Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1000 e 1:2000

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1 Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1000 e 1:2000 Novembre 1999

2 CAPITOLO I ASPETTI GENERALI DELLA CARTOGRAFIA E DELLE MODALITÀ DI ESECUZIONE DEI LAVORI 1. Oggetto dei lavori 2. Modalità di esecuzione dei lavori. 3. Struttura della cartografia. 3.1 La realtà e la sua rappresentazione: oggetti e entità. 3.2 Entità di tipo testo. 3.3 Elementi ausiliari di interpretazione 3.4 Tridimensionalità della cartografia. 3.5 Compiutezza della geometria delle primitive geometriche. 4. Il repertorio delle entità e il sistema di codifica. 5. Precisione della cartografia. 6. Riprese aeree. 7. Formato e struttura dei file numerici. 8. Elaborati da consegnare. 8.1 Cartografia numerica standard 8.2 Cartografia numerica in formati speciali 8.3 Dati di inquadramento 8.4 Materiale fotografico 8.5 Elaborati grafici 9. Prodotti opzionali CAPITOLO II ASPETTI CARATTERIZZANTI E PRECISIONI METRICHE 1. Rappresentazione dell edificato. 1.1 Gli edifici. 1.2 Gli elementi altimetrici complementari 1.3 Gli edifici con superfici di esclusione. 1.4 Le unità volumetriche. 1.5 Unità volumetriche che si compenetrano. 1.6 Piani attici. 1.7 Volumi tecnici. 1.8 Cavedi. 1.9 Gli edifici minori. 2. La viabilità. 2.1 Strade urbane ed extraurbane. 2.2 Tronchi e nodi Tronchi Nodi. 3. Contenuto altimetrico della cartografia. 3.1 Elementi dell altimetria.

3 3.2 Punti quotati a terra. 3.3 Quote dei punti dei particolari planimetrici. 3.4 Elementi altimetrici complementari. 3.5 Curve di livello. 4. Caratteristiche delle primitive geometriche. 4.1 Massimo numero di punti per entità. 4.2 Geometria delle spezzate. 5. Congruenze geometriche planimetriche e altimetriche. 5.1 Origine delle incongruenze geometriche. 5.2 Congruenza geometrica planimetrica. 5.3 Compenetrazioni e dei distacchi. 5.4 Congruenza geometrica altimetrica. 6. Toponomastica e limiti amministrativi. 7. Precisione della carta. 7.1 Tolleranza. 7.2 Punti topografici, punti certi e punti generici. 7.3 Tolleranze planimetriche. 7.4 Tolleranze altimetriche. CAPITOLO III FORMATO DEI DATI. STRUTTURAZIONE DELLA CARTOGRAFIA NUMERICA IN FILE 1. Cartografia numerica ed elaborati grafici. 2. Elaborati numerici. 2.1 Generalità sul formato dei dati. 2.2 Polilinee e linee. 2.3 Cartografia 2D e 3D. 2.4 Cartografie numeriche da consegnare. 3. Strutturazione della cartografia in file corrispondenti ai fogli grafici. 4. Struttura dei dati numerici nel corso dei lavori. 5. Struttura dei dati numerici finali. CAPITOLO IV REPERTORIO DEI CONTENUTI 1. Struttura del repertorio delle entità 2. Entità previste per la cartografia alla scala nominale 1:1.000 e per quella 1: Cartografia alla scala 1: Cartografia alla scala 1: TRASPORTO SU ROTAIA ALTRO TRASPORTO

4 EDIFICATO IDROGRAFIA VEGETAZIONE LIMITI AMMINISTRATIVI OROGRAFIA PUNTI TOPOGRAFICI TOPONOMASTICA NUMERI CIVICI E PERTINENZE CAPITOLO V RIPRESE AEROFOTOGRAMMETRICHE. 1. Generalità. 2. Caratteristiche dei velivoli. 3. Caratteristiche delle camere da presa. 4. Caratteristiche del materiale fotografico. 5. Caratteristiche metriche delle riprese. 6. Epoca del volo. 7. Piano di volo. 8. Autorizzazioni civili e militari. 9. Elaborati da consegnare. 10. Tempi di consegna. CAPITOLO VI RETE DI INQUADRAMENTO DEL RILIEVO (per le cartografie alla scala 1:1.000 e 1:2.000) POLIGONALI E RILIEVO CELERIMETRICO (per la cartografia alla scala 1:1.000) 1. Inquadramento del rilievo. 2. Poligonali (solo per la cartografia alla scala 1:1.000). 2.1 Schema delle operazioni. 2.2 Rete delle poligonali. 2.3 Modalità di esecuzione e precisione delle misure. 2.4 Calcolo delle coordinate planimetriche dei vertici. 2.5 Numerazione delle poligonali e dei loro vertici. 2.6 Memorizzazione delle vertici delle poligonali nei file di appoggio alla restituzione. 2.7 Documenti da presentare per il collaudo in corso d'opera e finale. 3. Rilievo celerimetro dei punti topografici (solo per la cartografia alla scala 1:1000). 3.1 Scopo delle misure celerimetriche. 3.2 Vertici del perimetro degli isolati. 3.3 Dovranno essere rilevati tutti gli accessi che, interrompendo la continuità di elementi Metodologia di rilevamento dei Rif Tolleranze plano-altimetriche metriche dei Rif. 3.5 Organizzazione dei Rif in file di appoggio alla restituzione. Ricostruzione del perimetro degli isolati.

5 3.6 Inserimento dei Rif nella cartografia numerica anche come entità autoconsistenti. allegato VI/1 allegato VI/2 allegato VI/3 allegato VI/4 CAPITOLO VII Norme per la realizzazione delle reti di inquadramento altimetriche Norme per la realizzazione delle reti di inquadramento planimetriche con metodo tradizionale Norme per la realizzazione delle reti di inquadramento planimetriche con metodo GPS Norme per la determinazione dei punti di appoggio per la restituzione mediante Triangolazione Aerea. RESTITUZIONE FOTOGRAMMETRICA E RICOGNIZIONE 1. Caratteristiche della restituzione 1.1 Metodologia di restituzione. 1.2 Orientamento dei modelli. 1.3 Elementi da restituire. 1.4 Software di assistenza alla restituzione. 1.5 Elaborati della restituzione Elaborato grafico Elaborato numerico. 2. Ricognizione. 2.1 Per la cartografia alla scala 1: Per la cartografia alla scala 1:2.000 CAPITOLO VIII EDITING DELLA CARTOGRAFIA NUMERICA 1. Generalità sulla fase operativa. 2. Operazioni da eseguire. 3. Mantenimento della precisione metrica della cartografia. CAPITOLO IX COLLAUDO 1. Collaudo in corso d'opera. 2. Compiti del collaudatore. 3. Procedure di Collaudo. 4. Tempi di collaudo 5. Obblighi della Ditta appaltatrice. 6. Collaudo delle diverse fasi 6.1 Collaudo delle riprese aeree. 6.2 Collaudo dei punti di inquadramento e di appoggio Punti di inquadramento Triangolazione aerea. 6.3 Collaudo della restituzione. 6.4 Collaudo della ricognizione.

