Capitolo 5 - Le malattie professionali in Piemonte

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1 Capitolo 5 - Le malattie professionali in Piemonte La ricerca delle malattie legate al lavoro incontra usualmente alcuni ostacoli, legati alla difficoltà con cui viene riconosciuto il legame causa effetto tra malattia ed esposizioni lavorative nelle patologie ad esposizione multifattoriale, oppure alla palese diffidenza del mondo clinico ad eseguire la notifica di malattia professionale anche nei casi in cui tale legame è stato sospettato o riconosciuto. Per tali ragioni il sistema Inail è affetto da gravi problemi di completezza, sebbene sia l'unico diffuso su tutto il territorio nazionale. L'analisi degli indici di frequenza delle segnalazioni giunte all'inail può comunque essere indicativa dell'attenzione presente sull'argomento. Sono disponibili dati sulle denunce pervenute, per inoltrare le quali è sufficiente una diagnosi presunta di attribuibilità professionale, e sul sottoinsieme di patologie riconosciute dall ente assicuratore. Queste ultime rispondono a criteri di definizione di caso molto specifici ed approfonditi, ma sono senz altro poco sensibili rispetto alla reale quantità di patologie esistenti sul territorio; i criteri adottati inoltre, rispondenti a fini assicurativi, non sempre coincidono con definizioni diagnostiche più appropriate ai fini di descrizione statistica del fenomeno. Risulta pertanto interessante valutare l andamento spazio-temporale di entrambi gli insiemi (denunce e riconoscimenti), così come riportato nelle figure 5.1 e 5.2 per gli anni e definiti fino al 31 dicembre 2000 (1). Figura 5.1. Andamento delle malattie professionali per centomila addetti denunciate nel per area geografica ANNO PIEMONTE NORD OVEST NORD EST ITALIA 51

2 Figura 5.2. Andamento delle malattie professionali per centomila addetti indennizzate nel per area geografica ANNO PIEMONTE NORD OVEST NORD EST ITALIA La frequenza di malattie professionali denunciate diminuisce nel tempo; i tassi del Piemonte sono sistematicamente superiori rispetto a quelli italiani ad eccezione dell ultimo anno dove, a causa di un decremento più veloce, si registra un tasso di 153 malattie professionali denunciate ogni addetti verso un tasso in Italia di 162 per addetti. Il tasso in Piemonte resta costantemente superiore rispetto a quello delle regioni del Nord Ovest sebbene la differenza diminuisca nel Tali andamenti riflettono la tendenza alla notifica da parte del mondo clinico piemontese, che sarebbe superiore rispetto al resto del territorio nazionale; la tendenza alla diminuzione registrata nell ultimo anno dovrebbe essere analizzata in profondità per poter essere meglio interpretata: siamo in presenza di una reale diminuzione delle patologie professionali oppure ad un livellamento delle notifiche rispetto alla media presente nel nostro paese? La quota di patologie indennizzate (ossia riconosciute come causate dall'esposizione lavorativa dall'ente assicurativo) è molto inferiore rispetto ai casi denunciati. I tassi del Piemonte in questo caso sono minori rispetto a quelli italiani con un andamento che pare divergente. Occorre infatti leggere con cautela i dati riferiti al 2000: a causa del tempo necessario per la conclusione della pratica amministrativa sono da considerarsi ancora incompleti. L'andamento complessivo è comunque in diminuzione in tutte le ripartizioni territoriali; i tassi del Nord Est sono decisamente superiori sia a quelli piemontesi sia a quelli italiani. E interessante interpretare tali differenze anche in base al tipo di patologia professionale riconosciuta: per alcune malattie il riconoscimento infatti è più faticoso a causa della costellazione eziologica più complessa o perché le conoscenze sulla frazione attribuibile alla professione sono di acquisizione più recente. Nella figura 5.3 è presentata la distribuzione proporzionale per tipo di diagnosi delle malattie professionali accadute in Piemonte nel periodo (1), rispettivamente per le malattie riconosciute e per le malattie denunciate. La proporzione di denunce di patologie non tabellate 1 raggiunge il 52%, seguite dalle ipoacusie (32%), dalle pneumoconiosi (6%) e dalle dermopatie (5%): la distribuzione rispecchia probabilmente l aumento notevole dell incidenza di patologie dovute a sovraccarico biomeccanico (inserite nel gruppo di malattie non tabellate) avvenuto negli ultimi anni (2), con una diminuzione relativa percentuale delle ipoacusie. Se si considera però la distribuzione delle patologie riconosciute, il primo posto spetta ancora alle ipoacusie (28%), seguite dalle pneumoconiosi (16%) e dalle dermopatie (16%), mentre le patologie non tabellate sono al quarto posto (14%) insieme ai tumori pleurici e naso-sinusali. Tale distribuzione non coincide con quella italiana, dove le patologie non tabellate sono il 18%, al secondo posto tra le 1 In questo gruppo sono considerate tutte le patologie non esplicitamente previste nelle tabelle Inail per le quali l'onere della dimostrazione della correlazione con la lavorazione svolta spetta al lavoratore; sono comprese in questa voce tutti i tumori (tranne i mesoteliomi ed I tumori naso-sinusali dovuti ad esposizione a polvere di legno e a polvere di cuoio) e le patologie dovute a sovraccarico biomeccanico. 52

