La scuola ieri e oggi

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1 CR CARLO ROSSELLI SOCRATES COMENIUS La scuola ieri e oggi Sede - Via Giotto, Tel Fax Succursale - Sal. S. Erasmo, Tel. e Fax itcross@tin.it Sito Web:

2 La signora Porcù: Come si viveva settant anni fa nella nostra scuola Noi, ragazzi della II D e II C dell I.T.C.S. Rosselli, succursale di Voltri, abbiamo ascoltato la storia della nonna di un alunno, che ci ha raccontato i suoi anni passati nell orfanotrofio S. Antonio, che oggi ospita la nostra scuola. È stato un incontro positivo e piacevole. La signora Pierina, è piccolina, graziosa, cordiale e nonostante l età è molto vivace. Ha raccontato come era l orfanotrofio a quei tempi: lei lo ricorda diverso, ad esempio dove c è ora la pres idenza, là un tempo c era il parlatorio. Il dormitorio e la cucina erano al piano di sopra; la statua di S. Vincenzo nell atrio, la signora se l è ricordata appena è entrata. L orfanotrofio era frequentato solo da bambine, avevano tutte la stessa divisa e portavano tutte i capelli corti: perché le suore glieli tagliavano per motivi di igiene (anche allora c erano i pidocchi ). C erano cinque classi, dalla prima fino alla quinta elementare; ci ha anche raccontato che alla fine dell anno scol astico non davano le pagelle; quando venivano interrogate i voti erano brava, bravissima, ecc, come veng ono dati adesso alle elementari; le bambine avevano la maestra unica che faceva sempre la stessa classe, ad esempio sempre la prima.le materie erano le stesse di ora, davano i compiti, non si usava trasgredire le regole, e se succedeva le mandavano in punizione dietro la lavagna. La loro giornata incominciava con la Messa, si alzavano e andavano in chiesa ogni giorno; dopo facevano colazione e poi andavano subito a scuola fino alle quattro. La scuola durava fino alla quinta elementare. Quando la signora era all orfanotrofio, si poteva ricevere la visita dei parenti solo una volta l anno. Mentre quando lei aveva finito i suoi anni lì dentro, le visite potevano essere più frequenti; inoltre potevano andare a casa nel periodo natalizio. Per le altre ragazze la vita era diversa, loro dopo la scuola tornavano a casa dalla loro famiglia. Racconta che facevano dei giochi, ad esempio saltavano la corda, organizzavano delle recite; qualcuna di loro ha imparato a suonare qualche strumento e imparavano a cantare. D estate le portavano a fare il bagno a Villa Azzurra: partivano da Voltri e andavano fino alla spiaggia a piedi. La signora Pierina racconta che non c era la televisione, ma le suore avevano la radio, le bambine, però, non la sentivano mai. Iniziavano e finivano la giornata con la Messa; a mezzogiorno mangiavano la minestra e di sera riso e latte. In quel periodo anche nell orfanotrofio facevano rispettare le regole fasciste. La signora ricorda le gite fatte al lago di Como e altre a vedere i seminari. Queste gite servivano a vedere come si diventava suore: infatti, molte di loro lo sono diventate veramente. Racconta che chi era malato andava nel giardino delle suore, come se fosse un "premio", ma lei non ci andava quasi mai perché godeva sempre di ottima salute. 2

