Percorso from farm to fork : Resoconto dello stato dell arte

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1 Percorso from farm to fork : Resoconto dello stato dell arte Introduzione La globalizzazione e l alimentazione La globalizzazione della catena alimentare fa emergere continuamente nuove sfide e rischi per la salute del consumatore. L obiettivo centrale della politica di sicurezza alimentare consiste nel raggiungere i massimi livelli di tutela della salute dei consumatori in relazione ai prodotti alimentari, sia quelli di produzione nazionale che quelli provenienti da aree geografiche a maggior rischio sanitario. L esperienza di questi ultimi anni hanno insegnato che è necessario non solo rafforzare le misure di controllo al momento dell importazione di prodotti alimentari, ma far si che Paesi che non offrono sufficienti garanzie siano esclusi dalla lista dei paesi terzi autorizzati ad esportare nel territorio comunitario. Proprio a questo riguardo sono intervenuta sul Commissario UE Vassiliou, in occasione dell allerta del latte contaminato da melamina, affinché venisse potenziato il sistema dei controlli alle frontiere comunitarie. Ricordiamo che per i prodotti non di origine animale, tali controlli, in linea generale ed in accordo con le disposizioni comunitarie, possono essere fatti sul territorio degli Stati membri. In Italia, com è noto tutti i controlli vengono effettuati a confine per tutti gli alimenti. Il Ministero e la tutela della Sicurezza Alimentare La tutela della salute dei consumatori è compito attribuito al Ministero del Lavoro, Salute e Politiche sociali, sia nella sua definizione normativa che ai fini della realizzazione di un complessivo coordinamento tecnico-operativo di specifica garanzia sanitaria. La sicurezza di un alimento viene quindi garantita solo se il sistema, che prevede interventi di prevenzione e di controllo ufficiale nel corso della filiera di produzione, riuscirà a monitorare costantemente ogni fase del processo che porta l alimento dalla fase della produzione primaria al consumatore. L'attuazione di tutte le misure di controllo consente di organizzare la sicurezza alimentare in modo coordinato ed integrato al fine di raggiungere il livello più alto possibile di protezione della salute. Le Autorità, la promozione di un approccio completo ed integrato È necessario ribadire che la catena alimentare italiana è una delle più sicure al mondo e che il sistema attuale funziona generalmente bene. Tuttavia anche il sistema più completo non può funzionare senza la piena collaborazione di tutti gli interessati. Il principio ispiratore della politica della sicurezza alimentare deve basarsi su un approccio completo e integrato. Ciò significa che esso deve considerare l'intera catena alimentare ("dai campi alla tavola") e soprattutto tutte le Autorità Competenti nelle loro differenti professionalità. I produttori di mangimi, gli agricoltori e gli operatori del settore alimentare sono responsabili di ciò che immettono in commercio, difatti è loro la responsabilità primaria per quanto concerne la sicurezza degli alimenti. Le autorità competenti hanno compiti di monitoraggio e devono far rispettare tali responsabilità. In tal modo, la politica dai campi alla tavola che copre tutti i settori della catena alimentare, compresa la produzione di mangimi, la produzione primaria, la lavorazione di alimenti, l immagazzinamento, il trasporto e la vendita al dettaglio viene attuata sistematicamente ed in modo coerente. I pilastri della sicurezza alimentare sono molteplici e vanno dalla consulenza scientifica alla raccolta ed analisi di dati, considerando tutti gli aspetti normativi e di controllo nonché informazione dei consumatori. Tutti questi aspetti e tutti i professionisti che vi partecipano devono costituire un insieme continuo al fine di consentire quest'approccio integrato. Questo approccio completo e integrato è la base di una politica alimentare coerente, efficace e dinamica che il Servizio pubblico svolge appieno nella sua indipendenza e competenza. La raccolta e l'analisi di informazioni sono elementi essenziali in una politica di sicurezza alimentare e sono particolarmente importanti per l'identificazione dei rischi potenziali in materia di mangimi e alimenti. Piani di controllo

