Impianto di recupero rifiuti non pericolosi esistente

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1 Transeco srl Sede: Via Ronchesana 56/E - Zevio (VR) Regione Veneto Provincia di Verona Comune di Zevio Impianto di recupero rifiuti non pericolosi esistente RELAZIONE TECNICA Committente Transeco srl Studio Tecnico Associato ingeco Dott. ing. Francesco Mazzoni FIRMATO DIGITALMENTE Data: Revisione: Gennaio Studio Tecnico Associtao ingeco p.tta Btg. Alpini Verona, 7/C Lugagnano di Sona (VR) Tel Fax info@ingecogroup.it

2 Descrizione generale dell impianto... 2 Premessa... 2 Potenzialità dell impianto di recupero... 4 Descrizione generale delle strutture... 8 Descrizione dell attività produttiva Aree di attività Stoccaggio rifiuti Selezione, Cernita e Commercializzazione di Rifiuti Recuperabili non Pericolosi e Ingombranti Macinazione e Commercializzazione di Plastiche Pressatura e Commercializzazione di Carta Descrizione dei processi produttivi e macchinari utilizzati Rifiuti sottoposti a selezione e trattamento di riduzione volumetrica Modalità di selezione Trattamento dei materiali plastici Rifiuti sottoposti al solo stoccaggio Zone e modalità di stoccaggio Triturazione rifiuti Gestione delle acque reflue e meteoriche Descrizione generale delle modalità di gestione delle acque reflue e meteoriche 15 Relazione tecnica 1

3 Premessa Descrizione generale dell impianto La ditta Transeco S.r.l. di via Ronchesana 56 è un impianto per il recupero di rifiuti speciali non pericolosi, con attività di messa in riserva, con attività di selezione, cernita, adeguamento volumetrico, finalizzate all ottenimento di frazioni omogenee, nonché con attività di smaltimento quali deposito preliminare, raggruppamento preliminare e ricondizionamento preliminare. La zona in cui si localizza l impianto si localizza a circa 2 Km a Sud dell abitato di Zevio. Essa compare sulla cartografia IGM alla scala 1: nella tavoletta Zevio III S.E.. e al Foglio n. 49 della Carta d Italia alla scala 1: Il sito è rappresentato anche nella Carta Tecnica Regionale 1: della Regione Veneto, Foglio Zevio e nel Foglio Zevio Sud in scala 1: Il lotto, stante le caratteristiche della zona confina con appezzamenti di terreno utilizzati, in gran parte a coltivazione di frutteti di proprietà privata ed è situato a fronte della strada provinciale Ronchesana. L intero sito è recintato e dotato apposito cancello di accesso carrabile. La zona circostante l impianto risulta scarsamente abitata ed eccettuate le abitazioni del custode limitrofe all impianto, le civili abitazioni più prossime risultano ad una distanza superiore ai 200 metri. Il nucleo residenziale abitato più vicino è ad una distanza di circa metri, mentre la zona artigianale-industriale di Via Villa Broggia è ad una distanza di circa 1 Km. L impianto risulta localizzato in una zona in cui il transito dei mezzi di trasporto non grava sulla circolazione di centri urbani congestionati. Tale zona infatti è situata in fregio al tracciato della strada provinciale Ronchesana, su cui grava gran parte del traffico della zona. La viabilità esistente consente una adeguata accessibilità all impianto, sia per il conferimento dei rifiuti, sia per l accesso al personale e a tutti i mezzi necessari nelle diverse fasi della vita dell impianto. Le principali arterie stradali presenti in zona sono le seguenti: L Autostrada Serenissima A4, che si sviluppa in direzione Est-Ovest, ad una distanza di circa 6,8 km dal confine Settentrionale dell impianto. I caselli di servizio più prossimi sono quelli di Verona Est, Verona Sud e Soave-San Bonifacio; La Tangenziale Sud, che scorre parallela all autostrada A4, alla quale si accede mediante l uscita di Zevio; La Superstrada 434, detta Transpolesana, che si sviluppa in senso circa Nord-Sud, a circa 6 km di distanza verso Ovest. Essa si collega alla Tangenziale Sud col raccordo di Verona Borgo Roma ; La Tangenziale Est, che si sviluppa in direzione Nord-Sud, a circa 6,6 km di distanza verso Nord; Una serie di strade provinciali e comunali completa quindi la maglia della rete viaria locale, che permette la comunicazione di tutti i centri abitati presente in zona. Relazione tecnica 2