3 La signora Lena: Essere bambine e ragazze sessant anni fa La signora che abbiamo intervistato per il progetto Comenius, è la nonna di un nostro compagno di classe, si chiama Tina Grasso. E nata nel 1932, ha frequentato solo per due giorni la Scuola dell Infanzia. E passata alle classi prima e seconda a Sampierdarena e crede di essere anche stata iscritta alla classe terza; però l ha frequentata a Frinco D Asti come anche le classi quarta e quinta. Non ha proseguito però con la scuola media, perchè non ne ha avuto la possibilità. La signora Tina racconta che alle elementari era in una classe di sole ragazze di tutte le età, e aveva una sola maestra che insegnava tutte le materie scolastiche. A loro non insegnavano le lingue, come si fa oggi; studiavano storia, geografia e bella calligrafia, che era molto importante a quei tempi; se si faceva un errore, bisognava rifare tutto da capo. Facevano anche ginnastica e cantavano molte canzoni. Avevano voti anche per l igiene della persona e per i lavori domestici; racconta che confezionavano calze e persino braghe per i militari: queste erano cose facoltative, ma quasi tutte le facevano, perchè una donna doveva imparare a cucire. La signora pensa che non fosse facile essere bocciati alle elementari, lei infatti non aveva frequentato molto, ma era sempre stata promossa. La scuola a quei tempi iniziava il primo Ottobre e finiva il trenta Giugno. Si entrava a scuola alla ore otto e mezza e si usciva per mezzogiorno e mezzo. Gli insegnanti erano piuttosto severi e come punizione usavano la bacchetta. Alla fine della scuola si riceveva un diploma e le ragazze che frequentavano la sua scuola in quel periodo venivano chiamate madrine di guerra. Per scrivere utilizzavano la penna e il pennino con il calamaio; tutte erano sedute in banchi doppi e in ogni banco c era un buco dove c era il porta penne che il bidello alla fine di ogni giornata riempiva di inchiostro. I loro giochi erano i più diversi, e tutti fatti per le strade, ad esempio pam-pam, palla contro il muro, palla prigioniera etc Al sabato sera in casa della signora, si ballava si cantava tutta la sera e l intervistata dice che non riesce a capire il perchè, ma a quei tempi si era più felici rispetto ad ora. Noi abbiamo tutto ed invece loro che, non avevano niente, o quasi, avevano sempre il sorriso, non erano mai tristi e avevano sempre una visione positiva su tutto. La signora Tina continua dicendo che il padre le raccontava delle storie e la sera tutti andavano in cucina ad ascoltarlo. Secondo lei se le inventava. Dice inoltre che a casa sua cantavano un pò di tutto e si era sempre contenti. Un gioco che si faceva a casa loro era che uno diceva una parola e bisognava fare una rima. A quel tempo bastava niente per ridere. Allora lavoravano solo gli uomini. Il padre della signora diceva che tutti, quando arrivava lui a casa; dovevano già esserci. Le ragazze per andare a ballare dovevano essere accompagnate dalla madre; era quella l occasione per in contrare dei ragazzi, e ci si parlava dandosi del lei. Quando ci si fidanzava, il primo bacio arrivava dopo molto tempo. Dopo questo racconto si capisce come si viveva e si cresceva nel mondo sessant anni fa. Si sorrideva di più rispetto ad oggi nonostante si avesse di meno. 3

4 La signora Santina: D. In che anno è nata? R. Sono nata nel D. Quando era bambina dove abitava? R. Io abitavo a Sapello. D. A casa sua, con sua figlia parlava l italiano o il dialetto genovese? R. Parlavo il dialetto genovese. D. Ha frequentato la scuola dell infanzia (asilo)? R. Si, sono andata all asilo e poi ho frequentato le scuole elementari per 5 anni. Ai miei tempi in terza elementare si faceva l esame e poi se ne faceva un altro in quinta elementare. Finita la quinta elementare non sono più potuta andare a scuola (alle medie) perché nel 40 era scoppiata la guerra (il 19 giugno 1940) e mio padre che era in marina è dovuto andare in guerra. Dopo un po è arrivata la notizia dalla capita neria di porto che la nave di mio papà era stata sabotata e che tutto l equipaggio era morto. Non potevo andare alle medie perché mia madre non mi poteva garantire i libri. Andavo allora a cucire. Mia madre mi disse: Figgia non posso garantirti i libri per andare a scuola e così ti ti vè a cuxì sia alla mattina che al pomeriggio. Le uniche cose che ho potuto imparare le ho apprese dai miei zii e da mia mamma. I miei zii erano: un ingegnere progettista, l altro disegnatore meccanico. Mia mamma invece era andata per molti anni in Toscana dove aveva studiato alle magistrali. D. Dove andava a scuola alle elementari? R. A scuola alle elementari andava a Prà vicino al municipio. D. Quanto durava la scuola Primaria (elementari)? R. La scuola iniziava il 1 ottobre e finiva verso giugno. In 5 elementare finì la scuola il 20 Giugno dopo aver fatto l esame. D. Quali materie insegnavano? R. Le materie erano: italiano, matematica, scienze e geografia. Avevamo 3 libri: in uno da una parte c era storia e dall altra c era geografia, in un altro da una parte c era matematica e dall altra c era scienze e poi avevamo un libricino nero di religione. Pensate che una volta, quando si andava a comprare i quaderni, si dovevano portare alla maestra che numerava pagina per pagina il quaderno. D. Quanti insegnanti aveva? R. Una sola insegnante. D. Venivano dati voti o giudizi? R. Venivano dati i giudizi come: lode, buono, ecc, ma il giudizio più importante era quello sulla condotta. D. Da che giorno a che giorno si frequentava la scuola? R. Non vi erano feste. Si faceva festa solo un giovedì del mese quando vi era la riunione dei maestri. D. Da che ora a che ora si andava a scuola? R. Si andava a scuola dalle 8.00 di mattina sino alle D. Gli insegnanti erano severi? D. Che punizioni adottavano nei confronti dei bambini? R. Gli insegnanti erano molto severi e bisognava rispettarli. Se non si faceva ciò che volevano loro ci davano l olio di merluzzo. In classe eravamo in ventinove e con lo stesso cucchiaio davano l olio di merluzzo a ventinove bambini. Una volta mi rifiutai di berlo e ancora oggi mi pento di averlo fatto. Il giorno dopo la maestra, prima mi fece inginocchiare con le mani sulle ginocchia sul granoturco e solo quando incominciarono a sanguinare le mani mi diede l olio di merluzzo. Arrivai a casa e dissi tutto a mia mamma (una volta bisognava dire tutto ai più anziani della famiglia). Si andava a dormire alle otto e prima si diceva il Rosario. Quando non facevamo quello che ci dicevano, mia nonna andava in salotto e prendeva ü brügastellu e me lo dava sulle gambe. Ancora oggi porto i segni lasciati da quel ramoscello. 4

