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2 1.0 PREMESSE L Amministrazione Comunale di Legnano con il presente progetto intende procedere alal riqualificazione funzionale e al risanamento conservativo del cimitero principale della città. Il cimitero monumentale di Legnano è il più importante camposanto dell'omonima cittadina. Si trova lungo corso Magenta, nella periferia sud della città, ed è stato inaugurato nel Legnano è anche dotata di un cimitero parco, che è di più recente costruzione e si trova alle porte della città. La sua costruzione fu decisa negli anni sessanta perché il cimitero monumentale era divenuto insufficiente per le esigenze della comunità. Nella immagine seguente è rappresentato l ingresso principale. Oggetto dell intervento sono il rifacimento della pavimentazione dei viali e la realizzazione di una nuova rete per lo smaltimento delle acque meteoriche, nonché il restauro dei fabbricati storici adibiti a colombari con l eliminazione delle barriere architettoniche ancora presenti. 1

3 2.0 CENNI STORICI Le tracce più antiche di sepolture trovate a Legnano sono delle necropoli di epoca preistorica. I resti di un primo vero e proprio cimitero, inteso nel senso moderno del termine, sono però di epoca romana, e sono delle inumazioni rinvenute nella periferia ovest della città. Più precisamente, sono state trovate delle urne cinerarie e l'ustrium, cioè la fossa dove gli antichi romani cremavano i propri morti. Con la costruzione dei primi edifici cristiani sorse il problema di individuare aree ben precise per le sepolture, dato che si iniziò a seppellire i morti nei pressi dei templi; il luogo della sepoltura era stabilito in base alla classe sociale a cui apparteneva il defunto e più precisamente i nobili erano inumati all'interno del perimetro delle chiese, mentre defunti del popolo erano sepolti in fosse comuni al di fuori dei suddetti edifici religiosi. Nel medioevo i templi legnanesi che erano maggiormente interessati al fenomeno, erano la chiesa di San Martino, la chiesa di Sant'Ambrogio e soprattutto la chiesa di San Salvatore, cioè l'edificio religioso che si trovava dove ora sorge la basilica di San Magno ed a cui la comunità legnanese faceva riferimento prima della costruzione della Basilica appena citata. Quest'ultimo camposanto era ubicato nell'odierna piazza San Magno, e continuò ad essere adoperato anche dopo la costruzione della basilica. Dopo una disposizione dell'imperatore Giuseppe II emanata nel 1786 che vietava l'uso delle fosse comuni, la comunità legnanese fu obbligata a dotarsi di un nuovo cimitero fuori del centro abitato; questo camposanto aveva una superficie iniziale di m 2, successivamente aumentati a m 2, e si trovava nell'area ora occupata dalle scuole Bonvesin della Riva, vicino al santuario della Madonna delle Grazie. Tra il 1808 ed il 1898 accolse le spoglie di legnanesi; Le tombe presenti era di semplice fattura, ed erano generalmente formate da una lapide con l'iscrizione. Solo poche sepolture possedevano una sorta di edicola in cui era dipinto il volto del defunto. All'epoca della dismissione del vecchio cimitero, tre di questi ultimi sono stati tolti dalla posizione originaria ed ora sono esposti al Museo civico della città. Raffigurano i pittori legnanesi Antonio Maria Turri, Beniamino Turri e Mosè Turri. L'ubicazione del vecchio cimitero fu scelta in tale posizione perché la via era praticata solitamente dai legnanesi per recarsi alla chiesa menzionata. 2

