I contenuti della pianificazione nell allegato alla LR n.20/2000

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "I contenuti della pianificazione nell allegato alla LR n.20/2000"

Transcript

1 I contenuti della pianificazione nell allegato alla LR n.20/2000 (Maurizio Sani - Servizio Monitoraggio del Sistema Insediativo Regione Emilia-Romagna) Nell Allegato alla legge regionale Disciplina generale sulla tutela ed uso del territorio sono sviluppati i contenuti strategici e disciplinari della pianificazione che derivano dai principi e dai contenuti generali degli strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale definiti dalla LR n.20/2000. I contenuti dell Allegato innovano sostanzialmente il modello di zonizzazione urbanistica e territoriale definito con la LR n.47/1978 s.m.. Di seguito si cercherà di fornire una possibile chiave di lettura interpretativa di tale modello; è tuttavia opportuno premettere alcuni elementi generali di orientamento relativi ai contenuti dell Allegato alla Legge regionale n.20/2000: - il rapporto tra la Legge e l Allegato; - la struttura dell Allegato, - la struttura degli articoli dell Allegato. Il rapporto tra la legge regionale Disciplina generale sulla tutela ed uso del territorio n.20/2000 e L Allegato Contenuti della pianificazione Nel definire i contenuti della Disciplina generale sulla tutela ed uso del territorio la Regione ha inteso sviluppare un impianto normativo che, anche nella forma del testo, tenesse distinti: 1. gli aspetti fondamentali, che la legge individua alla base del sistema della pianificazione territoriale e urbanistica, quali: a. i principi; b. gli strumenti di pianificazione ed i loro contenuti generali; c. la disciplina delle opere pubbliche; d. le norme transitorie; I primi due aspetti definiscono sicuramente un impianto normativo di lunga prospettiva, certamente migliorabili in ogni momento, ma modificabili solo rimettendo in discussione l impianto stesso della legge e quindi attraverso una adeguata riflessione e verifica della attuazione della legge stessa. 2. gli aspetti strettamente disciplinari della pianificazione, contenuti invece nell Allegato che riguardano solo gli aspetti legati più alla costituzione di una abaco di obiettivi, politiche ed azioni di competenza degli strumenti di pianificazione. Un abaco da applicare in specifiche situazioni omogenee del territorio, per perseguire determinati obiettivi strategici e disciplinari ed attuare i conseguenti assetti strutturali del territorio urbano e rurale. Si tratta di strumenti disciplinari per organizzare e sviluppare, in maniera omogenea sul territorio regionale, le azioni di pianificazione; i contenuti di questo abaco definiscono aspetti maggiormente operativi e specifici. La prima applicazione di questi contenuti comporta necessariamente anche, nel medio periodo, una fase di lo sperimentazione, di monitoraggio e di valutazione dei risultati applicativi. Un bilancio applicativo dei contenuti dell Allegato può comportare l esigenza di un loro miglioramento o modifica per renderli maggiormente efficaci e coerenti ai principi ed al sistema della pianificazione. L Allegato costituisce parte integrante della Legge (art. 36) e quindi non perde né efficacia né cogenza, mantiene però la caratteristica di poter essere modificato dal Consiglio Regionale con un percorso più snello rispetto alla Legge. I contenuti dell Allegato possono quindi essere sottoposti ad una verifica di efficacia e coerenza rispetto agli obiettivi e i principi fissati dalla LR 20/2000; la Legge in tal 1

2 modo crea le condizioni per facilitare l applicazione anche ai propri contenuti di pianificazione del processo di verifica, monitoraggio e bilancio che propone per i piani. La struttura degli articoli dell Allegato Contenuti di pianificazione L Allegato, nel definire i contenuti della pianificazione, procede ad articolare, dettagliare e sviluppare i contenuti generali degli strumenti di pianificazione provinciale e comunale, già definiti dalla Legge nel Titolo II, unitamente agli strumenti di pianificazione e alle loro procedure di approvazione. L articolato definisce sostanzialmente le diverse tipologie di politiche e azioni strategiche per il governo del territorio utilizzabili nel campo di competenza della pianificazione. Ogni articolo prevede in sequenza : 1. la descrizione delle caratteristiche dell ambito oggetto della norma; 2. gli obiettivi generali perseguiti dal sistema della pianificazione; 3. i compiti specifici assegnati agli strumenti di pianificazione generali PTCP e PSC e, quando necessario, al POC ed al RUE; 4. eventuali disposizioni specifiche. Nel passaggio dal disegno di legge al testo approvato tale impostazione è stata in parte resa meno percepibile; resta tuttavia come principio organizzatore dei contenuti di ciascun articolo; negli articoli A-8, A-16, A-2 tale impostazione è ancora chiaramente leggibile. L Allegato, oltre definire in ogni articolo le differenti politiche di governo del territorio, indica anche come queste si articolano nei diversi strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale; attraverso una lettura trasversale dell articolato, è così possibile definire lo scenario delle competenze degli strumenti della pianificazione di area vasta e comunale. La struttura dell Allegato Contenuti di pianificazione L allegato individua nei contenuti propri della pianificazione due livelli: 1. i contenuti strategici Sono i contenuti fondamentali del campo di competenza della pianificazione e sono riferiti a tutta la strumentazione territoriale e urbanistica. Riguardano i quattro grandi sistemi che caratterizzano il territorio (definiti nel Capo I dell Allegato), cui si aggiunge il sistema rurale (sviluppato invece nella seconda parte dell Allegato): - il sistema ambientale, i rischi ambientali e la sicurezza del territorio (art. A-1, A-2, A-3); - il sistema insediativo (art. A-4); - il sistema della mobilità (art. A-5); - il sistema della qualità urbana ed ecologico ambientale (art. A-6); - il sistema del territorio rurale (art. A-16). I contenuti di questi sistemi sono ripresi e sviluppati nella restante parte dell Allegato relativa ai contenuti specifici della pianificazione. 2. i contenuti specifici della pianificazione riguardano le politiche degli ambiti e delle dotazioni territoriali, che costituiscono la disciplina urbanistica omogenea conformante specifiche parti del territorio; tali contenuti sono riferibili a quattro tematiche, relative : - al territorio urbano; - al territorio rurale; - al sistema insediativo storico; 2

3 - alle dotazioni territoriali. Le ultime due tematiche si applicano agli ambiti del territorio urbano e rurale. 3

4 I contenuti strategici Come abbiamo visto, l Allegato tratta innanzitutto i contenuti strategici della pianificazione, suddividendoli per i cinque fondamentali sistemi territoriali. Se ne indicano di seguito gli elementi distintivi essenziali: Sistema ambientale (art.a-1) Gli strumenti di pianificazione generale: Concorrono alla salvaguardia del valore naturale, ambientale e paesaggistico del territorio e al miglioramento dello stato dell ambiente Si informano ai criteri della sostenibilità ambientale e territoriale dello sviluppo definiti dall art.2; sono sottoposti a procedura di Valutazione di sostenibilità ambientale e territoriale(art.5). In particolare: il PTCP: definisce il quadro delle risorse ambientali, il loro grado di riproducibilità e vulnerabilità; definisce le soglie, i limiti e le condizioni di sostenibilità degli insediamenti rispetto a: - ciclo idrico integrato ; - piano di protezione della risorsa idrica (Dpr 152/99); fornisce indirizzi e direttive per la realizzazione delle dotazioni ecologicoambientali e delle reti ecologiche. il PSC: accerta, in conformità al PTCP, la consistenza la localizzazione e la vulnerabilità delle risorse presenti sul territorio comunale e detta le relative norme di salvaguardia, miglioramento e riequilibrio ambientale sulla base delle specificità locali. Sistema insediativo (art. A-4) La pianificazione ne definisce: l assetto fisico e funzionale, con riferimento alle destinazioni d uso e alle opportunità di sviluppo (i luoghi, la consistenza e gli usi); la funzionalità complessiva del territorio in termini di razionale distribuzione della popolazione e delle attività (l efficacia e l efficienza). In particolare: il PTCP: individua gli ambiti sub-provinciali ove sviluppare forme di coordinamento ed integrazione funzionale della pianificazione comunale; formula indirizzi e direttive per il sistema insediativo e per il rango e ruolo dei centri abitati per gli aspetti di valenza sovracomunale (sistema storico, dei servizi, produttivo, delle dotazioni territoriali, rurale). il PSC: delimita il territorio comunale in ambiti territoriali, caratterizzati da differenti politiche omogenee di intervento, di assetto funzionale ed urbanistico; stabilisce il dimensionamento delle nuove previsioni per ciascun ambito con riferimento al fabbisogno locale e al PTCP ( la pianificazione provinciale deve dunque esprimere indirizzi anche sulla ripartizione, all interno del sistema insediativo provinciale, del fabbisogno di nuove previsioni derivante dall obiettivo della funzionalità complessiva del territorio ). 4

5 Sistema delle infrastrutture per la mobilità (art. A-5) Gli strumenti di pianificazione generale nel definire la rete delle infrastrutture principali per la mobilità di merci e persone, oltre che raccordarsi con quella di settore, devono anche: concorrere a garantire la qualità urbana ed ambientale, definendo i requisiti e le dotazioni delle infrastrutture della mobilità necessari; le infrastruttura per la mobilità costituiscono quindi settore su cui valutare la sostenibilità del sistema insediativo; definire i siti più idonei, non solo per la funzionalità delle infrastrutture, ma anche per la loro sostenibilità ambientale, igienico sanitaria e paesaggistica. Tali elementi costituiscono parametri per la valutazione di sostenibilità delle infrastrutture stesse. In particolare: il PTCP: valuta l efficienza, l efficacia e l adeguatezza della rete della mobilità sovracomunale e definisce la dotazione di infrastrutture di carattere sovracomunale necessaria (razionalizzazione e ampliamento dei tracciati esistenti e nuovi corridoi) in rapporto alle potenzialità e criticità attuali ed allo sviluppo del sistema insediativo provinciale. il PSC: definisce la rete di infrastrutture e servizi per la mobilità di maggiore rilevanza comunale, per le diverse modalità di trasporto, e le prestazioni in termini di sicurezza, funzionalità, accessibilità e fruibilità, che diventano fattore di qualità urbana ed ecologico ambientale. definisce il perimetro del centro abitato ai fini del codice della strada, come perimetro continuo del territorio urbanizzato (edificato, in costruzione, lotti interclusi). Può individuare, oltre alle fasce di rispetto stradale del codice della strada, anche adeguate fasce di ambientazione (aree di pertinenza per la mitigazione degli impatti). Standard di qualità urbana ed ecologico-ambientale (art. A-6) Il sistema delle dotazioni territoriali comprende : a. gli standard di qualità urbana, comprendenti: il Sistema delle infrastrutture per l urbanizzazione degli insediamenti; il Sistema delle attrezzature e degli spazi collettivi pubblici (standard urbanistici). Attiene in particolare alla loro: - Tipologia e quantità (già presente nella LR 47/1978) - Accessibilità, fruibilità, sicurezza, funzionalità, adeguatezza tecnologica, economicità gestione (prestazioni qualitative aggiunte dalla lr 20/2000) Questi standard sono pubblici, tuttavia la Legge stabilisce la possibilità per il comune di promuovere lo sviluppo anche di attività private, rispondenti a requisiti di fruibilità collettiva, che concorrono a migliorare ed articolare (non a sostituire) la offerta di servizi pubblici. In particolare: il PTCP: 5

