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1 incontro di in-formazione i CONOSCERE e VALUTARE i RISCHI PSICOSOCIALI e da STRESS LAVORO-CORRELATO IGIENE SICUREZZA AMBIENTE CERTIFICAZIONI ANTINCENDIO MEDICINA del LAVORO PRIVACY Divisione Consulenza e servizi Divisione Antinfortunistica Antincendio

2 Panorama legislativo Accordo- quadro Europeo Art. 28 del D.Lgs. 81/08 8 ottobre 2004 Valutazione del rischio stress lavoro - correlato recepimento accordo europeo Accordo interconfederale 9 giugno 2008 Linee guida ISPESL 2009 Guida Operativa valutazione e Gestione del Rischio da Stress Lavoro-Correlato ULSS20 VERONA Valutazione del Rischio Stress Lavoro correlato Documento Interlocutorio Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione Aprile 2010 Regione Lombardia Indirizzi generali per la valutazione e gestione del rischio stress lavorativo Regione Lombardia Direzione Generale Sanità Decreto del 10 dicembre 2009 Linee indirizzo Commissione Consultiva permanente salute e sicurezza

3 Panorama legislativo: Art. 28 D.Lgs. 81/08 OGGETTO DELLA VALUTAZIONE DEI RISCHI 1.La valutazione dei rischi ( ) deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari, tra cui anche quelli collegati allo stress lavoro-correlato, secondo i contenuti dell'accordo europeo dell'8 ottobre 2004 ( ) 1-bis. La valutazione dello stress lavoro-correlato di cui al comma 1 è effettuata nel rispetto delle indicazioni di cui all art. 6, comma 8, lettera m- quater, e il relativo obbligo decorre dalla elaborazione delle predette indicazioni e comunque, anche in difetto di tale elaborazione, a far data dal 1 agosto dicembre 2010 (D.L. 31 maggio 2010, n. 78) La scelta dei criteri di redazione del documento è rimessa al datore di lavoro, che vi provvede con criteri di semplicità, brevità e comprensibilità, in modo da garantirne la completezza e l idoneità quale strumento operativo di pianificazione degli interventi aziendali e di prevenzione;

4 Panorama legislativo: Art. 29 D.Lgs. 81/08 1. Il datore di lavoro effettua la valutazione ed elabora il documento di cui all articolo articolo 17, comma 1, lettera a), in collaborazione con il responsabile del servizio di prevenzione e protezione e il medico competente, nei casi di cui all articolo Le attività di cui al comma 1 sono realizzate previa consultazione del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza. Art. 2 lettera 0) definizione «salute»: stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non consistente solo in un assenza di malattia o d infermità; Linee indirizzo Commissione Consultiva permanente salute e sicurezza. La data del , di decorrenza dell obbligo previsto dall art. 28 d.lgs 81/08, deve, g p g, essere intesa come data di avvio delle attività di valutazione ai sensi delle presenti indicazioni metodologiche.

5 Accordo Europeo 8 ottobre 2004 CHE COS È LO STRESS LAVORO CORRELATO? (Accordo siglato da CES - sindacato Europeo; UNICE- confindustria europea ; UEAPME - associazione europea artigianato e PMI; CEEP - associazione europea delle imprese partecipate dal pubblico e di interesse economico generale) Lo stress è uno stato di malessere "che si manifesta con sintomi fisici, psichici o sociali legati all incapacità delle persone di colmare uno scarto tra i loro bisogni e le loro aspettative e la loro attività lavorativa", ma "non è una malattia", anche se "una esposizione prolungata allo stress può diminuire l efficienza lavorativa e causare problemi di salute".

