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1 Energia elettrica da biomassa: linee guida per i nuovi impianti Germano Tosin - Direzione agricoltura L articolo 12 del D.lgs. 387/2003 Attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell elettricità prevede che gli impianti di produzione di energia elettrica possano essere ubicati anche in zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici. Nell ubicazione si dovrà tenere conto delle disposizioni in materia di sostegno nel settore agricolo, con particolare riferimento alla valorizzazione delle tradizioni agroalimentari locali, alla tutela della biodiversità, così come del patrimonio culturale e del paesaggio rurale. Il Decreto ministeriale 10/09/2010, n approva le linee guida per l autorizzazione alla costruzione e all esercizio di impianti di produzione di elettricità da fonti rinnovabili, nonché le linee guida tecniche per gli impianti stessi. Nel 2011 il D.lgs n ha introdotto alcune modifiche e integrazioni e dal combinato disposto delle norme citate emergono tre possibili procedure abilitative: 1) comunicazione relativa alle attività in edilizia libera 3 ; 2) procedura semplificata 4 ; 3) autorizzazione unica 5. La comunicazione relativa alle attività in edilizia libera si applica per gli impianti alimentati da biomasse e biogas: a) aventi tutte le seguenti caratteristiche: operanti in assetto cogenerativo; aventi una capacità di generazione massima inferiore a 50 kwe (microgenerazione); b) non ricadenti fra quelli di cui al punto a) ed aventi tutte le seguenti caratteristiche: realizzati in edifici esistenti, sempre che non alterino i volumi e le superfici, non comportino modifiche delle destinazioni di uso, non riguardino le parti strutturali dell edificio, non comportino aumento del numero delle unità immobiliari e non implichino incremento dei parametri urbanistici; aventi una capacità di generazione compatibile con il regime di scambio sul posto. La procedura semplificata si applica se il proponente presenta al Comune una dichiarazione accompagnata dalla dettagliata relazione di un progettista abilitato e dagli opportuni elaborati progettuali, attestanti la compatibilità del progetto con gli strumenti urbanistici approvati e i regolamenti edilizi vigenti e la non contrarietà agli strumenti urbanistici adottati, nonché il rispetto delle norme di sicurezza e di quelle igienico-sanitarie. Alla dichiarazione sono allegati gli elaborati tecnici per la connessione redatti dal gestore della rete. L autorizzazione unica si ottiene in seguito all attivazione di un procedimento unico che prevede una conferenza dei servizi a cui partecipano le amministrazioni e i soggetti interessati. L autorizzazione costituisce titolo per costruire e gestire l impianto e, ove occorra, anche dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità ed urgenza, oltre che variante allo strumento urbanistico. Poiché il titolare di autorizzazione unica, in forza della dichiarazione di pubblica utilità, potrebbe realizzare l impianto su terreni altrui dopo averli espropriati, la norma prevede, a tutela dei proprietari 9

2 Uso del suolo Carico zootecnico e degli aventi diritto, che il proponente debba dimostrare nel corso del procedimento, e comunque prima dell autorizzazione, la disponibilità del suolo su cui realizzare l impianto. Le indicazioni della Regione La normativa nazionale consente alle Regioni di procedere all indicazione di aree e siti non idonei alla installazione di specifiche tipologie di impianti, esclusivamente nell ambito e con le modalità stabilite dalle linee guida nazionali che prevedono quanto segue: l individuazione delle aree e dei siti non idonei deve essere basata esclusivamente su criteri tecnici oggettivi legati ad aspetti di tutela dell ambiente, del paesaggio e del patrimonio artistico-culturale; l individuazione delle aree e dei siti non idonei non può riguardare porzioni significative del territorio o zone genericamente soggette a tutela dell ambiente, del paesaggio e del patrimonio storico-artistico; l individuazione delle aree e dei siti non idonei non deve configurarsi come divieto preliminare, ma come atto di accelerazione e semplificazione dell iter autorizzativo, anche in termini di opportunità localizzative offerte dalle specifiche caratteristiche e vocazioni del territorio. L