6 6.5 Collaudo degli archivi della cartografia numerica. 6.6 Collaudo degli elaborati grafici. 7. Esecuzione di verifiche mediante operazioni sul terreno. 8. Norme per la misurazione della superficie rilevata. 9. Relazione e verbale di collaudo finale

7 CAPITOLO I ASPETTI GENERALI DELLA CARTOGRAFIA E DELLE MODALITÀ DI ESECUZIONE DEI LAVORI 1. Oggetto dei lavori Oggetto dei lavori è la realizzazione della cartografia tecnica numerica del territorio del Comune di Il presente Capitolato contiene le norme tecniche per l esecuzione di cartografia numerica alla scala nominale 1:1.000 e alla scala nominale 1: Nel seguito verrà omesso l aggettivo nominale. Nel caso in cui la cartografia numerica riguardi un territorio del quale deve essere realizzata la cartografia numerica in parte alla scala 1:1.000 e in parte alla scala 1:2.000, con la dizione zona da cartografare si intende sia la parte da rilevare alla scala 1:1.000 che la parte da rilevare alla scala 1:2.000; oppure la sola parte da rilevare all una o all altra scala nel caso che i lavori riguardino il rilievo ad un unica scala nominale. In linea di massima ogni norma tecnica di questo Capitolato riguarda sia la cartografia alla scala 1: che la cartografia alla scala 1: Quando una norma tecnica riguarda solo la cartografia alla scala 1:1.000 o solo la cartografia alla scala 1:2.000, verrà indicato per quale delle due cartografie vale tale norma. Nel caso in cui la norma riguardi entrambe le cartografie verrà omessa tale indicazione. All atto dell aggiudicazione dei lavori la Committenza fornirà alla ditta aggiudicataria la perimetrazione della zona da rilevare, sulla cartografia regionale alla scala 1: Sarà compito della ditta aggiudicataria trasporre tale perimetrazione in forma numerica, nello stesso formato DXF di consegna della cartografia. In funzione del perimetro in forma numerica, verrà calcolata, a cura della ditta aggiudicataria, l area della superficie oggetto dei Lavori. La perimetrazione in forma numerica e la relativa area in essa racchiusa, dovranno essere esplicitamente approvate dalla Direzione lavori, all atto della consegna dei Lavori medesimi. Della perimetrazione di cui sopra, dovrà essere fornito dalla ditta aggiudicataria alla Committenza anche un plottaggio su materiale trasparente alla scala 1: All atto della assegnazione dei Lavori la Committenza nominerà il Direttore dei Lavori e il Collaudatore in corso d opera. Per tutto ciò che non risultasse specificato dal presente Capitolato, o per le eventuali integrazioni e modifiche che ad esso intendesse apportare la Committenza, il Direttore dei Lavori redigerà una nota illustrativa che sottoporrà all attenzione del Collaudatore per una verifica di congruenza con quanto richiesto nel contesto generale del Capitolato. 2. Modalità di esecuzione dei lavori. La cartografia verrà realizzata mediante il metodo della restituzione fotogrammetrica diretta per tutto il territorio comunale. capitolo I - Aspetti generali della cartografia e delle modalità di esecuzione dei lavori pagina 1

8 In linea di massima la cartografia numerica, e i relativi elaborati grafici, dovranno essere prodotte attraverso le fasi di lavoro di seguito riportate: a) Esecuzione delle riprese aeree. b) Realizzazione di reti di inquadramento plano altimetrico (con metodo classico, o GPS, o integrati). c) Determinazione delle coordinate dei punti di appoggio per la restituzione fotogrammetrica ( mediante GPS o triangolazione aerea). d) Per la sola cartografia 1:1.000: esecuzione di poligonali lungo le sedi viarie e determinazione del perimetro degli isolati mediante misure celerimetriche. e) Restituzione fotogrammetrica analitica diretta. f) Ricognizione a terra. Per il rilievo alla scala 1:2.000 il lavoro di ricognizione a terra riguarderà principalmente il completamento del contenuto qualitativo e il controllo della toponomastica. Non è richiesta la sgrondatura a terra degli edifici, che dovrà essere eseguita, ove necessario, con criteri logici, in sede di restituzione. Il rilievo dei particolari planimetrici non visibili perché coperti da vegetazione potrà essere eseguito con metodi speditivi. Per la cartografia 1:1.000: dovrà essere effettuata la sgrondatura a terra con criteri metrici per i lati degli edifici per i quali non sia stato visibile stereoscopicamente il piede. La ricognizione dovrà inoltre dirimere i dubbi interpretativi in modo che ad ogni oggetto cartografato corrisponda la codifica riportata nel repertorio per il rilievo1:1.000 e individuare le dividenti architettoniche dovute a variazione di tipologia architettonica e al cambiamento di numero civico. g) Editing della cartografia. h) Strutturazione della cartografia nei file di consegna. i) Produzione degli elaborati grafici. 3. Struttura della cartografia. 3.1 La realtà e la sua rappresentazione: oggetti e entità. Per essere trasposti nella cartografia, gli elementi naturali ed artificiali del terreno (oggetti) devono essere mappati sul repertorio delle entità. Un entità è costituita da un codice e da una primitiva geometrica. La primitiva geometrica può essere un punto, una spezzata aperta, una spezzata chiusa. La corrispondenza tra un oggetto della realtà, l entità che lo rappresentano e la primitiva geometrica che lo descrive sarà univoca. I dati saranno cioè strutturati in modo che ogni entità abbia una descrizione geometrica autoconsistente e non secondo una struttura topologica. Ciò significa l eliminazione o l aggiunta di un entità dalla cartografia numerica non influisce sulla descrizione della geometria di tutte le altre, la quale rimane invariata. Un entità può essere di tre tipi: puntuale, se rappresenta un oggetto che nella cartografia viene indicato come posizione, ma senza alcuna dimensione (albero isolato, pozzo, sorgente, ecc.); la primitiva geometrica che gli corrisponde è un punto; capitolo I - Aspetti generali della cartografia e delle modalità di esecuzione dei lavori pagina 2