2 I contaminanti ambientali negli alimenti di origine animale Il Ministero, in linea con l approccio adottato dal legislatore comunitario from farm to fork, dispone una serie di controlli ufficiali lungo la catena alimentare al fine di evitare la presenza di residui di sostanze anche cancerogene, negli alimenti di origine animale, allo scopo di garantire un livello elevato di tutela della vita e della salute umana. Per garantire la sicurezza degli alimenti, infatti, vengono presi in considerazione tutti gli aspetti della catena di produzione alimentare come un unico processo, a partire dalla produzione primaria inclusa, passando per la produzione di mangimi fino alla vendita ed erogazione degli alimenti al consumatore, in quanto ciascun elemento di essa può presentare un potenziale impatto sulla sicurezza alimentare. Annualmente il Ministero predispone dei Piani di controllo, quali il Piano Nazionale per la ricerca dei Residui negli alimenti di origine animale, il Piano Nazionale Alimentazione Animale, volti a svelare la presenza in alimenti e mangimi di residui di sostanze chimiche vietate e/o utilizzate in maniera impropria e di contaminanti ambientali. Altre ricerche specifiche vengono effettuate per la ricerca di residui di medicinali veterinari e contaminanti ambientali, compresi quelli considerati cancerogeni e/o genotossici, quali macrolidi, chinossaline, diossine e DL-PCB, aflatossine, sia nel Piano Residui che nel Piano Alimentazione Animale, prima che i prodotti entrino nella catena alimentare. Pertanto i predetti controlli, effettuati lungo tutta la filiera alimentare, rappresentano un forte strumento di prevenzione sanitaria, sia in quanto evitano l immissione sul mercato di alimenti contenenti sostanze cancerogene che come deterrente all utilizzo illecito di tali sostanze. Ma anche la presenza di composti chimici persistenti, in particolare i composti perfluororganici, i bromodifenileteri, i policlorobifenili ecc., nei tessuti umani e animali unita alla loro potenziale tossicità rappresentano nell insieme un problema emergente. L ambiente dei luoghi di produzione degli alimenti influenza fortemente, oltre che la qualità degli alimenti stessi, anche la loro sicurezza. È noto come negli ultimi decenni la presenza di alcuni contaminati ambientali negli alimenti sia prepotentemente divenuta una priorità per la salute pubblica rafforzando il legame tra ambiente e salute. Particolare attenzione è stata posta anche a livello comunitario dove, relativamente ad alcuni contaminanti legati all antropizzazione, la stessa Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha pubblicato pareri riguardanti la valutazione del rischio, associato ad esposizione alimentare, per alcune categorie di composti tossici e persistenti (quali, per esempio, i composti perfluororganici, i bromodifenileteri, i policlorobifenili non-diossina-simili, le diossine ). I dati del Piano Nazionale per la ricerca dei Residui negli alimenti di origine animale Nel corso del 2007 sono stati analizzati complessivamente campioni, di cui per la categoria dei contaminanti ambientali. La programmazione ha sempre superato il numero minimo di campioni previsto dalle normative comunitarie ed in fase di attuazione è stato analizzato un numero ancora maggiore di campioni. In particolare, nel 2007, il numero di campioni effettuati corrisponde a circa il 105% del numero di campioni programmati ed al 115% del numero minimo. Nel 2007 sono state riscontrate 72 non conformità (pari allo 0,2% dei campioni esaminati) di cui 41 per la categoria dei contaminanti ambientali (pari allo 0,2% dei campioni esaminati per tale categoria). Relativamente alla sottocategoria delle altre sostanze ed agenti contaminanti per l ambiente le non conformità hanno riguardato principalmente gli elementi chimici e le micotossine. In particolare sono diminuite le non conformità per metalli pesanti (1 su 126 campioni analizzati pari allo 0,8% rispetto al 3,2% del 2006 ed al 6% del 2005).

