CONVEGNO INTERREGIONALE Migranti e diritti di cittadinanza
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- Valentina Baroni
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1 CONVEGNO INTERREGIONALE Migranti e diritti di cittadinanza Milano, Maggio 2011 Sala Giuseppe Di Vittorio Camera del Lavoro Metropolitana CGIL Intervento Dottoressa Maria Rita Petrella, Ufficio Scolastico Regionale Lombardia La scuola è sicuramente il luogo, l istituzione che più di altre può incidere sull integrazione, come ribadito anche nel documento 10 giugno 2010 Piano per l integrazione nella sicurezza. Identità e incontro. (MIUR, Interno e Lavoro) che individua nella dimensione educativa la specificità del modello italiano di integrazione. Tant è che si parla di intercultura, cioè di integrazione delle culture nella reciprocità, nello scambio che avviene solo se c è conoscenza di mondi culturali. La scelta italiana è stata quella dell integrazione, come ribadito in tutte le circolari, linee guida ecc a partire dalla C.M. n. 301 dell 8 settembre 1989, Inserimento degli alunni stranieri nella scuola dell obbligo. Promozione e coordinamento delle iniziative per l esercizio del diritto allo studio, che ha l obiettivo di disciplinare l accesso generalizzato al diritto allo studio, l apprendimento della lingua italiana e la valorizzazione della lingua e cultura d origine. La data fa capire che l inserimento di alunne/i con altra cittadinanza non è più un emergenza. Il fenomeno migratorio sta infatti assumendo caratteri di stabilizzazione sia per le caratteristiche dei progetti migratori delle famiglie, sia per la quota crescente di minori di origine immigrata che nascono in Italia o comunque qui frequentano l intero percorso scolastico. Non solo, ma la presenza nelle scuole di alunni con culture, condizioni, vissuti familiari e scolastici, situazioni di scolarizzazione e di apprendimento fortemente differenziati costituisce ormai un dato strutturale e rappresenta una vera e propria sfida. Scegliere l ottica interculturale significa assumere la diversità come paradigma dell identità stessa della scuola nel pluralismo, come occasione per aprire l intero sistema a tutte le differenze, di provenienza, di genere, di livello sociale, di storia scolastica. Fare intercultura significa favorire la comprensione reciproca, sviluppare il senso di responsabilità, incoraggiare la solidarietà, realizzare le condizioni per accettare la diversità. Queste parole sono state ripetute più volte durante i seminari nazionali.
2 I punti fermi: i minori stranieri hanno diritto all'istruzione e sono soggetti all'obbligo scolastico nelle forme e nei modi previsti per i cittadini italiani indipendentemente dalla regolarità della posizione. l'iscrizione dei minori avviene nei modi e alle condizioni previsti per i minori italiani; può essere richiesta in qualunque periodo dell'anno scolastico. i minori stranieri privi di documentazione anagrafica o con documentazione irregolare o incompleta sono iscritti con riserva, ma l'iscrizione con riserva non pregiudica il conseguimento dei titoli conclusivi dei corsi di studi i minori stranieri vengono iscritti alla classe corrispondente all'età anagrafica, salvo che il collegio dei docenti deliberi l'iscrizione ad una classe diversa (immediatamente inferiore o superiore), tenendo conto dell'ordinamento degli studi del Paese di provenienza, dell'accertamento di competenze e preparazione, del corso di studi seguito nel Paese di provenienza, del titolo di studio eventualmente posseduto dall'alunno. Le misure previste dalla normativa attivazione di moduli intensivi, laboratori linguistici, percorsi personalizzati di lingua italiana per gruppi di livello sia in orario curricolare (anche in ore di insegnamento di altre discipline) sia in corsi pomeridiani realizzati grazie all arricchimento dell offerta formativa utilizzo della quota di flessibilità del 20 per cento, destinato a corsi di lingua italiana di progressiva alfabetizzazione per gli allievi stranieri privi delle necessarie competenze di base; di recupero, mantenimento e potenziamento per tutti gli altri, stranieri e non. Elementi di attenzione e possibili soluzioni: la significativa incidenza di dispersioni, abbandoni e di ritardi che caratterizza il percorso scolastico degli alunni provenienti da un contesto migratorio (es. alunna di Monza); distinzione tra cittadini