9 lineare, se rappresenta un oggetto che in cartografia viene rappresentato solo in una dimensione (binario, siepe, muro, ecc.); la primitiva che gli corrisponde può essere una spezzata aperta o chiusa; i punti che descrivono la spezzata sono detti vertici; areale, se rappresenta un oggetto al quale è associabile il concetto di area (edificio, lago, piscina, ecc.); la primitiva che gli corrisponde è sempre una spezzata chiusa. Un entità di tipo areale deve comunque esistere come entità autoconsistente, alla quale deve corrispondere una spezzata chiusa, anche se, pur non verificandosi questa condizione, nelle visualizzazioni della cartografia numerica l entità, pur non esistendo nella cartografia numerica, risultasse evincibile dal contesto. lago A B Le figure A e B sopra riportate esemplificano il senso di quanto esposto; nella figura A è rappresentato un piccolo lago che ha come perimetro: il paramento della diga; parte del perimetro della struttura di servizio della diga; un tratto di costa del lago. Visualizzando le entità: costa di lago, diga e struttura di servizio alla diga si avrebbe anche implicitamente la visualizzazione del lago; ma nella cartografia numerica deve invece esistere esplicitamente come entità autoconsistente anche l entità lago, avente come primitiva geometrica associata una spezzata chiusa che descrive il perimetro del lago. La visualizzazione di tale entità deve produrre quanto riportato nella figura B. Nella cartografia numerica che dovrà essere consegnata dalla ditta aggiudicataria alla committenza, ogni oggetto della la realtà viene rappresentata solo mediante due elementi: il codice dell entità e la geometria della primitiva geometrica che gli corrispondono. A questi due elementi, nelle visualizzazioni su videografico, si aggiunge il codice cromatico che può essere associato alla codifica delle entità. La cartografia numerica che deve venir consegnata non include cioè gli elementi di vestizione che dovranno essere usati dalla ditta aggiudicataria per la produzione degli elaborati grafici. 3.2 Entità di tipo testo. Oltre alle entità areali, lineari e puntuali la cartografia numerica conterrà delle entità di tipo testo. Le entità di tipo testo riguarderanno la toponomastica e alcune descrizioni associate alle entità che rappresentano l edificato per agevolarne la destinazione d uso. 3.3 Elementi ausiliari di interpretazione capitolo I - Aspetti generali della cartografia e delle modalità di esecuzione dei lavori pagina 3

10 Allo scopo di rendere più semplice l interpretazione delle visualizzazioni della cartografia verranno utilizzate degli elementi ausiliari di interpretazione, cioè delle entità alle quali non corrispondono oggetti nella realtà. Tali entità consisteranno in: scritte rappresentate nella cartografia come testi; ad esempio all interno della spezzata chiusa che rappresenta una scuola si scriverà il testo Scuola; all interno della spezzata chiusa che rappresenta il Municipio si scriverà il testo Municipio; e così via. entità puntuali alle quali la committenza, col proprio software di gestione della cartografia numerica, potrà associare un simbolo che faciliti l interpretazione della cartografia; questi simboli potranno rappresentare ad esempio la natura di una costruzione particolare (un faro, una cabina dell alta tensione, una gru su rotaia, ecc.). Entità puntuali potranno essere utilizzate anche per introdurre simboli che indichino la qualità delle colture o altro. entità lineari che vengono utilizzate per contraddistinguere la tipologia di certe entità (ad esempio: le diagonali che indicano che una costruzione è una baracca o una tettoia, i due segmenti ortogonali che formano la croce con la quale si contraddistinguono le chiese, ecc.). 3.4 Tridimensionalità della cartografia. La cartografia numerica avrà la caratteristica di essere tridimensionale. Di ogni punto o vertice, anche di quelli che nella cartografia tradizionale disegnata costituiscono il contenuto planimetrico, dovrà essere data, oltre alle coordinate planimetriche E,N, anche la quota ortometrica q. Le coordinate E, N, q di ogni punto o vertice delle primitive geometriche devono essere memorizzate in metri, con due cifre decimali. Le uniche due eccezioni a questa regola sono le seguenti. Sarà posta quota q=0 per i punti o i vertici delle spezzate che costituiscono le primitive geometriche delle seguenti categorie di entità: gli elementi ausiliari di interpretazione i tronchi e i nodi stradali (v. Cap. II, punto 2.2). 3.5 Compiutezza della geometria delle primitive geometriche. La descrizione geometrica delle entità dovrà essere realizzata solo mediante punti e spezzate, senza far ricorso a funzioni che realizzino in tempo reale la visualizzazione di cerchi, spline o altro di tipo di linee curve in funzione di un numero di punti che non sarebbero da soli in grado di descrivere compiutamente la geometria dell entità. Ciò significa che nella cartografia numerica il concetto di linea curva non esiste, e viene sostituito da quello di spezzata. A un oggetto che nella realtà ha l andamento di una linea curva dovrà quindi corrispondere un entità che ha come primitiva geometrica una spezzata. capitolo I - Aspetti generali della cartografia e delle modalità di esecuzione dei lavori pagina 4

