Impianti a biogas. Normativa e aspetti autorizzativi
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- Edoardo Falco
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1 Impianti a biogas Normativa e aspetti autorizzativi
2 Input europei ridurre gli ostacoli normativi e di altro tipo all aumento della produzione di elettricità da fonti rinnovabili; razionalizzare ed accelerare le procedure in ogni livello amministrativo
3 Input nazionali } articolo 12 D.Lgs. 387/03: sono di pubblica utilità ed indifferibili ed urgenti } sono soggetti ad una autorizzazione unica, rilasciata dalla regione o da altro soggetto istituzionale delegato dalla Regione, nel rispetto delle normative vigenti in materia di tutela dell ambiente, di tutela del paesaggio e del patrimonio storico-artistico, che costituisce ove occorra, variante allo strumento urbanistico
4 Input nazionali 2 comma 7 articolo 12: gli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili possono essere ubicati anche in zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici
5 Input nazionali 3 Termine massimo del procedimento 90 giorni (prima erano 180); Fino ad 1 MW è possibile applicare la procedura abilitativa semplificata; il 3% dei proventi annui a favore dei Comuni per interventi di compensazione ambientale
6 Input regionali Siti non idonei da PTPR e PTCP; Siti idonei a particolari condizioni; Siti idonei; Per le biogas occorre valutare: rumore, traffico, emissioni, utilizzo energetico (cogenerazione)
7 Input regionali? prevedere il consumo di nuovo territorio solo quando non sussistano alternative derivanti dalla sostituzione dei tessuti insediativi esistenti ovvero dalla loro riorganizzazione e riqualificazione. promuovere l'efficienza energetica e l'utilizzazione di fonti energetiche rinnovabili, allo scopo di contribuire alla protezione dell'ambiente e allo sviluppo sostenibile.
8 Input regionali? Il territorio rurale è costituito dall'insieme del territorio non urbanizzato e si caratterizza per la necessità di integrare e rendere coerenti politiche volte a salvaguardare il valore naturale, ambientale e paesaggistico del territorio con politiche volte a garantire lo sviluppo di attività agricole sostenibili. di tutelare e conservare il sistema dei suoli agricoli produttivi, escludendone la compromissione a causa dell'insediamento di attività non strettamente connesse con la produzione agricola
9 Agricoltore si, agricoltore no Codice civile, articolo 2135: È imprenditore agricolo chi esercita una delle seguenti attività: coltivazione del fondo, selvicoltura, allevamento di animali e attività connesse. Omissis
10 C è un problema di comunicazione
11 È possibile darsi regole?
12 Proposta 1 Sono impianti che vanno pianificati. Nel senso più esteso del termine. Perché opportuno parlare di pianificazione: la visione unitaria delle strutture urbane nel contesto delle reti stradali, dei sistemi produttivi e/o abitativi, nonché dei valori ambientali distribuiti anche al loro esterno determina l'approccio analitico tipico della pianificazione territoriale. Approccio da cui non possiamo prescindere. Purtroppo il territorio è pieno di norme giuridiche e non pianificatorie: il territorio va pianificato, non esclusivamente normato, altrimenti non se ne rispetta la vocazione intrinseca.
13 Proposta 2 In zona agricola le biogas possono andare solo se supportate da un azienda agricola in grado di alimentarle e di recepirne il digestato. Quindi subordinatamente alla presentazione/approvazione di un Piano di Sviluppo Aziendale o Piano di Utilizzazione Agronomica. Ubicazione dell impianto in prossimità degli edifici dell azienda in modo tale da sfruttarne il calore e quindi stare in regime cogenerativo
14 Proposta 3 Extra zona agricola possono andare solo in zone produttive. In modo tale da non impattare sulla viabilità ordinaria e per immettere in rete il calore prodotto. Magari alimentando attività produttive limitrofe e contribuendo pertanto al miglioramento della qualità dell aria, chiudendo altri impianti di combustione o riscaldamento
15 Proposta 4 Perseguimento delle migliori tecnologie impiantistiche. Utilizzando terre armate e vasche di accumulo non in cemento per le zone agricole, mentre in zone produttive rispettando le caratteristiche costruttive del contesto
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18 Proposta 5 L inserimento di questi impianti in zona produttiva libera dalle preoccupazioni dovute agli incontrollabili cambi di dieta. L utilizzo caldeggiato di scarti di lavorazioni animali o tipologie similari, in impianti collocati in zone produttive non comporta pesanti ricadute sulla viabilità e permette anche adeguati controlli e monitoraggi
19 Proposta 6 Ci sono i mezzi per dire no ed indirizzare l installazione di questi impianti. Il ragionamento va spostato dagli aspetti ambientali, agli aspetti territorialiurbanistici, sulla falsa riga della delibera della Giunta Regionale del Piemonte 30 gennaio 2012 e della legge regionale Emilia Romagna 26/04. Trasversalmente ad alcuni dettati normativi (nazionali e regionali) elementi di tutela storicopaesaggistica ci sono
20 Cosa ha detto il Piemonte AREE INIDONEE Aree sottoposte a tutela del paesaggio e del patrimonio storico, artistico e culturale; } Ambiente e Aree Protette; } Aree agricole; } Aree forestali e aree in dissesto idraulico e idrogeologico.