UE e non UE (circolare sulle iscrizioni prevede che studenti provenienti da paesi UE siano iscritti alla classe successiva a quella frequentata nel paese d origine); ricerca di qualche anno fa del FVG su sistemi scolastici degli altri paesi, va ripresa e diffusa. Tutti i materiali si trovano sui siti. la conoscenza della lingua italiana, padroneggiata a livelli di competenza differenti, talvolta più come lingua della comunicazione che non come strumento per lo studio. Le scuole hanno autoprodotto testi semplificati e ora da qualche anno anche le case editrici scolastiche lavorano in questa direzione con risultati inizialmente poco efficaci ma al ora migliori. la valutazione perché le alunne/ i hanno diritto ad un piano personalizzato, ma poi c è l esame di III media. Come dice Bettinelli, che da anni si occupa di valutazione di alunne/i con altra cittadinanza, alla fine l asticella è uguale per tutti. Portato questo problema a uno dei seminari nazionali e al coordinamento dei referenti regionali presso il MIUR, l ufficio MIUR creerà un gruppo di lavoro con presenza INVALSI. Inoltre, il fatto che si comincia a valutare le competenze e non solo le conoscenze dovrebbe aiutare. l orientamento, quindi lo snodo medie-superiori, anche se la presenza di alunne/i negli istituti professionali, oltre alle ragioni già citate ieri, si spiega in parte con il progetto di vita della famiglia, fino ad ora l istruzione professionale (3+2) consentiva uno step. le seconde generazioni, che pongono problemi nuovi; una recente ricerca (aprile 2011) conferma che i comportamenti, i bisogni, le aspettative sono le stesse degli adolescenti italiani (il titolo infatti è significativo: Le seconde generazioni e il problema dell identità culturale: conflitto culturale o 2
3 generazionale?). Un problema si pone con i bimbi nati in Italia che, come ci ha ricordato Graziella Favaro al seminario di Catania, fino a 3 anni sono a casa con la mamma che non parla l italiano e quindi hanno comunque uno svantaggio linguistico rispetto ai coetanei Iniziative del Ministero Istruzione, Università, Ricerca Seminari nazionali rivolti a Dirigenti scolastici, docenti, referenti intercultura; da settembre a oggi 3 seminari su: Dirigere le scuole in contesti multiculturali, Bambini rom, alunni rom, A scuola di Mediterraneo, Da questi seminari, occasione di confronto, sollecitazioni a livello provinciale e regionale (ad esempio il 5 aprile a Como seminario interprovinciale Como - Varese). Incontri periodici con i referenti regionali da cui vengono raccolte sollecitazioni, ad esempio il costituirsi di un gruppo di lavoro con Invalsi Dai seminari e dalle occasioni di confronto emergono alcune costanti: - esigenza di formazione di dirigenti, docenti, operatori e volontari - esigenza di confronto, condivisione - esigenza di diffusione delle pratiche e di sistematizzazione delle esperienze - necessità di costituzione di reti a livello territoriale, con convenzioni con enti locali e associazioni - necessità di coinvolgimento delle famiglie A livello regionale e provinciale Le figure dei referenti negli uffici territoriali e regionali hanno proprio la funzione di raccolta, coordinamento, promozione di iniziative efficaci, quindi sono loro ad effettuare un po il controllo che venga rispettata la normativa. Reti di scuole, ad esempio a Milano il Progetto START con le 4 scuole Polo (Casa del Sole, Zuara..) che sono punto di riferimento per le altre; le scuole fanno rete anche per accedere ai fondi; a Varese il progetto PRINT, a Como il PAISS. I progetti sono ormai strutturali, prevedono formazione (a Cremona 60 docenti iscritti a un corso di 3 pomeriggi). Non si ha molto l impressione di delega ad altri soggetti, non foss altro che perché i fondi per aree a rischio e a forte flusso immigratorio sono destinati al personale dirigente, docente e ATA della scuola. Diffusione di accordi interistituzionali comuni, provincia, regione, associazioni USR con ISMU sta effettuando un monitoraggio regionale delle iniziative di plurilinguismo, essendo ormai assodato che conoscere bene la propria lingua aiuta ad impararne meglio un altra Sempre con ISMU effettueremo un indagine qualitativa dei circa 1600 progetti inviati dalle scuole per l utilizzo dei fondi aree a rischio e a forte flusso immigratorio Inizierà a giorni il monitoraggio dell utilizzo delle risorse aggiuntive USR con Regione Lombardia e ISMU ha partecipato ad un bando FEI (Ministero Interno Immigrazione) finalizzato a corsi di italiano L2 e cittadinanza per adulti e a corsi di formazione per docenti italiano L2, in risposta alle esigenze poste dal DM 4 giugno 2010 Per il test DM 4 giugno 2010 si è costituito il tavolo regionale che sta procedendo con la raccolta degli esiti (ultimo Pavia); in tutte le province almeno 4 sessioni molto affollate 3
