Analisi tecnico economica sui bacini di stoccaggio idrico in area montana

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1 Analisi tecnico economica sui bacini di stoccaggio idrico in area montana Dott. Ing. Claudio Francione Via Umberto I n. 63 Varallo (VC) c.francione@monterosa2000.com Dicembre 2016

2 Il sistema neve ha sempre rappresentato, nel suo complesso, uno dei principali prodotti turistici del Piemonte ed una risorsa economica ed occupazionale vitale per molte delle nostre valli alpine. Le sole stazioni associate ad Arpiet, l Associazione Regionale che rappresenta dal 1975 le principali aziende piemontesi esercenti il trasporto a fune in concessione, occupano circa 700 addetti a cui si devono aggiungere tutti gli occupati dell indotto (secondo i dati Istat ad un addetto agli impianti di risalita ne corrispondano 10 nel sistema neve ). Complessivamente, tenendo conto del turismo di giornata, il sistema economico legato allo sci su pista genera fra i 500 e i 720 milioni di euro a stagione. Il difficile avvio della stagione , caratterizzato dall assoluta carenza di precipitazioni nevose, in aggiunta alle anomale temperature che hanno impedito il regolare funzionamento degli attuali impianti d innevamento programmato, che per le loro caratteristiche non sono stati in grado di garantire una copertura nevosa sufficiente all apertura delle stazioni piemontesi, ha messo in luce come sia necessario non focalizzarsi sull individuazioni di soluzioni per fronteggiare l emergenza del momento, ma creare un piano di azione mirato al potenziamento dell innevamento programmato che riveste ormai un ruolo fondamentale, quale garante dell efficienza e della durata della stagione sciistica, per il mantenimento del livello occupazionale e per la programmazione dei flussi turistici nazionali ed internazionali. L innevamento programmato richiede sicuramente risorse energetiche ed idriche ma porta anche notevoli benefici alla comunità. Il cambiamento climatico in atto sta modificando la distribuzione delle precipitazioni nel corso delle stagioni che sono caratterizzate da un minor apporto di acqua nella stagione primaverile ed autunnale ed una maggiore frequenza tra l estate e l autunno; l innevamento quindi durante la stagione invernale sopperisce alla carenza di precipitazioni e garantisce una riserva d acqua per il periodo primaverile, ripristinando gli equilibri del ciclo idrologico. La scarsa disponibilità di neve che si sta verificando ciclicamente, ossia il fatto che la neve naturale non ci sia quando le esigenze economiche e turistiche la richiedono, ha spinto l Arpiet ad avviare, in accordo con l UNCEM Piemonte, un analisi relativa ad alcune ipotesi di realizzazione di bacini di stoccaggio idrico e di linee di adduzione e sistemi di pompaggio in area montana; uno studio che si inserisce nell ambito di un più ampio percorso che mira ad individuare le caratteristiche e le peculiarità che queste strutture dovrebbero presentare in termini di sostenibilità e costi e benefici, in rapporto alle molteplici riconosciute funzionalità che possono avere: garantiscono la ritenzione delle piene, la presenza dell acqua di falda, la protezione della natura, le attività ricreative, una funzione antincendio e di irrigazione. IL PRESIDENTE (Giampiero Orleoni)

3 Analisi tecnico-economica bacini di stoccaggio idrico in area montana INDICE 1 PREMESSA CONSIDERAZIONI SUL CAMBIAMENTO CLIMATICO GLI IMPIANTI DI INNEVAMENTO PROGRAMMATO I SISTEMI DI STOCCAGGIO IDRICO PER L INNEVAMENTO PROGRAMMATO LE ESIGENZE PIEMONTESI ANALISI E DESCRIZIONE TECNICO-ECONOMICA CONCLUSIONI ALLEGATI

4 Analisi tecnico-economica bacini di stoccaggio idrico in area montana 1 PREMESSA La presente analisi è stata commissionata da UNCEM Piemonte, in collaborazione con A.R.P.I.E.T. ed è volta ad analizzare le caratteristiche e le potenzialità di sviluppo inerenti la realizzazione e il potenziamento di bacini idrici artificiali situati in quota. Tali invasi risultano necessari in via prioritaria per costituire una riserva idrica utile per l alimentazione degli impianti di innevamento programmato a servizio delle stazioni sciistiche piemontesi oltre ad assolvere un ruolo multifunzionale nell ambito della tutela antincendio, dell utilizzo in agricoltura e di valenza turistica. L'UNCEM - Unione Nazionale Comuni, Comunità ed Enti montani rappresenta un Ente al quale, per la sola Delegazione piemontese, aderiscono: 50 Unioni montane di Comuni (eredi delle Comunità montane secondo quanto previsto dalla legge nazionale 56/2014 e dalle leggi regionali 11/2012 e 3/2014), 552 Comuni montani, 5 Province, 2 Consorzi Bim, il Formont e il Consorzio Pra Catinat. L'UNCEM Piemonte ha funzione di rappresentanza degli enti che lo costituiscono a livello regionale presso gli organi competenti per l'esame dei provvedimenti di interesse montano, allo scopo di valorizzare e sviluppare il territorio e le istituzioni; promuove il coordinamento delle attività delle Comunità montane e degli enti al fine di potenziarne le capacità di intervento collegandosi alle linee di programmazione europea, nazionale e regionale; promuove inoltre studi e ricerche per una migliore conoscenza della realtà montana. Pare evidente che il progressivo impoverimento e spopolamento delle Terre Alte del Piemonte è apparso negli ultimi anni decisamente incrementato dallo stato di crisi che ha colpito in generale la Regione e nello specifico le aree marginali che non risentono in alcun modo dell effetto delle aree metropolitane e nelle quali le attività economiche sono ridotte quasi ad uno stato di sussistenza. In tale contesto, le zone montane in cui sono presenti aree sciabili attrezzate e conseguentemente impianti funiviari per la pratica dello sci e degli sport invernali, costituiscono un evidente e fondamentale presidio sul territorio, che contrasta drasticamente la tendenza allo spopolamento di cui si è appena accennato, generando una fonte occupazionale diretta oltre a un importante volano economico per le attività turistiche ad esse collegate. La sostenibilità dell attività delle stazioni sciistiche piemontesi, che è bene ricordare hanno positivamente beneficiato dell evento olimpico di Torino 2006 sia in termini diretti, con riferimento alle aree ove si è svolta la manifestazione, sia in termini indiretti, grazie ai finanziamenti regionali derivanti dalle cosiddette Opere di accompagnamento, si trova ora a che fare con una serie di problematiche gestionali essenzialmente legate alle dinamiche naturali delle precipitazioni nevose e più in generale dell andamento climatico. In tale contesto e soprattutto per effetto delle condizioni meteorologiche delle ultime stagioni, ci si è resi conto che la disponibilità di una riserva idrica costituisce un elemento imprescindibile per sfruttare le ore utili al fine della produzione di neve programmata, che risultano ultimamente sempre più concentrate su poche finestre fredde. Il presente studio promosso da UNCEM Piemonte con il supporto di A.R.P.I.E.T. (Associazione regionale piemontese delle imprese esercenti trasporto a fune in concessione), l Associazione fondata nel 1975 che rappresenta e assiste le aziende piemontesi del settore degli impianti a fune in genere adibiti a trasporto pubblico di persone, rappresenta dunque un primo tentativo di approccio sistematico al problema, in modo da costituire un punto di partenza per ulteriori considerazioni ed analisi più specifiche e puntuali, volte ad individuare un possibile percorso di investimento nel settore. Dott. Ing. Claudio Francione 2

5 Analisi tecnico-economica bacini di stoccaggio idrico in area montana 2 CONSIDERAZIONI SUL CAMBIAMENTO CLIMATICO Il dibattito generale sul cambiamento climatico in corso sul nostro pianeta risulta particolarmente vivo; soprattutto negli ultimi anni esso ha dato luogo a programmi, condivisi a livello mondiale e volti a contrastare la generale tendenza all aumento globale della temperatura. Risulta piuttosto complesso, a livello tecnico e scientifico, trovare una univoca interpretazione dei dati e dei modelli previsionali sulle tendenze climatiche, che necessariamente si basano su serie storiche piuttosto lunghe, ma non comparabili con dinamiche climatiche di altra natura, che concernono invece periodi di riferimento che sfuggono anche alle misurazioni più antiche. Senza entrare in valutazioni scientifiche troppo spinte, che esulano dallo spirito del presente studio, si deve però prendere atto del fatto che l andamento della temperatura media, sia a livello globale che dell area italiana evidenzia una tendenza verso un generale incremento. Si riporta di seguito la serie storica delle temperature medie degli ultimi due secoli, riferita al trimestre autunnale (settembre-novembre fonte ISAC-CNR). nonché della media delle temperature minime sul medesimo periodo Dott. Ing. Claudio Francione 3

6 Analisi tecnico-economica bacini di stoccaggio idrico in area montana L esame dei due grafici evidenzia in maniera piuttosto netta che, pur nelle normali e consistenti fluttuazioni delle dinamiche climatiche legate alla temperatura, l andamento della temperatura negli ultimi tre decenni ha segnato una netta e indiscutibile tendenza al rialzo che, nei due secoli precedenti, non si era mai presentata. Riportiamo il grafico della temperatura media annua su medesimo periodo Dott. Ing. Claudio Francione 4

