, e degli enti territorialmente interessati (ad es.: Regione, Provincia, comuni confinanti, ecc.), individuati dall Autorità procedente ed invitati a partecipare a ambiti istruttori convocati al fine di acquisire ad acquisire i loro pareri in merito alla sostenibilità delle scelte di Piano (Conferenza di Valutazione). Il pubblico è definito come una o più persone fisiche o giuridiche, secondo la normativa vigente, e le loro associazioni, organizzazioni o gruppi, che soddisfino le condizioni incluse nella Convenzione di Aarhus, ratificata con la legge 16 marzo 2001, n. 108 (Ratifica ed esecuzione della Convenzione sull accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l accesso alla giustizia in materia ambientale, con due allegati, fatte ad Aarhus il 25 giugno 1998) e dalle direttive 2003/4/CE e 2003/35/CE. Modalità di Consultazione, Comunicazione e Informazione La consultazione, la comunicazione e l Informazione sono elementi imprescindibili della valutazione ambientale. Il Punto 6 degli Indirizzi generali prevede l allargamento della partecipazione a tutto il processo di pianificazione, individuando strumenti atti a perseguire obiettivi di qualità. La partecipazione è supportata da forme di comunicazione e informazione e dalla consultazione che si avvale della Conferenza di Valutazione. Conferenza di Valutazione Al fine di acquisire elementi informativi volti a costruire un quadro conoscitivo condiviso, per quanto concerne i limiti e le condizioni per uno sviluppo sostenibile, e ad acquisire i pareri dei soggetti interessati è attivata la Conferenza di Valutazione. Pag. 14

19 L Autorità procedente, d intesa con l Autorità competente per la VAS, convoca alla Conferenza di Valutazione i soggetti competenti in materia ambientale, gli enti territorialmente interessati e l Autorità competente in materia di Rete Natura La Conferenza di Valutazione è articolata in almeno due sedute: la prima, di tipo introduttivo è volta ad illustrare il documento di orientamento (Scoping) e ad acquisire pareri, contributi ed osservazioni nel merito; la seconda, è finalizzata a valutare il DdP e il, esaminare le osservazioni ed i pareri pervenuti, prendere atto degli eventuali pareri obbligatori (eventuale raccordo con Verifica di VIA e Valutazione di Incidenza) previsti. Di ogni seduta della conferenza è predisposto apposito verbale. Comunicazione e Informazione Comunicazione e informazione caratterizzano il processo decisionale partecipato, sia del Documento di Piano sia della VAS, volto ad informare e a coinvolgere il pubblico. L Autorità procedente, d intesa con l Autorità competente per la VAS, provvede a: individuare i singoli settori del pubblico interessati all iter decisionale; definire le modalità di informazione e di partecipazione del pubblico. Relativamente alle associazioni, organizzazioni o gruppi, in relazione al DdP, si ritiene opportuno: individuare tutte le realtà presenti nel territorio considerato, a seconda delle loro specificità; avviare con loro momenti di informazione e confronto. Pag. 15

20 Tabella 1.2 Lo schema metodologico processuale proposto dalla Regione per la VAS Fase Processo di DdP Valutazione Ambientale VAS Fase 0 Preparazione Fase 1 Orientamento Inizio Conferenza di valutazione Fase 2 Elaborazione e redazione P0. 1 Pubblicazione avviso di avvio del A0. 1 Pubblicazione avviso di avvio del procedimento procedimento P0. 2 Incarico per la stesura del DdP A0. 2 Incarico per la redazione del Rapporto (PGT) Ambientale P0. 3 Esame proposte pervenute ed A0. 3 Individuazione Autorità competente elaborazione del documento per la VAS programmatico P1. 1 Orientamenti iniziali del DdP (PGT) A1. 1 Integrazione della dimensione ambientale nel DdP (PGT) A1. 2 Definizione dello schema operativo per P1. 2 Definizione schema operativo DdP la VAS, e mappatura dei soggetti (PGT) competenti in materia ambientale e del pubblico coinvolto P1. 3 Identificazione dei dati e delle A1. 3 Verifica delle presenza di Siti Rete informazioni a disposizione Natura 2000 (SIC/ZPS) dell ente su territorio e ambiente Avvio del confronto A2. 1 Definizione dell ambito di influenza P2. 1 Determinazione obiettivi generali (Scoping), definizione della portata delle informazioni da includere nel P2. 2 Costruzione scenario di riferimento e di DdP A2. 2 Analisi di coerenza esterna P2. 3 Definizione di obiettivi specifici, A2. 3 Stima degli effetti ambientali attesi costruzione di alternative/scenari A2. 4 Valutazione delle alternative di piano di sviluppo e definizione delle A2. 5 Analisi di coerenza interna azioni da mettere in campo per A2. 6 Progettazione del sistema di attuarli monitoraggio P2. 4 Proposta di DdP (PGT) A2. 7 Proposta di e sintesi non tecnica Deposito della proposta di DdP (PGT), del Chiusura Conferenza di valutazione Valutazione della proposta di DdP e del Decisione PARERE MOTIVATO predisposto dall Autorità competente per la VAS d intesa con l Autorità procedente Pag. 16

21 Fase Processo di DdP Valutazione Ambientale VAS Fase 3 Adozione e approvazione ( I Parte ) Verifica di compatibilità della Provincia 3. 1 ADOZIONE Il Consiglio Comunale adotta: - PGT (DdP, Piano dei Servizi e Piano delle Regole) - - Dichiarazione di sintesi 3. 2 DEPOSITO / PUBBLICAZIONE / INVIO ALLA PROVINCIA - deposito degli atti del PGT (DdP,, Dichiarazione di sintesi, Piano dei Servizi e Piano delle Regole) nella segreteria comunale (ai sensi del comma 4, art. 13, L.R. 12/2005) - trasmissione in Provincia (ai sensi del comma 5, art. 13, L.R. 12/2005) - trasmissione ad ASL e ARPA (ai sensi del comma 6, art. 13, L.R. 12/2005) 3. 3 RACCOLTA OSSERVAZIONI (ai sensi comma 4, art. 13, L.R. 12/2005) 3. 4 Controdeduzioni alle osservazioni presentate a seguito di analisi di sostenibilità. La provincia, garantendo il confronto con il comune interessato, valuta esclusivamente la compatibilità del DdP con il proprio Piano Territoriale di Coordinamento entro centoventi giorni dal ricevimento della relativa documentazione, decorsi inutilmente i quali la valutazione si intende espressa favorevolmente (ai sensi comma 5, art. 13, L.R. 12/2005) PARERE MOTIVATO FINALE nel caso in cui siano presentate osservazioni Fase 3 Adozione e approvazione ( II Parte ) 3. 5 APPROVAZIONE (ai sensi del comma 7, art. 13, L.R. 12/2005) Il Consiglio Comunale: - decide sulle osservazioni apportando agli atti del PGT le modifiche conseguenti all eventuale accoglimento delle osservazioni, predisponendo ed approvando la dichiarazione di sintesi finale - provvede all adeguamento del DdP adottato, nel caso in cui la Provincia abbia ravvisato elementi di incompatibilità con le previsioni prevalenti del proprio Piano Territoriale di Coordinamento, o con i limiti di cui all art. 15, comma 5, ovvero ad assumere le definitive determinazioni qualora le osservazioni provinciali riguardino previsioni di carattere orientativo - deposito nella segreteria comunale ed invio alla Provincia e alla Regione (ai sensi del comma 10, art. 13, L.R. 12/2005); - pubblicazione su web; - pubblicazione dell avviso dell approvazione definitiva all Albo pretorio e sul BURL (ai sensi del comma 11, art. 13, L.R. 12/2005) ; Fase 4 Attuazione e gestione P4. 1 Monitoraggio dell attuazione DdP P4. 2 Monitoraggio dell andamento degli indicatori previsti P4. 3 Attuazione di eventuali interventi correttivi A4. 1 Rapporti di monitoraggio e valutazione periodica Pag. 17

22 2 LA METODOLOGIA ADOTTATA PER LA VAS 2.1 Soggetti coinvolti nel processo I soggetti tecnici interessati ed il pubblico da consultare per il Piano sono di seguito elencati: Autorità procedente Comune di Gropello Cairoli, nella figura del Sindaco: Giuseppe Chiari; Autorità competente per la VAS Servizio Tecnico comunale, nella figura del Responsabile: Geom. Franco Nai; Soggetti competenti in materia ambientale: A.R.P.A. Lombardia, Dipartimento di Pavia; A.S.L. della Provincia di Pavia, Distretto di Pavia; Consorzio Parco lombardo della Valle del Ticino; Consorzio di Bonifica della Valle del Ticino; Sovrintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici; Sovrintendenza per i Beni Archeologici; A.A.T.O. della Provincia di Pavia; Associazione di Irrigazione Est Sesia; ASM Vigevano Lomellina S.p.A.; Arcalgas Progetti S.p.A; Autorità competente in materia di Rete Natura 2ooo (SIC e ZPS): Regione Lombardia DG Qualità dell Ambiente; Enti territorialmente interessati: Regione Lombardia, DG Territorio e Urbanistica; Provincia di Pavia, Settori Territorio e Faunistico-Naturalistico; Comuni contermini: Dorno, Garlasco, Villanova d Ardenghi, Zerbolò e Zinasco; Pubblico: Associazioni ambientaliste riconosciute a livello nazionale; Associazioni di categoria, Ordini Professionali, ecc. Associazioni varie di cittadini ed altre autorità che possano avere interesse ai sensi dell'art. 9, comma 5, del D.lgs. n. 152/2006; i cittadini. Pag. 18

23 2.2 Percorso di Partecipazione e Consultazione Come già indicato Comunicazione, Informazione e Consultazione sono elementi imprescindibili della valutazione ambientale. Informazione e condivisone della documentazione di Piano e VAS Al fine di garantire la massima partecipazione verrà garantita la diffusione e la pubblicizzazione delle informazioni tramite il sito internet del comune, l Albo pretorio e l affissione di manifesti. Risulta, inoltre, importante mettere a disposizione di tutti la documentazione inerente al Piano e alla VAS, anche inviandola ai soggetti competenti in materia ambientale e agli enti territorialmente interessati. A tale scopo il Comune ha provveduto a depositare presso i propri uffici la documentazione mettendo a disposizione tutti gli elaborati del Piano e della VAS, affinché chiunque ne potesse prendere visione ed inviare specifiche proposte e/o osservazioni in merito. Tabella 2.1 Accesso agli atti del Piano e della VAS Comune di Gropello C. Via Libertà, Gropello Cairoli (PV) Tel. 0382/ // Fax 0382/ Autorità competente per la VAS Geom. Franco Nai tecnico@comune.gropellocairoli.pv.it Pag. 19

24 Conferenza di Valutazione Alla Conferenza di Valutazione, convocata dall Autorità procedente d intesa con l Autorità competente per la VAS, sono stati invitati i soggetti competenti in materia ambientale e gli enti territorialmente interessati, al fine di acquisirne i relativi suggerimenti, proposte di integrazione, nonché eventuali osservazioni sul piano e sulla VAS. Per la VAS del DdP di PGT del Comune sono stati previsti due incontri all interno del processo di consultazione. Tabella 2.2 Conferenze di valutazione previste Conferenza di Valutazione (CV) CV Prima iniziale CV Seconda finale Contenuti VAS Consultazione riguardo al documento di Scoping predisposto al fine di determinare l ambito di influenza del DdP, la struttura del, nonché le possibili eventuali interferenze con i Siti di rete Natura 2000 (SIC e ZPS). La seduta si è tenuta il giorno 30 aprile Proposta di DdP e di di VAS La seduta si è tenuta il giorno 11 settembre Di ogni seduta della Conferenza è stato predisposto apposito verbale. Pag. 20

25 2.3 Struttura del di VAS Come previsto dalla Direttiva e dalle prassi tecniche italiane ormai sempre più consolidate, è stato prodotto uno specifico organizzato tenendo conto dell Allegato I della Direttiva 2001/42/CE. Il di VAS è stato sviluppato in riferimento ai seguenti contenuti: descrizione PGT: individuazione delle scelte strategiche del piano, attraverso l esplicitazione degli Obiettivi generali, degli Obiettivi specifici e delle Azioni correlate; definizione del quadro di riferimento per la VAS del Piano: individuazione degli obiettivi di sostenibilità ambientale, territoriale e sociale, di salubrità e sicurezza, di qualificazione paesaggistica e di protezione ambientale stabiliti da riferimenti internazionali, dalla normativa nazionale; individuazione degli obiettivi e delle azioni della pianificazione sovraordinata contestualizzate per l ambito di influenza del Piano; individuazione dei vincoli e delle tutele ambientali; definizione dei punti di attenzione ambientale sia orientativi per il piano sia di riferimento per le successive valutazioni, individuandone le Sensibilità e le Pressioni attuali; verifica di congruenza tra le Azioni di Piano, derivanti dagli Obiettivi prefissati dal PGT, rispetto ad un sistema di criteri di compatibilità ambientale assunti per l ambito territoriale interessato dalle stesse azioni. Utilizzo di matrici e schede di approfondimento per sistematizzare e valutare le differenti eventuali incongruenze; identificazione degli effetti (positivi e negativi) del piano sull ambiente e associazione delle relative misure di mitigazione e compensazione; individuazione di un sistema di indicatori per il monitoraggio degli effetti del Piano. Il monitoraggio consente di verificare l'attuazione delle azioni e degli interventi previsti dal piano e di controllarne gli effetti sull'ambiente nel tempo; redazione di una relazione di sintesi in linguaggio non tecnico, illustrativa degli obiettivi, delle metodologie seguite e dei risultati delle valutazioni sulla sostenibilità del piano. Pag. 21

26 Di seguito si riporta la struttura del di VAS del DdP del Comune, rispetto ai contenuti richiesti dall Allegato I della Direttiva 42/2001/CEE. Tabella 2.3 Contenuto del in rapporto all Allegato I Corrispondenza rispetto ai punti Struttura del Allegato I (Dir 42/2001/CEE) Descrizione del piano Punto a) Punto a) Punto b) Quadro di riferimento per la VAS Punto c) Punto d) Punto e) Punto a) Punto c) Valutazione della Coerenza e degli effetti del Piano, nonché associazione Punto e) delle misure di mitigazione/compensazione eventualmente necessarie Punto f) Punto g) Punto h) Monitoraggio Punto i) Sintesi Non Tecnica Punto j) 2.4 Rete Natura 2ooo e la Valutazione di Incidenza L ambito territoriale a NordOvest del centro abitato di Gropello Cairoli (comune appartenente al Parco della Valle del Ticino) è interessato dalla presenza di due siti rappresentativi per la conservazione del patrimonio naturale di interesse comunitario della Rete ecologica europea Natura 2ooo, ovvero il Sito di Importanza Comunitaria SIC IT San Massimo e una piccola porzione isolata (completamente interna al SIC citato) della Zona di Protezione Speciale ZPS IT Boschi del Ticino, che si estende più a Est lungo il Fiume Ticino e coincidente con relativo il Parco naturale. Pag. 22

27 P.G.T. DEL COMUNE DI GROPELLO CAIROLI (PV) Figura 2.1 Siti Natura 2ooo presenti SIC IT Boschi Siro Negri e Moriano SIC IT San Massimo ZPS IT Boschi del Ticino SIC IT Boschi del Vignolo La presenza di tali siti all interno del territorio comunale, in stretta vicinanza all urbanizzato, ha richiesto l attivazione di una procedura parallela di Valutazione di Incidenza, attraverso la quale sono state valutate le possibili incidenze dirette sul SIC e sulla ZPS, nonché sul sistema ambientale esterno funzionale ad essi. Pag. 23

28 3 I CONTENUTI DEL PIANO Il Documento di Piano contiene una dimensione strategica, che si traduce nella definizione di una visione complessiva del territorio del Comune e del suo sviluppo, unitamente ad una componente più direttamente operativa, contraddistinta dalla determinazione degli obiettivi specifici da attivare per le diverse destinazioni funzionali e dall individuazione degli ambiti soggetti a trasformazione. Tale atto del PGT, pur riferendosi ad un arco temporale quinquennale come definito dalla norma, risponde all esigenza di una visione strategica, rivolta necessariamente ad un orizzonte temporale di più ampio respiro. Il governo del territorio di riferimento è proposto dal DdP attraverso specifiche politiche per sei sistemi fondamentali, di seguito descritti: Sistema infrastrutturale; Sistema ambientale e agricolo; Sistema insediativo residenziale; Sistema insediativo produttivo artigianale e industriale; Sistema insediativo terziario-commerciale; Sistema insediativo dei servizi. La spazializzazione delle azioni di Piano sono riportate nella Tavola DP11, a cui si rimanda. Pag. 24

29 3.1 Sistema infrastrutturale Per quanto attiene al sistema della mobilità, il Documento di Piano persegue obiettivi che tentano di coniugare la sostenibilità ambientale con la garanzia di un buon livello di accessibilità e di spostamento. Gli obiettivi principali sono i seguenti: recepimento del tracciato del nuovo asse autostradale Broni Mortara e dal correlato svincolo con l autostrada A7, oltre che delle annesse opere di carattere viabilistico sulla rete della mobilità su gomma esistente; conferma delle modalità di spostamento interne al territorio comunale a basso impatto (individuazione di percorsi ciclopedonali), che risultano parzialmente alternative alla mobilità veicolare ma che si qualificano quali valide soluzioni per la fruizione paesaggistico ambientale del territorio; potenziamento della viabilità veicolare esistente, comprensivo della relativa messa in sicurezza e della realizzazione delle congiunzioni mancanti; fluidificazione del traffico locale nei comparti urbani maggiormente edificati, anche attraverso l inserimento di rotatorie in sostituzione degli incroci a raso più critici; miglioramento dell accessibilità ai nuovi comparti residenziali, produttivi e commerciali; fluidificazione del traffico locale, implementando la rete viabilistica; ricognizione e mantenimento dei percorsi poderali storici, che rappresentano validi elementi di connessione tra l edificato ed il territorio rurale ai fini di una sua completa fruizione; salvaguardia dei tracciati della viabilità storica principale, come individuata dal PTCP; consolidamento e potenziamento della rete viaria di struttura, come individuata dal PTCP; recepimento delle disposizioni normative del PTC del Piano del Parco Lombardo della Valle del Ticino Il Documento di Piano interviene nel settore della mobilità attraverso la previsione di interventi commisurati a differenti scale di riferimento, sovralocale e locale. Pag. 25

30 Mobilità sovralocale Il Comune di Gropello Cairoli recepisce nel proprio strumento urbanistico il tracciato del nuovo asse autostradale Broni Mortara e delle opere viabilistiche collaterali che interessano la maglia viabilistica esistente veicolare e poderale e che sono rappresentati in primis dalla variante al tracciato della SP 60 e dalla realizzazione di alcuni sovrappassi e sottopassi. Per la risoluzione delle problematiche derivanti dall'inserimento di un'infrastruttura viaria in un contesto è richiesto lo studio approfondito di diversi aspetti. Le attività ritenute più qualificanti ai fini dell'inserimento ambientale riguardano: la mitigazione dell'impatto acustico mediante inserimento di barriere fonoassorbenti e la realizzazione di impianti arborei e arbustivi ad alta densità; la tutela delle acque superficiali e sotterranee attraverso la limitazione dell'effetto di impermeabilizzazione, la separazione delle acque contenenti inquinanti e la depurazione e successiva reintroduzione nell'ambiente delle acque raccolte; la ricucitura del territorio e del paesaggio con la realizzazione di: - fasce vegetali; - varchi adibiti a passaggio fauna; - infrastrutture per ricollegare le viabilità interrotte; la salvaguardia delle condizioni di insediamento dell'agricoltura con il mantenimento del sistema irriguo e della viabilità poderale ed interpoderale; il contenimento dell'inquinamento atmosferico attraverso l'inserimento di una fascia tampone arborea ed arbustiva in grado di assorbire gli inquinanti, di trattenere le polveri e di offrire un adeguato mascheramento visivo; la tutela del patrimonio storico e culturale con un'attiva attenzione non solo durante la progettazione, ma anche durante tutte le fasi di cantierizzazione; la qualità dei risultati conseguiti dipende dalle metodologie utilizzate e dalla corretta applicazione delle prescrizioni normative in campo ambientale. A seguito di deliberazione della G.C. n. 124 del , l Amministrazione Comunale ha formulato il proprio parere in merito al progetto preliminare dell Autostrada Regionale Integrazione del Sistema Transpadano, direttrice Broni- Stradella-Mortara, richiedendo le seguenti modificazioni: formazione di una nuova sede stradale dalla rotatoria della tangenziale con proseguimento verso nord fino ad incrociare la SP ex SS 596 per sopperire al Pag. 26

31 disagio dovuto all aumento di traffico, con realizzazione di idoneo sovrappasso della ferrovia e la riqualificazione di via Sassi a nord della rotatoria della tangenziale con tombinatura del cavo di Borgo San Siro al fine di ampliare la sede stradale, attualmente pericolosa per l esistenza del suddetto cavo a cielo aperto e a ciglio strada; realizzazione di un cavalcavia alla progressiva , tale manufatto permetterebbe ad alcune cascine (Cerri San Damiano) un normale collegamento, come sempre stato nel tempo, alla località Santo Spirito e al capoluogo, evitando così anche grave disagio ai residenti costretti a percorsi tortuosi per l accesso ai fondi di proprietà a nord dell autostrada; piantumazione di un filare alberato a sud dell autostrada quale aggiunta opera di mitigazione ambientale nei confronti della vicina Cascina Cerri; conservazione del cavalcavia alla progressiva in prossimità della cascina Speranza, deviando la rampa nord sulla viabilità esistente, attualmente utilizzata dai proprietari per poter raggiungere i fondi coltivati e il capoluogo in quanto la rampa nord del cavalcavia in progetto proseguiva su strada poderale a servizio di soli mezzi agricoli. Tali indicazioni dovrebbero essere recepite in sede di progettazione esecutiva. Le politiche di intervento sulla riqualificazione della viabilità locale si basano nella massima misura su di un corretto riutilizzo delle sedi esistenti, con interventi di miglioramento tecnico e di sicurezza. A livello di nuovi tronchi viari, si prevedono pochi e calibrati interventi, che hanno la funzione di risolvere alcune problematiche particolarmente sentite dalla popolazione locale. In particolare, l Amministrazione Comunale intendere realizzare, nel quadrante settentrionale del tessuto urbanizzato, un percorso viabilistico di scorrimento in parte utilizzando e razionalizzando sedi viarie già esistenti, in parte creando nuovi assi stradali subordinati all attuazione degli ambiti di trasformazione prevalentemente residenziali. Tale scelta è dettata dal fatto che i quartieri residenziali di maggiore densità edificatoria e di recente realizzazione, seppur caratterizzati al loro interno da una rete viabilistica adeguata, utilizzano il sistema della mobilità viabilistica storica che appare decisamente inadeguata a causa della presenza di assi viari storici di calibro ridotto che collegano la periferia urbana con l asse centrale di via Libertà (via Beccari, via Cairoli, via Roma, via Fosso Galana, via Cappa). Il nuovo asse periubano di scorrimento viene connesso a via Don Motti (tratto dell asse urbano centrale) grazie alla previsione di una rotatoria in prossimità dell attuale comparto commerciale: esso Pag. 27