6 Accordo Europeo : introduzione Lo stress lavoro-correlatol è stato t individuato id a livelloll internazionale, i europeo e nazionale come oggetto di preoccupazione sia per i datori di lavoro che per i lavoratori. Potenzialmente lo stress può riguardare ogni luogo di lavoro ed ogni lavoratore, indipendentemente dalle dimensioni dell azienda, dal settore di attività o dalla tipologia del contratto o del rapporto di lavoro. Ciò non significa che tutti i luoghi di lavoro e tutti i lavoratori ne sono necessariamente interessati. Affrontare la questione dello stress lavoro-correlato può condurre ad una maggiore efficienza e ad un miglioramento della salute e sicurezza dei lavoratori, con conseguenti benefici economici e sociali per imprese, lavoratori e società nel suo complesso. Quando si affrontano i problemi dello stress lavoro-correlato è essenziale tener conto delle diverse caratteristiche dei lavoratori nel senso specificato dal secondo capoverso dell articolo 3, nello specifico che l individuo è assolutamente in grado di sostenere un esposizione di breve durata alla tensione, che può essere considerata positiva, ma ha maggiori difficoltà a sostenere un esposizione prolungata ad una pressione intensa. Inoltre, individui diversi possono reagire differentemente a situazioni simili e lo stesso individuo può reagire diversamente di fronte a situazioni simili in momenti diversi della propria vita.

7 Accordo Europeo : Finalità La finalità del presente accordo è quella di accrescere la consapevolezza e la comprensione dello stress lavoro-correlato da parte dei datori di lavoro, dei lavoratori e dei loro rappresentanti, e attirare la loro attenzione sui segnali che potrebbero denotare problemi di stress lavoro-correlato. L obiettivo del presente accordo è offrire ai datori di lavoro ed ai lavoratori un quadro di riferimento per individuare e prevenire o gestire problemi di stress lavoro-correlato. Non è invece quello di attribuire la responsabilità dello stress all individuo.

8 Accordo Europeo : descrizione stress Lo stress è una condizione che può essere accompagnata da disturbi o disfunzioni di natura fisica, psicologica o sociale ed è conseguenza del fatto che taluni individui non si sentono in grado di corrispondere alle richieste o alle aspettative riposte in loro. Lo stress non è una malattia ma una situazione di prolungata tensione può ridurre l efficienza sul lavoro e può determinare un cattivo stato di salute. Lo stress che ha origine fuori dall ambito ambito di lavoro può condurre a cambiamenti nel comportamento e ad una ridotta efficienza sul lavoro. Non tutte le manifestazioni di stress sul lavoro possono essere considerate come stress lavoro-correlato. Lo stress lavoro-correlatol può essere causato da fattori diversii come il contenuto t del lavoro, l eventuale inadeguatezza nella gestione dell organizzazione del lavoro e dell ambiente di lavoro, carenze nella comunicazione, etc. L individuazione di un eventuale problema di stress lavoro-correlato può implicare un analisi su fattori quali l eventuale inadeguatezza nella gestione dell organizzazione e dei processi di lavoro (disciplina dell orario di lavoro, grado di autonomia, corrispondenza tra le competenze dei lavoratori ed i requisiti professionali richiesti, carichi di lavoro, etc.), condizioni di lavoro e ambientali (esposizione a comportamenti illeciti, rumore, calore, sostanze pericolose, etc.), comunicazione (incertezza in ordine alle prestazioni richieste, alle prospettive p di impiego o ai possibili cambiamenti, etc.) e fattori soggettivi (tensioni emotive e sociali, sensazione di non poter far fronte alla situazione, percezione di mancanza di attenzione nei propri confronti, etc.).

9 Dati europei sullo stress Lo stress è il secondo problema di salute legato all attività lavorativa riferito più frequentemente Dagli studi condotti emerge che una percentuale compresa tra il 50% e il 60% di tutte le giornate lavorative perse è dovuta allo stress. Nel 2002 il costo economico dello stress legato all attività lavorativa nell UE a 15 era di circa miliardi di euro lavoratori all anno accusano disturbi correlati allo stress 40 milioni di La causa principale è la pressione temporale (50% lavoratori) e il mancato controllo sul compito (30% lavoratori)

10 Lo stress: i dati del fenomeno Seconda malattia professionale più diffusa nella UE, che colpisce il 28% dei lavoratori ed a cui è imputabile quasi il 50% dell assenteismo assenteismo. Affligge quasi un lavoratore su tre in tutti i settori ed a tutti i livelli organizzativi: i le donne risultano essere la più colpite. Fra le cause comuni risultano la mancanza di sicurezza dell impiego e lo scarso controllo del proprio lavoro, nonché l eccessivo carico di lavoro. Il 35% dei lavoratori sostiene di non avere alcuna autorità sull ordine delle proprie mansioni ed il 55% afferma di non avere alcuna influenza sul tempo di lavoro.