7 Analisi tecnico-economica bacini di stoccaggio idrico in area montana Il confronto, rispetto al solo periodo autunnale, evidenzia una tendenza rialzista media molto più marcata rispetto a quanto rilevato nel solo periodo autunnale, segno che, tutto sommato, salvo casi come quello dell estate 2015 caratterizzata da una piovosità molto elevata e conseguentemente da temperature medie anche al di sotto della norma, le estati degli ultimi decenni sono state caratterizzate da picchi di temperatura elevata molto frequenti, non ugualmente compensati da inverni altrettanto rigidi. Nel complesso, anche se un po semplicisticamente, si può quindi descrivere una tendenza media con estati torride e inverni miti, con stagioni intermedie abbastanza nella media, anche se con una leggera tendenza al rialzo. Tale tendenza complessiva, che comunque costituisce uno scenario di riferimento generalizzato con cui risulta impossibile non confrontarsi, va poi calata in un ambito più ridotto sia in termini spaziali che temporali, per poter effettuare delle considerazioni utili ai fini di una programmazione, che in termini temporali tenga conto di quanto avvenuto nel medio periodo e che si riferisca poi in termini geografici alla realtà piemontese delle terre alte. Riportiamo di seguito il grafico dell andamento dello zero termico per i mesi di novembre e dicembre del 2014 con riferimento al radiosondaggio di Milano Linate (fonte University of Wyoming elaborazioni Salvo due brevissime parentesi nella seconda quindicina di novembre ed a ridosso del Ponte dell Immacolata, il grafico evidenzia che lo zero termico si è mantenuto nettamente al di sopra dei 2000 m s.l.m. fino a Natale, dove poi c è stato un crollo delle temperature che si sono finalmente portate a regimi spiccatamente invernali. L autunno 2014 è stato però caratterizzato da una importante precipitazione collocata all inizio del mese di novembre con centro depressionario sul Golfo di Genova, che ha portato nelle Dott. Ing. Claudio Francione 5

8 Analisi tecnico-economica bacini di stoccaggio idrico in area montana Alpi Occidentali abbondanti nevicate sopra i 2000 m s.l.m., salvando l inizio della stagione almeno nelle stazioni sciistiche di alta quota, Il grafico dell andamento dello zero termico per i mesi di novembre e dicembre del 2015 con riferimento al medesimo radiosondaggio di Milano Linate (fonte University of Wyoming elaborazioni evidenzia un comportamento analogo a quello dell anno precedente ma con un finestra fredda molto significativa collocata fra il 20 novembre e il 1 dicembre e una successiva collocazione stabile dello zero termico superiormente ai 2000 m fino alla fine dell anno. Per una chiara lettura della situazione, va però evidenziata la totale assenza di precipitazioni autunnali, con una bolla di alta pressione che si è solo parzialmente interrotta alla fine di dicembre In tali condizioni, solo le stazioni che sono state in grado di sfruttare la finestra di fine novembre sono riuscite a dare avvio, almeno parzialmente, alla stagione invernale per i primi di dicembre. E evidente che l analisi di sole due stagioni non restituisce un quadro chiaro ai fini statistici e non può essere considerata l unica base per effettuare delle considerazioni scientifiche importanti; l esame però di quanto avvenuto negli ultimi due autunni restituisce un quadro piuttosto ripetitivo dell andamento degli ultimi anni, dove si sono viste alternativamente stagioni molto copiose di neve con stagioni aride ma sempre caratterizzate da periodi di basse temperature piuttosto limitati, con riferimento al periodo tardo autunnale e di inizio inverno. I regimi invernali degli ultimi anni sono poi stati caratterizzati da una ripresa del normale andamento nel corso del mese di gennaio con andamenti normali per febbraio e marzo. Si ritiene dunque che le considerazioni fin qui effettuate possano costituire un utile base di partenza per una corretta programmazione e valutazione degli investimenti strutturali in questo settore sul breve e sul medio periodo. Dott. Ing. Claudio Francione 6

9 Analisi tecnico-economica bacini di stoccaggio idrico in area montana 3 GLI IMPIANTI DI INNEVAMENTO PROGRAMMATO La produzione di neve programmata ha radici storiche piuttosto lontane ma comunque è sempre stata rivolta a coprire la necessità di innevamento delle piste in mancanza di precipitazioni nevose naturali. I primi esperimenti di produzione di neve risalgono al 1948 in Connecticut, negli Stati Uniti, dove si riporta il tentativo di innevare una piccola area spargendo del ghiaccio tritato finemente. Dopo due anni, nel 1950, sempre in Connecticut, è stato realizzato il primo macchinario per la produzione di neve, che comunque ricalcava i concetti che tuttora vengono utilizzati nei moderni impianti di innevamento. Dagli anni 50 ad oggi è stata fatta molta strada e l evoluzione tecnica degli impianti ha raggiunto livelli molto elevati, in particolare per quanto concerne l utilizzo efficiente delle risorse e il livello di automatismo. Il concetto di produzione della neve, che più correttamente è da definirsi neve programmata piuttosto che neve artificiale, cerca essenzialmente di ricreare il fenomeno di formazione dei cristalli di precipitazione che si ritrovano all interno delle nubi, in condizioni naturali. Nelle nuvole infatti, con determinate condizioni di temperatura, pressione e umidità, grazie alla presenza di agenti nucleanti costituiti essenzialmente da particelle solide in sospensione, si ha la formazione dei primi germi di acqua solidificata, dai quali prendono vita i cristalli veri e propri. E bene precisare che tutte le particelle di precipitazione si formano allo stato solido, per poi precipitare in forma solida o in forma liquida a seconda delle condizioni di temperatura che attraversano nel loro percorso di caduta lungo gli strati bassi dell atmosfera. All interno dei generatori di neve vengono veicolate acqua in pressione e aria compressa, che in particolari condizioni di temperatura e umidità atmosferica ricreano il processo di nucleazione, ovvero di formazione del cristallo derivante dalla solidificazione dell acqua, che evolve in grano di neve. Il processo di produzione della neve all interno dei generatori avviene compatibilmente con le condizioni di temperatura secca e di umidità relativa dell atmosfera, dalle quali si desume un parametro definito temperatura di bulbo umido o temperatura di saturazione adiabatica. Tale parametro, che viene calcolato dalla combinazione della temperatura secca e dell umidità, è quello che regola il funzionamento dei generatori di neve, per i quali ad un minor valore di temperatura umida corrisponde una maggior capacità di produzione della neve programmata. In generale la temperatura di bulbo umido diminuisce al diminuire della temperatura secca e diminuisce al diminuire della percentuale di umidità relativa dell atmosfera; sinteticamente si può quindi affermare che le condizioni ideali di funzionamento di un impianto di innevamento sono quelle caratterizzate da bassa temperatura e ridotta umidità relativa. Si riporta di seguito un esempio di come varia la temperatura umida al variare dell umidità, a parità di temperatura secca. Tsecca Umidità Tumida [ C] rel. [%] [ C] , , , , , ,7 Dott. Ing. Claudio Francione 7

10 Analisi tecnico-economica bacini di stoccaggio idrico in area montana I generatori di neve hanno un punto di inizio di funzionamento che si colloca fra i -2,5 e i -3,0 C di temperatura umida, anche se raggiungono i loro migliori livelli di rendimento fra i -6,0 e i -7,0 C di temperatura umida. Esistono varie tipologie di generatori di neve che sono essenzialmente riconducibili alle seguenti - generatori a ventola a bassa pressione - aste ad alta pressione a miscelazione esterna - aste ad alta pressione a miscelazione interna l ultima tipologia negli ultimi anni risulta parzialmente accantonata, ma rimane comunque presente su molteplici impianti di costruzione non recentissima. Nei confronti delle tre tipologie evidenziate, vi sono numerose varianti e declinazioni che caratterizzano l uno o l altro costruttore; risulta importante però evidenziare le caratteristiche tecniche specifiche di ciascuna delle tipologie evidenziate Le tipologie di innevatori presentano infatti delle caratteristiche differenti che costituiscono punti di forza e di debolezza a seconda del contesto in cui vengono installate. Le aste ad alta pressione a miscelazione esterna, sono costituiti da una struttura metallica tubolare con altezza media di circa 9 m dal piano campagna ed si trovano normalmente in versione centralizzata; essi costituiscono il prodotto di ultima generazione sul mercato degli innevatori ad alta pressione e presentano i seguenti vantaggi: bassissima potenza elettrica installata in pista centralizzazione di tutti i macchinari principali (pompe e compressori) buon risparmio energetico ridotti costi di gestione per la lavorazione con mezzi battipista della neve prodotta. d altro canto, presentano aspetti negativi quali: necessità di maggior prevalenza e quindi maggior potenza per le pompe innevatori installati in postazione fissa e quindi meno flessibili. Questa tipologia di innevatore esiste sia nella versione ad aria centralizzata (che quindi richiede una sala di compressione centralizzata ed una rete di distribuzione dell aria accanto a quella dell acqua) che nella versione con compressore a bordo: questo secondo caso, normalmente utilizzato in impianti preesistenti non dotati di rete di distribuzione aria, presenta lo svantaggio di richiedere una potenza elettrica installata in pista maggiore di quella con aria centralizzata ma comunque decisamente inferiore a quella dei generatori a ventola. I generatori a ventola a bassa pressione, in maniera quasi speculare hanno elevata potenza elettrica installata in pista aria compressa distribuita in pista sul singolo generatore costi di gestione elevati per la lavorazione con mezzi battipista della neve prodotta e spostamento dei generatori stessi d altro canto, presentano indubbi aspetti positivi quali: necessità di minor prevalenza e quindi minor potenza per le pompe innevatori normalmente installati in postazione mobile e quindi molto flessibili resa indiscutibilmente migliore alle temperature marginali Dott. Ing. Claudio Francione 8

