Accademia di filosofie olistiche via Pasquale Gatti, Ceglie Messapica (BR) CF Presidente: Natale Petti

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1 1 corso di naturopatia BioPsicoQuantistica Erboristeria, Fitogemmoterapia e Aromaterapia AROMATERAPIA

2 Sommario 1. Introduzione Diffusione degli O.E Estrazione degli O.E Proprietà fisiche degli O.E Chimica degli O.E Classificazione degli O.E Azioni farmacoterapeutiche Metabolismo e tossicità A cura del dott. Leonardo D Abramo

3 NOTA L Aromaterapia è una forma di medicina antica, ma moderna in chiave scientifica; ancora molto rimane da scoprire. Al momento è una medicina complementare che integra, ma non sostituisce le cure prescritte dal medico. Si consiglia di non sostituire i farmaci convenzionali con un rimedio qui proposto, senza aver chiesto prima il parere del medico curante. 3 Questa breve ricerca, ricca di dati e densa di utili informazioni è rivolta a coloro che operano nelle Bioterapie; è dedicata a tutti quelli che mi hanno dato la possibilità di realizzarla. Gli alunni della scuola Jean-Monnet di Bisceglie ne sanno qualcosa. L. D Abramo. Ricordati che il miglior medico è la Natura, guarisce i due terzi delle malattie e non parla male dei colleghi". Galeno

4 1. Introduzione L Aromaterapia o medicina aromatica, nasce direttamente dalla fitoterapia e può vantare ormai una consolidata storia di 5000 anni, sufficienti per stabilirne il suo grande valore terapeutico e la sua valida azione fisiologica; è la più antica forma di trattamento conosciuta dall umanità. È una medicina naturale non traumatizzante; è la cura mediante l uso degli olii essenziali, estratti in modo da mantenerne inalterate le caratteristiche e i principi attivi, e sfruttarne le proprietà medicamentose. Da antichi testi e dalle rappresentazioni murarie ci è pervenuta un ampia documentazione a riguardo dei metodi di lavorazione delle piante, della estrazione delle essenze con rudimentali processi di distillazione, e del loro utilizzo, che possiamo far risalire già nel quinto millennio a.c. Cinquemila anni fa, infusi di piante aromatiche in oli e unguenti venivano usati dagli egiziani nelle cerimonie religiose e nella cura dei malati. In civiltà ancora più antiche si bruciavano erbe e legni, per scacciare quegli "spiriti del male" che forse oggi sarebbero considerati un sintomo di malattia mentale. Ancora oggi, in molte regioni del mondo, le piante aromatiche sono utilizzate nei rituali magici, nelle pratiche religiose e nella cura delle malattie. La lacuna scientifica è oggi colmata dalle ricerche, dalle osservazioni cliniche effettuate dalle origini ai giorni nostri e dalle innumerevoli sperimentazioni sugli effetti fisiologici e terapeutici degli olii essenziali dei vegetali aromatici. Le numerose prescrizioni sono convalidate, le dimostrazioni sono probanti e l abbondante bibliografia dimostra che non si tratta di una innovazione terapeutica, ma di una messa a punto metodica e scientifica, basata su dati spesso antichi, tuttavia rivisti, completati e precisati attraverso le attuali tecniche e metodiche scientifiche. L aromaterapia segue i principi della medicina naturale, è volta cioè, a sviluppare la forza vitale del paziente e a regolare il suo equilibrio interiore, privando la malattia del terreno di crescita, del nutrimento, e questo sia sul piano fisico sia su quello psichico. Gli olii essenziali, se utilizzati in modo corretto, non provocano effetti collaterali negativi, poiché sono il prodotto naturale di una chimica della vita e meglio si adattano all organismo, rispondendo così al vero canone della medicina: primum non nocere. Il termine "Aromaterapia" fu coniato per la prima volta solo nel 1937, quando un libro che portava questo titolo fu pubblicato da un chimico francese: R. M. Gattefossé, particolarmente interessato all azione cosmetica e medica degli olii essenziali, e che dopo trent anni di esperimenti affermava: "Medici e chimici saranno sorpresi dalla molteplicità degli ingredienti odorosi che si possono utilizzare in medicina e dalla grande varietà delle loro funzioni chimiche. 4

5 Oltre alle proprietà battericide e antisettiche, gli olii essenziali degli aromi e delle spezie possiedono proprietà antitossiche, antivirali, una potente azione energetica e un indiscutibile potere cicatrizzante. Credo che l avvenire riservi loro una funzione ancora più importante". Un medico francese, il dottor Jean Valnet, rimase favorevolmente impressionato dal libro di Gattefossé che provò a utilizzare le essenze per la disinfezione degli ambienti e la cura delle ferite durante la Seconda Guerra Mondiale. I risultati positivi gli permisero di insegnare ai colleghi, e di divulgare in Europa, l uso degli olii essenziali in medicina. Anche in Italia, tra gli anni venti e trenta del secolo scorso, alcuni ricercatori, tra cui il dottor Renato Cayola e il dottor Giovanni Gatti, pubblicarono diversi articoli sugli effetti stimolanti e/o sedativi delle essenze sul sistema nervoso, eseguendo diverse ed innumerevoli misurazioni sulla frequenza respiratoria, sulla pressione e la circolazione del sangue; inoltre ne provarono scientificamente la potenzialità germicida. Il professore Paolo Rovesti, dell Università di Milano, fu autore di uno studio sugli effetti psicologici delle essenze in pazienti affetti da stati ansiosi, depressione e isteria, sperimentando e formulando svariate miscele di diversi oli. Solo nel 1972 la Farmacopea Francese ha uniformato la nomenclatura introducendo il termine di "Olio essenziale", in riferimento ai derivati odorosi delle piante aromatiche, in quanto prima di allora erano stati designati con diversi nomi, tra cui: aromi, olii volatili, olii eterei, essenze, ed altri. Come qualsiasi altro trattamento terapeutico, l aromaterapia non pretende di possedere un esclusività polivalente, una panacea per tutti i mali, come spesso giornali e riviste fanno credere, creando ad arte false aspettative sulle potenzialità degli olii essenziali, casomai trascurando e sottacendo i limiti, le possibili controindicazioni, gli effetti collaterali e tossici che questi possono talora procurare. Pur tuttavia gli olii essenziali rappresentano senza dubbio un efficace strumento terapeutico dagli aspetti positivi, talora straordinari, nella cura e nella prevenzione di diverse malattie, considerando anche, che essi possono essere efficacemente utilizzati, complementando altre pratiche terapeutiche. L analisi che ha maggiormente appassionato molti ricercatori negli ultimi anni, consentendo di definire il potere antimicrobico in vitro di moltissimi olii essenziali, è stato l aromatogramma, eseguito sia nella fase solida con dischetti, sia in quella liquida, presupposto essenziale per la determinazione della MIC (Minima Concentrazione Inibente). L aromatogramma ha rivelato il comportamento dei ceppi batterici, più frequentemente isolati nell uomo, quando questi vengono a contatto con gli olii essenziali, acquisendo così conoscenze fondamentali per il loro corretto utilizzo. Si è potuto constatare l ampio spettro d azione e come questi ceppi operano ridotti fenomeni di resistenza verso gli olii essenziali, inoltre permette di 5

6 operare una terapia mirata delle infezioni, almeno in quelle minori, che spesso indiscriminatamente e inopportunamente vengono trattate con antibiotici di sintesi. Forse il grande limite dei lavori passati, e purtroppo anche di molti lavori più recenti, è stato quello di non aver quasi mai definito la composizione chimica degli olii essenziali usati nelle ricerche. Non aver tenuto conto della notevole variabilità della composizione chimica di ciascun olio essenziale ha certamente limitato enormemente lo sviluppo dell aromaterapia. Attualmente l aromaterapia è materia di insegnamento in molte scuole di diversi Paesi Europei, in Australia, in Giappone, ecc., ed è utilizzata in alcuni ospedali e cliniche, ma nella nostra vita quotidiana e molte volte senza rendercene conto, ricorriamo molto spesso a quest arte. Aromatizziamo cibi e bevande con erbe e spezie per renderli più gradevoli, inconsapevoli che molti aromi stimolano la secrezione dei succhi gastrici e facilitano quindi la digestione. Quando abbiamo l influenza o il raffreddore ci applichiamo sul torace con un massaggio l olio di eucalipto, o di pino, o altro, perché i loro vapori aiutano a liberare le vie respiratorie, così quando abbiamo mal di gola o abbiamo la tosse beviamo una tisana ben zuccherata alla cannella, o al timo. Il piacere di annusare una pianta o un fiore nasconde un effetto benefico e calmante sui nostri nervi, così come l aggiunta di qualche essenza profumata nell acqua del nostro bagno ci aiuteranno a rilassarci dopo una giornata di stress e di fatica. Questi veri e propri "farmaci della natura" hanno ancora molti aspetti da scoprire, impegnando seriamente a tutt oggi diversi ricercatori e studiosi per ottenere dati certi e documentati, in particolare, sullo studio della farmacodinamica e della biodisponibilità, percorso irrinunciabile di qualsiasi ricerca moderna, che potrà proiettarci in un futuro che veda sempre più la riscoperta del "naturale" come possibilità di cura di molte patologie umane. 6 Helichrysum italicum