6 Detta disposizioni inerenti le infrastrutture per l urbanizzazione degli insediamenti in conformità con i disposti della LR 3/1999 e con leggi, piani e programmi di settore; individua i centri abitati nei quali realizzare servizi di interesse sovracomunale; può motivatamente ampliare o ridurre la dotazione minima complessiva di legge per aree per attrezzature e spazi collettivi. il PSC definisce: per gli standard urbanistici: il fabbisogno, l assetto complessivo e la loro articolazione nelle diverse tipologie di servizi a scala comunale; la dotazione quantitativa minima per ciascun ambito ed i requisiti di accessibilità e fruibilità; per le infrastrutture per l urbanizzazione: l adeguatezza complessiva della rete e la dotazione dei singoli ambiti; l individuazione di massima degli impianti e delle reti tecnologiche. b. gli standard di qualità ecologico-ambientale, comprendenti: Il grado di riduzione della pressione antropica sul sistema naturale, Il grado di miglioramento della salubrità dell ambiente urbano, rispetto allo stato di fatto del territorio al momento della formazione del piano. Lo standard definisce quindi non una quantità predeterminata per legge o una dotazione assoluta pro capite, ma un differenziale di miglioramento relativo, che il piano introduce nei confronti dello stato dell ambiente e della salubrità dei luoghi. Rientrano fra questi standard anche gli spazi di proprietà privata. In particolare: il PTCP: Fissa gli indirizzi e le direttive per le dotazioni ecologico ambientali; il PSC: definisce gli obiettivi, il fabbisogno e le tipologie di standard di qualità ecologica ed ambientale complessivi e per i singoli ambiti. La Legge definisce inoltre le tipologie di riferimento, i criteri e le finalità per definire le dotazioni territoriali (art.a-22, art.a-23, art.a-24). 6

7 I contenuti specifici della pianificazione Relativamente all aspetto dei contenuti specifici della pianificazione occorre distinguere la disciplina degli ambiti territoriali da quella del sistema delle dotazioni territoriali. La disciplina degli ambiti territoriali omogenei detta norme relative : al territorio urbano in ambiti ove la pianificazione dispone politiche ed azioni di miglioramento dei tessuti urbani consolidati, di riqualificazione urbana, per la realizzazione di nuovi insediamenti; di consolidamento, ampliamento e nuovo insediamento di concentrazioni specializzate di attività produttive ed aree ecologiche attrezzate, di poli funzionali. Appartiene al territorio urbano anche il sistema insediativo storico relativo ai centri storici che costituiscono, di fatto, un ambito urbano entro cui la pianificazione persegue gli obiettivi di integrare politiche ed azioni di salvaguardia e riqualificazione e conservazione urbanistico edilizia dei tessuti storici con rivitalizzazione e rifunzionalizzazione degli stessi; al territorio rurale in ambiti in cui la pianificazione è caratterizzata dalla prevalente azione di tutela e salvaguardia di valori naturali ed ambientali; da politiche di sviluppo di attività integrative del reddito agricolo in situazioni di marginalità produttiva, per la presenza di limitazioni naturali o paesaggistiche all utilizzazione agricola dei suoli o per la pressione insediativa in are periurbane; da interventi a favore di una attività produttiva agricola idonea per vocazione e specializzazione ad una produzione di beni agro alimentari di elevata intensità e concentrazione. Appartengono di norma al territorio rurale anche il sistema insediativo storico degli insediamenti e le infrastrutture storiche del territorio rurale (disciplinati dall art.a-8) e che comprendono le strutture insediative puntuali o gli assetti o infrastrutture territoriali che costituiscono elementi riconoscibili dell organizzazione storica del territorio e costituiscono elementi di disciplina conservativa all interno degli ambiti del territorio rurale. La pianificazione riconosce e tutela gli elementi della identità culturale del territorio rurale con una disciplina che si somma, in maniera coerente ed integrata, a quella degli ambiti rurali in cui si collocano. al sistema delle infrastrutture per la mobilità di maggiore rilevanza urbana e territoriale, individuando corridoi idonei per la localizzazione delle nuove infrastrutture e la rete principale delle infrastrutture e dei servizi della mobilità. Nella prassi attuale l individuazione dei corridoi e della rete nei PSC, di norma, tende a sovrapporsi agli ambiti, mentre viene distinta in POC e RUE. L insieme di questi ambiti copre la totalità del territorio comunale. La disciplina relativa al sistema delle dotazioni territoriali si configura invece come un insieme di impianti, opere, spazi che, nel loro complesso, concorrono a realizzare gli standard di qualità urbana ed ecologica ed ambientale all interno degli ambiti del territorio urbano e rurale; dunque a questi si legano per la fase attuativa e si sommano alle politiche di ambito per definirne le caratteristiche urbanistiche di qualità. A questo proposito (art.a-22) gli strumenti urbanistici stabiliscono per ciascun ambito del territorio comunale il fabbisogno di dotazioni. Le dotazioni territoriali concorrono a realizzare gli standard di qualità urbana ed ecologica ed ambientale nei diversi ambiti del territorio urbano e rurale e sono dunque individuate, all interno dei diversi ambiti, in forma diffusa o puntuale con modalità differenti nei diversi strumenti urbanistici comunali ed in considerazione del loro stato di attuazione. 7

8 La disciplina per ambiti territoriali specifici nasce dalla necessità di rispondere a due esigenze: 1. la prima è quella di superare la rigidità dello zoning (DM 2/4/68) circa gli usi e le caratteristiche urbanistiche delle zone omogenee, in particolare la monofunzionalità delle espansioni (già in parte superata dalla LR 47/78 e poi dalle più recenti strumentazioni comunali) e il loro utilizzo limitato unicamente allo strumento comunale (PRG e suoi strumenti attuativi). La scelta della Legge è di superare, ove possibile, la monofunzionalità e di favorire la diffusione di un equilibrato mix di funzioni compatibili, quale componente necessaria della qualità urbana. A questo scopo sono stati quindi distinti due tipologie di ambiti caratterizzate dalla differente compresenza di funzioni urbane: gli ambiti caratterizzati da una equilibrata integrazione tra la funzione abitativa e le attività economiche e sociali con essa compatibili, da articolarsi in maniera flessibile nei diversi casi di intervento a seconda delle esigenze specifiche; gli ambiti caratterizzati dalla presenza di funzioni specialistiche produttive che necessitano di essere separate da servizi e residenza a causa di caratteristiche intrinseche e con queste non compatibili (per cause relative al traffico, al rumore, alle polveri, alla organizzazione spaziale ). 2. la seconda esigenza deriva dalla scelta di proporre un articolato che individua non zone omogenee (con perimetro, funzioni e modalità attuative non modificabili), ma specifiche tipologie di politiche ed azioni di competenza della pianificazione che vengono declinate nei diversi strumenti del sistema di pianificazione sia di area vasta che comunale e riferite al territorio per areali con crescenti gradi di definizione spaziale. L ambito territoriale si caratterizza quindi come un insieme di obiettivi, politiche e azioni che vengono disciplinati in maniera coerente secondo il livello di pianificazione in cui vengono utilizzati (PTCP, PSC, RUE, POC). Proprio per questo motivo gli articoli di Legge individuano prima i contenuti degli ambiti specifici e poi li articolano per piani. 8

9 Il sistema degli ambiti territoriali Cerchiamo ora di presentare in maniera schematica una possibile lettura dell articolazione degli ambiti nel territorio comunale ed i loro principali elementi distintivi Il primo riferimento è all articolo 28, relativo ai contenuti generali del PSC che articola il territorio comunale in: Territorio urbano, distinto in: - Urbanizzato (cioè la città esistente perimetrata dal PSC) - Da urbanizzare (cioè le parti del territorio da sottoporre a trasformazioni urbanistiche sostanziali per l espansione della città) Territorio rurale: cioè le parti di territorio non urbanizzato e non urbanizzabile, non sottoposte a trasformazioni urbanistiche sostanziali perché destinate a politiche di integrazione tra la tutela delle risorse naturali e storico-paesaggistiche con la produzione agricola. Esaminiamo quindi separatamente gli ambiti del territorio urbano e quelli del territorio rurale. Il territorio urbano Occorre una prima importante distinzione (prima enunciata) che distingue tra due tipologie di ambiti territoriali per l assetto funzionale prevalente nell area: Gli ambiti urbani che hanno come obiettivo di qualità urbana la realizzazione di una equilibrata compresenza di funzioni compatibili; Gli ambiti urbani dove, per questioni di impatto igienico-sanitario, ambientale, di traffico e di gestione delle infrastrutture a rete, non è possibile perseguire la compresenza di alcune funzioni produttive specialistiche con la residenza ed i servizi diffusi. Il territorio urbano è quindi diviso in: A) Ambiti con mix di funzioni compatibili: sono ambiti articolati in rapporto alle trasformazioni ammesse nella città esistente o nelle parti di città da urbanizzare B) Ambiti con funzioni specialistiche produttive: sono ambiti articolati rispetto - sia al rapporto con le tipologie produttive, - sia in rapporto alla tipologia dell impatto economico, sociale, ambientale e infrastrutturale di livello locale o sovracomunale. Consideriamo separatamente l articolazione del territorio urbano per queste due tipologie di assetto funzionale prevalente. 9

10 A - Il territorio urbano caratterizzato da una equilibrata compresenza di funzioni compatibili comprende l articolazione degli ambiti per territorio urbanizzato ed urbanizzabile, che risulta la seguente: Il Territorio urbanizzato comprende: Centro storico (art. A-7) Si tratta di parti del territorio che mantengono la riconoscibilità della struttura insediativa storica e dei processi formativi. Le politiche di ambito per il Centro Storico come tessuto urbano sono specificate nell articolo A-7, mentre gli aspetti della tutela conservativa degli edifici è trattata all articolo A-9. Questa impostazione permette di definire nel PSC categorie di intervento non solo edilizio ma anche su tipologie di tessuto urbano storico e interventi di rivitalizzazione socio economica (impostazione non sufficientemente sviluppata nell art.36 della LR 47/1978, ma presente come esigenza in numerose discipline particolareggiate). Ambiti urbani consolidati (art. A-10) L analisi valutativa le individua come parti del territorio urbanizzato caratterizzate da una buona qualità urbana; si tratta, in genere, di quartieri edificati in regime di LR. 47/78 e quindi dotati di servizi e di un buon impianto urbanistico ed assetto infrastrutturale. Le politiche di ambito prevedono il mantenimento dello stato attuale ed il miglioramento delle condizioni di salubrità, l equilibrata compresenza di funzioni. Si tratta comunque di interventi diffusi di miglioramento infrastrutturale, di qualificazione funzionale ed edilizia, per cui le regole sono definite nel RUE. Ambiti da riqualificare (art. A-11) Il quadro conoscitivo e valutativo individua parti del tessuto urbanizzato (non singoli lotti od edifici) che presentano condizioni di insufficiente qualità urbana ed edilizia riconducibili a diverse cause: elementi di degrado igienico, sociale ed ambientale, condizioni di abbandono funzionale o con attività incompatibili da dismettere/trasferire, insufficiente dotazione di servizi ed infrastrutture. La natura di tale criticità è tale da richiedere interventi strutturali sostanziali su un esteso tessuto urbano per rimuoverne le cause; in genere si tratta di vecchie zone urbane di completamento residenziale o produttivo della prima cintura periferica. Le politiche d ambito si caratterizzano per azioni integrate di riorganizzazione territoriale, a largo spettro, volte a rimuovere le cause stesse del degrado e a rispondere adeguatamente al fabbisogno pregresso di una parte di tessuto urbano con interventi di riqualificazione mirati al miglioramento della qualità urbanistica, ambientale ed architettonica, delle dotazioni territoriali e della mobilità. Va ribadito come negli ambiti da riqualificare gli obiettivi di qualità e le prestazioni da perseguire vadano riferiti anzitutto alle condizioni che si vogliono garantire ad uno specifico contesto urbanizzato, attraverso interventi di riqualificazione in parte diffusi di miglioramento dell esistente (che può attuarsi già tramite RUE) in parte di trasformazione/sostituzione di parte del tessuto urbano per interventi di miglioramento del contesto stesso. Si tratta di interventi che per la loro natura di trasformazioni urbanistiche sostanziali sono attuati tramite POC. Ambiti per nuovi insediamenti (art. A-12) con interventi di sostituzione di rilevanti parti dell agglomerato urbano esistente. 10