11 Lo stress: i dati del fenomeno Il tema della qualità della vita lavorativa appartiene ad un campo che è più aneddotico che scientifico. Secondo alcuni dati statistici: Nel corso della vita passiamo circa ore al lavoro; Meno di ¼ degli amici sono anche colleghi. Il 50% delle persone non ha amici sul posto di lavoro. I conflitti nel luogo di lavoro sono frequenti, e spesso rappresentano una risorsa positiva. Quando il contrasto provoca stress ed infelicità costanti, la situazione può risultare patogena.

12 L organizzazione come causa di stress Dati statistici Tra i problemi legati all organizzazione ed alla programmazione del lavoro figurano: Il lavoro a ritmo veloce; L incertezza relativa al ruolo da svolgere; La mancanza di controllo del proprio lavoro; Lee eccessive e richieste; La cattiva gestione dei cambiamenti.

13 Dati statistici: la situazione europea I seguenti dati riguardano i lavoratori di tutti i settori di attività dell UE: Oltre 50% dei lavoratori lavorano a ritmo veloce o sotto la pressione di scadenze per almeno un quarto della giornata lavorativa; Un terzo dei lavoratori dice di avere poco controllo del proprio lavoro o di non averne affatto; Il 9% dei lavoratori segnala di essere stato t oggetto di intimidazioni id i i sul lavoro; Lo stress è al secondo posto tra i problemi di salute connessi con il lavoro e interessa il 28% dei lavoratori; Il 23% dei lavoratori dice di soffrire di stanchezza generale; Il 4% dei lavoratori dichiara di avere subito violenza fisica da parte di persone del pubblico.

14 Cos è lo stress? I rischi psicosociali possono incidere, sia sulla salute fisica che su quella psichica, in modo diretto ed indiretto, attraverso l esperienza di stress. Infatti gli effetti dei rischi psicosociali possono essere identificati comunemente nelle seguenti situazioni: Stress; Mobbing; Burn-out. Burn-out e mobbing hanno caratteristiche specifiche e peculiari, ma riconoscono come matrice comune la presenza dello stress.

15 Cos è lo stress?: definizione Insieme di reazioni fisiche ed emotive dannose che si manifesta quando le richieste poste dal lavoro non sono commisurate alle capacità, risorse p esigenze del lavoratore (NIOSH) Lo stress si può distinguere in: - Eustress (eu in latino greco = buono, bello) - Distress (di cattivo, morboso) È possibile suddividere lo stress in 3 fasi: - Allarme: comportamenti attivi di compenso, ricerca attiva di soluzioni all evento - Resistenza: organizzazione di tipo depressivo, ma ancora repressivo - Esaurimento: riduzione dell attività, organizzazione stabile di tipo depressivo

16 Il contesto ed il contenuto Nella maggior parte dei paesi industrializzati le continue trasformazioni economiche e lavorative hanno sollevato una nuova domanda di salute che non riguarda più esclusivamente la salute fisica del lavoratore, ma anche il suo benessere psicofisico i considerato strettamente tt t connesso con quello dell organizzazione. In generale i rischi psicosociali lavoro correlati riguardano alcuni aspetti della progettazione e della gestione del lavoro ed i suoi contesti sociali ed organizzativi chehannoinséunpotenzialetaledacausare danni psicosociali o fisici. In sostanza, le condizioni ritenute stressanti e, dunque, rischiose sono riconducibili al contesto ed al contenuto del lavoro stesso.

