COORDINAMENTO TOSCANO REGIONE TOSCANA

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1 COORDINAMENTO TOSCANO COMITATI e ASSOCIAZIONI di RESIDENTI REGIONE TOSCANA Incontro con Assessora all Ambiente Dott.ssa Federica Fratoni Firenze 26 aprile 2016 Associazione Ma noi quando si dorme Firenze Comitato Per piazza Brunelleschi - Firenze Comitato Oltrarno futuro - Firenze Associazione Amici del Centro Storico - Grosseto Vivere il Centro Storico Lucca Residenti Centro Storico di Massa Massa La Cittadella Pisa Comitato Mezzogiorno - Pisa Associazione Residenti Centro Storico - Pistoia

2 Coordinamento Toscano Comitati e Associazioni di Residenti FIRENZE PISA LUCCA GROSSETO MASSA PISTOIA INCONTRO CON ASSESSORE REGIONALE ALL AMBIENTE DOTT.SSA FEDERICA FRATONI Firenze 26 aprile 2016 Sala Psiche Piazza Duomo Senza dubbio gli sviluppi economici e le trasformazioni intelligenti di una città, e dei centri storici in particolare, sono quelle che favoriscono o determinano un generale miglioramento della qualità di vita dei propri cittadini. C è però da domandarsi se questo pensiero sia presente in quegli amministratori e legislatori che consentono, nel cuore storico delle città, il continuo insediamento di sempre più numerosi ed invasivi esercizi di somministrazione e lo svolgimento di un esagerata quantità di rumorose manifestazioni (pseudo) culturali destinate all intrattenimento e allo svago notturno all aperto. E inevitabile che la facilità con cui oggi è possibile aprire un locale di somministrazione in centro storico, anche da parte di persone inesperte e senza particolari qualifiche, animate solo dalla prospettiva di facili incassi, grazie alla completa libertà di insediamento e di orari che la legge, male interpretata e applicata, sembra concedere, alteri alla fine gli equilibri delle funzioni notturne e di convivenza. (1) Questi liberalizzati insediamenti, specializzati quasi esclusivamente nella somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche, inseguono la domanda giovanile di luoghi di raduno per trascorrere in allegria le piccole ore notturne, nel fine settimana anche fino quasi all alba, con intenti ricreativi, ludici,sociali, ma di fatto anche spesso trasgressivi e illegali. Si consideri poi che un locale con una minima superficie interna a disposizione a Pistoia in via Stracceria da pochi mesi si è concessa l apertura ad un locale di somministrazione di appena quattro metri quadri, - questo locale, può contare su uno spazio esterno praticamente infinito e fatturare come una azienda artigianale di medie dimensioni che ha dovuto sostenere un investimento in macchinari e attrezzature dell ordine di centinaia di migliaia di euro. Un attività così è certamente molto remunerativa per i gestori, ma l affluenza di consumatori che rimangono sulla pubblica via vociando e schiamazzando, il volume alto della musica, la mancanza di controlli, provocano un ambiente urbano insostenibile nella notte, per chi vi abita e dovrebbe riposare. Si tratta di una intensa attività e presenza notturna, in cui l abuso alcolico è pratica frequente, che è eccessivamente indisciplinata e fracassona, spesso violenta nei comportamenti e costringe i residenti a subire un frustrante senso di espropriazione dei propri diritti e della propria dignità, percezione di insicurezza e disagio igienico, mancanza di libertà nelle proprie attività domestiche, ma soprattutto negazione del diritto e della tutela dei livelli acustici notturni previsti dalle normative, dal Piano Comunale di Classificazione Acustica (PCCA), dal Codice Penale e dalle conoscenze mediche. Sarebbe allora importante, e indispensabile, acquisire una corretta valutazione dei vari aspetti e degli interessi che costituiscono questo fenomeno sociale, positivi e negativi, per individuare quei possibili interventi capaci di ristabilire comportamenti civili rispettosi dei luoghi e della convivenza notturna. Intere parti residenziali delle nostre città subiscono ormai, da più di dieci anni, gli effetti nocivi della migrazione e invasione notturna che muove da periferie desolate o da frazioni vicine, prive di (1) L art 31 c.2 del D.L. 6 dicembre 2011 n. 201 convertito dalla Legge 22 dicembre 2011 n.214, recita:..la libertà di apertura di nuovi esercizi commerciali sul territorio senza contingenti,limiti territoriali o altri vincoli di qualsiasi altra natura, esclusi quelli connessi alla tutela della salute, dei lavoratori, dell ambiente, ivi incluso l ambiente urbano, e dei beni culturali.. 1

