CAPITOLO I INTRODUZIONE
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- Severino Magni
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1 CAPITOLO I INTRODUZIONE 1.1 Oggetto e scopo del lavoro In un periodo in cui si sviluppa la globalizzazione 1 si ha il bisogno di sviluppare tematiche riguardanti i fattori che influenzano questo fenomeno, sul quale si stanno scrivendo pagine importanti della moderna politica economica. Lo sviluppo della globalizzazione viene inteso come l avvicendarsi di alcuni fenomeni molto importanti come: aumento del commercio internazionale, diffusione delle imprese multinazionali e finanziarizzazione dell economia 2. Uno degli elementi più importanti per spiegare tale processo, è il tasso di cambio, che rappresenta uno dei fattori più importanti nell equilibrio dell economia internazionale. La costituzione dell Unione Europea, cui hanno aderito 15 paesi, Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Gran 1 2 Processo di integrazione tra le economie della maggior parte dei paesi del mondo che si è sviluppato soprattutto a partire dalla fine della seconda guerra mondiale. E un fenomeno che riguarda particolarmente i paesi a economia di mercato sviluppata, cioè i paesi del Nord America, dell Europa occidentale e del Sud est asiatico, e consiste nell influenza del mercato finanziario da parte di alcune banche le quali danno sempre meno peso alle variabili economiche come la produzione e l investimento. 1
2 Bretagna, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna, Svezia, simboleggia una svolta nell integrazione politica ed economica del vecchio continente. Si prevede anche per i prossimi anni un allargamento dell Unione Europea ad altri paesi soprattutto dell est. La nascita dell euro costituisce, così, una tappa fondamentale nel processo di unificazione europea; ma per rendere possibile questa svolta epocale, i paesi aderenti hanno pagato un prezzo salato. I limiti imposti dal Trattato di Maastricht hanno ridotto il tasso di crescita, aumentata a livelli intollerabili la quota di popolazione attiva inoccupata e disoccupata, intaccato lo Stato sociale, resa insostenibile la pressione fiscale. Dinanzi all entità dei sacrifici, giova tornare a chiedersi, se ne è valsa la pena, una domanda che molti italiani si sono posti in questi anni. Perché tanti sacrifici per la moneta unica? Non avrebbero potuto coesistere le varie monete nazionali collegate tra loro da parità fisse? Perché rinunciare alla politica monetaria nazionale e alla possibilità di variare i tassi di cambio? Per rispondere a queste domande bisogna dapprima affermare che una moneta unica era ed è necessaria per almeno tre motivi: 1. un mercato unico e integrato, come quello in Europa, richiede una moneta unica; 2. un mercato unico come quello europeo deve godere di stabilità monetaria; 2
3 3. l Europa Unita richiede uno strumento monetario che ne rappresenti il peso economico e faccia da contrappeso al dollaro nel sistema monetario internazionale, che esercita nei confronti dell Europa almeno due condizionamenti. Il primo condizionamento nasce dal fatto che circa il 50% degli scambi internazionali è denominato in dollari, e l Europa, adottando l euro, può in parte proteggersi dagli effetti delle variazione dei tassi di cambio con il dollaro. Il secondo condizionamento esercitato dal dollaro sull economia europea è legato al ruolo svolto dalla moneta americana come riserva internazionale di valore. Ci si augura, pertanto, che grazie all euro, l Europa sarà in grado di competere pienamente con gli Stati Uniti, il Giappone e il resto delle potenze mondiali. Importante sarà, infatti, esaminare il comportamento dell euro, le sue fluttuazioni nei confronti della valuta internazionale più forte quale è il dollaro statunitense a partire dalla sua introduzione come moneta scritturale. La nostra analisi, infatti, sarà incentrata proprio su questo tema: valutare le cause delle fluttuazioni del cambio tra euro e dollaro. Per fornire una valida motivazione alla scelta del dollaro occorre fare una premessa. Alla fine della seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti erano l'unico paese in grado di garantire ai paesi europei e al Giappone, devastati dal conflitto, i beni e i servizi di consumo. Si registrò quindi un forte aumento delle esportazioni di beni dagli Stati 3