11 Analisi tecnico-economica bacini di stoccaggio idrico in area montana Gli innevatori ad alta pressione a miscelazione interna hanno alcuni aspetti positivi in comune con le aste a miscelazione esterna: bassissima potenza elettrica installata in pista centralizzazione di tutti i macchinari principali (pompe e compressori) buon risparmio energetico ridotti costi di gestione per la lavorazione con mezzi battipista della neve prodotta. d altro canto, presentano aspetti negativi quali: necessità di elevatissima quantità di aria compressa innevatori installati in postazione fissa e quindi meno flessibili. Tutti i generatori presentano una serie di ugelli nucleatori e delle serie di ugelli per l emissione dell acqua. Dalla corona di ugelli nucleatori viene emessa una miscela di aria compressa e acqua in proporzioni stabilite che, alle giuste condizioni di temperatura e umidità atmosferica, determinano l innesco del fenomeno di formazione del cristallo di neve. Le successive corone di ugelli espellono soltanto acqua che, a contatto con l aria atmosferica e all interno del microclima creato dagli ugelli nucleatori, aumenta la produzione di neve. All attivazione dell innevatore, si apre solo la corona di ugelli nucleatori; successivamente, se le condizioni climatiche lo consentono, si aprono le altre corone di ugelli che incrementano la portata d acqua e conseguentemente la produzione di neve. I generatori a ventola possono funzionare con una rete con la sola alimentazione idrica, oltre ovviamente quella elettrica, dal momento che sono dotati usualmente di compressore a bordo; il processo di formazione del cristallo è analogo a quello appena descritto per le aste, con l unica differenza che i generatori a ventola sono dotati di una potente turbina che consente di investire il flusso idrico emesso dagli ugelli con un importante flusso d aria, che mantiene i cristalli in sospensione per un tempo più lungo rispetto alle aste e ne migliora il processo di crescita. Nell ambito dei processi descritti la capacità di accumulo idrico è indispensabile per garantire le portate istantanee necessarie per il funzionamento degli innevatori, a fronte di una portata in ingresso di solito ridotta ma continua. La portata istantanea degli innevatori è molto elevata poiché deve garantire la possibilità di sfruttamento delle condizioni climatiche ideali, che normalmente si verificano per poche notti durante la stagione invernale. Un moderno sistema di alimentazione delle condotte di adduzione a servizio degli innevatori è costituito da una sala per l alloggiamento dei compressori d aria centralizzati che alimentano tutti gli innevatori e da un sistema di pompaggio che garantisce la sufficiente pressione idrica agli ugelli (qualora non vi sia un carico idraulico naturale sufficiente per alimentarli), oltre a una zona di controllo dove giungono le linee di dialogo e ai punti di alimentazione della rete elettrica. Il dimensionamento del numero di innevatori e della conseguente portata istantanea, viene effettuato in funzione di alcuni parametri: il volume di neve da produrre (in base alla superficie da innevare e allo spessore del manto nevoso); il numero di ore durante le quali si deve produrre il volume stabilito; le condizioni climatiche (temperatura e umidità) che, statisticamente, si verificheranno durante le campagne di innevamento. Dott. Ing. Claudio Francione 9

12 Analisi tecnico-economica bacini di stoccaggio idrico in area montana Risulta abbastanza complesso ipotizzare a priori quali possano essere i cicli di innevamento durante una stagione invernale, tuttavia un indicazione di massima, che però si può ragionevolmente considerare come una soglia non superabile di utilizzo dell impianto, viene di seguito esposta. I momenti principali delle campagne di innevamento sono sostanzialmente tre: prima dell inizio della stagione sciistica (mese di novembre) prima delle festività natalizie (fine dicembre) prima del periodo di massima presenza di turisti per le settimane bianche (fine gennaio inizio febbraio). All interno dello scavo per la posa della linea di alimentazione trovano posto le normali componenti di un impianto di innevamento centralizzato, ovvero: linea acqua linea aria linea elettrica di bassa tensione cavo di dialogo e fibra ottica cavo di messa a terra nastro di segnalazione e, in aggiunta, se necessario per il funzionamento delle sale macchine o in relazione alle tipologie dei generatori di neve: linea elettrica di media tensione. 4 I SISTEMI DI STOCCAGGIO IDRICO PER L INNEVAMENTO PROGRAMMATO La risorsa fondamentale per il funzionamento degli impianti di innevamento programmato è rappresentata ovviamente dall acqua. Mentre l evoluzione tecnica dei macchinari ha consentito negli anni di ridurre il fabbisogno delle altre risorse, sia in termini di aria compressa che di energia, migliorando il livello di efficienza dei generatori senza ridurne la produttività, è evidente che la formazione di neve rimane vincolata all utilizzo dell acqua quale materia prima. Esistono varie forme per poter prelevare la risorsa idrica dall ambiente, che possono essere riassunte nelle seguenti tipologie: - prelievo da acqua superficiale o corpo idrico (fiume/torrente) o bacino naturale/artificiale esistente - prelievo da sorgente - prelievo da pozzo - prelievo da trincea drenante Vi è poi la possibilità di collettare acqua che si rende disponibile in esubero da reti idrauliche esistenti, che normalmente sono rappresentate da reti acquedottistiche; alternativamente vi sono anche casi in cui viene consentito lo spillamento direttamente da altre reti idrauliche, come ad esempio le condotte in pressione ad uso idroelettrico. L acqua prelevata da una fonte di approvvigionamento disponibile non risulta normalmente sufficiente in termini di portata istantanea per alimentare direttamente le reti di innevamento e i relativi generatori. Dott. Ing. Claudio Francione 10

13 Analisi tecnico-economica bacini di stoccaggio idrico in area montana Normalmente infatti i valori di dimensionamento della portata idrica processata all interno di una rete di innevamento programmato sono dell ordine delle centinaia di litri al secondo, mentre la disponibilità dalle fonti di approvvigionamento presenta ordini di grandezza dell ordine delle decine di litri al secondo, salvo rari casi. Per consentire dunque l alimentazione degli impianti con il regime istantaneo di portata conforme ai fabbisogni dei generatori, nel rispetto di una portata disponibile in maniera continua di un ordine di grandezza inferiore, risulta indispensabile procedere con la realizzazione di una capacità di compenso, che è rappresentata da un bacino di accumulo. La logica di funzionamento di tali sistemi di stoccaggio è analoga a quella dei serbatoi di compensazione delle reti acquedottistiche, ove vi è una portata mediamente costante in ingresso e una portata variabile in uscita, dipendente dai fabbisogni e dai prelievi determinati dalle singole utenze. Anche nel caso degli impianti di innevamento programmato il dimensionamento dei bacini di accumulo con le relative capacità di compenso viene effettuato in termini di bilanciamento fra la portata in ingresso, mediamente costante, e la portata in uscita, che si concentra nei momenti di funzionamento dell impianto e che risulta condizionata dalla disponibilità di condizioni climatiche utili, in termini di temperatura e umidità, per la produzione di neve programmata. Pare evidente che una maggior capacità di risorsa stoccata consente un incremento della portata idrica istantanea transitabile attraverso i generatori, con una conseguente riduzione dei tempi necessari per la produzione del volume di neve sufficiente per la copertura delle piste. Tale volume dunque garantisce e massimizza la possibilità di svincolare le necessità di produzione di neve dai momenti di prelievo della risorsa idrica dall ambiente, fino alla misura in cui, con una capacità di compenso correttamente dimensionata, si potrebbe giungere alla completa autonomia di funzionamento dell impianto con l acqua già stoccata, che potrebbe essere prelevata nei momenti di maggior disponibilità di risorsa naturale. L incremento dei volumi stoccati disponibili rappresenta quindi, pur a fronte di un necessario costo ambientale derivante dalla realizzazione del volume di stoccaggio, un considerevole e significativo miglioramento della compatibilità ambientale degli impianti di innevamento programmato; i bacini di stoccaggio consentono infatti una certa funzione di regolazione del regime idrologico delle fonti di approvvigionamento, che normalmente presentano i regimi di magra o di magra estrema proprio quando ci sono le migliori condizioni di funzionamento degli impianti di innevamento e viceversa si presentano in morbida o addirittura in piena ordinaria, quando gli impianti di innevamento sono fuori servizio. Le capacità di accumulo consentono dunque di superare questo asincronismo fra disponibilità di risorsa e necessità di consumo, annullando o riducendo molto le criticità idrologiche che spesso si concretizzano nei mesi tardo autunnali o invernali. Esistono varie tecniche per la realizzazione di capacità di stoccaggio idrico, anche se di fatto tutti i sistemi di invaso sono assimilabili a due tipologie principali: - gli invasi a cielo aperto - i serbatoi. Nel primo caso ci si riferisce alla realizzazione di vasche di accumulo nel terreno, normalmente in scavo rispetto al piano campagna e normalmente prive di una diga o sbarramento vero e proprio, ovvero con sbarramenti modesti in riporto di materiale, che al termine dei lavori assumono le caratteristiche simili a Dott. Ing. Claudio Francione 11

14 Analisi tecnico-economica bacini di stoccaggio idrico in area montana quelle di un laghetto alpino. La soluzione degli invasi o bacini a cielo aperto presenta indubbi vantaggi, in primis di carattere economico, ma anche legati alla multifunzionalità dell opera, che quasi sempre diventa anche un possibile sito di accumulo come riserva anticendio, per utilizzo anche nell agricoltura marginale e nelle attività agro-silvo-pastorali di montagna e turistiche. Tali strutture vengono normalmente collocate in depressioni o conche naturali del terreno, che deve presentare un andamento subpianeggiante, e vengono realizzate con un ampio scavo di sbancamento. Successivamente alla prima fase di sbancamento ed al posizionamento di eventuali infrastrutture e reti accessorie, costituite normalmente dalle tubazioni di alimentazione e di scarico, la superficie interna del bacino viene ricoperta da teli impermeabilizzanti che ne garantiscono la perfetta tenuta idraulica. La parte sommitale del bacino, sia per questioni estetiche che di sicurezza, viene completata con un pianerottolo nella sponda a circa 1,2-1,5 m sotto la quota di massimo invaso, grazie al quale nel caso di eventuale caduta di un malcapitato all interno del lago se ne evita l annegamento. Al di sopra del collare di sicurezza, si procede di solito con un rivestimento in pietra della sponda in modo tale che, a bacino pieno, non sia visibile l impermeabilizzazione. Il coronamento dei bacini viene di norma recintato per evitare l ingresso accidentale, ma in funzione della pendenza delle sponde e dell eventuale utilizzo promiscuo, può anche essere lasciato sgombro. Un aspetto tecnico dei bacini a cielo aperto riguarda la temperatura dell acqua stoccata e il congelamento dello strato superficiale. Trattandosi di invasi siti in montagna, nei mesi invernali potrebbero crearsi le condizioni per un congelamento della superficie dello specchio d acqua, accompagnato da una stratificazione dell acqua che potrebbe anche mantenere delle temperature piuttosto elevate negli strati profondi. Tale situazione, del tutto ininfluente ai fini del puro stoccaggio della risorsa idrica, rappresenta un limite relativo all utilizzo dell acqua per la produzione di neve. La temperatura ideale dell acqua per la produzione di neve programmata non deve infatti superare i 3-4 C e dunque una stratificazione del bacino con aumento della temperatura basale dell acqua potrebbe limitare l efficienza dei generatori. Per ovviare all inconveniente descritto, nei bacini a cielo aperto si provvede normalmente all installazione di un sistema di distribuzione di microbolle d aria sul fondo dell invaso denominato boullage. Tale sistema è costituito da una serie di anelli di tubazioni forate, ancorate sul fondo del bacino, nelle quali viene iniettata aria compressa; le microbolle così prodotte si liberano nell acqua provocando un moto ascensionale dal fondo verso la superficie che rimescola l acqua ed evita il congelamento della superficie. Tale moto consente anche un continuo scambio termico fra l aria esterna a bassa temperatura e l acqua stoccata, che conseguentemente si trova sempre alla temperatura ottimale. Gli aspetti potenzialmente negativi legati alla realizzazione dei bacini a cielo aperto sono invece rappresentati dall impatto ambientale legato alla costruzione del manufatto, che richiede comunque notevoli movimenti di terreno, un occupazione di superficie naturale piuttosto significativa in rapporto al volume di acqua stoccata e la necessità di un area per la collocazione del materiale di risulta dello scavo. In termini geometrici, i bacini a cielo aperto non hanno vincoli specifici tecnici o costruttivi, fatta salva l idoneità del sito nel quale devono essere realizzati. Attualmente in Italia il bacino per innevamento di maggiori dimensioni è stato realizzato nel 2014 a Madonna di Campiglio ed è il cosiddetto Lago Montagnoli; esso ha le seguenti caratteristiche geometriche: - volume stoccato m 3 - superficie specchio d acqua m 2 - lunghezza del coronamento 1 km Dott. Ing. Claudio Francione 12