3 attrattive, alla ricerca di relazioni sociali, condivisioni di allegria e leggerezza ma in gran parte anche solo con lo squallido obiettivo di pratiche notturne rumorose, alcoliche, vandaliche e illegali. Per i residenti la qualità di vita non è più quella sperata o quella nella quale avevano vissuto e formato la propria famiglia. Recentemente a Grosseto un residente ha dovuto accettare l offerta di acquisto del proprio appartamento da parte del proprietario del locale sotto casa, stressato dal rumore e dalle cause giudiziarie che aveva intrapreso contro quel proprietario. Nei centri storici, sono numerosi gli appartamenti in vendita anche alla metà del loro valore, perché non trovano acquirenti. Molti vengono affittati a studenti o turisti dai proprietari che vanno ad abitare fuori città o in zone più tranquille. Così in ogni nostra città, quartieri e centri storici si stanno spopolando di residenti e stanno assumendo la (in) consistenza di un grande residence per ospitare flussi di persone e famiglie con la necessità di un alloggio temporaneo. Soggiorni di breve durata, fatti nell unica veste di utente e consumatore in un rapporto con i luoghi storici e i beni culturali della città non di cittadinanza. L assenza di residenti provoca la chiusura di esercizi di vicinato che vengono sostituiti a loro volta ancora da nuovi locali di somministrazione o da minimarket. Processo che a Bologna, nella zona di S.Vitale, ha prodotto in pochi anni, una desertificazione diurna completa di esercizi commerciali: ogni fondo di intere strade è diventato un locale di somministrazione che apre alle sette della sera fino al mattino per la gioia notturna dei residenti rimasti. Ecco che allora il quartiere è destinato a diventare un non luogo, privo di relazioni umane stabili e identitarie, attraversato da flussi anonimi di utenti e consumatori, privi di attaccamento e sentimenti per i luoghi che vengono utilizzati solo come temporaneo contenitore notturno. In quegli spazi, in quelle vie, in quelle piazze i residenti hanno invece messo le radici della loro vita familiare, tessuto relazioni, affetti, amicizie, accudimenti, aiuto reciproco, tutta o gran parte della propria biografia. Hanno tutto il diritto a non essere espulsi e a resistere ad una trasformazione urbana spinta solo da ragioni e interessi di speculazione economica con disastrose conseguenze sulla struttura sociale della città. Occorrerebbe decidere se riteniamo intelligente avere centri e quartieri svuotati di residenti, quartieri residence, o addirittura veri e propri ghetti, o se invece riteniamo fondamentale e giusto, per il futuro della vita urbana, la presenza permanente di una rilevante quota di famiglie proprietarie e residenti. Molti titolari di decisioni pubbliche parlano della città come bene comune. Ma nelle politiche urbane, giovanili, culturali e sociali si sta davvero tenendo conto della vivibilità urbana, della cultura della convivenza, della salute e dell igiene pubblica? La città deve essere aiutata a ritrovare e mantenere un corretto equilibrio nelle funzioni e nell uso, sia di giorno che di notte. Bisogna ritrovare le condizioni per una convivenza tra abitanti e utilizzatori della città il più armonica possibile, notte e giorno, per tutto l anno. I sindaci devono assolutamente essere messi in grado di poter disporre di risorse, anche umane e professionali, e di norme intelligenti e efficaci. Spetta infatti a loro agire con azioni dirette e affermare l idea di una città estranea a miopi logiche solo mercantili, capace di trovare le giuste situazioni di incontro e divertimento giovanile nell interesse dei vari attori, ma che guarda prima di tutto ai diritti fondamentali sanciti dalla Carta Costituzionale, in primis il diritto alla salute sia dei giovani frequentatori della notte che dei residenti. E urgente una approfondita riflessione su questi problemi dando voce a sindaci e funzionari pubblici, alle