4 Uniti e, poiché questi beni venivano pagati in dollari USA, questa moneta divenne molto ricercata e il suo valore di mercato aumentò. Nel 1944, nella conferenza di Bretton Woods, i paesi a economia di mercato scelsero un nuovo sistema di cambi, basato non più sull oro, ma sul dollaro USA: il valore di ciascuna moneta nazionale fu fissato in relazione alla moneta statunitense e le riserve monetarie vennero accumulate in questa moneta. Ciò spiega perché il dollaro viene considerato la moneta di riferimento nel mercato internazionale. Introdotto dal 1 gennaio 1999, l euro ha sostituito l'ecu, la moneta-paniere utilizzata nell ambito del Sistema monetario europeo; in questa data i tassi di cambio tra monete dei paesi che hanno aderito all Unione Monetaria Europea (UME) e l euro sono stati fissati irrevocabilmente. Dei 15 paesi che hanno aderito all Unione Europea, solo 11 hanno deciso di entrare nell UME e dunque in Eurolandia; sono state escluse, infatti, la Gran Bretagna, la Svezia e la Danimarca per loro volere, mentre la Grecia è stata esclusa perché non ha rispettato tutti i parametri di Maastricht. L euro, che sarà gestito dalla Banca centrale europea che ha il compito di guidare la politica monetaria, verrà utilizzato in questa fase, nel sistema dei pagamenti, sui mercati monetari e valutari, nell emissione dei titoli di stato. Dal 1 gennaio del 2002 sarà immesso in circolazione in tutti i paesi dell UME, e dopo sei mesi, a 4
5 partire dal 1 luglio, sostituirà definitivamente le monete nazionali, che saranno ritirate. Secondo gli esperti economico-finanziari, l'euro è destinato a diventare una delle monete più forti del mondo. Sulla base di questa affermazione studieremo l andamento del cambio nei primi due anni di vita dell euro, valutando la sua evoluzione in relazione alle decisioni di politica economica delle varie istituzioni in particolare della BCE. Si considererà quella che può essere definita la variabile d influenza per eccellenza del tasso di cambio rappresentata dal tasso d interesse. Saranno in seguito avanzate delle ipotesi riguardo i fattori che portano alla valutazione del cambio giornaliero, testando la loro influenza con opportuni test. Fine ultimo dello studio è di spiegare la relazione tra i fattori testati e il tasso di cambio. 5
6 1.2 Fonte dei dati Nella prima parte della tesi, saranno considerati i tassi di cambio a pronti tra euro e dollaro dal 4 gennaio 1999 al 29 dicembre 2000 tratti dal quotidiano Il Sole 24 Ore. Si considereranno in seguito i dati giornalieri divisi per giorni della settimana tratti sempre dal quotidiano Il Sole 24 Ore. Per spiegare i fattori che influenzano il cambio, saranno valutate altre serie di dati: l indice del mercato borsistico americano, Dow Jones, e alcuni indici di borsa europei, il Mibtel di Milano, il Dax di Francoforte e il Cac di Parigi. Saranno altresì considerati i dati mensili della produzione industriale americana ed europea, quest ultima ottenuta con una media di tre produzioni industriali: italiana, francese, tedesca. A quest ultima serie di dati saranno affiancati i dati del tasso di cambio mensili ottenuti dalla Banca d Italia. 6
7 1.3 Organizzazione del lavoro La tesi seguirà questo percorso: 1. Analisi classica delle serie storiche per commentare l andamento delle più importanti componenti: il trend, la destagionalizzazione, la componente ciclica e infine la serie depurata. 2. Un commento economico all analisi precedente attraverso l uso di alcuni indicatori. 3. Analisi inferenziale delle variabili che influenzano il tasso di cambio attraverso i modelli di regressione e alcuni test statistici. 4. Analisi econometrica riguardante lo studio dell eteroschedasticità e dell autocorrelazione delle variabili con opportuni test e l ausilio grafico di alcuni plot. 5. Analisi dei residui. 7
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