11 Si tratta di parti del tessuto urbano edificato, di norma, in condizioni di degrado, di abbandono o con attività da dismettere per la presenza di elementi di incompatibilità con il tessuto urbanizzato circostante, ma collocato, a differenza degli ambiti da riqualificare, in un contesto urbano consolidato con un adeguato livello di qualità urbana e ambientale tale da non richiedere interventi di riqualificazione. Le politiche d ambito sono rivolte ad attivare interventi di sostituzione edilizia ed urbanistica; tali ambiti sono sottoposti a progettazione unitaria e attuati tramite POC. Il Territorio da urbanizzare comprende: Ambiti per nuovi insediamenti (A-12) con interventi in termini di nuova urbanizzazione per l espansione della città Sono ambiti sottoposti a progettazione unitaria e alla contestuale attuazione delle dotazioni territoriali necessarie. Il PSC individua gli ambiti e definisce per ciascuno la capacità insediativi minima e massima per le funzioni ammesse, le dotazioni territoriali minime e le prestazioni urbane attese. 11

12 B - Prendiamo ora in considerazione il territorio urbano caratterizzato da funzioni specialistiche produttive L approccio alla disciplina di tali funzioni tiene conto della scelta che la parte di attività produttive ed economiche compatibili possono essere insediate nel tessuto urbano e disciplinate come attività minime diffuse negli ambiti urbani con mix di funzioni: il commercio dei piccoli esercizi, l artigianato diffuso di servizio e laboratoriale, gli uffici professionali, le attività ricettive e ricreative possono agevolmente integrarsi con il tessuto residenziale e dei servizi. Quando tuttavia le esigenze di specializzazione funzionale e la particolare concentrazione di attività economiche, commerciali e produttive sono tali da escludere la compresenza di abitazioni e servizi, per motivi sia di operatività funzionale che per aspetti ambientali, igienico sanitari e della esigenza di soluzioni dedicate per la mobilità di persone e merci la pianificazione individua ambiti specializzati per attività produttive (art.a-13) dove le attività residenziali ed i servizi connessi sono limitati al minimo fisiologico indispensabile. In questo caso la Legge introduce l esigenza di valutare la portata dell impatto di tali ambiti sui sistemi sociali, territoriali, ambientali e della mobilità. Se la scala e l impatto sono prevalentemente di rilievo locale (art.a-13 lettera b) questi ambiti produttivi sono disciplinati esclusivamente dalla pianificazione urbanistica comunale (PSC, POC, RUE). Qualora assumano invece rilievo sovracomunale (art.a-13 lettera a), o con l ampliamento dell esistente o con nuove localizzazioni, occorre stabilirne, attraverso il PTCP, l assetto infrastrutturale d area vasta, le caratteristiche urbanistiche, funzionali e dimensionali nonché le localizzazioni più idonee. In tali ipotesi la provincia provvede di intesa con i comuni interessati e in questo caso i contenuti del PTCP assumono il valore e gli effetti del PSC, modificando in tal modo anche lo strumento comunale. Le aree produttive di valenza sovracomunale si attuano attraverso accordi territoriali (art.15, comma 2) fra comuni e provincia che definiscono le risorse finanziarie, gli interventi infrastrutturali della mobilità e per le urbanizzazioni e le opportune forme di perequazione territoriale tra comuni. L accordo territoriale tuttavia è uno strumento di cooperazione e non uno strumento urbanistica, e quindi la disciplina urbanistica per la attuazione delle previsioni del piano strutturale (così come modificato da PTCP) viene poi definita in sede comunale dal POC, in conformità al PTCP/PSC e all accordo territoriale. La struttura dell articolo relativa agli ambiti territoriali con funzioni specialistiche è anomala rispetto a quella degli altri testi normativi, appare utile quindi una ulteriore specificazione. Dal testo dell art.a-13 è possibile estrarre l indicazione di quattro possibili tipologie di classificazione degli ambiti sia di livello locale che sovracomunale: - ambiti da consolidare, - ambiti da qualificare, - ambiti per l ampliamento degli insediamenti esistenti, - ambiti per nuovi insediamenti. Tale classificazione è di competenza rispettivamente del PSC e del PTCP. La disciplina urbanistica di consolidamento e qualificazione degli ambiti specializzati per attività produttive esistenti (sia di rango locale che sovracomunale) è di competenza della strumentazione comunale; la disciplina urbanistica di ambiti di ampliamento o per nuovi insediamenti è di competenza dello strumento comunale se riferita ad insediamenti produttivi di rango locale, e al PTCP (con valore ed effetti del PSC) se riferita a insediamenti di rango sovracomunale. 12

13 Quando gli ambiti specializzati per le attività produttive sono dotati di infrastrutture, servizi e sistemi non solo conformi alle disposizioni normative vigenti settoriali, ma anche in grado di garantire più elevati livelli di qualità nella tutela della salute, della sicurezza e dell ambiente, questi ambiti specializzati divengono aree ecologicamente attrezzate (A-14). Gli obiettivi prestazionali delle aree ecologicamente attrezzate sono definiti dalla Regione con atto di coordinamento tecnico avendo riguardo: - alla salubrità e igiene dei luoghi di lavoro, - alla prevenzione e riduzione dell inquinamento dell aria dell acqua e del suolo, - allo smaltimento e recupero dei rifiuti, - al trattamento delle acque reflue, - al contenimento del consumo dell energia e al suo utilizzo efficace, - alla prevenzione, controllo e gestione dei rischi di incidenti rilevanti, - alla adeguata e razionale accessibilità delle persone e delle merci. Tali aree sono state disciplinate con DGR 15 luglio 2002 n.1238 "Direttiva generale sulla attuazione l.r. 9/99 Disciplina procedure valutazione di impatto ambientale e delle Linee guida generali per la redazione e valutazione degli elaborati per la procedura di verifica (screening) e del SIA per la procedura di via" al paragrafo 3.5 "Individuazione delle Aree industriali ecologicamente attrezzate e delle Aree industriali esistenti dotate di infrastrutture e impianti tecnologici atti a garantire la tutela della salute, della sicurezza e dell'ambiente" In specifico si richiedono come condizioni essenziali tre condizioni indispensabili: 1. la gestione unitaria delle infrastrutture, dei servizi e delle attrezzature in dotazione alle aree; 2. la realizzazione di caratteristiche urbanistiche e di dotazioni territoriali strutturali permanenti; 3. realizzare le condizioni di gestione di programmi ambientali di qualità. Le nuove aree produttive di rilievo sovracomunale assumono obbligatoriamente i caratteri delle aree ecologicamente attrezzate, mentre negli altri casi il comune può individuare le nuove aree da realizzare come ecologicamente attrezzate o stipulare specifici accordi per la trasformazione ecologica delle esistenti. Infine se gli ambiti specializzati per attività produtive assumono particolari caratteristiche urbanistiche e funzionali, divengono Poli funzionali (art.a-15) I poli funzionali sono costituiti dalle parti di territorio ad elevata specializzazione funzionale nelle quali sono concentrate, in ambiti identificabili per dimensione spaziale ed organizzazione morfologica unitaria, una o più funzioni strategiche o servizi ad alta specializzazione economica, scientifica, culturale, sportiva, ricreativa e della mobilità. I poli funzionali sono inoltre caratterizzati dalla forte attrattività di un numero elevato di persone e di merci e da un bacino d utenza di carattere sovracomunale, tali da comportare un forte impatto sui sistemi territoriali della mobilità e conseguentemente sul sistema ambientale e della qualità urbana. I poli funzionali sono per queste caratteristiche intrinseche insediamenti di rilevanza sovracomunale. La Provincia d intesa con i Comuni provvede ad individuare quelli esistenti da consolidare, ampliare e riqualificare e gli ambiti idonei per i nuovi; il PSC recepisce e dà attuazione a quanto disposto dal PTCP e dall accordo territoriale. Gli Ambiti specializzati per attività produttive, le Aree ecologicamente attrezzate ed i Poli funzionali sono considerate appartenenti al: 13

14 - territorio urbanizzato quando riguardano aree effettivamente edificate o in costruzione ed i lotti interclusi oggetto di interventi di consolidamento, riqualificazione, ampliamento e nuovo insediamento per sostituzione di rilevanti parti di tessuto urbano esistente; - territorio urbanizzabile quando riguardano interventi in aree esterne al perimetro del territorio urbanizzato e sono oggetto di interventi di trasformazione urbanistica sostanziale per l espansione del tessuto urbano. 14

15 Il territorio rurale Come abbiamo visto, si tratta del territorio extraurbano che comprende le parti del territorio non urbanizzato e non sottoposto a trasformazioni sostanziali, cioè non urbanizzabile. E il territorio dove la pianificazione è rivolta ad integrare e a rendere tra loro coerenti le azioni riferite alla tutela delle risorse ambientali, naturali e paesaggistiche e quelle riferite all attività agricola sostenibile. In questo è il superamento dell approccio della LR 47/78, che vedeva da un lato le zone di tutela (ex art.33) e dall altro le zone agricole produttive (ex art.40). La diversa impostazione di legge trae motivazione da una evoluzione dell approccio alla disciplina delle zone rurali. Anzitutto vi è un superamento del concetto delle zone di tutela : la tutela non va considerata solo nei termini di messa in sicurezza delle attività antropiche dai rischi naturali, ma anche di salvaguardare le risorse ambientali dalla pressione antropica; secondariamente in questi ultimi anni si è profondamente evoluta la politica agricola comunitaria, che passa da una impostazione orientata principalmente a sostenere la integrazione degli aspetti agroalimentari con quelli agro-ambientali ed una maggiore attenzione agli aspetti della qualità merceologica, della salubrità e della sicurezza alimentare dei prodotti. Ciò comporta il superamento della separazione tra la tutela delle risorse ambientali e antropiche e la produzione agricola: la attività agricola comporta sempre anche un ruolo di tutela dell ambiente. Nel territorio rurale vi è dunque compresenza di risorse fisiche e biotiche, naturali e antropiche che costituiscono un valore per l uomo, sia per gli aspetti ambientali, paesaggistici e culturali che per la produzione alimentare. Rispetto a queste risorse e valori del territorio rurale la pianificazione persegue obiettivi di salvaguardia e sviluppo, rivolta ad entrambe le componenti naturali/ambientali e antropico/produttive (inteso come espressione della interazione tra sfera antropica e sistema naturale). Le politiche nel territorio rurale possono essere sostanzialmente ricondotte, a seconda delle potenzialità e della consistenza di queste tre componenti, a sviluppare tre diversi ruoli: 1. in presenza di condizioni per lo sviluppo di una produzione agro-alimentare di qualità, l obiettivo della pianificazione è sviluppare le condizioni per una più elevata produttività sostenibile: preservare i suoli fertili e favorire l attività di aziende strutturate e competitive; 2. ove la fertilità dei suoli si riduce e dove le condizioni climatiche, morfologiche, pedologiche ed altimetriche sono tali da non garantire una sufficiente produzione e reddito adeguato al mantenimento di una comunità rurale vitale, l orientamento è di promuovere nelle aziende agricole delle attività economiche complementari di presidio agro-ambientale, quali silvicoltura, offerta di servizi ambientali, difesa del suolo e degli assetti idraulici, conservazione di paesaggi rurali, ma anche attività integrative ricreative, per il tempo libero e l agriturismo. L obiettivo della pianificazione in questo caso è di assicurare, previa valutazione di sostenibilità, la disciplina degli interventi edilizi e d uso nel patrimonio edilizio esistente per garantire la produzione agricola e per favorire l insediamento delle attività integrative. 3. infine lo spazio rurale può concorrere, come componente del riequilibrio ecologico ed ambientale, alla mitigazione delle criticità dei sistemi urbani complessi e delle grandi concentrazioni urbane e dei loro impatti negativi sul territorio per la presenza elevata di popolazione, attività produttive e spostamenti veicolari. 15