3 malattie riconosciute dall Inail. Questo, unitamente all osservazione dei tassi inferiori rispetto a quelli italiani, potrebbe indicare una certa inerzia nei sistemi piemontesi di notifica e di riconoscimento delle patologie professionali dovute a sovraccarico biomeccanico. Figura 5.3. Malattie professionali in Piemonte accadute nel periodo suddivise per tipo di diagnosi Indennizzate 14 % non tabellate (157) 16 % dermopatie (175) 16 % pneumoconiosi (175) 11 % tumori (122) 1 % vibrazioni (10) 2 % asma (20) 13 % altre (134) 28 % ipoacusia (310) Definite (denunciate) 52 % non tabellate (5.724) 5 % dermopatie (571) 32% ipoacusia (3.353) 4 % altre (395) 6 % pneumoconiosi (649) 2 % tumori (203) 0% vibrazioni (43) 1 % asma (83) A partire dal 1996, nell'ambito del programma PRiOR (Programma per la prevenzione dei rischi e danni da lavoro in Piemonte) sono stati impiantati in Regione due sistemi di ricerca attiva di malattie professionali che, sulla base di segnalazioni provenienti da centri clinici distribuiti su tutto il territorio regionale, individuano i casi attribuibili al lavoro e li segnalano a loro volta ai Servizi di Prevenzione. Sono attivi ad oggi un sistema di rilevazione delle allergopatie professionali (asma bronchiale e dermatiti allergiche da contatto) ed un sistema di rilevazione dei tumori naso-sinusali, cui occorre aggiungere il Registro dei Mesoteliomi Maligni del Piemonte attivo dal In tal modo il Piemonte si è dotato di sistemi informativi autonomi in grado di descrivere con maggiore accuratezza rispetto ai sistemi informativi Inail l'occorrenza di malattie professionali sul proprio territorio. Essi hanno dimostrato una resa paragonabile con analoghe esperienze condotte in altri paesi (3, 4). 53

4 Nei primi 5 anni di attività ( ) l'osservatorio sulle allergopatie ha registrato un'incidenza di asma bronchiale professionale di 18 casi per milione di lavoratori-anno; l'incidenza di dermatiti allergiche professionali è invece di 94 casi per milione di lavoratori-anno. Nelle tabelle 5.1 e 5.2 sono riportati i tassi di incidenza, specifici per occupazione, rispettivamente dei casi di asma e di dermatite allergica professionale. L'incidenza più elevata di patologie asmatiche si registra nell'industria della panificazione seguita dai parrucchieri e dal comparto sanità. L'incidenza più elevata di dermatiti si registra tra i parrucchieri, seguiti dalla sanità. I tassi elevati registrati nella sanità sono probabilmente legati all'esposizione a lattice (i casi attribuibili a tale allergene costituiscono quasi il 50% dei casi di asma; le orticarie da contatto, quasi completamente attribuibili a lattice, costituiscono il 12% dei casi di dermatite rilevati). Tabella 5.1. Casi di asma bronchiale professionale per tipologia di occupazione rilevati dal sistema di ricerca attiva PRiOR nel periodo Occupazione (classificazione ISTAT) n casi % n occupati (ISTAT 1996)# Incidenza annuale media (IC 95%) Industria dolciaria - panificazione 29 22,5% ( ) ( ) Acconciature - centri estetici 12 9,3% (67-241) (93.02) Sanita' (85.1) 52 40,3% ( ) Industria del legno ( ) 5 3,9% (9-141) Pelli e cuoio (19.3) 1 0,8% (0-197) Industria della gomma 3 2,3% (0-96) ( ) Servizi di pulizia ( ) 2 1,6% (0-37) Ind. Chimica (medicinali prod.) 1 0,8% (0-43) (24.42) Industria tessile ( ) 3 2,3% (0-29) Metalmeccanica ( ,2% (2-11) ) Apparecchiature elettriche ed 1 0,8% (0-16) ottiche ( ) Restante manifatturiero 3 2,3% (0-11) Alberghi e ristoranti (55.3) 1 0,8% (0-13) Commercio ( ) 4 3,1% (0-7) Costruzioni (45.43) 1 0,8% (0-6) Altro 3 2,3% Totale ,0% (15-21) # i dati riguardanti la sanità risalgono al censimento 1991 i tassi sono basati sul numero medio di casi verificatisi dal al per milione di lavoratori-anno in ogni categoria di occupazione considerata 54