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9 2. Diffusione degli O.E. Gli olii essenziali sono delle complesse miscele di sostanze organiche di diversa natura chimica e, sebbene in quantità diverse, sono presenti in quasi tutte le piante, anche se per convenzione i vegetali a olii essenziali sono quelli che contengono sostanze odorose estraibili nella quantità che va da 0.01% al 20% riferita al peso della pianta fresca. Sono molto abbondanti in alcune famiglie botaniche, le più importanti delle quali sono: Famiglia Specie 9 ASTERACEAE o COMPOSITAE LAMIACEAE o LABIATAE LAURACEAE SANTALACEAE MITACEAE APIACEAE o UMBELLIFERAE ARACEAE RUTACEAE LILIACEAE ILLIACIACEAE CUPRESSACEAE PINACEAE Achillea millefolium L.; Anthemis nobilis L.; Matricaria chamomilla L.; Artemisia vulgaris L; Artemisia absinthium L.; Tanacetum vulgare L.; Helichrysum italicum Roth; Hyssopus officinalis L.; Marrubium vulgare L.; Lavandula spica Cav.; Lavandula vera DC.; Majorana hortensis Moench.; Melissa officinalis L.; Rosmarinus officinalis L.; Salvia officinalis L.; Satureja cuneifolia Ten.; Thymus serpillum L.; Thymus vulgaris L.; Thymus capitatus L.; Cinnamomum zeylanicum Nees; Cinnamomum camphora Nees et Eberm.; Laurus nobilis L.; Sassafras officinalis Nees et Eberm.; Santalum album L. ; Eucalyptus globulus Labill. ; Myrtus communis L. ; Eugenia caryophyllata Thunb. ; Melaleuca leucadendron L. ; Angelica archangelica L. ; Anethum graveolens L. ; Coriandrum sativum L. ; Pimpinella anisum L. ; Foeniculum vulgare Gaertn. ; Petroselinum sativum Hoffm. ; Acorus calamus L.; Ruta graveolens L.; Citrus bergamia Riss. e Poit; Citrus sinensis Osbeck; Citrus limonum L.; Citrus aurantium Riss.; Citrus reticulata Ten.; Allium cepa L.; Allium sativum L.; Illicium verum Hook.; Juniperus communis L.; Juniperus oxycedrus L.; Juniperus phoenicea L.; Cupressus sempervirens L.; Cupressus macrocarpa Hart. ; Thuja orientalis L. ; Pinus sylvestris L. ; Pinus pinaster Soland. ;

10 In natura esistono molte centinaia di piante aromatiche e profumate, ma solo da circa 700 di esse vengono estratti gli olii essenziali e in aromaterapia se ne utilizzano al massimo 70, anche se alcuni aromaterapeuti arrivano a utilizzarne fino a 120. Sotto forma di minuscole goccioline vengono prodotti nel citoplasma di cellule specializzate, dette cellule ghiandolari, che diventano più grosse, come avviene nelle Lauraceae e nelle Zinziberaceae. 10 Oppure, queste cellule sono legate ad organi secretori della pianta: Peli ghiandolari (Labiatae, Asteraceae) Tasche secretrici schizogeniche Mirtaceae) Otricoli o tasche schizolisigene (Rutaceae) Canali secretori (Apiaceae, Conifere) Possono trovarsi in tutte le parti della pianta, tra cui: sommità fiorite: achillea, lavanda, rosmarino, timo,... fiori: camomilla, arancio, gelsomino, violetta,... foglie: eucalipto, lemongrass, verbena odorosa, patchouly,... frutti: anice, finocchio, ginepro, pepe nero, vaniglia,... scorza dei frutti: arancio, bergamotto, limone,... radici e rizomi: iris, zenzero, curcuma, echinacea, vetiver,... corteccia: cannella, larice, betulla,... legno: canfora, sandalo, sassafrasso,... semi: noce moscata, mandorlo amaro, cardamomo, ambretta,... rami: cardamomo, noce moscata,... steli: menta, garofano, patchouly,... rametti: pino, cipresso, arancio amaro, abete rosso,... gemme: pino, abete rosso, abete bianco, betulla,... resina: mirra, storace, lentisco, larice, benzoino,... In molte piante gli olii essenziali possono essere contenuti in diverse strutture con caratteristiche chimiche diverse, a cui corrispondono fragranze e proprietà terapeutiche diverse.

11 È il caso dell arancio amaro (Citrus aurantium L.), l olio essenziale dell epicarpo del frutto (essenza di arancio amaro) è molto diverso, sia per l odore che per le proprietà, da quello che si ottiene per distillazione dei fiori (neroly) e da quello distillato da foglie, rametti e frutti immaturi (petit-grain). La funzione degli olii essenziali nella fisiologia delle piante resta ancora molto incerta; le ipotesi più accreditate sono orientate a sostenere che gli olii essenziali avrebbero la funzione di attirare gli insetti pronubi, favorendo così l impollinazione incrociata fra le specie, e di allontanare quelli che, al contrario sarebbero dannosi. Secondo alcuni autori (Charabot), gli olii essenziali svolgerebbero un ruolo principalmente nutritivo, dimostrato dal fatto che le piante messe al buio perdono i principi odorosi che vengono impiegati in sostituzione dei metaboliti normalmente sintetizzati nei processi della fotosintesi clorofilliana. Quest ultima si contrappone ad un altra ipotesi sostenuta da alcuni autori che vede negli olii essenziali dei prodotti di rifiuto del metabolismo cellulare. Infine, secondo Lutz, gli olii essenziali si comporterebbero come moderatori nei processi ossidativi della cellula vegetale. Di certo, per le piante svolgono una funzione di protezione e di difesa verso gli attacchi di batteri e funghi. 11 Myrtus communis L.

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13 3. Estrazione degli O.E. Gli olii essenziali possono essere estratti in diversi modi, quasi esclusivamente partendo da materie prime di origine vegetale, eccetto: Ambra grigia (concrezione del tubo digerente del capodoglio). Castoreo (da ghiandola del castoro). Muschio (da ghiandola del cervo muschiato del Tibet). Cipollina o Zibetto (da ghiandola dello zibetto) 13 Il metodo impiegato dipende dalle caratteristiche della pianta e del tessuto che li contiene, e dal tipo di prodotto aromatico che si intende ottenere. Le varie Farmacopee ammettono solo due metodi estrattivi per gli olii essenziali destinati all uso terapeutico (aromaterapia): 1. Distillazione in corrente di vapore, ad acqua o secca. 2. Spremitura o Pressione (la maggior parte degli olii agrumari). La distillazione in corrente di vapore è il metodo di estrazione più diffuso ed è adatto per oli che hanno una forte componente volatile che viene facilmente trasportata da particelle di vapore acqueo in movimento, nonostante l elevato punto di ebollizione. Nell intero processo vengono sfruttate alcune proprietà fisiche degli olii essenziali quali la volatilità, la solubilità e la densità. Si utilizza un distillatore, possibilmente in acciaio inossidabile, che si compone di tre parti principali: caldaia, camera di distillazione e condensatore. Generalmente le piante aromatiche si distillano allo stato fresco e, tranne poche eccezioni, appena raccolte, nel loro periodo balsamico e nel momento più opportuno della giornata: questi fattori hanno un importanza fondamentale per la qualità e la resa del prodotto e, il loro controllo garantisce la standardizzazione in principi attivi dell olio essenziale. Alcune piante sviluppano il loro aroma dopo un lungo periodo di essiccazione, anche di alcuni anni, come per l iris o il calamo aromatico, altre ancora si distillano secche per motivi non ancora meglio precisati (anice verde, nocciolo foglie, camomilla matricaria, camomilla romana, finocchio, ed altri). Cortecce, radici, rizomi e legni devono essere triturati prima della distillazione, con particolari accorgimenti per evitare fenomeni di ossidazione o di volatilizzazione, e la triturazione non deve essere troppo spinta per non ostruire il flusso di vapore.

14 Quando si impiegano altre parti di pianta, come fiori, foglie, germogli, piante erbacee,di solito non necessitano della triturazione prima della distillazione. Semi, bacche e frutti non vengono triturati se la temperatura del vapore è sufficiente per aprire gli involucri, altrimenti vanno schiacciati, triturati grossolanamente o contusi. La droga viene opportunamente sistemata nella camera di distillazione, in modo regolare per consentire un flusso uniforme di vapore. In alcuni casi è necessario che la pianta, o parte di essa, venga triturata ed immersa in acqua calda, fatta fermentare, quindi distillata. Ciò si rende necessario per le piante che hanno gli olii essenziali combinati come glucosidi e non liberi. La fermentazione, ovvero l idrolisi enzimatica dei glucosidi, rende liberi gli olii essenziali che vengono trasportati dal vapore. A questi olii è generalmente riservato il nome di essenza. 14 Chiusa la camera di distillazione e acceso il sistema riscaldante, dopo un po di tempo si osserva che l acqua nella caldaia, raggiunta la temperatura di ebollizione, evapora e sale passando attraverso la droga. Le particelle di vapore acqueo, salendo verso l alto, distendono il vegetale e ne rendono permeabili le pareti e le membrane cellulari fino a romperle, aprendo le cellule essenzifere e liberandone gli olii essenziali che vengono trasportati dal vapore fino al refrigerante, dove viene condensato il miscuglio vapore acqueo/olio essenziale formatosi, che finisce poi nel recipiente di raccolta.

15 Il processo ha dunque prodotto una miscela di acqua e olio essenziale, che non essendo miscibili tra loro, si separano spontaneamente nelle due fasi, già nel recipiente di raccolta: la fase oleosa costituisce l olio essenziale, mentre quella acquosa rappresenta l acqua aromatica che contiene una piccola quantità di essenza in essa disciolta. Generalmente l olio essenziale ha una densità inferiore all acqua, quindi lo ritroviamo in superficie, ma non mancano delle eccezioni, come nel caso della cannella, aglio, garofano chiodi, sandalo, ecc.. 15 Un modo alternativo è la distillazione diretta o a fuoco diretto, il cui distillatore si compone di due parti separati da una griglia: nella parte inferiore si pone l acqua (20-30% del volume), nella parte superiore restante si sistema la parte di pianta da distillare. Questo tipo di distillatore può creare problemi se rimane a secco di acqua. Alcune parti della pianta si surriscaldano e, carbonizzandosi si formano delle sostanze dall odore poco gradevole, che fanno perdere le caratteristiche organolettiche dell olio essenziale e/o dell acqua aromatica. Una volta separate le due fasi, l olio essenziale viene fatto decantare per eliminare eventuali residui di acqua e quindi filtrato per carta per allontanare residui grossolani, polveri, o altro, trasportato dal vapore durante la distillazione.