16 Il territorio rurale non è dunque eguale ed omogeneo, ma presenta vulnerabilità e vocazioni diverse secondo la consistenza e prevalenza degli elementi naturali ed antropici ed in connessione con le potenzialità produttive dei suoli e delle aziende. La progressiva prevalenza della componente antropica sugli aspetti fisici e biotici naturali configura molteplici tipologie di paesaggi rurali e la necessità di diverse politiche di ambito. La Legge ha scelto di individuare cinque tipologie di ambiti rurali caratterizzate da diverse politiche ed obiettivi di pianificazione. 1) La prima tipologia di politiche d ambito riguarda le parti del territorio interessate dai rischi naturali (art.a-2), cioè da fenomeni di dissesto idrogeologico, pericolosità idraulica e instabilità geologica. Qui presenza dell attività antropica e la nuova edificazione vanno escluse, fortemente limitate o regolate per ridurre i rischi. 2) Nelle parti del territorio rurale caratterizzate dalla forte prevalenza della componente naturale e ambientale, che la società civile intende riconoscere e preservare, come aree di valore naturale e ambientale (art.a-17), la pianificazione sviluppa politiche di tutela e valorizzazione; si tratta ad esempio di invasi ed alvei di bacini e corsi d acqua, delle aree boscate, delle zone umide, ecc. Fanno parte del sistema delle aree di valore naturale ed ambientale anche le aree naturali protette (parchi, riserve naturali, ecc.). In alcune di queste aree le caratteristiche climatiche, pedologiche e morfologiche sono tali da non essere compatibili con la attività agricola ed adatte alla evoluzione di processi naturali; in altri casi la attività antropica è in genere fortemente limitata ad attività compatibili con i valori naturali ed ambientali. In tali aree gli assetti insediativi ed infrastrutturali vanno armonizzati con le prioritarie finalità di tutela e gli interventi di conservazione, restauro ambientale, difesa e ricostituzione degli equilibri idraulici e idrogeologici. E consentito il recupero del patrimonio edilizio esistente e la realizzazione di infrastrutture pubbliche; i nuovi edifici sono ammessi solo se connessi con lo svolgimento delle attività compatibili con gli obiettivi e la disciplina di tutela. L attività dell azienda agricola è quindi consentita, ma nei limiti delle politiche di tutela dell ambiente naturale e delle sue risorse e la realizzazione di nuovi immobili è ammessa solo se funzionale ad una produzione agroambientale così orientata; di norma, sono quindi esclusi nuovi edifici ad uso abitativo. 3) Viceversa nelle parti del territorio dove sussistono le condizioni per una produzione di eccellenza e dove quindi devono essere preservate le condizioni per una più elevata produttività, conservando i suoli e sviluppando aziende strutturate e competitive, la pianificazione attua politiche di ambiti ad alta vocazione produttiva agricola (art. A- 19). Si perseguono prioritariamente gli obiettivi di escludere la compromissione dei suoli agricoli a causa dell insediamento di attività ed immobili non strettamente connessi alla produzione agricola, e gli interventi edilizi volti ad assicurare la trasformazione e l ammodernamento delle sedi operative dell azienda. La realizzazione di nuovi edifici ad uso residenziale è ammessa in ragione dei programmi di ammodernamento dell attività agricola, previsti in programmi di settore o predisposti in attuazione della normativa comunitaria e qualora le nuove esigenze abitative non siano soddisfacibili attraverso gli interventi sul patrimonio edilizio esistente. 16

17 4) Vi sono poi le parti del territorio ove la attività agricola è caratterizzata da elementi di marginalità produttiva riconducibile e condizioni naturali o a fenomeni di pressione antropica. Nel primo caso le condizioni di marginalità sono riconducibili a limitazioni all utilizzazione agricola dei suoli, derivanti da fattori naturali e ambientali o dalla difesa del suolo e dall assetto di particolari paesaggi rurali (senza essere compensati dall appartenenza a specifici distretti di produzione tipica; es. parmigiano reggiano); in questi casi il territorio rurale si caratterizza per una compresenza di elementi naturali, ambientali ed antropici in equilibrio tra loro e tali da non vedere la prevalenza di una componente sulle altre così da determinare politiche di tutela e valorizzazione di risorse naturali ed ambientali (art.a-17) nè condizioni per politiche d ambito ad elevata vocazione produttiva agricola (art.a-19). Si tratta di parti del territorio rurale dove non prevale né la naturalità né l antropizzazione produttiva intensiva, ma si caratterizzano per specifici paesaggi rurali espressione di questo equilibrio ed integrazione, che costituisce il valore da riconoscere, tutelare e valorizzare in entramb le componenti. In questi ambiti agricoli di rilievo paesaggistico (Art.A18) la pianificazione promuove politiche che assicurino: a. la salvaguardia delle attività agro-silvo-pastorali ambientalmente sostenibili e dei valori antropologici, archeologici, storici e architettonici presenti nel territorio; b. la conservazione o la ricostituzione del paesaggio rurale e del relativo patrimonio di biodiversità, delle singole specie animali o vegetali, dei relativi habitat, e delle associazioni vegetali e forestali; c. la salvaguardia o ricostituzione dei processi naturali, degli equilibri idraulici e idrogeologici e degli equilibri ecologici. Il PTCP individua i limiti e le condizioni alle trasformazioni e alle attività di utilizzazione del suolo, previa valutazione di sostenibilità. In presenza di queste limitazioni per la attività agricola la pianificazione urbanistica comunale (PSC) promuove anche lo sviluppo di attività integrative del reddito agricolo, quali la silvicoltura, l offerta di servizi ambientali, ricreativi, per il tempo libero e per l agriturismo. Gli interventi edilizi per lo sviluppo delle attività integrative devono riguardare prioritariamente il patrimonio edilizio esistente. Anche in questo ambito la realizzazione di nuovi interventi edilizi per edifici di servizio all azienda, se connesse alla attività aziendale, sono ammessi in ragione della necessità di conduzione del fondo, che avverrà comunque nei limiti delle condizioni di sostenibilità fissate dal PTCP; la realizzazione di edifici ad uso residenziale le nuove esigenze abitative, connesse con le attività aziendali, è ammessa nei limiti di cui sopra, qualora non siano soddisfacibili attraverso interventi sul patrimonio edilizio esistente. 5) Vi sono poi zone rurali tradizionalmente fertili con una buona vocazione agricola dove le condizioni di marginalità produttiva sono indotte dalla loro collocazione a ridosso dei grandi centri urbani o dei sistemi urbani complessi e dalla presenza fenomeni di pressione insediativa; questi fattori, di norma, innestano diffuse attese di rendita immobiliare, tali da disincentivare investimenti a medio termine nel settore agricolo e la permanenza e lo sviluppo di aziende agricole strutturate e vitali. Al contempo gli stessi spazi rurali periurbani costituiscono anche un potenziale di riequilibrio ecologico ambientale delle criticità presenti nelle limitrofe aree urbanizzate. Per superare entrambe queste criticità nelle aree limitrofe ai centri urbani la pianificazione può sviluppare negli ambiti agricoli periurbani (art. A-20) politiche 17

18 che perseguono prioritariamente il mantenimento della conduzione agricola dei fondi nonché la promozione di attività integrative del reddito agrario. All attività agricola, oltre che sviluppare una funzione produttiva, viene offerta la possibilità di sviluppare una attività di presidio del territorio e di soddisfare una domanda, espressa dalle aree urbanizzate, di strutture ricreative per il tempo libero e di miglioramento della qualità ambientale ed urbana attraverso la realizzazione di dotazioni ecologiche di cui all Art.A-25 (reti ecologiche di connessione, aree di rigenerazione e compensazione ambientale, equilibrio idrogeologico e della rete idraulica, habitat naturale, microclima, ecc.). Non sono dunque le tradizionali fasce di rispetto all abitato, ma ambiti rurali ove le aziende agricole sono stimolate a migliorare la produzione agro-alimentare e a svolgere funzioni integrative di servizi ambientali e ricreativi per la qualità ambientale urbana e per i suoi abitanti. Interventi edilizi nel territorio rurale La Legge conferma e rafforza due concetti già presenti nella LR 47/78: 1. la realizzazione di nuovi edifici è ammessa soltanto qualora sia necessaria alla conduzione del fondo, all esercizio delle attività agricole e di quelle connesse; ciò comporta il superamento della condizione di conduttore agricolo a titolo principale del richiedente l intervento e diventa determinante la documentata esigenza economica e sociale dell azienda agricola. Questa valutazione non può evidentemente essere lasciata al caso per caso, ma deve trovare riferimenti omogenei per ambiti territoriali rurali, anzitutto a scala di area vasta (art.a-16, comma 2), con la valutazione di sostenibilità e la definizione di indirizzi comuni alla pianificazione comunale per le politiche di ambito e loro disciplina. Ciò comporta anche la definizione di limiti e condizioni di sostenibilità degli usi e delle trasformazioni nei diversi ambiti rurali e la messa a punto di parametri, norme regolamentari e di strumenti per verificare il rapporto che intercorre tra i processi produttivi dell azienda e le corrispondenti esigenze di opere ed impianti di natura edilizia al servizio del fondo. Trattandosi di scelte strategiche di tutela e sviluppo delle risorse del territorio rurale e di assetto strutturale con valenza sovracomunale tali aspetti vanno disciplinati in sede di PTCP. 2. il recupero del patrimonio edilizio esistente non più funzionale all esercizio della attività agricola è disciplinato dalla pianificazione comunale in conformità ai seguenti principi: - il riuso deve essere sempre compatibile con il contesto ambientale e con le caratteristiche tipologiche dell immobile ; gli interventi di recupero devono sempre conservare le tipologie edilizie esistenti e pertanto il riuso di immobili di tipologia non residenziale può risultare condizionato dalle caratteristiche tipologiche dell immobile.(il censimento del patrimonio rurale va dunque orientato non tanto all utilizzo agricolo, ma alle tipologie edilizie e funzionali), - gli interventi di recupero e riuso sono subordinati all'esistenza della dotazione minima di infrastrutture e di servizi, necessaria a garantire la sostenibilità ambientale e territoriale degli insediamenti diffusi, attinenti in particolare alle infrastrutture per l'urbanizzazione e per la mobilità (il PTCP fissa i criteri di sostenibilità anche degli insediamenti nel territorio rurale); - gli interventi edilizi ammessi sono di solo recupero (interventi di restauro scientifico, di restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, con esclusione di interventi di demolizione e ricostruzione, nelle definizioni recentemente disciplinate nell Allegato alla LR n.31/2002); gli ampliamenti e le sopraelevazioni dei volumi esistenti sono unicamente consentiti per realizzare, nell'edificio esistente, un'unica unità immobiliare; 18

19 - l intervento di recupero avviene nel rispetto della eventuale disciplina conservativa degli edifici di valenza storico-architettonica, culturale e testimoniale, - nel caso di edifici con caratteristiche tali da non consentire gli interventi di riuso precedenti, la pianificazione comunale può prevedere interventi volti al recupero totale o parziale del patrimonio edilizio, attraverso la demolizione dei manufatti esistenti e la costruzione di edifici di diversa tipologia e destinazione d'uso in aree idonee appositamente individuate (l individuazione è competenza del PSC, la regolamentazione attuativa al RUE). La disciplina del recupero può variare da ambito ad ambito a seconda dei limiti e delle condizioni dei sistemi ambientali ed infrastrutturali del territorio nonché delle tipologie edilizie. Il recupero e riuso di edifici comporta limiti alla capacità edificatoria delle unità poderali agricole, e sono trascritti a cura e spese degli interessati presso la competente conservatoria dei registri immobiliari, contemporaneamente alla variazione nella iscrizione catastale degli edifici non più connessi all'agricoltura. 19