4 Figura I.1 Ubicazione dell impianto Transeco in Via Ronchesana. Il sito in esame non rientra nelle aree, menzionate dal D.lgs. n. 36/03 e dalle normative già vigenti in materia, come non idonee all ubicazione delle tipologie progettuali analizzate e cioè: aree individuate ai sensi dell'articolo 17, comma 3, lettera m), della legge 18 maggio 1989, n. 183; aree individuate dagli articoli 2 e 3 del decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357; territori sottoposti a tutela ai sensi del decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490; aree naturali protette sottoposte a misure di salvaguardia ai sensi dell'articolo 6, comma 3, della legge 6 dicembre 1991, n. 394; aree collocate nelle zone di rispetto di cui all'articolo 21, comma 1, del decreto legislativo del 1 maggio 1999, n Inoltre gli impianti non sono situati su nessuna area normalmente considerata pericolosa (faglie, zone a rischio sismico, attività vulcanica, carsismo, idrotermalismo, pendii instabili, aree esondabili e/o alluvionabili). L area interessata pertanto rispetta le condizioni locali di accettabilità dell'impianto in relazione a distanza da centri abitati, zone di produzione di prodotti agricoli ed alimentari, fasce di rispetto e alle altre normative dette. Alla luce delle considerazioni precedenti, in base alla L.R. 4/2016, la domanda di rinnovo dell autorizzazione alla gestione dei rifiuti prevede che: sia effettuata la verifica di assoggettabilità alla VIA in quanto la potenzialità massima giornaliera è maggiore di 10 ton/giorno (punto z.b dell Allegato IV alla Parte II del D.Lgs. 152/2006) e l impianto, non avendo mai svolto tale procedura, è tenuto a farlo ai sensi della L.R. 4/2016 in occasione del primo rinnovo. La presente relazione tecnica ha lo scopo di supportare lo studio preliminare ambientale nella descrizione delle caratteristiche del progetto da valutare. Relazione tecnica 3

5 Contestualmente al rinnovo dell autorizzazione all esercizio n. 3077/12 del 13 luglio 2012, viene presentata anche una modifica non sostanziale relativa ai seguenti aspetti: a) utilizzo delle aree di Stoccaggio denominate stoccaggio C e stoccaggio D, adiacenti al capannone B. Si chiede l utilizzo di tali aree in quanto aree chiuse, strutturalmente idonee allo stoccaggio dei rifiuti e già utilizzate per tale scopo in via emergenziale. b) introduzione di un trituratore al fine di ottimizzare i trasporti dei rifiuti ingombranti, ad esempio, legno, pneumatici, ecc. I codici CER che si intende sottoporre a triturazione sono: Cer (bobine) Cer Cer Cer Cer Cer Cer Cer Cer Tali modifiche sono inquadrabili come modifiche non sostanziali in quanto, non comportano aumento delle quantità in stoccaggio autorizzate con Determina n. 3077/12 del 13 luglio 2012, non comportano aumento delle potenzialità massime giornaliere dell impianto autorizzate con Determina n. 3077/12 del 13 luglio Potenzialità dell impianto di recupero L impianto Transeco srl occupa un area di mq di cui coperta da capannoni e tettoie, il resto dell area risulta scoperta ma interamente impermeabilizzata. All interno di questo spazio si svolgono le operazioni di recupero secondo l allegato C del D.Lgs. n. 22/1997 e più precisamente (Determinazione n. 3077/12 del 13 luglio 2012): R3: riciclo/recupero delle sostanze organiche non utilizzate come solventi (comprese le operazioni di compostaggio e altre trasformazioni biologiche); R4: riciclo/recupero dei metalli o dei composti metallici; R5: riciclo/recupero di altre sostanze inorganiche; R12: scambio di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate da R1 a R11; R13: messa in riserva di rifiuti per sottoporli ad una delle operazioni indicate nei punti da R1 a R12 (escluso il deposito temporaneo, prima della raccolta, nel luogo in cui sono prodotti). Le operazioni di cui all allegato B dello stesso decreto indicate come: D13: Raggruppamento preliminare prima di una delle operazioni di cui ai punti da D1 a D12; D14: Ricondizionamento preliminare prima di una delle operazioni di cui ai punti da D1 a D13; D15: deposito preliminare prima di una delle operazioni di cui ai punti da D1 a D14 (escluso il deposito temporaneo, prima della raccolta, nel luogo in cui sono prodotti). Relazione tecnica 4