21 Cosa dice la LR 26/04 assicurare le condizioni di compatibilità ambientale, paesaggistica e territoriale delle attività energetiche, nella convinzione che l innalzamento della competitività regionale non debba prescindere dalla sostenibilità ambientale e territoriale del sistema energetico
22 Proposta 7 Inequivocabile quanto ribadito negli allegati alla stessa legge 20/00: Il territorio rurale è costituito dall'insieme del territorio non urbanizzato e si caratterizza per la necessità di integrare e rendere coerenti politiche volte a salvaguardare il valore naturale, ambientale e paesaggistico del territorio con politiche volte a garantire lo sviluppo di attività agricole sostenibili e di tutelare e conservare il sistema dei suoli agricoli produttivi, escludendone la compromissione a causa dell'insediamento di attività non strettamente connesse con la produzione agricola. Non occorrono sforzi di fantasia o pindariche interpretazioni per dare un paio di regole a questi impianti e alle colture ad essi collegati.
23 Proposta 8 Una pensata in termini di piano energetico o bilancio energetico : per evitare una proliferazione incontrollata degli impianti di taglia grossa e per incentivare gli impianti mini effettivamente cogenerativi e utili al tessuto, non solo mangia incentivi
24 Proposta 9 Va esteso a tutto il territorio dell Emilia Romagna uno studio finalizzato alla valutazione della sostenibilità territoriale di questi impianti
25 Proposta 10 Linee guida regionali e non solo indirizzi Posizioni decise e nette delle Amministrazioni locali (magari un po più di condivisione) Approvvigionamento/Smaltimento del digestato Squadra con la Provincia Viabilità Cogenerazione Paesaggio Agricoltura? Biometano Confronto con l impresa
26 L esempio del RUE di Ferrara 2c. Attrezzature aziendali e interaziendali per la prima lavorazione e conservazione dei prodotti agricoli, ortofrutticoli e zootecnici. Sono comprese le attività, gestite da aziende agricole o da loro associazioni, per la conservazione e trasformazione di prodotti agricoli principalmente locali e le relative strutture complementari, comprese le attività di produzione di energia da biomasse e biogas, nonché le abitazioni per il personale di custodia fino a 160 mq di Su.
27 Aree agricole di cintura Aree agricole di rilievo paesaggistico Aree di valore naturale e ambientale 3.3 Aree agricole del forese AVP NUOVE COSTRUZIONI Nelle aree agricole del forese le nuove costruzioni possono avere destinazione d uso attività produttiva agricola al servizio delle aziende e del territorio agricolo. L insediamento delle attività: 2.c. attrezzature aziendali e interaziendali per la prima lavorazione e conservazione dei prodotti agricoli, ortofrutticoli e zootecnici; è subordinata alla sottoscrizione, preliminare al rilascio del permesso di costruire, di accordo fra il proponente e il Comune per la realizzazione degli adeguamenti alle infrastrutture eventualmente necessari e degli interventi di mitigazione degli impatti ambientali previsti
28 2c. Attrezzature aziendali e interaziendali relativi alla produzione di energia da biomasse, esclusi gli impianti a cogenerazione o trigenerazione, o da biogas, in considerazione delle specifiche funzioni insediate sul territorio comunale ed in particolare di quelle insediabili ai sensi del precedente art. 105 negli edifici storici del territorio rurale, sono prescritte le seguenti distanze minime: - ml 100 da abitazioni non connesse all attività; - ml 300 da edifici storici di cui al precedente Capo IV non connessi all attività; - ml dal perimetro del territorio urbanizzato e urbanizzabile come individuato dal PSC vigente; - ml dal perimetro dell ambito di PSC 18APF1 Polo funzionale Ospedale di Cona ; tali distanze minime sono raddoppiate per gli allevamenti suinicoli; per gli allevamenti equini le distanze minime da edifici storici e dal perimetro del territorio urbanizzato e urbanizzabile sono ridotte rispettivamente a ml 100 ed a ml 300; per gli allevamenti esistenti a distanze inferiori a quelle sopra riportate sono ammessi interventi di adeguamento e ampliamento che non riducano le distanze medesime, purché sia assicurato un miglioramento della sostenibilità ambientale ed, in particolare, una riduzione delle emissioni di odori.
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