categorie del commercio e ai residenti, ascoltando le idee di sociologi e urbanisti,di psicologi ed educatori, di medici e tecnici acustici, degli operatori di giustizia e di polizia: insomma è urgente attivare intorno al tema della vita notturna una convergenza di idee e di valutazioni che aiutino i decisori nell individuare efficaci azioni di intervento, ma anche per stimolare una necessaria revisione normativa a livello nazionale che tenga conto dei problemi di convivenza che sussistono nelle città italiane. Per queste considerazioni la Regione Toscana, a partire dall assessorato all Ambiente, potrebbe, forse prima tra le regioni, promuovere un dibattito a livello regionale sul tema della cosiddetta movida notturna, valutando anche la possibilità di istituire un osservatorio permanente che sia anche di coordinamento tra le agenzie territoriali impegnate a gestire soprattutto gli aspetti nocivi che si accompagnano a questo fenomeno. 2

4 L assessorato all Ambiente, in particolare, dovrebbe provvedere a venire incontro alle esigenze dei municipi che si trovano nell impossibilità tecnica e finanziaria ad agire a contrasto delle degenerazioni ambientali prodotte dalla movida fra cui il diffusissimo inquinamento acustico notturno di origine antropica presente a livelli esagerati in vaste zone cittadine. E auspicabile che la Giunta Regionale prenda atto dei gravi problemi ambientali e socio-educativosanitari, in cui si trovano parti importanti delle città toscane a causa delle incivili, anarchiche, modalità di uso notturno degli spazi pubblici, centri storici per primi, e delle difficoltà di governo da parte delle istituzioni preposte, a causa di leggi miopi e contradditorie, di povertà di strumenti e risorse nei territori. In particolare prenda atto delle ricadute sanitarie, sia per la pratica di abuso alcolico da parte anche di giovanissimi che spesso finiscono in ospedale anche in coma etilico, sia per il ricorso diffuso a sonniferi da parte dei residenti e alle numerose patologie psichiche e organiche prodotte dallo stress notturno dovuto alla mancanza di sonno e ad improvvisi risvegli causati dal fracasso che si svolge in strada e proveniente dall interno dei locali. E va segnalato anche quel pericolo sanitario a carico non solo dei residenti, che deriva, in caso di estrema urgenza, dall impossibilità di ricevere soccorso medico nei tempi dovuti. Ogni minuto perso o guadagnato può fare la differenza, come tutti sanno. Occorre richiedere che vengano predisposte regole e mappe di percorso che garantiscano sia in ore notturne che diurne durante le attività mercatali, il passaggio senza ostacoli, sicuro e veloce, delle auto mediche e delle ambulanze, e anche dei mezzi dei Vigili del Fuoco. 2. Esaminiamo ora qualche problema più specifico che crediamo possa interessare più propriamente l assessorato regionale alla protezione e prevenzione ambientale. 2.1 I controlli - Mancano provvedimenti stringenti sull esercizio dei controlli che la legge nazionale pone a carico delle amministrazioni comunali ( combinato disposto di art. 6 c.1, lettera g, e art. 14 c.2, Legge 447 /95 ), ma che vengono da queste disattesi. La mancanza di controlli sul rumore e di quelli più complessivi sulla regolarità amministrativa, sugli affollamenti, sugli orari di somministrazione degli alcolici che sono di competenza della polizia municipale sono una principale causa che determina la lamentata situazione di anarchia notturna. I Comuni dovrebbero adeguare i propri organici con personale adeguato e abilitato ad eseguire i controlli sul rumore che la legge pone a loro carico. Il Comune di Firenze da anni si era dotato di un reparto specifico per le attività rumorose che purtroppo negli ultimi quattro anni è stato ridotto ai minimi termini ed è incapace di sostenere le richieste di intervento. Così a Prato, in cui il Comune sta rinforzando la dotazione di tecnici competenti in acustica. Ma nelle altre amministrazioni? Cosa intende fare la Regione per colmare questa grave lacuna nell organizzazione della rete dei controlli sul rumore, quello prodotto nella notte dai locali liberalizzati della movida e che attualmente sta danneggiando migliaia di residenti? Potrebbe declinare il potere