17 Rischio e contesto Condizioni di rischio legate al contesto: -Funzione e cultura organizzativa: mancanza di definizione di mansioni ed obiettivi, scarsa possibilità di sviluppo, carente sostegno nella risoluzione di problemi. -Ruolo nell ambito dell organizzazione: confusione legata al ruolo, conflitto di ruolo, responsabilità per altri individui. -Evoluzione della carriera: assenza di sviluppo di carriera, retrocessioni, insicurezza lavorativa. -AutonomiaA decisionale/controllo: scarsa partecipazioneione ai processi decisionali, mancanza di organi di controllo. -Rapporti interpersonali sul lavoro: mancanza di un adeguata gestione dei rapporti interpersonali. -Interfaccia casa-lavoro: mancanza di un adeguato sostegno famigliare e sociale.

18 Rischio e contenuto Condizioni di rischio legate al contenuto: -Ambiente di lavoro e attrezzature: scarsa illuminazione, cattiva ventilazione, carenza di attrezzature, scarso spazio fisico e condizioni igienico-sanitarie; -Pianificazione dei compiti: ripetitività, scarsa possibilità di apprendere; - Carico/ritmi di lavoro: carico eccessivo o insufficiente, condizioni di urgenza con al quale il lavoro deve essere consegnato; -Orario di lavoro: lavoro eccessivamente prolungato

19 Conseguenze: a livello aziendale -Incremento dell assenteismo; -Frequente rotazione del personale, -Problemi disciplinari -ComunicazioniC i i iaggressive, -Incidenti, errori, aumento delle spese di risarcimento e di quelle mediche, -Perdita del ruolo di prestigio e dell immagine aziendale, -Calo della produttività

20 Conseguenze: a livello individuale -Risposte comportamentali: tabagismo, alcolismo, dipendenza da farmaci, utilizzo di droghe, insoddisfazione, alterata percezione del pericolo, comportamento distruttivo; -Risposte emotive: ansia, tristezza, suscettibilità, turbe del sonno, preoccupazione per il proprio stato di salute, alienazione, affaticamento, problemi relazionali; li -Risposte cognitive: difficoltà di concentrazione, mancanza di memoria, scarsa propensione all apprendimento di nuove cose, ridotta capacità decisionale e di problem-solving; -Risposte fisiche: contratture muscolari, debolezza del sistema immunitario, disturbi gastro-intestinali e cardiaci, ipertensione.

21 Definizione di stress lavoro-correlato

22 La valutazione del rischio stress lavoro correlato Metodologia Safety

23 Metodologia di analisi Safety Safety ha studiato, sulla base delle indicazioni e linee guida europee e nazionali, una metodologia snella che consiste in una Fase I valutazione preliminare da applicare per tutte le aziende. Scopo di questa prima fase è di fornire una analisi preliminare per individuare, sulla scorta di linee guida nazionali e regionali, la presenza di fonti e indicatori oggettivi potenziali di stress. In questa prima fase sono utilizzate liste di controllo (check-list) da compilarsi a cura del datore di lavoro con eventuale supporto dei ns. tecnici Safety. Dalla analisi delle liste compilate (indicatori aziendali, di contesto e contenuto) sarà realizzata la valutazione preliminare oggettiva e saranno evidenziate le eventuali ulteriori misure di prevenzione e protezione o necessità di analisi approfondimento di II e III livello. Nella metodologia sono indicati altresì i passaggi per la gestione, come le fasi di coinvolgimento delle figure aziendali (RLS, RSPP, Medico, lavoratori). Metodologia nata sulla base delle indicazioni Coordinamento tecnico delle Regioni, Regione Lombardia, Regione Toscana, ASL del Veneto, ex Ispesl, SIMLII, commissione, etc.

24 Valutare il rischio stress lavoro correlato Valutare il rischio da stress lavoro correlato vuol dire attivare un processo conoscitivo e decisionale che prevede l individuazione di indicatori misurabili delle manifestazioni del fenomeno in esame Si devono valutare eventuali condizioni i i di lavoro che, per intensità, ità frequenza o qualità rendono insufficienti le risorse individuali e sociali per fronteggiare la situazione Linee guida ISPESL 2010 Guida Operativa valutazione e Gestione del Rischio da Stress Lavoro-Correlato ULSS20 VERONA Valutazione del Rischio Stress Lavoro correlato Documento Interlocutorio Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione Aprile 2010 Regione Lombardia Indirizzi generali per la valutazione e gestione del rischio stress lavorativo Regione Lombardia Direzione Generale Sanità Decreto del 10 dicembre 2009 Linee indirizzo Commissione Consultiva permanente salute e sicurezza