4 Due parole sul test: aldilà di qualsiasi valutazione il test ha il merito di far emergere situazioni di analfabetismo che vanno affrontate, anche perché quegli adulti sono/possono essere i genitori degli alunni in classe al mattino; e allora fare in modo che questi adulti abbiano strumenti minimi per muoversi nella realtà in cui vivono è doveroso per loro, e di riflesso ha una ricaduta positiva sui ragazzi. I CTP in Lombardia (66), anche se non tutti, avevano già una collaudata esperienza di insegnamento/certificazione italiano L2 con il progetto Certifica il tuo italiano (Regione, USR, ISMU); ora con il test stanno mettendo a punto numerose prove con valutazione standardizzata che possono diventare anche prove per accertare i livelli in ingresso. Appendice normativa C.M. n. 301 dell 8 settembre 1989, Inserimento degli alunni stranieri nella scuola dell obbligo. Promozione e coordinamento delle iniziative per l esercizio del diritto allo studio. Ha l obiettivo di disciplinare l accesso generalizzato al diritto allo studio, l apprendimento della lingua italiana e la valorizzazione della lingua e cultura d origine. C.M. n. 205 del 22 luglio 1990, La scuola dell obbligo e gli alunni stranieri. L educazione interculturale. Afferma il principio del coinvolgimento degli alunni italiani in un rapporto interattivo con gli alunni stranieri/immigrati, in funzione del reciproco arricchimento; si introduce il concetto di educazione interculturale. C.M. n. 73 del 2 marzo 1994, Il dialogo interculturale e la convivenza democratica: introduce l attenzione interculturale nelle discipline e nei programmi. Legge sull immigrazione n. 40 del 6 marzo 1998, art. 36, sottolinea il valore formativo delle differenze linguistiche e culturali. C.M. n. 155 del 2001, attuativa degli articoli 5 e 29 del contratto di lavoro del comparto scuola, prevede azioni di sostegno per i docenti impegnati nelle scuole a forte processo immigratorio. Alle scuole con una percentuale di alunni stranieri e nomadi superiore al 10% degli iscritti vengono assegnati fondi aggiuntivi per retribuire le attività di insegnamento. Questo impegno viene confermato anche negli anni successivi: l ultima circolare in merito è del 23 giugno 2010, Misure incentivanti per le aree a rischio, a forte processo immigratorio e contro l emarginazione scolastica. Legge sull immigrazione n. 189 del 30 luglio 2002 conferma le procedure di iscrizione degli alunni stranieri a scuola, che continuano ad essere disciplinate dal regolamento n. 394 del C.M. n. 24 del 1 marzo 2006, Linee guida per l accoglienza e l integrazione degli alunni stranieri, fornisce a tutto il sistema scolastico un quadro riassuntivo di indicazioni operative per l inserimento degli alunni stranieri. Documento La via italiana per la scuola interculturale e l integrazione degli alunni stranieri del dicembre 2006 individua un modello italiano con i punti di forza e le debolezze, dà visibilità a nuovi obiettivi e progettualità. 4
5 Piano nazionale per l insegnamento dell italiano come lingua seconda del 2009 destinato soprattutto agli alunni di recente immigrazione delle scuole secondarie di primo e secondo grado. Sono stati coinvolti 3000 insegnanti e finanziati 1000 progetti, di cui 400 in collaborazione con Enti Locali, 100 in campi scuola e campi estivi. C.M. n. 2 8 gennaio 2010 Indicazioni e raccomandazioni per l integrazione di alunni con cittadinanza non italiana affronta il tema della distribuzione degli alunni con cittadinanza non italiana nelle classi e tra le scuole, in contesti fortemente multiculturali, introducendo il limite del 30% di presenza di alunni stranieri. Documento del 10 giugno 2010 Piano per l integrazione nella sicurezza. Identità e incontro, presentato da MIUR, Ministero dell Interno e Ministero del lavoro e delle Politiche sociali, individua nella dimensione educativa la specificità del modello italiano di integrazione. 5
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