20 Il sistema delle dotazioni territoriali Come precedentemente accennato in merito ai contenuti strategici, la Legge introduce su questi temi alcune rilevanti innovazioni: 1. Innanzitutto la innovazione nelle tipologie di standard relative alle dotazioni territoriali (articolo A-6), che individua: a. Gli standard di qualità urbana costituiti dagli standard urbanistici e infrastrutture per l urbanizzazione; b. Gli standard ecologico-ambientali costituiti da un sistema di spazi, opere ed interventi che concorrono a migliorare la salubrità e la qualità dell ambiente urbano e a mitigare gli impatti negativi sulle risorse naturali e ambientali. 2. In secondo luogo si introduce il concetto di qualità degli standard, che è complessivamente fornita: - Dai servizi e dalle attrezzature pubbliche, per i quali viene fornita solo un indicazione quantitativa complessiva, mentre viene delegata ai comuni l articolazione delle tipologie. I comuni devono anche indicare le caratteristiche prestazionali di tali servizi, in termini di accessibilità, piena fruibilità e sicurezza, equilibrata e razionale distribuzione nel territorio, funzionalità e adeguatezza tecnologica, semplicità ed economicità di gestione. - Dalle infrastrutture per l urbanizzazione degli insediamenti (a rete e per la mobilità), cioè gli impianti e le reti tecnologiche che assicurano la funzionalità e la qualità igienico-sanitaria degli insediamenti. L obiettivo della pianificazione è quello di garantire una adeguata dotazione agli insediamenti, in relazione alla capacità di far fronte al fabbisogno pregresso e futuro, per gli aspetti quantitativi, qualitativi e di efficienza funzionale. - Dalle dotazioni ecologiche e ambientali, la legge individua una serie di settori in particolare oggetto dell azione positiva di queste dotazioni: risanamento e preservazione dall inquinamento di aria e acqua, gestione integrata del ciclo idrico e permeabilità, inquinamento acustico, inquinamento elettromagnetico, raccolta differenziata dei rifiuti. Per tali settori la Legge definisce anche specifiche finalità per la pianificazione territoriale ed urbanistica (art.24, comma 4), cui spetta definire le prestazioni ed i livelli di miglioramento ed efficacia, che si vogliono raggiungere in rapporto alla situazione esistente unitamente alle conseguenti azioni necessarie. Questi standard non sono una prerogativa solo pubblica, il Comune può prevedere delle forme per incentivare anche negli interventi privati le soluzioni che riducono la pressione sull ambiente, allo scopo di ampliare e articolare l offerta del pubblico in quest ambito. Per quanto attiene gli standard urbanistici la Legge introduce alcune innovazioni: Superamento delle tipologie dei servizi pubblici tradizionali definiti dal DI 2/4/1968; l art.a-24 li definisce come gli spazi e le attrezzature pubbliche individuate dal comune che sono stimate necessarie per favorire il miglior sviluppo della comunità e per elevare la qualità della vita individuale e collettiva; viene inoltre superata la definizione quantitativa minima delle singole tipologie; 20

Via A. De Gasperi n S. Polo d Enza (RE) Tel. 0522/ Fax 0522/ C. F P. Iva ALLEGATO 3

Via A. De Gasperi n S. Polo d Enza (RE) Tel. 0522/ Fax 0522/ C. F P. Iva ALLEGATO 3 ALLEGATO 3 ESTRATTO NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE DEL P.S.C. SPECIFICHE TECNICHE ED URBANISTICHE DI FABBRICATI E TERRENI IN VIA TUGURIO Capo 3.3 DISCIPLINA DEL TERRITORIO RURALE - TR Art. 54 - Classificazione

Dettagli

LR 20/00 capo A-IV - Territorio Rurale

LR 20/00 capo A-IV - Territorio Rurale Obiettivi LR 20/00 capo A-IV - Territorio Rurale promuovere un agricoltura sostenibile e multifunzionale, salvaguardare il paesaggio rurale preservare i suoli ad alta vocazione agricola, il loro consumo

Dettagli

Il RUE. Regolamento Urbanistico Edilizio (art. 29 LR 20/2000)

Il RUE. Regolamento Urbanistico Edilizio (art. 29 LR 20/2000) Il RUE Regolamento Urbanistico Edilizio (art. 29 LR 20/2000) Il RUE A) Territorio Urbano e Rurale B) Sistema insediativo storico C) Polo funzionale D) Città delle Colonie E) Valsat F) Allegati al RUE DPQU

Dettagli

INCONTRI DI URBANISTICA. Dal Piano regolatore generale al nuovo Piano urbanistico comunale 1. Dal PRG al PSC

INCONTRI DI URBANISTICA. Dal Piano regolatore generale al nuovo Piano urbanistico comunale 1. Dal PRG al PSC INCONTRI DI URBANISTICA Dal Piano regolatore generale al nuovo Piano urbanistico comunale Comune di Sant Ilario d Enza 1. Dal PRG al PSC Percorso di partecipazione Ascoltare il territorio Assessorato all

Dettagli

Art Gli assetti della grande distribuzione commerciale...1

Art Gli assetti della grande distribuzione commerciale...1 P T C P PROVINCIA DI FORLI'-CESENA VARIANTE SPECIFICA AL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE ai sensi dell'art27 bis LR20/2000 e ssmmii Approvato con delibera CP n68886/146 del 14/09/2006 Integrato

Dettagli

LO STATO DELLA PIANIFICAZIONE IN EMILIA-ROMAGNA

LO STATO DELLA PIANIFICAZIONE IN EMILIA-ROMAGNA Convegno nazionale LO STATO DELLA PIANIFICAZIONE URBANISTICA IN ITALIA LO STATO DELLA PIANIFICAZIONE IN EMILIA-ROMAGNA Prof. Ing. Simona Tondelli Bologna, 18 marzo 2015 - Auditorium Enzo Biagi, Salaborsa,

Dettagli

Tutela della rete idrografica e delle relative pertinenze e sicurezza idraulica. Norme di Attuazione: Titolo 4

Tutela della rete idrografica e delle relative pertinenze e sicurezza idraulica. Norme di Attuazione: Titolo 4 Tutela della rete idrografica e delle relative pertinenze e sicurezza idraulica Norme di Attuazione: Titolo 4 Elaborati grafici di riferimento: Tavola 1 OBIETTIVI DEL PTCP COORDINAMENTO dei diversi STRUMENTI

Dettagli

Valutazione Ambientale. Sanremo. Criticità ambientali e obiettivi. Arch. Andrea Cavaliere

Valutazione Ambientale. Sanremo. Criticità ambientali e obiettivi. Arch. Andrea Cavaliere Valutazione Ambientale preliminare del PUC di Sanremo Criticità ambientali e obiettivi Arch. Andrea Cavaliere Sanremo, Palafiori 2 marzo 2011 VAS VAS Procedura finalizzata a integrare le considerazioni

Dettagli

Regione Emilia-Romagna R.U.E. ELABORATI DI PROGETTO REGOLAMENTO URBANISTICO ED EDILIZIO. Adozione C.C. n. 33 del

Regione Emilia-Romagna R.U.E. ELABORATI DI PROGETTO REGOLAMENTO URBANISTICO ED EDILIZIO. Adozione C.C. n. 33 del Regione Emilia-Romagna Provincia di Parma PSC-RUE-POC Comune di Varano de' Melegari R.U.E. ELABORATI DI PROGETTO REGOLAMENTO URBANISTICO ED EDILIZIO Adozione C.C. n. 33 del 20.06.2007 Controdeduzioni e

Dettagli

NORME DI ATTUAZIONE DEL PIANO PER IL PARCO NAZIONALE DELLA MAJELLA

NORME DI ATTUAZIONE DEL PIANO PER IL PARCO NAZIONALE DELLA MAJELLA 1 NORME DI ATTUAZIONE DEL PIANO PER IL PARCO NAZIONALE DELLA MAJELLA ADEGUATE ALLA DELIBERA DEL CONSIGLIO REGIONALE DELL ABRUZZO, N.122/2 IN DATA 30 DICEMBRE 2008, DI APPROVAZIONE DEL PIANO TITOLO I DISPOSIZIONI

Dettagli

legge regionale per il governo del territorio (legge regionale 11 marzo 2005, n. 12) 14 febbraio 2015

legge regionale per il governo del territorio (legge regionale 11 marzo 2005, n. 12) 14 febbraio 2015 legge regionale per il governo del territorio (legge regionale 11 marzo 2005, n. 12) 14 febbraio 2015 legge regionale 11 marzo 2005, n. 12 Parte I - Pianificazione del territorio: strumenti di governo

Dettagli

Dallo standard quantitativo allo standard qualitativo, nel quadro della nuova legislazione urbanistica della Regione Emilia Romagna.

Dallo standard quantitativo allo standard qualitativo, nel quadro della nuova legislazione urbanistica della Regione Emilia Romagna. Dallo standard quantitativo allo standard qualitativo, nel quadro della nuova legislazione urbanistica della Regione Emilia Romagna. Relazione dell Arch. Maurizio Maria Sani Responsabile Servizio Monitoraggio

Dettagli

Riserva Naturale Regionale Orientata Dune di Campomarino. Aspetti normativi

Riserva Naturale Regionale Orientata Dune di Campomarino. Aspetti normativi Riserva Naturale Regionale Orientata Dune di Campomarino Aspetti normativi Il quadro normativo Le Aree Protette Beni paesaggistici Politiche e strumenti di sostegno dell UE Le Direttive CEE Il quadro normativo

Dettagli

Piano di Governo del Territorio dei comuni di Sermide e Felonica. di Carlo Peraboni

Piano di Governo del Territorio dei comuni di Sermide e Felonica. di Carlo Peraboni L adeguamento del PTCP Piano di Governo del Territorio dei comuni di Sermide e Felonica di Carlo Peraboni 16 luglio 2009 2 L approvazione della Legge 12/05 ha rappresentato un importante momento di riflessione

Dettagli

Integrazione del Piano Territoriale Regionale e norma transitoria l.r. 31/2014

Integrazione del Piano Territoriale Regionale e norma transitoria l.r. 31/2014 Integrazione del Piano Territoriale Regionale e norma transitoria l.r. 31/2014 Maurizio Federici Milano, 3 luglio 2017 Integrazione del Piano Territoriale Regionale ai sensi della l.r. 31/2014 Contenuto

Dettagli

Schedatura degli immobili di interesse storico-documentale. per la redazione del Quadro Conoscitivo del PSC, ai sensi della L.R.

Schedatura degli immobili di interesse storico-documentale. per la redazione del Quadro Conoscitivo del PSC, ai sensi della L.R. Schedatura degli immobili di interesse storico-documentale per la redazione del Quadro Conoscitivo del PSC, ai sensi della L.R. 20/2000 1 I IL PATRIMONIO Capo A-II Sistema insediativo storico dell Allegato

Dettagli

Osservazioni al piano strutturale dell associazione Reno-Galliera

Osservazioni al piano strutturale dell associazione Reno-Galliera ORDINE DEI DOTTORI AGRONOMI E FORESTALI DELLA PROVINCIA DI BOLOGNA Osservazioni al piano strutturale dell associazione Reno-Galliera 1. Presmessa Le presenti osservazioni al P.S.C. dell associazione Reno-Galliera

Dettagli

TITOLO I - NORME GENERALI

TITOLO I - NORME GENERALI TITOLO I - NORME GENERALI - CAPO I - GENERALITÀ Art. 1 - Natura, scopi, contenuti e riferimenti del PRG pag. 1 Art. 2 - Modalità generali di attuazione, piani attuativi pag. 1 Art. 3 - Effetti e cogenza

Dettagli

DUE NUOVE CITTÀ DI BOLOGNA DA COSTRUIRE IN EMILIA-ROMAGNA

DUE NUOVE CITTÀ DI BOLOGNA DA COSTRUIRE IN EMILIA-ROMAGNA 10% utilizzo urbano di suolo (2.280 km 2 ) 23% dispersione urbanistica (Insediamenti situati al di fuori di contesti urbani) Previsti 250 km 2 di espansione urbanistica DUE NUOVE CITTÀ DI BOLOGNA DA COSTRUIRE

Dettagli

Le compensazioni ambientali nella pianificazione per la tutela ed il governo del territorio

Le compensazioni ambientali nella pianificazione per la tutela ed il governo del territorio Le compensazioni ambientali nella pianificazione per la tutela ed il governo del territorio Le compensazioni nei Piani Territoriali Regionali d Area (PTRA) Direzione Generale Territorio e Urbanistica arch.

Dettagli

ALLEGATO A COSTI DI RIPRODUZIONE DEL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE (P.T.C.P.)