6 Le potenzialità massime giornaliere dell impianto sono così suddivise 20 ton/giorno per le operazioni di cui ai punti DI3 e D14 di cui all'allegato B alla parte quarta del D. Lgs 152/2006; 40 ton/giorno (comprensive delle 20 ton/giorno delle operazioni D13 e DI4) per le operazioni D15 di cui all'allegato B alla parte quarta del D. Lgs 152/2006; 60 ton/giorno per le operazioni indicate ai punti R3-R4-R5 di cui all'allegato C alla parte quarta del D. Lgs 152/2006; Le quantità massime di stoccaggio dell'impianto autorizzate sono così suddivise: 140 tonnellate per le operazioni indicate al punto D15 di cui all'allegato B alla parte quarta del D. Lgs 152/2006; 200 tonnellate per le operazioni indicate al punto R13 di cui all'c alla parte quarta del D. Lgs 152/2006; Nella tabella seguente si riepiloga l elenco codici autorizzato. Relazione tecnica 5

7 Tabella I.1 Tabella codici e attività. Relazione tecnica 6

8 Relazione tecnica 7

9 Descrizione generale delle strutture Le linee di trattamento dei rifiuti sono collocate all interno di due capannoni distinti e separati tra di loro, individuati come capannone A e capannone B. Altre aree di pertinenza dell'impianto sono: 1. Zona pesa ed accettazione; 2. Zona uffici; 3. Area di ricovero mezzi; 4. Capannone (A) di stoccaggio e lavorazione rifiuti, in cui si possono individuare: zona di ricezione e lavorazione rifiuti recuperabili con selezione e cernita; linea di riduzione volumetrica frazioni selezionate varie con pressa volumetrica alimentata da nastro trasportatore; aree di stoccaggio rifiuti imballati; area di stoccaggio rifiuti destinati alla sola messa in riserva. 5. Capannone (B) di stoccaggio e lavorazione rifiuti, in cui si possono individuare: zona di scarico rifiuti plastici e alimentazione linea di trattamento; linea di trattamento rifiuti plastici mediante apposita macchina per la frantumazione e granulazione di materiali plastici (densificatore con rotovaglio) alimentata da nastro trasportatore e con accessori vari; linea di trattamento rifiuti plastici con trituratore per granulazione materie plastiche. Relazione tecnica 8

10 6. Capannone (C) area stoccaggio con operazioni R12-R13; 7. Capannone (D) area stoccaggio con operazioni D13-D14-D15; 8. Capannone (T2) area stoccaggio con operazioni R12-R13; 9. Capannone (T1) area stoccaggio con operazioni D13-D14-D15; 10. area di stoccaggio materiali plastici triturati (in big-bags) ed altre frazioni recuperabili (in appositi container), nonché area di stoccaggio rifiuti in arrivo all impianto; 11. area esterna impermeabilizzata per lo stoccaggio di container chiusi contenenti materiali recuperabili; 12. area esterna impermeabilizzata per il transito e la manovra dei mezzi di trasporto; 13. zone lavaggio mezzi di trasporto; 14. depuratore chimico-fisico per il trattamento delle acque di lavaggio dei mezzi di trasporto e delle acque di prima pioggia. Nell area denominata capannone C verrà posizionato il trituratore. Si rimanda alla Planimetria generale dell impianto. Relazione tecnica 9