15 Analisi tecnico-economica bacini di stoccaggio idrico in area montana - profondità massima 12 m - quota sul livello del mare m Normalmente comunque le dimensioni medie dei bacini di stoccaggio presenti nelle stazioni sciistiche risultano dell ordine dei m 3. I serbatoi sono usualmente rappresentati da strutture vere e proprie, di solito in calcestruzzo armato e costituiscono delle vasche normalmente chiuse in posizione interrata o seminterrata, solo raramente fuori terra. I serbatoi hanno una serie di pregi legati al bassissimo impatto ambientale, soprattutto se completamente interrati, ma presentano limiti costruttivi dovuti alle dimensioni geometriche ed ai costi di realizzazione. Essi presentano forme di tipo parallelepipedo o circolari o miste, con una fondazione a piastra e un solaio di copertura; sono poi completati con pilastrature interne o con anelli verticali concentrici di sostegno. Essendo essenzialmente interrati possono anche essere collocati al di sotto delle piste da sci o comunque reinerbiti per un utilizzo di tipo agricolo. Di norma è difficile che il volume stoccato all interno di serbatoi di questo tipo superi i m 3, per le motivazioni costruttive ed economiche appena evidenziate. Altro aspetto negativo dei serbatoi, sotto il profilo ambientale, è rappresentato dalla notevole quantità di calcestruzzo che deve essere trasportata in cantiere per la realizzazione delle strutture, che comunque normalmente richiede un notevole numero di mezzi e dunque un impatto cantieristico molto significativo. 5 LE ESIGENZE PIEMONTESI A seguito di un indagine esplorativa condotta da A.R.P.I.E.T. presso i propri Associati, poi allargata anche ad alcuni Enti pubblici caratterizzati dalla presenza di stazioni sciistiche, sono state raccolte alcune istanze che hanno evidenziato l esigenza di nuove capacità di stoccaggio ovvero di ampliamento delle capacità esistenti. In particolare dopo una prima disamina, che si è resa necessaria per comprendere se vi erano delle esigenze a livello piemontese in merito all argomento, si è provveduto a standardizzare un modello di scheda di richiesta dei dati, che è stato inoltrato a tutti gli interessati affinché provvedessero alla compilazione. A seguito di questo secondo invio e dopo una prima scrematura di base, sono state definite compiutamente 15 schede di intervento, distribuite in maniera abbastanza omogenea sul territorio piemontese. Di seguito la distribuzione per provincia delle istanze pervenute Dott. Ing. Claudio Francione 13

16 Analisi tecnico-economica bacini di stoccaggio idrico in area montana Le istanze pervenute riguardano quasi tutte realità in cui è già presente una capacità di stoccaggio e un impianto di innevamento programmato. Il volume stoccato allo stato attuale con la ripartizione per provincia risulta Senza entrare immediatamente nel merito delle richieste pervenute, è bene evidenziare che vi è un caso, costituito da Bielmonte, nel quale la stazione, a seguito di un opportuno studio di fattibilità, ha ritenuto di non ipotizzare la realizzazione di un nuovo bacino, ma di realizzare una condotta di adduzione molto significativa, con relativa stazione di pompaggio, che consentirebbe di prelevare acqua da un invaso artificiale esistente, ad oggi utilizzato ad uso irriguo. Analogamente la stazione dell Alpe di Mera, ha previsto la realizzazione di un bacino di stoccaggio aggiuntivo rispetto a quello esistente, oltre a una linea di adduzione che da un corso d acqua di fondo valle consenta un potenziamento della fonte di approvvigionamento attuale, così come la stazione di Prato Nevoso. Anche altre stazioni, pur con esigenze non così significative in termini di impatto sull investimento, hanno comunque evidenziato la necessità di Dott. Ing. Claudio Francione 14

17 Analisi tecnico-economica bacini di stoccaggio idrico in area montana linee di adduzione o di opere accessorie. Ove il costo delle opere accessorie è stato scorporato da parte dei Proponenti, esso non è stato tenuto presente nei grafici e nelle statistiche di seguito evidenziate per le sole capacità di stoccaggio. Per le stazioni dove sono stati previsti più interventi in termini di bacini di stoccaggio, nelle statistiche si è provveduto a sommare i volumi di stoccaggio e i conseguenti investimenti. Non è stata considerata la scheda pervenuta dalla ALP-SERVICE S.r.l., relativa agli impianti di Crissolo Pian della Regina (CN), in quanto non prevedeva alcun ampliamento o investimento necessario. Si segnala che il Proponente codificato come R6, che corrisponde alla Società L.I.F.T. di Limone Piemonte ha evidenziato una necessità molto significativa con tre nuovi invasi dei quali uno della capacità stimata di m 3. L inserimento di tale dato nelle statistiche e nei grafici successivi ha dunque portato ad una parziale compressione delle proposte effettuate da parte delle altre stazioni, con un conseguente sbilanciamento a favore della Provincia di Cuneo, sia in termini di volumi che di necessità di risorse economiche. Il volume stoccato futuro in relazione alle richieste potenziali con la ripartizione per provincia risulta Si riporta di seguito un breve riepilogo delle istanze analizzate con la relativa codifica e collocazione geografica Dott. Ing. Claudio Francione 15

18 Analisi tecnico-economica bacini di stoccaggio idrico in area montana CODICE PROPONENTE COMUNE PROV. AREA R1 Frabosa Ski 2000 S.p.A. Frabosa Soprana CN Mondolé Ski R2 Comune di Argentera Argentera CN Argentera R3 Artesina S.p.A. Frabosa Sottana CN Mondolé ski R4 Prato Nevoso S.p.A. Frabosa Sottana CN Mondolé ski R5 Comune di Bagnolo Piem. Bagnolo Piem. CN Rucaski R6 L.I.F.T. S.p.A. Limone Piem. CN Riserva Bianca R7 Sciovie Cardini S.r.l. Roburent CN Roburent R8 Comune di Sampeyre Sampeyre CN Sampeyre R9 Monterosa 2000 S.p.A. Alagna Valsesia VC Monterosa ski R10 EZ Real Estate S.r.l. Trivero CN Bielmonte R11 Sciovie Lusentino S.r.l. Domodossola VCO Domobianca R12 Alpe di Mera S.p.A. Scopello VC Alpe di Mera R13 Colomion S.p.A. Bardonecchia TO Bardonecchia R14 Comune di Prali Prali TO Prali R15 Dedalo S.r.l. Chiomonte TO Pian del Frais Il volume per singolo proponente in termini attuali e finali risulta invece Con riferimento alle indicazioni di natura economica, contenute nelle schede compilate dai proponenti relative al solo costo di realizzazione delle nuove capacità di stoccaggio, siano esse in ampliamento o di nuova costruzione, si può evidenziare il seguente grafico Dott. Ing. Claudio Francione 16

19 Analisi tecnico-economica bacini di stoccaggio idrico in area montana In termini di prezzo rapportato al volume di acqua in stock aggiuntiva per ciascun proponente è stato individuato il seguente andamento esso permette di calcolare una linea di tendenza che si assesta su un valore compreso tra i 30 e i 35 /m 3 di acqua di nuovo stoccaggio. E chiaro che tale valore può presentare forti e significative variazioni in rapporto alle condizioni specifiche che si possono ritrovare nei vari siti. Svariati sono infatti i parametri morfologici, costruttivi e cantieristici che possono influenzare tale prezzo in rapporto al volume unitario; rimane tuttavia valido che un parametro come quello ricavato può essere considerato come un buon valore di riferimento per valutazioni tecnico-economiche speditive circa la fattibilità e la sostenibilità di determinati interventi. Come anticipato precedentemente in alcuni casi è stata evidenziata la necessità, in alternativa o in aggiunta alla realizzazione di bacini di stocaggio nuovi o in ampliamento, di realizzare delle linee di adduzione idrica che consentano, da fonti di approvvigionamento consistenti, di alimentare i bacini di stoccaggio esistenti o di nuova costruzione. Dott. Ing. Claudio Francione 17