11 Il numero di vertici della spezzata dovrà essere tale da rispettare la seguente condizione: se si riporta sul terreno il tracciato S della spezzata che rappresenta un oggetto ad andamento curvilineo l, la distanza d tra un suo generico punto R e il corrispondente punto R' della linea che essa rappresenta sulla cartografia dovrà essere sempre inferiore alla tolleranza planimetria. l i s j R' R d 4. Il repertorio delle entità e il sistema di codifica. La rappresentazione cartografica della realtà deve venir realizzata facendo corrispondere ad ogni oggetto l entità che più gli corrisponde, tra quelle elencate nel repertorio. Il grado di dettaglio del contenuto qualitativo della cartografia risulta determinato dal repertorio delle entità riportato al capitolo IV. Per la cartografia alla scala 1:1.000 il repertorio delle entità è composto da tutte le entità che compongono il repertorio; per la cartografia alla scala 1:2.000 il repertorio comprende solo entità che hanno SI nella colonna intestata 1: Il repertorio è completo anche delle entità richieste usualmente quando la Committenza è il gestore delle reti tecnologiche di distribuzione dei servizi. Per questo sono previsti codici per entità come: tombino generico, caditoia, tombino di fognatura bianca, sarcinesca, ecc.; nel repertorio queste entità sono contrassegnate dalla sigla RT alla colonna 4. Per la cartografia numerica alla scala 1:1000 sarà obbligatorio dettagliare questi elementi, peraltro acquisibili solo con rilievo topografico a terra, solo se la Committenza ne farà espressa richiesta. Nel caso in cui la Committenza intenda introdurre entità non previste dal repertorio, dovrà richiedere al Direttore dei Lavori le codifiche da adottare. Il sistema di codifica adottato dovrà essere quello indicato nel repertorio alla voce Layer. Il sistema di codifica prevede che il codice sia composto da quattro cifre seguite da un underscore e da una descrizione sintetica della tipologia dell entità (ad es. 3300_EDInd) La parte di codifica composta dalle quattro cifre iniziali è stata definita in modo che ne risulti una struttura ad albero che procede da categorie generali verso un grado di dettaglio sempre più fine. Questo consente di utilizzare i consueti metodi di selezione previsti da tutti i software di gestione della cartografia numerica basati sul concetto: seleziona tutte le entità aventi codice che cominciano con (ad es. 3*, selezionerà tutte le entità il cui codice inizia con la cifra 3). Al contempo la parte di descrizione sintetica in chiaro consente l interpretazione della tipologia delle entità senza che il software debba gestire un file con le descrizioni in chiaro della tipologia delle entità. In caso di particolari necessità, all atto della consegna dei lavori la committenza potrà concordare la consegna della cartografia anche con una codifica di tipo diverso. Dovrà tuttavia esserci una corrispondenza biunivoca tra la tabella dei codici non standard e quella prevista dal repertorio. Inoltre la richiesta di un diverso tipo di codifica non esimerà la ditta aggiudicataria dal fornire una versione della cartografia numerica con la codifica prevista dal repertorio. capitolo I - Aspetti generali della cartografia e delle modalità di esecuzione dei lavori pagina 5

12 5. Precisione della cartografia. Le tolleranze riportate al Capitolo II, che definiscono la precisione planimetrica e altimetrica della cartografia numerica oggetto dell appalto regolato dalle norme tecniche di questo Capitolato, tengono conto delle effettive possibilità del metodo fotogrammetrica in situazione di produzione industriale. Esse dovranno quindi essere tassativamente rispettate. 6. Riprese aeree. Le riprese aeree verranno effettuate con pellicola a colori, nel rispetto delle norme previste al successivo Cap. V Al fine di ridurre il lavoro di ricognizione a terra per ottenere il grado di dettaglio nel contenuto qualitativo che corrisponda a quello previsto nel repertorio delle entità e la precisione metrica richiesta, le riprese aere dovranno essere effettuate in modo da ottenere fotogrammi alla scala media tassativamente non inferiore a 1:7.500 per la cartografia alla scala 1:2.000, e non inferiore alla scala 1:4.500 per la cartografia alla scala 1: Formato e struttura dei file numerici. La cartografia numerica verrà consegnata in file corrispondenti ai fogli di cartografia grafica, così come definiti dal quadro d unione dei fogli che verrà indicato dalla Direzione Lavori. Il quadro d unione dei fogli, ciascuno dei quali del formato di 80 cm x 50 cm, dovrà inserirsi come sottomultiplo in quello della CTR alla scala 1: I fogli avranno una doppia numerazione: una numerazione progressiva da 1 a n e una numerazione che indica la loro posizione come sottomultipli della cartografia regionale. Questa seconda numerazione dovrà essere ottenuta applicando la stessa logica che ha generato la numerazione della cartografia regionale. Il contenuto di un generico file numerico verrà nel seguito indicato anche con il termine di pseudofoglio, per indicare la corrispondenza tra il suo contenuto e il relativo foglio della cartografia grafica. La corrispondenza tra pseudofoglio e foglio non sarà totale, in quanto le spezzate chiuse non verranno interrotte a bordo foglio, cosa che avverrà invece per le entità lineari. La cartografia numerica verrà strutturata in una serie di file DXF come specificato al successivo Capitolo III. All atto dell assegnazione dei Lavori, la Committenza specificherà quale livello di complessità dovrà avere la struttura DXF, in modo cioè che tale struttura sia compatibile con il software in uso alla Committenza stessa. La Committenza potrà concordare con la ditta aggiudicataria la fornitura dei file numerici in un eventuale altro formato, oltre a quello DXF previsto al successivo Capitolo III. Nel seguito verrà indicata con l espressione DXF3D la versione della cartografia strutturata secondo quanto previsto al Capitolo III e completa della quota ortometrica q anche per quei punti che descrivono la geometria delle entità che, nella cartografia tradizionale disegnata, costituiscono il contenuto planimetrico. capitolo I - Aspetti generali della cartografia e delle modalità di esecuzione dei lavori pagina 6

13 La Committenza potrà richiedere anche una versione DXF2D, nella quale il contenuto planimetrico e quello altimetrico corrisponderanno al concetto della cartografia tradizionale disegnata; la consegna della cartografia numerica DXF3D è comunque tassativamente obbligatoria. 8. Elaborati da consegnare. Fatto salvo quanto più avanti specificato relativamente ad ogni fase dei Lavori, dovrà essere consegnato il materiale sotto elencato. 8.1 Cartografia numerica standard Due versioni della cartografia numerica (3D e 2D) strutturata in pseudofogli, in formato DXF, come meglio specificato al Capitolo III, con la codifica prevista alla voce Layer nel repertorio delle entità (Capitolo IV)). 8.2 Cartografia numerica in formati speciali Eventuali altre versioni della cartografia numerica concordate con la Committenza all atto della consegna dei lavori. 8.3 Dati di inquadramento Dovrà essere consegnato un file, nello stesso formato della cartografia, contenente i seguenti dati: quadro d unione dei fotogrammi (alternati) quadro d unione dei fogli la perimetrazione del rilievo come risulta all atto della consegna dei lavori se il rilievo è in parte alla scala 1:1000 e in parte alla scala 1:2000, dovranno essere dati i perimetri dei contorni delle zone rilevate alle scale diverse con codice diversificato 6001_carta1000, 6002_carta2000 vertici IGM o catastali utilizzati per l inquadramento vertici delle reti principali planimetrica e altimetrica punti di appoggio per l orientamento dei modelli stereoscopici. Copia di questo file dovrà essere consegnato al Collaudatore in corso d opera sia prima dell inizio della fase di restituzione fotogrammetrica, sia dopo tale fase con la perimetrazione del territorio effettivamente rilevato 8.4 Materiale fotografico Dovranno essere consegnati almeno una serie a stampa a colori della fotografie aeree la serie delle diapositive utilizzate per la restituzione fotogrammetrica il materiale di documentazione richiesto al successivo capitolo VI. 8.5 Elaborati grafici Dovranno essere consegnati i seguenti elaborati grafici ottenuti come plottaggio della cartografia numerica su materiale elioriproducibile trasparente: Una serie dei fogli con campitura dell edificato e senza gli elementi altimetrici complementari di cui al punto 1.1 del Cap. II (quota di gronda, altezza dell edificio o quota media al piede) capitolo I - Aspetti generali della cartografia e delle modalità di esecuzione dei lavori pagina 7