16 Diminuendo gradualmente la temperatura a C sotto lo zero, si avrà la solidificazione di cere e resine che potranno essere eliminate per filtrazione con una beuta da vuoto. È questo l olio essenziale naturale e totale, di costituzione chimica molto complessa e molto più attivo del suo costituente principale. È ad esso che l aromaterapeuta ricorre per un azione biologica più globale ed equilibrata. In alcuni casi, come per esempio per una specie di Ginepro, il Juniperus oxycedrus, da cui si estrae un olio essenziale chiamato Cade, si procede per l estrazione ad una distillazione secca o distruttiva a partire dai rami e dal durame del legno (in genere trucioli e raspatura). L olio o catrame grezzo ottenuto, viene successivamente rettificato con una distillazione in corrente di vapore o sottovuoto. L estrazione a freddo, per Spremitura o Pressione è una tecnica esclusivamente riservata agli agrumi (Limone, Bergamotto, Arancio, Mandarino, ecc..) che hanno gli olii essenziali in quantità nelle cellule superficiali dell epicarpo (scorza), i quali vengono messi in sacchi di crine e sottoposti a forti pressioni. L azione meccanica conseguente alla pressione provoca la rottura degli otricoli o cellule oleifere e la fuoriuscita dell olio essenziale, insieme ad una certa quantità di acqua che viene separata per centrifugazione. Quasi completamente abbandonato il metodo manuale (sfumatura), chiamato anche metodo della spugna, usato ancora da artigiani in Calabria e Sicilia, dove l epicarpo del frutto viene immerso in acqua per parecchie ore allo scopo di inturgidire le cellule, e quindi assoggettato alla così detta sfumatura. 16

17 L operazione consiste nello spremere con la mano la scorza contro la spugna, che in tal modo si imbibisce di olio essenziale e di acqua. La spugna satura, di tanto in tanto viene stretta in un recipiente di raccolta, quindi si separano le due fasi e si procede come per quelli estratti in corrente di vapore. Questo procedimento non è affatto economico, per questo abbandonato, perché richiede molta mano d opera specializzata, inoltre fornisce una resa non superiore al % dell essenza contenuta nell epicarpo; questa è però di qualità pregiata, perché la spugna trattiene le pectine ed altre sostanze colloidali che andrebbero più o meno ad inquinare l essenza. Questi olii diversamente non potrebbero essere estratti, perché facilmente perossidabili da non sopportare un estrazione a caldo. Altri metodi prevedono l impiego di idrocarburi bassobollenti come solventi, generalmente etere di petrolio, esano o tetracloruro di metano, e per questo sono esclusi dall utilizzo clinico, anche se trovano impiego in profumeria come fissativi, per prolungare l effetto dei profumi. Tale procedura si rende necessaria quando l olio essenziale contenuto nel materiale vegetale subisce delle profonde modificazioni negative a contatto con acqua molto calda e vapore, come nel caso dei fiori di Gelsomino; tale metodo, inoltre, consente di riprodurre una fragranza molto più fedele. I solventi vengono allontanati in condizioni di sottovuoto, ma non eliminati completamente, quindi si ottiene la concreta (il concrète), dalla quale, separando ancora con alcol assoluto a freddo la parte cerosa della pianta utilizzata, si ottiene l assoluta (l absolue). L alcol etilico è successivamente recuperato per distillazione sottovuoto. Alcune assolute vengono ottenute usando come solvente l alcol, come l assoluta di miele, estratto dai favi; in questo caso può essere utilizzata per l aromaterapia. Anche le resine vengono trattate con solventi, che successivamente vengono recuperati, per ricavare i resinoidi, come avviene per l Incenso, la Mirra, il Benzoino, il Lentisco, il Larice ed altri. Anche in questo caso, per l aromaterapia è d obbligo l utilizzo di alcol etilico. Di recente si è sviluppato un metodo che prevede l utilizzo di anidride carbonica o di butano, che sottoposti a pressione si liquefano separando gli olii essenziali dalle piante, i quali si presentano di qualità olfattiva eccellente, e risultano interamente privi di residui di solventi o materiali non volatili. Manca ancora la certezza per l utilizzo in aromaterapia di questi olii essenziali così estratti. Storico, e utilizzato oggi solo a scopo dimostrativo, l enfleurage (infioramento), un metodo di estrazione per assorbimento a freddo per essenze più delicate da fiori dotati di notevole persistenza di profumo una volta recisi, come quelli di Gelsomino o di Tuberosa, che non è possibile distillare. I fiori appena colti venivano messi in una miscela di grasso purificato di maiale e di bue (chassis), inodore, appositamente spalmato su lastre di vetro, che si impregnava di oli volatili. Veniva, infine, usato per quei fiori che con tale trattamento gli si prolungava la vita e continuavano a produrre essenza, anche se recisi. Dopo due giorni i fiori venivano rinnovati. 17

18 Infine, il grasso saturato di essenza, chiamato pommade (pomata), veniva trattato con alcol e sottoposto a forti vibrazioni per 24 ore, così da solubilizzare l olio essenziale, ma non il grasso. La soluzione alcolica veniva raffreddata a C per gelare le piccole quantità di grasso trattenute nell alcool, filtrata e quindi distillata per ottenere l olio essenziale puro (essenza assoluta). Il grasso, che era stato esaurito per trattamento con alcool e che aveva perso le proprietà solventi, veniva ceduto alle saponerie. Il procedimento durava settimane ed era solito far seguire al termine pommade un numero che ne indicava il valore fiorale e cioè quante volte quel grasso era stato sostituito con materiale fresco, fino ad un massimo di trenta volte. La pommade N 30 significa che è stata ottenuta sostituendo 30 volte i fiori sul grasso e questo è detto valore fiorale. Con l enfleurage si ottengono olii di ottima qualità, ma essendo un metodo molto dispendioso, soprattutto per la mano d opera richiesta, è ormai sostanzialmente obsoleto. Una variante di tale metodo è la macerazione o assorbimento a caldo, che consiste nell immergere i fiori, chiusi in sacchetti di lino, in una miscela di grassi animali o vegetali, resi liquidi a bagnomaria ad una temperatura di C. I fiori vengono spremuti e sostituiti fino a saturazione dei grassi e, la pommade che ne deriva viene trattata con alcol etilico come per i metodi precedenti. L utilizzo del procedimento è molto limitato per i fiori che non hanno principi attivi termolabili e, comunque, vi è una certa perdita di olii essenziali dovuto alla loro evaporazione. La produzione degli olii essenziali avviene con un rendimento molto basso, infatti per ottenere pochi grammi di olio occorre una grande quantità di vegetale. Per esempio per 100 Kg. di pianta si ottengono: Eucalipto da 2700 a 3000 g Bergamotto da 100 a 130 g Ginepro da 500 a 1200 g Lavanda da 1800 a 2000 g Mirto da 250 a 300 g Rosmarino da 1500 a 1600 g Melissa da 50 a 100 g e occorrono almeno 1000 Limoni per ottenere un litro di olio essenziale, come occorrono almeno 30 boccioli di Rosa per avere una sola goccia di essenza. Da considerare anche, che i rendimenti ottenibili con i vari metodi sopra descritti, sono spesso molto variabili e, molto diverso nella qualità risulta un olio estratto con metodo differente. 18

19 Esempio: Quantità di olio essenziale estratto con tre differenti metodi da 1000 Kg. di fiori di tuberosa Mediante solventi Per distillazione Per assorbimento g. 66 quasi nulla g Alcuni olii essenziali totali non possono essere utilizzati allo stato grezzo per fini terapeutici, perché contengono alcuni componenti di odore sgradevole o inutili o irritanti per la pelle o le mucose. Si procede ad una o più rettifiche dell olio, una operazione detta distillazione frazionata, dove generalmente vengono allontanate le componenti di testa, costituite dai monoterpeni, e di coda, costituite dai sesquiterpeni, che per le loro caratteristiche di insaturazione, si ossidano, polimerizzano e resinificano facilmente. Alla fine del processo, in cui vengono utilizzate delle particolari colonne di rettifica per la separazione dei vari componenti, si ottengono dei prodotti più stabili e concentrati della frazione ossigenata, detti olii essenziali deterpenati, con una esaltazione del potere antisettico, superiore a quello originario, anche se si conservano con minore facilità. Alcune volte per esaltarne le proprietà battericide, pur modificando più o meno la costituzione originale dell olio essenziale, si ricorre alla perossidazione, che consiste nel far agire ozono o aria ozonizzata in modo che i derivati terpenici possono fissare dell ossigeno che liberano in seguito a contatto dei batteri. Questi olii attivati, cioè perossidati, hanno una tensione superficiale maggiore dei loro derivati naturali che ne facilita la penetrazione percutanea, pur presentandosi maggiormente irritativi. Gli olii essenziali devono essere ben conservati in contenitori di vetro scuro o di acciaio o di materiale smaltato, pieni e ben chiusi per evitare che la luce, l ossigeno e l umidità dell aria possano favorire reazioni di ossidazione, modificando le proprietà organolettiche o resinificandoli. La temperatura deve essere compresa fra i 5 ed i 35 C; le temperature elevate favoriscono la resinificazione e aumentano la velocità di reazione dei diversi componenti. Laurus nobilis

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21 4. Proprietà fisiche degli O.E. Gli olii essenziali si distinguono dagli oli grassi, che sono fissi e macchiano la carta in modo permanente, per la loro volatilità a contatto con l aria e il calore, nonchè la loro macchia sulla carta scompare dopo pochi istanti. La volatilità è la velocità con la quale gli olii essenziali evaporano una volta esposte all aria, e a tal proposito i maestri profumieri hanno stilato una scala di evaporazione, o indice di volatilità, che comprende tre classi. La classe superiore, costituita da olii molto leggeri che evaporano più velocemente (tono superiore), la classe media (tono medio) e la classe inferiore, costituita dagli olii che evaporano più lentamente, che vengono impiegati come fissativi per trattenere quelli più volatili e far durare il profumo più a lungo. 21 Generalmente si presentano liquidi a temperatura ambiente, ma possono essere anche solidi (iris) o semisolidi a seconda della temperatura (rosa), con una densità inferiore ad 1, tranne alcune eccezioni in cui essa risulta superiore ad 1 (aglio, cannella, mandorla amara...). Il sapore è acre piccante, con caratteristiche correlate al contenuto chimico che ne determina anche l odore; sono composti facilmente infiammabili e bruciano con fiamma fuligginosa. In genere sono incolori o di colore giallo pallido o giallo arancio, ma ve ne sono anche di colorati: in rossastro (benzoino, cannella), in blu (camomilla), in verde (assenzio), in giallo (limone), ecc.. Il colore che tende a diventare più scuro con il passare del tempo è dovuto a trasformazioni chimiche quali l ossidazione. Sono insolubili o pochissimo in acqua, ma facilmente vaporizzabili