individuazione di aree non idonee consente quindi di identificare le porzioni del territorio regionale nelle quali si determina un elevata probabilità di esito negativo delle valutazioni in sede di autorizzazione. Per quanto concerne le aree agricole, le Regioni possono procedere a indicare come aree e siti non idonei all installazione di specifiche tipologie di impianti le aree agricole interessate da produzioni agricolo-alimentari di qualità (produzioni biologiche, produzioni D.O.P., I.G.P., S.T.G., D.O.C. D.O.C.G., produzioni tradizionali) e/o di particolare pregio rispetto al contesto paesaggistico-culturale, anche con riferimento alle aree, se previste dalla programmazione regionale, caratterizzate da un elevata capacità d uso del suolo. In attuazione del quadro normativo nazionale la Giunta Regionale ha approvato due deliberazioni: una relativa ai criteri per l autorizzazione unica degli impianti alimentati da fonti rinnovabili con lo scopo di uniformare i procedimenti autorizzativi 6, l altra di individuazione delle aree non idonee alla localizzazione ed installazione degli impianti che producono energia elettrica dalla combustione di legna o di biogas 7. La domanda di autorizzazione unica e i documenti alla stessa allegati devono essere inoltrati all ufficio dell Amministrazione provinciale competente territorialmente. Le linee guida regionali individuano le aree non idonee alla localizzazione degli impianti (vedi tab. 1) e le aree di attenzione 10

3 Tabella1 impianti per la produzione di energia elettrica da biomasse Aree inidonee (limitatamente alle superfici occupate dagli impianti e dalle loro pertinenze) tipologia impianti (potenza elettrica) <=250 Kw >250<=1MW >1MW Siti UNESCO zone tampone Siti UNESCO candidature in atto Core Zone idonei idonei non idonei Beni culturali Beni paesaggistici Vette e crinali montani e pedemontani Tenimenti dell Ordine Mauriziano idonei idonei non idonei Beni culturali ambientali Comuni ricadenti nella Zona di Piano del Piano Regionale di Tutela e Risanamento della Qualità dell Aria FILIERA LIGNO-CELLOLOSICA FILIERA BIOLIQUIDI BIOGAS aree con elevato carico azotato (> 50 kg/ha/a) - BIOGAS Terreni agricoli irrigati con impianti irrigui a basso consumo idrico realizzati con finanziamento pubblico Terreni classificati dai PRGC vigenti a destinazione d uso agricola e naturale, nonché ricadenti nella prima e seconda classe di capacità d uso del suolo PES 8 >0% PES>0% FILIERA LIGNO CELLULOSICA- BIOLIQUIDI idonei idonei non idonei BIOGAS idonei Idonei se la superficie utilizzata è < di mq Comuni ad elevato carico zootecnico - BIOGAS idonei Popolamenti forestali per la raccolta dei semi (boschi da seme) Boschi oggetto di miglioramenti forestali realizzati con contributi pubblici Impianti boschi naturaliformi permanenti Aree di pianura di piantagioni di arboricoltura da legno a ciclo medio lungo Aree boscate costituenti habitat d interesse comunitario Aree in dissesto idraulico e idrogeologico PES>0% Idonei se la superficie utilizzata è < di mq 11

4 che, per le loro caratteristiche, meritano in fase di istruttoria degli approfondimenti sia sotto il profilo della documentazione da produrre a cura del proponente, sia sotto il profilo della valutazione che l Autorità competente dovrà effettuare nell ambito dei procedimenti autorizzativi. Le aree individuate costituiscono un quadro di riferimento e orientamento per la localizzazione dei progetti di alcune tipologie di impianti, in particolare i grandi impianti con potenze elettriche superiori a 1 MW. Le aree di attenzione di rilevanza agricola sono costituite dai terreni nei quali sia in atto la coltivazione di produzioni agricole di pregio tutelate dall Unione Europea e/o dalla Regione Piemonte. Le aree di attenzione diventano aree inidonee nel caso in cui si verifichino, contemporaneamente, tre condizioni: 1) l ubicazione degli impianti è prevista in una delle aree geografiche definite dai disciplinari o dalle schede di ciascun prodotto; 2) le particelle interessate sono classificate dai vigenti PRGC a destinazione d uso agricola; 3) al momento della domanda di autorizzazione i terreni agricoli interessati siano effettivamente coltivati con i prodotti agricoli oggetto di tutela. Progettazione e localizzazione di impianti su terreni agricoli La progettazione dei nuovi