5 Tabella 5.2. Casi di dermatite da contatto allergica professionale (DAC) per tipologia di occupazione rilevati dal sistema di ricerca attiva PRiOR nel periodo Occupazione (classificazione ISTAT) n casi % n di occupati (ISTAT 1996)# Incidenza annuale media (IC 95%) Acconciature (93.02) 94 18,4% ( ) Pelli e cuoio (19) 6 1,2% (80-719) Industria gomma ( ) 21 4,1% ( ) Sanita' (85.1) 66 12,9% ( ) Servizi di pulizie ( ) 20 3,9% (88-225) Fabbricazione prodotti chimici 10 2,0% (55-234) ( ) Metalmeccanica ( ,1% ( ) 35) Edilizia (45.4) 54 10,5% (75-129) Produzione di metalli (27) 8 1,6% (30-163) Industria elettrica elettronica ( ,1% (44-129) 32) Industrie alimentari ( ) 6 1,2% (15-132) Alberghi e ristoranti (55) 12 2,3% (24-86) Industria tessile ( ) 8 1,6% (11-62) Restante manifatturiero ( ,3% (15-41) ) Commercio (50-52) 24 4,7% (12-29) Industria del legno (20.3) 1 0,2% (0-44) Altro 15 2,9% Totale ,0% (65-77) # i dati riguardanti la sanità risalgono al censimento 1991 i tassi sono basati sul numero medio di casi verificatisi dal al per milione di lavoratori-anno in ogni categoria di occupazione considerata Nel periodo l'osservatorio sui tumori del naso ha raccolto ed intervistato 172 casi di tumore del naso o dei seni paranasali, pari ad un incidenza di 1 per centomila abitanti, così divisi per tipo istologico: 74 carcinomi, 60 adenocarcinomi, 38 papillomi invertiti, 13 altri tipi istologici. Sfruttando questa casistica è in corso uno studio caso-controllo che dovrebbe terminare nel corso del 2001 con l'obiettivo di investigare l'associazione tra la pregressa esposizione a determinati agenti in ambiente di lavoro e l'occorrenza di carcinomi naso-sinusali. I risultati di un'analisi preliminare appena conclusa, mostra un'elevata associazione tra adenocarcinomi e pregressa esposizione a polveri di legno e cuoio (OR per polvere di legno: 43; OR per polvere di cuoio: 47). Associazioni d'interesse sono state trovate su tutti i carcinomi anche per nebbie di vernice (OR: 6,35) e fumi di saldatura (OR: 3,92): tali risultati appaiono di particolare interesse tenendo conto che tali esposizioni sono tipiche dell'industria metalmeccanica, il più rappresentato settore industriale in Piemonte. Nella tabella 5.3 sono presentati i periodi lavorativi individuati per i casi di tumore naso sinusale rilevati dall'osservatorio PRiOR nel Nel caso degli adenocarcinomi, i periodi lavorativi prevalenti sono nel comparto legno, per un totale di 266 anni di esposizione; nel caso dei carcinomi squamosi si evidenzia una concentrazione di periodi lavorativi in agricoltura, con un totale di 169 anni di esposizione. Più incerti i risultati nel caso dei papillomi invertiti, tumori per i quali non vi è a tutt'oggi una precisa ipotesi di attribuibilità professionale ma che erano stati ritenuti degni di essere sorvegliati dal gruppo di progettazione PRiOR. 55