32 prosegue in direzione nord ovest fino all intersezione con viale Zanotti (ove si prevede l inserimento di una microrotatoria urbana) e, oltre nella medesima direzione, recupera il tracciato di via Antona; in corrispondenza dell intersezione con via Albani (ove si prevede l introduzione di un ulteriore micro-rotatoria), la nuova viabilità punta in direzione nord e viene reperita all interno di un Ambito di Trasformazione Residenziale fino ad intercettare via Roma; l attuazione di un ulteriore Ambito di Trasformazione Residenziale consente di effettuare il collegamento verso ovest con via Cairoli, importante asse urbano del quale si prevede un ampliamento in direzione del centro urbano fino all altezza dell intersezione con via Isonzo; a partire da tale incrocio (che deve essere necessariamente risolto con l introduzione di una rotatoria urbana) viene inserita una nuova connessione urbana in direzione ovest verso via Beccari, anch essa frutto dell attuazione di un Ambito di Trasformazione Residenziale. La nuova viabilità di scorrimento prosegue in direzione ovest, utilizzando l asse urbano di supporto all area PEEP, fino al raggiungimento del corso del canale Cavour, del quale si prevede il sovrappasso attraverso l ampliamento dell attuale ponte in modo da renderlo utilizzabile ai fini del transito veicolare: in tale modo viene garantita la connessione con via Don Ponzone e via Marconi (tratto dell asse urbano centrale). Il secondo elemento di criticità a cui l Amministrazione intende fornire una soluzione adeguata è rappresentato dal mancato collegamento tra viale Zanotti e via Milano all interno del quartiere produttivo esistente. La realizzazione di tale bretella, prevista attraverso l attuazione di alcuni Ambiti di Trasformazione Produttivi, consente di disimpegnare il traffico pesante, generato dagli opifici esistenti, direttamente all esterno del centro abitato con un immediato raggiungimento del casello autostradale e della SP ex SS 596, evitando il transito delle centrali viale Zanotti e via Don Motti con conseguente miglioramento delle condizioni di inquinamento acustico, olfattivo e di vibrazioni da transito. Il Documento di Piano pone, inoltre, particolare attenzione al sistema viabilistico di accesso ai nuovi Ambiti di Trasformazione, garantendo efficaci connessioni con l infrastrutturazione esistente. Le politiche di intervento sulla riqualificazione della viabilità locale si basano nella massima misura su di un corretto riutilizzo delle sedi esistenti, con interventi di miglioramento tecnico e di sicurezza. In merito alla problematica relativa alla mobilità di carattere ciclo-pedonale, si propone la riqualificazione e la messa in sicurezza del percorso ciclabile esistente lungo viale Libertà e l ampliamento dello stesso fino al raggiungimento del cimitero maggiore situato al termine di via Marconi (opera realizzata con la partecipazione della società Terna S.p.A.) Pag. 28

33 3.2 Sistema ambientale e agricolo Relativamente al sistema ambientale, il Documento di Piano persegue l obiettivo generale di protezione dell ambiente naturale, rurale e storico-ambientale e di salvaguardia delle componenti paesaggistiche, riconosciute quali risorse principali per la qualità della vita e per la sostenibilità dello sviluppo economico. Tale obiettivo risulta strutturato nei seguenti tematismi: conservazione delle aree agricole e naturalizzate presenti nel territorio comunale, con particolare attenzione alla tutela delle zone che interfacciano con il sistema naturale dei boschi del Tivino presenti a valle del terrazzo alluvionale; tale obiettivo recepisce fedelmente nel PGT la parte del sistema ambientale di carattere sovracomunale, ricadente nel Comune di Gropello Cairoli, così come normata dal PTC del Parco; mantenimento della tessitura agricola produttiva esistente nel contesto extraurbano, caratterizzato dal tipico paesaggio rurale ove prevalgono la diffusa coltivazione dei prodotti seminativi (in particolare del riso), il disegno della maglia principale caratterizzata dalla presenza di strade interpoderali, di filari e di canali irrigui e la bassa percentuale di aree urbanizzate rispetto alle zone verdi ; tale obiettivo recepisce fedelmente nel PGT la parte del sistema ambientale di carattere sovracomunale, ricadente nel Comune di Gropello Cairoli, così come normata dal PTC del Parco; salvaguardia delle aree di elevato pregio ambientale, costituite dalla rete dei corsi d acqua irrigui e dei sistemi vegetazionali, non sempre di carattere boschivo, particolarmente presenti nel quadrante settentrionale del territorio comunale; introduzione di elementi di mitigazione ambientale all impatto generato dalla presenza del nuovo tracciato autostradale e della relativa intersezione con l Autostrada A7; tutela dei giardini urbani storici e di particolare pregio ambientale all interno del tessuto consolidato; edificazione esclusivamente all interno delle zone di Iniziativa Comunale IC, così come previsto dalla normativa del PTC del Parco, in diretta contiguità con le aree già edificate; recepimento dei vincoli di natura ambientale riferiti alla vigente normativa e che rappresentano una limitazione alla determinazione delle politiche di intervento del Documento di Piano; Pag. 29

34 formazione di ampi comparti agricoli continui, con conseguente negazione di zone rurali produttive intercluse tra tessuti urbani consolidati e/o ambiti di trasformazione; fruizione pedonale del territorio agricolo periurbano attraverso il riconoscimento di alcune dorsali di connessione ambientale che, a partire dall ambiente costruito, attraverso l uso dei tracciati interpoderali esistenti, si innervano nel tessuto extraurbano; mantenimento delle componenti che strutturano la forma complessiva del paesaggio quali i fossi colatori, apposizione di adeguate distanze delle colture agricole dalle strade, conservazione del patrimonio arboreo esistente puntuale e lineare. In merito al sistema agricolo, che occupa la porzione di territorio più ampia all interno del territorio comunale, il Documento di Piano detta alcuni criteri pianificatori che dovranno essere recepiti all interno del Piano delle Regole, in particolare per quanto riguarda gli ambiti interni alle zone IC, sulle quali esso interviene direttamente. Tali criteri possono essere così di seguito sintetizzati: dettagliata individuazione dei suoli effettivamente adibiti ad uso agricolo e forestale; preservazione della produzione nelle porzioni di territorio a più elevato valore agrario; tutela per le aree agricole di frangia dell abitato, che si configurano quali elementi di interfaccia tra il panorama urbano ed il territorio extraurbano; negazione di processi di frammentazione dello spazio rurale in fase di definizione degli Ambiti di Trasformazione; mantenimento e la conservazione dei tracciati stradali interpoderali e della rete dei corsi d acqua superficiali di scolo e di irrigazione presenti; conservazione delle componenti principali del paesaggio agrario quali i filari alberati, la vegetazione spontanea, i manufatti quali edicole votive, rustici, ecc; puntuale regolamentazione dell attività edificatoria da parte dei soggetti abilitati; particolare attenzione alla disciplina delle attività insediabili e delle operazioni edilizie da effettuare sugli edifici esistenti non più adibiti ad usi agricoli, peraltro presenti nel territorio comunale in numero contenuto. Pag. 30

35 Criteri per il settore agricolo Il territorio rurale rappresenta una rilevante risorsa non solo dal punto di vista economico, ma anche sotto gli aspetti paesaggistici ed ambientali. Occorre perciò attivare una serie di interventi per il governo del patrimonio agricolo che siano coerenti con le differenziate caratteristiche del paesaggio agrario, costituito prevalentemente dalla coltura del seminativo ma anche da aree naturalisticamente rilevanti, corsi d acqua e superfici vegetate e boscate. Il Documento di Piano determina le seguenti linee di attuazione delle politiche agricole, la cui declinazione operativa risulta di specifica competenza del Piano delle Regole. Le politiche possono essere così di seguito sintetizzate: per quanto riguarda i terreni agricoli al di fuori del perimetro della zona IC, vengono integralmente recepite le prescrizioni fornite dal PTC del Parco del Ticino; per quanto riguarda i terreni agricoli compresi all interno del perimetro della zona IC, si prevede la salvaguardia dei terreni extraurbani, coltivati o incolti, e degli edifici destinati all esercizio dell attività agricola. Sulla scorta di tali principi di carattere generale, il Documento di Piano determina una serie di criteri per l attuazione delle politiche agricole, che risultano di specifica competenza del Piano delle Regole. Tali criteri possono essere così di seguito sintetizzati: individuazione degli ambiti agricoli strategici di concerto con l Amministrazione Provinciale, tenuto conto che a quest ultima spetta tale adempimento in sede di adeguamento del Piano Territoriale di Coordinamento ai contenuti della L.R. n. 12/2005; salvaguardia dei terreni extraurbani, coltivati o incolti, e degli edifici destinati all esercizio dell attività agricola, per i quali si configurano obiettivi prioritari la valorizzazione ed il recupero del patrimonio agricolo inteso non solo ai fini produttivi, ma anche come supporto indispensabile alla salvaguardia del sistema idrogeologico, del paesaggio agrario e dell equilibrio ecologico e naturale, anche recependo la normativa del PTC del Parco; previsione di apposite norme per il mantenimento dei fossi e della rete colante superficiale e per le distanze delle colture agricole dalle strade, anche recependo la normativa del PTC del Parco e le prescrizioni di carattere geologico; Pag. 31

36 perseguimento della tutela e dell efficienza delle unità produttive, ottenute anche a mezzo del loro accorpamento; assicurazione di ogni intervento atto a soddisfare le esigenze economiche e sociali dei produttori e dei lavoratori agricoli, fra cui viene data priorità agli interventi diretti al recupero, alla conservazione ed al riuso del patrimonio edilizio esistente, nonché al potenziamento ed all ammodernamento degli edifici esistenti al servizio delle aziende agricole, anche recependo la normativa del PTC del Parco; salvaguardia dell ambito del paleo-alveo del Ticino, ove non sono consentite modificazioni della morfologia del suolo che non siano necessarie al miglioramento dell assetto idrogeologico e vegetazionale della zona; negli ambiti boscati promozione della manutenzione, conservazione e potenziamento del patrimonio vegetazionale esistente; il taglio degli alberi deve essere autorizzato secondo le norme vigenti in materia, anche recependo la normativa del PTC del Parco; previsione di particolari forme di tutela per le aree agricole di frangia dell abitato, che si configurano quali elementi di interfaccia tra il panorama urbano ed il territorio extraurbano: in queste realtà, oltre al mantenimento della vocazione agricola, occorrerà articolare specifiche strategie per le destinazioni d uso, anche recependo la normativa del PTC del Parco; mantenimento delle componenti principali del paesaggio agrario unitamente alle relative parti integranti ad essi correlate (quali i filari alberati, la vegetazione spontanea, i manufatti quali edicole votive, rustici, ecc.); riqualificazione dei tracciati stradali interpoderali storici e del reticolo dei corsi d acqua superficiali di scolo e di irrigazione presenti, anche recependo la normativa del PTC del Parco. Criteri per la tutela dell ambiente Il Piano di Governo del Territorio annovera tra le sue componenti determinanti la tematica ambientale: tale aspetto si manifesta nelle scelte di salvaguardia del territorio, nella regolamentazione dei nuovi insediamenti, nella preservazione delle zone agricole e di maggiore vocazione naturalistica. Il Documento di Piano fornisce specifici criteri per la salvaguardia dell ambiente, che devono essere necessariamente declinati all interno delle norme di attuazione di riferimento, in particolare a quelle inerenti al Piano dei Servizi e, soprattutto, al Piano delle Regole, al quale è preposto il governo dei tessuti consolidati e del territorio extraurbano. Pag. 32

37 Il Documento di Piano stabilisce i seguenti criteri di intervento per il settore ambientale, recependo gli indirizzi e le prescrizioni contenute nel PTC del Parco Lombardo della Valle del Ticino: specifica attenzione alla tutela del territorio extraurbano, tematica che verrà successivamente ripresa all interno del Piano delle Regole; in questa sede si pone in evidenza come debbano essere oggetto di particolare salvaguardia la rete dei corsi d'acqua superficiali (appartenenti al sistema del reticolo idrico principale, del reticolo minore, dei fossi colatori ed irrigui), l'uso per scopi agricoli del suolo ai fini della salvaguardia idrogeologica del territorio e la conservazione del patrimonio arboreo esistente, in particolare degli ambiti boscati e della vegetazione ripariale; particolare attenzione alle problematiche connesse alla tutela idrogeologica del territorio; recupero della componente naturale delle aree agricole (siepi, filari, macchie boscate e/o arbustive) attraverso l applicazione di misure agro ambientali; applicazione di una tassa per l ambiente, intesa come estensione della sfera di applicazione del disposto normativo di cui all art. 43 comma 2 bis della L.R. 12/05, equivalente cioè ad una maggiorazione degli oneri di urbanizzazione da corrispondere nel caso di attuazione di Piani Attuativi che sottraggono superfici effettivamente adibite ad uso agricolo nello stato di fatto; tale incremento di oneri verrà destinato dall Ente Locale alla promozione di interventi forestali a rilevanza ecologica e di incremento della naturalità. Criteri e politiche per la tutela del paesaggio Per ciascuna componente del paesaggio, il territorio comunale è stato suddiviso in macro comparti, morfologicamente e paesaggisticamente omogenei, ai quali viene attribuita una specifica Classe di sensibilità paesistica. La Classe di Sensibilità paesistica non viene attribuita agli ambiti esterni al perimetro della zona IC del perimetro del Parco in quanto il PTC prevede in tali settori l assoggettamento dei provvedimenti abilitativi edilizi al rilascio di autorizzazione paesaggistica ai sensi del D.lgs 42/2004. Pag. 33

38 Pertanto i macro comparti individuati corrispondono ai seguenti settori, ai quali sono assegnate dal Piano le rispettive Classi Si sensibilità Paesistica: Settore 1: Territorio ricadente all interno della zona IC del capoluogo sito a nord dell asse viario centrale (via Marconi via Libertà via Motti) e ad ovest del tracciato autostradale A7 : - Tessuti consolidati residenziali = 2 BASSA - Piani Attuativi in itinere = 2 BASSA - Centro Storico = 3 MEDIA - Tessuti consolidati produttivi e commerciali = 4 ALTA - Tessuti agricoli = 4 ALTA - Ambiti di trasformazione residenziali = 5 MOLTO ALTA - Ambiti di Riconversione urbana = 5 MOLTO ALTA Settore 2: Territorio ricadente all interno della zona IC del capoluogo sito a sud dell asse viario centrale (via Marconi via Libertà via Motti) e ad ovest del tracciato autostradale A7 : - Tessuti consolidati residenziali = 2 BASSA - Piani Attuativi in itinere = 2 BASSA - Centro Storico = 3 MEDIA - Tessuti agricoli = 3 MEDIA - Tessuti consolidati produttivi e commerciali = 3 MEDIA - Ambiti di trasformazione residenziali = 4 ALTA - Ambiti di Riconversione urbana = 4 ALTA - Ambiti di trasformazione produttivi = 5 MOLTO ALTA Settore 3: Territorio ricadente all interno della zona IC del capoluogo sito ad est del tracciato autostradale A7 : - Piani Attuativi in itinere = 3 MEDIA - Tessuti consolidati produttivi e commerciali = 4 ALTA - Tessuti agricoli = 4 ALTA - Ambiti di trasformazione produttivi = 5 MOLTO ALTA Settore 4: Territorio ricadente all interno della zona IC della frazione Santo Spirito : - Tessuti consolidati residenziali = 3 MEDIA - Tessuti consolidati produttivi e commerciali = 4 ALTA - Tessuti agricoli = 4 ALTA - Ambiti di trasformazione produttivi = 4 ALTA - Ambiti di Riconversione urbana = 5 MOLTO ALTA Pag. 34

39 Il giudizio complessivo dell ambito analizzato tiene conto delle valutazioni effettuate in riferimento ai tre modi e alle chiavi di lettura considerate esprimendo in modo sintetico il risultato di una valutazione generale sulla sensibilità paesistica complessiva del sito, definita come media aritmetica del peso delle diverse componenti. Il Piano non ha proceduto all apposizione delle Classi di Sensibilità sulle aree per le quali il Documento di Piano preveda: l inedificabilità, in quanto non sussistono i presupposti di una loro futura trasformazione; l assoggettamento del provvedimento abilitativo edilizio al rilascio di autorizzazione paesaggistica ai sensi del D.lgs 42/2004. Inoltre: agli ambiti interessati dalle previsioni del Piano dei Servizi si applica la Classe di Sensibilità Paesistica più elevata tra quelle applicate agli ambiti adiacenti; per gli interventi sugli edifici di interesse storico si applica la Classe di Sensibilità Paesistica più elevata tra quelle applicate agli ambiti adiacenti maggiorata di uno. La definizione della Classe di sensibilità paesistica di un sito rappresenta la prima componente per la redazione dell Esame paesistico dei progetti, il quale, come previsto dalla D.G.R. n. VII/11045 del 8 novembre 2002, costituisce parte integrante e sostanziale di qualunque pratica edilizia di trasformazione del territorio. Pag. 35

40 3.3 Sistema Insediativo residenziale L obiettivo dichiarato dall Ente Locale per il settore della residenza persegue una duplice finalità: un efficace regolamentazione dei tessuti consolidati; una congrua e sostenibile individuazione dei nuovi ambiti di sviluppo. Per quanto concerne il primo aspetto, che risulta di specifica competenza del Piano delle Regole, il Documento di Piano si limita a fornire specifici criteri di pianificazione che verranno ulteriormente articolati nel successivo Paragrafo 4.2 Determinazione delle politiche di intervento del Documento di Piano e dei criteri relativi all attuazione del Piano delle Regole e del Piano dei Servizi ; l individuazione degli ambiti di trasformazione rappresenta invece materia specifica di approfondimento e di regolamentazione da parte del Documento di Piano. Gli obiettivi di piano nel settore insediativo residenziale sono improntati alla concretizzazione delle seguenti strategie: agevolazione ed incentivazione del recupero edilizio nelle zone consolidate (di specifica competenza del Piano delle Regole); verifica della perimetrazione dell attuale Centro Storico, accompagnata da una puntuale analisi sui tessuti di antica formazione, a salvaguardia delle porzioni di tessuto edilizio di più antica formazione (di specifica competenza del Piano delle Regole); tutela degli eventuali episodi architettonici che presentano caratteristiche tipologiche, estetiche e compositive di particolare pregio storico e di rilevanza ambientale (di specifica competenza del Piano delle Regole); crescita e trasformazione degli insediamenti residenziali in maniera coordinata con lo sviluppo delle attività produttive e commerciali, dei servizi urbani e delle infrastrutture, nel rispetto degli insediamenti storici e delle risorse ambientali; sviluppo edilizio strettamente posto in continuità fisica con la maglia urbana esistente, saturando in tal modo sia le aree di una certa consistenza già parzialmente escluse dalla filiera produttiva agricola e posizionate ai margini dell abitato sia le aree posizionate in ambiti interclusi all interno dei tessuti dei edificati; Pag. 36

41 localizzazione degli ambiti di trasformazione in siti ove risultino concrete le intenzioni edificatorie e ove le condizioni paesaggistico ambientali determinino condizioni finalizzate alla possibilità di realizzare nuovi tessuti residenziali; riconferma degli ambiti di espansione presenti nel P.R.G. vigente non ancora attuati, correlata alla verifica delle effettive intenzioni edificatorie; attivazione di piani attuativi a cui vengono applicati parametri urbanistici edilizi improntati alla bassa densità abitativa ed a cui viene prescritto l utilizzo di tipologie architettoniche di modesto impatto paesaggistico con la previsione di importanti quote di aree verdi pertinenziali; correlazione degli ambiti di trasformazione con le classi di sensibilità paesistica dei luoghi individuate nel territorio comunale, escludendo la loro individuazione dalle zone di maggiore sensibilità; ricucitura dei tessuti urbani, evitando episodi di frammentazione e di discontinuità edificatoria; promozione di una calibrata crescita dell ambito frazionale di Santo Spirito, in modo da incentivarne lo sviluppo abitativo. Il Documento di Piano individua complessivamente i seguenti Ambiti di Trasformazione Residenziale (ATR), così distribuiti all interno del territorio comunale: n. 4 in adiacenza al margine urbano settentrionale: - ATR 1 via Chiozzo ovest: superficie complessiva: mq - ATR 2 via Cairoli: superficie complessiva: mq - ATR 3 via Europa: superficie complessiva: mq - ATR 6 via Chiozzo: superficie complessiva: mq La crescita urbana determinata dall attuazione dei succitati comparti consente di: - migliorare la mobilità urbana veicolare grazie alla realizzazione del collegamento viabilistico tra via Beccari e via Don Ponzone che prevede la riqualificazione e l ampliamento dell attuale ponte sul canale Cavour in modo da renderlo fruibile al traffico veicolare (ATR 1); - riqualificare via della Piacevolezza e potenziare con un adeguato ampliamento parte di via Cairoli (ATR 2); - creare un nuovo asse viabilistico di collegamento tra via Cairoli e via Beccari, al fine di decongestionare il traffico veicolare gravitante sui densi quartieri residenziali imperniati sulla stessa via Cairoli e su via Chiozzo (ATR 2); Pag. 37