25 Metodologia di analisi Safety

26 valutazione preliminare: I livello Inserimento della valutazione dello stress nel generale processo di valutazione dei rischi La valutazione dello stress lavoro-correlato va condotta nell ambito della normale valutazione dei rischi e non con una separata politica I gruppi omogenei Per la valutazione del rischio da stress lavoro-correlato si devono prendere in esame non i singoli, ma gruppi omogenei di lavoratori, che risultino, cioè, esposti a rischi dello stesso tipo. Quanto più accurata sarà la selezione dei gruppi, tanto più agevole sarà la gestione del rischio stress e la possibilità di adottare misure mirate, efficaci e risolutive già nella prima fase, anticipando la soluzione del problema ed evitando, così, di passare alla seconda fase Gli esperti esterni ed i consulenti Nella stessa logica di semplicità, per l intera valutazione non si prevede il coinvolgimento obbligatorio di alcuna figura professionale esterna all impresa: una eventuale differente scelta è rimessa al datore di lavoro.

27 valutazione preliminare: I livello Fonti della valutazione Le informazioni sono reperite tramite osservazione diretta, esame della documentazione e organizzazione aziendale, esame dei dati presenti in letteratura scientifica circa l evidenza del rischio nelle diverse attività lavorative, colloquio con le diverse figure aziendali della prevenzione (datore di lavoro, RSPP, RLS, Medico Competente).

28 valutazione preliminare: I livello Finalità della valutazione stabilire se la probabilità della presenza di rischio può essere considerata trascurabile in base all irrilevanza dei rischi potenziali intesi come probabilità della presenza di condizioni di lavoro stressanti e all assenza di effetti dello stress lavoro-correlato sullo stato di salute dei lavoratori.

29 valutazione preliminare: I livello Elementi da valutare dimensioni aziendali presenza di mansioni ad altro rischio stress lavoro-correlato note in letteratura presenza di casi accertati di disagio indicatori generali aziendali (come da linee guida ISPESL) indicatori di contesto lavorativo (cultura organizzativa, ruolo nell organizzazione, sviluppo di carriera, autonomia decisione/controllo, etc.) indicatori di contenuto del lavoro (ambiente e attrezzature di lavoro, pianificazione dei compiti, carichi/ritmi di lavoro, orario di lavoro, etc.)

30 valutazione preliminare: I livello Criteri di valutazione e indicazioni preventive La valutazione preliminare è realizzata attraverso due distinte analisi: indicatori generali aziendali, riferiti all organizzazione nel complesso; indicatori di contesto e lavorativi, riferiti a singole mansioni. Se la presenza di rischi viene stimata trascurabile si potrà interrompere la valutazione salvo verificare che siano state adottate le misure generali di tutela in relazione ai potenziali fattori di rischio associati con le caratteristiche generali valutate. La valutazione verrà ripetuta qualora intervengano significativi cambiamenti organizzativi o qualora si presentino casi di disagio lavorativo. o Qualora, viceversa, ersa i fattori potenziali di stress vengano valutati come rilevanti si dovrà procedere al 2 livello di approfondimento del rischio come pure in presenza di casi di disagio causati da stress lavoro-correlato. La scelta degli indicatori da analizzare è stata indirizzata nel privilegiare dati oggettivi e, ove possibile, misurabili. Questa prima fase costituisce una sorta di filtro per l accesso al livello successivo di indagine.