22 dal vapor acqueo a cui trasmettono l aroma (acqua aromatica), nonostante il loro alto punto di ebollizione, tra 150 e 300 C. Risultano, invece, solubili in alcool, etere, cloroformio, grassi, negli olii fissi, emulsionanti e nella maggior parte dei solventi organici. Hanno indice di rifrazione elevato e sono otticamente attivi, raramente inattivi sulla luce polarizzata. Dissolvono i grassi, lo Iodio, lo Zolfo, il Fosforo, e riducono alcuni sali. In alcuni studi condotti sul terreno biologico, il Dr. Jean Valnet tende a dimostrare l azione degli olii essenziali attraverso il valore di alcune grandezze fisiche: ph (indica la concentrazione protonica (H+) di una soluzione secondo una scala che va da 0 a 14). rh2 (indica il potere di ossido-riduzione per un dato ph, variabile secondo una scala che va da 0 a 42). R (resistività, espressa in homs/cm/cm², indica la proprietà che ha una soluzione di opporsi alla trasmissione del calore o dell elettricità). Per grandi linee, gli olii essenziali naturali hanno un ph acido e soprattutto una grandissima resistività in rapporto ai valori di normalità del sangue umano: ph= 7, ; R= 190 homs/cm/cm² (uomo); R= homs/cm/cm² (donna). Alcune essenze, come quella di eugenia (Eugenia cariophyllata) ha una resistività di 4000 homs/cm/cm² (20 volte quella del sangue umano), quella di timo (Thymus vulgaris) 3300 homs/cm/cm², quella di menta (Mentha piperita) 3000 homs/cm/cm², quella di lavanda (Lavandula officinalis) 2800 homs/cm/cm². In considerazione che la cancerosi, secondo L. Cl. Vincent, si accompagna ad un ph alcalino, a un rh2 elevato(oltre 25-26) ed a una resistività ridotta (sotto i 170, fino a , fase di irreversibilità), mentre le affezioni microbiche corrispondono, grosso modo, ad uno stato alcalino, con rh2 piuttosto debole e una resistività altrettanto debole. Il Valnet a conclusione dei suoi studi sostiene che l acidità degli olii essenziali naturali spiega le proprietà battericide che questi hanno, mentre l alta resistività ostacola per di più la diffusione dell infezione e delle tossine. Il potenziale di ossido-riduzione (rh2) è variabile secondo le essenze; in generale quelle che hanno potere ossidante, come la menta, spiegano le proprietà antimicrobiche, mentre quelle che si comportano da riduttore, come l eugenia che possiede componenti elettronici opposti al cancro e alle malattie virali, dovrebbero comportare proprietà antivirali e anticancerose. Chiaramente, come spesso accade, la pratica non appare semplice quanto la teoria, e come diceva Charles Nicolle: «Non bisogna chiudere nessun metodo biologico in una formula, presto o tardi, i fatti la smentiscono». 22

23 5. Chimica degli O.E. Un olio essenziale racchiude in sé una considerevole complessità e variabilità chimica determinata da diversi fattori tra i quali figurano principalmente quelli legati alla pianta, o genetici, e quelli ecologici e/o ambientali legati alla zona geografica di provenienza. La stessa pianta, coltivata in regioni e condizioni diverse, può produrre olii essenziali dotati di caratteristiche profondamente diverse, che vengono chiamati "chemiotipi". Il timo comune (Thymus vulgaris L.), ad esempio, produce diversi chemiotipi a seconda delle condizioni in cui cresce e in dipendenza del costituente che predomina, vale a dire i tipi citralico, linalolico e geraniolico, il tipo tuianolico, il tipo timolico e quello carvacrolico. L esempio precedente è estensibile a tutte le specie botaniche da cui si estraggono olii essenziali. Tra i parametri ecologici o ambientali, significative differenze nella variabilità chimica di un olio essenziale sono la latitudine e la composizione del terreno, oltre alla luce e l acqua. Determinante è anche la parte di pianta utilizzata per l estrazione, ad esempio, dalle foglie di Cinnamomum zeylanicum (cannella) si ottiene un olio essenziale ricco in eugenolo, mentre quando viene estratto dalla corteccia contiene prevalentemente aldeide cinnamica. Dalle foglie di Citrus aurantium var. amara (arancio amaro) si estrae un olio essenziale ricco in esteri, in prevalenza acetato di linalile, mentre dai fiori si ottiene un olio essenziale molto prezioso, ricco in alcoli, tra i quali figurano il linalolo e geraniolo. A questi, si possono aggiungere altri fattori indipendenti dalla pianta, non meno importanti, che intervengono nel modificare, anche sostanzialmente, la composizione quali-quantitativa di un olio essenziale, come la crescita spontanea o in coltivazione estensiva, l impiego di fertilizzanti e/o erbicidi, la stagione e il momento di raccolta (periodo balsamico), le corrette modalità di estrazione, di purificazione, di rettificazione e di conservazione. È facilmente comprensibile come nell ambito di uno stesso olio essenziale, con caratteristiche previste anche dalla Farmacopea, esiste un ampia variabilità chimica che si traduce in un attività terapeutica completamente differente. Per definire un olio essenziale, è importante quindi specificare, oltre al nome botanico della pianta, correttamente definito dal genere e dalla specie, ed eventualmente dalla varietà, anche la parte di pianta utilizzata, il luogo di origine ed i suoi costituenti maggiori. Il metodo analitico più utilizzato che ci consente di valutare la complessa composizione chimica di un olio essenziale è la gascromatografia (CG) con spettrometria di massa (CG/MS), che permette con precisione, specificità e sensibilità elevatissime di determinare la composizione degli olii testati. Con questo metodo è stato possibile identificare e isolare, per citare alcuni esempi, nell olio essenziale di Lavanda ben 160 costituenti, 250 nell Eucalipto e 400 nella Rosa, ma probabilmente sono ancora di più. 23

24 24 Referto analitico di un gascromatogramma di O.E. di Thymus vulgaris a timolo (picco n.21) COMPOSIZIONE: Acetato di nerile 0.05% Nerolo 0.09% Linalolo 0.037% Italicene 1.12% Limonene 1.46% β-cariofillene 8.89% α + γ curcumene 20.82% α- bergamottene 0.44% Germacrene D 3.62% α - pinene 41,16% β - selinene 11.64%

25 In generale, gli olii essenziali sono costituiti da composti chimici formati da Idrogeno (H), Carbonio (C) e Ossigeno (O); in alcuni olii compaiono composti contenenti anche l Azoto (N) e lo Zolfo (S). Questi composti si possono suddividere in gruppi fondamentali: a. Gruppo dei composti contenenti Carbonio (C) e Idrogeno (H): idrocarburi monoterpenici (C10); sono composti molto frequenti, a vario titolo negli olii essenziali, che vengono utilizzati per la loro azione complementare decongestionante, antitussiva, mucolitica, balsamica, molto utile per le vie respiratorie. Per via percutanea, esercitano un azione che può essere anche antinfiammatoria e antalgica. L azione antimicrobica è praticamente assente. Idrocarburi monoterpenici sono: mircene: negli o.e. di bay, verbena, sassafrasso, linaloe. limonene: molto diffuso negli o.e. di bergamotto, limone, finocchio, carota, carvi, menta, neroli. Il limonene ha un odore molto gradevole di limone. pinene: il più diffuso. È presente negli o.e. di basilico, cipresso, eucalipto, finocchio, pino, rosmarino, spigo, trementina. canfene: citronella, borneolo, ginepro, petitgrain, pino aghi, spigo, trementina. sabinene: abbondante nell o.e. di sabina, meno nel cardamomo, maggiorana. fellandrene: angelica, badiana, coriandoli, comino, cannella, limone, elemi, aghi di pino, salvia, pepe. silvestrene: cipresso, aghi di pino. terpinene: cardamomo, aneto, coriandoli, maggiorana, trementina. 25

26 idrocarburi sesquiterpenici (C15); sono composti che hanno una notevole attività antinfiammatoria, particolarmente utili nella terapia di patologie infettive di cute e mucose. Hanno scarso potere antimicrobico. Il composto più rappresentativo e più frequente è il β-cariofillene che lo ritroviamo negli o.e. di garofano chiodi, cannella, bay. Altri sono: cadinene: patchouly, ginepro, limone, incenso, galbano. β-cariofillene cardinene: ginepro, cade, limone. cedrene: componente principale dell o.e. di cedro e ginepro. selinene: sedano. umulene: gemme di pioppo, betulla, luppolo. umulene azuleni; il camazulene, caratteristicamente contenuto nell o.e. di Matricaria chamomilla e di Achillea millefolium, a cui dà la colorazione blu, è rappresentativo a motivo dell eccellente proprietà antinfiammatoria. eucazulene: eucalipto gajazulene: guanaco camazulene vetivazulene: vetiver. 26 idrocarburi diterpenici (C20); canforene: canfora cupressene: cipresso b. Gruppo dei composti contenenti Carbonio (C), Idrogeno (H), e Ossigeno (O): alcooli; molto frequenti a vario titolo, negli olii essenziali. Si tratta di uno dei gruppi più utili, perché uniscono buone proprietà antisettiche e antivirali a qualità tonificanti, e al tempo stesso hanno il vantaggio di una bassa tossicità. L attività antimicrobica si manifesta nella cellula batterica a livello di parete e di proteine del protoplasma. Tra i più diffusi alcoli terpenici vi sono: linalolo: coriandoli, limone, lavanda, bergamotto, santoreggia pugliese, basilico, noce moscata, timo, ylang-ylang, sassafrasso. geraniolo: componente principale dell o.e. di rosa, molto diffuso nel geranio, neroli, petitgrain, citronella, coriandoli, noce moscata. nerolo: neroli, petitgrain, arancio, bergamotto, mirto, linaloe, assenzio.

27 santalolo: principale componente dell o.e. di sandalo, dall odore caratteristico terpineolo: cardamomo, geranio, melaleuca, bergamotto, maggiorana. mentolo: nelle essenze di menta. farnesolo: rosa, ylang-ylang, balsamo del Perù, balsamo di Tolù, ambretta. mirtenolo: mirto, rosa. borneolo: rosmarino, lavanda, noce moscata, coriandoli. citronellolo: geranio, citronella, possiede un fine odore di rosa. 27 aldeidi; un gruppo di componenti chimici ad azione non solo antimicrobica, ma anche antinfiammatoria, e in generale un effetto sedativo. La loro attività sulla cellula batterica si esplica prevalentemente tramite l alchilazione di gruppi amminici e l idrossilazione delle proteine. aldeide cinnamica: componente principale dell essenza di cannella di Ceylon, con forte odore di cannella aldeide benzoica: principale componente dell essenza di mandorle amare, lauro, benzoino, patchouly. Odore caratteristico di mandorle amare. aldeide cuminica: cumino, finocchio, carvi, camomilla, rosmarino. aldeide anisica: anice verde, badiana, finocchio, vaniglia. Gradevole odore di vaniglia. citrale: principale componente del lemongrass e limone, in minore quantità nel petitgrain, arancio, mandarino, melissa, verbena. Possiede un forte odore di limone e verbena. citronellale: limone, citronella, lemongrass, eucalipto, melissa. Gradevole odore di melissa. vaniglina: principio odoroso della vaniglia dopo fermentazione. In piccole quantità nel benzoino, balsamo del Perù, balsamo del Tolù, storace. furfurolo: sandalo, lavanda, cannella, giaggiolo.