42 - completare il collegamento tra via Antona e via Europa e realizzare un nuovo asse urbano ad est di via Roma e ad esso parallelo (ATR 3). Tutte le opere sopracitate costituiscono, ciascuna per la parte di propria competenza, il tracciato del previsto asse urbano di gronda pensato nel quadrante settentrionale dell urbanizzato quale nuovo elemento viabilistico catalizzatore e distributore del traffico locale, di raccordo con la micro-viabilità già esistente all interno dei tessuti edilizi prevalentemente residenziali. - realizzare un sistema viabilistico di supporto al nuovo insediamento (ATR 6); - creare parcheggi pubblici e aree a verde attrezzato a servizio di ambiti urbani totalmente sprovvisti (ATR 1, ATR 2, ATR 3, ATR 6). - espandere il tessuto urbano prevalentemente residenziale collocato lungo l asse di via Chiozzo (ATR 1, ATR 6); - espandere il tessuto urbano prevalentemente residenziale collocato lungo l asse di via Cairoli (ATR 2); - riqualificare la frangia urbana settentrionale attualmente imperniata su via Europa e su via Antona, ricompattando l attuale insediamento e saturando l attuale ambito agricolo interstiziale inserito tra i tessuti esistenti (ATR 3); - ridefinire il margine edificato verso il territorio agricolo adiacente a nord del capoluogo (ATR 3); - prescrivere tipologie edilizie coerenti con il contesto (ATR 1, ATR 2, ATR 3, ATR 6); - conservare un basso indice di impermeabilizzazione, con il conseguente raggiungimento di un buon livello di qualità ambientale; - realizzare elementi cuscinetto di mitigazione ambientale dei nuovi insediamenti nei confronti dell adiacente contesto rurale (ATR 1, ATR 2, ATR 3); - realizzare parcheggi pubblici a potenziamento del sistema di sosta presente lungo via Cairoli (ATR 2); - razionalizzare l intersezione tra via Isonzo e via Cairoli (ATR 2); - recupero del percorso poderale di via della Piacevolezza (ATR 2); Pag. 38

43 n. 1 interstiziale al tessuto urbano imperniato su via Sassi: - ATR 5 Via Sassi: superficie complessiva: mq La crescita urbana determinata dall attuazione del succitato comparto consente di: - compattare l edificato lungo via Sassi, saturando parte di territorio agricolo che si configura come ambito intercluso; - riqualificare l attuale tessuto edificato, prescrivendo tipologie edilizie coerenti con il contesto; - Realizzare parcheggi pubblici all interno di un contesto urbano che ne è sostanzialmente privo; - conservare un basso indice di impermeabilizzazione, con il conseguente raggiungimento di un buon livello di qualità ambientale. n. 2 interstiziali al tessuto urbano gravitante su via Don Motti: - ATR 4 Centro Sportivo est: superficie complessiva: mq - ATR 7 Via Don Motti: superficie complessiva: mq La crescita urbana determinata dall attuazione dei succitati comparti consente di: - Completare l edificazione esistente ricompresa via Vittorio Veneto, via Don Luigi Motti, il tracciato ferroviario e la lottizzazione commerciale imperniata su via Bergamo, saturando alcuni lotti liberi in parte da anni abbandonati dall uso agricolo (ATR 4, ATR 7); - Prescrivere tipologie edilizie coerenti con il contesto; - Realizzare una nuova connessione viabilistica tra via Vittorio Veneto e via Don Motti, anche a servizio della prevista implementazione del polo sportivo (ATR 4, ATR 7); - Reperire un consistente quantitativo di aree per la realizzazione dell ampliamento del centro sportivo esistente (ATR 4, ATR 7); - Realizzare parcheggi e verde pubblico a servizio dei nuovi insediamenti (ATR 4, ATR 7); - Creare adeguati elementi di mitigazione nei confronti dell attiguo comparto commerciale (ATR 7); - Conservare un basso indice di impermeabilizzazione dei nuovi insediamenti (ATR 4, ATR 7). Pag. 39

44 Le aree per servizi da realizzare e cedere saranno funzionali all insediamento della nuova funzione urbana e, di norma, sono quantificate nella misura minima di 30 mq/ab, che corrisponde alla dotazione pro-capite di aree pubbliche a servizio degli abitanti residenti. All interno degli Ambiti di Trasformazione viene applicato un principio perequativo circoscritto, attribuendo cioè un unico diritto edificatorio ripartito tra tutti i proprietari; spetta al Piano Attuativo la determinazione delle aree sulle quali deve essere concentrata l edificazione e quelle da cedere gratuitamente al Comune o da asservire per realizzare i servizi e le infrastrutture, nonché per le compensazioni urbanistiche. Negli Ambiti di Trasformazione, in sede di approvazione del Piano Attuativo, sono consentite modifiche delle perimetrazioni tali da non incidere sulla capacità insediativa, qualora l Ente Locale, in sede di verifica della proposta, le ritenga utili a conseguire la maggior efficacia dei programmi comunali di intervento, una maggior funzionalità urbanistica e compatibilità ambientale strettamente correlate agli obiettivi del Documento di Piano. Oltre alle sopradescritte nuove polarità di crescita urbana, esistono aree semicentrali che hanno rivestito in passato un ruolo importante per lo sviluppo del comune di Gropello Cairoli e che attualmente appaiono sottoutilizzate, non utilizzate o in via di dismissione. Trattasi di comparti decisamente adeguati ad accogliere l insediamento di funzioni prevalentemente residenziali, oltre al delicato ruolo che esse possono rivestire in termini complessivi di riqualificazione urbana e funzionale. Il Documento di Piano definisce tali settori Ambiti di Riconversione Urbana e ne individua puntualmente la perimetrazione. Dal punto di vista operativo essi si qualificano come Piani di Recupero del patrimonio edilizio esistente (ex art. 30 e 31 L. 457/78), ove la volumetria prevista verrà opportunamente ponderata coerentemente alle funzioni insediabili in ciascun ambito; specifiche prescrizioni riguarderanno inoltre la qualità tipologico architettonica, l utilizzo dei materiali di finitura, la realizzazione di servizi urbani e le eventuali opere di inserimento ambientale. Ai fini della loro attuazione è d uopo stabilire specifiche norme di incentivazione urbanistica, in modo da riconoscere bonus urbanistici, ossia maggiori diritti edificatori, a fronte del conseguimento di benefici pubblici aggiuntivi. Pag. 40

45 Essi risultano essere i seguenti ARU: ARU 1 via Chiozzo 1 : superficie complessiva: mq La riconversione di un area agricola dismessa adiacente al tessuto urbano, determina l introduzione di un nuovo tessuto prevalentemente residenziale e di una congrua dotazione di parcheggi pubblici a servizio anche della maglia urbanizzata esistente; ARU 2 via Chiozzo 2 : superficie complessiva: mq La riconversione di un area agricola adiacente al tessuto urbano, caratterizzata dalla cospicua presenza di tettoie adibite ad allevamento, offre l opportunità di insediare un nuovo comparto prevalentemente residenziale ed una congrua dotazione di parcheggi pubblici a servizio anche della maglia urbanizzata esistente; viene inoltre prescritta la realizzazione di adeguati elementi di mitigazione ambientale nei confronti dell adiacente ambito boscato; ARU 3 Via Varese : superficie complessiva: mq La riconversione dell area artigianale dismessa consente l insediamento di un nuova polarità caratterizzata da un mix funzionale improntato sulla residenza e sul commercio, sostenuta da un efficiente sistema di spazi pubblici per la sosta, a servizio anche dei circostanti tessuti edificati. L attuazione di tale comparto deve inoltre contribuire alla realizzazione del nuovo asse urbano di collegamento tra via Don Motti e via Vittorio Veneto; ARU 4 località santo Spirito : superficie complessiva: mq Trattasi di un ambito agricolo dismesso caratterizzato in particolare dalla presenza di un consistente fabbricato in precedenza adibito ad allevamento, il cui recupero può essere finalizzato all insediamento di attività di carattere ricettivo, che potrebbe anche qualificarsi quale servizio privato di pubblica utilità. Pag. 41

46 3.4 Sistema insediativo produttivo artigianale - industriale Anche per quanto attiene al settore produttivo, l obiettivo principale del piano è rivolto sia alla regolamentazione delle attività artigianali ed industriali consolidate che insistono sul territorio comunale (la cui competenza spetta al Piano delle Regole) sia alla previsione di una crescita del settore economico, incentivando l insediamento di ulteriori attività artigianali e di piccola industria al fine di porre un freno al fenomeno del pendolarismo locale, a causa del quale un cospicuo numero di rappresentanti della forza lavoro locale si sposta quotidianamente fuori dal comune per raggiungere la sede lavorativa (in particolare Milano e Pavia. Gli obiettivi di piano nel settore insediativo produttivo sono improntate alla concretizzazione delle seguenti strategie: redazione di un adeguata disciplina urbanistica per i tessuti consolidati (di specifica competenza del Piano delle Regole); riconferma degli ambiti di espansione presenti nel PRG vigente non ancora attuati, correlata alla verifica delle effettive intenzioni edificatorie; previsione di ambiti di espansione in immediata continuità con le aree produttive esistenti; potenziamento del ruolo produttivo del comune in conseguenza del futuro assetto viabilistico di livello sovralocale; pianificazione dei nuovi comparti produttivi con modalità di insediamento ecologicamente compatibili, subordinando gli interventi alla realizzazione di servizi di qualità anche in relazione alla regimazione delle acque meteoriche ed interventi di mitigazione ambientale; incentivazione del trasferimento delle filiere produttive ancora presenti nelle zone consolidate e centrali della città verso poli esterni specificatamente individuati, in modo da garantire una parziale riduzione dei flussi di traffico verso il nucleo urbano con conseguente abbattimento dei valori di inquinamento dell aria; verifica della compatibilità paesaggistica ed ecosistemica dei nuovi tessuti artigianali ed industriali nei confronti delle zone agricole limitrofe; prescrizione di opportune forme di mitigazione ambientale e di specifiche indicazioni nell uso di tipologie edilizie e di materiali di finitura. Pag. 42

47 Le politiche strategiche per il settore produttivo artigianale attivate dal Documento di Piano si basano sulla necessità di reperire nuove aree per la crescita economica del Comune di Gropello Cairoli. L obiettivo da perseguire nell attuazione delle politiche produttive coincide, da un lato, con l ampliamento del polo produttivo esistente lungo l asse autostradale A7, mantenendo la monofunzionalità che caratterizza quel comparto urbano ed utilizzando suoli agricoli prossimi all esistente zona artigianale e, dall altro, con l introduzione di un nuovo polo pubblico, ubicato lungo la SP ex SS 596 in prossimità dello svincolo della nuova arteria autostradale Broni Mortara alla luce del nuovo ruolo che la realtà locale assume in vista delle importanti modificazioni del sistema infrastrutturale di carattere sovralocale. Nel caso del potenziamento del polo produttivo di via Pavia e di via Zanotti, il Comune prevede in buona sostanza la riproposizione di opportunità insediative già previste dal vigente P.R.G. e ad oggi rimaste inattuate, in applicazione di una politica di sviluppo sostenibile del territorio, nella quale prevalgono logiche di corretto inserimento ambientale e paesaggistico di un nuovo edificato che sarà inevitabilmente caratterizzato da problematiche relative all impatto visuale generato. La nuova polarità produttiva introdotta, ricompresa all interno di un comparto agricolo racchiuso ad est dalla barriera dell asse autostradale dell A7 (in questo tratto in rilevato), a sud dal tracciato della SP ex SS 596, ad ovest dalla presenza della SP 60 e a nord dalla linea ferroviaria Pavia Mortara, è supportata dalla recente riqualificazione, ampliamento e variante del tracciato della SP ex SS 596 (tratto tangenziale quale percorso alternativo al transito interno al tessuto abitato del capoluogo). La crescita del nuovo polo produttivo risulta inoltre ulteriormente giustificata in funzione della nuova infrastruttura viaria recepita dal Documento di Piano e rappresentata dall Autostrada Broni - Mortara, la quale proprio nel comune di Gropello Cairoli intercetta il tracciato dell Autostrada A7 Milano Genova e si unisce ad essa grazie alla previsione di un importante raccordo viabilistico. Tale nuova infrastruttura rende il territorio comunale maggiormente fruibile dal punto di vista dell accessibilità su gomma e, pertanto, appare congrua la scelta di incrementare l offerta di aree per l insediamento di attività economiche correlate al settore secondario. Viene infine confermata l implementazione del tessuto artigianale esistente lungo la SP ex SS 596 in località Santo Spirito, quale retaggio di una previsione già contenuta nel P.R.G. vigente. Pag. 43

48 Nei nuovi tessuti monofunzionali, le ipotesi di crescita debbono essere correlate all inserimento di adeguate infrastrutture di collegamento tra la viabilità locale e la rete sovraordinata; occorre inoltre garantire la presenza di sufficienti attrezzature pubbliche e/o di interesse pubblico o generale a servizio delle nuove attività produttive, oltre che di opportuni elementi di filtro e di mitigazione ambientale nei confronti dell adiacente contesto agricolo. Relativamente a quest ultima questione, risulta particolarmente efficace l individuazione di apposite fasce verdi inedificabili piantumate, di adeguata ampiezza, lungo i perimetri dei lotti, le quali fungono da spazi cuscinetto tra il costruito ed il contesto naturale. Gli ambiti di trasformazione urbanistica individuati potranno essere disciplinati come aree produttive a valore strategico nelle quali l Amministrazione Comunale potrà intervenire mediante l approvazione di Piani per gli Insediamenti Produttivi di iniziativa pubblica. Il Documento di Piano individua complessivamente: n. 3 Ambiti di Trasformazione Produttivi all interno del polo artigianale di via Pavia via Zanotti, così identificati: - ATP 3 via Milano: superficie complessiva: mq - ATP 5 via Pavia: superficie complessiva: mq - ATP 6 via Zanotti: superficie complessiva: mq La crescita urbana determinata dall attuazione dei succitati comparti consente di: - completare il quartiere produttivo esistente, saturando in gran parte i lotti agricoli ivi presenti interni alla zona IC (ATP 3, ATP 5, ATP 6); - realizzare un nuovo tratto viabilistico di collegamento tra via Zanotti e via Pavia, onde favorire un adeguato disimpegno viabilistico anche dei tessuti produttivi già esistenti ed evitare il traffico di mezzi pesanti all interno del centro urbano (ATP 3, ATP 6); - creare ponderate aree per parcheggi pubblici funzionali agli insediamenti, in proporzione commisurata alla dimensione dell area di intervento (ATP 3, ATP 5, ATP 6); - creare opportuni elementi di filtro ambientale lungo i bordi che interfacciano con il contesto rurale e naturale (ATP 3, ATP 5, ATP 6); - realizzare adeguate forme di compensazione ecologica, interne ed esterne ai comparti (ATP 3, ATP 6). Pag. 44

49 n. 1 Ambito di Trasformazione Produttivo in località Santo Spirito, così identificato: - ATP 4 Santo Spirito: superficie complessiva: mq La crescita urbana determinata dall attuazione dei succitati comparti consente di: - implementare le attività produttive ivi esistenti, saturando in gran parte i lotti agricoli ivi presenti interni alla zona IC, peraltro attualmente esclusi dalla filiera agricola (incolto); - reperire aree pubbliche, in particolare per la realizzazione di parcheggi funzionali al nuovo insediamento; - creare opportuni elementi di filtro ambientale lungo i bordi meridionale ed orientale che interfacciano con l asse ferroviario e con il tessuto agricolo adiacente, - realizzare adeguate forme di compensazione ecologica, interne ed esterne al comparto. n. 2 Ambiti di Trasformazione Produttivi costituenti il nuovo polo produttivo, così identificati: - ATP 1 via V. Veneto superficie complessiva: mq - ATP 2 via V. Veneto superficie complessiva: mq La crescita urbana determinata dall attuazione dei succitati comparti consente di: - inserire nella realtà comunale una nuova polarità produttiva; - realizzare il sistema viabilistico di accesso ai comparti di raccordo con la viabilità esistente, rappresentato dalla rotatoria situata lungo la SP ex SS 596 e dall ampliamento di via V. Veneto; - creare ponderate aree per parcheggi pubblici funzionali agli insediamenti, in proporzione commisurata alla dimensione dell area di intervento; - creare opportuni elementi di filtro ambientale; - realizzare adeguate forme di compensazione ecologica, interne ed esterne ai comparti. Pag. 45

50 Gli interventi edilizi ed urbanistici sugli ambiti soggetti a trasformazione urbanistica sono subordinati all approvazione di Piani Attuativi. Le aree per servizi da realizzare e cedere saranno funzionali all insediamento della nuova funzione urbana e, di norma, sono quantificate nella misura minima di 20 mq / 100 mq Slp. All interno degli Ambiti di Trasformazione viene applicato un principio perequativo circoscritto, attribuendo cioè un unico diritto edificatorio ripartito tra tutti i proprietari; spetta al Piano Attuativo la determinazione delle aree sulle quali deve essere concentrata l edificazione e quelle da cedere gratuitamente al Comune o da asservire per realizzare i servizi e le infrastrutture, nonché per le compensazioni urbanistiche. Negli Ambiti di Trasformazione, in sede di approvazione del Piano Attuativo, sono consentite modifiche delle perimetrazioni tali da non incidere sulla capacità insediativa, qualora il Comune, in sede di verifica della proposta, le ritenga utili a conseguire la maggior efficacia dei programmi comunali di intervento, una maggior funzionalità urbanistica e compatibilità ambientale strettamente correlate agli obiettivi del Documento di Piano. Pag. 46

51 3.5 Sistema insediativo commerciale e terziario Il Documento di Piano non individua nel comune di Gropello Cairoli ambiti di trasformazione specificamente destinati ad accogliere attività di carattere commerciale. L attuale panorama commerciale soddisfa, però, parzialmente le esigenze di acquisto della popolazione residente sia nel settore alimentare sia in quello extralimentare, la quale si trova quindi nella necessità di effettuare spostamenti verso i comuni limitrofi (in particolare verso Garlasco e Pavia) in modo da accedere ad un offerta commerciale di più ampio spettro. Alla luce di tale importante dato, l Amministrazione Comunale si trova nella necessità di approntare politiche di riduzione degli spostamenti finalizzate al soddisfacimento delle necessità di acquisto di beni da parte della popolazione residente. Le politiche di intervento di tale settore perseguono perciò l obiettivo prioritario di consentire l insediamento di nuovi esercizi commerciali, favorendo l integrazione di usi insediabili: il Documento di Piano stabilisce infatti l opportunità di destinare quote parti della nuova edificazione degli Ambiti di Trasformazione (residenziali, produttivi e terziario direzionali) alle attività di carattere commerciale. Per quanto attiene alle previsioni insediative con destinazione terziario/direzionale, l Amministrazione Comunale intende insediare sul proprio territorio una nuova polarità urbana, su terreni di elevata accessibilità direttamente connessi alle infrastrutture viabilistiche di rango sovra-regionale (vicinanza al casello autostradale ed alla tangenziale di Gropello); i terreni in questione sono di proprietà della Fondazione Italiana per la ricerca sul Cancro, riconosciuta come ente morale nel 1980, con il fine specifico di acquisire legati, eredità e donazioni destinate al finanziamento della ricerca. Autonoma e indipendente per la sua diversa natura giuridica, ma complementare all'airc, la Fondazione ha il compito di costituire un patrimonio tale da garantire il futuro della ricerca. Il nuovo comparto è ubicato ai margini del tessuto edificato, dal quale è separato dalla presenza del tracciato autostradale che in tale tratto risulta in rilevato rispetto al piano campagna: trattasi di una porzione di territorio attualmente utilizzata per scopi agricoli ed interclusa dal tracciato di via Pavia (tratto urbano della SP ex SS 596), della linea ferroviaria e della tangenziale sud di Gropello Cairoli (variante al tracciato della SP ex SS 596, inaugurata nell anno 2000). Pag. 47

52 L ambito di trasformazione previsto risulta essere l A.T.T. 1 localizzato in Via Pavia e avente una superficie complessiva pari a mq La crescita urbana determinata dall attuazione del succitato comparto consente di: favorire l insediamento di nuove attrezzature di carattere terziario e direzionali (uffici, attrezzature turistico - alberghiere) e/o terziario - ricettive nella misura stabilita dal presente P.G.T.; individuare e realizzare un sistema viabilistico di supporto al nuovo insediamento; creare ponderate aree per parcheggi pubblici; creare opportuni elementi di mitigazione ambientale; realizzare adeguate forme di compensazione ecologica. garantire un maggiore controllo della qualità edilizia nel comparto attraverso la redazione di un apparato prescrittivo di norme relativo alla limitazione delle altezze, all uso di tipologie e di materiali costruttivi e di finitura: il nuovo insediamento deve sottostare a determinate regole compositive ed estetiche, imponendo, a livello normativo, il perseguimento di un elevato standard di qualità edilizia. Le aree per servizi da realizzare e cedere saranno funzionali all insediamento della nuova funzione urbana e, di norma, sono quantificate nella misura minima di 100 mq / 100 mq Slp. All interno dell Ambito di Trasformazione viene applicato un principio perequativo circoscritto, attribuendo cioè un unico diritto edificatorio ripartito tra tutti i proprietari; spetta al Piano Attuativo la determinazione delle aree sulle quali deve essere concentrata l edificazione e quelle da cedere gratuitamente al Comune o da asservire per realizzare i servizi e le infrastrutture, nonché per le compensazioni urbanistiche. Nell Ambito di Trasformazione, in sede di approvazione del Piano Attuativo, sono consentite modifiche delle perimetrazioni tali da non incidere sulla capacità insediativa, qualora il Comune, in sede di verifica della proposta, le ritenga utili a conseguire la maggior efficacia dei programmi comunali di intervento, una maggior funzionalità urbanistica e compatibilità ambientale strettamente correlate agli obiettivi del Documento di Piano. Pag. 48