4 A causa dell'incremento di popolazione di fine XIX secolo, l'amministrazione comunale di Legnano decise di costruire un nuovo cimitero, l'attuale monumentale, poiché quello vecchio non poteva più essere ingrandito per via delle strade e delle abitazioni che sorgevano intorno. L'odierno cimitero monumentale fu inaugurato il 24 luglio 1898 ed aveva una superficie iniziale di m 2. Furono previsti dei colombari che accolsero, tra l'altro, le spoglie dei legnanesi sepolti nel vecchio cimitero, mentre le salme inumate nelle tombe più ricche, cioè quelle provviste di edicole, vennero posizionate lungo i viali principali. Progettato dall'ing. Renato Cuttica, il nuovo cimitero monumentale fu provvisto di abitazione del custode, depositi e camera mortuaria. Nei pressi delle mura della recinzione vennero posizionate le cappelle delle famiglie legnanesi più abbienti, mentre al centro del camposanto venne edificata una cappella in arenaria di color grigio per i credenti. In fondo al vialone principale vennero invece seppelliti i caduti delle guerra. Il cimitero monumentale fu ampliato nel 1907 fino ad una superficie di m 2. Nell'occasione furono costruiti nuovi colombari, nuovi campi di sepoltura ed una nuova area adibita a fossa comune. Dopo la seconda guerra mondiale, data l'esplosione demografica che interessò Legnano, il camposanto fu insufficiente ad ospitare le nuove salme. Pertanto, nel 1976 il comune di Legnano decise di costruire un nuovo cimitero, nella periferia della città, nel quartiere di San Bernardino; questo nuovo camposanto, pensato e realizzato come un "cimitero parco", è stato inaugurato il 15 luglio 1979 ed accoglie ancora oggi le salme dei defunti legnanesi. Nel cimitero monumentale riposano, tra le altre, le spoglie di Mauro Venegoni, un esponente della resistenza legnanese vittima dei nazifascisti[10], di Gianfranco Ferré, uno dei più famosi stilisti italiani[11] di Felice Musazzi fondatore, regista ed attore della compagnia teatrale dialettale de I Legnanesi e di Franco Tosi, imprenditore fondatore dell'omonima azienda meccanica. 3

5 3.0 STATO ATTUALE Lo stato attuale del Cimitero Monumentale risente di tanti anni di scarsa conservazione e manutenzione e mostra segni di degrado che inevitabilmente il tempo ha impresso. Il documento del progetto preliminare relazione stato di consistenza che si riprende integralmente descrive in modo sintetico ma chiaro la situazione attuale della struttura, che ricordiamo avere anche delle peculiarità e delle valenze storiche e architettoniche di pregio. Per quanto concerne i fabbricati a uso colombari, dai sopralluoghi svolti si sono evidenziate tutta una serie di situazioni particolari e critiche che interessano gran parte degli elementi murari e di facciata. Sulle facciate esterne dei fabbricati si evidenziano dei segni di dilavamento, fenomeno causato dal movimento delle acque meteoriche sulle superfici; tali fenomeni hanno creato delle cromature differenti sulle facciate e alterato la superficie delle medesime, andando con il tempo a deteriorarla. Le pareti laterali di chiusura di ogni porticato e quelle del vano scala che porta al piano interrato presentano principalmente fenomeni di efflorescenze. Il fenomeno di degrado deriva principalmente dalla presenza di acqua nella struttura che, con il passare del tempo, non è stata in grado di evaporare, producendo processi chimici di cristallizzazione dei sali presenti nella muratura. I soffitti dei porticati presentano dei fenomeni di efflorescenza, fenomeno causato principalmente dalla presenza di acqua nella struttura. L ipotesi valutata è che l acqua meteorica, in modo particolare quando piove di stravento, si infiltri negli elementi decorativi della copertura o anche attraverso la copertura stessa. Con il tempo l acqua che non è in grado di evaporare o di essere smaltita rimane nella copertura e attraverso reazioni chimiche con i sali presenti nei materiali che compongono il solaio, inizia a cristallizzarsi. Le pavimentazioni dei porticati esterni sono realizzate con mattonelle in cls con trama quadrata bugnata, anche queste superfici presentano in alcuni punti dei fenomeni di efflorescenza causata principalmente dall acqua meteorica accumulata, che non ha trovato percorso idoneo per essere smaltita. Anche le scale di accesso al piano del fabbricato presentano dei punti in cui è necessario un ripristino, soprattutto i punti di giuntura e di connessione tra la zoccolatura in pietra e le 4