28 28 chetoni; componente chimica ad attività antimicrobica debole, molto più accentuata l attività colagoga e coleretica. Gli o.e. a contenuto in chetoni sono potenzialmente neurotossici, primo fra tutti quello di Salvia officinalis per la presenza di tujone. Quelli a prevalente contenuto in canfora, quando usati prevalentemente per via topica percutanea, assumono una spiccata azione decongestionante, antalgica e antireumatica di grande interesse terapeutico. Ritenuti in generale decongestionanti con capacità di migliorare l eliminazione del muco, i chetoni compaiono spesso in piante usate per i disturbi delle vie respiratorie superiori. carvone: componente principale e principio odoroso del carvi; si trova anche nell o.e. di aneto, anice. tujone: presente in thuja, salvia, artemisia, assenzio, tanaceto. pulegone: componente principale e principio odoroso dell essenza di menta puleggio, bucco corto. canfora: canfora del Giappone, cannella, salvia, basilico. fencone: finocchio,... mentone: menta,... jasmone: gelsomino,... irone: tuberosa,... pinocanfone: issopo,.. fenoli; gli o.e. a contenuto in fenoli, possiedono una notevole attività antimicrobica che si esplica principalmente a livello di membrana cellulare. Hanno proprietà fortemente stimolanti, ma possono essere irritanti cutanei con effetto dermocaustico. Devono essere usati con molta cautela e da mani esperte per la possibile epatotossicità. I più comuni fenoli sono: timolo: timo, santoreggia montana. carvacrolo: origano, timo, santoreggia montana, santoreggia ortense, menta.

29 eugenolo: componente principale dell o.e. di chiodi di garofano boccioli e foglie, di bay, di cannella foglie; inoltre, cannella di Ceylon, noce moscata, pepe della Giamaica, sassafrasso. isoeugenolo: noce moscata, macis, ylang-ylang. 29 ossidi; gruppo di composti chimici molto importante per l azione complementare nella terapia delle malattie infettive, specialmente quelle a carico delle prime vie respiratorie. L ossido di gran lunga più importante è il 1.8 cineolo (o eucaliptolo), il componente più rappresentativo dell o.e. di Eucalyptus globulus (fino al 64%), che possiede una caratteristica azione espettorante, mucolitica, e decongestionante, ma assolutamente privo di attività antimicrobica, contrariamente a quanto si ritiene. Altri o.e. a ossidi, in particolare a 1.8 cineolo, sono, ad esempio, Rosmarinus officinalis, Lavandula spica fiori, Ravensara aromatica, Laurus nobilis, Melaleuca cajeputi, Melaleuca alternifolia. esteri; si tratta probabilmente del gruppo chimico più diffuso negli olii essenziali, molto utile nelle infezioni delle prime vie aeree e nelle patologie cutanee. Sono tipicamente sostanze fungicide e sedative e la loro azione decongestionante, antinfiammatoria e antispasmodica viene accentuata ulteriormente dalla presenza di monoterpeni ed ossidi. acetato di linalile: principale componente degli o.e. di lavanda vera e di bergamotto, ma si trova anche nel neroli, gelsomino, limetta, arancio amaro foglie.. acetato di geranile: negli o.e. di lavanda, di eucalipto.. acetato di bornile: principale elemento dell o.e. di pino aghi, rosmarino. acetato di terpenile: negli o.e. di cipresso, aghi di pino. acetato di cinnamile: cannella di Ceylon, di Cina. benzoato di benzile: nel balsamo del Perù, balsamo del Tolù, benzoino.

30 cinnamato di benzile: nel balsamo del Perù, di Tolù, storace. salicilato di metile: elemento principale dell o.e. di gaulteria, di betulla, in piccole quantità nelle essenze di cananga, tuberosa. antranilato di metile: in quantità importanti negli o.e. di arancio, neroli, mandarino, cananga. 30 eteri; trattasi di composti con funzione spasmolitica ed antinfiammatoria, che risulta essere ancora più marcata rispetto agli esteri. anetolo: principale componente dell o.e. d anice; anche in quello di finocchio, aneto, badiana. apiolo (canfora di prezzemolo): nell o.e. di prezzemolo (di cui è il principale componente) e in quello di aneto. estragolo (o metil cavicolo): nell o.e. di basilico di origine tropicale (fino al 90%), estragone (fino al 70%), cerfoglio. safrolo: elemento principale dell o.e. di sassafrasso; si trova anche in quello di badiana, noce moscata, macis, chenopodio, cannella foglie. estragolo acidi organici; acido benzoico: allo stato libero nel benzoino del Siam; in piccole quantità nel balsamo del Perù, di Tolù, nell o.e. di ylang-ylang. acido fenilacetico: nell o.e. di fiori d arancio (neroli). acido cominico: nell o.e. di cumino. acido salicilico: nell o.e. di pioppo, betulla, gaulteria. acido cinnamico: allo stato libero nel benzoino del Siam, balsamo del Perù, del Tolù, storace. perossidi; ascaridolo: chenopodio.

31 c. Gruppo dei composti contenenti Carbonio (C), Idrogeno (H), Ossigeno (O), Azoto (N) e Zolfo (S). derivati solfocianici e solforati: cipolla, aglio, senape. 31, Hyssopus officinalis L

32 6. Classificazione degli O.E. Il gruppo chimico, a cui appartiene il principale costituente di un olio essenziale, è l elemento fondamentale di una tradizionale classificazione chimica, introdotta da M. M. Charabot e Dupont. Questa classificazione è da considerarsi relativa per l ampia variabilità chimica di un olio essenziale, dovuta all influenza dei diversi fattori che precedentemente abbiamo visto, ma è da ritenersi assoluta quando si ha già conoscenza analitica dell olio essenziale, che una gascromatografia con spettrometria di massa (CG/MS) può dare. Basandosi su questo criterio, pertanto abbiamo: 32 olii essenziali a prevalente contenuto in idrocarburi mono o sesquiterpenici: (limone, ginepro, pino, trementina,...) olii essenziali a prevalente contenuto in aldeidi: (citrale nel lemongrass, limone, melissa, verbena; aldeide cinnamica nella corteccia della cannella di Ceylon; aldeide benzoica nel mandorlo amaro;...) olii essenziali a prevalente contenuto in alcooli: (geraniolo in rosa e geranio; linalolo nella santoreggia pugliese, nel coriandolo; santalolo nel sandalo; mentolo nella menta piperita;...) olii essenziali a prevalente contenuto in chetoni: (carvone nel carvi; tujone nell assenzio, nella thuja, nel tanaceto e nella salvia; pulegone nella menta puleggio; tumerone nella curcuma;...) olii essenziali a prevalente contenuto in fenoli: (eugenolo nei chiodi di garofano, nelle foglie della cannella di Ceylon, nelle foglie del pimento; timolo nel timo comune, nei semi di ajowan; carvacrolo nell origano, nel timo di Creta, nella santoreggia montana;...) olii essenziali a prevalente contenuto in composti solforati: (allicina nell aglio; disolfuro di allile nella cipolla;...) olii essenziali a prevalente contenuto in esteri e alcooli: (linalolo e acetato di linalile nella lavanda, linaloe, bergamotto; nerolo e acetato di nerile nell o.e. di elicriso; sabinolo e acetato di sabinile nel ginepro sabina;...) olii essenziali a prevalente contenuto in aldeidi e fenoli: (aldeide cinnamica ed eugenolo nella cannella di Ceylon;...) olii essenziali a prevalente contenuto in perossidi: (ascaridolo nel chenopodio;...)

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34 7. Azioni farmacoterapeutiche Gli olii essenziali naturali sono stati considerati da sempre come necessariamente dotati di proprietà antisettiche, e la loro azione battericida e/o batteriostatica è stata confermata nel tempo dai fatti. Esiste una relazione tra il potere battericida degli olii essenziali e la loro funzione chimica, che in ordine di attività decrescente, ricordiamo essere: fenoli, alcoli, aldeidi, chetoni, ossidi, esteri, eteri, acidi, monoterpeni, sesquiterpeni. Il potere antisettico è stato determinato in presenza di vapori degli olii essenziali, nonchè per contatto diretto e le prime ricerche si devono a Chamberland, nel 1887, il quale segnalava il potere antisettico, sul bacillo del carbonchio, dell origano, della cannella di Cina, della cannella di Ceylon, dell angelica, del geranio d Algeria. Il potere antigenico delle essenze allo stato di vapore agisce soprattutto nei confronti del meningococco, dello stafilococco, del bacillo del tifo e secondo il seguente ordine decrescente: limone, timo, arancio, bergamotto, ginepro, eugenia, cedronella, lavanda, niaouli, menta, rosmarino, sandalo, eucalipto, badiana. Leggermente diverso è l ordine decrescente studiato per contatto diretto: timo, limone ginepro, menta niaouli, arancio, cedronella, eugenia, lavanda, rosmarino, bergamotto, eucalipto, sandalo, anice, badiana. Straordinario è il ruolo terapeutico che gli olii essenziali occupano, quando questi vengono dispersi nell atmosfera ambiente, nella prevenzione delle malattie contagiose dell infanzia (pertosse, raffreddori, influenza) e delle malattie acute e/o croniche delle vie respiratorie dell adulto (influenza, tubercolosi, polmonite). A tal proposito, nel 1963, il professore Griffon, Direttore del Laboratorio di Tossicologia della Prefettura di Polizia, membro dell Accademia di Farmacia e del Consiglio Superiore d Igiene, con la collaborazione del Servizio Veterinario Sanitario di Parigi e della Senna, ebbe modo di studiare l attività antisettica di un mix di olii essenziali per la purificazione batteriologica dell aria. Il mix di olii essenziali venne aerosolizzato nell aria ambiente ed era composto da olio essenziale di pino, timo, menta, lavanda, rosmarino, eugenia e cannella. Il prof. Griffon, alla fine della ricerca, conclude che «la dispersione nell atmosfera del liquido studiato realizza una evidentissima disinfezione dell aria che si traduce in una diminuzione considerevole o totale dei germi microbici preesistenti». Questi risultati sono stati successivamente confermati da altri ricercatori (dott. Bidault e al.), che hanno riconosciuto la validità del preparato e che la disinfezione dell aria ambiente ha un azione terapeutica preventiva. 34