14 Una serie senza la campitura dell edificato e con gli elementi altimetrici complementari. Per la produzione degli elaborati grafici si dovrà utilizzare un tipo di vestizione (campiture, linee speciali e simboli) da concordare con la Direzione Lavori. In sede di consegna dei lavori la Committenza concorderà le modalità grafiche di allestimento degli elaborati grafici (cornici, scritte, legenda, ecc.). La Committenza potrà richiedere, se disponibili, i file in formato di plottaggio HP dai quali sono state ottenuti gli elaborati grafici. capitolo I - Aspetti generali della cartografia e delle modalità di esecuzione dei lavori pagina 8

15 8.6 La carta dei tetti (solo se richiesta come prodotto opzionale) Dovranno essere restituiti i particolari dell edificato necessari a realizzare la carta dei tetti. In particolare dovranno essere restituite come polilinee, non necessariamente chiuse, le spezzate che costituiscono le linee di gronda dei tetti, le spezzate che costituiscono le linee di colmo dei tetti, le spezzate che costituiscono le linee di falda dei tetti. I vertici di tali spezzate dovranno avere le quote che ad essi competono. Selezionando le entità con codice 3010_gronda, linea di gronda 3011_colmo, linea di colmo 3012_falda, linea di falda 8323_PQgronda,punto quotato in gronda l andamento dei tetti dovrà essere rappresentabile come riportato in figura. capitolo I - Aspetti generali della cartografia e delle modalità di esecuzione dei lavori pagina 9

16 9. Prodotti opzionali Qualora l Ente committente deliberi in tal senso, oltre a quanto specificatamente richiesto dal Capitolato, la cartografia numerica potrà essere integrata con prodotti opzionali quali: rilievo e riporto nella cartografia dei numeri civici rilievo e riporto nella cartografia delle pertinenze (superficie di competenza di ogni numero civico) attribuzione e riporto nella cartografia ad ogni edificio del codice ecografico (codice che contraddistingue ogni edificio in modo univoco nel contesto del rilievo) elaborati grafici non previsti al precedente punto 8.5 carta dei tetti (8.6) i file numerici con la vestizione, completi di cornici e legenda, utilizzati dalla ditta aggiudicataria per produrre gli elaborati grafici foto aeree digitali ottenute per rasterizzazione delle diapositive fotografie aere digitali georeferenziate sui punti utilizzati per l orientamento stereoscopico dei fotogrammi ortofoto digitale ottenuta secondo procedure rigorose in funzione della descrizione altimetrica del territorio ecc. Le specifiche tecniche per la fornitura di prodotti opzionali non sono contenute nel presente Capitolato e dovranno essere definite dalla Committenza con ricorso a competenze specialistiche esterne. capitolo I - Aspetti generali della cartografia e delle modalità di esecuzione dei lavori pagina 10

17 Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000 CAPITOLO II ASPETTI CARATTERIZZANTI E PRECISIONI METRICHE 1. Rappresentazione dell edificato. 1.1 Gli edifici. Per quanto riguarda l edificato, la realtà che deve essere trasposta nella cartografia numerica deve essere vista come composta da oggetti, che sono gli edifici. Per la cartografia alla scala 1:1.000 con la dizione edificio si intende un corpo costruito che non presenta soluzione di continuità, che ha un unica tipologia edilizia, che ha un unica destinazione d uso, che accorpa un unità immobiliari che hanno in comune gli stessi spazi di servizio (accessi, cortili, ecc.). Per la cartografia alla scala 1:2000 con la dizione edificio si intende un corpo costruito che non presenta soluzione di continuità e che, per quanto il restitutista fotogrammetrico può evincere dalla osservazione delle foto aeree, ha un unica tipologia edilizia, un unica destinazione d uso e accorpa un unità immobiliari che hanno in comune gli stessi spazi di servizio (accessi, cortili, ecc.). Ogni edificio viene trasposto nella cartografia numerica come un entità alla quale corrisponde una primitiva geometrica che è una spezzata chiusa. La quota q di ogni vertice della spezzata sarà quella al piede, cioè la quota della superficie di calpestio prospiciente il punto. La spezzata dovrà rappresentare il perimetro al piede dell edificio. Eventuali lati dell edificio aventi gronda aggettante e dei quali non sia stereoscopicamente collimabile il piede, nella cartografia alla scala 1:2.000 dovranno essere depurati dall aggetto della gronda con criteri logici in sede di restituzione. Nella cartografia alla scala 1:1.000 si dovrà invece in tali casi restituire la linea di gronda ed effettuare la sgrondatura con criteri metrici nella fase di ricognizione sul terreno. Dal punto di vista metrico, sia per la cartografia alla scala 1:1.000 che alla scala 1:2.000, il grado di dettaglio nella rappresentazione planimetrica deve far riferimento ai consueti criteri valevoli per la cartografia tradizionale disegnata; e cioè: non verranno rilevati e riportati nella cartografia numerica quei particolari planimetrici che non sarebbero rappresentabili, a causa dell errore di graficismo, nelle corrispondenti cartografie disegnate. Dal punto di vista del contenuto qualitativo il grado di dettaglio con cui deve essere rappresentato l edificato risulta automaticamente definito dal repertorio della entità. Ad esempio: per la cartografia 1:2.000 non verranno rappresentati corpi aggettanti, cioè volumi sporgenti dal corpo principale dell edificio che non partano dal piano di calpestio o gli spazi vuoti sotto un corpo edificato (portici, accessi carrabili, ecc.), poiché in corrispondenza di tali entità non vi è il SI nella colonna del repertorio intestata 1: Ugualmente la differenziazione nei tipi di recinzione sarà più dettagliata per la cartografia alla scala 1:1.000, dove sono previste le entità 3055_SIEPI siepe di recinzione, 3054_CANC muro cancellata su muretto 3056_PALIZZATE palizzata, cancellata capitolo II Aspetti caratterizzanti e precisioni metriche pagina 11