6 alzate/pedate della scala stessa. Queste connessioni sono da valutarsi come punti critici per possibili infiltrazioni. Le pareti del piano interrato dei fabbricati presentano differenti fenomeni di degrado. Rispetto a quelle del piano terra realizzate con blocchi in calcestruzzo a vista, con inerti di piccole dimensioni che fanno da trama decorativa, quelle a piano interrato sono realizzate in mattoni pieni, cosi come i pilastri portanti. Pertanto i fenomeni di degrado dovuti alla presenza di acqua nella struttura stessa si manifestano con fenomeni di distacco dell intonaco, distacco della tinteggiatura e in alcuni punti è evidente la trama della struttura stessa. I soffitti del piano interrato presentano degli stato di degrado simili a quelli delle pareti, con distacco dell intonaco e/o tinteggiatura. Altresì in alcune zone sono evidenti dei punti critici, in cui sono visibili i ferri di armatura del solaio. Le pavimentazioni presentano dei fenomeni di efflorescenze dovute all acqua penetrata nella struttura, che con il tempo non è riuscita ad evaporare o a essere smaltita nelle modalità corrette. Inoltre vi sono alcuni situazioni di criticità per quanto riguarda lo stato di conservazione di alcune limitate porzioni del manto di copertura, dei canali di gronda e di tutti gli elementi accessori in lattoneria che compongono la copertura. Per quanto riguarda l esterno, si confermano le osservazioni indicate nel progetto preliminare, per cui Il sistema di smaltimento è costituito da una serie di caditoie laterali lungo i vialetti pedonali e attualmente risulta inefficiente in quanto vi sono dei punti in cui l impianto non smaltisce l acqua in modo corretto, con problemi di accumulo di acqua localizzata in alcuni tratti pedonali. Tale situazione deriva sia dalla vetustà della rete, con diversi cedimenti e ammaloramenti presenti, sia dal fato che l esistente allacciamento fognario posto su via Magenta non modificabile - ha quote altimetriche insufficienti per garantire il corretto smaltimento delle acque piovane. La rete pedonale interna risulta fortemente compromessa, con diffuse situazioni di cedimenti e avvallamenti, derivanti dalla presenza di apparati radicali delle piante molto sviluppati nonché dei ripetuti interventi di ripristino conseguenti alle operazioni di inumazione. 5

7 4.0 LA NORMATIVA CIMITERIALE La normativa di riferimento che ha accompagnato la progettazione definitiva, fatto salvo e integrato in modo più dettagliato e specifico nelle varie relazioni tecniche allegate al presente progetto, sono: art. 824, comma 2, del codice civile: i Cimiteri sono assoggettati al regime del demanio pubblico. Essi pertanto sono inalienabili e non possono formare oggetto di diritti a favore di terzi se non nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi che li riguardano. Testo unico sulle leggi sanitarie approvato con R.D. 27/7/1934 D.P.R. 285/90 - Regolamento di polizia mortuaria Legge 30/3/2001 n. 130 Disposizioni in materia di cremazione e dispersione delle ceneri. L.R. Lombardia n. 22/ Norme in materia di attività e servizi necroscopici, funebri e cimiteriali, oggi confluita nella L.R. Lombardia 30 dicembre 2009 n. 33 Testo Unico delle leggi regionali in materia di sanità ; Reg. Reg. Lombardia 9 novembre 2004 n. 6 - Regolamento in materia di attività funebri e cimiteriali - modificato e integrato dal Reg. Reg. Lombardia 6 febbraio 2007 n.1. Si rammenta inoltre il necessario rispetto delle prescrizioni ed indicazione contenute nel Piano Cimiteriale delal città di Legnano 6

