SEMINARIO VAST INTERVENTO DR. CARLO FESTUCCI SEGRETARIO GENERALE A.I.A.D.

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1 SEMINARIO VAST INTERVENTO DR. CARLO FESTUCCI SEGRETARIO GENERALE A.I.A.D. Lo spazio, da sempre considerato un asset di rilevanza strategica, assumerà un ruolo sempre più preminente a livello mondiale ed europeo, anche alla luce dei mutamenti geo-politici in atto, si pensi in particolare al prepotente ingresso nello scenario economico, politico e militare di colossi come la Cina e l India. Tale prospettiva è riconducibile alla concreta e ormai consolidata consapevolezza del ruolo determinante dei sistemi spaziali per l operatività di una comunità moderna. Le applicazioni spaziali sono - e ancora più dovranno essere - utilizzate per contribuire a soddisfare esigenze ineludibili delle società moderne come la comunicazione, la sicurezza, la gestione delle risorse terrestri e delle catastrofi. 1

2 Nella prefazione al libro verde sulla politica spaziale europea viene citato, non a caso, l obiettivo fissato a Lisbona, cioè quello che mira a fare della Unione Europea la società basata sulla conoscenza più avanzata del mondo. Il settore spaziale, rappresentando il punto d incontro ideale tra ricerca, applicazioni avanzate e scienze applicate, non può che diventare una delle pietre angolari del perseguimento dell agenda stessa. D altra parte, il settore spaziale richiede una forza lavoro preparata ed altamente scolarizzata, fatto questo di primaria importanza essendo nello stesso tempo strategia e fine del progetto di Lisbona. Infatti se lo scopo è modernizzare il modello sociale europeo, investire nel fattore umano ed emarginare l emarginazione sociale, il settore spaziale può diventare il paradigma europeo di un nuovo modello di sviluppo basato essenzialmente sull investimento nel fattore umano. Già oggi, la preparazione e la scolarizzazione media delle donne e degli uomini impegnati nell industria spaziale è tra i livelli più alti che si possano trovare. 2

3 Il settore spaziale è un settore strategico nella competizione globale e ciò è dimostrato dal fatto che sia paesi leader, USA e RUSSIA, che paesi emergenti CINA, INDIA e BRASILE puntino allo sviluppo del settore spaziale per conquistare un posto di rilievo nello scacchiere geopolitico internazionale. Inoltre l industria spaziale mondiale ( che vale solo lo 0,2 % del P.I.L. mondiale circa, 70 miliardi di euro) crea un indotto con un valore pari a 6 volte quello dell industria stessa ed i settori che beneficiano di forti ricadute valgono ben il 22 % del P.I.L. mondiale, circa 8000 miliardi di euro. L'Europa ha bisogno di una politica spaziale ampliata, alimentata da finanziamenti pubblici, che permettano di sfruttare gli speciali vantaggi della tecnologie ed applicazioni spaziali a sostegno delle politiche e finalità dell'unione Europea: crescita economica più rapida, creazione di posti di lavoro, supporto tecnologico all'ampliamento dell'unione (eliminazione del digital divide), sviluppo sostenibile (bassi investimenti, non inquinanti, non energivori), migliore sicurezza e difesa (navigazione satellitare, controllo e osservazione del 3

4 territorio) prevenzione ambientale (monitoraggio continuo dei fenomeni ambientali). Per raggiungere questi ambiziosi obiettivi in accordo con le conclusioni della conferenza di Lisbona ed il "Libro Bianco" della Commissione Europea sulle attività spaziali, l'unione Europea deve prevedere un aumento della spesa complessiva a medio e lungo termine per sviluppare la tecnologia, le infrastrutture e le applicazioni spaziali e per sostenere la ricerca e sviluppo. La mancanza di tale intervento esporrebbe l'europa al declino sia della sua capacità di essere un soggetto spaziale autonomo (a tutto vantaggio della aggressiva politica spaziale degli USA conosciuta con il nome di "Space Dominance") che delle sue industrie spaziali di punta. I dati del divario di investimenti nel settore spaziale fra USA ed Europa sono impressionanti: USA EUROPA 0,5% del Pil (43 miliardi di Euro) 0,06% del Pil (6 miliardi di Euro pari ad 1/8 degli USA) 4