20 Analisi tecnico-economica bacini di stoccaggio idrico in area montana Tali soluzioni rappresentano, in alcuni casi, delle valide alternative alla realizzazione di nuovi accumuli, poiché consentono di sfruttare meglio accumuli esistenti, rispetto ai quali i fabbisogni per l alimentazione degli impianti di innevamento non hanno una significativa incidenza, ovvero fonti idriche estremamente abbondanti. Normalmente tali interventi richiedono la posa di una condotta e la realizzazione di una o più stazioni di pompaggio che consentono di trasferire la risorsa idica agli impianti. Nei casi proposti, le necessità di condotte di adduzione, che sono state quantificate a parte rispetto all importo dell investimento per la realizzazione del singolo bacino, si riferiscono alla realtà di Prato Nevoso, di Limone Piemonte, di Bielmonte e dell Alpe di Mera; le altre consistono invece in opere marginali che non incidono in maniera significativa sul costo di realizzazione dei vari sistemi di accumulo proposti. 6 ANALISI E DESCRIZIONE TECNICO-ECONOMICA Si analizzano di seguito sinteticamente le realtà emerse dalle schede di intervento evidenziando gli aspetti significativi e i contesti nei quali sono stati proposti gli investimenti. SCHEDA R1 Il Proponente è la Società Frabosa Ski 2000 con sede a Frabosa Soprana (CN), facente parte del più ampio comprensorio sciistico del Mondolé Ski, insieme ad Artesina e a Prato Nevoso. La Frabosa ski 2000 presenta oggi due bacini di accumulo da 500 m 3 e da 2000 m 3 di stoccaggio che garantiscono una percentuale di innevamento programmato sulle piste di sci della propria area di comprensorio pari al 35% circa dei 19 km di piste di propria competenza. Obiettivo della Società sarebbe quello di incrementare entrambi i bacini esistenti portandoli rispettivamente a 4000 m 3 e a m 3 per un totale di m 3 di volume stoccato. L investimento complessivo evidenziato si assesta su un importo di Euro per ciascun bacino, per un totale di Euro SCHEDA R2 Il Proponente è il Comune di Argentera in provincia di Cuneo posto al termine della valle Stura dove sono presenti tre sciovie e una seggiovia. Le piste dell area di Argentera, con uno sviluppo di circa 16 km, sono coperte per una percentuale di circa il 24% da impianti di innevamento programmato, che però risulta completamente privo di sistemi di accumulo. Il Comune di Argentera avrebbe intenzione di procedere con la realizzazione di un nuovo bacino della capacità di m 3 esa servizio dell impianto esistente; in accoppiamento sarebbe necessaria anche la realizzazione di una condotta di adduzione che prelevando da una sorgente, non ancora in concessione, alimenterebbe il bacino. L investimento complessivo evidenziato si assesta su un importo di Euro per bacino e opere accessorie. SCHEDA R3 Il Proponente è la Società Artesina S.p.A. con sede a Frabosa Sottana (CN), facente parte del più ampio comprensorio sciistico del Mondolé Ski, insieme ad Frabosa Soprana e a Prato Nevoso. La Artesina S.p.A. presenta oggi un bacino di accumulo da m 3 di stoccaggio che garantisce una percentuale di innevamento programmato sulle piste di sci della propria area di comprensorio pari al 35% circa dei 60 km di Dott. Ing. Claudio Francione 18

21 Analisi tecnico-economica bacini di stoccaggio idrico in area montana piste di propria competenza. Obiettivo della Società sarebbe quello di intervenire sul bacino esistente con un intervento di manutenzione straordinaria volto a riportare la capacità effettiva del bacino esistente a m 3 e realizzare un nuovo invaso della capacità di m 3 per un totale di m 3 di volume stoccato. L investimento complessivo evidenziato si assesta su un importo di Euro per la manutenzione straordinaria del bacino esistente e di Euro per la realizzazione del nuovo invaso, per un totale di Euro SCHEDA R4 Il Proponente è la Società Prato Nevoso S.p.A. con sede a Frabosa Sottana (CN), facente parte del più ampio comprensorio sciistico del Mondolé Ski, insieme ad Frabosa Soprana e ad Artesina. La Prato Nevoso S.p.A. presenta oggi due bacini di accumulo da m 3 e da m 3 di stoccaggio che garantiscono una percentuale di innevamento programmato sulle piste di sci della propria area di comprensorio pari al 57% circa dei 26 km di piste di propria competenza. Obiettivo della Società sarebbe quello di realizzare una terza capacità di stoccaggio aggiuntiva del volume di m 3 che consetirebbe dunque di raggiungere un volume complessivo di m 3 di stoccaggio. L investimento evidenziato per la sola realizzazione del bacino si assesta su un importo di Euro a cui però si devono aggiungere due linee di adduzione da Euro ciascuna, che porterebbero dunque l investimento complessivo a Euro SCHEDA R5 Il Proponente è il Comune di Bagnolo Piemonte in provincia di Cuneo, nel quale è presente, in Località Rucas, la stazione sciistica Rucaski. Al momento la stazione non risulta dotata né di impianto di innevamento programmato né di bacini di accumulo e si sviluppa su un piccolo comprensorio di 6 km di piste. Il Comune di Bagnolo avrebbe intenzione di procedere con la realizzazione di un nuovo bacino di accumulo della capacità di m 3 ; in accoppiamento sarebbe necessaria anche la realizzazione di una condotta di adduzione con stazione di pompaggio. L investimento complessivo stimato si assesta su un importo di Euro per bacino e opere accessorie. SCHEDA R6 Il Proponente è la Società L.I.F.T. S.p.A. che gestisce il comprensorio Riserva Bianca di Limone Piemonte (CN). La L.I.F.T S.p.A. risulta dotata oggi di un solo bacino di accumulo da m 3.che consente una copertura di circa il 30% dell area sciabile gestita, con l impianto di innevamento esistente. Obiettivo della Società sarebbe quello di realizzare tre nuovi invasi della capacità rispettivamente di m 3 in Loc. Formosa, di m 3 in Loc. Lagone e di m 3 in Loc. San Lorenzo di Limonetto che consentirebbe dunque di raggiungere un volume complessivo di m 3 di stoccaggio. L investimento evidenziato per la sola realizzazione dei tre bacini si assesta su un importo rispettivamente di Euro per il bacino in Loc. Formosa, di Euro per quello in Loc. Lagone e di Euro per quello in Loc. San Lorenzo di Limonetto, per un totale limitato ai soli bacini di Euro Ciascun invaso deve però essere a sua volta dotato di linea di adduzione e di connesso pompaggio che quindi richiede nello stesso ordine un impegno di Euro per il primo, di Euro per il secondo e Dott. Ing. Claudio Francione 19

22 Analisi tecnico-economica bacini di stoccaggio idrico in area montana di Euro per il terzo; tale opere accessorie portano dunque a un investimento complessivo di Euro SCHEDA R7 Il Proponente è la Società Sciovie Cardini S.r.l. con sede in Comune di Roburent (CN), che si occupa dell area sciabile denominata San Giacomo Cardini Ski. Al momento la stazione non risulta dotata né di impianto di innevamento programmato né di bacini di accumulo e si sviluppa su un piccolo comprensorio di 12 km di piste. Il proponente avrebbe intenzione di procedere con la realizzazione di un nuovo bacino di accumulo della capacità di m 3 ; in accoppiamento sarebbe necessaria anche la realizzazione di una condotta di adduzione con stazione di pompaggio. L investimento complessivo stimato si assesta su un importo di Euro per bacino e opere accessorie. SCHEDA R8 Il Proponente è il Comune di Sampeyre (CN) caratterizzato dalla presenza dell omonimo piccolo comprensorio sciistico. Al momento la stazione risulta dotata di impianto di innevamento programmato che consente di coprire una percentuale pari al 30% del comprensorio costituito da 12 km di piste, ove tuttavia non sono presenti bacini di accumulo. Il proponente avrebbe intenzione di procedere con la realizzazione di due nuovi invasi della capacità di m 3 e di m 3, con una capacità di invaso complessiva di m 3. In accoppiamento sarebbe necessaria anche la realizzazione di due condotte di adduzione con stazione di pompaggio. L investimento derivante dal primo intervento ammonta a Euro mentre quello inerente il secondo ammonta a Euro , per un importo totale di Euro SCHEDA R9 Il Proponente è la Società a capitale pubblico Monterosa 2000 S.p.A. di Alagna Valsesia (VC), gestore del versante piemontese del Comprensorio Monterosa ski. Al momento la stazione risulta dotata di tre serbatoi interrati in c.a. della capacità di 5000 m 3, 9000 m 3 e 5000 m 3, per un totale di m 3 di acqua i quali consentono di alimentare un impianto di innevamento programmato che copre l 80% della superficie delle piste esistenti. Obiettivo del Proponente sarebbe quello di realizzare un ulteriore nuovo invaso della capacità di m 3, portanto così il volume complessivo disponile a m 3. L investimento per la realizzazione del nuovo bacino è stimato in Euro e non sono necessarie particolari opere accessorie. SCHEDA R10 Il Proponente è la Società EZ Real Estate S.r.l. proprietaria degli impianti dell area sciabile di Bielmonte Oasi Zegna in provincia di Biella. L area sciabile risulta dotata di un impianto di innevamento programmato che consente di coprire il 70% circa delle piste disponibili, con un piccolo serbatoio di alimentazione dell impianto della capacità di 500 m 3. Dopo varie valutazioni il Proponente ha ritenuto che la soluzione migliore per superare le problematiche di approvvingionamento sia quella di realizzare una nuova condotta di adduzione con annessa stazione di pompaggio a partire dal non lontano lago artificiale di Camandona. Dott. Ing. Claudio Francione 20