8 5.0 STATO di PROGETTO Gli interventi in argomento riguardano sia opere di riqualificazione funzionale a carattere impiantistico (adeguamento e conseguente ristrutturazione della rete di smaltimento acque meteoriche) e viabilistico (sostituzione e conseguente ristrutturazione della pavimentazione dei viali pedonali interni), sia opere di risanamento conservativo relative agli edifici sottoposti a tutela ex DLgs. 42/2004 adibiti a colombari. Gli interventi di restauro e risanamento dei colombari sono ampiamente trattati nella parte del progetto dedicata al restauro nella quale vengono anche definiti gli interventi da attuare. Dopo un analisi accorta di tipo visivo eseguita sulle superfici delle facciate, sono stati evidenziati aspetti di deterioramento, per fortuna non preoccupanti ma meritevoli di attenzione, che conducono ad alcune ipotesi sulle possibili cause di degrado. Le superfici sono interessate da fenomeni sia di tipo fisico, dovuto all'azione degli agenti atmosferici, sia di tipo chimico legati a fenomeni corrosivi delle armature e/o di aggressione acida dall esterno, che di tipo biologico quali patina, muffe e licheni oltre a un generale deposito superficiale diffuso riconducibile a materiale di varia natura quale guano, polvere e terriccio. Non di meno vanno segnalati anche interventi di natura antropica eseguiti in modo sbagliato e senza alcuna cura e rispetto del patrimonio esistente. I paramenti murari rivolti verso a nord, nord-est, sono quelli più soggetti ad attacco biologico, mentre l azione meccanica e fisica degli altri agenti colpisce in generale tutti gli elementi, comunque essi siano esposti. In generale su tutte le superfici esterne sono presenti depositi superficiali di polveri e smog con alterazione cromatica delle superfici, mentre, a carattere più concentrato, le patologie riscontrate sono fenomeni di disgregazione superficiale e piccole mancanze con distacco di parti più o meno consistenti, comunque contenuti in misura percentuale per i primi non superiore al % della superficie nella sua interezza, mentre del 2-3 % per i secondi. Il progetto prevede una serie di lavorazioni che una volta attuate potranno garantire uno nuovo stato di conservazione agli immobili. Tra le operazioni preliminari considerate propedeutiche ai successivi interventi sono state individuate le seguenti fasi: 7

9 - Rimozione di depositi superficiali incoerenti quali terriccio guano polvere etc..., a secco su superfici intonacate, con pennellesse e piccoli aspiratori, da valutare al mq sui mq effettivamente interessati dal fenomeno, inclusi gli oneri relativi alla protezione delle superfici circostanti. - Manutenzione ordinaria del manto di copertura, asportazione di depositoi e patina biologica, ispezione del colmo realizzato con coppi e revisione generale delle stuccature. - Sistemazione dei sistemi di allontanamento delle acque meteoriche con la realizzazione di scossalina (eventualmente anche in piombo per la raccolta delle acque meteoriche) in rame. Con le operazioni di eliminazione sono state considerate la rimozione degli intonaci particolarmente degradati e non più coesi al substrato, l eliminazione o l abbassamento di livello di stratificazioni di materiali vari applicati intenzionalmente e non idonei o non più funzionali quali stuccature cementizie e scialbi oltre alla rimozione di macchie particolare quali per esempio quelle provocate da ossidi di ferro. Con le operazioni di pulitura si sono individuati dal punto di vista della conservazione, la rimozione di quanto è dannoso per il materiale lapideo: sali solubili o insolubili, vegetazione infestante, operazioni che devono limitarsi, rispettando non solo policromie e patine naturali, ma anche lo strato più superficiale del materiale lapideo. Con le operazioni di consolidamento superficiale si sono voluti evidenziare quegli interventi tesi a rendere più solido e più stabile il materiale. Le operazioni sono varie e diversificate; si parla di operazioni di consolidamento superficiale riferendosi a intonaci, stuccature e sigillature mediante un prodotto opportuno che applicato sulla superficie esterna del materiale dia coerenza alla superficie, mentre di microstuccature di precisione con malta in caso di microfratture, microfessure scaglie e sfoglie. La protezione ha lo scopo di rallentare i processi principali del deterioramento; si tratta di ricoprire la superficie di un materiale, preventivamente pulita ed in precedenza eventualmente consolidata, con un sottile strato di un opportuna sostanza. 8