53 3.6 Sistema insediativo dei servizi Le politiche di intervento inerenti al sistema dei servizi agiscono sui seguenti livelli: valutazione dello stato dei bisogni e della domanda di servizi (contenuto specifico della parte analitica Piano dei Servizi); individuazione di nuove attrezzature pubbliche; valutazione dei costi e delle modalità di intervento; assicurazione di una dotazione per abitante di aree per attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale nella misura di 30 mq pro capite, valore parametrato sull attuale patrimonio di servizi per ciascun abitante residente nel comune (dato desunto dalle analisi a corredo del Piano dei Servizi); tale valore risulta decisamente superiore al limite minimo di 18 mq pro capite stabilito dalla L.R. 12/05 per i comuni con popolazione superiore ai 10'000 ab); realizzazione di nuovi servizi di quartiere, con valenza locale, rappresentati dalla pianificazione di piccole aree a verde pubblico e a parcheggio pubblico. Sulla base di tali politiche di carattere generale, il Documento di Piano fornisce specifici criteri a supporto della stesura del Piano dei Servizi. I criteri inerenti al sistema dei servizi agiscono sui seguenti livelli: miglioramento della qualità della dotazione attuale di servizi, con l individuazione degli interventi sui servizi esistenti e l indicazione delle azioni di completamento necessarie all implementazione della qualità erogata nel suo complesso; identificazione di aree adeguate ad accogliere le nuove attrezzature pubbliche di progetto sopra richiamate; armonizzazione tra gli insediamenti ed il sistema dei servizi e delle attrezzature pubbliche. Pag. 49

54 4 IL QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE ASSUNTO Si definisce di seguito il quadro dei riferimenti (e condizionamenti) ambientali assunti dal processo valutativo sia per la definizione dell ambito di potenziale influenza dello scenario evolutivo complessivo di Piano, sia per verificarne, successivamente, il relativo grado di integrazione nelle diverse politiche che il processo decisionale propone. Tale quadro deve permettere di dare risposta ad alcuni quesiti ritenuti fondamentali: quali sono gli obiettivi di sostenibilità definiti dai riferimenti internazionali e nazionali in materia di sviluppo sostenibile, che il Piano ha dovuto considerare, e se e come sono stati efficacemente integrati in esso; quali sono i condizionamenti forti, definiti dal regime vincolistico e dalle tutele ambientali alla scala locale, e se e come il Piano ne ha rispettato le relative presenze; quali obiettivi, indirizzi, prescrizioni e azioni determinati possibili scenari evolutivi sono previsti dalla pianificazione sovraordinata per il contesto territoriale in cui si inserisce il Comune, e se e come sono stati assunti all interno della proposta di Piano; quali sono le attenzioni ambientali prioritarie alla scala locale e qual è il relativo grado integrazione nelle scelte proposte. Di seguito si definiscono, pertanto, i contenuti relativi ai quattro punti precedentemente esplicitati, al fine della successiva valutazione del livello di sostenibilità ambientale della proposta di Piano. Pag. 50

55 4.1 Obiettivi di riferimento per lo sviluppo sostenibile Per orientare il Piano alla definizione di uno scenario ambientalmente compatibile, sono stati evidenziati già in sede di Scoping gli obiettivi di sostenibilità individuati dai più importanti riferimenti internazionali e nazionali in materia: il Sesto Programma Comunitario di Azione in materia di ambiente; la Convenzione Europea del Paesaggio; gli Aalborg Commitments; la Deliberazione 2 agosto 2002 n. 57 del CIPE. Si evidenzia, sin da subito, che l elenco degli obiettivi presi a riferimento sono indirizzati alla generalità dei casi. Per quanto riguarda gli elenchi di livello europeo si deve inoltre tenere conto che essi sono rivolti a contesti nazionali molto differenti tra loro, sia normativamente sia culturalmente. Per tali motivi, si procederà, successivamente, alla loro declinazione in un sistema di obiettivi (Criteri di Compatibilità ambientale) contestualizzati alla scala territoriale di riferimento. Sesto Programma Comunitario di Azione in materia di ambiente Il 15/16 giugno 2006 il Consiglio d Europa, con il Doc /06, ha adottato la nuova strategia dell'ue in materia di sviluppo sostenibile (Sesto Programma Comunitario di Azione in materia di ambiente), motivata dalla presa d atto che (punto 2): permangono le tendenze non sostenibili in relazione a cambiamenti climatici e consumo energetico, minacce per la salute pubblica, povertà ed esclusione sociale, pressione demografica e invecchiamento della popolazione, gestione delle risorse naturali, perdita di biodiversità, utilizzazione del suolo e trasporti; si profilano nuove sfide, in particolare la necessità di modificare progressivamente i nostri modelli attuali non sostenibili di consumo e di produzione, e l'appoggio non integrato all'elaborazione delle politiche. Pag. 51

56 La nuova strategia europea individua più precisamente sette sfide principali e i corrispondenti traguardi, obiettivi operativi ed azioni (punto13). Tabella 4.1 Sfide principali e Obiettivi generali della nuova strategia europea Sfide principali 1) Cambiamenti climatici e energia pulita Obiettivi generali Limitare i cambiamenti climatici, i loro costi e le ripercussioni negative per la società e l'ambiente 2) Trasporti sostenibili Garantire che i nostri sistemi di trasporto corrispondano ai bisogni economici, sociali e ambientali della società, minimizzandone contemporaneamente le ripercussioni negative sull'economia, la società e l'ambiente 3) Consumo e Produzione sostenibili Promuovere modelli di consumo e di produzione sostenibili 4) Conservazione e gestione delle risorse naturali Migliorare la gestione ed evitare il sovrasfruttamento delle risorse naturali riconoscendo il valore dei servizi ecosistemici 5) Salute pubblica Promuovere la salute pubblica a pari condizioni per tutti e migliorare la protezione contro le minacce sanitarie 6) Inclusione sociale, demografia e migrazione Creare una società socialmente inclusiva, tenendo conto della solidarietà tra le generazioni e nell'ambito delle stesse nonché garantire e migliorare la qualità della vita dei cittadini 7) Povertà mondiale e sfide dello sviluppo Promuovere attivamente lo sviluppo sostenibile a livello mondiale e assicurare che le politiche interne ed esterne dell'unione siano coerenti con lo sviluppo sostenibile a livello globale e i suoi impegni internazionali Pag. 52

57 Tabella 4.2 Sfide principali e Obiettivi operativi correlati Sfide principali Obiettivi operativi e traguardi 1) Cambiamenti climatici e energia pulita - raggiungere traguardi di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra entro il ) Trasporti sostenibili - pervenire a livelli sostenibili di consumo di energia nei trasporti e ridurre le emissioni di gas a effetto serra dovute ai trasporti - ridurre le emissioni inquinanti dovute ai trasporti a livelli che minimizzino gli effetti negativi sulla salute umana e/o sull ambiente - realizzare un passaggio equilibrato a modi di trasporto ecocompatibili ai fini di un sistema sostenibile di trasporto e di mobilità - ridurre l inquinamento acustico dovuto ai trasporti sia all origine sia tramite misure di attenuazione per garantire che i livelli globali di esposizione minimizzino gli effetti negativi sulla salute - entro il 2010 modernizzare il quadro europeo dei servizi di trasporto pubblico di passeggeri per incoraggiare a una maggiore efficienza e a prestazioni migliori - ridurre le emissioni di CO2 delle autovetture nuove, in media, a 140g/km ( ) e a 120g/km (2012) - migliorare le prestazioni economiche e ambientali di tutti i modi di trasporto e, laddove appropriato, misure per realizzare il passaggio dalla gomma alla ferrovia, alle vie navigabili e al trasporto pubblico di passeggeri - ridefinizione dei processi produttivi e logistici e una modifica delle abitudini associate ad un collegamento migliore fra i diversi modi di trasporto - migliorare l'efficienza energetica nel settore dei trasporti mediante il ricorso a strumenti efficienti in termini di costi 3) Consumo e Produzione sostenibili - promuovere il consumo e la produzione sostenibili inquadrando lo sviluppo sociale ed economico nei limiti della capacità di carico degli ecosistemi e dissociare la crescita economica dal degrado ambientale - migliorare le prestazioni ambientali e sociali dei prodotti e processi e incoraggiare le imprese i consumatori a tenerle presenti - mirare a raggiungere nell'ue, entro il 2010, un livello medio di ecologizzazione delle commesse pubbliche nell'ue Pag. 53

58 Sfide principali Obiettivi operativi e traguardi 4) Conservazione e gestione delle risorse naturali - migliorare l'utilizzo efficace delle risorse per ridurre lo sfruttamento complessivo delle risorse naturali non rinnovabili e i correlati impatti ambientali prodotti dallo sfruttamento delle materie prime, usando nel contempo le risorse naturali rinnovabili a un ritmo compatibile con le loro capacità di rigenerazione - acquisire e mantenere un vantaggio concorrenziale migliorando l'efficienza delle risorse, anche tramite la promozione delle innovazioni ecoefficienti - migliorare la gestione ed evitare il sovrasfruttamento delle risorse naturali rinnovabili, quali le risorse alieutiche, la biodiversità, l acqua, l aria, il suolo e l'atmosfera e ripristinare gli ecosistemi marini degradati entro il arrestare la perdita di biodiversità e contribuire a ridurre sensibilmente il tasso mondiale di perdita di biodiversità entro il apportare un contributo efficace affinché siano conseguiti entro il 2015 i quattro obiettivi globali per le foreste dell'onu - evitare la generazione di rifiuti e aumentare l'efficienza nello sfruttamento delle risorse naturali ragionando in termini di ciclo di vita e promuovendo il riutilizzo e il riciclaggio 5) Salute pubblica - migliorare la protezione contro le minacce sanitarie potenziando la capacità di rispondervi in modo coordinato - migliorare ulteriormente la normativa sui prodotti alimentari e i mangimi - continuare a promuovere norme rigorose in materia di salute e benessere degli animali - arrestare l aumento delle malattie legate allo stile di vita e delle malattie croniche, soprattutto fra i gruppi e nelle zone svantaggiate sotto il profilo socioeconomico - ridurre le ineguaglianze in materia di salute sia all'interno degli Stati membri sia tra di essi - far sì che entro il 2020 le sostanze chimiche, antiparassitari compresi, siano prodotte, maneggiate e utilizzate in modi che non pongano rischi gravi per la salute umana e l ambiente - migliorare l informazione sull inquinamento ambientale e le conseguenze negative sulla salute Pag. 54

59 Sfide principali Obiettivi operativi e traguardi 6) Inclusione sociale, demografia e migrazione - perseguire l'obiettivo dell'ue che prevede iniziative per ottenere un impatto decisivo sulla riduzione del numero di persone a rischio di povertà e esclusione sociale entro il assicurare un alto grado di coesione sociale e territoriale a livello di UE e negli Stati membri, nonché il rispetto della diversità culturale - sostenere gli Stati membri nei loro sforzi intesi a modernizzare la protezione sociale in vista dei cambiamenti demografici - aumentare in modo significativo la partecipazione al mercato del lavoro delle donne e dei lavoratori più anziani in conformità di obiettivi fissati e aumentare l'occupazione dei migranti entro il continuare a sviluppare una politica di migrazione dell'ue, accompagnata da politiche intese ad aumentare l'integrazione dei migranti e delle loro famiglie, tenendo anche conto della dimensione economica della migrazione - ridurre gli effetti negativi della globalizzazione per i lavoratori e le loro famiglie 7) Povertà mondiale e sfide dello sviluppo - compiere progressi significativi verso il rispetto degli impegni dell'ue per quanto riguarda gli obiettivi e i traguardi concordati a livello internazionale, in particolare quelli contenuti nella dichiarazione sul millennio e quelli che fanno seguito al vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile tenutosi a Johannesburg nel 2002 e ai processi connessi quali il consenso di Monterrey sul finanziamento dello sviluppo, l Agenda di Doha per lo sviluppo e la dichiarazione di Parigi sull'armonizzazione degli aiuti - contribuire al miglioramento del governo mondiale dell'ambiente, specie nel contesto del follow-up dei risultati del vertice mondiale 2005, e al rafforzamento degli accordi ambientali multilaterali (MEA) - aumentare il volume di aiuti fino a raggiungere lo 0,7% del reddito nazionale lordo (RNL) nel 2015, con un obiettivo intermedio dello 0,56% nel promuovere lo sviluppo sostenibile nel quadro dei negoziati dell'omc - migliorare l'efficacia, la coerenza e la qualità delle politiche di aiuti dell'ue e degli Stati membri nel periodo includere le considerazioni relative allo sviluppo sostenibile in tutte le politiche esterne dell'ue, compresa la politica estera e di sicurezza comune, fra l'altro individuando nello sviluppo sostenibile uno degli obiettivi della cooperazione allo sviluppo multilaterale e bilaterale Pag. 55

60 Convenzione Europea del Paesaggio Ancorché non esplicitamente indicati nella Strategia Europea del 2006, si assumono come riferimento per le valutazioni di sostenibilità anche i contenuti della Convenzione Europea del Paesaggio (Firenze 2000), ratificata con la Legge 9 gennaio 2006 n. 14, che nel preambolo richiama la finalità di: uno sviluppo sostenibile fondato su un rapporto equilibrato tra i bisogni sociali, l'attività economica e l'ambiente, contiene la constatazione che il paesaggio svolge importanti funzioni di interesse generale, sul piano culturale, ecologico, ambientale e sociale e costituisce una risorsa favorevole all'attività economica e che salvaguardato, gestito e pianificato in modo adeguato, può contribuire alla creazione di posti di lavori, la consapevolezza del fatto che il paesaggio concorre all'elaborazione delle culture locali e rappresenta una componente fondamentale del patrimonio culturale e naturale dell'europa, contribuendo così al benessere e alla soddisfazione degli essere umani e al consolidamento dell'identità europea, il riconoscimento che il paesaggio è in ogni luogo un elemento importante della qualità della vita delle popolazioni nelle aree urbane e nelle campagne, nei territori degradati, come in quelli di grande qualità, nelle zone considerate eccezionali, come in quelle della vita quotidiana, l osservazione che le evoluzioni delle tecniche di produzione agricola, forestale, industriale e mineraria e delle prassi in materia di pianificazione territoriale, urbanistica, trasporti, reti, turismo e svago e, più generalmente, i cambiamenti economici mondiali continuano, in molti casi, ad accelerare le trasformazioni dei paesaggi, il desiderio di soddisfare gli auspici delle popolazioni di godere di un paesaggio di qualità e di svolgere un ruolo attivo nella sua trasformazione, la persuasione che il paesaggio rappresenta un elemento chiave del benessere individuale e sociale, e che la sua salvaguardia, la sua gestione e la sua pianificazione comportano diritti e responsabilità per ciascun individuo. Pag. 56

61 Aalborg Commitments Riferimenti essenziali per gli aspetti di sostenibilità in ambito urbano sono poi gli Aalborg Commitments, approvati alla Aalborg+10 Conference nel 2004 previsti per l attuazione della Carta di Aalborg. Tabella 4.3 Criteri di sostenibilità degli Aalborg Commitments 1 GOVERNANCE Ci impegniamo a rafforzare i nostri processi decisionali tramite una migliore democrazia partecipatoria. Lavoreremo quindi per: 1. sviluppare ulteriormente la nostra visione comune e a lungo termine per una città sostenibile. 2. incrementare la partecipazione e la capacità di sviluppo sostenibile nelle comunità locali e nelle amministrazioni comunali. 3. invitare tutti i settori della società locale a partecipare attivamente ai processi decisionali. 4. rendere le nostre decisioni chiare, motivate e trasparenti. 5. cooperare in modo efficace e in partnership con le altre città e sfere di governo. 2 GESTIONE URBANA PER LA SOSTENIBILITÀ Ci impegniamo a mettere in atto cicli di gestione efficienti, dalla loro formulazione alla loro implementazione e valutazione. Lavoreremo quindi per: 1. rafforzare la Agenda 21 Locale o altri processi locali di sostenibilità, garantendo che abbiano un ruolo centrale nelle amministrazioni locali. 2. elaborare una gestione integrata per la sostenibilità, basata sul principio di precauzione e in linea con la Strategia Tematica Urbana dell UE. 3. fissare obiettivi e tempi certi nell ambito degli Aalborg Commitments e prevedere e attuare una revisione periodica degli Aalborg Commitments. 4. assicurare che le tematiche della sostenibilità siano al centro dei processi decisionali urbani e che l allocazione delle risorse sia basata su concreti criteri di sostenibilità. 5. cooperare con la Campagna delle Città Europee Sostenibili e i suoi network per monitorare i progressi nel conseguimento dei nostri obiettivi di sostenibilità. 3 RISORSE NATURALI COMUNI Ci impegniamo ad assumerci la piena responsabilità per la protezione e la preservazione delle risorse naturali comuni. Lavoreremo quindi, in tutta la nostra comunità, per: 1. ridurre il consumo di energia primaria e incrementare la quota delle energie rinnovabili e pulite. 2. migliorare la qualità dell acqua e utilizzarla in modo più efficiente. 3. promuovere e incrementare la biodiversità, prevedendo riserve naturali e spazi verdi. 4. migliorare la qualità del suolo e preservare i terreni ecologicamente produttivi. 5. migliorare la qualità dell aria. Pag. 57

62 4 CONSUMO RESPONSABILE E STILI DI VITA Ci impegniamo a promuovere e a incentivare un uso prudente delle risorse, incoraggiando un consumo e una produzione sostenibili. Lavoreremo quindi, in tutta la nostra comunità, per: 1. prevenire e ridurre la produzione dei rifiuti e incrementare il riuso e il riciclaggio. 2. gestire e trattare i rifiuti secondo le migliori prassi standard. 3. evitare i consumi superflui e migliorare l efficienza energetica. 4. ricorrere a procedure di appalto sostenibili. 5. promuovere attivamente una produzione e un consumo sostenibili. 5 PIANIFICAZIONE E PROGETTAZIONE URBANA Ci impegniamo a svolgere un ruolo strategico nella pianificazione e progettazione urbane, affrontando problematiche ambientali, sociali, economiche, sanitarie e culturali per il beneficio di tutti. Lavoreremo quindi per: 1. rivitalizzare e riqualificare aree abbandonate o svantaggiate. 2. prevenire una espansione urbana incontrollata, ottenendo densità urbane appropriate e dando precedenza alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente. 3. assicurare una miscela di destinazioni d uso, con un buon equilibrio di uffici, abitazioni e servizi, dando priorità all uso residenziale nei centri città. 4. garantire una adeguata tutela, restauro e uso/riuso del nostro patrimonio culturale urbano. 5. applicare i principi per una progettazione e una costruzione sostenibili, promuovendo progetti architettonici e tecnologie edilizie di alta qualità. 6 MIGLIORE MOBILITÀ, MENO TRAFFICO Riconosciamo l interdipendenza di trasporti, salute e ambiente e ci impegniamo a promuovere scelte di mobilità sostenibili. Lavoreremo quindi per: 1. ridurre la necessità del trasporto motorizzato privato. 2. incrementare la quota di spostamenti effettuati tramite i mezzi pubblici, a piedi o in bicicletta. 3. promuovere valide alternative all uso dei veicoli a motore privati. 4. sviluppare un piano di mobilità urbana integrato e sostenibile. 5. ridurre l impatto del trasporto sull ambiente e la salute pubblica. 7 AZIONE LOCALE PER LA SALUTE Ci impegniamo a proteggere e a promuovere la salute e il benessere dei nostri cittadini. Lavoreremo quindi per: 1. accrescere la consapevolezza del pubblico e prendere i necessari provvedimenti relativamente ai fattori determinanti della salute, la maggior parte dei quali non rientrano nel settore sanitario. 2. promuovere la pianificazione dello sviluppo sanitario urbano, che offre alla nostre città i mezzi per costituire e mantenere partnership strategiche per la salute. 3. ridurre le disuguaglianze nella sanità e impegnarsi nei confronti del problema della povertà, con regolari relazioni sui progressi compiuti nel ridurre tali disparità. 4. promuovere la valutazione dell impatto di salute per focalizzare l attenzione di tutti i settori verso la salute e la qualità della vita. 5. sensibilizzare gli urbanisti ad integrare le tematiche della salute nelle strategie e iniziative di pianificazione urbana. Pag. 58

63 8 ECONOMIA LOCALE SOSTENIBILE Ci impegniamo a creare e ad assicurare una vivace economia locale, che promuova l occupazione senza danneggiare l ambiente. Lavoreremo quindi per: 1. adottare misure per stimolare e incentivare l occupazione locale e lo sviluppo di nuove attività. 2. cooperare con le attività commerciali locali per promuovere e implementare buone prassi aziendali. 3. sviluppare e implementare principi di sostenibilità per la localizzazione delle aziende. 4. incoraggiare la commercializzazione dei prodotti locali e regionali. 5. promuovere un turismo locale sostenibile. 9 EQUITÀ E GIUSTIZIA SOCIALE Ci impegniamo a costruire comunità solidali e aperte a tutti. Lavoreremo quindi per: 1. adottare le misure necessarie per alleviare la povertà. 2. assicurare un equo accesso ai servizi pubblici, all educazione, all occupazione, alla formazione e all informazione. 3. incoraggiare l inclusione sociale e le pari opportunità. 4. migliorare la sicurezza della comunità. 5. assicurare la disponibilità di buoni alloggi e condizioni di vita. 10 DA LOCALE A GLOBALE Ci impegniamo in una azione locale per una pace, giustizia, equità e sviluppo sostenibile a livello globale. Lavoreremo quindi per: 1. rafforzare la cooperazione internazionale e sviluppare risposte locali a problemi globali. 2. ridurre il nostro impatto sull ambiente globale, in particolare sul clima. 3. promuovere la diffusione e il consumo di prodotti del commercio equo e solidale. 4. promuovere il principio di giustizia ambientale. 5. migliorare la comprensione e la consapevolezza del concetto di sostenibilità globale. Deliberazione 2 agosto 2002 n. 57 del CIPE In Italia il riferimento nazionale principale in materia di sviluppo sostenibile è dato dalla Deliberazione n. 57 del 2 agosto 2002 del CIPE Strategia d'azione ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia, promossa a seguito della prima strategia dell'ue in materia di sviluppo sostenibile adottata dal Consiglio europeo di Göteborg (2001) e completata dal Consiglio europeo di Barcellona del Presupposti della strategia erano quelli che la protezione e valorizzazione dell'ambiente vanno considerati come fattori trasversali di tutte le politiche settoriali, delle relative programmazioni e dei conseguenti interventi, e che le pubbliche amministrazioni perseguiranno gli obiettivi previsti nel precedente comma nei limiti Pag. 59