ALLEGATO A COSTI DI RIPRODUZIONE DEL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE (P.T.C.P.) ALLEGATO A COSTI DI RIPRODUZIONE DEL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE (P.T.C.P.) DOCUMENTAZIONE PTCP Volume A Il sistema economico sociale ed istituzionale Euro 9,67 Euro 3,38 Allegato A

Dettagli

CORSI E SEMINARI DI FORMAZIONE giovedì 29 giugno 2017 // Centro Studi PIM - Villa Scheibler

CORSI E SEMINARI DI FORMAZIONE giovedì 29 giugno 2017 // Centro Studi PIM - Villa Scheibler CORSI E SEMINARI DI FORMAZIONE CORSI E SEMINARI DI FORMAZIONE giovedì 29 giugno 2017 // Centro Studi PIM - Villa Scheibler Il PPR e i nuovi strumenti del piano per promuovere un ruolo di governance e per

Dettagli

La pianificazione urbanistica in Toscana: il Piano territoriale di coordinamento PTC

La pianificazione urbanistica in Toscana: il Piano territoriale di coordinamento PTC Università di Pisa Facoltà di Ingegneria AA 2014/2015 CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA Luisa Santini TECNICA URBANISTICA I La pianificazione urbanistica in Toscana: il Piano territoriale

Dettagli

RECUPERO URBANO E ATTRATTIVITA TERRITORIALE

RECUPERO URBANO E ATTRATTIVITA TERRITORIALE RECUPERO URBANO E ATTRATTIVITA TERRITORIALE Building Healthy Communities Costruzione Comunità Salutari Sala Conferenze Ex Conservatorio S. Anna Lecce, 22 febbraio 2011 Criticità di contesto Il P.O. F.E.S.R.

Dettagli

COMUNE DI FORTE DEI MARMI

COMUNE DI FORTE DEI MARMI COMUNE DI FORTE DEI MARMI DISCIPLINA DELLA ALLEGATO 10 Disciplina della Distribuzione e localizzazione delle Funzioni ILLUSTRATIVA (ai sensi art. 109 LR 65/2014) settembre 2015 PREMESSA: La presente disciplina,

Dettagli

Comune di Campegine Provincia di Reggio nell Emilia

Comune di Campegine Provincia di Reggio nell Emilia UFFICIO ATTIVITA PRODUTTIVE CRITERI PER IL RILASCIO DELLE AUTORIZZAZIONI AL COMMERCIO PER LE MEDIE STRUTTURE DI VENDITA (Art. 8 comma 3 del D. Lgs.vo 114/98 e art. 3 comma 6 della LR. 14/99 Approvati con

Dettagli

Il Piano di Governo del Territorio L INFRASTRUTTURA AMBIENTALE RETE ECOLOGICA COMUNALE

Il Piano di Governo del Territorio L INFRASTRUTTURA AMBIENTALE RETE ECOLOGICA COMUNALE Il Piano di Governo del Territorio L INFRASTRUTTURA AMBIENTALE RETE ECOLOGICA COMUNALE CONNETTIVITÀ URBANA Milano, 31 marzo 2015 RIFERIMENTI NORMATIVI DELLA RETE ECOLOGICA Art. 9 LR 12/2005 - Piano

Dettagli

RETI ECOLOGICHE e TUTELE NATURALISTICHE E PAESAGGISTICHE

RETI ECOLOGICHE e TUTELE NATURALISTICHE E PAESAGGISTICHE RETI ECOLOGICHE e TUTELE NATURALISTICHE E PAESAGGISTICHE OBIETTIVO DEL PTCP: COORDINAMENTO e INTEGRAZIONE di diverse politiche e normative volte alla conservazione, tutela e valorizzazione della biodiversità,

Dettagli

VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO COMUNALE PER LE SCHEDE INTERVENTO 41/2 E 41/3 E IL COMPARTO RESIDENZIALE IN CORSO OGGETTO RELAZIONE GENERALE

VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO COMUNALE PER LE SCHEDE INTERVENTO 41/2 E 41/3 E IL COMPARTO RESIDENZIALE IN CORSO OGGETTO RELAZIONE GENERALE VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO COMUNALE PER LE SCHEDE INTERVENTO 41/2 E 41/3 E IL COMPARTO RESIDENZIALE IN CORSO OGGETTO RELAZIONE GENERALE Mattagnano - Inquadramento paesaggistico dell area d intervento

Dettagli

Le fasi di formazione della pianificazione comunale. Legge del 1865 «Sulle espropriazioni per pubblica utilità»

Le fasi di formazione della pianificazione comunale. Legge del 1865 «Sulle espropriazioni per pubblica utilità» Le fasi di formazione della pianificazione comunale Legge del 1865 «Sulle espropriazioni per pubblica utilità» Piano regolatore del nucleo urbano esistente; piano regolatore di ampliamento; norme per l

Dettagli

PIANO STRUTTURALE COMUNALE (PSC)

PIANO STRUTTURALE COMUNALE (PSC) QUADRO CONOSCITIVO RELAZIONE - PAGINA 1 PROVINCIA DI PIACENZA COMUNE DI PIOZZANO PIANO STRUTTURALE COMUNALE (PSC) QUADRO CONOSCITIVO Elaborato A Relazione illustrativa Giugno2005 QUADRO CONOSCITIVO RELAZIONE

Dettagli

Capo I Disposizioni generali Art. 1 Oggetto

Capo I Disposizioni generali Art. 1 Oggetto Regolamento recante istruzioni tecniche per la redazione degli strumenti della pianificazione provinciale e comunale in materia di cave e torbiere, di recupero di cave dimesse o in abbandono e di riutilizzo

Dettagli

TITOLO I - NORME GENERALI

TITOLO I - NORME GENERALI TITOLO I - NORME GENERALI - CAPO I - GENERALITÀ Art. 1 - Natura, scopi, contenuti e riferimenti del PRG pag. 1 Art. 2 - Modalità generali di attuazione, piani attuativi pag. 1 Art. 3 - Effetti e cogenza

Dettagli

PRINCIPALI NOVITA DI PIANO DELLE REGOLE E PIANO DEI SERVIZI

PRINCIPALI NOVITA DI PIANO DELLE REGOLE E PIANO DEI SERVIZI LA VARIANTE AL PGT DI MONZA Innovazione nei processi di pianificazione integrata alla scala comunale PRINCIPALI NOVITA DI PIANO DELLE REGOLE E PIANO DEI SERVIZI Arch. Giuseppe Riva dirigente Settore Governo

Dettagli

L.R. 23 Gennaio 2006, n. 1 Istituzione dei distretti rurali e dei distretti agroalimentari di qualità (1)

L.R. 23 Gennaio 2006, n. 1 Istituzione dei distretti rurali e dei distretti agroalimentari di qualità (1) L.R. 23 Gennaio 2006, n. 1 Istituzione dei distretti rurali e dei distretti agroalimentari di qualità (1) SOMMARIO Art. 1 - Oggetto e finalità Art. 2 - Definizioni Art. 3 - Requisiti per l individuazione

Dettagli

SCHEMA DI NORMATIVA TIPO DI UN PIANO DI BACINO STRALCIO PER L ASSETTO IDROGEOLOGICO

SCHEMA DI NORMATIVA TIPO DI UN PIANO DI BACINO STRALCIO PER L ASSETTO IDROGEOLOGICO AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE COMITATO TECNICO REGIONALE CRITERI PER L ELABORAZIONE DEI PIANI DI BACINO SCHEMA DI NORMATIVA TIPO DI UN PIANO DI BACINO STRALCIO PER L ASSETTO IDROGEOLOGICO RACCOMANDAZIONE

Dettagli

Dott. Agr. Edoardo Corbucci Presidente dell Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Roma

Dott. Agr. Edoardo Corbucci Presidente dell Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Roma ORDINE DEI DOTTORI AGRONOMI E DOTTORI FORESTALI DELLA PROVINCIA DI ROMA DIECI ANNI DI ATTIVITÀ DI GESTIONE AGRO-FORESTALE DELLA PROVINCIA DI ROMA 1999-2009 Roma, 18/12/2009 Dott. Agr. Edoardo Corbucci

Dettagli

Il rischio idrogeologico nella Pianificazione Comunale d Emergenza

Il rischio idrogeologico nella Pianificazione Comunale d Emergenza Il rischio idrogeologico nella Pianificazione Comunale d Emergenza Geologo Davide Semplici 2013 Strumenti Conoscitivi SCALA DI BACINO PAI Piano Assetto Idrogeologico Adbpo (http://www.adbpo.it) SCALA REGIONALE

Dettagli

PROPOSTE EMENDATIVE DELL ORDINE DEI GEOLOGI DELLA CALABRIA. Art. 1 Obiettivi della Rigenerazione Urbana. (Pag. 3 Art. 1, comma 4, punto 1)

PROPOSTE EMENDATIVE DELL ORDINE DEI GEOLOGI DELLA CALABRIA. Art. 1 Obiettivi della Rigenerazione Urbana. (Pag. 3 Art. 1, comma 4, punto 1) Regione Calabria Legge per la rigenerazione sostenibile delle periferie urbane Applicazione degli incentivi di cui alla Legge 106/2011 (Decreto Sviluppo) PROPOSTE EMENDATIVE DELL ORDINE DEI GEOLOGI DELLA

Dettagli

COMUNE DI CAVEZZO PROVINCIA DI MODENA

COMUNE DI CAVEZZO PROVINCIA DI MODENA CRITERI E VALUTAZIONE DELLE AREE FABBRICABILI, E DEI FABBRICATI IN RISTRUTTURAZIONE, AI FINI I.C.I. PER L ANNO 2009 La valutazione delle aree fabbricabili deve essere effettuata ai sensi dell art. 5 comma

Dettagli

Piano della città pubblica

Piano della città pubblica La Legge Regionale n 12/2005 Legge per il governo del territorio. I temi e le esperienze Politecnico di Milano Polo Regionale di Mantova Aula Magna - Via Scarsellini, 15 Mantova 30 novembre 2006 Studi

Dettagli

La valorizzazione degli inerti da C&D nel Comune di Bologna. Le forme incentivanti

La valorizzazione degli inerti da C&D nel Comune di Bologna. Le forme incentivanti La valorizzazione degli inerti da C&D nel Le forme incentivanti Inerti da C&D Normativa nazionale D. Lgs. 152/06 e smi P R E S U P P O S T I Connotazione del territorio Pianific. territoriale Strumenti

Dettagli

Unità locale dei servizi n... c. altitudine: capoluogo. max min

Unità locale dei servizi n... c. altitudine: capoluogo. max min FORMAZIONE DEL PIANO REGOLATORE GENERALE Scheda quantitativa dei dati urbani (art. 14, 1 comma, punto 2, l.r. 56/1977) COMUNE DI VIGNONE Localizzazione amministrativa Localizzazione geografica Provincia

Dettagli

Norme Generali di Piano

Norme Generali di Piano VARIANTE GENERALE AL PIANO DEL PARCO DEL CONERO 2 Indice quaderno 0 Norme Generali di Piano pag 3 VARIANTE GENERALE AL PIANO DEL PARCO DEL CONERO 3 Norme Generali di Piano art. comma. OGGETTO, CAMPO DI

Dettagli

1. TERMINI, GRANDEZZE E PARAMETRI URBANISTICO EDILIZI 2. CLASSIFICAZIONE DEGLI EDIFICI ED INDIVIDUAZIONE DELLE PARTI DEL TERRITORIO

1. TERMINI, GRANDEZZE E PARAMETRI URBANISTICO EDILIZI 2. CLASSIFICAZIONE DEGLI EDIFICI ED INDIVIDUAZIONE DELLE PARTI DEL TERRITORIO DIREZIONE URBANISTICA Scheda DISCIPLINA 2015 GUIDA ALLA NUOVA DISCIPLINA URBANISTICO-EDILIZIA 2015 I - Inquadramento generale 1. TERMINI, GRANDEZZE E PARAMETRI URBANISTICO EDILIZI 2. CLASSIFICAZIONE DEGLI

Dettagli

Preambolo. Visto l articolo 117, terzo e quarto comma della Costituzione;

Preambolo. Visto l articolo 117, terzo e quarto comma della Costituzione; Proposta di legge: Disposizioni per il recupero del patrimonio edilizio esistente situato nel territorio rurale. Modifiche alla legge regionale 10 novembre 2014, n.65 (Norme per il governo del territorio).