31 valutazione preliminare: I livello Area Indicatori i indiretti di stress (Aziendali) Risultato RISCHIO IRRILEVANTE < o = 20 RISCHIO NON IRRILEVANTE > 20 Note Dall analisi degli indicatori aziendali non risultano essere presenti elementi rilevanti generali di rischio stress lavoro-correlato riferiti all organizzazione nel suo complesso. Verificare e mantenere le misure di prevenzione e protezione già attivate e prendere in considerazione misure per ridurre il livello di rischio. La valutazione andrà ripetuta a distanza di 2 anni. Dall analisi degli indicatori risultano essere presenti elementi rilevanti di rischio stress lavoro-correlato riferiti all organizzazione nel suo complesso. Attuare misure immediate di prevenzione e protezione dai rischi e di riduzione definitiva del livello di rischio. Procedere alla valutazione di approfondimento II livello per tutti i lavoratori suddivisi per gruppi omogenei.

32 valutazione preliminare: I livello Area Indicatori di stress di contesto lavorativo e di contenuto del lavoro (per mansione) Risultato Rischi potenziali trascurabili Note Dall analisi degli indicatori di contesto e di contenuto del lavoro non risultano essere presenti elementi rilevanti di rischio stress lavoro-correlato riferiti al gruppo omogeneo in esame. Attestare il risultato della valutazione che verrà ripetuta dopo significativi cambiamenti organizzativi o se si presentano casi di disagio lavorativo. Dall analisi degli indicatori di contesto e di contenuto del lavoro risultano essere presenti elementi di rischio stress lavoro- correlato riferiti al gruppo omogeneo in esame. Procedere al livello di valutazione di approfondimento II livello per lo specifico gruppo omogeneo. Rischi potenziali significativi (presenza di 2 criteri maggiori o 1 criterio maggiore + 2 criteri minori o 3 criteri minori)

33 valutazione indicatori oggettivi: II livello Fonti delle informazioni: esame della documentazione aziendale, intervista ad un responsabile aziendale e al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, colloquio con il medico competente aziendale. Finalità della valutazione: Individuare il livello di rischio stress lavorocorrelato (BASSO/MEDIO/ELEVATO)riferito a gruppi omogenei di lavoratori in base all importanza di alcuni elementi oggettivi indicativi di rischio. In questa fase devono già essere ipotizzate e pianificate azioni di miglioramento. In caso di rischio MEDIO/ALTO sarà necessario procedere al 3 livello di approfondimento.

34 valutazione indicatori oggettivi: II livello Elementi da valutare: Indicatori di contesto lavorativo Funzione e cultura organizzative (scarsa comunicazione, basso livelli di sostegno per la risoluzione di problemi e lo sviluppo personale, mancanza di definizione degli obiettivi organizzativi, etc.) Ruolo nell ambito dell organizzazione (ambiguità e conflitto di ruolo, responsabilità di altre persone, etc.) Evoluzione della carriera (incertezza/blocco della carriera/eccesso di promozioni, bassa retribuzione, insicurezza dell impiego impiego, scarso valore sociale attribuito al lavoro, etc.) Autonomia decisionale controllo del lavoro (partecipazione ridotta al processo decisionale, carenzaa di controllo sul lavoro, etc.) Rapporti interpersonali sul lavoro (isolamento fisico e sociale, rapporti limitati con i superiori, conflitto interpersonale, mancanza di supporto sociale) Interfaccia casa lavoro conciliazione vita/lavoro (richiesta contrastanti tra casa e lavoro, scarso appoggio in ambito domestico, problemi di doppia carriera)

35 valutazione indicatori oggettivi: II livello Elementi da valutare: Indicatori di contenuto del lavoro L analisi dovrà essere integrata con la valutazione dei seguenti indicatori oggettivi: ambiente di lavoro e attrezzature di lavoro (condizioni fisiche di lavoro, rischi lavorativi, dpi in dotazione, attrezzature utilizzate, etc.) pianificazione dei compiti (monotonia, tempi di lavorazione, incertezza, etc.) carichi/ritmi di lavoro (sovraccarico o sottocarico di lavoro, mancanza di controllo sul ritmo, alti livelli di pressione temporale, etc.) orario di lavoro (lavoro a turni, orario di lavoro rigidi, imprevedibili, eccessivamente lunghi o che alterano i ritmo sociali, etc.)