64 delle risorse finanziarie autorizzate a legislazione vigente e degli stanziamenti di bilancio destinati allo scopo. Gli obiettivi previsti dalla Strategia d'azione per lo sviluppo sostenibile in Italia (Del. CIPE ) sono: conservazione della biodiversità; protezione del territorio dai rischi idrogeologici; riduzione della pressione antropica sui sistemi naturali, sul suolo a destinazione agricola e forestale; riequilibrio territoriale ed urbanistico; migliore qualità dell'ambiente urbano; uso sostenibile delle risorse naturali; riduzione dell'inquinamento acustico e della popolazione esposta; miglioramento della qualità delle risorse idriche; miglioramento della qualità sociale e della partecipazione democratica; conservazione o ripristino della risorsa idrica; riduzione della produzione, recupero di materia e recupero energetico dei rifiuti. Pag. 60

65 4.2 Vincoli e tutele ambientali esistenti Condizionamenti ad alcune delle possibili scelte del Piano derivano anche dal sistema dei vincoli e dalle tutele ambientali esistenti. Per il sistema dei vincoli e delle tutele presenti alla scala locale si rimanda alle tavole allegate al Piano (DP 09), per il dettaglio localizzativo dei differenti elementi riscontrati. Come già evidenziato (vd. precedente Par. 2.4), l ambito territoriale a NordOvest del centro abitato di Gropello Cairoli (comune appartenente al Parco della Valle del Ticino) è interessato dalla presenza di due siti rappresentativi per la conservazione del patrimonio naturale di interesse comunitario della Rete ecologica europea Natura 2ooo, ovvero il Sito di Importanza Comunitaria SIC IT San Massimo e una piccola porzione isolata (completamente interna al SIC citato) della Zona di Protezione Speciale ZPS IT Boschi del Ticino, che si estende più a Est lungo il Fiume Ticino e coincidente con relativo il Parco naturale. Sono stati pertanto identificati i seguenti condizionamenti alla scala locale: condizionamenti di natura ecopaesistica: - ambiti territoriali ricadenti in Classe 4 di fattibilità geologica (fattibilità con gravi limitazioni); - corpi idrici superficiali e relativa fascia di rispetto (RD 523/1904); - ambiti territoriali caratterizzati dalla presenza di fontanili; - pozzi ad uso idropotabile e relative fasce di tutela assoluta e di rispetto; - ambiti boscati (D.lgs 42/2004); - zone di interesse archeologico (areali di rischio e di ritrovamento); - viabilità storica principale (art. 33, NTA PTCP); - rete viaria di struttura (art. 33, NTA PTCP); - siti Natura 2ooo: SIC IT San Massimo ; ZPS IT Boschi del Ticino ; - perimetro di Parco Naturale del Parco lombardo della Valle del Ticino; - zone del PTC del Parco lombardo della Valle del Ticino: Zona IC (Zone di Iniziativa comunale orientata); Zona C2 (Zone agricole e forestali di prevalente interesse paesaggistico); Zone G2 (Zone di pianura irrigua a preminente vocazione agricola); Zona BF (Zone naturalistiche parziali botanico-forestali); Zona ZB (Zone naturalistiche parziali zoologiche-biogenetiche); Pag. 61

66 condizionamenti di natura urbanistica: - limite del perimetro del centro abitato (art. 4, D.lgs 285/1992); - limite del perimetro del centro abitato proposto da ANAS (art. 4, D.lgs 285/1992); - fascia di rispetto stradale (D.lgs 285/1992); - fascia di rispetto ferroviario; - area cimiteriale e relativa fascia di rispetto (RD 1265/1934); - area impianto di depurazione e relativa fascia di rispetto; Per quanto attiene al corridoio di salvaguardia, assunto in sede di Scoping, per il possibile sviluppo del nuovo elettrodotto 380kV Trino-Lacchiarella, si evidenzia che il 2 aprile 2009 è stato firmato un Protocollo di Intesa tra TERNA e i comuni interessati dalla nuova linea, che ha condotto alla definizione del tracciato finale (vd. Tavola DdP); a tal proposito non si reputa più funzionale l assunzione del corridoio per la presente valutazione. 4.3 Obiettivi, prescrizioni e azioni previsti della pianificazione sovraordinata L'insieme dei piani e programmi che incidono sul contesto territoriale nel quale si inserisce il Comune costituiscono il quadro pianificatorio e programmatico del PGT in analisi. L'esame della natura del PGT e della sua collocazione in tale sistema è finalizzata a stabilirne la rilevanza e la sua correlazione relativa; tale analisi deve consentire, in particolare, il raggiungimento di tre importanti risultati: 1. la costruzione di un quadro specifico di riferimento, contenente gli obiettivi, gli indirizzi e le prescrizioni fissati dagli altri piani e programmi territoriali e di settore; 2. la costruzione di un quadro specifico, contenente le azioni individuate dagli altri piani e programmi territoriali e di settore, le quali concorrono alla definizione di uno scenario esogeno di riferimento per l evoluzione possibile del territorio interessato dal PGT (strade, poli produttivi sovracomunali, cave, ecc.): si tratta, quindi, di capire quali scenari saranno in grado di influire sul piano; 3. la valutazione, conseguente, del grado di coerenza del Piano del Comune con tale sistema di riferimento. Pag. 62

67 Si è proceduto, pertanto, all analisi dei piani e programmi sovraordinati definiti per il governo del territorio e per le politiche di settore, al fine di individuarne specifici obiettivi, indirizzi ed eventuali prescrizioni validi per il Comune in analisi. Per i Piani e Programmi sovraordinati presi a riferimento si riporta, di seguito, la selezione dei diversi relativi contenuti, contestualizzati alla scala di riferimento e ritenuti utili per la valutazione della proposta di Piano. I Piani e Programmi assunti sono: pianificazione per il governo del territorio: - Piano Territoriale Regionale (PTR); - Piano Paesaggistico Regionale (PPR); - Piano Territoriale di Coordinamento del Parco del Ticino (PTC PdT); - Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Pavia (PTCP); pianificazione e programmazione di settore a livello regionale: - Programma regionale di Tutela e Uso delle Acque (PTUA); - Piano Regionale per la Qualità dell Aria (PRQA); - Piano Energetico Regionale (PER) - Piano Triennale per lo Sviluppo del Settore Commerciale (PTSSC). pianificazione e programmazione di settore a livello provinciale: - Piano Cave Provinciale (PCP); - Piano Faunistico-Venatorio della Provincia di Pavia (PFVP). - Piano Provinciale per la Gestione dei Rifiuti (PPGR) [ ** ]; ** Il PPGR risulta utile per la verifica di eventuali presenze di impianti per il trattamento o deposito dei rifiuti (non presenti nel territorio di Gropello) e per la definizione di obiettivi target per le gestione dei rifiuti a livello comunale (ripresi nel conclusivo capitolo dedicato al Monitoraggio di Piano, a cui si rimanda). Pag. 63

68 Pianificazione per il governo del territorio Piano Territoriale Regionale (PTR) Il Piano Territoriale Regionale (PTR) della Lombardia è strumento di supporto all attività di governance territoriale della Regione. Si propone di rendere coerente la visione strategica della programmazione generale e di settore con il contesto fisico, ambientale, economico e sociale; ne analizza i punti di forza e di debolezza, evidenzia potenzialità e opportunità per le realtà locali e per i sistemi territoriali e, quindi, per l intera regione. Il PTR, adottato con DCR n. 874 del 30 luglio 2009, è stato poi approvato dal Consiglio Regionale il 19 gennaio Il PTR definisce tre macro-obiettivi quali basi delle politiche territoriali lombarde per il perseguimento dello sviluppo sostenibile, che concorrono al miglioramento della vita dei cittadini: rafforzare la competitività dei territori della Lombardia; riequilibrare il territorio lombardo; proteggere e valorizzare le risorse della regione. Essi discendono dagli obiettivi di sostenibilità della Comunità Europea: coesione sociale ed economica, conservazione delle risorse naturali e del patrimonio culturale, competitività equilibrata dei territori. Dai macro-obiettivi discendono 24 obiettivi generali per il governo del territorio lombardo: 1. favorire l innovazione, lo sviluppo della conoscenza e la sua diffusione; 2. favorire le relazioni di lungo e di breve raggio, tra i territori della Lombardia e tra il territorio regionale con l esterno, intervenendo sulle reti materiali (infrastrutture di trasporto e reti tecnologiche) e immateriali (fiere, università, ecc.) con attenzione alla sostenibilità ambientale e all integrazione paesaggistica; 3. assicurare a tutti i territori della Regione e a tutti i cittadini l accesso ai servizi pubblici e di pubblica utilità; 4. perseguire l efficienza nella fornitura dei servizi pubblici e di pubblica utilità; 5. migliorare la qualità e la vitalità dei contesti urbani e dell abitare nella sua accezione estensiva di spazio fisico, relazionale, di movimento e identitaria (contesti Pag. 64

69 multifunzionali, accessibili, ambientalmente qualificati e sostenibili, paesaggisticamente coerenti e riconoscibili); 6. porre le condizioni per un offerta adeguata alla domanda di spazi per la residenza, la produzione, il commercio, lo sport e il tempo libero; 7. tutelare la salute del cittadino attraverso la prevenzione ed il contenimento dell inquinamento delle acque, acustico, dei suoli, elettromagnetico, luminoso e atmosferico; 8. perseguire la sicurezza dei cittadini rispetto ai rischi derivanti dai modi di utilizzo del territorio, agendo sulla prevenzione e diffusione della conoscenza del rischio (idrogeologico, sismico, industriale, tecnologico, derivante dalla mobilità, dagli usi del sottosuolo, dalla presenza di manufatti, dalle attività estrattive), sulla pianificazione e sull utilizzo prudente del suolo e delle acque; 9. assicurare l equità nella distribuzione sul territorio dei costi e dei benefici economici, sociali ed ambientali derivanti dallo sviluppo economico, infrastrutturale ed edilizio; 10. promuovere un offerta integrata di funzioni turistico-ricreative sostenibili, mettendo a sistema le risorse ambientali, culturali, paesaggistiche e agroalimentari della Regione e diffondendo la cultura del turismo non invasivo; 11. promuovere un sistema produttivo di eccellenza attraverso il rilancio del sistema agroalimentare come fattore di produzione, ma anche come settore turistico, il miglioramento della competitività del sistema industriale, lo sviluppo del sistema fieristico con attenzione alla sostenibilità; 12. valorizzare il ruolo di Milano quale punto di forza del sistema economico, culturale e dell innovazione e come competitore a livello globale (non pertinente per il caso in oggetto); 13. realizzare un sistema policentrico di centralità urbane compatte ponendo attenzione al rapporto tra centri urbani e aree meno dense, alla valorizzazione dei piccoli centri come strumento di presidio del territorio, al miglioramento del sistema infrastrutturale; 14. riequilibrare ambientalmente e valorizzare paesaggisticamente i territori della Lombardia anche attraverso un attento utilizzo dei sistemi agricolo e forestale come elementi di ricomposizione paesaggistica, di rinaturalizzazione del territorio, tenendo conto delle potenzialità degli habitat; 15. supportare gli Enti Locali nell attività di programmazione e promuovere la sperimentazione e la qualità programmatica e progettuale per garantire il perseguimento della sostenibilità della crescita nella programmazione e progettazione a tutti i livelli di governo (non pertinente per il caso in oggetto); 16. tutelare le risorse scarse (acque, suolo e fonti energetiche) indispensabili per il perseguimento dello sviluppo; 17. garantire la qualità delle risorse naturali ed ambientali, attraverso la progettazioni delle reti ecologiche, la riduzione delle emissioni climalteranti ed inquinanti, il contenimento dell inquinamento delle acque, acustico,dei suoli, elettromagnetico e luminoso e la gestione idrica integrata; 18. favorire la graduale trasformazione dei comportamenti anche individuali e degli approcci culturali verso un utilizzo razionale e sostenibile di ogni risorsa, l attenzione ai temi Pag. 65

70 ambientali e della biodiversità, paesaggistici e culturali, la fruizione turistica e sostenibile; 19. valorizzare in forma integrata il territorio e le sue risorse anche attraverso la messa a sistema dei patrimoni paesaggistico, culturale, ambientale, naturalistico, forestale e agroalimentare; 20. promuovere l integrazione paesistica, ambientale e naturalistica degli interventi derivanti dallo sviluppo economico, infrastrutturale ed edilizio; 21. realizzare la pianificazione integrata del territorio e degli interventi con particolare attenzione alla rigorosa mitigazione degli impatti; 22. responsabilizzare la collettività e promuovere l innovazione di prodotto e di processo al fine di minimizzare l impatto delle attività antropiche sial legate alla produzione (attività agricola, industriale e commerciale) che alla vita quotidiana (mobilità, residenza, turismo); 23. gestire con modalità istituzionali cooperative le funzioni e le complessità dei sistemi transregionali (non pertinente per il caso in oggetto); 24. rafforzare il ruolo di Motore Europeo della Lombardia, garantendo le condizioni per la competitività di funzioni e di contesti regionali forti (non pertinente per il caso in oggetto). A scala di riferimento il PTR colloca l ambito in cui si inserisce il Comune prevalentemente nel Sistema territoriale della Pianura irrigua, per il quale individua i seguenti obiettivi specifici: ST5.1 Garantire un equilibrio tra le attività agricole e zootecniche e la salvaguardia delle risorse ambientali e paesaggistiche, promuovendo la produzione agricola e le tecniche di allevamento a maggior compatibilità ambientale e territoriale (ob. PTR 8, 14, 16); ST5.2 Garantire la tutela delle acque ed il sostenibile utilizzo delle risorse idriche per l agricoltura, in accordo con le determinazioni assunte nell ambito del Patto per l Acqua, perseguire la prevenzione del rischio idraulico (ob. PTR 4, 7, 8, 14, 16, 18); ST5.3 Tutelare le aree agricole come elemento caratteristico della pianura e come presidio del paesaggio lombardo (ob. PTR 14, 21); ST5.4 Promuovere la valorizzazione del patrimonio paesaggistico e culturale del sistema per preservarne e trasmetterne i valori, a beneficio della qualità della vita dei cittadini e come opportunità per l imprenditoria turistica locale (ob. PTR 10, 18, 19); ST5.5 Migliorare l accessibilità e ridurre l impatto ambientale del sistema della mobilità, agendo sulle infrastrutture e sul sistema dei trasporti (ob. PTR 2, 3, 4, 7, 8, 9, 13, 17); ST5.6 Evitare lo spopolamento delle aree rurali, migliorando le condizioni di lavoro e differenziando le opportunità lavorative (ob. PTR 3,5); Uso del suolo: - favorire interventi di riqualificazione e riuso del patrimonio edilizio storico; - mantenere forme urbane compatte, evitando la dispersione e le saldature lungo le infrastrutture; Pag. 66

71 - coordinare a livello sovracomunale l individuazione di nuove aree produttive e di terziario/commerciale; valutare attentamente le ricadute sul sistema della mobilità e nelle reti secondarie di collegamento, utilizzo dello strumento della perequazione territoriale di livello sovracomunale; - evitare la riduzione del suolo agricolo anche utilizzando lo strumento della compensazione o altri strumenti di disincentivazione. Per quanto attiene al quadro delle Azioni, il PTR individua le Infrastrutture prioritarie ritenute strategiche per il conseguimento degli Obiettivi di Piano (Tavola 3 del Documento di Piano), tra le quali se ne evidenziano tre di interesse per il territorio del comune: Infrastrutture per la mobilità (ob. PTR 2, 3, 4, 12, 13, 24); Infrastrutture per la produzione e il trasporto di energia (ob. PTR 2, 3, 4, 7, 8, 16); Rete Ecologica Regionale (ob. PTR 7, 10, 14, 17, 19). Per il primo macrogruppo, il Piano regionale individua due interventi interessanti il territorio di Gropello: la realizzazione dell autostrada regionale Broni-Mortara (Bro-Mo), che si svilupperà parallelamente alla tangenziale sud del paese, prevedendo uno nuovo svincolo in raccordo alla A7 Milano-Genova; il potenziamento dell esistente direttrice ferroviaria per Mortara e Codogno; Per il secondo macrogruppo, il Piano regionale individua un intervento interessante il territorio di Gropello: la realizzazione della linea elettrica aerea ad Altissima tensione (AAT) 380 kv Trino Lacchiarella, con potenziale sviluppo a Est dell A7 e lungo la Bro-Mo, a Sud. Ad ognuno dei tre interventi citati è associato uno specifico corridoio di salvaguardia, al fine di garantite adeguate permeabilità territoriali per eventuali modifiche intercorri bili in fase di implementazione. Trattandosi di elementi fortemente strutturanti il territorio, con riflessi dal punto di vista naturalistico e paesaggistico, il PTR detta degli orientamenti che devono essere considerati dagli strumenti regolatori comunali, relativamente agli spazi contigui gli interventi. Viene suggerito di privilegiare in queste Pag. 67

72 aree le destinazioni funzionali miranti al rispetto della conservazione degli spazi liberi e alla definizione di corridoi verdi che possano garantire: la tutela della salute umana dalle possibili forme di inquinamento acustico, atmosferico ed elettromagnetico (derivanti dalla realizzazione delle infrastrutture); la valorizzazione delle valenze paesistiche; la tutela e la valorizzazione delle produzioni primarie; l attenzione alle funzioni ecologiche di connessione; l attenzione alla funzione sociale degli spazi verdi; la presenza di elementi di filtro per l abbattimento dei fenomeni di inquinamento atmosferico e acustico; la protezione delle infrastrutture e della loro efficienza; il migliore uso dei suoli e la riduzione dell artificializzazione. Per il terzo macrogruppo, PTR individua tra le infrastrutture prioritarie anche la Rete Ecologica Regionale (RER), che consente di riconoscere le situazioni di sensibilità prioritaria sotto il profilo ecologico. Tra gli elementi della Rete di Primo livello, nella porzione settentrionale del territorio di Gropello viene riconosciuta un Area prioritaria per la Biodiversità (DDG regionale n del 3 aprile 2007), ovvero l AP 31 Valle del Ticino ; tale Area è stata riconfermata dalla successiva DGR n. 8/8515 del 26 novembre 2008, come Are di Primo livello della RER. Il sistema ecorelazionale è completato da Elementi areali di secondo livello con funzione di connettivo tra gli elementi di primo livello Valle del Ticino e le Risaie della Lomellina. I principali obiettivi correlati alla definizione della Rete Ecologica ai diversi livelli sono: il consolidamento ed il potenziamento di adeguati livelli di biodiversità vegetazionale e faunistica; la realizzazione di nuovi ecosistemi o di corridoi ecologici funzionali all efficienza della Rete, anche in risposta ad eventuali impatti e pressioni esterni; la riqualificazione di biotopi di particolare interesse naturalistico; la previsione di interventi di deframmentazione mediante opere di mitigazione e compensazione ambientale; l integrazione con il Sistema delle Aree Protette e l individuazione delle direttrici di permeabilità verso il territorio esterno rispetto a queste ultime. Pag. 68

73 Nello specifico valgono le seguenti indicazioni: conservazione della continuità territoriale; mantenimento delle zone umide residuali e del reticolo di canali irrigui; mantenimento del reticolo di canali e gestione della vegetazione spondale con criteri più naturalistici, eventualmente facendo ricorso a incentivi del PSR; conservazione e consolidamento delle piccole aree palustri residue; evitare l inserimento di strutture lineari capaci di alterare sensibilmente lo stato di continuità territoriale ed ecologica che non siano dotate di adeguate misure di deframmentazione. Figura 4.1 Stralcio dello schema di Rete ecologica regionale (RER) Fonte: DGR n. 8/8515 del 26 novembre Portale web DG Qualità dell Ambiente In rosso: Zone IC Parco del Ticino In viola: Elementi di Primo livello della RER In rosa: Elementi di Secondo livello della RER Pag. 69

74 Il PTR, Piano Territoriale Regionale, in base alla l.r. 12/2005, ha natura ed effetti di piano territoriale paesaggistico (PPR); in tal senso nel nuovo PPR si è quindi proceduto ad integrare ed aggiornare il precedente Piano Territoriale Paesistico Regionale approvato nel 2001, in linea con la "Convenzione Europea del paesaggio" e con il Decreto legislativo 42/2004. Il PPR colloca il territorio in cui si inserisce il Comune nei Paesaggi della pianura irrigua, sottolineando la necessità di tutelare i paesaggi della bassa pianura irrigua, rispettandone la tessitura storica e la condizione agricola altamente produttiva, e definisce indirizzi di tutela specifica per: la campagna, soggetta alla meccanizzazione l agricoltura ha ridotto le partiture poderali e, conseguentemente, gli schermi arborei e talvolta anche il sistema irriguo mediante l intubamento. Anche le colture più pregiate come le marcite, i prati marcitori e i prati irrigui scompaiono per la loro scarsa redditività: - promozione di azioni e programmi di tutela finalizzati al mantenimento delle partiture poderali e delle quinte verdi che definiscono la tessitura territoriale; - attivazione a livello locale di forme di incentivazione e concertazione finalizzate alla tutela delle trame verdi territoriali, anche in occasione della ridefinizione del sistema comunale degli spazi pubblici e del verde; il sistema irriguo, come carattere connotativi della pianura irrigua lombarda: - tutela dell integrità della rete irrigua e dei manufatti, spesso di antica origine, che ne permettono ancora oggi l uso e che comunque caratterizzano fortemente i diversi elementi della rete. - attivazione di una campagna ricognitiva finalizzata alla costruzione di uno specifico repertorio in materia, che aiuti a guidare la definizione di specifici programmi di tutela, coinvolgendo tutti i vari enti o consorzi interessati. In particolare il comune di Gropello si colloca nella fascia della bassa pianura, in particolare definita dal PPR paesaggio della pianura risicola. Questo tipo di paesaggio è una variante di quello della pianura irrigua e per la sua particolarità assume dignità di categoria a sé stante. L elemento che lo contraddistingue è la coltivazione del riso, che impone una caratteristica organizzazione colturale e poderale. Ciò si riflette nel paesaggio sia con gli impianti legati a questa attività ma soprattutto con una più ricca presenza di acqua (gli allagamenti primaverili fanno parte imprescindibile di queste zone) che ne costituisce l aspetto più spettacolare e singolare. Pag. 70