Dettagli

Comune di Novi di Modena

Comune di Novi di Modena Comune di Novi di Modena Sindaco Luisa Turci PIANO DELLA RICOSTRUZIONE - 1 Stralcio ai sensi dell'art. 12 della L.R. 16/2012 e artt. 7 e 8 dell'ord. Comm. 60/2013 a cura di: Arch. Carla Ferrari Ufficio

Dettagli

Accordo Territoriale. Bologna, 18 Luglio Comune di Bologna. Comune di Bologna

Accordo Territoriale. Bologna, 18 Luglio Comune di Bologna. Comune di Bologna Accordo Territoriale relativo agli assetti territoriali, urbanistici, infrastrutturali della Nuova Stazione Ferroviaria di Bologna ai sensi dell art. 15. L.R. 20/2000 Bologna, 18 Luglio 2006 Obiettivi

Dettagli

Direzioni regionali - Programmazione Strategica, Politiche Territoriali ed Edilizia - Ambiente ARPA Piemonte. VAS nel processo di pianificazione

Direzioni regionali - Programmazione Strategica, Politiche Territoriali ed Edilizia - Ambiente ARPA Piemonte. VAS nel processo di pianificazione Direzioni regionali - Programmazione Strategica, Politiche Territoriali ed Edilizia - Ambiente ARPA Piemonte VAS significato e norme Lucia Brizzolara - Giuseppina Sestito Settore Sistema Informativo Ambientale

Dettagli

RAPPORTO PRELIMINARE FINALIZZATO ALLA FASE

RAPPORTO PRELIMINARE FINALIZZATO ALLA FASE Oggetto: RAPPORTO PRELIMINARE FINALIZZATO ALLA FASE DI CONSULTAZIONE/SCOPING PREVENTIVA ALLA REDAZIONE DEL RAPPORTO AMBIENTALE CONNESSO AL PROGETTO DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE (comma 1 dell art. 8 della

Dettagli

GLI INTERVENTI DI SISTEMAZIONE IDRAULICO-FORESTALE NELLA PREVENZIONE DEI RISCHI NATURALI LE LINEE DI AZIONE DELLA REGIONE PIEMONTE.

GLI INTERVENTI DI SISTEMAZIONE IDRAULICO-FORESTALE NELLA PREVENZIONE DEI RISCHI NATURALI LE LINEE DI AZIONE DELLA REGIONE PIEMONTE. DIREZIONE OPERE PUBBLICHE DIFESA DEL SUOLO ECONOMIA MONTANA E FORESTE GLI INTERVENTI DI SISTEMAZIONE IDRAULICO-FORESTALE NELLA PREVENZIONE DEI RISCHI NATURALI LE LINEE DI AZIONE DELLA REGIONE PIEMONTE

Dettagli

SOMMARIO 1 MONITORAGGIO...2

SOMMARIO 1 MONITORAGGIO...2 SOMMARIO 1...2 1.1 MATRICE ARIA... 4 1.2 MATRICE ACQUA... 5 1.3 MATRICE SUOLO E SOTTOSUOLO... 6 1.4 MATRICE FLORA E FAUNA... 7 1.5 MATRICE BIODIVERSITÁ... 8 1.6 MATRICE POPOLAZIONE... 10 1.7 MATRICE BENI

Dettagli

Le funzioni di governo del territorio della Città metropolitana di Milano

Le funzioni di governo del territorio della Città metropolitana di Milano Le funzioni di governo del territorio della Città metropolitana di Milano Centro Studi PIM INU Lombardia Seminario Città metropolitana e governo del territorio Sala Conferenze INU Lombardia Via Duccio

Dettagli

Governo e governance del territorio nella città metropolitana. Nuova legge urbanistica della Liguria.

Governo e governance del territorio nella città metropolitana. Nuova legge urbanistica della Liguria. Governo e governance del territorio nella città metropolitana. Nuova legge urbanistica della Liguria. Il punto di vista di un pianificatore di area vasta. Andrea Pasetti andreaanselmo.pasetti@gmail.com

Dettagli

Comune di San Felice sul Panaro

Comune di San Felice sul Panaro Comune di San Felice sul Panaro Sindaco Alberto Silvestri Assessore all'urbanistica Simone Silvestri Ufficio Tecnico Ing. Daniele Castellazzi - Responsabile Area Tecnica Geom. Lorena Ferrari - Resp. Settore

Dettagli

Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. Bellelli Sara Provincia di Mantova

Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. Bellelli Sara Provincia di Mantova Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale Bellelli Sara Provincia di Mantova AREA MORENICA MANTOVANA: PROGETTI, PATRIMONIO, TESORI NASCOSTI, EVENTI PATRIMONIO Villa Mirra, Cavriana, 5 maggio 2008

Dettagli

PIANO REGOLATORE GENERALE

PIANO REGOLATORE GENERALE REGIONE PIEMONTE PROVINCIA DI TORINO CITTA' DI SAN MAURO TORINESE L.R. 5 DICEMBRE 1977 N.56 E S.M.I. PIANO REGOLATORE GENERALE APPROVATO CON DELIBERAZIONE GIUNTA REGIONALE 142-3494 DEL 18/O2/1986 VARIANTE

Dettagli

P.R.G. Leggi istitutive Elaborati e contenuti Iter di approvazione Proposte di innovazione

P.R.G. Leggi istitutive Elaborati e contenuti Iter di approvazione Proposte di innovazione Prof. Paolo Fusero corso di Fondamenti di urbanistica Facoltà di Architettura Università degli Studi G. D Annunzio - Pescara P.R.G. Leggi istitutive Elaborati e contenuti Iter di approvazione Proposte

Dettagli

Scheda dei paesaggi e individuazione degli obiettivi di qualità

Scheda dei paesaggi e individuazione degli obiettivi di qualità Scheda dei paesaggi e individuazione degli obiettivi di qualità Contenuti della scheda Per la definizione degli indirizzi di valorizzazione dei paesaggi gli elementi conoscitivi relativi ad ogni territorio

Dettagli

COMUNE DI CASTELNOVO NE' MONTI

COMUNE DI CASTELNOVO NE' MONTI PROVINCIA DI REGGIO EMILIA Adottato con D.C. n 79 del 29-09-2003 - Approvato con D.C. n 30 del 31-03-2005 PIANO STRUTTURALE COMUNALE psc COMUNE DI CASTELNOVO NE' MONTI Gombio Villaberza Felina CASTELNOVO

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI ALLE SCELTE DI PIANIFICAZIONE TERRITORIALE

REGOLAMENTO PER LA PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI ALLE SCELTE DI PIANIFICAZIONE TERRITORIALE REGOLAMENTO PER LA PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI ALLE SCELTE DI PIANIFICAZIONE TERRITORIALE Premessa La partecipazione della cittadinanza alle scelte di pianificazione urbanistica rappresenta un elemento

Dettagli

PROGRAMMA INTEGRATO PER LA RIGENERAZIONE URBANA Ambito 1 art. 4, Legge Regionale 20 luglio 2008, n. 21 ELENCO ELABORATI PROGRAMMA URBANISTICO

PROGRAMMA INTEGRATO PER LA RIGENERAZIONE URBANA Ambito 1 art. 4, Legge Regionale 20 luglio 2008, n. 21 ELENCO ELABORATI PROGRAMMA URBANISTICO COMUNE DI BISCEGLIE PROVINCIA DI BT PROGRAMMA INTEGRATO PER LA RIGENERAZIONE URBANA Ambito 1 art. 4, Legge Regionale 20 luglio 2008, n. 21 ELENCO ELABORATI PROGRAMMA URBANISTICO Elaborati amministrativi

Dettagli

Numero localizzazione Via del Rio. Estratto della carta di Fattibilità Geologica:

Numero localizzazione Via del Rio. Estratto della carta di Fattibilità Geologica: Comune di ROÉ VOLCIANO provincia di Brescia VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA alla VAS della VARIANTE al Piano dei Servizi e al Piano delle Regole del PGT RAPPORTO AMBIENTALE PRELIMINARE Numero localizzazione

Dettagli

IL Regolamento Urbanistico Edilizio, disciplina le trasformazioni e gli interventi

IL Regolamento Urbanistico Edilizio, disciplina le trasformazioni e gli interventi IL Regolamento Urbanistico Edilizio, disciplina le trasformazioni e gli interventi diffusi all interno degli ambiti consolidati e nel territorio rurale, le modalità di intervento, i parametri urbanistico-edilizi

Dettagli

ASSE II. Obiettivi, articolazione e criticità. Parte I - Agricoltura. Antonella Trisorio Istituto Nazionale di Economia Agraria

ASSE II. Obiettivi, articolazione e criticità. Parte I - Agricoltura. Antonella Trisorio Istituto Nazionale di Economia Agraria Rete Rurale Nazionale 2007-2013 Principi e strumenti della Politica di Sviluppo Rurale Hotel Diana, Roma, 8 settembre 2009 ASSE II Obiettivi, articolazione e criticità Parte I - Agricoltura Antonella Trisorio

Dettagli

Via A. De Gasperi n S. Polo d Enza (RE) Tel. 0522/ Fax 0522/ C. F P. Iva ALLEGATO 3

Via A. De Gasperi n S. Polo d Enza (RE) Tel. 0522/ Fax 0522/ C. F P. Iva ALLEGATO 3 ALLEGATO 3 ESTRATTO NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE DEL P.S.C. SPECIFICHE TECNICHE ED URBANISTICHE DI TERRENI AGRICOLI IN COMUNE DI SAN POLO D ENZA AMBITI PER I NUOVI INSEDIAMENTI NU Art. 45 - Definizione

Dettagli

Sviluppo rurale e pianificazione territoriale

Sviluppo rurale e pianificazione territoriale VI RUN Rassegna Urbanistica Nazionale Sviluppo rurale e pianificazione territoriale Multifunzionalità agricola e pianificazione territoriale: il ruolo delle reti ecologiche e dell agricivismo Matera, 2

Dettagli

La valorizzazione degli inerti da C&D nel Comune di Bologna. Le forme incentivanti. Ing. Serena Persi Paoli Comune di Bologna U.O.

La valorizzazione degli inerti da C&D nel Comune di Bologna. Le forme incentivanti. Ing. Serena Persi Paoli Comune di Bologna U.O. La valorizzazione degli inerti da C&D nel Le forme incentivanti Inerti da C&D Normativa nazionale D. Lgs. 152/06 e smi P R E S U P P O S T I Connotazione del territorio Pianific. territoriale Strumenti

Dettagli

Il PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE

Il PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE Il PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE Anna Rossi Struttura Paesaggio www.ptr.regione.lombardia.it La Convenzione europea per il paesaggio impone l attenzione paesaggistica su tutto il territorio considerandone

Dettagli

Il decentramento delle competenze in materia di governo del territorio

Il decentramento delle competenze in materia di governo del territorio Il decentramento delle competenze in materia di governo del territorio Tre fasi principali: L istituzione delle regioni a statuto speciali e delle province autonome (1946) L istituzione delle regioni a

Dettagli

Direzione Legislazione Mercato Privato. Direzione Legislazione Mercato Privato CONSUMO DEL SUOLO: Le principali definizioni

Direzione Legislazione Mercato Privato. Direzione Legislazione Mercato Privato CONSUMO DEL SUOLO: Le principali definizioni Direzione Legislazione Mercato Privato Di Direzione Legislazione Mercato Privato CONSUMO DEL SUOLO: Le principali definizioni Suolo Lo strato superiore della crosta terrestre formato da componenti minerali,

Dettagli

Studio Benincà Associazione tra professionisti. P.I. fase 3 RELAZIONE AGRONOMICA PIANO DEGLI INTERVENTI FASE 3. Novembre 2014

Studio Benincà Associazione tra professionisti. P.I. fase 3 RELAZIONE AGRONOMICA PIANO DEGLI INTERVENTI FASE 3. Novembre 2014 P.I. fase 3 1 RELAZIONE AGRONOMICA PIANO DEGLI INTERVENTI FASE 3 Novembre 2014 1 2 RELAZIONE AGRONOMICA 3 4 1. Premessa...7 2. Verifica della compatibilità urbanistica delle richieste in relazione al vincolo

Dettagli

linee guida per la redazione del piano di governo del territorio

linee guida per la redazione del piano di governo del territorio linee guida per la redazione del piano di governo del territorio allegato A delibera C.C. n. 35 del 24/11/2008 24 novembre 2008 ORSENIGO paese più aperto e accessibile più sicuro e solidale più bello e

Dettagli

La pianificazione urbanistica in Toscana: Il Piano di indirizzo territoriale PIT

La pianificazione urbanistica in Toscana: Il Piano di indirizzo territoriale PIT Università di Pisa Facoltà di Ingegneria AA 2014/2015 CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA Luisa Santini TECNICA URBANISTICA I La pianificazione urbanistica in Toscana: Il Piano di indirizzo

Dettagli

La Convenzione Europea e il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio

La Convenzione Europea e il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio La Convenzione Europea e il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio Convenzione Europea: condivisione internazionale della concezione di paesaggio: la qualità e la diversità dei paesaggi europei costituiscono

Dettagli

REGIONE TOSCANA Giunta Regionale

REGIONE TOSCANA Giunta Regionale REGIONE TOSCANA Giunta Regionale DIREZIONE GENERALE DELLE POLITICHE TERRITORIALI ED AMBIENTALI E PER LA MOBILITA Settore Pianificazione del territorio Oggetto: Comune di San Vincenzo (Li) - Adozione di

Dettagli

Regione Siciliana PIANO ENERGETICO AMBIENTALE REGIONALE DELLA REGIONE SICILIANA MONITORAGGIO. (Misure adottate in merito al monitoraggio art.