sostitutivo nei confronti dei Comuni che dimostrano inerzia nell esercizio dei controlli, come previsto dall art. 4 c.b legge 447/95 che pone a carico delle regioni :.. i poteri sostitutivi in caso di inerzia dei comuni o degli enti competenti ovvero di conflitto tra gli stessi.? O quali altri profili intende adottare? Potrebbe obbligare i Comuni, non dotati di tecnico competente, ad inviare un congruo numero di dipendenti comunali, in possesso dei titoli richiesti dalla legge, a frequentare corsi opportuni per il conseguimento dell abilitazione a tecnico acustico competente? E perché non organizzare un servizio intercomunale o anche interprovinciale per lo svolgimento di controlli fonometrici in appoggio all ARPAT che sulla base della Carta dei Servizi non può effettuare più di 300 controlli annuali in tutta la regione? Cosa succederà ai cittadini toscani quando i 300 interventi annui saranno esauriti? Si passerà a quelli a pagamento? Quanto costeranno? Nei bilanci comunali non ci saranno sicuramente risorse per finanziare controlli a pagamento, e di conseguenza le Amministrazioni si troveranno a dover rischiare l omissione di atti di ufficio, non potendo effettuare i controlli richiesti dai giusti reclami dei residenti? E questa situazione e destinata a peggiorare perché i 300 rilevamenti annui che Arpat sarebbe chiamata ad effettuare vennero decisi con la vecchia LRT n. 89 del 98, sulla base cioè del personale Arpat in servizio a quella data! 3

5 Consultando il sito si può vedere che la dotazione organica di Arpat era di 842 unità nel 2006, di 757 unità nel 2010 e alla fine del 2014 era ci circa 700 unità. Attualmente saranno ancora meno, se, come è presumibile, durante il 2015 ci sono stati altri tagli. Per ovviare a questa carenza, l amministrazione di Massa ha, tramite bando pubblico, istituito un albo di tecnici, disponibili h24 e a prezzo concordato, per eseguire i rilievi fonometrici su richiesta della polizia municipale. Un equilibrismo amministrativo che dimostra sensibilità per i problemi dei residenti della propria comunità. Potrebbe essere una strada virtuosa da proporre anche agli altri comuni? E perché non ripensare a ricorrere al personale delle ASL da affiancare all ARPAT per i controlli del rumore notturno, che è alla fine un danno alla salute e quindi di competenza degli uffici di prevenzione sanitaria? La tutela della salute dei cittadini, anche per la minaccia dovuta all inquinamento acustico notturno di origine antropica è a quasi totalmente a carico del Sindaco, alla sua sensibilità e capacità di valutare la pericolosità del rumore notturno, nonché ad una minima conoscenza delle leggi acustiche. La Regione come potrebbe intervenire in proposito? L impossibilità di dormire a causa del rumore è un danno alla salute psico-fisica delle persone, specialmente quelle più fragili come i bambini e gli anziani: che costi sociali e individuali ha? Non sarebbe il caso di interessare anche l assessorato alla salute? 2.2 Il consumo di alcol in luogo pubblico L inerzia delle amministrazioni comunali che non agiscono, come già detto, con controlli assidui, hanno comportato spesso l intervento della Prefettura e della Questura. A Pisa il Prefetto ha ordinato provvedimenti stringenti antibivacco e anti-alcool. Ma non tutte le Prefetture hanno lo stesso punto di vista e sensibilità alle richieste dei cittadini. Sarebbe auspicabile una armonizzazione di intervento di questi uffici preposti all ordine e alla sicurezza dei territori, magari su proposta e coordinamento della Regione. Un incentivo alla affluenza esagerata di individui è sicuramente dato dal fatto che si consente la somministrazione per il consumo di bevande alcoliche e superalcoliche sul suolo pubblico al di fuori delle pertinenze dei locali. Come abbiamo già visto, un locale che dispone di una minima superficie interna senza possibilità di spazio interno per i clienti - può somministrare alcolici a diverse centinaia di persone nel corso della stessa nottata, che consumeranno le bevande, rumorosamente, sotto le finestre di qualche residente e provvederanno ai loro bisogni corporali dietro l angolo di strada. Una soluzione a questo potrebbe essere un provvedimento semplice ed efficace: vietare l asporto di qualsiasi bevanda fuori delle pertinenze del locale dopo le 22, in qualsiasi contenitore, ovvero vietare il consumo di cibo e bevande in luoghi pubblici dopo una certa ora. Sarebbe anche utile un inasprimento delle sanzioni amministrative adottando la sospensione dell esercizio dopo la prima recidiva anziché confidare sull inesistente potere deterrente delle sanzioni, visti i margini di ricarico che vengono fatti sulle bevande, tali da recuperare in pochi minuti l importo della sanzione stessa. A Modena il Sindaco ha attuato questo divieto di consumo alcolico in una precisa area del centro, dopo le 20, e il clima notturno è sensibilmente migliorato. I Sindaci Toscani sarebbero anche facilitati dall art. 42 c.4 del Codice Regionale del Commercio che prevede che: la somministrazione di bevande alcoliche può essere limitata o vietata dal comune in relazione a comprovate esigenze di prevalente interesse pubblico. Una tutela la cui necessità è stata condivisa anche dalla giustizia amministrativa che nella sentenza del TAR Veneto sez III 2 Aprile 2009 n. 1071, rigetta il ricorso presentato dai gestori dei locali contro il Comune reo di aver varato un regolamento che li penalizzava, e dichiara che : il sacrificio imposto ai gestori appare in linea di principio adeguato e proporzionato agli interessi generali che si vogliono tutelare, comunque prevalenti su quelli d impresa o su quelli degli avventori. 4

6 2.3 La previsione di impatto acustico (art.8 L.447/95) - Sono pochi i locali che fanno questa relazione. Infatti, nel rispetto dell auto certificazione prevista dalla legge, gli uffici comunali competenti hanno di fatto accettato che molti esercenti dichiarassero la loro attività come facente parte dell elenco di cui all allegato B del DPR 227/11 e che quindi firmassero un atto che li esclude dalla presentazione della previsione di impatto acustico, senza controllare la reale conformazione dell impianto stereo in dotazione. L allegato B del DPR 227/11 elenca le attività a bassa rumorosità che non sono soggette a previsione di impatto acustico (fra cui bar e ristoranti), mentre l art. 4 comma 1 recita testualmente: Sono escluse dall'obbligo di presentare la documentazione di cui all'articolo 8, commi 2, 3 e 4, della legge 26 ottobre 1995, n.447, le attivita' a bassa rumorosita' elencate nell'allegato B (2) fatta eccezione per l'esercizio di ristoranti, pizzerie, trattorie, bar, mense, attivita' ricreative, agroturistiche, culturali e di spettacolo, sale da gioco, palestre, stabilimenti balneari che utilizzino impianti di diffusione sonora ovvero svolgano manifestazioni ed eventi con diffusione di musica o utilizzo di strumenti musicali. (E questo è il caso di locali con impianto stereo dotato di casse ecc., oppure che fanno musica dal vivo) In conclusione: diversi locali fanno musica con potenti impianti stereo sulla base di una dichiarazione che di fatto è mendace e che li espone tra l altro a conseguenze di carattere penale. Sarebbe auspicabile che la Regione formulasse linee guida sulla corretta gestione della suddetta norma. Gli esercizi che fanno la Previsione di Impatto Acustico si limitano, generalmente, a farla redigere da un tecnico e a riportarla nella autodichiarazione a seguito del combinato disposto dall art. 8 comma 4 della Legge 447 (che la prevede fra i documenti necessari per l ottenimento della licenza) e la facoltà concessa dalla autodichiarazione, Il medesimo art. 8 al comma 6 recita: La domanda di licenza o di autorizzazione all'esercizio delle attività di cui al comma 4 del presente articolo, che si prevede possano produrre valori di emissione superiori a quelli determinati ai sensi dell'articolo 3, comma 1, lettera a), deve contenere l'indicazione delle misure previste per ridurre o eliminare le emissioni sonore causate dall'attività' o dagli impianti. La relativa documentazione deve essere inviata all'ufficio competente per l'ambiente del comune ai fini del rilascio del relativo nullaosta. Siccome qualsiasi cassa acustica, in mancanza di adeguate opere di insonorizzazione, è in grado di produrre valori di emissione superiori a quelli di zona previsti dalla Classificazione Acustica, logica vorrebbe che qualsiasi Previsione di Impatto Acustico fosse soggetta all esame dell Ufficio Ambiente e l autorizzazione fosse vincolata al rilascio del nulla osta come previsto dalla legge quadro all art. 8 c.6. Anche su questo si sollecita un intervento specifico da parte regionale mediante chiarimenti alle amministrazioni comunali a mezzo di apposte linee guida. 