5 Le pagelle di ieri: 5

6 Le pagelle di oggi: 6

7 Gli alunni di ieri: Gli alunni di oggi: 7

8 I regolamenti: ieri e oggi "ISTITUT0 TECNICO, COMMERCIALE STATALE CARLO ROSSELLI DI GENOVA" con i seguenti indirizzi ERICA (linguistico) - IGEA (economico) - MERCURIO (informatico) SESTRI PONENTE (GENOVA) - Via Giotto, 10 - Tel Fax Succursale GE- Voltri - Sede Associata di Campo Ligure REGOLAMENTO DI ISTITUTO CAPO I Principi generali Art. l II presente Regolamento è adottato dal Consiglio di Istituto ai sensi dell'art comma a, del D.Lgs. 297/1994 ed ha pertanto carattere vincolante. E' uno strumento a carattere formativo, che definisce le corrette norme relazionali e procedurali alle quali far riferimento, il cui rispetto diviene indice di consapevole e responsabile partecipazione alla vita scolastica. Esso è conforme ai principi e alle norme dello "Statuto delle Studentesse degli Studenti", emanato con il D.P.R 249/1998, del Regolamento dell'autonomia delle Istituzioni scolastiche, emanato con il D.P.R. 275/1999, del D.P.R 10 ottobre 567/1996, e sue modifiche e integrazioni, accoglie al suo interno le norme poste dall'ordinamento a tutela della personalità e dei dati sensibili come individuati dal Codice per la protezione dei dati personali dell' 1 gennaio 2004 e le normative per la sicurezza di cui al decr. lgsl. 626/90 Specie per quanto attiene alla tutela della salute e all'abbattimento delle barriere per una reale integrazione dei portatori di handicap. E' coerente e funzionale al Piano dell'offerta Formativa adottato dall'istituto. Art.2 Sono previsti dei documenti aggiuntivi per regolamentare singole discipline di rilevanza interna all Istituzione scolastica quali: regolamento per il fumo, regolamenti di classe, regolamenti specifici per l'utilizzo degli spazi attrezzati (laboratori, palestra, biblíoteca, sale studio), regolamento del Comitato Studentesco, regolamento dell'assemblea degli Studenti, procedure attuative secondo il sistema Qualità. E inoltre possibile dotarsi di altri regolamenti specifici, compresi quelli per disciplinare l'assemblea di classe. Detti regolamenti sono redatti e adottati tenendo conto della partecipazione attiva e responsabile di tutte le diverse componenti della comunità scolastica quale liberamente espressa attraverso gli organi attivati. Art. 3 La scuola favorisce e promuove la formazione della persona e assicura il diritto allo studio garantito a tutti dalla Costituzione. L'indirizzo culturale della scuola si fonda sui principi della Costituzione repubblicana, al fine di realizzare una scuola democratica, dinamica, aperta al rinnovamento didattico - metodologico e ad iniziative di innovazione e orientamento che tengano conto delle esigenze degli studenti nel pieno rispetto della libertà di insegnamento e della scelta scolastica delle famiglie nell' ambito della legislazione vigente. Sono considerati incompatibili con i criteri sopra enunciati, e quindi in ogni modo vietati, atti di intimidazione della libera e democratica espressione o partecipazione alla vita della scuola di tutte le componenti dell'istituto, manifestazioni di intolleranza e qualsiasi forma di violenza e discriminazione. 8

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