23 Analisi tecnico-economica bacini di stoccaggio idrico in area montana Tale invaso presenta una capacità tale da non essere sostanzialmente toccato da un eventuale prelievo funzionale all innevamento programmato. L intervento in progetto si risolverebbe dunque nella realizzazione di una condotta in spillamento dal lago esistente, della lunghezza di circa 5 km, con stazione di pompaggio; il tutto per un investimento complessivo di circa Euro SCHEDA R11 Il Proponente è la Società Sciovie Lusentino Moncucco S.r.l. con sede a Domodossola (VCO), gestore del comprensorio sciistico di Domobianca. La Sciovie Lusentino Moncucco S.r.l. risulta oggi dotata di un bacino di stoccaggio da m 3 che garantiscono una percentuale di innevamento programmato sulle piste di sci del comprensorio pari all 80% circa dei 21 km di piste. Obiettivo della Società sarebbe quello di potenziare la capacità di stoccaggio esistente fino al volume di m 3. L investimento evidenziato per l ampliamento del bacino esistente si assesta su un importo di Euro senza necessità di ulteriori opere accessorie. SCHEDA R12 Il Proponente è la Società a capitale interamente pubblico Alpe di Mera S.p.A. con sede a Scopello (VC), gestore del comprensorio sciistico dell Alpe di Mera. L Alpe di Mera risulta oggi dotata di un bacino di stoccaggio della capacità di m 3 che garantiscono una percentuale di innevamento programmato sulle piste di sci del comprensorio pari al 60% circa del totale. L intervento in progetto si articola in due aspetti: il primo è quello di realizzare una ulteriore capacità di invaso m3, da collegare con la rete esistente, il secondo prevede invece di potenziare la fonte di approvvigionamento dell acqua con una linea di adduzione proveniente da fondo valle. Grazie al primo intervento si arriverebbe dunque a una capacità complessiva stoccata di m 3, con un costo di investimento di Euro L importo stimato invece per la realizzazione della condotta di adduzione e della stazione di pompaggio risulta pari a Euro L investimento complessivo risultante ammonta dunque a Euro SCHEDA R13 Il Proponente è la Società Colomion S.p.A. con sede a Bardonecchia (TO), gestore del comprensorio sciistico Bardonecchia Ski. La Colomion S.p.A. risulta oggi dotata di quattro punti di accumulo: un bacino a cielo aperto denominato del Bosco della capacità di m 3, un serbatoio in c.a. coperto denominato del Chesal della capacità di m 3, un bacino a cielo aperto denominato Planà della capacità di m 3, un bacino a cielo aperto denominato FISI della capacità di m 3, i quali, per un totale di acqua di m 3, garantiscono una percentuale di innevamento programmato sulle piste di sci del comprensorio pari al 40%. Obiettivo della Società sarebbe quello di potenziare la capacità di stoccaggio esistente attraverso la realizzazione di un nuovo invaso a cielo aperto del volume di m 3, determinando dunque un volume finale di m 3. L investimento evidenziato per la realizzazione del nuovo bacino si assesta su un importo di Euro con necessità di alcune reti accessorie di collegamento. Dott. Ing. Claudio Francione 21

24 Analisi tecnico-economica bacini di stoccaggio idrico in area montana SCHEDA R14 Il Proponente è il Comune di Prali (TO), in Val Germanasca, dove ha sede la stazione sciistica Prali Ski. L area sciabile risulta oggi dotata di un bacino di stoccaggio da m 3 che garantiscono una percentuale di innevamento programmato sulle piste di sci del comprensorio pari al 30% circa dei 25 km di piste. Obiettivo della Società sarebbe quello di potenziare la capacità di stoccaggio esistente fino al volume di m 3. L investimento evidenziato per l ampliamento del bacino esistente si assesta su un importo di Euro senza necessità di ulteriori opere accessorie. SCHEDA R15 Il Proponente è la Società Dedalo S.r.l., proprietaria degli impianti siti in Comune di Chiomonte (TO) nell area del Pian del Frais, dove ha sede l omonima stazione sciistica. L area sciabile risulta oggi dotata di un bacino di stoccaggio da m 3 che garantiscono una percentuale di innevamento programmato sulle piste di sci del comprensorio pari al 30% circa dei 25 km di piste. Obiettivo della Società sarebbe quello di realizzare un nuovo bacino di accumulo della capacità di m 3, portando il volume totale disponibile a m 3. L investimento evidenziato per la realizzazione del nuovo invaso si assesta su un importo di Euro senza necessità di ulteriori opere accessorie. Riassumendo le necessità di investimento descritte, per ciascun proponente si ricava la seguente tabella. CODICE PROPONENTE AREA INV. CONDOTTE INV. BACINI INV. TOTALE R1 Frabosa Ski 2000 S.p.A. Mondolé Ski R2 Comune di Argentera Argentera R3 Artesina S.p.A. Mondolé ski R4 Prato Nevoso S.p.A. Mondolé ski R5 Comune di Bagnolo P. Rucaski R6 L.I.F.T. S.p.A. Riserva Bianca R7 Sciovie Cardini S.r.l. Roburent R8 Comune di Sampeyre Sampeyre R9 Monterosa 2000 S.p.A. Monterosa ski R10 EZ Real Estate S.r.l. Bielmonte R11 Sciovie Lusentino S.r.l. Domobianca R12 Alpe di Mera S.p.A. Alpe di Mera R13 Colomion S.p.A. Bardonecchia R14 Comune di Prali Prali R15 Dedalo S.r.l. Pian del Frais TOT Dott. Ing. Claudio Francione 22

25 Analisi tecnico-economica bacini di stoccaggio idrico in area montana La tabella soprastante, resa graficamente, si può così rappresentare Sinteticamente dunque, le richieste presentate porterebbero ad una necessità di investimento globale di poco inferiore ai 16,2 milioni di Euro dei quali 4,7 milioni di Euro per opere di adduzione e pompaggio e 11,5 milioni di Euro circa per la realizzazione di nuove capacità di stoccaggio a fronte di un risultato finale di m 3 di acqua in stock rispetto ai m 3 attualmente disponibili, con un incremento del 306% della capacità di stoccaggio idrico ad uso innevamento e accessori. Per completezza a questa considerazione va poi aggiunto il miglioramento gestionale e di approvvigionamento delle nuove condotte di adduzione, che garantirebbero un consistente incremento di portata in ingresso disponibile alle capacità esistenti ed a quelle nuove in progetto. 7 CONCLUSIONI Le aree sciabili piemontesi rappresentano una importante e fondamentale realtà economica delle Terre Alte, che spesso sopravvivono allo spopolamento e alla desertificazione sociale soltanto grazie alla presenza degli impianti funiviari. Dal punto di vista dell offerta, le stazioni sciistiche piemontesi sono varie e diversificate, sia sotto il profilo della dimensione che del target della propria clientela che della tipologia di prodotto. In questo quadro, un sicuro filo conduttore è rappresentato dalla scarsità di precipitazioni nevose delle ultime stagioni, a cui si accompagnano, soprattutto all inizio dell inverno, climi particolarmente miti con pochi e brevi periodi in cui è possibile azionare gli impianti di innevamento. Tale contesto evidenzia, fra le problematiche principali degli impianti di innevamento piemontesi, la scarsità della risorsa idrica disponibile che condiziona il funzionamento della rete idrica di alimentazione dei generatori di neve situati in pista. Se a ciò si aggiunge, almeno in alcuni casi, la collocazione altitudinale delle stazioni sciistiche, che spesso non favorisce la persistenza per lunghi periodi delle condizioni di freddo intenso e scarsa umidità adatte al funzionamento dell impianto di innevamento, il rischio concreto che gli impianti non possano essere messi in esercizio per il tempo sufficiente per produrre la quantità di neve necessaria all apertura delle stazioni nelle tempistiche prestabilite risulta molto concreto. Dott. Ing. Claudio Francione 23

26 Analisi tecnico-economica bacini di stoccaggio idrico in area montana La tendenza recente delle principali stazioni sciistiche è infatti quella di dimensionare gli impianti di produzione di neve programmata affinché si riesca a produrre tutta la neve necessaria in poche ore, durante le quali si verificano le condizioni climatiche di massima efficienza per il funzionamento dei generatori di neve. Ciò porta alla necessità di portata idriche istantanee molto significative che possono essere garantite da opere di presa importanti o da volumi di acqua stoccata ben dimensionati. Su incarico di UNCEM-Piemonte e con la collaborazione di A.R.P.I.E.T. sono state prese in esame una serie di istanze provenienti dalle stazioni sciistiche piemontesi, che hanno evidenziato uno stato dell arte piuttosto in affanno in termini di volumi di acqua disponibile, che richiede dunque una serie di importanti interventi strutturali di investimento, necessari per raggiungere delle capacità di invaso adeguate per garantire la possibilità di ricoprire con neve programmata le piste piemontesi in tempo utile. Dall indagine effettuata sono emerse almeno quindici realtà nelle quali risultano necessari interventi di ampliamento o di nuove costruzioni, a cui si accompagnano in taluni casi anche fabbisogni in termini di condotte di adduzione principali. Il piano complessivo di investimenti a livello regionale risulta sicuramente consistente, ma strettamente necessario per il sostegno di un comparto fondamentale per tutte le attività economiche della montagna piemontese. Esso si riconduce, per le sole aree indagate a una necessità di investimento globale di poco inferiore ai 16,2 milioni di Euro dei quali 4,7 milioni di Euro per opere di adduzione e pompaggio e 11,5 milioni di Euro circa per la realizzazione di nuove capacità di stoccaggio a fronte di un risultato finale di m 3 di acqua in stock rispetto ai m 3 attualmente disponibili, con un incremento del 306% della capacità di stoccaggio idrico ad uso innevamento e accessori, rispetto a quella esistente nelle aree indagate. Per completezza a questa considerazione va poi aggiunto il miglioramento gestionale e di approvvigionamento delle nuove condotte di adduzione, che garantirebbero un consistente incremento di portata in ingresso disponibile alle capacità esistenti ed a quelle nuove in progetto. Lo scenario descritto costituisce dunque un punto di partenza per effettuare le dovute riflessioni necessarie ad individuare dei criteri di priorità utili a definire un possibile piano di interventi mirati a realizzare quanto richiesto, auspicando anche un indispensabile intervento pubblico a sostegno di un comparto in estremo affanno, senza il quale le popolazioni delle Terre Alte non potranno far altro che lasciarsi trascinare nel completo spopolamento. 8 ALLEGATI - cartografia di inquadramento generale del Piemonte - schede monografiche di intervento Dott. Ing. Claudio Francione 24

27 Analisi tecnico-economica bacini di stoccaggio idrico in area montana Cartografia di inquadramento generale del Piemonte Dott. Ing. Claudio Francione 25