6 Tabella 5.3. Distribuzione per tipo istologico dei periodi lavorativi identificati per i casi di tumore naso-sinusale. Diagnosi Voce di tariffa Numero Durata media Cumulativo periodi periodi (in anni) periodi (in anni) Servizi 5 10,00 50,00 Lavorazioni agricole 3 11,00 33,00 Chimica, plastica, gomma 4 7,85 31,42 Costruzioni 2 5,21 10,41 ADENOCARCINOMA Legno 22 12,12 266,67 Metallurgia, meccanica 7 7,43 52,00 Mineraria, mineralurgia 2 7,00 14,00 CARCINOMA CARCINOMA SQUAMOSO PAPILLOMA INVERTITO Tessile 2 7,71 15,42 Servizi 3 14,67 44,00 Elettricità, gas, acqua 1 25,00 25,00 Metallurgia, meccanica 4 7,25 29,00 Tessile 3 14,67 44,00 Trasporti 2 9,00 18,00 Servizi 11 7,17 78,83 Lavorazioni agricole 17 9,96 169,31 Chimica, plastica, gomma 8 11,93 95,44 Costruzioni 8 7,29 58,31 Elettricità, gas, acqua 1 0,50 0,50 Legno 4 12,27 49,08 Metallurgia, meccanica 13 5,35 69,49 Tessile 5 7,80 39,00 Servizi 11 7,36 80,98 Lavorazioni agricole 3 23,75 71,26 Chimica, plastica, gomma 2 16,50 33,00 Costruzioni 10 2,49 24,92 Metallurgia, meccanica 7 5,00 34,99 Mineraria, mineralurgia 1 2,00 2,00 Tessile 1 0,41 0,41 Trasporti 1 5,00 5,00 Nel periodo il Registro dei Mesoteliomi Maligni del Piemonte (5), ha raccolto 591 casi con diagnosi istologica di mesotelioma pleurico e 76 casi con diagnosi di mesotelioma peritoneale; si tratta di 426 uomini e 241 donne. Nella tabella 5.4 sono riportati i tassi di incidenza, suddivisi per tipo di diagnosi e sesso, rispettivamente per il primo quinquennio ( ) e per l'ultimo triennio disponibile ( ). Si osserva un aumento di incidenza sia per il mesotelioma pleurico sia per quello peritoneale da attribuirsi verosimilmente a variazioni nelle procedure diagnostiche od all attenzione dei sanitari verso questa patologia. La rapidità nell incremento dei tassi è invece poco compatibile con una reale variazione dell incidenza della malattia, tenuto conto del lungo periodo di latenza che sempre intercorre tra esposizione ad amianto ed insorgenza della neoplasia. E interessante rilevare come variano i tassi nei due sessi tra le diverse province, con una maggior frequenza femminile (in rapporto alla frequenza tra gli uomini) in provincia di Alessandria, dove l esposizione ambientale è l unica spiegazione per la maggioranza dei casi (tabella 5.5). L analisi per ASL (dati non presentati) conferma le osservazioni già note di incrementi statisticamente significativi nel tasso di incidenza nei distretti di Casale Monferrato e Collegno (solo tra gli uomini). Tra i distretti con tasso di incidenza superiore alla media regionale, anche se non significativo, se ne segnalano alcuni che, dal momento che corrispondono a fonti di esposizione 56

7 nota ad amianto, dovranno essere sviluppare opportune iniziative di sorveglianza nei prossimi anni. In particolare sembrano di rilievo Settimo Torinese (industria chimica e della gomma), Chivasso (cemento amianto e siderurgia) e Valenza (orafi) tra gli uomini; Ciriè (industria tessile dell amianto) presenta un aumento dei tassi standardizzati in entrambi i sessi, mentre Alessandria (varie industrie con presenza di amianto) presenta una frequenza aumentata tra le donne. Tabella 5.4. Registro dei Mesoteliomi Maligni del Piemonte Anni Tasso di incidenza (per persone/anno, standardizzato sulla popolazione italiana, censimento 1981) di mesotelioma maligno, per sesso e tipo di diagnosi. Sono inclusi solo i casi con diagnosi istologica n. casi Tasso IC 95% n. casi Tasso IC 95% pleura maschi 211 1,35 1,16-1, femmine 135 0,86 0,71-1, , peritoneo maschi 28 0,18 0,11-0, , femmine 13 0,08 0,03-0, , Tabella 5.5. Registro dei Mesoteliomi Maligni del Piemonte Anni Tasso di incidenza (per persone/anno, standardizzato sulla popolazione italiana, censimento 1981) di mesotelioma maligno, per provincia. Sono inclusi solo i casi con diagnosi ISTOLOGICA Pleura Maschi Femmine PROVINCIA DI RESIDENZA N. CASI TASSO I.C. 95 N. CASI TASSO I.C. 95 % TORINO ( ) ( ) VERCELLI ( ) ( ) NOVARA ( ) ( ) CUNEO ( ) ( ) ASTI ( ) ( ) ALESSANDRIA ( ) ( ) PIEMONTE ( ) ( ) Peritoneo Maschi Femmine PROVINCIA DI RESIDENZA N. CASI TASSO I.C. 95 N. CASI TASSO I.C. 95 % TORINO ( ) ( ) VERCELLI ( ) ( ) NOVARA ( ) ( ) CUNEO ( ) ( ) ASTI ( ) ( ) ALESSANDRIA ( ) ( ) PIEMONTE ( ) ( ) 57