5 Ancora maggiore è il divario degli investimenti nel settore della Difesa Spaziale: USA EUROPA 14 Miliardi di Euro 0,7 Miliardi di Euro (pari ad 1/20 degli USA) Per ridurre questo gap finanziario, che si traduce anche in un gap tecnologico a causa dei bassi finanziamenti alla ricerca e sviluppo, è necessario che l'unione Europea predisponga un Piano Spaziale Europeo (2007/2013) con un tasso di crescita, aggressivo ed ambizioso, del 4,6% annuo rispetto agli investimenti pubblici nel 2004 (5,4 miliardi di Euro). Ciò è coerente con le esigenze individuate nel "Libro Verde" sulle attività spaziali e garantirebbe all'unione Europea: 1. lo sviluppo delle applicazioni nei campi della sicurezza e difesa che, dopo l'ampliamento a 25 Stati dell'unione, sono diventati di massima priorità. 2. l'accesso autonomo e rapido allo Spazio, requisito imprescindibile nelle applicazioni spaziali di interesse di Sicurezza e Difesa; 5

6 3. consolidamento e sviluppo nel Telerilevamento, Navigazione e Telecomunicazioni; 4. sviluppo dell'esplorazione spaziale, e delle scienze spaziali e maggiore utilizzo della I.S.S. (International Space Station); 5. maggiori investimenti in R&D che consentono di aggiornare le competenze/capacità dell'industria Europea nella sfida per il futuro. Lo spazio è un settore sensibile all evoluzione economico-politica globale (in modo particolare agli Stati Uniti, che resta il paese trainante) e generalmente caratterizzato da fenomeni di ciclicità, determinati dalla naturale evoluzione del segmento delle telecomunicazioni commerciali. A differenza di altri settori più maturi e consolidati in termini commerciali, lo spazio non ha ancora raggiunto, in generale, un livello di diffusione delle applicazioni tale da attrarre capitali privati in grado di consentirne il sostegno autonomo. L investimento pubblico, pertanto, resta l elemento trainante dello sviluppo delle attività. 6

7 Di conseguenza le tecnologie abilitanti ed il loro sviluppo sono direttamente connessi con le strategie paese attuate tramite le scelte degli enti istituzionali civili e militari, in una catena sequenziale invertita rispetto a quella tradizionale di altri settori industriali dove è la domanda privata a trainare lo sviluppo o il potenziamento delle tecnologie. La componente più dinamica, in termini di crescita per i prossimi anni, risulta essere quella legata agli investimenti istituzionali per la Difesa, mentre il trend dell investimento pubblico civile, anche se su basi complessivamente più rilevanti, è atteso con tassi di 37.0 crescita più contenuti, se non 30in alcuni casi stazionario. Il mercato manifatturiero dipende sostanzialmente dai fondi istituzionali ed è trainato principalmente dal budget USA (NASA, NOOA e DoD). In Europa gli investimenti dell Esa sono sostanzialmente stabili e l Unione Europea sta assumendo un ruolo crescente attraverso la definizione di una politica europea spaziale, il lancio di 7