11 Aree di attività Descrizione dell attività produttiva La Transeco s.r.l. opera nelle seguenti aree di attività: a) raccolta, trasporto e smaltimento di rifiuti pericolosi e non pericolosi, solidi e liquidi. b) stoccaggio provvisorio di rifiuti speciali non pericolosi e recuperabili. c) selezione, cernita e commercializzazione di rifiuti recuperabili non pericolosi. d) macinazione e commercializzazione di plastiche e) cernita, selezione, pressatura e commercializzazione di carta f) intermediazione e commercio di rifiuti senza detenzione dei rifiuti stessi Le attività descritte nella presente relazione tecnica sono le attività descritte dalla lettera b) alla lettera e), svolte presso il sito di via Ronchesana 56. Il materiale in ingresso viene gestito in maniera diversa a seconda delle caratteristiche specifiche: i carichi omogenei di materiali recuperabili quali carta, plastica, vengono scaricati all interno degli stabili prestabiliti, o sotto tettoia e sottoposti ad operazioni di riduzione volumetrica o pressatura, compattazione, imballaggio e quindi avviati al recupero. I rifiuti recuperabili misti vengono anch essi scaricati nel capannone ed avviati alla fase di selezione e cernita per la differenziazione delle singole frazioni di materiali recuperabili e della parte residua destinata allo smaltimento. I rifiuti sottoposti a sola messa in riserva (vetro, metalli, materiali tessili, materiali assorbenti) che non vengono sottoposti a selezione, vengono stoccati all interno degli stabili o sotto tettoia in appositi spazi Stoccaggio rifiuti Viene effettuata attività di messa in riserva di rifiuti speciali non pericolosi, recuperabili e rifiuti ingombranti. Tali rifiuti sono stoccati in apposite aree autorizzate e inviate successivamente alla fase di selezione e recupero. Nella tabella seguente sono riportate le aree di stoccaggio. Nella tabella II.1 (elenco codici) sono riportati tutti i codici autorizzati con indicate le operazioni R/D e nella Tavola 1 Planimetria Generale sono indicate le aree di stoccaggio riferite alle operazioni R/D Selezione, Cernita e Commercializzazione di Rifiuti Recuperabili non Pericolosi e Ingombranti Viene effettuata attività di selezione e cernita di rifiuti speciali non pericolosi, recuperabili e rifiuti ingombranti. L attività di selezione è effettuata tramite nastri trasportatori, selezione manuale e meccanica. I materiali recuperati che rimangono rifiuti sono inviati ad altri impianti autorizzati al recupero; i materiali che diventano MPS (carta, plastica) vengono venduti come bene. Relazione tecnica 10

12 1.3 - Macinazione e Commercializzazione di Plastiche La plastica trattata in questa fase proviene da impianti esterni o dalla linea di selezione di Transeco. Tale rifiuto viene selezionato per tipologia e trasformata in MPS tramite macinazione, lavaggio e demetallizzazione. La separazione del materiale plastico avviene anche tramite utilizzo di separatore magnetico che separa i metalli e le leghe non ferrosi dal materiale inerte sfruttando la differenza di conducibilità elettrica e peso specifico dei materiali stessi. L MPS ottenuto viene raccolto in sacconi BIG BAGS e destinata alla vendita Pressatura e Commercializzazione di Carta La carta trattata in questa fase proviene da impianti esterni o dalla linea di selezione di Transeco. Tale rifiuto viene selezionato per tipologia e trasformata in MPS tramite pressatura e imballaggio. L MPS ottenuto viene stoccato in area autorizzata e destinata alla vendita Descrizione dei processi produttivi e macchinari utilizzati Rifiuti sottoposti a selezione e trattamento di riduzione volumetrica I carichi di rifiuti misti che devono essere sottoposti a selezione vengono scaricati all interno del capannone A in apposita area specifica. Essi subiscono una selezione manuale per poi essere sottoposti a pressatura ed imballaggio. Vengono sottoposte direttamente a riduzione volumetrica mediante pressatura anche i carichi omogenei delle tipologie di rifiuti normalmente sottoposte a pressatura (carta, legno, imballaggi vari). Le balle in uscita dalla pressa vengono immediatamente accumulate nella zona di stoccaggio in aree individuate per ciascuna tipologia di materiale, secondo le disposizioni evidenziate in planimetria. Successivamente le balle vengono inviate ai destinatari/recuperatori. I materiali estranei che risultano dalla cernita vengono temporaneamente depositati in un area vicina a quella di selezione e a fine giornata vengono pressati ed imballati per essere poi stoccati in apposita zona dedicata. Sia la selezione manuale che la riduzione volumetrica modificano in parte le caratteristiche stesse del rifiuto, poiché eliminando i corpi estranei e omogeneizzando il più possibile il materiale risultante, sia la carta che la plastica ed altri materiali recuperabili rispettano i parametri per poter essere considerati materia prima secondaria. La riduzione volumetrica poi, consente un migliore stoccaggio dei rifiuti/materie prime seconde e una più agevole movimentazione sia all interno del capannone che in fase di carico e scarico dei mezzi di trasporto. Modalità di selezione Lo stoccaggio del materiale da sottoporre a selezione avviene all interno del capannone A su pavimento in calcestruzzo armato. L attività di selezione e cernita avviene all interno dell impianto in maniera esclusivamente manuale a terra, con ausilio di attrezzature per la movimentazione ed il caricamento (carrelli elevatori, benna a polipo). In particolare il rifiuto in entrata da selezionare, costituito in prevalenza da imballaggi e simili verrà scaricato a terra in prossimità della pressa all interno del capannone. Relazione tecnica 11