8 Esposizione professionale ad agenti nocivi Negli ultimi anni nella maggior parte delle industrie piemontesi, anche sulla spinta della legge 626, si è registrata una riduzione dell esposizione ai fattori di rischio tradizionali (fumi, polveri, metalli, silice, asbesto, rumore, solventi, etc.). Questo, unitamente allo spostamento di parte dell occupazione dai settori industriali a quelli dei servizi (fenomeno cominciato all inizio degli anni ottanta e, come mostrano i dati, tuttora presente), suggerisce uno scenario futuro caratterizzato da una corrispondente riduzione dell incidenza di malattie professionali classiche (broncopneumopatie croniche ostruttive, silicosi, sordità, asbestosi, etc.), come apparirebbe anche dai più recenti dati dell INAIL sull andamento delle denunce di malattia professionale. Una recente indagine di fonte sindacale (6), unica fonte informativa campionaria sulle condizioni di lavoro e di salute riferita dei lavoratori piemontesi di alcuni comparti produttivi (metalmeccanico, chimico, delle telecomunicazioni e della produzione e distribuzione di energia elettrica), evidenzia tuttavia che, nonostante i disturbi lamentati con maggior frequenza dagli intervistati riguardino principalmente il sistema muscolo-scheletrico (mal di schiena o dolori alle articolazioni) e la sfera psichica (ansia, insonnia, mal di testa), quelli dovuti a fattori di rischio tradizionali non sarebbero trascurabili, soprattutto per quanto riguarda i disturbi dell udito e i sintomi respiratori. E verosimile che questi siano dovuti ai più elevati livelli di esposizione a rumore e ad inquinanti aeriformi presenti in passato in questi stessi settori industriali; tuttavia è degno di nota che più di metà del campione riferisca di essere tuttora esposto a livelli di rumore giudicati eccessivi o di essere esposto a fumi, vapori o gas e che il 22% affermi di manipolare sostanze pericolose. L apparato muscolo-scheletrico risulta comunque di gran lunga il più colpito, con il 50% dei soggetti intervistati che dichiarano di avere una limitazione della funzione locomotoria, che in circa metà dei casi è stata provocata o aggravata dal lavoro. L esposizione a fattori di rischio per l apparato osteo-articolare appare piuttosto diffusa, visto che un terzo dei lavoratori riferisce di spostare o sollevare pesi rilevanti, quasi la metà di lavorare in posizioni scomode e il 44% di essere sottoposto ad un ritmo di lavoro eccessivo. Anche la proporzione dei disturbi psicologici è piuttosto rilevante (il 17% soffre di stati d ansia e il 12% di insonnia) e sembrerebbe riconducibile all esposizione a vari fattori di rischio stressanti, tra i quali i ritmi di lavoro eccessivi, la monotonia e la ripetitività del lavoro (rispettivamente 50% e 67% degli intervistati), la mancanza di autonomia decisionale dei lavoratori nello svolgimento della loro attività (52%). Si evidenzia inoltre una proporzione non trascurabile di soggetti sottoposti ad atti di violenza, soprattutto psicologica, da parte dei superiori (6%). Tra le patologie professionali una posizione particolare è occupata dai tumori che, insieme agli infortuni, sono la più rilevante causa di morte correlata al lavoro. Tra i casi di tumore, non è facile individuare quale sia la frazione attribuibile ad esposizioni professionali: è possibile una stima statistica, desumibile da studi epidemiologici che descrivono situazioni parziali, cioè relative a porzioni definite di territorio, analizzate in periodi altrettanto definiti della loro storia. E facilmente comprensibile che studi condotti in aree altamente industrializzate, durante periodi in cui i processi lavorativi erano scarsamente tenuti sotto controllo, hanno portato a stime sfavorevoli in confronto ad analoghi studi condotti in circostanze caratterizzate da esposizioni meno frequenti e di intensità più bassa. Per un Paese industrializzato come l Italia, l opinione di molti studiosi era che almeno il 2 4% di tutti i tumori fosse da attribuire alle esposizioni professionali (7, 8). Ciò significava alcune migliaia di casi all anno di cancro in più e quasi altrettanti decessi. In termini di numero di casi, secondo queste stime i tumori professionali letali sarebbero più numerosi degli infortuni mortali, anche se questi colpiscono in età assai più precoce e sono solo la punta dell iceberg degli eventi infortunistici. Sebbene, come accennato in precedenza, nel corso dell ultimo decennio si siano concretizzati miglioramenti dell ambiente di lavoro dal punto di vista della presenza di sostanze nocive anche cancerogene, tali miglioramenti non sono stati ad oggi documentati: non si sono infatti realizzati interventi pianificati e la cui efficacia sia stata valutata, con la parziale eccezione dell amianto. Per tale motivo si ritiene utile delineare un quadro della diffusione dell esposizione a cancerogeni in ambiente di lavoro in regione Piemonte. Sono infatti disponibili, attraverso il progetto CAREX (Carcinogen Exposure) dell'unione Europea, le stime di prevalenza dell esposizione a cancerogeni, per Paese e per branca di attività economica, nei quindici Paesi dell Unione Europea nella prima metà degli anni 90 (9). Combinando tali stime con la struttura 58