8 significativi programmi multinazionali (Galileo, GMES) ed una particolare attenzione ad applicazioni connesse alla difesa ed alla sicurezza. Nonostante la spesa spaziale militare europea sia ancora programmata e gestita in ambito nazionale, si stanno delineando alcune importanti iniziative finalizzate al raggiungimento di un concreto coordinamento europeo della materia: da una parte la costituenda European Defence Agency, dall altra il sempre maggiore interesse di ESA (rif. Agenda 2007) che considera la Security e la Difesa una tematica prioritaria per i prossimi anni. Il mercato ha fortemente risentito della crisi degli anni che ha generato un overcapacity dell offerta di servizi di connettività. Lievi segnali di ripresa sono in atto anche e soprattutto in considerazione delle opportunità offerte dalla necessità di sostituzione dei satelliti di telecomunicazioni a fine vita operativa. La diffusione delle fibre ottiche e in sostanza la competitività delle soluzioni terrestri offerte ha fortemente ridimensionato le aspettative iniziali e ciò proprio mentre 8

9 gli investimenti industriali realizzati per il potenziamento delle capacità produttive stava entrando nella fase finale. Per l Europa la cui spesa istituzionale non è in grado di compensare una quota significativa delle capacità industriali, il problema è particolarmente critico. In Europa si è verificato un processo di razionalizzazione dell industria spaziale. Il modello seguito è quello di un forte consolidamento su larga scala delle aziende prime, supportate da un piccolo numero di grandi fornitori specializzati. Al livello successivo si trovano centinaia di subfornitori e integratori di sistema che sono a loro volta supportati da migliaia di compagnie specializzate e da ulteriori subfornitori. In Italia il sistema spaziale è composto da pochi gruppi industriali di grandi dimensioni e numerosissime piccole e medie imprese. Il settore spaziale industriale nazionale (manifatturiero e di servizi) è costituito da circa 180 imprese, prevalentemente piccole e medie, tra le quali dominano quattro grandi aziende, Alcatel Alenia Space, Telespazio e Galileo Avionica, che fanno parte del Gruppo Finmeccanica, unitamente ad Avio. 9

10 Nei passati decenni, l Italia ha investito nello Spazio in maniera non trascurabile e con risultati concreti e visibili a livello internazionale, sia nel campo scientifico sia applicativo e dei servizi. Per concretizzare quanto sopra, cito alcune delle tappe salienti. Lo sviluppo di tecnologie duali, in cui il nostro Paese è uno dei leader grazie alle tecnologie ed alle esperienze che si stanno maturando nell ambito del progetto Cosmo- Skymed, ha consentito di contribuire in maniera considerevole alla definizione di questa concezione innovativa dell approccio europeo al settore spaziale, in anticipo rispetto a quanto sta avvenendo all interno delle altre potenze spaziali europee. I progetti e le operazioni sviluppate attraverso tecnologie ed infrastrutture spaziali posso essere viste, da un punto di vista operativo, come un continuum che includono funzioni civili e militari e operazioni di difesa e sicurezza. 10

11 Nell ambito della propulsione spaziale l industria italiana ha contribuito ai successi dell Ariane 4 ed è parte attiva nel nuovo programma Ariane 5 e nei suoi futuri sviluppi. Per ampliare l'offerta a piccoli satelliti su orbita bassa è nato per iniziativa italiana, un punto cardine per le strategie dell ESA, il progetto Vega. Per le orbite più affollate ed interessanti, quelle basse (fino a km) l industria spaziale italiana ha da mettere a disposizione dell Europa sia il lanciatore VEGA (con le eventuali sue evoluzioni) che essendo propulso con propellente solido nei suoi tre stadi ha intrinsecamente la qualità di poter essere messo a stock e lanciato rapidamente quando serve, nonchè le tecnologie per missioni specifiche di osservazione, rilevamento di campi, telecomunicazioni, e di recupero Debis ed altro come ATV e USV. E necessario sottolineare tuttavia l imperativa esigenza che l Italia passi alla definizione non più di politiche spaziali di settore ma di una politica spaziale globale per il Paese in grado di contribuire alla crescita di un soggetto europeo forte ed indipendente. Il nostro Paese 11