75 La tutela del paesaggio della risicoltura significa anche tutela di un immagine, benché essa si sostenga su opportunità che possono anche mutare con il tempo. Va in ogni caso preservata la tessitura territoriale fondata su piccoli o grossi centri di impianto rurale, sulle cascine, sui sistemi viari rettilinei, sulla rete dei percorsi minori legati agli appoderamenti. Fondamentale è in ogni caso la salvaguardia del sistema irriguo, dalle prese fluviali ai canali di raccolta, ai cavi distributori. La tutela si eserciterà poi sulle eredità fossile dei fiumi, sui dossi sabbiosi, sui lembi boschivi ripariali, sulle aree faunistiche (garzaie). Va infine sostenuta la pioppicoltura come elemento ormai caratteristico di diversificazione del paesaggio di golena fluviale. E da sottolineare poi l assoluta urgenza di una tutela integrale e di un recupero del sistema irriguo della bassa pianura, sopratutto nella fascia delle risorgive, e nelle manifestazioni colturali collegate a questo sistema (marcite, prati marcitori, prati irrigui). Inoltre gli obiettivi per questo ambito sono: promuovere la formazione di parchi agricoli adeguatamente finanziati dove la tutela delle forme produttive tradizionali sia predominante svolgendo un ruolo di testimonianza colturale e di difesa dall urbanizzazione; sviluppare nuove linee di progettazione del paesaggio agrario orientando scelte e metodi di coltivazione biologici; incentivare la forestazione dei terreni agricoli dismessi (set-aside) o comunque la restituzione ad uno stato di naturalità delle zone marginali anche tramite programmi di salvaguardia idrogeologica (consolidamento delle fasce fluviali); incentivare il recupero della dimora rurale nelle sue forme e nelle sue varianti locali e nel contempo sperimentare nuove tipologie costruttive per gli impianti al servizio dell agricoltura (serre, silos, stalle, allevamenti, ecc.) di modo che rispondano a criteri di buon inserimento nell ambiente e nel paesaggio; ricostituire stazioni di sosta e percorsi ecologici per la fauna di pianura e l avifauna stanziale e di passo. Pag. 71

76 Il Comune di Gropello, inoltre, è interessato da potenziali fenomeni di degrado per i quali vengono definiti appositi indirizzi di intervento da inserire all interno del PGT riguardanti la riqualificazione ed il contenimento e prevenzione del rischio. Nella fattispecie gli elementi di degrado si identificano con la presenza di: elettrodotti ad alta tensione che attraversano (o attraverseranno) il territorio comunale. interventi di grande viabilità programmati (autostrada Broni-Mortara); per i quali valgono i seguenti Indirizzi: - interventi di mitigazione anche tramite equipaggiamenti verdi in grado di relazionarsi con il territorio - interventi correlati alle infrastrutture esistenti attenti alle zone marginali e volti a ridurre la loro estraneità al contesto e l effetto frattura che generano - attenta considerazione degli interventi di servizio alle infrastrutture cercando di evitare la possibile accentuazione dell effetto di frattura indotto, accentuazione dell effetto di frattura indotto, operando riconnessioni funzionali tra i territori separati e recuperando gli ambiti marginali con la massima riduzione dell impatto intrusivo; in particolare: le barriere antirumore dovranno avere caratteristiche di qualità paesistica, oltreché ambientale, sia per quanto riguarda il lato interno, verso l infrastruttura stessa, sia per quanto riguarda il lato esterno, rivolto verso il territorio circostante, e gli interventi di manutenzione e adeguamento delle aree di servizio dovranno porsi obiettivi di riqualificazione paesistica; aree connotate dalla presenza quasi esclusiva di capannoni per la produzione o lo stoccaggio delle merci, per le quali valgono i seguenti Indirizzi: Indirizzi per l Esistente: - interventi di mitigazione e mascheramento anche tramite equipaggiamenti verdi in grado di relazionarsi con il territorio; - interventi per la formazione di aree industriali ecologicamente attrezzate; - migliore qualificazione architettonica degli interventi di sostituzione; - adeguamento e potenziamento delle aree attrezzate per la sosta con creazione di spazi comuni e di opere di arredo qualificate e coerenti con i caratteri paesistici del contesto, curando in modo particolare l'equipaggiamento verde; - riassetto funzionale e distributivo degli spazi pubblici (viabilità, percorsi ciclopedonali, aree verdi); Pag. 72

77 Indirizzi per la Pianificazione: - attenta localizzazione degli interventi e indicazioni di obiettivi di qualificazione estesi alla sistemazione delle aree contermini correlati alla pianificazione paesistica locale; - progettazione organica delle strutture e dei volumi delle aree di servizio e di sosta nonché delle infrastrutture contermini e definizione di elementi di correlazione paesistica con il contesto; aree a monocoltura, per le quali valgono i seguenti Indirizzi: Indirizzi per l Esistente: - riqualificazione attraverso interventi finalizzati all arricchimento del mosaico paesistico (recupero di assetti tradizionali del paesaggio agrario, colture promiscue, formazione di filari, siepi, specialmente quando utili a ripristinare strutture più complesse, ad es. la piantata padana, restauro e manutenzione dei sistemi tradizionali di irrigazione, etc.) con finalità ecosistemiche (aumento della biodiversità) e di usi multipli dello spazio rurale, prioritariamente correlati alla formazione della rete verde provinciale; Indirizzi per la Pianificazione: - favorire e supportare iniziative connesse alla ricostruzione dei sistemi verdi regionali anche mediante l utilizzo di finanziamenti finalizzati al disaccoppiamento degli aiuti per progetti concordati volti ad aumentare la biodiversità; - favorire le opportunità di potenziamento dei contesti rurali collegati alla multifunzionalità delle aziende; cave abbandonate, per le quali valgono i seguenti Indirizzi: - rimozione degli impianti e dei manufatti dismessi; - recupero attraverso progetti integrati di ricomposizione e valorizzazione che le trasformino in elementi positivi del territorio con possibili riutilizzi turistico- fruitivi e ambientali in raccordo con la Rete verde provinciale e i sistemi comunali del verde; In particolare per quanto concerne le cave di pianura: inserimento nelle strategie più generali di ricomposizione paesistica e ambientale dei contesti di riferimento valutando, dove possibile, l'opportunità di un loro mantenimento come specchi d'acqua o viceversa la necessità di loro riempimento, finalizzando gli interventi anche a utilizzi turistico/ricreativi, culturali, oltreché ambientali e ecosistemici (ad. es. realizzazione di parchi, zone umide, elementi del sistema del verde, zone per attività sportive, per spettacoli all aperto, interventi di land-art etc.). Pag. 73

78 Infine si segnala l art. 34 delle NTA che definisce Indirizzi per la pianificazione comunale e criteri per l approvazione del P.G.T.: 1. I comuni nella redazione dei P.G.T. impostano le scelte di sviluppo urbanistico locale in coerenza con gli obiettivi e gli indirizzi di tutela paesaggistica contenuti nel Piano del Paesaggio, in particolare: a) recepiscono le presenti norme e assumono gli orientamenti contenuti nel Q.R.P. e negli elaborati dispositivi e di indirizzo del presente piano e del P.T.C.P., ove esistente; b) prendono in considerazione, a tal fine, gli elaborati conoscitivi e di inquadramento paesaggistico messi a disposizione dal presente Piano e dal P.T.C.P., ove esistente; c) assumono le necessarie misure di inquadramento delle proprie scelte urbanistiche, in forme adeguatamente integrate per il rispetto di valori paesaggistici di rilievo sovracomunale o di interesse intercomunale desumibili dal presente piano e dal P.T.C.P., ove esistente; d) assumono come riferimento metodologico la d.g.r. 29 dicembre 2005, n Modalità per la pianificazione comunale con specifico riferimento all allegato Contenuti paesaggistici del P.G.T. ; e) tengono conto in via prioritaria del recupero e del riuso degli edifici e dei siti abbandonati e della riqualificazione delle aree e degli ambiti di riconosciuto degrado e compromissione paesaggistica. 2. E compito dei comuni nella redazione del P.G.T.: a) predeterminare, sulla base degli studi paesaggistici compiuti e in coerenza con quanto indicato dai Contenuti paesaggistici dei P.G.T. di cui alla d.g.r del 29 dicembre 2005 e dalle linee guida per l esame paesistico dei progetti di cui alla d.g.r dell 8 novembre 2002, la classe di sensibilità paesistica delle diverse parti del territorio comunale o di particolari aree di esso; b) indicare, per particolare ambiti del territorio comunale, prescrizioni paesaggistiche di dettaglio, che incidono anche sugli interventi edilizi, con specifico riferimento all attuazione della disciplina di tutela a corredo delle dichiarazioni di notevole interesse pubblico di cui al comma 2 dell articolo 138 del D. Lgs. 42/ In sede di approvazione del P.G.T.: a) viene accertata l adeguatezza dell apparato analitico e descrittivo del piano nonché la coerenza tra gli elaborati a contenuto ricognitivo e valutativo, da un lato, e quelli a contenuto dispositivo, dall altro, anche in riferimento alla predeterminazione della classe di sensibilità paesistica dei luoghi e alla definizione di prescrizioni paesaggistiche di estremo dettaglio; b) viene accertata la presenza e la corretta redazione della cartografia di localizzazione degli ambiti assoggettati alla tutela della parte III del D.Lgs. 42/2004, e successive mod. ed int.; c) viene accertata la sostanziale rispondenza del P.G.T.. agli indirizzi e alle strategie del Piano del Paesaggio; d) viene verificato il coordinamento, a fini paesaggistici, con le previsioni dei P.G.T. dei comuni contermini. Pag. 74

79 4. Il corretto riscontro degli elementi di cui al comma 3, costituisce elemento essenziale ai fini dell approvazione del P.G.T. e relative varianti. 5. Il P.G.T. per il quale sia stata verificata la rispondenza agli obiettivi di tutela paesaggistica, una volta approvato, assume la natura di atto di maggiore definizione ai sensi dell articolo Se necessario, la provincia aggiorna e integra il proprio P.T.C.P., per la parte paesaggistica, accogliendovi le indicazioni a specifica valenza paesaggistica del P.G.T. stesso. 7. Piani attuativi, Programmi Integrati di Intervento (P.I.I.) e Programmi di Recupero Urbano (P.R.U.) assumono come riferimento il Documento di Piano del P.G.T., alle cui determinazioni devono attenersi; in particolare, posto che i suddetti piani costituiscono attuazione di dettaglio della strategia paesaggistica del Documento di Piano, devono essere corredati da apposite relazione ed elaborazioni cartografiche che descrivano e argomentino la coerenza tra P.G.T. nel suo complesso e scelte paesaggistiche operate nella definizione dell impianto microurbanistico, degli indici urbanistici e delle caratterizzazioni tipologiche in ordine a: tutela ambientale, paesaggistica e storico-monumentale dei caratteri connotativi del paesaggio comunale individuati nel quadro conoscitivo e in particolare nella carta condivisa del paesaggio comunale; valorizzazione delle relazioni fisiche, visuali e simboliche tra i diversi elementi e luoghi connotativi; risoluzione di eventuali criticità correlate a situazioni di degrado o compromissione del paesaggio; continuità dei sistemi verdi e del sistema degli spazi e percorsi pubblici; coerenza dimensionale e morfologica con il tessuto urbano circostante e limitrofo. 8. In assenza di P.G.T. redatto secondo la l.r. 12/2005, i soggetti proponenti strumenti di pianificazione attuativa, assumono come riferimenti per la descrizione e argomentazione delle scelte paesaggistiche operate, di cui al precedente comma: le letture del paesaggio disponibili o specificamente sviluppate in sede di redazione del piano attuativo; i documenti di indirizzo e gli atti disponibili del Piano del Paesaggio anche di livello sovracomunale; la metodologia di cui alla parte IV delle presenti norme. 9. L atto di approvazione dei Piani di cui al comma 1, dà conto dell avvenuta verifica della coerenza delle previsioni e della proposta progettuale con il P.G.T. e il Piano del Paesaggio; l amministrazione competente può in tal senso acquisire preliminarmente il parere consultivo della Commissione del Paesaggio, ove esistente. 10. Nel caso i piani di cui al comma 7 interessino, anche parzialmente, aree o immobili oggetto di specifica tutela paesaggistica ai sensi dell articolo 136 del D.lgs 42/2004, la relazione e gli elaborati cartografici richiesti devono altresì dar conto della coerenza in merito agli obiettivi di salvaguardia e valorizzazione dei suddetti aree e immobili, con specifico riferimento a quanto indicato dalla disciplina di tutela di cui al comma 2 dell articolo 138 del D.lgs 42/2004, ove esistente, e dalla d.g.r del 15 marzo Pag. 75

80 Piano Territoriale di Coordinamento del Parco lombardo della Valle del Ticino Il Parco della Valle del Ticino si compone di due documenti di pianificazione e gestione del territorio: il PTC del Parco Regionale approvato il 2/08/2001 con Deliberazione della Giunta Regionale n. 7/5983; il PTC del Parco Naturale approvato il 26/11/2003 con Deliberazione del Consiglio Regionale n. VII/919. La tutela del Parco si rivolge a: la diversità biologica e i patrimoni genetici esistenti; le acque, sia per quanto concerne il loro regime che la loro qualità; il suolo, per le ragioni di ordinata conservazione degli elementi che formano il patrimonio paesaggistico e naturale della Valle e delle aree contermini, ivi comprese le aree edificate; i boschi e le foreste, per la loro conservazione, recupero e corretta utilizzazione; il patrimonio faunistico per la salvaguardia ed il mantenimento dell equilibrio biologico ed ambientale del territorio; l agricoltura per il suo ruolo multifunzionale e per l attività imprenditoriale, tesa al raggiungimento dei propri risultati economici, che svolge una funzione insostituibile per la salvaguardia, la gestione e la conservazione del territorio del Parco del Ticino; le emergenze archeologiche, storiche e architettoniche intese come documenti fondamentali per la caratterizzazione del territorio e del paesaggio; la qualità dell aria; la cultura e le tradizioni popolari della valle del Ticino; tutti gli altri elementi che costituiscono l ambiente naturale e il paesaggio della valle del Ticino, intesi nella loro accezione più ampia. Pag. 76

81 Figura 4.2 Stralcio Azzonamento PTC Parco del Ticino Il territorio del comune di Gropello Cairoli risulta compreso nella sua totalità all interno del Parco Regionale. A livello azzonativo è suddiviso dal PTC in 6 zone omogenee: Zona BF (zone naturalistiche di interesse botanico-forestale) inclusa nel SIC San Massimo e situata a nord ovest della zona IC in corrispondenza di una vasta area piantumata. In tali zone sono incoraggiate attività di rinaturalizzazione e bonifica di siti degradati e sono pertanto escluse attività edilizie fatte salve quelle volte al recupero di eventuali manufatti già presenti sul territorio. Zona C2 (zone agricole e forestali a prevalente interesse paesaggistico) corrispondente alla porzione nord orientale del comune. Nelle zone C2 il territorio è destinato prevalentemente all attività agricola nel rispetto degli elementi di caratterizzazione paesistica, di conseguenza sono ammessi tutti gli interventi edilizi inerenti la conduzione dei fondi agricoli e/o il mantenimento delle strutture zootecniche esistenti. E ammesso altresì il recupero delle strutture produttive Pag. 77

82 esistenti ad usi residenziali, a scopi sociali o per strutture per il tempo libero, purché non venga realizzata nuova volumetria e vengano predisposti interventi di mitigazione ambientale. Viene imposta la tutela delle aree boscate già esistenti con la prescrizione di piantumare nuova vegetazione in sostituzione di quella eventualmente prelevata. Zona G2 (zone di pianura irrigua a preminente vocazione agricola) corrispondente alla porzione nord occidentale e meridionale del territorio comunale. In tale ambito l uso del suolo dovrà essere indirizzato al raggiungimento della miglior valorizzazione agronomica e protettiva nonché in funzione del recupero degli elementi paesistici. L attuale destinazione agricola dovrà quindi essere mantenuta. Sono ammessi tutti gli interventi edilizi inerenti la conduzione dei fondi agricoli e/o il mantenimento delle strutture zootecniche esistenti. E ammesso altresì il recupero delle strutture produttive esistenti ad usi residenziali, a scopi sociali o per strutture per il tempo libero, purché non venga realizzata nuova volumetria e vengano predisposti interventi di mitigazione ambientale. Viene imposta la tutela delle aree boscate già esistenti con la prescrizione di piantumare nuova vegetazione in sostituzione di quella eventualmente prelevata. Aree R n. 69 e 70 (aree degradate da recuperare) site l una lungo via Roma e l altra presso il nucleo di Santo Spirito. Sono quelle porzioni di territorio nelle quali pregresse situazioni di degrado, compromissione o incompatibilità nella destinazione d uso con l ambiente e il paesaggio circostante, vengono indirizzate ad un recupero compatibile con le esigenze generali di tutela ambientale e paesaggistica del Parco. Gli interventi possono essere finalizzati a: recupero delle condizioni di naturalità del sito; creazione di aree a destinazione produttiva agricolo-forestale; realizzazione di strutture ricreative a basso impatto ambientale; opere e strutture connesse alla ricettività turistica (escluse nelle aree a forte valenza naturalistica). Zona IC (zone di iniziativa comunale orientata) comprendente il capoluogo e le frazioni. In tali aree le decisioni in materia di pianificazione urbanistica sono demandate agli strumenti urbanistici comunali da redigersi nel rispetto delle norme in materia di tutela del paesaggio. Nella pianificazione urbanistica comunale dovranno tendenzialmente essere osservati i seguenti criteri metodologici nella redazione dei piani urbanistici comunali: - contenimento della capacità insediativa, orientata prevalentemente al soddisfacimento dei bisogni della popolazione esistente nell area del Parco; - l aggregato urbano dovrà tendere ad essere definito da perimetri continui al fine di diminuire gli oneri collettivi di urbanizzazione e conseguire una migliore economia nel consumo del territorio e delle risorse territoriali. Dovrà essere prioritariamente previsto il riutilizzo del patrimonio edilizio esistente; nel caso di nuove zone d espansione queste dovranno essere aggregate all esistente secondo tipologie compatibili con l ambiente evitando la formazione di conurbazioni; gli indici urbanistici e le altezze massime dovranno tener conto delle caratteristiche morfologiche del contesto, rispettando soprattutto nei tessuti storici consolidati la Pag. 78

83 continuità delle cortine edilizie e l andamento dei tracciati storici anche in relazione alla conferma e valorizzazione dei rapporti visuali tra i diversi luoghi. Zona ZB (zone naturalistiche parziali) inclusa nel SIC San Massimo, presente nella porzione nord occidentale del comune. Nello specifico le zone ZB hanno una finalità zoologico-biogenetica con lo scopo di tutelare specie rare autoctone e/o minacciate oppure aree particolarmente adatte alle esigenze della fauna caratteristica del parco. Per tale motivo vengono impediti gli interventi di ampliamento delle strutture eventualmente ricadenti al loro interno, nonché l edificazione di nuova volumetria. Per quanto concerne la ZPS, sebbene la sua gestione sia di competenza dell amministrazione del Parco, vigono disposizioni regionali di carattere generale che integrano quelle presentate per le zone ZB. In particolare viene posto l accento sul mantenimento delle caratteristiche paesaggistico-vegetazionali anche laddove nelle aree sia esercitata l attività agricola onde preservare i valori storico culturali del territorio e incentivare comportamenti più orientati alla tutela che alla trasformazione. Il PTC individua altri indirizzi generali che devono essere accolti dai PGT: fissare dei vincoli di inedificabilità nei terreni storicamente soggetti ad allagamenti, spagliamenti dei corsi d acqua e straripamenti; ridurre e contenere le aree impermeabilizzate; ripristinare la permeabilità delle aree compromesse da interventi antropici; nelle zone in cui è consentita, mantenere e sostenere l attività agricola; in particolare i cambi di destinazione d uso di territori agricoli, quando eventualmente concessi, dovranno garantire un interesse collettivo dominante, un impatto ambientale inferiore o pari a quello derivante dall attività agricola e la non compromissione delle valenze ambientali, non solo dei fondi oggetto di intervento ma anche di quelli contigui; realizzare le infrastrutture perseguendo obiettivi di minimizzazione del consumo di suolo e di mitigazione degli effetti negativi sull intorno. Nel caso di opere riguardanti l attraversamento del Ticino il progetto dovrà prioritariamente cercare di evitare il passaggio nelle zone A e B1. Pag. 79

84 Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Pavia (PTCP) Il PTCP, Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, approvato dal Consiglio Provinciale di Pavia con Deliberazione n. 53/33382 del 7 novembre 2003 ed attualmente in fase di aggiornamento sulla base delle indicazioni della LR 12/2005, colloca il territorio comunale negli Ambiti Territoriali n. 2 Ambito del Fiume Ticino e n. 16 Sistema urbano insediativo dei comuni attestati sulla direttrice dei Cairoli, nei quali valgono gli obiettivi e gli indirizzi correlati, previsti dall art. 26, commi 2 e 16: Ambito n. 2: Obiettivi e finalità degli indirizzi: - valorizzazione del rapporto tra ambiti tutelati dalla presenza del Parco e insediamenti urbani; - recupero, ripristino e sistemazione ambientale, urbanistica e funzionale dei siti e degli insediamenti degradati di carattere antropico; - valorizzazione delle caratteristiche dei Comuni appartenenti al Parco, legate allo sviluppo delle attività di tipo turistico, ricreativo e per il tempo libero. - valorizzazione e tutela degli spazi e delle attività agricole. Indirizzi: - contenimento del consumo di suolo e riduzione della pressione insediativa sugli spazi legati alle attività agricole; - interventi di recupero e ripristino di fabbricati e insediamenti di origine rurale per attività di carattere agrituristico; - progettazione di interventi di potenziamento dell offerta di servizi di livello locale e di rilevanza sovracomunale; - promozione di progetti di recupero dei centri storici con particolare riferimento agli assi di penetrazione e attraversamento urbano; - promozione di progetti, di concerto con l Ente Parco, per creazione di ambiti di connessione ecologica e di sistemi di fruizione turistica. Ambito n. 16: Obiettivi e finalità degli indirizzi: - contenimento del consumo di suolo e dei processi di dispersione territoriale; - riassetto territoriale e controllo delle tendenze conurbative; - tutela, salvaguardia e valorizzazione degli elementi residui del paesaggio agrario e degli spazi aperti; - riqualificazione urbanistica e morfologica degli insediamenti; - integrazione dell offerta dei servizi di livello locale e sovracomunale. Pag. 80