9 produttiva della Regione Piemonte che emerge dal censimento intermedio ISTAT 1996 dell industria, è possibile stimare la diffusione dell esposizione a cancerogeni nei settori produttivi del territorio regionale 2. Nelle tabelle 5.6 e 5.7 sono riportati i dati relativi all esposizione agli agenti selezionati, disaggregati rispettivamente per comparto e per ASL. I dati di sintesi, per comparto e per ASL, non rappresentano direttamente il numero di esposti, ma quello delle loro esposizioni, poiché lo stesso ambiente di lavoro non raramente comporta più di un esposizione. Anche tenendo conto di ciò, le stime possono sembrare alte. In generale, CAREX ha prodotto stime di esposti comprese tra il 20 ed il 25% della forza lavoro dei Paesi membri dell Unione Europea. Con la possibile eccezione della Finlandia, in nessun Paese membro sono attualmente disponibili sistemi di enumerazione degli esposti. Anche in Italia, a sei anni dall entrata in vigore del Decreto Legislativo 626/1994 non è stato possibile dare attuazione alla registrazione delle esposizioni. In ogni caso, si deve tenere conto che un sistema di registrazione basato su notifica tiene inevitabilmente conto soprattutto delle esposizione causate dall uso intenzionale di agenti dotati di proprietà cancerogene nel ciclo produttivo. Ma questo tipo di circostanze è stato in passato relativamente raro e lo sarà sempre di più. Infatti molte esposizioni a cancerogeni, forse la maggior parte, si sono realizzate anche in passato non in seguito al loro uso intenzionale, ma per la loro presenza come contaminanti di materie prime, come residui di processo, come sottoprodotti in corso di reazioni non desiderate né controllate (ad esempio di termodegradazione). In simili circostanze, l identificazione del rischio non può essere fatta mediante le etichette o le schede di sicurezza delle materie prime ed il rischio può di fatto essere ignorato anche quando in realtà è presente. CAREX rappresenta un primo tentativo di superare questi limiti e di tenere conto di tutte le circostanze che possono determinare la presenza di cancerogeni in determinati processi lavorativi. 2 Ai fini delle stime riportate nel presente capitolo, è stato preso in considerazione un sottoinsieme di agenti (tabella 2) valutati da CAREX. Si tratta degli agenti CAREX classificati in classe 1 IARC, ad eccezione di farmaci, virus, aflatossine e di alcuni agenti la cui presenza in ambiente di lavoro non è più attuale (4-aminodifenile, benzidina, betanaftilamina, BCME/CMME). Sono stati inoltre inclusi alcuni agenti selezionati tra quelli di classe 2 A: quelli cioè che sulla base della nostra esperienza potrebbero avere ancora una significativa presenza in ambiente di lavoro. Sono stati esclusi dall analisi il fumo passivo di tabacco, la radiazione solare e l amianto, pur presi in considerazione da CAREX. I primi due sono stati esclusi perché si tratta di esposizioni non controllabili sui luoghi di lavoro con tradizionali misure di igiene del lavoro; il terzo è stato escluso perché non sono più applicabili le stime CAREX, dopo l entrata in vigore del bando all uso dell amianto e delle restrizioni che richiedono un piano di lavoro e speciali procedure per la manipolazione dei prodotti che lo contengono. 59

10 Tabella 5.6: distribuzione per comparto del numero di addetti esposti a specifici agenti cancerogeni 3 in Regione Piemonte (continua) COMPARTI AGENTI IARC 4 ESPOSTI Estrazione di minerali metalliferi Silice cristallina Altre sostanze 117 Altra industria estrattiva Emissioni da motori diesel 2A 1307 Silice cristallina Altre sostanze 20 Composti del Cromo (VI) Emissioni da motori diesel 2A 451 Produzione di alimenti Radon e i suoi prodotti di decadimento Composti del nichel Altre sostanze 74 Emissioni da motori diesel 2A 357 Produzione di bevande Radon e i suoi prodotti di decadimento Altre sostanze 109 Cadmio e composti del cadmio Composti del Cromo (VI) Produzione di tessili Emissioni da motori diesel A 218 Formaldeide 2A Composti del nichel Tetracloroetilene 2A 931 Produzione di abbigliamento, tranne le calzature Composti del Cromo (VI) Emissioni da motori diesel 2A 174 Formaldeide 2A 259 Composti del nichel Tetracloroetilene 2A 994 Altre sostanze 38 Tetracloroetilene 2A 134 Produzione di calzature Tricloroetilene 2A 134 Altre sostanze 34 Arsenico e composti dell'arsenico Composti del Cromo (VI) Produzione di legno, di prodotti in legno e sughero, eccetto i mobili Emissioni da motori diesel 2A 633 Formaldeide 2A Polvere di legno Altre sostanze 76 3 Si sono considerati solo gli agenti che comportavano un numero di esposizioni maggiore o uguale a 100, nel caso di esposizioni inferiori a tale valore gli agenti sono stati raggruppati all interno della voce Altre sostanze. I comparti: Produzione di petrolio greggio e gas naturale, Raffinerie di petrolio, Manifattura di tabacchi, Trasporti su acqua, Trasporti aerei, Finanziaria, assicurazione immobiliare e affari ed infine Ricerca ed istituti scientifici non sono stati inclusi in quanto nessuno degli agenti presenti comportava un numero di esposizioni maggiore o uguale a La IARC International Agency for Research on Cancer adotta I seguenti criteri per la classificazione di cancerogenicità degli agenti chimici: classe 1: cancerogeno per l uomo, classe 2A: probabile cancerogeno per l uomo, classe 2B : possibile cancerogeno per l uomo; classe 3: non classificabile per la sua cancerogenicità per l uomo, classe 4: probabilmente non cancerogeno per l uomo. 60