impianti, la loro localizzazione e le soluzioni tecnologiche da adottare devono analizzare le condizioni di possibile inidoneità stabilite dalle linee guida regionali. L inidoneità è riferibile solamente ai terreni sui quali sarà realizzato l impianto e le sue pertinenze, ovvero ai terreni che saranno oggetto di impermeabilizzazione. Per i terreni utilizzati per la produzione della biomassa che sarà destinata all alimentazione dell impianto valgono le vecchie norme per la coltivazione dei terreni agricoli e l utilizzo dei boschi (es. taglio di specie forestali, lotte obbligatorie contro organismi nocivi, utilizzo agronomico di terreni in zone vulnerabili da nitrati, ecc), garantendo piena libertà per l agricoltore di scegliere il tipo di produzione che reputa più opportuna. L istanza di autorizzazione unica di un impianto a biomasse su terreni agricoli è costituta da un progetto definitivo redatto a cura del proponente la cui documentazione minima - pena l improcedibilità dell istanza - è prevista dall allegato 1 della DGR n del 30 gennaio 2012; tra gli elaborati previsti si evidenzia: la documentazione da cui risulti la disponibilità dell area su cui realizzare l impianto e le opere connesse; nel caso di un l impianto localizzato su terreni classificati dal P.R.G.C. vigente a destinazione d uso agricola, il progetto deve essere corredato da una relazione agronomica che verifichi le interferenze con aree agricole inidonee o di attenzione; deve sempre essere redatta una relazione tecnica che descriva le caratteristiche della biomassa utilizzata, con analisi della producibilità attesa, le modalità di approvvigionamento e la provenienza della risorsa utilizzata. In particolare la relazione deve indicare quali delle biomasse utilizzate provengono da boschi, colture dedicate, da scarti e sottoprodotti agricoli e loro trasformati. Nel caso di colture dedicate, coltivate nel territorio regionale, la relazione deve anche individuare la superficie agricola utilizzata (S.A.U.) regionale interessata e la sua quantificazione a livello comunale ovvero l elenco delle particelle catastali interessate; nel caso di impianti a biogas, per garantire la producibilità dell impianto, le biomasse utilizzate devono essere effettivamente disponibili almeno nella misura del 70% dell approvvigionamento necessario al funzionamento dell impianto stesso. Qualora l approvvigionamento avvenga da colture dedicate coltivate nel territorio regionale, la disponibilità effettiva deve essere dimostrata attraverso idonei contratti preliminari o definitivi. La relazione tecnica deve inoltre illustrare il piano di utilizzo e spandimento del digestato. Nel caso in cui lo spandimento avvenga su terreni in ambito regionale, la relazione deve dimostrare la disponibilità effettiva, attraverso idonei contratti preliminari o definitivi, di almeno il 70% della superficie necessaria all utilizzo agronomico del digestato, deve individuare la superficie regionale interessata e la sua quantificazione a livello comunale, ovvero l elenco delle particelle catastali interessate. Qualora parte del digestato non sia oggetto di utilizzo agronomico sul territorio regionale, la relazione deve indicare il differente utilizzo previsto (es. utilizzo extra-agricolo, depurazione, ecc.) e il relativo quantitativo. La redazione di un attendibile piano di approvvigionamento delle materie prime utilizzate è utile al proponente ed alla collettività per valutare l effettiva producibilità dell impianto e quindi la sostenibilità economica e finanziaria del progetto, oltre a costituire un importante elemento di analisi delle possibili ricadute sociali occupazionali ed economiche del progetto a livello locale. Per le analisi territoriali e ambientali sulle aree agricole sono disponibili in rete molti dati in libera consultazione. Le linee guida regionali (D.G.R. 30 gennaio 2012, n ) definiscono i riferimenti cartografici per ogni tipologia di area inidonea, ivi compresi i siti internet consultabili. Le Linee guida regionali sono consultabili all indirizzo: 12