35 La diffusione o la nebulizzazione degli olii essenziali nell ambiente dovrebbe essere una pratica ovvia nelle camere dei malati, nelle sale operatorie e in quelle di degenza degli ospedali e delle cliniche, negli ambienti pubblici, negli asili e nelle scuole. Gli antichi lo sapevano bene, senza conoscere alcun dato sperimentale utilizzavano i fumi delle essenze per arginare e combattere le epidemie. Vale la pena ricordare le ricerche su colture microbiche fatte da Cavel per identificare la dose minima di alcuni o.e., espressa in cm³, sterilizzante un litro (1000 cm³) di brodo di carne inseminato con acqua di fogna. 35 Per citarne alcuni fra i più noti, abbiamo: Timo 0,7 cm³ Origano 1,0 cm³ Verbena 1,6 cm³ Cannella di Cina 1,7 cm³ Eugenia 2,0 cm³ Eucalipto 2,25 cm³ Menta 2,5 cm³ Rosmarino 4,3 cm³ Lavanda 5,0 cm³ Aglio 6,5 cm³ Limone 7,0 cm³ Trementina 8,6 cm³ Nelle stesse condizioni di ricerca il fenolo ha dato 5,6 cm³.

36 Oltre all azione diretta sui microrganismi, molti olii essenziali stimolano la produzione linfocitaria rendendo il terreno uomo meno vulnerabile alle aggressioni batteriche esterne. Per quanto ancora non è ben conosciuto il meccanismo d azione, gli o.e. di bergamotto, timo, lavanda, camomilla, pino e sandalo, sono fra quelli che meglio si sono dimostrati validi ad aumentare le naturali difese immunologiche. Alcuni olii essenziali hanno una spiccata proprietà antiparassitaria e insettifuga; Lavanda, Alloro, Timo, Geranio, Santoreggia pugliese, Eucalipto, Rosmarino, possono essere utilmente utilizzati nel trattamento della pediculosi, della scabbia e per allontanare insetti, zanzare, tarme,.. Una goccia degli olii essenziali di lavanda, limone, rosmarino, fiori d arancio, eugenia, cannella, mostarda, timo, uccide il sarcopte della scabbia in qualche minuto (constatazioni fatte al microscopio da Delafond e Bourguignon nel 1862). La maggior parte degli olii essenziali sono anche dotati di proprietà antitossiche e antivelenose, con la capacità di inattivare i prodotti di deterioramento delle cellule, e con un significativo processo di neutralizzazione dei veleni. Gli o.e. di Lavanda, Rosmarino, Salvia, Aglio, Cipolla, o in sostituzione le parti di pianta da cui si estraggono, sono fra quelli più attivi e potranno essere utilizzati con efficacia, dopo una puntura di zanzara, vespa o ragno. Dopo pochi minuti l infiammazione si attenua e il dolore scompare. E noto, che i cacciatori di camosci hanno da sempre utilizzato le proprietà antivelenose dell o.e. di lavanda, o in sostituzione i fiori, per neutralizzare il veleno di vipera, quando i loro cani venivano morsicati. La puntura diviene subito inoffensiva. Le proprietà antisettiche degli o.e. accelerano i processi di cicatrizzazione di ferite, scottature, escoriazioni, piaghe banali o infette, piaghe atone, piaghe cancerose e cancrenose, ulcere alle gambe, fistole. Anche le vescicole che compaiono in un infezione da herpes simplex cicatrizzano più velocemente, se l affezione viene curata con applicazioni locali di o.e.. L azione cicatrizzante degli olii essenziali si spiega con il richiamo sanguigno che essi provocano a livello dei tessuti, che migliora l azione detergente dei leucociti e nello stesso tempo favorisce la rigenerazione cellulare. Questa proprietà è stata notata principalmente in o.e. estratti da piante appartenenti alla famiglia delle Labiatae ( Lavanda, Salvia, Rosmarino, Timo, Melissa...). Molti olii essenziali possiedono proprietà antinevralgiche e antireumatiche; applicati localmente, attraverso impacchi o per massaggio, sotto forma di compresse o emulsioni, in unguenti, in oleoliti, sono molto utili nel trattamento di affezioni dolorose articolari e gottose. Per questo tipo di affezioni dolorose gli antichi usavano riscaldare e applicare sotto forma di cataplasmi piante aromatiche come l aglio, la cipolla, il timo, la salvia, il rosmarino, la camomilla. Gli olii essenziali che derivano da queste piante aromatiche sono il sostituto moderno e consigliati per questi tipi di patologie. 36

37 Da considerare che attraverso questa via esterna di applicazione degli olii essenziali, si hanno anche effetti sistemici per l alto potere di penetrazione transcutanea. Solubili nei grassi della pelle, essi attraversano molto rapidamente gli strati esterni e altrettanto rapidamente passano nei liquidi extracellulari per giungere nel sangue e nella linfa. La velocità di assorbimento per via cutanea è variabile a seconda dell essenza e secondo C. Vallette, studiando e sperimentando questo fenomeno sul coniglio, ottenne i seguenti dati: 37 Trementina assorbimento in 20 min. Timo ed Eucalipto da 20 a 40 min. Bergamotto, Limone e Anice da 40 a 60 min. Cedronella, Pino, Lavanda, Cannella, Geranio in min. Menta, Coriandolo, Ruta in 100 min. circa. Secondo P. Rovesti gli olii essenziali degli agrumi sono assorbiti in tempi variabili da 10 a 30 minuti in presenza del massaggio. Dunque l applicazione degli olii essenziali sulla pelle agisce sugli organi profondi e, per la facilità, associata alla velocità di penetrazione, si sono dimostrati ottimi eccipienti per veicolare altri farmaci destinati ad essere applicati localmente con lo scopo di ottenere effetti generali (alcaloidi, glucosidi vari,...). La straordinaria diffusibilità degli olii essenziali attraverso la cute è stata oggetto di numerosi studi e ricerche, anche con impiego di isotopi radioattivi, che hanno permesso di dimostrare come perfino nei bagni aromatici, dopo una breve permanenza, l essenza venga rintracciata nel sangue, svolgendo un azione a distanza su organi bersaglio. Gli olii essenziali di timo, pino, ed altri, per esempio, nei bagni aromatici, seguono la via pellesangue-polmoni, dove svolgono un azione antisettica, fluidificante delle mucose, coadiuvante dell espettorazione. Utilizzare le essenze nei bagni aromatici è certamente uno dei modi più efficaci per ottenere un effetto terapeutico, sia sul piano fisico che su quello psichico (azione sul sistema nervoso, tubo digerente, vie urinarie, azioni ormonali,...). I bagni con ginepro sono raccomandati ai reumatici ed agli artritici, quelli con maggiorana, timo, rosmarino e salvia sono fortificanti, come quelli con lavanda e tiglio sono calmanti. Se per via esterna gli olii essenziali riescono a influenzare e modificare tutti i sistemi organici con un potenziamento delle funzioni vitali, è comprensibile spiegare la potenza della loro attività sulle funzioni biologiche e psichiche quando vengono assunti per via interna. Per tale via le proprietà sono innumerevoli e varie, a seconda del tipo di olio essenziale utilizzato.

38 Sono antisettici (polmonari, intestinali, delle vie urinarie,...), antifermentativi, disintossicanti, rimineralizzanti, stimolanti, diuretici, antispasmodici, antireumatici, aperitivi, digestivi, carminativi, febbrifughi, colagoghi, vermifughi. Molti di essi hanno proprietà ormonali, con un azione diretta su alcune ghiandole, altri sono afrodisiaci, antidiabetici, vaso-dilatatori o vaso-costrittori. In particolare, l apparato digerente viene a essere molto influenzato dai miscugli aromatici; è sufficiente il loro odore e sapore, che le terminazioni nervose dei recettori olfattivi e gustativi, della mucosa nasale, del palato e della lingua, stimolino per via riflessa le secrezioni salivare, gastrica ed enterica, migliorando il processo della digestione. Lavanda e Menta stimolano la salivazione (Tisserand, 1983). Assunti per via interna, alcuni olii essenziali hanno il vantaggio di avere un azione diretta di stimolo sulle ghiandole gastriche secernenti e di migliorare la motilità intestinale. Canfora e Cannella aumentano i movimenti peristaltici dell intestino (Tisserand 1983). Altri ancora, hanno un particolare tropismo per le ghiandole annesse all apparato digerente, in particolare per il pancreas endocrino (Eucalipto, Cipolla, Geranio, Ginepro, hanno virtù antidiabetiche) e per il fegato (Rosmarino, Ginepro, Lavanda, Camomilla, Menta, Cipresso). Altre funzioni importanti sono quella antifermentativa (Aglio, Anice, Cipolla, Ginepro, Limone, Timo), quella antiacida (Chiodi di garofano), quella carminativa (Finocchio, Anice verde, Santoreggia, Timo), quella antispasmodica sulla muscolatura liscia (Bergamotto, Camomilla, Finocchio, Lavanda, Rosmarino, Salvia,...). Il Rosmarino favorisce la produzione biliare e la sua escrezione (colagogo e coleretico), e altrettanto coleretiche sono le essenze di Lavanda, di Menta, di Salvia, di Timo. La quotidiana assunzione di olii essenziali, o di aromi nell alimentazione, è una garanzia di buon equilibrio e di buon funzionamento dell intestino, e presto ci si accorge che le feci diventano inodori o assumono un odore aromatico. Numerosi olii essenziali hanno proprietà vermifuga. Citeremo i più importanti, che sono: l Aglio, la Camomilla, il Limone, il Timo, la Cipolla, il Chenopodio, il Bergamotto, il Carvi, la Cannella. Sull apparato cardiocircolatorio alcuni olii essenziali hanno la proprietà di modificare parametri vitali come la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa. La Canfora ha un azione di stimolo sul muscolo cardiaco, aumentando la frequenza, mentre Melissa, Arancio fiori, Lavanda, Ylang-ylang sono indicati nelle palpitazioni per rallentare la frequenza cardiaca. Per meccanismi muscolari e/o nervosi il diametro dei vasi può essere modificato, provocando ipotensione, come quando si utilizza l olio essenziale di Lavanda, di Spigo, di Maggiorana, di Aglio, di Melissa. 38