11 Tabella 5.6: distribuzione per comparto del numero di addetti esposti a specifici agenti cancerogeni in Regione Piemonte (continua) COMPARTI AGENTI IARC ESPOSTI Produzione di mobili, eccetto metallici Produzione di carta e prodotti in carta Stampa, editoria e industrie correlate Produzione di prodotti chimici industriali Arsenico e composti dell'arsenico Composti del Cromo (VI) Formaldeide 2A Polvere di legno Altre sostanze 63 Nebbie di acidi forti contenenti acido solforico Composti del Cromo (VI) Polvere di legno Altre sostanze 97 Benzene Composti del Cromo (VI) Tetracloroetilene 2A 230 Altre sostanze 192 Nebbie di acidi forti contenenti acido solforico Composti del Cromo (VI) Emissioni da motori diesel 2A 126 Altre sostanze 217 Nebbie di acidi forti contenenti acido solforico Composti del Cromo (VI) Produzione di altri prodotti chimici Silice cristallina Vinil cloruro Altre sostanze 119 Produzione di derivati vari del petrolio e del carbone Non considerati Idrocarburi policicilici aromatici come 155 gruppo 5 Altre sostanze 36 Cadmio e composti del cadmio Composti del Cromo (VI) N-Nitrosodietilamina 2A 1574 Produzione di manufatti in gomma N-Nitrosodimetilamina 2A 1574 Composti del nichel Idrocarburi policicilici aromatici 1574 Altre sostanze 63 1,3-Butadiene 2A 157 Produzione di manufatti in plastica non altrimenti classificati Composti del Cromo (VI) Silice cristallina Altre sostanze La IARC classifica in classe 2 A il Benz [a] antracene, il Benzo [a] pirene, il Dibenz [a,h] antracene. 61

12 Tabella 5.6: distribuzione per comparto del numero di addetti esposti a specifici agenti cancerogeni in Regione Piemonte (continua) COMPARTI AGENTI IARC ESPOSTI Servizi per i trasporti Silice cristallina Altre sostanze Produzione di vetro e oggetti in vetro Silice cristallina Altre sostanze Produzione di altri prodotti minerali non metallici Cadmio e composti del cadmio Emissioni da motori diesel 2A 1734 Idrocarburi policicilici aromatici 310 Silice cristallina Altre sostanze 65 Industria di base del ferro e dell acciaio Nebbie di acidi forti contenenti acido solforico Arsenico e composti dell arsenico Composti del Cromo (VI) Emissioni da motori diesel 2A 415 Formaldeide 2A 476 Composti del nichel Idrocarburi policicilici aromatici 1251 Silice cristallina Altre sostanze Nebbie di acidi forti contenenti acido solforico Fonderie di metalli non ferrosi Emissioni da motori diesel 2A 175 Idrocarburi policicilici aromatici 107 Altre sostanze 74 Produzione di oggetti in metallo, tranne macchinari Produzione di macchinari, tranne quelli elettrici Nebbie di acidi forti contenenti acido solforico Berillio e composti del berillio Cadmio e composti del cadmio Composti del Cromo (VI) Emissioni da motori diesel 2A 1797 Formaldeide 2A 1431 Composti del nichel Idrocarburi policicilici aromatici 1572 Tetracloroetilene 2A 1545 Silice cristallina Tricloroetilene 2A 1510 Nebbie di acidi forti contenenti acido solforico Berillio e composti del berillio Cadmio e composti del cadmio Composti del Cromo (VI) Emissioni da motori diesel 2A 443 Formaldeide 2A 1344 Composti del nichel Idrocarburi policicilici aromatici