85 Indirizzi: - progettazione d interventi per il ridisegno e la riqualificazione urbanistica ed ambientale degli ambiti urbanizzati ed edificati d interfaccia con gli spazi aperti a vocazione agricola; - realizzazione di circuiti per la mobilità di tipo turistico e ciclopedonale; - contenimento del consumo di suolo e riduzione della pressione insediativa sugli spazi legati alle attività agricole; - interventi di recupero e ripristino di fabbricati e insediamenti d origine rurale per attività di carattere agrituristico; - attivazione di progetti e interventi finalizzati al trattamento e al miglioramento della qualità delle acque per usi irrigui; - completamento del sistema di smaltimento e depurazione delle acque con particolare riferimento al Comune di Tromello; - decentramento e localizzazione di nuovi insediamenti destinati a funzioni di servizi alla persona e servizi generali; - progettazione d interventi per la valorizzazione ambientale dello spazio agricolo e per la diversificazione delle colture; - attivazione di procedure di coordinamento delle politiche urbanistiche e di sviluppo degli insediamenti in relazione alla definizione d interventi di viabilità; - promozione di progetti di recupero dei centri storici con particolare riferimento agli assi di penetrazione e attraversamento urbano lungo la direttrice dei Cairoli. All art. 28, il PTCP definisce gli indirizzi per la redazione dei piani urbanistici locali, delineando specifici criteri criteri insediativi: - privilegiare forme insediative basate sul contenimento dei fenomeni di dispersione insediativa, dei costi di infrastrutturazione primaria e di accessibilità ai servizi; - privilegiare nella localizzazione dello sviluppo insediativo la riqualificazione funzionale e la ristrutturazione urbanistica delle aree di frangia e degli spazi interclusi; - disincentivare l agglomerazione di nuovi insediamenti lungo le infrastrutture di livello provinciale, preservando le migliori condizioni di accessibilità alle stesse; - sottoporre lo sviluppo di nuovi insediamenti e espansioni edilizie alla verifica del rispetto della morfologia dei suoli e della percezione degli elementi significativi del paesaggio; - verificare, nello sviluppo delle espansioni edilizie e delle infrastrutture viarie, il rispetto delle partizioni aziendali del territorio agricolo; - coordinare le procedure di dimensionamento e localizzazione di nuove aree produttive e poli industriali con gli Enti territoriali di livello superiore, i Comuni contermini, le politiche di settore, al fine di verificarne le condizioni ottimali in termini di effettiva domanda di aree, le condizioni di accessibilità, i costi di infrastrutturazione e di connessione alle reti e ai servizi, i costi dal punto di vista Pag. 81

86 delle trasformazioni ambientali e territoriali, le opportunità insediative dal punto di vista della creazione di adeguati mix funzionali e sistemi relazionali; - coordinare gli interventi di nuova localizzazione di strutture commerciali, compresi anche gli interventi di riqualificazione urbana che prevedono l inserimento di tali funzioni, con le politiche del trasporto e della mobilità di livello provinciale e con le politiche urbane e di assetto territoriale dei Comuni contermini al fine di una corretta valutazione delle ricadute e un'efficace redistribuzione dei carichi urbanistici ed ambientali e dei vantaggi economici relativi; - salvaguardare e, se del caso, incrementare le destinazioni territoriali ad agricoltura, in modo da favorire lo sviluppo dell'attività primaria, specie nei contesti in cui la presenza di aziende agricole sia essenziale allo sviluppo economico; criteri paesistico-ambientali: - il rispetto delle indicazioni di tutela e valorizzazione degli ambiti di interesse paesistico-ambientale individuati nell insieme degli elaborati che costituiscono la Carta Unica e Condivisa del territorio provinciale ; - il rispetto delle caratteristiche fisico-naturali dei suoli e delle rispettive indicazioni d uso definite al Titolo IV delle norme tecniche; - lo sviluppo di studi e analisi di maggiore dettaglio finalizzati ad implementare il livello di conoscenza e le relative condizioni di fattibilità per gli interventi individuati nell ambito della definizione degli Indirizzi progettuali del PTCP; - l assunzione del disegno e della maglia strategica delle reti e delle connessioni ecologiche individuate nell ambito del PTCP provinciale, al fine di integrarne i contenuti di maggior dettaglio nella definizione delle politiche e degli assetti del verde e dei parchi di livello comunale; - il rispetto delle misure di tutela dell aria, dell acqua, del suolo e dall inquinamento acustico, elettromagnetico e luminoso. Il PTCP, evidenziando che il comune è inserito all interno del Parco del Ticino, demanda all ente gestore la tutela e la valorizzazione delle aree naturali, limitandosi ad indicare cartograficamente le aree protette e le principali previsioni in merito alle infrastrutture. Pag. 82

87 Pianificazione e programmazione di settore a livello regionale Programma regionale di Tutela e Uso delle Acque (PTUA) Gli obiettivi strategici regionali sono i seguenti: promuovere l uso razionale e sostenibile delle risorse idriche, con priorità per quelle potabili; assicurare acqua di qualità, in quantità adeguata al fabbisogno e a costi sostenibili per gli utenti; recuperare e salvaguardare le caratteristiche ambientali delle fasce di pertinenza fluviale e degli ambienti acquatici. Gli obiettivi strategici posti dall Atto di indirizzo, relativi alla politica di uso e tutela delle acque lombarde sono i seguenti: tutelare le acque sotterranee, per la loro particolare valenza anche in relazione all approvvigionamento potabile attuale e futuro; destinare alla produzione di acqua potabile e salvaguardare tutte le acque superficiali oggetto di captazione a tale fine e di quelle previste quali fonti di approvvigionamento dalla pianificazione; designare quali idonei alla vita dei pesci i corsi d acqua aventi stato di qualità buono o sufficiente; sviluppare gli usi non convenzionali delle acque (usi ricreativi e navigazione), e tutelare i corpi idrici e gli ecosistemi connessi; equilibrio del bilancio idrico per le acque superficiali e sotterranee, identificando ed intervenendo sulle aree sovrasfruttate. Il Piano di Settore dei Pubblici Servizi di Acquedotto si prefigge la soluzione delle seguenti problematiche prioritarie: risanare e bonificare l'ambiente dagli inquinanti esistenti per mantenere un approvvigionamento idrico adeguato sia per quantità che per qualità; indicare i possibili usi delle risorse idriche disponibili ai fini dell'approvvigionamento domestico, industriale, agricolo; programmare le misure da adottare per la salvaguardia della risorsa acqua da destinare ad uso idropotabile; ottimizzare il servizio acquedottistico sotto il profilo tecnico-economico. Pag. 83

88 Il Piano di Settore dei Pubblici Servizi di Fognatura ha quali obiettivi primari: riduzione delle portate meteoriche drenate al fine di non depauperare le risorse idriche sotterranee e per contenere il dimensionamento dei collettori e gli apporti ai recapiti superficiali adottando opportune opere di regolazione delle portate da scaricare nei ricettori (sia fognari che corsi d acqua); definizione degli interventi necessari per colmare le carenze della rete e dei relativi servizi gestionali, anche in base alle previsioni di sviluppo del sistema socio-economico; ristrutturazione/ricostruzione delle reti fognarie interne; provvedere alla dismissione degli scarichi sui corsi d'acqua superficiali convogliando le portate nere diluite ai sistemi di depurazione; ottimizzazione del servizio fognario sotto il profilo tecnico-economico. Il Piano di Settore dei Pubblici Servizi di Collettamento e Depurazione ha allargato gli obiettivi prevedendo tra l'altro: un ulteriore miglioramento qualitativo dei ricettori (miglioramento della Classe di Qualità) attraverso: l'introduzione di trattamenti terziari e di vasche di prima pioggia a monte dell'impianto; la determinazione dei carichi da abbattere; la verifica della capacità idraulica dei ricettori; la definizione delle opere di collettamento e delle tipologie impiantistiche dei depuratori in modo che risultino allacciati non solo degli scarichi esistenti ma anche quelli previsti e prevedibili; l'accrescimento dell'efficienza ed economicità del trattamento per gli im-pianti esistenti e definizione delle priorità di realizzazione delle nuove opere. Piano Regionale per la Qualità dell Aria (PRQA) Gli obiettivi del PRQA sono: proteggere popolazione, ecosistemi e patrimonio culturale dagli effetti dell inquinamento atmosferico; proteggere l ecosistema globale; dislocare in maniera ottimale i sistemi di monitoraggio; rilevare la qualità dell aria; controllare le concentrazioni di inquinanti nell aria; prevenire situazioni che possono arrecare danno alla salute delle persone e dell ambiente; verificare l efficacia dei provvedimenti adottati e azioni di supporto; ridurre i gas serra; applicare le BAT (migliori tecniche disponibili) per gli impianti di trattamento; sviluppare ed incrementare il teleriscaldamento. Pag. 84

89 Piano Energetico Regionale (PER) Il PER, approvato il 21 marzo 2003 con D.G.R. n , si configura come uno strumento finalizzato ad aiutare la Regione Lombardia nella sua azione di governo locale mirante a ridurre il costo, economico ed ambientale, dell energia per il sistema lombardo, con le sue attività produttive ed i suoi cittadini. Gli obiettivi strategici dell azione regionale, così come individuati dal Programma Regionale di Sviluppo della VII Legislatura, sono i seguenti: ridurre il costo dell energia per contenere i costi per le famiglie e per migliorare la competitività del sistema delle imprese; ridurre le emissioni climalteranti ed inquinanti, nel rispetto delle peculiarità dell ambiente e del territorio; promuovere la crescita competitiva dell industria delle nuove tecnologie energetiche; prestare attenzione agli aspetti sociali e di tutela della salute dei cittadini collegati alle politiche energetiche, quali gli aspetti occupazionali, la tutela dei consumatori più deboli ed il miglioramento dell informazione, in particolare sulla sostenibilità degli insediamenti e sulle compensazioni ambientali previste. Piano Triennale per lo Sviluppo del Settore del Commercio (PTSSC) Il PTSSC, Piano Triennale per lo Sviluppo del Settore del Commercio , colloca il Comune nell Ambito della pianura lombarda, all interno del quale valgono i seguenti indirizzi di riqualificazione e sviluppo sostenibile: riqualificazione, razionalizzazione e ammodernamento degli insediamenti e dei poli commerciali già esistenti, compresi i parchi commerciali di fatto; valorizzazione della articolazione strutturale della rete di vendita, con un limitato sviluppo della media e grande distribuzione nei centri di storica aggregazione commerciale; qualificazione e specializzazione della rete di vicinato; promozione dell integrazione con il commercio ambulante e dell individuazione di aree dedicate agli operatori ambulanti; disincentivo alla localizzazione delle attività commerciali in aree extraurbane; integrazione della rete commerciale con i sistemi produttivi locali; possibilità di autorizzazione, in un solo esercizio, dell attività commerciale e di altre attività di interesse collettivo; valorizzazione e promozione delle attività commerciali di prossimità nei piccoli comuni. Pag. 85

90 Pianificazione e programmazione di settore a livello provinciale Piano Cave Provinciale (PCP); Il PCP vigente della Provincia di Pavia, approvato con D.C.R. n VIII/344 del 20 febbraio 2007, individua un Ambito estrattivo nel territorio del comune di Gropello Cairoli in località Santo Spirito (ATE g26). Figura 4.3 Stralcio Tavola di Piano per l ATEg26 La scheda di ATE, di seguito riportata, definisce le seguenti condizioni allo stato attuale e previsionale. Pag. 86

91 Pag. 87

92 Piano Faunistico-Venatorio della Provincia di Pavia (PFVP). Il Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Pavia non riconosce Oasi di protezione all interno del territorio comunale e nelle zone limitrofe. Sono, invece, presenti: una Zona di Ripopolamento e Cattura, a Sud (in azzurro); un Azienda Faunistico Venatoria, a NordOvest (in viola), in cui ricade il SIC San Massimo e la porzione della ZPS Boschi del Ticino ; tre Aziende Agrituristico Venatorie (in verde). Sono, inoltre, presenti più appostamenti fissi (triangoli rossi) nella porzione orientale del territorio comunale. Figura 4.4 Istituti faunistici e Siti Natura 2ooo (in bianco) Pag. 88

93 4.4 Attenzioni prioritarie alla scala locale Il vincolo della Zona di Iniziativa comunale (IC) del PTC del Parco del Ticino rappresenta un importante elemento di tutela degli ambiti territoriali ad esso esterni; un Piano urbanistico può pertanto proporre scelte insediative e infrastrutturali nelle sole aree interne all IC, con eventuale incremento della superficie relativa fino ad un massimo del 5% dell attuale. Le scelte proposte dal Piano potrebbero, però, concorrere alla definizione di un insieme di fattori di Pressione, apparentemente circoscritti in un ambito limitato dai confini della Zona IC, determinanti effetti problematici anche a notevole distanza. Risulta, pertanto, necessario individuare i differenti elementi costituenti le attenzioni ambientali prioritarie alla scala locale, verso le quali verificarne il grado di integrazione nello scenario complessivo di Piano. Il paragrafo rende, altresì, conto dei vari condizionamenti riscontrati in sede di Scoping per gli ambiti liberi all interno e in stretta attiguità alla Zona IC, in quanto potenzialmente soggetti a previsioni insediative e infrastrutturali di Piano. Pag. 89

94 4.4.1 Condizionamenti posti dai principali elementi di Vulnerabilità, Pressione e Sensibilità locali Di seguito si riportano i fattori di vulnerabilità, pressione e sensibilità ambientale riscontrati e riconosciuti come prioritari alla scala locale; essi sono: vulnerabilità del suolo e degli acquiferi; infrastrutture esistenti e previste costituenti fattore determinante Pressione ambientale; aziende a Rischio di Incidente Rilevante; frammistione tra destinazioni insediativi produttivi e/o artigianali e residenziali e/o spazi dedicati ai servizi per la collettività; grado di adeguatezza del sistema depurativo; elementi di sensibilità agro-eco-paesitica. Per la loro localizzazione si rimanda alle Tavole allegate al Piano, di seguito elencate. Tabella 4.4 Riferimenti localizzativi degli elementi trattati Elementi considerati Vulnerabilità del suolo e degli acquiferi Infrastrutture esistenti e previste costituenti fattore determinante Pressione ambientale Aziende a Rischio di Incidente Rilevante Frammistione tra destinazioni insediativi produttivi e/o artigianali e residenziali e/o spazi dedicati ai servizi per la collettività Grado di adeguatezza del sistema depurativo Elementi di sensibilità agro-eco-paesitica Riferimento cartografico Carta della Fattibilità geologica (DP10) Carta dei Vincoli (DP09) Carta del Paesaggio (DP08) Analisi del Suolo urbano (DP07) Carta del Paesaggio (DP08) Tali condizionamenti verranno utilizzati, inoltre, per la valutazione del Piano nel suo complesso. Pag. 90

95 Tabella 4.5 Fattori di vulnerabilità, pressione e sensibilità ambientale riscontrati e riconosciuti come prioritari alla scala locale Vulnerabilità idrogeologiche Le condizioni di maggior vulnerabilità si riscontrano nella porzione settentrionale del territorio comunale, oltre la scarpata morfologica originata dall attività erosiva del Fiume Ticino, ove la soggiacenza della falda freatica oscilla tra 0,5 e -1,0 m dal piano campagna e sono presenti suoli che, data la loro caratteristica intrinseca, possono essere soggetti ad inquinamento per infiltrazione. Infrastrutture esistenti e previste costituenti fattore determinante Pressione ambientale Infrastrutture stradali Attualmente il territorio comunale è attraversato in senso nord/est sud/ovest dall Autostrada A7 Milano Genova, con presenza di casello autostradale localizzato nella porzione orientale dell area IC. L asse autostradale, in entrata da nord alla Zona IC, si sviluppa in trincea in un ambito prevalentemente produttivo, per poi proseguire in rilevato alto in uscita verso sud; la presenza dello svincolo in rilevato, ove si riscontra sul lato occidentale una porzione del nucleo abitato di Gropello, definisce una condizione di elevata criticità per quanto attiene l esposizione della popolazione insediata in tale contesto a fattori di inquinamento e disturbo. L abitato di Gropello è dotato, inoltre, di una tangenziale sud, lungo la SS 596, che delimita parzialmente il perimetro meridionale della Zona IC (tra l A7 e la rotatoria su Via Sassi). Tale asse viario, caratterizzato da elevate quantità di traffico circolante e realizzato in rilevato (in parte basso e in parte alto), costituisce allo stato attuale fattore di pressione (inquinamento atmosferico, acustico, sul suolo e nelle acque sotterranee) sulle aree attraversate. A sud del territorio comunale, è prevista la realizzazione dell Autostrada Broni Mortara, con svincolo in rilevato alto al raccordo con l A7. La distanza minima tra il sedime della nuova strada e il confine meridionale della Zona IC è superiore ai 500m. I quantitativi di traffico circolante sulla nuova autostrada, cumulati a quelli gravitanti sulla A7 e sulla Tangenziale Sud potranno concorrere ad un elevato incremento del quadro emissivo locale (significativo il contributo emissivo di inquinanti atmosferici), in concomitanza, inoltre, della futura presenza di due svincoli a breve distanza l uno dall altro (1 km in linea d aria). Si segnala, infine, come le aree agricole intercluse tra la Tangenziale Sud e l asse della Bro-Mo saranno soggetto di elevati livelli di inquinamento, derivante da effetti cumulativi indotti dalle immissioni derivanti dal traffico circolante sulle sue viabilità. Infrastrutture ferroviarie In attraversamento nella zona centrale della Zona IC (con sviluppo Est-Ovest), si evidenzia, inoltre, il tracciato ferroviario che collega Mortara con Pavia. Nonostante tale asse non sia interessato attualmente dal transito di convogli merci, il relativo potenziamento previsto potrebbe incrementare i passaggi odierni, con conseguente incremento dei fattori di pressione sulle aree attraversate (rumore e vibrazioni). Infrastrutture per la distribuzione elettrica Il territorio di Gropello è, inoltre, interessato da due linee elettriche aeree ad Alta (130 kv di ENEL) e ad Altissima tensione (380 kv Baggio-Castelnuovo S. di TERNA). Il passaggio del secondo elettrodotto dentro la Zona IC, nella porzione occidentale, può rappresentare fonte di problematicità per le attuali e possibili future edificazioni previste in stretta attiguità. Come già evidenziato nel quadro vincolistico e programmatico, il territorio di Gropello (a ovest della Zona IC) sarà interessato dal passaggio della nuova linea elettrica ad AAT 380kV Trino-Lacchiarella. Il cui tracciato è stato definito tra TERNA e i comuni coinvolti con Protocollo di Intesa del 2 aprile In Comune sono presenti, inoltre, tre antenne per la telefonia e per la radio/telecomunicazioni. Una delle tre è collocata in ambito urbano sensibile (residenziale), in Via Trento. Pag. 91

96 Aziende a Rischio di Incidente Rilevante Nella porzione orientale del centro abitato, tra il casello autostradale (a ovest), Via Pavia (a sud) e l orlo di terrazzo (a est), è presente uno stabilimento (Farmabios S.r.l.) riconosciuto a Rischio di Incidente Rilevante. L attività consiste nella produzione di principi attivi farmaceutici mediante processi discontinui e lavorazioni a campagna; in tali processi vengono impiegate e immagazzinate sostanze pericolose che figurano in Allegato I, Parte 1 e 2, del D.lgs 334/9, in quantità totale superiore ai limiti di soglia previsti dall Allegato I, Parte 2, Nota 4. Lo stabilimento risulta soggetto agli obblighi di cui agli artt. 6 e 7 del D.lgs 334/99. Allo stato attuale, l Elaborato tecnico redatto in conformità ai disposti del DM 9 maggio 2001 (ERIR) non identifica possibilità di effetti domino. Per quanto attiene agli areali di danno potenziale (in cui secondo il gestore potrebbero verificarsi rischi significativi correlati al rilascio tossico) sono state individuate dall ERIR tre fasce per le quali sono state espresse le possibili destinazioni d uso compatibili: Indicatori Elevata letalità Lesioni irreversibili Fascia di rispetto Distanza max (m) 35 (interno allo 115 (anche esterno al lo stabilimento) stabilimento) 275 Categorie territoriali ammesse (*) F E F D E F Indice di edificabilità 0.5 mc/mq 1 mc/mq Categoria D: - aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l'indice fondiario di edificazione sia compreso tra 1 e 0,5 mc/mq - luoghi soggetti ad affollamento rilevante, con frequentazione al massimo mensile (ad esempio fiere, mercatini o altri eventi periodici, cimiteri, ecc.) - autostrade e tangenziali in presenza di sistemi di allertamento e deviazione del traffico in caso di incidente - strade statali ad alto transito veicolare Categoria E: - aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l'indice fondiario di edificazione sia inferiore a 0,5 m3/m2; - insediamenti industriali, artigianali, agricoli, e zootecnici; Categoria F: - area entro i confini dello stabilimento; - area limitrofa allo stabilimento, entro la quale non sono presenti manufatti o strutture in cui sia prevista l'ordinaria presenza di gruppi di persone. Frammistione tra destinazioni insediative differenti Le superfici industriali più significative sono collocate nella porzione orientale della Zona IC del paese, a cavallo dell asse autostradale, con accessibilità esclusiva lungo la Via Zanotti. Tale ultima condizione definisce un elemento di significativa criticità, data dal passaggio obbligato dei mezzi a servizio degli insediamenti lungo una asse che si sviluppa in un contesto prevalentemente residenziale e con raccordo alla viabilità centrale di Gropello (Via Libertà e Via Don Motti). La Tavola DP07 (Analisi del Suolo urbano) rende conto anche dei numerosi casi di intrusione in contesti residenziali (anche in Centro Storico) di unità insediative artigianali e produttive, le quali rappresentano o potranno rappresentare fattore di problematicità (inquinamento, disturbo e rischio) sugli abitanti insediati e potenzialmente insediabili dal Piano nelle aree attigue o lungo la viabilità utilizzata anche da mezzi pesanti. Pag. 92