18 Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000 Per la cartografia alla scala 1:2.000 tali entità sono invece tutte accorpate dall entità 3053_RECINZIONI recinzioni varie E così via. Nella cartografia alla scala 1:1.000 si avrà inoltre un maggior grado di dettaglio nella rappresentazione dell edificato, come specificato nei punti che seguono. La tipologia dell edificio determinerà il codice dell entità con cui viene rappresentato nella cartografia numerica (edificio residenziale, stazione ferroviaria, ecc.). 1.2 Gli elementi altimetrici complementari All interno della spezzata chiusa che rappresenta il perimetro dell edificio verranno dati degli elementi altimetrici complementari costituiti da due un entità puntuali. La quota q di una delle due entità puntuali corrisponde alla quota di gronda dell edificio. La quota q della seconda entità puntuale potrà rappresentare o la quota media al piede dell edificio o l altezza media dell edificio. In sede di consegna dei lavori la Committenza deciderà quale dei due dati richiedere. 1.3 Gli edifici con superfici di esclusione. Se un edificio presenta una superficie di esclusione (cioè un vuoto) al suo interno (vedi figura 1) la primitiva geometrica associata all entità che lo rappresenta dovrà essere un unica spezzata chiusa, formata dal perimetro esterno collegato al perimetro della superficie di esclusione da un taglio fittizio a) b) c) Nella figura il disegno c) evidenzia meglio il concetto di taglio fittizio ed il modo con cui i vertici della spezzata devono susseguirsi, partendo da un punto, vertice 1 in figura, per ritornare sul medesimo punto dopo aver percorso tutto il perimetro. Le coordinate dei vertici 1, 11, 7 dovranno essere coincidenti; così pure quelle del vertice 2 dovranno coincidere con quelle del vertice 5. La tecnica del taglio fittizio dovrà essere applicata anche in presenza di più aree di esclusione all interno di una stessa superficie. La tecnica del taglio fittizio dovrà adottata non solo per gli edifici, ma per ogni altra entità di tipo areale che abbia superfici di esclusione al suo interno; ad esempio per rappresentare uno specchio d acqua in cui vi sia un isola. capitolo II Aspetti caratterizzanti e precisioni metriche pagina 12

19 Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1: Le unità volumetriche. Un edificio può presentare delle discontinuità altimetriche; può essere cioè costituito da corpi di altezza diversa tra di loro contigui; i singoli corpi di altezza costante che fanno parte di uno stesso edificio vengono qui denominati unità volumetriche. Le linee di divisione tra unità volumetriche vengono qui denominate dividenti architettoniche. Le dividenti architettoniche danno luogo a entità che hanno un unico codice, indipendente cioè dalla tipologia di edificio al quale appartengono, e la cui primitiva geometrica è costituita da una spezzata aperta o chiusa. L entità dividente architettonica è comunque sempre di tipologia lineare. Le unità volumetriche si evincono quindi dalla visualizzazione del perimetro dell edificio e delle dividenti architettoniche, ma non esistono come entità areali autoconsistenti. Quando un edificio è suddiviso in unità volumetriche, gli elementi altimetrici complementari devono essere dati per ogni unità volumetrica = In figura è riportato un edificio costituito da 3 unità volumetriche. Nella cartografia numerica sarà riportata l entità autoconsistente formata dai vertici 1,2,3,4, 5(=1). Saranno date come due segmenti le dividenti architettoniche (linee tratteggiate). Gli elementi altimetrici complementari dati per ogni unità volumetrica sono la quota media al piede e, in questo caso, l altezza dell unità volumetrica. Per la sola cartografia alla scala 1:2.000 una dividente architettonica può essere omessa nei seguenti casi: quando delimita una discontinuità altimetrica inferiori a 1,5 m quando genera unità volumetriche inferiori a 20 mq quando genera un unità volumetrica ad andamento lineare e la dimensione nel senso trasversale a quello dell andamento lineare è inferiore a 3 m quando delimita degli aggetti verticali dal corpo dell edificio costituiti da volumi tecnici (torri di condizionamento, ecc.). La suddivisione in unità volumetriche non deve essere fatta per chiese, basiliche ed edifici di culto in genere, né per i monumenti; di tali costruzioni si darà semplicemente il perimetro e la quota del punto più elevato. 1.5 Unità volumetriche che si compenetrano. capitolo II Aspetti caratterizzanti e precisioni metriche pagina 13

20 Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000 Se un edificio può essere idealmente scomposto in due unità volumetriche A e B, delle quali B ha un altezza maggiore di A, mentre A include completamente B dal punto di vista planimetrico, (v. fig. che segue), esso dovrà essere rappresentato come segue: B entità che rappresenta l intero edificio, alla quale compete una primitiva geometrica costituita dalla spezzata chiusa che corrisponde al perimetro esterno dell unità volumetrica A; entità B che rappresenta l'unità volumetrica costituita dal prisma emergente dalla precedente unità volumetrica; Le quote dei vertici 1, 2, 3, 4, 5 della spezzata dell entità P saranno quelle della superficie di calpestio prospiciente ai vertici stessi. Le quote dei vertici 1, 2, 3, 4, 5 della spezzata dell entità B saranno quelle della quota di gronda dell entità A. Per entrambe le entità P e B saranno dati gli elementi altimetrici complementari; nel caso venga richiesta l altezza media delle unità volumetriche anziché la quota di gronda, per l entità B l altezza sarà data dalla differenza tra la sua quota di gronda e la quota di gronda di P. capitolo II Aspetti caratterizzanti e precisioni metriche pagina 14