13 Tabella 5.6: distribuzione per comparto del numero di addetti esposti a specifici agenti cancerogeni in Regione Piemonte (continua) COMPARTI AGENTI IARC ESPOSTI Produzione di macchinari tranne quelli elettrici Tetracloroetilene 2A 941 Silice cristallina Tricloroetilene 2A 660 Nebbie di acidi forti contenenti acido solforico Arsenico e composti dell'arsenico Produzione di macchinari elettrici Berillio e composti del berillio 1 Cadmio e composti del cadmio Composti del Cromo (VI) Produzione di macchinari, tranne quelli elettrici Tetracloroetilene Silice cristallina Tricloroetilene 2 1 2A Silice cristallina Tricloroetilene 2A 660 Nebbie di acidi forti contenenti acido solforico Berillio e composti del berillio Cadmio e composti del cadmio Produzione di mezzi di trasporto Composti del Cromo (VI) Emissioni da motori diesel 2A 697 Composti del nichel Idrocarburi policicilici aromatici 1929 Tricloroetilene 2A 480 Cadmio e composti del cadmio Composti del Cromo (VI) Produzione di strumenti fotografici e ottici Radiazioni ionizzanti Silice cristallina Altre sostanze Cadmio e composti del cadmio Composti del Cromo (VI) Altre industrie manifatturiere Composti del nichel Silice cristallina Altre sostanze 68 2A 399 Emissioni da motori diesel Elettricità, gas e vapore Idrocarburi policicilici aromatici 730 Altre sostanze 189 Captazione e distribuzione Emissioni da motori diesel 2A 225 dell acqua Altre sostanze Cadmio e composti del cadmio Composti del Cromo (VI) Emissioni da motori diesel 2A Edilizia Radon e i suoi prodotti di decadimento Silice cristallina Polvere di legno

14 Tabella 5.6: distribuzione per comparto del numero di addetti esposti a specifici agenti cancerogeni in Regione Piemonte Edilizia Altre sostanze 65 Commercio all ingrosso, al dettaglio, alberghi, ristoranti, bar Benzene Emissioni da motori diesel 2A 803 Idrocarburi policicilici aromatici 289 Benzene Composti del Cromo (VI) Trasporti terrestri Emissioni da motori diesel 2A Idrocarburi policicilici aromatici 1108 Silice cristallina Emissioni da motori diesel 2A 1348 Servizi per i trasporti Idrocarburi policicilici aromatici 657 Altre sostanze 75 Servizi di smaltimento rifiuti e simili Emissioni da motori diesel 2A 826 Idrocarburi policicilici aromatici

15 Tabella 5.7: distribuzione per ASL del numero di addetti esposti a specifici agenti cancerogeni 1 ASL TOTALE Nebbie di acidi forti contenenti acido solforico Arsenico e composti 163 dell'arsenico ,3-butadiene Berillio e composti del berillio Benzene Cadmio e composti del cadmio Composti del Cromo 2970 (VI) Emissioni da motori diesel Ossido di etilene Formaldeide Radiazioni ionizzanti N-Nitrosodietilamina N- 227 Nitrosodimetilamina Composti del nichel Idrocarburi policiclici 2790 aromatici Tetracloroetilene Radon Silice Talco contenente fibre di asbesto Tricloroetilene Vinil cloruro Polvere di legno TOTALE

16 Bibliografia 1. Inail. Banca dati [database on line]. Marzo Available from URL: 2. Buckle P, Devereux J (a cura di) Work related neck and upper limb muscoskeletal disorders Europea Agency for Safety and Health at Work, Bena A, D'Errico A, Mirabelli D ed il gruppo di allergologia del programma PRiOR. Un sistema di rilevazione attiva dell'asma bronchiale professionale: i risultati di due anni di attività del programma PRiOR. Med Lav 1999; 90, 4: Mirabelli D, Bena A, D'Errico A, Costa G ed il gruppo di progettazione PRiOR. Sorveglianza epidemiologico della patologia professionale: un programma della Regione Piemonte (PRiOR). Epidemiologia e prevenzione 1998; 22: Magnani C. Registro Mesoteliomi. Comunicazione personale. 6. CGIL. Inchiesta sul rapporto tra salute e lavoro tra gli iscritti alla CGIL di Torino. Atti del seminario "Salute & Lavoro", Torino, 14 luglio Tomatis L How many cancers are attributable to occupational exposures? Arch Environ Health 1991; 46(1):5 8. Vineis P, Simonato L. Proportion of lung and bladder cancers in males resulting from occupation: a systematic approach. Arch Environ Health 1991 Jan-Feb;46(1): Mirabelli D. Stima del numero di lavoratori esposti a cancerogeni in Italia, nel contesto dello studio europeo CAREX. Epidemiologia e Prevenzione 1999; 23:

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