13 Qui gli operatori addetti provvedono ad eseguire manualmente la cernita avendo cura di estrarre tutti quei materiali che non corrispondono alle tipologie recuperabili come materia prima secondaria. Successivamente alla selezione i materiali estranei vengono raggruppati in apposita zona per essere imballati a fine giornata e depositati nella zona di stoccaggio dedicata, all interno del capannone. La carta, legno ed altre materie recuperabili sono invece posizionate sul nastro trasportatore e pressati immediatamente, previa triturazione quando necessaria. Le varie frazioni di materiali recuperabili sono avviate prima allo stoccaggio nelle aree specifiche e poi a recupero presso terzi, mentre la frazione non recuperabile viene periodicamente avviata allo smaltimento. La pressa imballatrice utilizzata per la riduzione volumetrica è del tipo MACPRESSE (acquistata ed installata negli ultimi mesi del 2011 in sostituzione della precedente pressa tipo ZAGIB cav. 50) per riduzione volumetrica. Essa è costituita da una struttura in carpenteria pesante elettrosaldata ed è composta da: un nastro trasportatore inclinato con la parte iniziale a tramoggia, dotata di distruggi documenti, dove viene posto il rifiuto, con la funzione di trasportare il rifiuto verso l imballatrice; la camera di compattazione con carrello compattatore; l apparato legatore con passafilo e legatore. L impianto è completo di carter di protezione e dispositivi di sicurezza per gli organi in movimento. E completamente automatico e gestisce il flusso del materiale, la compattazione, la legatura e l espulsione. Il tutto è governato da un elaboratore elettronico che consente una taratura della macchina a seconda delle esigenze del materiale da compattare Trattamento dei materiali plastici Il materiale plastico in arrivo all impianto viene sottoposto a trattamento all interno del capannone B, il quale ospita la linea di trattamento che comporta, principalmente, la riduzione volumetrica e la granulazione dei materiali plastici che possono essere soggetti a tale trattamento (principalmente imballaggi e contenitori plastici e simili). La linea comprende un sistema di trattamento completo di taglio/riduzione ed estrusione, e granulatore, completata da una linea di lavaggio della Materia Secondaria prodotta. La linea di lavorazione è costituita da un sistema di trattamento, che consente la lavorazione di svariate tipologie di materiali plastici, tramite un insieme di macchinari che provvedono ad eseguire fasi di lavorazione successive sul materiale sino ad ottenere il prodotto finale costituito da granuli plastici che vengono insilati e successivamente scaricati in sacconi big-bag per essere poi destinati al riutilizzo in ciclo produttivo. La linea di lavorazione dei materiali plastici è costituita da: Nastro carico cesoia: il nastro è posizionato sotto il livello del pavimento in modo da consentire un caricamento facilitato. II nastro è provvisto di sponde laterali per il contenimento del materiale. II nastro si estende obliquamente fino all'altezza del piano di carico della cesoia; Cesoia P-100 per il taglio delle varie tipologia di plastiche; Nastro scarico cesoia Vibrovaglio N 2 Miscelatore MI 20000: la macchina ha lo scopo di omogeneizzare e di favorire il raffreddamento del materiale in esso contenuto. N 2 Silos carico sacconi + N 2 Pedane vibratrici Mulino: la linea di trattamento plastiche è costituita da un granulatore Folcieri TOP per alte produzioni. Idoneo al trattamento di polietilene a bassa, media e alta densità,. Polipropilene (PP) ed Relazione tecnica 12