28 CODICE SCHEDA Estratto cartografico 1: R1

29 CODICE SCHEDA R1 PROPONENTE DENOMINAZIONE DESCRIZIONE SINTETICA ENTE PUBBLICO FRABOSA SKI 2000 SPA Frabosa Soprana (CN) Comprensorio sciistico MONDOLE' SKI Frabosa Soprana costituisce con le stazioni sciistiche di Prato Nevoso e Artesina il comprensorio del Mondole Ski. Il proponente gestisce 19 km di piste, servite da 5 seggiovie, 1 sciovia e 1 tapis roulant NO, Società di gestione impianti STATO ATTUALE COPERTURA INNEVAMENTO ARTIFICIALE BACINO di STOCCAGGIO NUOVO BACINO 35,36% Per l'innevamento programmato sono presenti due invasi artificiali impermeabilizzati senza sbarramento in loc. Bernie e in loc. Mongrosso, rispettivamente con una capacità di 500 mc e mc Al fine di potenziare il bacino di stoccaggio per l'innevamento artificiale si preve un ampliamento dei due bacini esistenti, portanto il bacino in loc. Bernie ad una capacità massima pari a mc e il bacino in loc. Mongrosso ad una capacità massima pari a mc. STATO DI PROGETTO COORDINATE Invaso in loc. Bernie X: Y: Invaso in loc. Mongrosso X: Y: TIPOLOGIA DI INTERVENTO Intervento in ampliamento innevamento X acqua superf. antincendio X pozzo USI APPROVVIGIONAMENTO agricolo sorgente altro troppo pieno acq. X CONCESSIONE già esistente non necessaria NECESSITA' OPERE COMPLEMENTARI NO COSTO

30 CODICE SCHEDA Estratto cartografico 1: R2

31 CODICE SCHEDA R2 PROPONENTE DENOMINAZIONE DESCRIZIONE SINTETICA ENTE PUBBLICO COMUNE DI ARGENTERA Argentera (CN) ARGENTERA SKI Al termine della Valle Stura si trova la località di Argentera che offre un comprensorio sciistico che si sviluppa dal paese sino a circa 2500 metri di quota. Il proponente gestisce 16,5 km di piste, servite da 4 impianti: 1 seggiovia e 3 sciovie SI STATO ATTUALE COPERTURA INNEVAMENTO ARTIFICIALE BACINO di STOCCAGGIO 24% Attualmente non è presente un bacino di stoccaggio per l'innevamento artificiale che avviene dunque in maniera diretta NUOVO BACINO Necessità di nuova realizzazione di bacino di stoccaggio per l'innevamento artificiale con una capacità massima pari a mc d'acqua STATO DI PROGETTO COORDINATE TIPOLOGIA DI INTERVENTO Nuova realizzazione innevamento X acqua superf. antincendio X pozzo USI APPROVVIGIONAMENTO agricolo sorgente altro troppo pieno acq. X CONCESSIONE già esistente NO NECESSITA' OPERE COMPLEMENTARI Sì, nuova linea di adduzione (diametro 50 mm in PN 16, lunghezza 780 m) COSTO X: ; Y:

32 CODICE SCHEDA Estratto cartografico 1: R3

33 CODICE SCHEDA R3 DENOMINAZIONE ARTESINA SPA PROPONENTE DESCRIZIONE SINTETICA ENTE PUBBLICO Frabosa Sottana (CN) Comprensorio sciistico MONDOLE' SKI Artesina costituisce con le stazioni sciistiche di Prato Nevoso e Frabosa Soprana il comprensorio del Mondole Ski. Il proponente gestisce 60 km di piste, servite da 4 seggiovie, 4 sciovie e 2 tapis roulant NO, Società di gestione impianti STATO ATTUALE COPERTURA INNEVAMENTO ARTIFICIALE BACINO di STOCCAGGIO 35% Per l'innevamento programmato è presente un invaso artificiale con sbarramento con una capacità di mc, utilizzato in estate anche per usi agricoli NUOVO BACINO Nuova bacino di stoccaggio per l'innevamento artificiale senza sbarramento con una capacità massima pari a mc d'acqua STATO DI PROGETTO COORDINATE TIPOLOGIA DI INTERVENTO X: ; Y: Nuova realizzazione innevamento X acqua superf. X antincendio X pozzo USI APPROVVIGIONAMENTO agricolo X sorgente altro turistico troppo pieno acq. X CONCESSIONE già esistente NECESSITA' OPERE COMPLEMENTARI Sì NO, già esistenti COSTO

34 CODICE SCHEDA Estratto cartografico 1: R4

35 CODICE SCHEDA R4 PROPONENTE DENOMINAZIONE DESCRIZIONE SINTETICA ENTE PUBBLICO PRATO NEVOSO SPA Frabosa Sottana (CN) Comprensorio sciistico MONDOLE' SKI Prato Nevoso costituisce con le stazioni sciistiche di Artesina e Frabosa Soprana il comprensorio del Mondole Ski. Il proponente gestisce 26 km di piste, servite da 3 seggiovie, 2 sciovie e 4 tapis roulant NO, Società di gestione impianti STATO ATTUALE COPERTURA INNEVAMENTO ARTIFICIALE BACINO di STOCCAGGIO 57% Per l'innevamento programmato sono presenti due invasi artificiali affiancati, impermeabilizzati e senza sbarramento, rispettivamente con una capacità di mc e mc. Usati anche con funzione antincendio NUOVO BACINO Nuova bacino di stoccaggio per l'innevamento artificiale senza sbarramento con una capacità massima pari a mc d'acqua STATO DI PROGETTO COORDINATE TIPOLOGIA DI INTERVENTO X: ; Y: Nuova realizzazione innevamento X acqua superf. X antincendio X pozzo USI APPROVVIGIONAMENTO agricolo sorgente altro troppo pieno acq. CONCESSIONE già esistente NO NECESSITA' OPERE COMPLEMENTARI Sì, stazioni di pomapggio presso le due nuove captazioni e rispettive condotte di adduzione COSTO

36 CODICE SCHEDA Estratto cartografico 1: R5

37 CODICE SCHEDA R5 DENOMINAZIONE COMUNE DI BAGNOLO PIEMONTE PROPONENTE DESCRIZIONE SINTETICA ENTE PUBBLICO Bagnolo P.te (CN) RUCASKI Rucaski è la stazione sciistica che sorge sulle alture di Bagnolo Piemonte (CN) e si sviluppa lungo il tragitto verso la località Rucas, dai ai m s.l.m. Il proponente gestisce 6 km di piste, servite da 2 sciovie e 1 tapis roulant Sì STATO ATTUALE COPERTURA INNEVAMENTO ARTIFICIALE BACINO di STOCCAGGIO 0% Nessun impianto di innevamento programmato Nessun bacino di stoccaggio esistente STATO DI PROGETTO NUOVO BACINO COORDINATE TIPOLOGIA DI INTERVENTO Nuova realizzazione innevamento X acqua superf. antincendio pozzo USI APPROVVIGIONAMENTO agricolo sorgente X altro troppo pieno acq. X CONCESSIONE già esistente NO NECESSITA' OPERE COMPLEMENTARI COSTO Nuova bacino di stoccaggio per l'innevamento artificiale con una capacità massima pari a mc d'acqua X: ; Y: Sì, stazione di pomapggio e rispettiva condotta di adduzione

38 CODICE SCHEDA Estratto cartografico 1: R6

39 CODICE SCHEDA Estratto cartografico 1: R6

40 CODICE SCHEDA Estratto cartografico 1: R6

41 CODICE SCHEDA DENOMINAZIONE L.I.F.T. spa Limone Piemonte (CN) R6 PROPONENTE DESCRIZIONE SINTETICA Riserva Bianca Il comprensorio comprende 80 Km di piste nelle diverse aree: Limone 1400, Limonetto, Cross, Maneggio e Colle di Tenda con piste di diversa difficoltà e con la pista Alpetta Olimpica Il proponente gestisce 80 km di piste, servite da 1 telecabina a 8 posti, 6 seggiovie, 1 sciovia ENTE PUBBLICO NO, Società di gestione impianti STATO ATTUAL E COPERTURA INNEVAMENTO ARTIFICIALE BACINO di STOCCAGGIO 30% Per l'innevamento programmato è presente un invaso artificiale impermeabilizzato con una capacità di mc, utilizzato anche come riserva antincendio STATO DI PROGETTO NUOVO BACINO COORDINATE TIPOLOGIA DI INTERVENTO USI In progetto la realizzazione di 3 nuovi invasi: invaso con sbarramento in loc. Formosa, con capacità max pari a mc invaso senza sbarramento in loc. Lagone, con capacità max pari a mc invaso senza sbarramento in loc. S. Lorenzo di Limonetto, con capacità max pari a mc (X: Y: ) ; (X: Y: ) ; (X: Y: ) Nuova realizzazione innevamento X acqua superf. X antincendio X pozzo APPROVVIGIONAMENTO agricolo X sorgente altro turistico troppo pieno acq. CONCESSIONE già esistente Sì, ma solo per l'invaso in loc. S. Lorenzo di Limonetto NECESSITA' OPERE COMPLEMENTARI Implementazione o nuove stazioni di pomapggio e rispettive condotte di adduzione COSTO

42 CODICE SCHEDA Estratto cartografico 1: R7

43 CODICE SCHEDA R7 DENOMINAZIONE SCIOVIE CARDINI S.r.l. PROPONENTE DESCRIZIONE SINTETICA Roburent (CN) Sangiacomo Cardini SKI Il comprensorio si estende su due montagne che si innalzano alle spalle dell'abitato, il Bric Colmè alto 1300 metri ed il Monte Alpet, alto 1600 metri, e comprende 32 Km di piste. ENTE PUBBLICO Il proponente gestisce 12 km di piste, servite da 1 seggiovia e 3 sciovie NO, Società di gestione impianti STATO ATTUALE COPERTURA INNEVAMENTO ARTIFICIALE BACINO di STOCCAGGIO 0% Nessun impianto di innevamento programmato Nessun bacino di stoccaggio esistente NUOVO BACINO Nuova bacino di stoccaggio per l'innevamento artificiale con argini in terra e capacità massima pari a mc d'acqua STATO DI PROGETTO COORDIANTE X: ; Y: TIPOLOGIA DI INTERVENTO Nuova realizzazione innevamento X acqua superf. antincendio X pozzo USI APPROVVIGIONAMENTO agricolo sorgente altro troppo pieno acq. X CONCESSIONE già esistente NECESSITA' OPERE COMPLEMENTARI COSTO NO Sì, stazione di pompaggio e nuova condotta di adduzione (diametro 80 mm PN 64, lunghezza 1020 m)