2.4 Pubblicità delle deroghe - Mancato o parziale adempimento da parte di Comuni a quanto previsto dall art. 4 comma b Legge 447 laddove si prevede che Il Comune nell atto di deroga individua puntualmente l area in cui la deroga è consentita. In quanto la descrizione della zona, fondamentale ai fini del computo delle autorizzazioni in deroga rilasciate o non viene menzionata, oppure non viene inserita in un apposto data base che consenta un agevole conteggio dei ricettori disturbati. La redazione di linee guida regionali specifiche per l attuazione di tale procedimento sarebbe cosa utile per garantire la corretta applicazione della norma. All art.16, 5ter, comma c del DPRT 2 / 2014 (deroghe concesse in zone I e II) si recita: i livelli sonori emessi siano controllati, a cura del richiedente, per tutta la durata dell evento. Se tale procedura venisse resa obbligatoria anche per le zone III e IV, si potrebbero diminuire in maniera consistente le spese che la collettività deve sostenere per la attuazione dei controlli e si eliminerebbero gran parte dei problemi dovuti alla concessione delle autorizzazioni in deroga. (2) E chiaro che questa semplificazione e riservata solo ai locali che vogliono utilizzare una semplice radiolina oppure un televisore 5

7 Nelle more della creazione di un adeguato servizio di monitoraggio da parte dei Comuni, ipotesi che purtroppo diverrà sempre più necessaria di fronte ai tagli di personale in ambito Arpat, sarebbe opportuno che la Regione stabilisse, relativamente alla concessione delle autorizzazioni in deroga, l obbligatorietà dell autocontrollo da parte di tecnici incaricati dal richiedente, subordinando il rilascio della successiva autorizzazione in deroga al deposito di tale autocontrollo, che dovrebbe poi essere reso consultabile dai ricettori vicini con una semplice richiesta di accesso agli atti ai sensi della Legge 241/90. Altra soluzione, soprattutto per i centri dove si verificano elevate concentrazioni di locali in una zona ristretta, potrebbe essere quella di installare delle centraline acustiche che, una volta registrato e segnalato il superamento dei limiti massimi, indichino agli esercenti la necessità di intervenire per i riportare l inquinamento acustico entro i limiti. Per ultimo, ma non per questo meno importante, si dovrebbe facilitare lo spostamento delle attività rumorose verso le zone V e VI, le quali presentano carenza se non assenza di ricettori. A voler essere concreti, questa ultima appare l unica soluzione reale per far si che i cittadini possano dormire e allo stesso tempo i giovani possano divertirsi come meglio credono. Una situazione già attuata a Madrid dove si è favorito lo spostamento dei locali notturni nelle zone, prive di residenti, che di giorno hanno funzione direzionale con uffici, attività commerciali ecc. Considerato che la presenza dei locali pubblici, cosí come quella di altri fattori acusticamente inquinanti, è un fattore dinamico soggetto a cambiamenti, si reputa opportuno un intervento della Regione verso le amministrazioni comunali affinchè venga data attuazione alla relazione biennale sullo stato acustico del Comune come previsto dall art.7 comma 5 della Legge 447/95 che recita: Nei comuni con popolazione superiore a cinquantamila abitanti la giunta comunale presenta al consiglio comunale una relazione biennale sullo stato acustico del comune. Il consiglio comunale approva la relazione e la trasmette alla regione ed alla provincia per le iniziative di competenza. Per i comuni che adottano il piano di risanamento di cui al comma 1, la prima relazione è allegata al piano stesso. Per gli altri comuni, la prima relazione è adottata entro due anni dalla data di entrata in vigore della presente legge 2.5 Risorse regionali per i piani di risanamento acustico - I Piani di Risanamento Acustico sono fermi in assenza di fondi regionali seppure siano disponibili priorità definite con delibera di consiglio. 