5 P.R.G.C. L analisi della possibile inidoneità ha come punto di partenza la verifica della destinazione urbanistica del terreno interessato dalla localizzazione dell impianto. I dati di destinazione d uso sono stabiliti dal Piano Regolatore Generale Comunale vigente che è consultabile presso gli uffici dei comuni interessati oppure on line per i comuni che offrono questo tipo di servizio. A livello regionale e provinciale è possibile accedere a servizi cartografici on line di mosaicatura dei piani regolatori. Di seguito si elencano alcuni siti utili: Geo-servizi WMS disponibili - mosaicatura piani regolatori Aree agricole Le aree irrigue e la capacità d uso dei terreni è verificabile attraverso il servizio web gis: Il proponente, qualora ritenga di effettuare un approfondimento a scala aziendale in relazione all attribuzione della classe di capacità d uso dei suoli e di proporre una riclassificazione delle aree di interesse, può presentare istanza alla Direzione regionale Agricoltura corredata da una relazione pedologica redatta secondo le modalità e le indicazioni contenute nella deliberazione della Giunta regionale n dell 8 febbraio L elenco dei Comuni ad elevato carico zootecnico, è consultabile all indirizzo: Per le aree di attenzione di rilevanza agricola è necessario stabilire se sui terreni su cui si intende realizzare l impianto siano presenti, al momento dell istanza, colture di prodotti di qualità DOCG, DOC, DOP, IGP, PAT che prevedano espressamente nei loro disciplinari l individuazione di una specifica area geografica di produzione. L informazione se il prodotto in questione sia o meno oggetto di tutela è ben conosciuta dall agricoltore che lo coltiva. Lo stesso agricoltore - se non ha contratto vincoli di destinazione d uso in seguito al percepimento di finanziamenti pubblici - può, come è logico, modificare in ogni momento il piano colturale dell appezzamento. In ogni caso si segnalano i seguenti indirizzi: il Piemonte del gusto: Vini DOC DOGG: In ultimo si segnala che presso il Ministero dello Sviluppo Economico sono in discussione due importanti provvedimenti che si spera vengano approvati a breve: Il decreto burden sharing (letteralmente condivisione degli oneri ) che assegna alle Regioni le quote complessive di energia da fonti rinnovabili sul consumo finale lordo di energia da conseguire nel L obiettivo al 2020 stabilito dal Piano di Azione Nazionale (PAN) di produzione di energia (elettricità + riscaldamento + raffreddamento + trasporti) da fonti rinnovabili è di ktpe (17% del consumo finale lordo previsto). Nel 2010 la quota di produzione nazionale si è attestata a circa ktpe (fonte GSE) quindi per raggiungere gli obiettivi fissati per il 2020 almeno ktpe dovranno essere prodotte da nuovi impianti. Il decreto che definirà le modalità di accesso e il valore dei nuovi incentivi alla produzione di energia rinnovabile per gli impianti che entreranno in esercizio a partire dal DECRETO DEL MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO 10 settembre 2010 (in Gazz. Uff., 18 settembre, n. 219). - Linee guida per l autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili. 2. DECRETO LEGISLATIVO 3 marzo 2011, n. 28 (in Suppl. ordinario n. 81 alla Gazz. Uff., 28 marzo 2011, n. 71). - Attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell uso dell energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE. 3. di cui all articolo 6, comma 11, D.lgs 3 marzo 2011, n di cui all articolo 6 del D.lgs 3 marzo 2011, n di cui all articolo 12 del D.lgs. 29 dicembre 2003 n. 387, come modificato dall articolo 5 del D.lgs 3 marzo 2011, n Deliberazione della Giunta Regionale 30 gennaio 2012, n Indicazioni procedurali in ordine allo svolgimento del procedimento unico di cui all articolo 12 del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, relativo al rilascio dell autorizzazione alla costruzione ed esercizio di impianti per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile 7. Deliberazione della Giunta Regionale 30 gennaio 2012, n Individuazione delle aree e dei siti non idonei all installazione ed esercizio di impianti per la produzione di energia elettrica alimentati da biomasse, ai sensi del paragrafo delle Linee guida per l autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili di cui al decreto ministeriale del 10 settembre PES=risparmio di energia primaria I manuali operativi e di campagna e la scheda per la descrizione delle osservazioni di campagna che costituiscono la metodologia regionale sono scaricabili dal sito web della Regione alla pagina: 13

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