10 Per quanto riguarda lo stato di conservazione della pavimentazione dei viali e dei percorsi pedonali, il progetto prevede la rimozione dell attuale pavimentazione con relativo strato di allettamento e la successiva posa di nuova pavimentazione. Inoltre, il progetto prevede il rifacimento della rete delle acque meteoriche, valutando l ipotesi più sfavorevole cioè quella del rifacimento totale del tracciato. La nuova rete di smaltimento, come si evidenzia in dettaglio nell elaborato grafico, seguirà un nuovo tracciato posto in centro alla strada, al fine di ridurre le aree di scavo a sezione ristretta, gli attuali chiusini della rete principale verranno sostituiti da caditoie centrali, mentre per quanto riguarda le caditoie esistenti verranno in parte mantenute e in parte verranno ricoperte, il tutto evidenziato nell elaborato grafico allegato. Altresì verranno effettuate delle operazioni di pulizia di tutti i chiusini dei pluviali incassati nella muratura perimetrale che da verso l esterno, su via S.G. Battista e su via S. Michele del Carso. Con la sistemazione della rete verrà sistemata anche la pavimentazione dei vialetti pedonali, lo strato di asfalto verrà rimosso e verrà posato un nuovo strato di materiale tipo CAlcestre, opportunamente intasato con sabbia fine che ne conferisce maggior portanza e resistenza; al di sotto uno strato di tessuto-non-tessuto garantirà comunque un buono stato di conservazione del fondo. Per quanto riguarda il verde ed il patrimonio arboreo, Il progetto ritiene che lo scenario di riqualificazione ambientale e forestale del patrimonio arboreo esistente comporti le seguenti attività: l abbattimento di circa 120 piante e essenze arboree, malate e/o danneggiate Piantagione e messa a dimora di nuove essenze a parziale reintegro del patrimonio arboreo. L abbattimento della pianta malata dovrà avvenire preferibilmente durante i periodi asciutti e/o freddi, preferibilmente in estate o in inverno, evitando la diffusione della segatura derivata dal taglio mediante l uso degli aspiratori. Per quanto riguarda le nuove piantumazioni, il progetto prevede che vengano offerte delle nuove essenze che si integrano in maniera ottimale alle necessità tipiche dell ambiente cimiteriale. Infatti il progetto che nelle aree verdi interne al recinto cimiteriale vengano piantumate esclusivamente specie arboree a lenta crescita, non caduche, e con apparato radicale poco invasivo. 9

11 Nel dettaglio si prevede la piantagione dei seguenti esemplari : n 42 esemplari Cupressus Sempervirens Bolgheri n 10 esemplari fra Taxus Baccata Fastigia, Osmanthus Heterophylus, Nandina domestica Richmond Il progetto di riqualificazione del cimitero monumentale si propone dal punto di vista del superamento delle barriere architettoniche quello di superare tutte le limitazioni esistenti per le quali ad oggi risultano fruibili da persone disabili solo le tombe interrate poste lungo il perimetro dei vari campi e delle cappelle di famiglia, realizzate in area piana pavimentata, mentre i loculi e le cellette, disposti su più livelli rialzati e sotterranei, sono accessibili esclusivamente tramite scale attualmente non dotate di scivoli e/o apparecchi di sollevamento. Il progetto a tutti gli effetti si propone non solo di garantire il requisito della immediata ACCESSIBILITA di tutti gli spazi, ma anche quello di rendere più confortevole e semplice la fruizione dei medesimi spazi a tutti i fruitori, quali ad esempio le persone anziane e con difficoltà motorie comunque limitative di lunghe percorrenze. Sono barriere architettoniche non solo i gradini o i passaggi troppo angusti, ma anche i percorsi con pavimentazione sdrucciolevole, irregolare o sconnessa, le scale prive di corrimano, le rampe con forte pendenza o troppo lunghe, i luoghi d attesa privi di sistemi di seduta o di protezione dagli agenti atmosferici se all aperto, i terminali degli impianti posizionati troppo in alto o troppo in basso, la mancanza di indicazioni che favoriscano l orientamento o l individuazione delle fonti di pericolo, ecc. Nel dettaglio il progetto prevede una serie di interventi sistematici come di seguito elencati: 1) Completamento del servizio igienico posto all ingresso 2) Realizzazione di un secondo servizio per disabili nei bagni posizionati in corrispondenza del Colombario Corpo D; 3) Installazione di n 5 servo scala per accesso ai colombari A e F, nonche al piano rialzato del corpo D. 4) Installazione di n 2 impianti ascensori 5) Fornitura di n carrozzine elettriche. 10

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