14 inoltre CPP, PS, ABS, PET e altri. La macchina consente la macinazione di questi tipi di materiali sotto forma di blocchi, lastre, fusti, flaconame, film, ecc. con produzione costante ed affidabile di materiale granulato nella pezzatura richiesta. La fase di stoccaggio in silos della plastica triturata genera delle emissioni in atmosfera che sono captate ed inviate al camino E1 previa filtrazione con filtro a maniche Rifiuti sottoposti al solo stoccaggio Alcune tipologie di rifiuti non subiscono all interno dell impianto alcuna lavorazione in quanto già selezionati o non necessitanti di trattamenti di riduzione volumetrica. Essi verranno esclusivamente stoccati in aree definite in attesa di essere destinati a recupero presso altri siti. Lo stoccaggio di questi rifiuti sarà all interno dei capannoni o sotto la tettoia esterna o all interno di container. Zone e modalità di stoccaggio In linea generale le modalità di deposito prevedono lo stoccaggio dei rifiuti in arrivo nei capannoni di lavorazione oppure nell area sotto tettoia di nuova costruzione. Si possono individuare le seguenti zone di scarico dei rifiuti conferiti: area sotto tettoia di nuova costruzione. Rifiuti in arrivo all impianto successivamente sottoposti a lavorazione o a sola messa in riserva; area interna capannone A in prossimità della pressa/imballatrice. Rifiuti da sottoporre a selezione e successiva pressatura ed imballaggio; area interna capannone A. Rifiuti sottoposti a sola messa in riserva; aree interne al capannone B in prossimità delle macchine per il trattamento di frantumazione e granulazione. Stoccaggio dei materiali plastici selezionati ed in alimentazione alle macchine operatrici per il trattamento di frantumazione e granulazione materiali plastici; area interna al capannone B denominata stoccaggio C ; area interna al capannone B denominata stoccaggio D. I rifiuti derivanti dalle operazioni di cernita e che non vengono avviati a recupero, ma a smaltimento verranno depositati temporaneamente in prossimità dell area di selezione per poi essere, a fine giornata, eventualmente imballati e stoccati in area limitrofa all area di stoccaggio container dei rifiuti messi in riserva Triturazione rifiuti Su alcune tipologie di rifiuto, si intende effettuare una operazione di triturazione al fine di ottimizzare i trasporti dei rifiuti ingombranti, ad esempio, legno, pneumatici, ecc. I codici CER che si intende sottoporre a triturazione sono: Cer (bobine) Cer Cer Cer Cer Cer Cer Cer Relazione tecnica 13

15 Cer Il trituratore consiste in una robusta costruzione in acciaio nella quale vengono collocati il rullo frantumatore e gli altri organi di triturazione e movimento. L intera struttura è rivestita di materiali isolanti dal punto di vista acustico. La tramoggia di carico è costruita con speciale materiale antiurto per garantire l efficienza della lavorazione anche in caso di colpi accidentali da parte dei mezzi caricatori o da materiale di elevato peso. I dati tecnici del trituratore sono riportati nella scheda seguente, estratta dalla scheda tenica prodotta dal fornitore della macchina. Relazione tecnica 14

16 meteoriche Gestione delle acque reflue e Descrizione generale delle modalità di gestione delle acque reflue e meteoriche L attività di trattamento rifiuti svolta nel sito genera le seguenti acque reflue: acque di lavaggio dei mezzi. Le acque di lavaggio dei mezzi sono trattate in impianto di depurazione prima di essere scaricate. Non sono presenti scarichi di processo. Le acque meteoriche scolanti dall area interessata sono raccolte da canalette grigliate e sono convogliate mediante sistema di tubazioni in P.V.C. ad una vasca di raccolta in cemento armato dimensionato per avere una capacità sufficiente a garantire la raccolta dei primi 5 mm. di acqua meteorica. Il rilevamento dei primi 5 mm. di pioggia è assicurato da rilevatore di pioggia collegato con una valvola a farfalla automatica con otturatore posta sulla tubazione. La chiusura della valvola, una volta raccolta l acqua di prima pioggia, consentirà di deviare l'acqua cosiddetta di "seconda pioggia" allo scarico in corpo ricettore. Le acque di prima pioggia raccolte nella vasca a tenuta sono trasferite, mediante pompa sommersa all impianto di depurazione a servizio del lavaggio mezzi. Le acque di processo provenienti dall attività di lavaggio automezzi, effettuato su apposita area del piazzale, vengono convogliate alla depurazione, previa equalizzazione e sollevamento. Il principio di funzionamento prevede le seguenti principali fasi di trattamento: Le acque provenienti dai pluviali collegati alle coperture dei capannoni e tettoie sono convogliate con un sistema di calettamento alla dispersione su terreno mediante pozzi a dispersione. Relazione tecnica 15

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