97 Grado di adeguatezza del sistema depurativo Il Depuratore presente a nord di Via Zanotti, che convogli le acque in uscita dall impianto direttamente nel Cavo Gipponi, collegato più a nord col Fiume Ticino, presenta una potenzialità pari a 6.250AE e attualmente riceve un carico in entrata pari a AE. Dovrà pertanto essere verificato il quadro complessivo di carico indotto rispetto alle potenzialità dell impianto. Elementi di sensibilità agro-eco-paesitica La Carta del Paesaggio (DP08), allegata al Piano, permette di identificare i differenti elementi agro-ecopaesistici presenti nel territorio comunale. Come già evidenziato, il territorio comunale è interessato dalla presenza di due aree appartenenti alla Rete ecologica europea Natura 2000: la ZPS Boschi del Ticino (coincidente con una frazione isoalta del Parco Naturale del Parco del Ticino) ed il SIC San Massimo, confinate con la porzione nord occidentale della Zona IC. Il SIC, nonostante la forte componente agricola, che nel tempo ne ha destrutturato l assetto ecosistemico intrinseco (47% tra seminativi irrigui, altri seminativi e impianti forestali), risulta caratterizzato da un buon grado di naturalità, rappresentata principalmente da habitat boschivi (49%) e, in misura molto minore, da ambienti umidi (2%). Il sito è caratterizzato dalla presenza di 110 specie animali: la comunità ornitica è la più ricca con 74 specie, di cui 12 presenti nell Allegato I della Direttiva 79/409/CEE; fra gli altri gruppi tassonomici si evidenzia la presenza di 4 specie di pesci ed 1 di insetti elencate nell Allegato II della Direttiva 92/43/CEE. Complessivamente è stata riscontrata la presenza di tre habitat d interesse comunitario (All. I Dir. 92/43/CEE). Uno di questi risulta prioritario ai fini della conservazione (Dir. 92/43/CEE) ed è quello con maggior estensione, occupando il 35% della superficie del sito: le Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-padion, Alnion incanae, Salicion albae) (codice 91E0). Gli altri due habitat, invece, hanno una distribuzione puntiforme o lineare, con dimensioni ridotte (poche decine di mq), e sono soggetti a fluttuazioni: si tratta di Fiumi delle pianure e montani con vegetazione del Ranunculion fluitantis e Callitricho-Batriachion (codice 3260) e Comunità di margine igro-nitrofile (codice 6431). Nel sito non sono presenti infrastrutture e gli unici edifici ricadenti entro i confini sono due cascine, localizzate centralmente. La presenza antropica non sembra rappresentare un fattore di disturbo durante la primavera e l estate, quando è prevalentemente legata alle attività agricole, mentre, durante la stagione venatoria, si suppone un impatto antropico maggiore. Si evidenzia, infine, tra le vulnerabilità del sito l elevato grado di ingressione di specie vegetali alloctone (Robinia pseudoacacia). Pag. 93

98 4.4.2 Criteri di compatibilità specifici per ambito di intervento Di seguito si riportano, come già anticipato in fase di Orientamento al Piano (Scoping), i condizionamenti riscontrati negli ambiti soggetti a previsioni insediative e infrastrutturali di Piano, interni e attigui all attuale perimetro della Zona IC del Parco del Ticino, definendo per ciascuna area indagata: i vincoli, le sensibilità presenti, interne ed in stretta attiguità all esterno, e le pressioni attualmente presenti e in previsione, internamente e nelle immediate vicinanze, ritenute potenzialmente influenti sullo specifico ambito. Tali condizioni hanno poi permesso di definire specifici criteri di compatibilità per i singoli ambiti, al fine di verificarne il rispetto delle eventuali scelte proposte dal Piano. Le immagini riportate nelle schede correlate sono state estratte dalla Tavola di Piano DP07 Analisi del Suolo urbano, a cui si rimanda per una esaustiva lettura. Figura 4.5 Ambiti liberi interni alla Zona IC, potenzialmente soggetti a Pressione insediativa A09 A08 A06 A07 A05 A01 A04 A02 A03 Pag. 94

99 AMBITO 01. Zona di Margine Ovest (tra Via Marconi, Canale Cavour e Linea ferroviaria) Vincoli Fattori di sensibilità interna Fattori di sensibilità esterna limitrofa Fascia di rispetto stradale cat. F lungo via Marconi Fascia di rispetto ferroviaria Ambiti boscati (ex D.Lgs. 42/2004) a sud cascina posta lungo via Marconi Presenza di tessuto residenziale nella porzione nord orientale Presenta di una zona agricola interclusa tra il Canale Cavour e la zona produttiva Presenza di un area boscata vincolata Presenza di elementi del paesaggio agricolo da preservare (rustici, manufatti funzionali alla irrigazione dei campi e tracciati interpoderali) Ambito fortemente sensibile da un punto di vista percettivo Presenza di terreni riservati all attività agricola inseriti in area G2 del Parco del Ticino da valorizzare quali elementi caratterizzanti del paesaggio Pag. 95

100 Presenza di tessuto produttivo di rilevanti dimensioni a est Presenza di tracciato ferroviario di cui è previsto Fattori di Pressione interna un futuro potenziamento Elettrodotto Terna 380 KV posto tra l area di rispetto cimiteriale e l area produttiva a sud di via Marconi Fattori di Pressione esterna limitrofa - Criteri di compatibilità assunti Criterio Tutela del benessere dei cittadini, evitando la loro esposizione a fattori di disturbo, inquinamento (acustico, atmosferico, olfattivo) e rischio. Riqualificare e rifunzionalizzare il tessuto urbano ed il sistema infrastrutturale Conservare e migliorare la qualità ecologica complessiva e tutelare e valorizzare i caratteri identitari del paesaggio Orientamento suggerito Allontanare eventuali previsioni residenziali da fattori di pressione attuale (ad es.: tracciato ferroviario esistente, Via Marconi, insediamento produttivo e elettrodotto Terna 380kV) Qualora siano previste nuove edificazioni, preferire la loro localizzazione in stretta attiguità a quelle esistenti. Associare alle previsioni adeguati interventi di ricomposizione ecopaesistica Contenere l impermeabilizzazione del suolo. Tutelare gli elementi caratterizzanti il paesaggio presenti: cascine, rustici, tracciati interpoderali, filari, siepi. Conservare gli elementi di naturalità presenti. Pag. 96

101 AMBITO 02. Zona di margine Sud (area compresa tra via Don Motti, via Vittorio Veneto, via Cantoni, via Piave, Canale Cavour, SS 596, Autostrada A7) Vincoli Fascia di rispetto stradale cat. A lungo l autostrada A7, cat. C lungo la SS596 e Via Vittorio Veneto Fascia di rispetto ferroviaria Ambiti boscati (ex D.lgs. 42/2004) attorno alla cascina Cairoli Fascia di rispetto del pozzo posto in via Vittorio Veneto Zona di interesse archeologico posta in corrispondenza del nucleo abitato che si sviluppa lungo la SP19 Fascia di rispetto relativa al Canale Cavour Tracciato viario storico (via Don Motti) Pag. 97

102 Fattori di sensibilità interna Fattori di sensibilità esterna limitrofa Fattori di Pressione interna Fattori di Pressione esterna limitrofa Criteri di compatibilità assunti Criterio Tutela del benessere dei cittadini evitando la loro esposizione a fattori di disturbo, inquinamento (acustico, atmosferico, olfattivo) e rischio. Riqualificare e rifunzionalizzare il tessuto urbano ed il sistema infrastrutturale Conservare e migliorare la qualità ecologica complessiva e tutelare e valorizzare i caratteri identitari del paesaggio Presenza di edilizia residenziale lungo via Don Motti e lungo la SP19 Presenza di una zona agricola interclusa tra il Canale Cavour e la tangenzialesp19 Presenza di due aree boscate vincolate presso la Cascina Cairoli Presenza di elementi del paesaggio agricolo da preservare (rustici, manufatti funzionali alla irrigazione dei campi e tracciati interpoderali) Presenza di un campo sportivo lungo via Vittorio Veneto Ambito fortemente sensibile da un punto di vista percettivo Presenza di terreni riservati all attività agricola inseriti in area G2 del Parco del Ticino da valorizzare quali elementi caratterizzanti del paesaggio Presenza di un nucleo produttivo e commerciale tra la via Don Motti e l autostrada Presenza di tracciato ferroviario di cui è previsto un futuro potenziamento Presenza del tracciato autostradale e del tracciato della SS596 Presenza di direttrici di penetrazione urbana connesse con la tangenziale e l autostrada Passaggio, più a sud, dell asse con svincolo, della nuova autostrada Broni-Mortara Orientamento suggerito Allontanare eventuali previsioni insediative (residenziali o produttive) da fattori di pressione attuale e futura Evitare previsioni insediative di tipo produttivo nella zona interclusa tra il Canale Cavour e Via V. Veneto. Creare migliori condizioni di accessibilità alla tangenziale dall abitato, lungo Via Veneto. Contenere l impermeabilizzazione del suolo. Tutelare gli elementi caratterizzanti il paesaggio della porzione di territorio ad ovest di via Veneto. Associare alle previsioni adeguati interventi di ricomposizione ecopaesistica Pag. 98

103 AMBITO 03. Zona di margine Sud - Est (compresa tra la zona produttiva adiacente al casello autostradale, la SS 596 e l Autostrada A7) Vincoli Fattori di sensibilità interna Fattori di sensibilità esterna limitrofa Fascia di rispetto stradale cat. C lungo la SS596 e cat. F. lungo via Pavia Fascia di rispetto ferroviaria Ambiti boscati (ex D.lgs. 42/2004) a nord est. Zone di interesse archeologico poste a sud est. Tracciato viario storico (via Don Motti via Pavia). Areali di danno potenziale dello stabilimento RIR a sud. Presenza di un area boscata a nord est Ambito fortemente sensibile da un punto di vista percettivo Presenza di terreni riservati all attività agricola inseriti in aree G2 e C2 del Parco del Ticino da valorizzare quali elementi caratterizzanti del paesaggio Presenza di aree boscate su scarpata Pag. 99

104 Fattori di Pressione interna Fattori di Pressione esterna limitrofa Criteri di compatibilità assunti Criterio Tutela del benessere dei cittadini evitando la loro esposizione a fattori di disturbo, inquinamento (acustico, atmosferico, olfattivo) e rischio. Conservare e migliorare la qualità ecologica complessiva e tutelare e valorizzare i caratteri identitari del paesaggio Presenza di stabilimento a rischio di incidente rilevante a Nord Presenza di tracciato ferroviario di cui è previsto un futuro potenziamento Presenza del tracciato autostradale e del tracciato della SS596 Presenza di via Pavia quale direttrice privilegiata di smistamento del traffico proveniente e afferente l autostrada e le aree produttive limitrofe Presenza di un elettrodotto Enel della tensione di 130 kv e di cabina elettrica, a Sud Orientamento suggerito Evitare previsioni insediative di tipo residenziale Contenere l impermeabilizzazione del suolo. Porre attenzione all inserimento ecopaesistico degli eventuali nuovi insediamenti e associare interventi di ambientalizzazione ecosistemica e paesistica. Porre attenzione all inserimento degli eventuali nuovi insediamenti anche in funzione dei vincoli archeologici presenti. Pag. 100

105 AMBITO 04. Zona IC posta a Sud - Est del Capoluogo lungo la SS596 Vincoli Fattori di sensibilità interna Fattori di sensibilità esterna limitrofa Fascia di rispetto stradale cat. C lungo la SS596 Fascia di rispetto ferroviaria Ambiti boscati (ex D.lgs. 42/2004) a nord est Zone di interesse archeologico che interessano gran parte del territorio Tracciato viario storico (via Don Motti via Pavia) Presenza di aree intercluse ad uso prevalentemente agricolo Ambito fortemente sensibile da un punto di vista percettivo Presenza di terreni riservati all attività agricola inseriti in aree G2 e C2 del Parco del Ticino da valorizzare quali elementi caratterizzanti del paesaggio Presenza di fascia boscata su scarpata Pag. 101

106 Fattori di Pressione interna Fattori di Pressione esterna limitrofa Criteri di compatibilità assunti Criterio Tutela del benessere dei cittadini evitando la loro esposizione a fattori di disturbo, inquinamento (acustico, atmosferico, olfattivo) e rischio. Conservare e migliorare la qualità ecologica complessiva e tutelare e valorizzare i caratteri identitari del paesaggio Presenza di area degradata da recuperare a nord Presenza di edilizia commerciale e produttiva su gran parte del territorio, in attiguità con le aree ad uso prevalentemente agricolo Presenza di tracciato ferroviario di cui è previsto un futuro potenziamento Presenza del tracciato della SS596 Accessibilità dei comparti direttamente su SS596, senza viabilità di arroccamento o presenza di rotatorie Presenza di Ambito Estrattivo a NordOvest, con traffico di servizio in ingresso dalla SS596, a ovest dell ambito Orientamento suggerito Evitare previsioni insediative di tipo residenziale. Creare migliori condizioni di accessibilità all area, facilitando l immissione del traffico veicolare sulla SS 596. Qualora siano previste nuove edificazioni, preferire la loro localizzazione in stretta attiguità a quelle esistenti. Contenere l impermeabilizzazione del suolo. Porre attenzione all inserimento ecopaesistico degli eventuali nuovi insediamenti e associare interventi di ambientalizzazione ecosistemica e paesistica. Porre attenzione all inserimento degli eventuali nuovi insediamenti anche in funzione dei vincoli archeologici presenti. Pag. 102

107 AMBITO 05. Zona di margine Est (porzione dell area IC posta ad est dell autostrada e a nord del complesso produttivo posto su via Pavia) Vincoli Fattori di sensibilità interna Fascia di rispetto stradale cat. A lungo l autostrada A7 Ambiti boscati (ex D.lgs. 42/2004) lungo il confine nord e sud - est dell IC Zone di interesse archeologico poste nella porzione nord orientale del centro abitato e nell immediato intorno, nella porzione nord orientale del territorio IC e in quella sud orientale Fascia di rispetto relativa all impianto di depurazione Areali di danno potenziale dello stabilimento RIR a sud Presenza di una zona agricola interclusa tra lo svincolo autostradale e i poli produttivi posti a nord e a sud del medesimo Presenza di un area boscata lungo il confine nord dell area IC presso il polo produttivo Pag. 103

108 Fattori di sensibilità esterna limitrofa Fattori di Pressione interna Fattori di Pressione esterna limitrofa Criteri di compatibilità assunti Criterio Tutela del benessere dei cittadini evitando la loro esposizione a fattori di disturbo, inquinamento (acustico, atmosferico, olfattivo) e rischio. Riqualificare e rifunzionalizzare il tessuto urbano ed il sistema infrastrutturale Presenza di terreni riservati all attività agricola inseriti nelle aree C2 e G2 del Parco del Ticino da valorizzare quali elementi caratterizzanti del paesaggio Presenza di un area boscata posta ad est dell area considerata Presenza di due poli produttivi a nord e a sud dello svincolo autostradale Presenza di un attività produttiva RIR a est dello svincolo autostradale Presenza del tracciato autostradale e dello svincolo collegato al casello Accessibilità al polo produttivo a nord dello svincolo autostradale consentita esclusivamente dal sovrappasso al termine di viale Zanotti Orientamento suggerito Evitare previsioni insediamenti residenziali. Prevedere nuovi insediamenti coerentemente con gli areali di danno potenziale dello stabilimento RIR Creare migliori condizioni di accessibilità all area, programmando una nuova viabilità di servizio al produttivo esistente e potenzialmente previsto Creare migliori condizioni di accessibilità all area, programmando una nuova viabilità di servizio al produttivo esistente e potenzialmente previsto Qualora siano previste nuove edificazioni, preferire la loro localizzazione in stretta attiguità a quelle esistenti. Porre attenzione all inserimento ecopaesistico degli eventuali nuovi insediamenti e associare interventi di ambientalizzazione ecosistemica e paesistica. Porre attenzione all inserimento degli eventuali nuovi insediamenti anche in funzione dei vincoli archeologici presenti. Pag. 104

109 AMBITO 06. Zona di margine Nord del centro abitato (tra via Roma e l autostrada A7) Vincoli Fattori di sensibilità interna Fattori di sensibilità esterna limitrofa Ambiti boscati (ex D.lgs. 42/2004) Zone di interesse archeologico (areali di ritrovamento) su gran parte del territorio Fascia di rispetto del depuratore Presenza di aree boscate sparse Presenza di elementi caratterizzanti il paesaggio agricolo perturbano Presenza di terreni riservati all attività agricola inseriti nelle aree C2 del Parco del Ticino da valorizzare quali elementi caratterizzanti del paesaggio Presenza di aree a vegetazione naturale a nord, oltre l orlo di scarpata Presenza di un area produttiva e commerciale a Fattori di Pressione interna sud est, lungo via Zanotti, e di un area produttiva ad ovest, lungo via Roma. Fattori di Pressione esterna limitrofa Presenza degli impianti del depuratore a est Pag. 105

110 Criteri di compatibilità assunti Criterio Tutela del benessere dei cittadini evitando la loro esposizione a fattori di disturbo, inquinamento (acustico, atmosferico, olfattivo) e rischio. Tutelare e valorizzare i caratteri identitari del paesaggio Orientamento suggerito Evitare previsioni insediamenti produttivi e commerciali. Allontanare eventuali previsioni residenziali da fattori di pressione attuale (aree produttive esistenti, area depuratore). Qualora sia prevista nuova edificazione residenziale, nella scelta della localizzazione dei nuovi edifici tendere alla ricomposizione dei margini e al contenimento dell impermeabilizzazione del suolo, attraverso una localizzazione in stretta attiguità agli edifici esistenti e una distribuzione più rada degli edifici stessi. Gli insediamenti previsti dovranno essere caratterizzati da un elevata qualità formale (morfologica ed estetica) finale degli edifici per contribuire alla riduzione dell impatto paesistico. Conservare e migliorare la qualità ecologica complessiva Mantenere e salvaguardare gli elementi di naturalità presenti. Incrementare efficacemente la struttura ecosistemica locale Pag. 106

111 AMBITO 07. Zona di margine Nord del centro abitato (tra via Cairoli e via S. L. Beccari) Vincoli Zona di rispetto di pozzo idropotabile a nord est. Fattori di sensibilità interna Fattori di sensibilità esterna limitrofa Presenza di vasta area agricola interclusa, di potenziale valore paesistico Vicinanza con il SIC San Massimo e con i relativi elementi ecosistemici strutturanti Presenza di terreni riservati all attività agricola inseriti nelle aree C2 del Parco del Ticino da valorizzare quali elementi caratterizzanti del paesaggio Fattori di Pressione interna - Fattori di Pressione esterna limitrofa Presenza di tessuto urbanizzato su tre lati dell area. Pag. 107

112 Criteri di compatibilità assunti Criterio Tutela del benessere dei cittadini evitando la loro esposizione a fattori di disturbo, inquinamento (acustico, atmosferico, olfattivo) e rischio. Tutelare e valorizzare i caratteri identitari del paesaggio Conservare e migliorare la qualità ecologica complessiva Orientamento suggerito Evitare la localizzazione di nuovi insediamenti produttivi e/o commerciali. Allontanare eventuali previsioni insediative dall area di rispetto del pozzo idropotabile. Qualora sia prevista nuova edificazione residenziale, nella scelta della localizzazione dei nuovi edifici tendere alla ricomposizione dei margini e al contenimento dell impermeabilizzazione del suolo, attraverso una localizzazione in stretta attiguità agli edifici esistenti e una distribuzione rada degli edifici stessi. Porre attenzione all inserimento ecopaesistico degli eventuali nuovi insediamenti e associare interventi di ambientalizzazione ecosistemica e paesistica. Gli insediamenti previsti dovranno essere caratterizzati da un elevata qualità formale (morfologica ed estetica) finale degli edifici per contribuire alla riduzione dell impatto paesistico. Contenere l impermeabilizzazione. Incrementare efficacemente la struttura ecosistemica locale Pag. 108

113 AMBITO 08. Zona di margine Nord del centro abitato (estremo settentrionale lungo via Chiozzo) Vincoli Ambiti boscati (ex D.lgs. 42/2004) lungo il confine nord Limite Rete Natura 2000 (SIC San Massimo) Fattori di sensibilità interna Presenza di aree naturali lungo il confine nord. Presenza di aree ad uso prevalentemente produttivo agricolo. Presenza di fronte di scarpata Fattori di sensibilità esterna limitrofa Vicinanza con il SIC San Massimo, i cui confini lambiscono i lati nord ed ovest dell area Presenza di terreni riservati all attività agricola inseriti nelle aree C2 e G2del Parco del Ticino da valorizzare quali elementi caratterizzanti del paesaggio Fattori di Pressione interna Presenza dell elettrodotto TERNA a 380 kv che attraversa l estremità nord occidentale dell area Potenziali problematicità idrogeomorfologiche Fattori di Pressione esterna limitrofa - Pag. 109

114 Criteri di compatibilità assunti Criterio Tutela del benessere dei cittadini evitando la loro esposizione a fattori di disturbo, inquinamento (acustico, atmosferico, olfattivo) e rischio. Riqualificare e rifunzionalizzare il tessuto urbano ed il sistema infrastrutturale Conservare e migliorare la qualità ecologica complessiva Orientamento suggerito Evitare la localizzazione di nuovi insediamenti produttivi e/o commerciali. Allontanare eventuali abitazioni dalla linea elettrica esistente Evitare nuovi insediamenti; tendere al recupero dell esistente. Servire l area di adeguati connessioni viabilistiche. Evitare la perdita di elementi vegetazionali presenti all interno dell area IC e l alterazione delle fitocenosi limitrofe. Pag. 110

115 AMBITO 09. Zona di margine Nord Ovest (fascia compresa tra il Canale Cavour e il nucleo abitato sviluppato attorno a via Chiozzo) Vincoli Fascia di rispetto del Canale Cavour. Fattori di sensibilità interna Presenza di aree agricole. Presenza del Canale Cavour. Ambito di margine urbano Fattori di sensibilità esterna limitrofa Vicinanza con il SIC San Massimo, i cui confini lambiscono l estremità nord ovest dell area Presenza di terreni riservati all attività agricola inseriti nell area G2del Parco del Ticino da valorizzare quali elementi caratterizzanti del paesaggio Fattori di Pressione interna - Fattori di Pressione esterna limitrofa Vicinanza con il tracciato dell elettrodotto TERNA a 380 kv Pag. 111

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