44 CODICE SCHEDA Estratto cartografico 1: R8

45 CODICE SCHEDA R8 PROPONENTE STATO ATTUALE DENOMINAZIONE DESCRIZIONE SINTETICA ENTE PUBBLICO COPERTURA INNEVAMENTO ARTIFICIALE BACINO di STOCCAGGIO COMUNE DI SAMPEYRE Sampeyre (CN) Sampeyre Il ghiaccio è l attrattiva più interessante di questa valle posta ai piedi del Monviso, dove si trova il comune di Sampeyre, noto per le piste di fondo e lo sci alpino. Il proponente gestisce 10 km di piste, servite da 2 seggiovie, 1 sciovia e 1 tapis roulant Sì 30% Attualmente non è presente un bacino di stoccaggio per l'innevamento artificiale che avviene dunque in maniera diretta NUOVO BACINO 2 nuovi bacino di stoccaggio per l'innevamento artificiale presso le località Lago Varisella e Lago La Presa, con rispettivamente capacità max di stoccaggio pari a mc e mc. STATO DI PROGETTO COORDIANTE TIPOLOGIA DI INTERVENTO Nuova realizzazione innevamento X acqua superf. antincendio X pozzo USI APPROVVIGIONAMENTO agricolo sorgente altro troppo pieno acq. X CONCESSIONE già esistente NECESSITA' OPERE COMPLEMENTARI COSTO ( X: ; Y: ) ; ( X: ; Y: ) Sì Sì, condotta di adduzione (diam. 180 mm PN 64, lunghezza 1050 m) e sazioni di pompaggio

46 CODICE SCHEDA Estratto cartografico 1: R9

47 PROPONENTE CODICE SCHEDA DENOMINAZIONE DESCRIZIONE SINTETICA ENTE PUBBLICO R9 MONTEROSA 2000 S.p.a. Alagna Valsesia (VC) MONTEROSA SKI Il comprensorio si estende (in misura maggiore) in Valle d'aosta interessando la Val d'ayas e la Valle del Lys e (in misura minore) in Piemonte interessando la Valsesia Il proponente gestisce 25 km di piste, servite da 1 cabinovia, 1 funifor, 1 seggiovia, 1 sciovia e 2 tapis roulant NO, Società di gestione impianti a capitale interamente pubblico STATO ATTUALE COPERTURA INNEVAMENTO ARTIFICIALE BACINO di STOCCAGGIO 80% Per l'innevamento programmato sono presenti tre serbatoi interrati del volume di 5000, 9000 e 5000 mc NUOVO BACINO Nuovo bacino di stoccaggio senza sbarramento per l'innevamento artificiale con una capacità massima pari a mc d'acqua STATO DI PROGETTO COORDINATE X: ; Y: TIPOLOGIA DI INTERVENTO Nuova realizzazione innevamento X acqua superf. X antincendio X pozzo USI APPROVVIGIONAMENTO agricolo sorgente altro turistico troppo pieno acq. X CONCESSIONE già esistente NECESSITA' OPERE COMPLEMENTARI COSTO Sì NO

48 CODICE SCHEDA Estratto cartografico 1: R10

49 CODICE SCHEDA R10 PROPONENTE DENOMINAZIONE DESCRIZIONE SINTETICA ENTE PUBBLICO EZ REAL ESTATE SRL Trivero (BI) BIELMONTE NEVE Bielmonte è una piccola località sciistica situata nella parte orientale delle Alpi Biellesi. L'innevamento artificiale presente rende possibile sciare a quote relativamente basse ( m). Il proponente gestisce 10 km di piste, servite da 4 seggiovie, 2 sciovie e 2 tapis roulant NO, Società di gestione impianti STATO ATTUALE COPERTURA INNEVAMENTO ARTIFICIALE BACINO di STOCCAGGIO 70% Per l'innevamento programmato è presente un invaso artificiale impermeabilizzato con una capacità di 500 mc. NUOVO BACINO Non si prevede un nuovo bacino di accumulo ma il prelievo dell'acqua da un bacino artificiale esistente tramite una nuova stazione di pompaggio e nuova linea di adduzione ( diam. 300 mm e lunghezza 5 Km) STATO DI PROGETTO COORDINATE X: ; Y: TIPOLOGIA DI INTERVENTO Nuova realizzazione innevamento X acqua superf. da bacino esistente antincendio pozzo USI APPROVVIGIONAMENTO agricolo sorgente altro troppo pieno acq. CONCESSIONE già esistente NECESSITA' OPERE COMPLEMENTARI COSTO Sì Sì

50 CODICE SCHEDA Estratto cartografico 1: R11

51 CODICE SCHEDA R11 DENOMINAZIONE SCIOVIE LUSENTINO MONCUCCO srl PROPONENTE DESCRIZIONE SINTETICA ENTE PUBBLICO Domodossola (VCO) Stazione DOMOBIANCA Domobianca è una piccola stazione sciistica della Val d'ossola, le piste per lo sci alpino si estendono per 21 km tra i 1050 e i 1900 m Il proponente gestisce 21 km di piste, servite da 4 seggiovie, 2 sciovie e 2 tapis roulant NO, Società di gestione impianti STATO ATTUALE COPERTURA INNEVAMENTO ARTIFICIALE BACINO di STOCCAGGIO 80% Per l'innevamento programmato è presente un invaso artificiale parzialmente impermeabilizzato, con una capacità di stoccaggio di mc, utilizzato anche per uso antincendio NUOVO BACINO Al fine di potenziare il bacino di stoccaggio per l'innevamento artificiale si preve un ampliamento del bacino esistente, raggiungendo una capacità massima pari a mc. STATO DI PROGETTO COORDINATE X: ; Y: TIPOLOGIA DI INTERVENTO Intervento in ampliamento innevamento X acqua superf. X antincendio X pozzo USI APPROVVIGIONAMENTO agricolo X sorgente altro troppo pieno acq. X CONCESSIONE già esistente NECESSITA' OPERE COMPLEMENTARI COSTO Sì NO

52 CODICE SCHEDA Estratto cartografico 1: R12

53 CODICE SCHEDA R12 DENOMINAZIONE ALPE DI MERA SPA PROPONENTE DESCRIZIONE SINTETICA ENTE PUBBLICO Scopello (VC) Alpe di Mera La stazione sciistica Alpe di Mera è situata in Alta Valsesia, nel comune di Scopello, si raggiunge in seggiovia o a piedi, ed è caratterizzata dall'assenza di auto. L'area è costituita da 21 km di piste, servite da 4 seggiovie, 1 sciovia e 1 tapis roulant NO, Società proprietaria degli impianti a capitale interamente pubblico STATO ATTUALE COPERTURA INNEVAMENTO ARTIFICIALE BACINO di STOCCAGGIO 60% Per l'innevamento programmato è presente un invaso artificiale con una capacità di stoccaggio di mc, utilizzato anche per uso antincendio NUOVO BACINO Nuovo bacino di stoccaggio senza sbarramento per l'innevamento artificiale con una capacità massima pari a mc d'acqua STATO DI PROGETTO COORDINATE X: ; Y: TIPOLOGIA DI INTERVENTO Nuova realizzazione innevamento X acqua superf. X antincendio X pozzo USI APPROVVIGIONAMENTO agricolo sorgente altro turistico troppo pieno acq. CONCESSIONE già esistente NECESSITA' OPERE COMPLEMENTARI COSTO Sì Sì (oltre a una condotta di adduzione da Euro )

54 CODICE SCHEDA Estratto cartografico 1: R13

55 CODICE SCHEDA R13 DENOMINAZIONE COLOMION SpA PROPONENTE DESCRIZIONE SINTETICA ENTE PUBBLICO Bardonecchia (TO) BARDONECCHIA SKI L area sciabile di Bardonecchia è composta dai seguenti comprensori, che presentano caratteristiche complementari tra loro: del Colomion-Les Arnauds e del Melezet. Il proponente gestisce 100 km di piste, servite da 8 seggiovie, 11 sciovie e 1 cabinovia NO, Società di gestione impianti STATO ATTUALE COPERTURA INNEVAMENTO ARTIFICIALE BACINO di STOCCAGGIO 40% Sono presenti tre invasi impermeabilizzati a cielo aperto ed un invaso artificiale coperto con una capacità di stoccaggio complessiva pari a mc, utilizzati anche per uso antincendio STATO DI PROGETTO NUOVO BACINO COORDINATE TIPOLOGIA DI INTERVENTO Nuova realizzazione innevamento X acqua superf. X antincendio X pozzo USI APPROVVIGIONAMENTO agricolo sorgente altro troppo pieno acq. CONCESSIONE già esistente NECESSITA' OPERE COMPLEMENTARI COSTO Nuova bacino di stoccaggio con ritenuta in terra per l'innevamento artificiale con una capacità massima pari a mc d'acqua X: ; Y: Sì Sì, stazione di pomapggio e nuova condotta di adduzione ( lunghezza 400 m)

56 CODICE SCHEDA Estratto cartografico 1: R14

57 CODICE SCHEDA R14 PROPONENTE DENOMINAZIONE DESCRIZIONE SINTETICA ENTE PUBBLICO COMUNE DI PRALI Prali (TO) PRALI SKI La stazione sciistica di Prali è situata in Val Germanasca, a pochi kilometri da Pinerolo. Il proponente gestisce 25 km di piste, servite da 2 seggiovie, 2 sciovie e 1 tapis roulant Sì STATO ATTUALE COPERTURA INNEVAMENTO ARTIFICIALE BACINO di STOCCAGGIO 30% Per l'innevamento programmato è presente un invaso artificiale in loc. 13 laghi, con una capacità di stoccaggio di mc, utilizzato anche per uso idroelettrico. NUOVO BACINO Al fine di potenziare il bacino di stoccaggio per l'innevamento artificiale si preve un ampliamento del bacino esistente, raggiungendo una capacità massima pari a mc. STATO DI PROGETTO COORDINATE X: ; Y: NUOVA REALIZZAZIONE Intervento in ampliamento innevamento X acqua superf. X antincendio pozzo USI APPROVVIGIONAMENTO agricolo sorgente altro idroelettrico troppo pieno acq. CONCESSIONE già esistente Sì NECESSITA' OPERE COMPLEMENTARI NO COSTO

58 CODICE SCHEDA Estratto cartografico 1: R15

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