21 Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1: Piani attici. a) Cartografia alla scala 1: Nel caso di edifici con piano attico, per la cartografia alla scala 1:1.000 si dovranno seguire le regole che seguono. Se un edificio presenta un piano attico realizzato mediante una rientranza dell'ultimo piano rispetto al perimetro dell'edificio (v. figure che seguono) l'edificio non verrà suddiviso in unità volumetriche e si procederà come segue: si rappresenterà l edificio come un unica unità volumetrica si evidenzierà la rientranza mediante un'entità avente come codice perimetro del piano attico (linea tratteggiata); ai fini della determinazione degli elementi altimetrici complementari si considererà che l edificio abbia quota di gronda costante, che sarà quella della superficie prevalente, e cioè o la quota di gronda Q del piano attico o quella q del terrazzo, a seconda che la superficie del primo sia maggiore di quella del secondo (casi A e B in figura) o viceversa (caso C in figura) Per tutti e tre i casi A, B, C rappresentati in figura, la quota dei vertici delle spezzate che rappresentano le linee di piano attico sarà posta uguale alla quota del terrazzo q. b) Cartografia alla scala 1: Nella cartografia alla scala 1:2.000 le linee che delimitano il piano attico non verranno rappresentate. Come per la cartografia alla scala 1:1.000 la quota di gronda dell edificio, in base alla quale inserire gli altimetrici complementari, sarà quella del terrazzo o della gronda del piano attico a seconda di quale sarà la superficie prevalente. 1.7 Volumi tecnici. capitolo II Aspetti caratterizzanti e precisioni metriche pagina 15

22 Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000 Se dal tetto di un edificio sporge un volume del tipo: torre di condizionamento, cabina per motorizzazione ascensori, abbaino di grandi dimensioni, ecc., esso: nella cartografia alla scala 1:1.000 non darà luogo ad una unità volumetrica, ma verrà rappresentato da una spezzata chiusa con codice di volume tecnico; le quote dei vertici della spezzata sarà quella della quota di gronda dell'edificio da cui il volume è sporgente nella cartografia alla scala 1:2.000 non verrà rappresentato. 1.8 Cavedi. Col termine di cavedio si intende uno spazio vuoto all interno di un corpo edificato assimilabile a un piccolo cortile interno. I cavedi verranno sempre rappresentati, indipendentemente dalla loro area, nella cartografia alla scala 1:1.000, mentre verranno rappresentati nella cartografia alla scala 1:2.000 solo di area superiore a 20 mq. 2.1 Gli edifici minori. Col termine di edifici minori si indicano: piccole costruzioni in muratura (box isolati, piccole costruzioni rurali, cabine contenenti strutture di servizio, ecc.) costruzioni non in muratura, ma di tipo stabile ( tettoie ad uso agricolo, tettoie per stoccaggio di materiali, ecc.) ecc. Per gli edifici minori non verranno dati gli elementi altimetrici complementari. 2. La viabilità. 2.1 Strade urbane ed extraurbane. Nelle zone urbane, in particolare in quelle mediamente e densamente edificate, analogamente a quanto avviene per la carta tradizionale disegnata, la sede stradale risulta definita da entità di altra tipologia, quali: marciapiedi, perimetri di edifici, perimetri di aiuole spartitraffico, sede di viale alberato, ecc.. Solo nei casi in cui la sede stradale risulta definita dalla discontinuità dell asfalto con terreno di altra natura si farà ricorso a entità con codice 2310_SU Nel caso di strade in zone scarsamente edificate o extraurbane le sedi stradali saranno invece per lo più definite nella realtà dalla discontinuità dell asfalto col terreno di altra natura e a tale linea di discontinuità corrisponderanno di volta in volta entità del tipo: autostrada, superstrada, strada extraurbana, strada campestre, ecc Tronchi e nodi Mediante la traduzione in entità degli oggetti reali che materializzano nell urbanizzato le sedi stradali, si perde però nella cartografia numerica quella caratteristica di continuità che è insita nel concetto stesso di reticolato stradale. capitolo II Aspetti caratterizzanti e precisioni metriche pagina 16

23 Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000 Questo concetto di reticolato stradale viene recuperato nella cartografia numerica introducendo delle entità fittizie costituite dai tronchi e dai nodi Tronchi Per tronco si intende un tratto di strada delimitato lateralmente da spezzate relative ad altre entità rilevate (edifici sul fronte stradale, muri di recinzione, ecc.,) e trasversalmente da due segmenti virtuali, ciascuno dei quali costituisce la linea di divisione tra il tronco e un nodo. Un tronco di via includerà anche gli eventuali marciapiedi prospicienti la sede stradale vera e propria, le eventuali aiuole spartitraffico, le sedi di viali alberati, o altri oggetti similari. Le primitive geometriche che descrivono i lati longitudinali di un tronco saranno prevalentemente sovrapposte alle primitive geometriche che descrivono le entità che corrispondono agli oggetti che nella realtà lo delimitano (edifici sul fronte stradale, muri di recinzione, ecc.,); questa condizione di sovrapposizione potrà essere trasgredita nei casi in cui introducesse nell andamento dei lati longitudinali del tronco troppe discontinuità di entità geometrica irrilevante Nodi. Per nodo si intende la superficie relativa ad una piazza, ad un largo, o ad un area ad essi assimilabile e le superfici che costituiscono l incrocio tra due o più vie. Un nodo deve essere memorizzato come una spezzata chiusa, i cui lati possono essere o reali (parte del perimetro di edifici che si sviluppano sulla piazza, largo ecc) o virtuali ( linee di separazione con nodi o tronchi contigui). 3. Contenuto altimetrico della cartografia. 3.1 Elementi dell altimetria. Il contenuto altimetrico della cartografia numerica è costituito dalle seguenti categorie di entità: punti quotati, intesi nell usuale significato cartografico; curve di livello; quota di ogni punto di descrizione di particolari planimetrici naturali o artificiali; quota delle unità volumetriche alla linea di gronda quota media a terra di ciascuna unità volumetrica ( in alternativa, a scelta del committente altezza media dell unità volumetrica) 3.2 Punti quotati a terra. I punti quotati dovranno essere localizzati in corrispondenza di elementi del terreno ben definiti altimetricamente. Dovranno essere quotati: su ogni asse viario almeno un punto ogni 70 m per la cartografia alla scala 1:1.000, ogni 140 m per la cartografia alla scala 1:2.000; il centro degli incroci fra vie urbane; il centro delle piazze e le imboccature delle vie confluenti nella piazza; tutti i punti delle strade dove si ha un evidente cambio di pendenza; capitolo II Aspetti caratterizzanti e precisioni metriche pagina 17