39 Per liberazione di adrenalina conseguente a un azione diretta sulla ghiandola surrenale, aumentano la pressione arteriosa gli olii essenziali di Issopo, Rosmarino, Salvia, Timo, Canfora, Cipresso. Altre ghiandole sono ugualmente influenzate dall assunzione di olii essenziali, al punto da essere paragonati ad ormoni vegetali (fito-ormoni). Le essenze di Pino, di Geranio, di Basilico, di Salvia, di Santoreggia, di Rosmarino, dinamizzano le cortico-surrenali. L Anice e la Menta eccitano l ipofisi anteriore, mentre l Issopo esplica la sua azione soprattutto sul bulbo. Sono menagoghi, atti cioè a normalizzare il ciclo mestruale e a favorire la comparsa del mestruo, gli olii essenziali di Valeriana, Basilico, Cannella, Artemisia, Cumino, Lavanda, Melissa, Menta, Salvia sclarea e Timo, che, avendo sostanze a struttura chimica simile a quella di alcuni ormoni femminili, svolgono probabilmente una funzione simile. L olio essenziale di Cipresso poi avrebbe una struttura chimica analoga a quella degli ormoni ovarici, mentre quello di Luppolo conterrebbe una sostanza affine all estrogeno. Aumentano il volume dei seni e favoriscono l allattamento, l Anice, il Carvi, il Finocchio, la Verbena...; sono invece antilattei il Prezzemolo, la Menta, la Salvia. La Cipolla, la Cannella, la Santoreggia e l Ylang-ylang accrescono le capacità sessuali. La Salvia, l erba sacra ai Latini, è impiegata da tempo per le sue molteplici virtù, in particolare può essere utilizzata per chi si appresta a entrare in menopausa per ridurre il fenomeno delle vampate di calore e della tensione nervosa. La Cipolla, l Aglio, il Limone sono tonificanti. La Camomilla, l Aglio, la Cipolla, la Cannella, sono aperitivi. Molti costituenti degli olii essenziali vengono eliminati attraverso la via renale, dove esercitano un influenza sul processo di ultrafiltrazione che avviene nei glomeruli oppure svolgono una modesta irritazione sull epitelio renale, favorendo la diuresi e l eliminazione dell acido urico. Olii essenziali diuretici sono innumerevoli, i più importanti sono quelli di Ginepro, Aglio, Cipolla, Finocchio, Lavanda, Rosmarino, Issopo, Timo,... In fase di eliminazione attraverso la via renale, molti olii essenziali conservano la proprietà antisettica che si aggiunge a quella antilitiasica. L Aglio, il Limone, il Ginepro, l Issopo, la Noce moscata, la Cipolla, ostacolano e riducono la formazione dei calcoli urinari, ma anche di quelli biliari. Importante è l azione degli olii essenziali svolta sull apparato respiratorio, sia in fase di eliminazione e sia per inalazione diretta. L inalazione, infatti, è un metodo molto efficace per sfruttarne le proprietà, in quanto consente agli olii essenziali di entrare nel circolo ematico ancor più rapidamente che mediante l assunzione 39

40 orale. In questa maniera le infezioni del naso, della gola, dei bronchi e dei polmoni sono stati patologici che rispondono molto bene al trattamento con olii essenziali. All azione antisettica (Timo, Aglio, Cipolla, Origano, Santoreggia, Garofano chiodi, Noce moscata,...), potrà aggiungersi l azione espettorante (Aglio, Eucalipto, Rosmarino, Lavanda, Cajeput, Tea tree, Alloro,...), quella antispastica (Finocchio, Aneto, Anice, Lavanda, Bergamotto, Basilico,...), quella antitussiva (Pino, Mirto, Finocchio, Cipresso, Limone, Bergamotto, Lavanda, Thuja...), quella stimolante degli atti respiratori ( Canfora, Issopo), quella balsamica (Issopo, Menta, Limone, Lavanda, Eucalipto, Mirto, Rosmarino,...). L aspetto più interessante degli olii essenziali rimane di certo quello degli effetti a carico del Sistema Nervoso Centrale (SNC) e del Sistema Nervoso Autonomo (SNA). Le prime pubblicazioni scientifiche in materia risalgono al 1923 quando due medici italiani, Giovanni Gatti e Renato Cayola, pubblicarono, in un libro dal titolo:" L azione delle essenze sul sistema nervoso", una seria di ricerche che illustravano l influenza degli odori sugli stati d animo e le differenze tra stati ansiosi e depressivi. I due studiosi consigliavano la somministrazione degli olii essenziali per via orale o per inalazione e avevano osservato che, non appena i vapori degli olii essenziali entravano in contatto con le terminazioni nervose olfattive, si verificava un alterazione del ritmo cardiaco, della circolazione sanguigna e del respiro. Di qui, la conclusione che l olfatto esercita, per azione riflessa, una enorme influenza sul SNC e sul SNA. In anni più recenti, queste ricerche si sono avvalse dell apporto di un altro italiano, il professore Paolo Rovesti dell Università di Milano (Rovesti, 1973). Anche per Rovesti i metodi di somministrazione sono sostanzialmente due. Il primo consiste nel mettere da una a tre gocce di olio essenziale su una zolletta di zucchero che verrà poi sciolta lentamente in bocca; in questo modo, parte dell essenza viene inalata e una parte ingerita. L altro metodo consiste nel nebulizzare nell ambiente aerosol aromatici. Ecco come Rovesti descrive la reazione di pazienti psichiatrici all aromaterapia: "Si direbbe che il paziente si senta trasportato dal profumo dell olio essenziale in un mondo diverso, più gradevole e accettabile, tanto che molti istinti reattivi si attenuano per lasciare posto a un graduale ritorno alla normalità." Secondo Rovesti, tra gli olii essenziali testati che alleviano gli stati d ansia figurano: Bergamotto, Limetta, Neroli, Petit-grain, Lavanda, Maggiorana, Viola foglia, Rosa, Cipresso, Opoponax. Contro la depressione, lo stesso autore, suggerisce: Limone, Arancio, Verbena, Gelsomino, Ylangylang, Sandalo. Margherite Maury, aromaterapista di fama, descrive in un suo libro gli effetti che gli olii essenziali hanno sulla psiche: 40

41 "Del massimo interesse è l effetto che una fragranza ha sullo stato psichico e mentale di un individuo. I poteri di percezione diventano più lucidi e penetranti e si ha la sensazione di aver preso una certa distanza dagli eventi, che si valutano con maggiore obiettività e, quindi nella prospettiva più vera." Altre ricerche sono state condotte in tempi più recenti da molti autori, che hanno confermato le connessioni esistenti tra terminazioni olfattive con altre aree del SNC, e come una stimolazione olfattiva produca una reazione inconsapevole sullo stato emotivo. Il tratto olfattivo si ramifica in circa dodici diverse destinazioni. Una di queste, l area piriforme, è in buona parte responsabile della percezione consapevole dell odore, ma oggi si comincia a capire il significato di altre connessioni nervose. L ippocampo e l amigdala sono in relazione sia con la memoria a lungo termine che con molti tipi di emozioni. Una stimolazione olfattiva produce delle alterazioni fisiologiche per quanto riguarda pressione sanguigna, tensione muscolare, temperatura corporea, conduttività termica e andamento delle onde cerebrali. In rapporto al SNA alcuni olii essenziali esercitano un azione: parasimpaticomimetica (Origano, Rosmarino, Verbene, Garofano chiodi); parasimpaticolitica (Timo, Timo serpillo, Issopo, Cipresso, Estragone); simpaticolitica (Lavanda, Angelica, Ylang-ylang); simpaticomimetica (Santoreggia, Limone, Pino, Basilico). In rapporto all azione sul SNC, alcuni autori hanno classificato gli olii essenziali in quattro classi fondamentali: convulsivanti (Assenzio, Anice, Salvia, Tanaceto, Thuja); anticonvulsivanti (Calamo, Salvia sclarea, Lavanda); stupefacenti (Noce moscata, Menta); eccito-stupefacenti. Il gruppo degli eccito-stupefacenti è suddiviso a sua volta in olii che hanno un azione prevalentemente: 1. stimolante (Angelica, Basilico, Cardamomo, Cannella, Finocchio, Limone, Menta, Salvia, Timo); 2. calmante o sedativa (Bergamotto, Camomilla, Lavanda, Maggiorana, Neroli, Petit-grain, Melissa, Sandalo, Verbena). Da sottolineare che, talora, una dose iniziale modesta di olio essenziale può avere un effetto stimolante, mentre una dose più massiccia e ripetuta nel tempo può sortire un effetto sedativo (Gatti e Cayola, 1923). 41

42 Per riassumere, verranno di seguito presentate le principali azioni farmacodinamiche degli olii essenziali che più frequentemente vengono utilizzati in aromaterapia: Antalgici Aglio, Camomilla, Canfora, Cipolla, Gaulteria, Ginepro, Lavanda, Maggiorana, Menta, Rosmarino, Salvia,... Antianemici Aglio, Angelica, Basilico, Camomilla, Cipolla, Finocchio, Limone, Timo, Antiartritici Aglio, Basilico, Cipolla, Eucalipto, Ginepro, Issopo, Limone, Maggiorana, Salvia,... Antidiabetici Betulla, Cipolla, Eucalipto, Geranio, Ginepro, Issopo, Salvia,... Antidiarroici Aglio, Bergamotto, Camomilla, Cannella, Cipolla, Garofano, Origano. Antigottosi Aglio, Basilico, Cajeput, Ginepro, Limone, Pino, Rosmarino, Sassafrasso. Antilitiasici biliari Aglio, Cipolla, Ginepro, Guaiaco, Limone, Sassafrasso, Rosmarino, Trementina,... Antilitiasici urinari Antipruriginosi Aglio, Betulla, Cipolla, Geranio, Ginepro, Issopo, Limone, Noce moscata, Trementina,... Bergamotto, Camomilla, Canfora, Geranio, Limone, Menta, Timo,... Antireumatici Antispasmodici Aglio, Cajeput, Camomilla, Cipolla, Garofano, Issopo, Noce moscata, Rosmarino, Salvia, Timo,... Angelica, Anice verde, Basilico, Finocchio, Issopo, Lavanda, Menta,... Balsamici Bechici Carminativi Aglio, Canfora, Eucalipto, Issopo, Lavanda, Limone, Menta, Niaouli, Origano, Pino, Rosmarino, Timo, Trementina,.. Aglio, Bergamotto, Cipresso, Finocchio, Issopo, Lavanda, Limone, Mirto, Origano, Pino, Rosmarino, Sassafrasso, Timo, Thuja,... Aneto, Anice verde, Badiana, Calamo, Carvi, Coriandolo, Finocchio, Origano, Rosmarino, Salvia, Timo,...