2.6 Personale regionale - Da quattro persone che si occupavano di rumore in Regione si è passati a una sola a cui è stata anche tolta la Posizione Organizzativa. Operazione questa che, ci pare non abbia minimamente tenuto conto dei risultati ottenuti negli anni: 100% dei comuni zonizzati e dotati di regolamenti, molti dei quali hanno anche approvato un piano di risanamento acustico, risultati per cui la Regione Toscana ha ricevuto anche un riconoscimento a livello europeo. 3. Il contrasto al rumore antropico notturno: la quiete notturna è un bene comune. Come questo argomento viene trattato in altri paesi 3.1- Gli inquinamenti, dell aria, delle acque, elettromagnetico, acustico prodotto da rumore del traffico automobilistico, del trasporto ferroviario e aereo, dell attività antropica nei parchi terrestri e marini. sono tutti significativamente individuati, normati e monitorati. Sono stati individuati e definiti indicatori, ma per l inquinamento acustico notturno prodotto dalla presenza di attività commerciali di somministrazione (alcolica) nei centri storici e in particolari zone della città, non solo siamo quasi completamente sguarniti sul piano tecnico-procedurale, non efficace e lontano dalle reali esigenze, ma non emerge la consapevolezza che sia necessaria e urgente una forte e decisa azione di propaganda per sensibilizzare le persone, specialmente giovani, e i decisori al problema del rumore antropico notturno. II clima acustico della quiete notturna necessario al riposo, definibile in termini di decibel, non è ancora considerato un bene comune indispensabile per la vita umana, come l aria e l acqua. Il comportamento dei responsabili del governo cittadino e le argomentazioni prodotte per giustificare la loro inerzia sono la dimostrazione di questa ignoranza collettiva. 6

8 Ricordiamoci che la privazione del sonno è una pratica micidiale di tortura, ancora oggi in uso. I gestori del commercio notturno affermano che il rumore prodotto dalla massa di frequentatori non dipende dalla loro volontà e che non hanno alcun dovere di intervento : devo lavorare e non ho tempo per occuparmi di quello che accade fuori del locale [I concessionari delle autostrade potrebbero analogamente asserire convintamente che il rumore non è prodotto dall autostrada in sé, bensì ma dagli utenti che hanno mezzi rumorosi,] Negli ultimi 10 anni, nelle città europee dove si sono presentati i problemi acustici prodotti dalla presenza notturna di molte persone in strada - dopo l introduzione del divieto di fumo all interno dei locali pubblici e la partecipazione alla movida notturna anche da parte dei giovanissimi - in queste città si sono sperimentate forme di controllo attraverso regolamenti specifici della vita notturna, costituzione di squadre di pronto intervento sulle chiamate dei residenti e campagne di sensibilizzazione a comportamenti civili di convivenza. Per verificare l efficacia delle iniziative messe in campo, è stato pensato di monitorare, contemporaneamente alla iniziativa di sensibilizzazione, alcune zone della movida notturna mediante rilevazioni fonometriche in continuo usando un certo numero di dispositivi fonometrici mobili, alimentati da energia solare, capaci di inviare wireless i dati ad una stazione centrale di raccolta e di sorveglianza per interventi tempestivi. E così stato possibile conoscere se l obiettivo veniva raggiunto o se i modelli di azione non erano adeguati a quel contesto (Parigi). In alcune città si è deciso di collocare nelle zone di movida totem con cui si lanciano messaggi che ricordano la necessità di non fare rumore perché i residenti desiderano dormire, di evitare l abuso di alcol e istituito squadre di polizia municipale specializzate per il controllo notturno della città. ( Barcellona) In altre si è impedito l eccessivo insediamento di locali congelando le destinazioni commerciali (Madrid) o limitando drasticamente la superficie dei dehors e anticipando la loro chiusura (Siviglia). In qualche regolamento si è stabilito che al poliziotto non serve il fonometro, ma basta il suo orecchio a stabilire che il volume notturno della musica è eccessivo (Siviglia). Vengono