24 Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000 i sagrati delle chiese; gli accessi ad edifici pubblici importanti; gli ingressi di box o autorimesse con accesso più basso del piano stradale; punti caratteristici di zone morfologiche particolari; le sommità di cavalcavia, di sovrappassi ferroviari o stradali e di tutti i ponti; i punti di inizio e fine di sottopassaggi o gallerie; tutte le opere idrauliche affioranti; il centro di cortili, in particolare quelli a cui si accede mediante rampe; le radure o altri punti visibili al suolo nelle zone coperte da vegetazione arborea. La densità media dei punti quotati non dovrà essere inferiore a dodici punti per ettaro per la cartografia alla scala 1:1.000 e a quattro punti per ettaro per la cartografia alla scala 1: Quote dei punti dei particolari planimetrici. Tutti i punti delle primitive geometriche della cartografia numerica sono memorizzati nei file con le tre coordinate E,N, q, con le eccezioni di cui al punto 3.4 del Cap. I. Sia che un particolare planimetrico abbia o non abbia estensione in altezza, la quota dei punti della primitiva geometrica che gli corrisponde dovrà essere quella al suolo. E cioè: ai vertici della spezzata che descrivono l andamento planimetrico di una struttura artificiale che si estende in altezza al di sopra del piano di calpestio, (ad es. il perimetro di un edificio, un muro, ecc.) verrà attribuita la quota al piede della struttura, cioè quella che corrisponde all intersezione della struttura con il piano di calpestio ad essa adiacente. Qualora il piede della struttura non sia stereoscopicamente collimabile, la sua quota verrà determinata in sede di restituzione in funzione del più vicino punto al suolo stereoscopicamente collimabile. Per la cartografia alla scala 1:1.000 questa regola non si applica ai punti che definiscono il perimetro degli isolati, in quanto le loro coordinate, quota inclusa, vanno determinate con operazioni topografiche sul terreno. Per tralicci e pali della luce dovrà essere data la quota al piede. Invece all entità che corrisponde alla linea elettrica da essi portata dovrà essere attribuita la quota propria della linea stessa. A chiarimento di quanto prescritto si veda la figura nel seguito riportata e la relativa didascalia. capitolo II Aspetti caratterizzanti e precisioni metriche pagina 18

25 Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000 linea elettrica D E A 1 edificio rampa H B box Muro 5 4 C La quota del punto 1 sarà la quota del suolo al livello A; la quota del punto 2 sarà la quota del punto B. Ugualmente i punti 3 e 4 avranno come quota la quota del punto B. Dovrà anche essere dato il punto 10 con quota uguale a B, in quanto ingresso di box o autorimesse con accesso più basso del piano stradale. Il punto 5, base del muro, i punti 6,7, 8 e 9 (base del traliccio) avranno la quota C. La linea elettrica avrà la quota D. All interno del perimetro dell edificio sarà data un entità puntuale che sarà in alternativa o la quota di gronda E, o l altezza media dell edificio H Il box non avrà quota né quota in gronda, né altezza. 3.4 Elementi altimetrici complementari. Le scritte che visualizzano le quote di gronda degli edifici o delle unità volumetriche dovranno essere situate in prossimità del lato rispetto al quale è avvenuta la misura, parallelamente ad esso, e all interno del perimetro dell edificio o dell unità volumetrica alla quale si riferisce. Sia l entità puntuale, sia il toponimo che dà l altezza o la quota media al piede di un edificio o di un unità volumetrica, saranno posizionati all interno della spezzata che descrive geometricamente l entità. 3.5 Curve di livello. Per le zone con pendenza media superiore al 3% e non coperte da edificato denso, si darà anche la rappresentazione a curve di livello, con equidistanza di 1 metro per la cartografia alla scala 1:1.000 e di 2 metri per la cartografia alla scala 1: Le curve di livello in zone densamente coperte da vegetazione arborea saranno ricavate in funzione della superficie della medesima depurata dell altezza media degli alberi, valutata in sede di restituzione fotogrammetrica con riferimento alla quota del terreno ai bordi della zona boschiva o in spiazzi o radure della stessa. capitolo II Aspetti caratterizzanti e precisioni metriche pagina 19

26 Norme tecniche per la realizzazione di cartografia numerica alle scale nominali 1:1.000 e 1:2.000 Il numero di vertici, per unità di sviluppo lineare, di una spezzata che costituisce la primitiva geometrica corrispondente a una curva di livello, deve essere tale che la sua rappresentazione grafica, ottenuta dal plottaggio dei file finali di consegna, senza interpolazioni di arrotondamento, non presenti un grado di discontinuità in contrasto con la scala nominale della carta. Ugualmente la densità dei vertici non dovrà essere inutilmente elevata e comunque mai superiore ad un vertice per metro lineare di sviluppo reale della curva di livello. 4. Caratteristiche delle primitive geometriche. 4.1 Massimo numero di punti per entità. Le spezzate, aperte o chiuse, che costituiscono le primitive geometriche delle entità corrispondenti agli oggetti che costituiscono i particolari naturali e artificiali planimetrici e altimetrici del territorio, devono avere al massimo 250 vertici. A richiesta della Committenza, in sede di consegna dei lavori, questo limite può essere portato a valori inferiori, ma mai superiori. Per rispettare tale regola un oggetto, sia di tipo lineare che areale, potrà essere idealmente diviso in più oggetti dello stesso tipo e rappresentato nella cartografia numerica con più entità. Ad esempio una curva di livello molto lunga, andrà opportunamente divisa in diversi tratti ai quali corrisponderanno più entità in modo che venga rispettata la condizione esposta. Un oggetto areale a cui dovesse corrispondere un entità con una primitiva geometrica costituita da una spezzata con più di 250 vertici, verrà rappresentato con più entità di tipo areale ottenute parzializzando l oggetto con linee fittizie (v. figura). 4.2 Geometria delle spezzate. Nelle spezzate con cui viene memorizzata la geometria delle entità, il numero dei vertici deve essere il minimo possibile; non sono ammessi: punti sovrapposti, con ciò intendendosi vertici consecutivi di una medesima spezzata con le medesime coordinate planimetriche e che definiscono quindi un lato di lunghezza nulla; entità intrecciate, cioè entità in cui un lato ne interseca un altro della stessa entità; capitolo II Aspetti caratterizzanti e precisioni metriche pagina 20

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