36 Criteri di valutazione e indicazioni preventive Criteri di valutazione e indicazioni preventive: a ciascuna misura preventiva presente viene assegnato un punteggio direttamente proporzionale p alla sua valenza preventiva (mera predisposizione p formale della misura, sua effettiva operatività, esistenza di verifiche del suo rispetto). L integrazione, in una matrice, dei punteggi attribuiti ai due elementi di valutazione presi in considerazione consentirà di individuare due aree di rischio: un area in cui gli elementi indicativi di rischio sono scarsi ed il rischio può, pertanto essere considerato basso tale da non richiedere ulteriori approfondimenti dell analisi ed un area in cui gli elementi indicativi di rischio sono significativii e indicano la necessità di proseguire l analisi al 3 livello di approfondimento.

37 Tabella dei livelli di rischio Risultato RISCHIO BASSO < 25% RISCHIO MEDIO > 25% o < 50% RISCHIO ALTO > 50% Note L analisi degli indicatori non evidenzia particolari condizioni organizzative che possono determinare la presenza di stress correlato al lavoro. Ripetere la valutazione/aggiornamento del DVR secondo quanto disposto dall art. 29 del D. Lgs. 81/2008 e s.m.i. o, comunque, entro un periodo di tempo non superiore a 4 anni. L analisi degli indicatori evidenzia condizioni organizzative che possono determinare la presenza di stress correlato al lavoro. Per ogni condizione di rischio identificata, si devono adottare le azioni di miglioramento mirate. Se questo non determinano un miglioramento entro un anno, sarà necessario procedere alla valutazione di III livello (coinvolgimento diretto dei lavoratori) per tutte le aziende nelle quali si siano manifestati casi di disagio lavorativo clinicamente accertati da centri diagnostici di riferimento. le aziende > 10 addetti. Ripetere la valutazione/aggiornamento del DVR secondo quanto disposto dall art. 29 del D. Lgs. 81/2008 e s.m.i. o, comunque, entro un periodo di tempo non superiore a 4 anni. L analisi degli indicatori evidenzia condizioni organizzative con sicura presenza di stress correlato al lavoro. E necessario procedere alla valutazione di approfondimento di III livello per: tutte le aziende nelle quali si siano manifestati casi di disagio lavorativo clinicamente accertati da centri diagnostici di riferimento. le aziende > 10 addetti. Come per il rischio medio, è necessario provvedere all efficacia delle azioni di miglioramento entro un anno. Ripetere la valutazione/aggiornamento del DVR secondo quanto disposto dall art. 29 del D. Lgs. 81/2008 e s.m.i. o, comunque, entro un periodo di tempo non superiore a 4 anni.

38 Misure di prevenzione e protezione Art. 6 Accordo Europeo 2004: -Prevenire, P i eliminare i o ridurre i problemi di stress lavoro-correlato La prevenzione, l eliminazione o la riduzione dei problemi di stress lavorocorrelato può comportare l adozione di varie misure. Queste misure possono essere collettive, individuali o di entrambi i tipi. Possono essere introdotte sottoforma di specifiche misure mirate a fattori di stress individuati o quale parte di una politica integrata sullo stress che includa misure sia preventive che di risposta. misure di gestione e comunicazione, chiarendo, ad esempio, gli obiettivi aziendali ed il ruolo di ciascun lavoratore ovvero assicurando un adeguato sostegno da parte della dirigenza ai singoli lavoratori ed ai gruppi o conciliando responsabilità e potere di controllo sul lavoro o, infine, migliorando la gestione dell organizzazione e dei processi di lavoro, le condizioni lavorative e l ambiente di lavoro; la formazione dei dirigenti e dei lavoratori per accrescere la loro consapevolezza e conoscenza dello stress, delle sue possibili cause e di come affrontarlo e/o adattarsi al cambiamento, l informazione e la consultazione dei lavoratori e/o dei loro rappresentanti, secondo la legislazione europea e nazionale, gli accordi collettivi e la prassi.

39 IGIENE SICUREZZA AMBIENTE CERTIFICAZIONI ANTINCENDIO MEDICINA del LAVORO PRIVACY Divisione Consulenza e servizi Divisione Antinfortunistica Antincendio

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