Regione Siciliana PIANO ENERGETICO AMBIENTALE REGIONALE DELLA REGIONE SICILIANA MONITORAGGIO. (Misure adottate in merito al monitoraggio art. PIANO ENERGETICO AMBIENTALE REGIONALE DELLA REGIONE SICILIANA MONITORAGGIO (Misure adottate in merito al monitoraggio art. 10) VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (Dir. 42/2001/CE) 1 SISTEMA DI MONITORAGGIO

Dettagli

CUSAGO. Il processo di costruzione del Piano Gli orientamenti del Piano COMUNE DI. Provincia di Milano PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO:

CUSAGO. Il processo di costruzione del Piano Gli orientamenti del Piano COMUNE DI. Provincia di Milano PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO: COMUNE DI Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Varese LEGGE LOMBARDA PER IL GOVERNO DEL TERRITORIO (L.r. 12/05) Corso di formazione giugno-luglio 2005 CUSAGO

Dettagli

Le aree industriali sostenibili

Le aree industriali sostenibili Le aree industriali sostenibili 1 Sommario Eco industrial park La normativa nazionale Il quadro normativo regionale Esperienze e sperimentazioni regionali 2 Definizione Eco - Industrial Park Insieme di

Dettagli

Prime riflessioni sull esperienza del Piano territoriale d Area della Franciacorta

Prime riflessioni sull esperienza del Piano territoriale d Area della Franciacorta XXXVII Conferenza scientifica annuale AISRe Prime riflessioni sull esperienza del Piano territoriale d Area della Franciacorta Michele PEZZAGNO, Maurizio TIRA Ancona, 21 settembre 2016 Core del PTRA 18

Dettagli

ABATE, Riqualificazione centro storico di Casaluce

ABATE, Riqualificazione centro storico di Casaluce ABATE, Riqualificazione centro storico di Casaluce CARUSONE, Riqualificazione Piazza Marconi ad Aversa Chianese, Piano di Recupero centro storico di Carinaro CORVINO, Riqualificazione centro storico di

Dettagli

I COMPITI E GLI OBBLIGHI TERRITORIALI DI COMUNI E PROVINCIA. Alcuni aspetti problematici emergenti dall innovazione del governo del territorio

I COMPITI E GLI OBBLIGHI TERRITORIALI DI COMUNI E PROVINCIA. Alcuni aspetti problematici emergenti dall innovazione del governo del territorio SABATI DELL URBANISTICA Seminari di formazione per amministratori degli Enti Locali bolognesi Bologna, sabato 23 ottobre 2004 I COMPITI E GLI OBBLIGHI TERRITORIALI DI COMUNI E PROVINCIA Alcuni aspetti

Dettagli

- Complesso immobiliare posto in San Casciano in Val di Pesa, via Achille Grandi via Dante Alighieri

- Complesso immobiliare posto in San Casciano in Val di Pesa, via Achille Grandi via Dante Alighieri STEFANO MENCUCCI ARCHITETTO Viale A. Volta n 103 - Tel. 055/650.35.45 50131- FIRENZE arch.mencucci@gmail.com RELAZIONE DI CONFORMITA' AL PIANO DI INDIRIZZO TERRITORIALE REGIONALE - Complesso immobiliare

Dettagli

BA_09. AMBITO PGT : Verde urbano ( PGT adottato), Area boscata (PGT approvato in fase di pubblicazione). PROFILO DESCRITTIVO DELL AREA

BA_09. AMBITO PGT : Verde urbano ( PGT adottato), Area boscata (PGT approvato in fase di pubblicazione). PROFILO DESCRITTIVO DELL AREA SCHEDA n. : BA_09 AMBITO PGT : Verde urbano ( PGT adottato), Area boscata (PGT approvato in fase di pubblicazione). Data: 31.10.2011 Rilevatore: CG/cv DENOMINAZIONE: : Via Presolala/Via Resegone (ambito

Dettagli

Il piano regolatore generale di Roma

Il piano regolatore generale di Roma Anno Accademico 2016-17 Laboratorio di Progettazione Urbanistica 3 Roma Città Territorio Il piano regolatore generale di Roma 14.10.2016 Il piano regolatore generale di Roma Comprendere il piano Le scelte

Dettagli

COMUNE DI RENDE PIANO GENERALE DEGLI IMPIANTI PUBBLICITARI

COMUNE DI RENDE PIANO GENERALE DEGLI IMPIANTI PUBBLICITARI COMUNE DI RENDE PIANO GENERALE DEGLI IMPIANTI PUBBLICITARI Relazione Illustrativa Norme in deroga all art. 23 del nuovo Codice della Strada, D. Lgs. 30 aprile 1992 n. 285, testo aggiornato con il D. Lgs.

Dettagli

Provincia di Padova Pianificazione Territoriale - Urbanistica. P.T.C.P. di PADOVA. vasta in un sistema integrato del governo del territorio

Provincia di Padova Pianificazione Territoriale - Urbanistica. P.T.C.P. di PADOVA. vasta in un sistema integrato del governo del territorio Provincia di Padova Pianificazione Territoriale - Urbanistica P.T.C.P. di PADOVA Le strategie d area d vasta in un sistema integrato del governo del territorio I livelli della pianificazione urbanistica

Dettagli

Coerenza con il PSR: le Misure, le Azioni.

Coerenza con il PSR: le Misure, le Azioni. Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Asse 4 Attuazione dell approccio Leader Coerenza con il PSR: le Misure, le Azioni. Macomer 27 febbraio 2009 Misura 311 Diversificazione verso attività non agricole

Dettagli

COMUNE DI ACQUI TERME Provincia di Alessandria AREA CON DESTINAZIONE RESIDENZIALE EX CASEIFICIO MERLO

COMUNE DI ACQUI TERME Provincia di Alessandria AREA CON DESTINAZIONE RESIDENZIALE EX CASEIFICIO MERLO AREA CON DESTINAZIONE RESIDENZIALE EX CASEIFICIO MERLO GENNAIO 2009 AREA CON DESTINAZIONE RESIDENZIALE EX CASEIFICIO MERLO LOCALIZZAZIONE AREA STRADARIO DI ACQUI TERME Area con destinazione residenziale

Dettagli

Piano territoriale di coordinamento provinciale di Cremona

Piano territoriale di coordinamento provinciale di Cremona Venezia, 10-20 novembre 2004 Catalogo della Mostra Provincia di Cremona Piano territoriale di coordinamento provinciale di Cremona L elaborazione del Piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp)

Dettagli

Norme Tecniche Operative Variante adeguata alla D.C.C. n. 12 del 02/05/2013

Norme Tecniche Operative Variante adeguata alla D.C.C. n. 12 del 02/05/2013 Norme Tecniche Operative Variante adeguata alla D.C.C. n. 12 del 02/05/2013 1 Maggio 2013 I N D I C E (in rosso gli articoli e gli allegati variati o aggiunti) ART. 1 - DEFINIZIONE ED AMBITO DI APPLICAZIONE

Dettagli

COMUNE DI SAN GIORGIO DI PIANO Provincia di Bologna

COMUNE DI SAN GIORGIO DI PIANO Provincia di Bologna COMUNE DI SAN GIORGIO DI PIANO Provincia di Bologna Area Programmazione e Gestione del Territorio ALLEGATO 1 DETERMINAZIONE VALORI DI RIFERIMENTO DELLE AREE INSERITE NEGLI STRUMENTI URBANISTICI, AI FINI

Dettagli

NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE

NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE COMUNE DI CIVITELLA IN VAL DI CHIANA LOCALITA VICIOMAGGIO VIA DELL OLMO PIANO ATTUATIVO N. 163 PER LA REALIZZAZIONE DI UN EDIFICIO ABITATIVO PLURIFAMILIARE E CONTESTUALI OPERE DI SISTEMAZIONE ESTERNA NORME

Dettagli

PdZ 20 PONTE DI NONA OCTIES

PdZ 20 PONTE DI NONA OCTIES maggio 2011 PdZ 20 PONTE DI NONA OCTIES Indice 1 Oggetto della Variante 2 Descrizione delle aree oggetto di variante 3 Dimensionamento del piano 1 Oggetto della Variante La Variante octies al Piano di

Dettagli

PdZ C22 CASALE NEI QUINQUIES

PdZ C22 CASALE NEI QUINQUIES maggio 2011 PdZ C22 CASALE NEI QUINQUIES Indice 1 Oggetto della Variante 2 Descrizione delle aree oggetto di variante 3 Dimensionamento del piano 1 Oggetto della Variante La Variante quinquies al Piano

Dettagli

I Piani della Ricostruzione

I Piani della Ricostruzione Servizio Pianificazione Urbanistica, Paesaggio e Uso sostenibile del territorio I Piani della Ricostruzione SAIE 2014 Bologna, 23/10/2014 ing. Barbara Nerozzi Le politiche per la ricostruzione In poco

Dettagli

2. IL PATTO CITTA - CAMPAGNA

2. IL PATTO CITTA - CAMPAGNA 2. IL PATTO CITTA - CAMPAGNA A partire dalle criticità delle urbanizzazioni contemporanee e dai processi di degrado dei paesaggi rurali, il Patto Città-Campagna cerca di elevare la qualità dell abitare

Dettagli

Keyword (ricerca per parole chiave)

Keyword (ricerca per parole chiave) Keyword (ricerca per parole chiave) Key Word Legge 19/02 Linee Guida Articolo Comma Parte Parte 1 2 A- Abusivi, Recupero insediamenti (P.R.A.) 36 2.1.3 Abusivismo 61 1 Abusivismo, Bonifica urbanistica

Dettagli

Monitorare il consumo di suolo

Monitorare il consumo di suolo Monitorare il consumo di suolo Elisabetta Peccol elisabetta.peccol@uniud.it Dip. di Scienze Agrarie e Ambientali Università degli Studi di Udine Consumo di suolo o Consumo di territorio? Normative europee

Dettagli

dai PTR-PTCP-PSC alla VAS/ValSAt alla Agenda 21 Locale

dai PTR-PTCP-PSC alla VAS/ValSAt alla Agenda 21 Locale Aspetti ambientali nella pianificazione territoriale e urbanistica: dai PTR-PTCP-PSC alla VAS/ValSAt alla Agenda 21 Locale Giulio De Leo Giulio.deleo@unipr.it www.ecolab.unipr.it 2010 1 Cos e la pianificazione

Dettagli