43 Cefalici Anice verde, Basilico, Camomilla, Canfora, Lavanda, Maggiorana, Melissa, Menta,.. Cicatrizzanti Aglio, Cajeput, Camomilla, Cipresso, Geranio, Lavanda, Melissa, Niaouli, Origano, Rosmarino, Salvia, Timo,... Colagoghi Angelica, Calamo, Camomilla, Issopo, Lavanda, Limone, Rosmarino, Salvia, Timo, Diuretici Aglio, Anice verde, Betulla, Cipolla, Cipresso, Finocchio, Ginepro, Issopo, Lavanda, Limone, Rosmarino, Timo,... Emmenagoghe Assenzio, Basilico, Camomilla, Cannella, Lavanda, Origano, Tanaceto, Thuja,... Emostatici Bergamotto, Cipresso, Geranio, Ginepro, Limone, Mirto, Niaouli, Origano,... Espettoranti Alloro, Aglio, Canfora, Cajeuput, Eucalipto, Finocchio, Lavanda, Maggiorana, Origano, Rosmarino, Santoreggia, Tea-tree, Timo,... Febbrifughi Galattagoghi Aglio, Artemisia, Bergamotto, Camomilla, Canfora, Eucalipto, Limone, Salvia,... Anice verde, Carvi, Finocchio, Verbena,... Galattofughi Prezzemolo, Menta, Salvia,... Ipertensori Canfora, Cipresso, Issopo, Rosmarino, Timo,... Ipotensori Aglio, Lavanda, Limone, Melissa, Maggiorana, Spigo, Ylang-ylang,... Parassiticidi Revulsivi Eugenia, Cade, Cannella, Carvi, Geranio, Ginepro, Menta, Noce moscata, Timo,... Senape, Trementina,... Sedativi Bergamotto, Camomilla, Lavanda, Limone, Melissa, Maggiorana, Neroli, Petit-grain, Ylang-ylang, Timo, Sandalo, Verbena,...

44 Stimolanti cortico-surrenali Basilico, Borneolo, Geranio, Pino, Rosmarino, Salvia, Santoreggia,... Stimolanti epatici Stimolanti pancreatici Camomilla, Cipolla, Cipresso, Ginepro, Issopo, Lavanda, Limone, Menta, Rosmarino, Santoreggia,... Eucalipto, Geranio, Cipolla, Ginepro, Limone, Stimolanti S.N. Angelica, Basilico, Cannella, Cardamomo, Cipolla, Finocchio, Ginepro, Garofano, Limone, Menta, Salvia, Timo,... Tonici venosi Bergamotto, Cipresso, Geranio, Limone, Mirto,... Vermifughi Aglio, Aneto, Artemisia, Bergamotto, Camomilla, Cannella, Chenopodio, Cipolla, Limone, Timo,... Vulnerari Camomilla, Lavanda, Limone, Rosmarino, Santoreggia, Maggiorana, Timo,...

45 45

46 8. Metabolismo e tossicità Gli olii essenziali naturali e totali sono sostanze molto potenti che vanno impiegate seguendo delle indicazioni ben precise e sotto il controllo di un medico aromaterapista. L assunzione per via orale va presa in considerazione soltanto quando sia necessario, e cioè nella cura vera e propria di alcune malattie, mentre la prevenzione, la stimolazione energetica e la vitalizzazione del corpo si otterranno preferibilmente con l applicazione per via esterna. Per via esterna, comunque, vi sono diversi modi, altrettanto efficaci, anch essi non privi di effetti collaterali. È opportuno sfatare la credenza per cui se un rimedio è naturale non può far male. I più potenti veleni sono proprio di origine vegetale. È necessario avvicinarsi all affascinante mondo delle cure naturali con reale interesse, rispetto, amore, con scienza e coscienza, da cui nasce la necessaria accortezza. Mediante bagni, frizioni e massaggi, irrigazioni, compresse e impacchi, con la diffusione nell aria, con la stimolazione olfattiva, ecc.., queste sono le varie possibilità di applicazione degli olii essenziali. Generalmente gli olii essenziali vengono prescritti sotto forma di perle o di gocce, anche diluiti in soluzione alcolica, da assumere per via orale. Il modo migliore per assimilare gli olii essenziali è quello di miscelare le gocce in un cucchiaino di miele vergine integrale, da far sciogliere in lentamente in bocca. Per gli olii essenziali particolarmente pungenti, dopo averle sciolte nel cucchiaino di miele, diluire in un po di acqua tiepida. La dose media per bocca è di 2-5 gocce per 2-5 volte al giorno, prima o durante i pasti, a seconda dell olio essenziale e del caso da trattare. Il periodo di cura va da alcuni giorni a circa tre settimane, per lo stesso olio o mix di olii. I cicli possono essere rinnovati dopo un intervallo di 7-10 giorni, cambiando olio o mix. Il dosaggio terapeutico consigliato dagli aromaterapisti va dai 2 ai 4 mg/kg. Per tale dose, diluita in 5 litri di sangue, si è potuto calcolare una concentrazione ematica media di olio essenziale che si aggira intorno a 0,00001 M. I dosaggi letali sono compresi per la maggior parte degli olii essenziali tra i 1000 e i 5000 mg/kg. Altre modalità di somministrazione, specialmente nelle malattie infettive, sono la via rettale, sotto forma di supposte; per aerosol con soluzione fisiologica e tween 20 o tween 80; per via topica mucosale, sotto forma di ovuli, creme, lavande vaginali, gel orali. Quando vengono assunti per via sistemica, ma anche se applicati localmente in soluzione alcolica o in una base oleosa al 1-5 %, i vari componenti chimici degli olii essenziali raggiungono per via ematica innanzitutto il filtro epatico, addetto alla detossificazione dei farmaci. La quantità di olio (circa 0,1 ml.) assorbita dalla pelle durante un massaggio del corpo è pari alla dose solitamente somministrata per via orale. 46

47 Nel filtro epatico avvengono diversi processi di biotrasformazione che diminuiscono o distruggono l attività di un farmaco e ne aumentano l escrezione riducendo il riassorbimento tubulo-renale e trasformando il farmaco stesso in una forma più idrosolubile con processi di coniugazione, di idrossilazione, di ossidazione, ecc. Per questo, le controindicazioni al trattamento con olii essenziali consistono prevalentemente in tutte le patologie epatiche (epatiti acute, steatosi, cirrosi,...), e in quelle della colecisti (colecistiti, colelitiasi). Potenzialmente nefrotossici sono gli olii essenziali a prevalente contenuto in aldeidi, fenoli e in esteri, e, per questo non vanno somministrati in soggetti che soffrono di disturbi renali e tanto meno risultano indicati nel trattamento di patologie infettive batteriche delle alte vie urinarie. Da non dimenticare i possibili effetti collaterali che si possono avere a carico del Sistema Nervoso Centrale (SNC) quando si somministrano alcuni olii essenziali, siano essi a contenuto in chetoni, ma anche ad esteri e ad eteri. Questi olii essenziali generalmente risultano calmanti e sedativi a basse dosi, ma diventano neurotossici e stupefacenti a concentrazioni elevate o per ripetute somministrazioni. Anche nel soggetto sano, comunque, il trattamento con olii essenziali non dovrà mai essere di lungo periodo, almeno per quelli che se ne conosce la potenziale epatotossicità, nefrotossicità, neurotossicità. In alcuni casi sono necessari alcuni esami di laboratorio per monitorizzare la funzionalità epatica e renale. Infine, da segnalare alcune manifestazioni, come la fototossicità, conseguenti alla somministrazione, o applicazione topica, di alcuni olii essenziali. Tra questi figurano principalmente quelli a contenuto in psoraleni (bergamottene), come Citrus bergamia (bergamotto). Il fenomeno, comunque, può manifestarsi anche per altri olii essenziali che derivano dai frutti di piante appartenenti alla famiglia delle Rutaceae (arancio amaro, arancio dolce, mandarino, limone.). Per soggetti con diatesi allergica, è consigliabile testare l olio essenziale applicando una goccia diluita a livello della superficie interna dell avambraccio e attendere almeno 24 ore. Se nella sede di applicazione compaiono manifestazioni quali prurito, arrossamento, irritazione, non procedere all uso. Nei bambini di età inferiore ai 3 anni, utilizzare olii essenziali diluiti e i più delicati quali Camomilla, Lavanda, Arancio, Mandarino, Rosa, Benzoino, Niaouli, Mirto, nella dose di 1/4 di quella raccomandata per gli adulti. Se l età è superiore ai 3 anni, utilizzare 1/2 della dose raccomandata per gli adulti. Per i bambini di età inferiore all anno e mezzo, per i bagnetti usare una sola goccia di olio essenziale. Per quanto riguarda l utilizzo degli olii essenziali in gravidanza, si preferisce in merito assumere un atteggiamento di prudenza, perché poco si conosce per quanto riguarda l influenza che hanno 47

48 alcuni composti chimici degli olii essenziali sulla capacità di attraversare la barriera placentare e sullo sviluppo fetale. Pertanto, gli olii essenziali in gravidanza e nei neonati non devono essere prescritti. Di certo, vi sono degli olii essenziali che somministrati ad alte dosi sortiscono un effetto abortivo per un particolare tropismo verso le fibre muscolari uterine. Tra questi figurano: Assenzio, Cedro, Prezzemolo, Ruta, Sabina, Tanaceto, Thuja. La maggior parte degli olii essenziali vengono eliminati soprattutto per via renale, e per via fecale, a seguito dell escrezione con la bile, ma anche attraverso la via respiratoria e quella cutanea, per via delle ghiandole sudoripare. 48

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