12 non ha ancora consolidato l atteggiamento di guardare allo spazio con una visione integrata preoccupandosi di considerare il complessivo investimento nello spazio in tutte le sue sfaccettature, ruoli ed impatti e non più in ottica settoriale (la ricerca spaziale, lo spazio militare, la partecipazione ai programmi europei, etc.). E invece solo con una politica spaziale globale che l investimento spaziale può essere efficace ed ottimizzato mettendo lo spazio in grado di svolgere anche in Italia quella missione che esso sta per assumere in Europa e che può riassumersi in sicurezza, scienze ed industria. Con l occasione si ritiene opportuno ricordare, come sia molto importante una individuazione degli idonei livelli e sedi in cui devono essere definiti obiettivi e strategie. L Italia dovrà essere, in questo momento di transizione, propositiva e costruttiva nella formulazione di nuove iniziative e nelle future decisioni. Infatti, se non desse una compiuta strategia in proposito, partecipando ai conseguenti programmi realizzativi, correrebbe il grosso rischio di essere solo d ausilio all avanzamento tecnologico e industriale di altri Paesi ed in particolare di quelli con una consolidata linea strategica. 12

13 Vi sono almeno tre questioni fondamentali che devono essere considerate nella definizione di una politica spaziale nazionale. La prima riguarda senz altro i quesiti fondamentali che il Paese, attraverso le istituzioni che governano il settore, si deve porre: quale ruolo vuole avere l Italia nello scenario spaziale? Vuole essere azienda sistemistica, in grado di sviluppare propri programmi di utilità sociale e scientifica, o reputa più opportuno partecipare ai programmi internazionali, siano essi in ambito ESA o su base bi-o pluri-nazionale? E in questo secondo caso, vogliamo partecipare con sistemi, sotto-sistemi, servizi? Un secondo tema di riflessione riguarda le ricadute applicative che i servizi spaziali offrono (telecomunicazioni, osservazione della Terra), e le ricadute che le tecnologie spaziali hanno (o dovrebbero avere) su altri settori industriali meno propensi all innovazione tecnologica. Infine, si deve considerare il ruolo geo-politico e il valore economico che l essere una potenza spaziale comporta. 13

14 Non solo i prodotti spaziali possono contribuire ad un aumento dell esportazione del made in Italy di alta tecnologia, ma la partecipazione ai programmi internazionali con elementi ad alta tecnologia, siano essi sistemi o sotto-sistemi, permette di ampliare l area di influenza politica e culturale dell Italia. Allo stato attuale non sembra che vi siano risposte chiare su questi temi, o almeno, sembra di poter dire che un processo formale per definire una vera politica spaziale non è stato ancora strutturato. Risulta chiaro che una linea strategica elaborata a livello nazionale ma che desideri imporsi a livello internazionale anche con opportune azioni di politica estera a supporto, abbia bisogno di una gestione a livello di Presidenza del Consiglio. Le industrie hanno bisogno di indicazioni chiare su cosa e su dove orientarsi, di continuità d azione da parte degli organi preposti, perché in caso incontrano serie difficoltà per la realizzazione di risultati. Definire una strategia italiana in proposito potrebbe condurre a risultati molto interessanti e sicuramente una 14

15 politica industriale nazionale è fondamentale per meglio definire gli obiettivi che le industrie dovranno raggiungere nel medio e lungo termine, in vista del loro coinvolgimento nelle attività dei vari programmi. Le future sfide hanno bisogno di un piano strategico a lungo e medio termine, considerati i tempi previsti per la realizzazione di una missione spaziale, dai 5 ai 15 anni in media. Negli Stati Uniti la politica dello spazio è appannaggio della Presidenza. Se, come da più parti è stato ribadito ed affermato, il settore spaziale è considerato un asset strategico per il sistema Italia, è necessario che il "sistema" confermi nel concreto l'attribuzione allo spazio di un livello significativo di priorità e la volontà di realizzare in tale settore investimenti il cui ritorno va misurato utilizzando modelli differenti da quelli tradizionali, tipici dei settori non strategici. 15

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