anche imposti, a spese dei gestori, limitatori acustici e scatole nere registranti in continuo il livello sonoro all interno del locale, le cui registrazioni devono essere conservate dal gestore per eventuali controlli fatti dall ispettore municipale (Siviglia) A Strasburgo la municipalità si è attivata in varie direzioni con un apposito decreto: Una campagna di sensibilizzazione rivolta a tutte le persone che escono in strada di notte, non solo gli avventori dei locali. Manifesti nei pubblici esercizi, grandi manifesti sull arredo urbano, azioni specifiche rivolte verso gli studenti universitari in collaborazione con le facoltà. Presenza di mediatori che, conversando con le persone presenti al di fuori dei locali, le sensibilizzano sui problemi del rumore cercando di migliorare la coabitazione tra residenti e popolo della movida. campagna dal titolo come rientrare a casa dopo il divertimento : un libriccino distribuito in copie in cui sono indicate le linee dei bus notturni (orari e fermate), i taxi, i parcheggi in modo che chi ha testato positivamente la sua alcolemia possa tornare a casa senza rischi per sé e per gli altri. giornata di formazione destinata al personale dei pubblici esercizi che non avevano partecipato alla formazione obbligatoria per ottenere il permesso di vendita degli alcolici. Nel programma, lezioni sulle leggi sul rumore, sulla gestione delle persone all esterno del locale, su come comportarsi con clienti ubriachi, molesti, ecc formazione di 40 agenti della polizia municipale sulle problematiche del rumore e presenza sul territorio di 6 squadre notturne destinate agli interventi su problemi di rumore. Scelto e stipendiato un tecnico acustico perché verifichi il rispetto delle normative da parte dei gestori e in particolare che tutti gli esercizi commerciali abbiano uno studio di impatto acustico e siano dotati di appositi limitatori degli impianti di sonorizzazione che garantiscano livelli di emissione stabiliti. I limitatori vengono controllati una volta all anno, salvo esposti o lamentele, cambio di gestione o cambiamenti dell impianto. 7

9 4. sintesi delle azioni ritenute urgenti Sensibilizzazione sulle tematiche del rumore, dell alcolismo e dell abuso in generale rivolto ai partecipanti della Movida e formazione obbligatoria degli esercenti su rumore, gestione delle persone (in stato di ubriachezza, moleste, gruppi, ecc ) Obbligo delle valutazioni di impatto acustico previsionali e dei collaudi a fine lavori, in cui tecnici certifichino la bontà del lavoro fatto. Stretto controllo su impianti e sistemi di isolamento acustico dei locali con musica diffusa. Riorganizzazione del territorio su pianificazione quinquennale: creazione di distretti per la vita notturna fuori dalle zone a destinazione residenziale in cui si svolgano le attività più rumorose (distretti commerciali, distretti finanziari e destinati a uffici, ex aree artigianali e industriali, ex aree ferroviarie sempre più in disuso, ecc..). Attenta gestione degli eventi pubblici (concerti, mercatini, mostre all aperto, etc.) Distribuire l uso del territorio urbano e spostare i poli di attrazione notturni; Attuare un sistema di cospicue premialità ai locali e alle organizzazioni di eventi più virtuosi Istituire un organismo regionale per coordinare e monitorare le varie agenzie che hanno competenze sul fenomeno movida, con il coinvolgimento delle categorie del commercio e dei residenti. Riferimenti 1. Rapporto CENSIS Le opportunità della Movida, 2013 commissionato dalla Federazione Italiana Pubblici Esercizi 2. Associazione Italiana di Acustica, Giornata di studio Il rumore e la qualità della vita, Firenze, 6 maggio Mangili G., Pittalunga I. e Schenone C., Analisi e controllo del rumore ambientale nell area del centro storico di Genova, 5a Giornata di studio sull acustica ambientale, Arenzano Arpa Emilia Romagna, Callegari A. ed altri autori, Il rumore antropico associato alla presenza di pubblici esercizi ed attività di intrattenimento, 38o convegno nazionale AIA, Rimini, 8-10 giugno ZPAECentroSep_12.pdf plan_regional_toscan_pour_la_reduction_etou_l_attenuation_du_bruit_pcra_project/ficheactiondetails 8

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