3 Quanto sia stretto il rapporto tra ambiente ed alimenti è emerso in tutta la sua drammaticità durante l Emergenza rifiuti in Campania che nel 2007 ha scatenato una vera crisi mediatica con ripercussioni anche internazionali, culminata con la richiesta, da parte della Commissione europea, di specifiche misure di controllo e verifica, allo scopo di garantire la sicurezza dei prodotti lattiero-caseari provenienti dalla Regione Campania. È stato pertanto elaborato in collaborazione con i servizi tecnici della Regione Campania e gli Istituti coinvolti, d intesa con la Commissione Europea, un programma di controllo ufficiale per l individuazione di contaminazione da diossine e dl-pcb nel latte bufalino in Campania, definito Piano UE. L elaborazione di tale Piano di interventi ha scongiurato anche l adozione, da parte delle Autorità comunitarie, di misure restrittive, quali la clausola di salvaguardia, che avrebbe comportato il blocco totale della commercializzazione di tutti i prodotti lattiero-caseari provenienti dalla Campania. La realizzazione del Piano, entro i tempi stabiliti dalla Commissione europea, è stata resa possibile dalla piena collaborazione di tutti gli organismi coinvolti: Ministero,Commissione europea, Regione e Istituti, ASL. Un importante contributo è stato fornito dal Laboratorio Eurofins, uno dei laboratori proposti dalla Commissione stessa. Oltre al Piano UE, ricordiamo che il Ministero ha anche richiesto ed ottenuto dalla Regione Campania, la predisposizione di un Piano per la ricerca di metalli pesanti nei vegetali, tuttora in corso di attuazione, e da ultimo la Regione Campania ha predisposto un Piano integrativo di monitoraggio diossine nelle province di Napoli e Caserta, avente come obiettivo l estensione dell attività di monitoraggio, per la ricerca di diossine e DL-PCB, nelle aziende bufaline non ancora testate ufficialmente e, nello specifico, in quelle aree in cui il Piano UE ha permesso di individuare la particolare distribuzione del fenomeno. Tale attività di monitoraggio, necessaria al completamento dei controlli ufficiali nelle aziende bufaline insistenti nel territorio di Napoli e Caserta, ha ottenuto il parere favorevole da parte del Ministero, poiché mira a garantire ad un elevato grado di tutela della salute pubblica. I dati del Piano UE Al 31 dicembre u.s., nel corso del Piano UE sono state controllate, direttamente o indirettamente, 1139 aziende zootecniche. Considerando che, al 17 dicembre 2008, in Campania, erano presenti 1545 aziende bufaline, compresi gli allevamenti con 0 capi (fonte BDN), il Piano UE ha portato al campionamento del 71,91% (1111/1545) delle aziende zootecniche bufaline. Inoltre, al 31 dicembre u.s., la percentuale di non conformità delle aziende bufaline risultava essere pari all 1,29% (20/1545). I prodotti fitosanitari negli alimenti di origine vegetale Anche per quanto riguarda gli alimenti di origine vegetale, il Ministero coordina e definisce un piano annuale di controllo, specifico per la ricerca di residui di prodotti fitosanitari. Le analisi per la ricerca di residui di prodotti fitosanitari vengono effettuate dai Laboratori di controllo ufficiale (Agenzie Regionali per la Protezione dell Ambiente (A.R.P.A.)/ Presidi Multizonali di Prevenzione (P.M.P.) e Istituti Zooprofilattici Sperimentali(I.Z.S.)).I dati del controllo ufficiale sono utilizzati anche dall Istituto Superiore di Sanità per ricavare una stima dell assunzione giornaliera dei residui di prodotti fitosanitari con la dieta in Italia. I dati ottenuti servono a valutare, in relazione all esito delle analisi effettuate, il rischio per la salute pubblica derivante dal grado di contaminazione dei prodotti alimentari e a conoscere puntualmente l andamento dei controlli sui residui di prodotti fitosanitari negli alimenti di origine vegetale svolti in Italia da tutte le Amministrazioni sanitarie centrali e territoriali. Si ottiene così un quadro sia generale che di dettaglio sui risultati conseguiti e fornisce indicazioni sulle azioni future da intraprendere ad ogni livello istituzionale per migliorare e rafforzare ulteriormente il sistema di controllo ufficiale nazionale sui residui dei prodotti fitosanitari, per assicurare adeguati livelli di

4 sicurezza alimentare. Il controllo ufficiale è relativo sia ai prodotti italiani o di altra provenienza destinati ad essere commercializzati nel territorio nazionale che a quelli destinati ad essere esportati in un altro Stato dell'unione Europea o in uno Stato terzo. Esso riguarda tutte le fasi della produzione, della trasformazione, del magazzinaggio, del trasporto, del commercio, della somministrazione, dell'importazione. I dati del Piano Residui di Prodotti Fitosanitari Nel corso dell anno 2007 risulta che sono stati analizzati campioni di ortofrutticoli, di cui 76 sono risultati non regolamentari, con residui superiori al limite di legge, registrando una percentuale di irregolarità pari al 1.1%. I campioni di frutta irregolari sono stati 52 su 3656 (1,4%) e quelli di ortaggi 24 su 3189 (0.7%), con una percentuale di irregolarità superiore nella frutta. I campioni di ortofrutticoli regolamentari, intesi come somma di campioni privi di residui (4563) e di campioni con residui inferiore al limite di legge (2206), sono stati 6769, pari al 98,9% del totale; nell ambito dei campioni regolamentari il 66,7% è risultato privo di residui, mentre il 32,2% con residui entro i limiti previsti dalla legge. L incidenza dei residui di pesticidi sull esito del campionamento ci mostra come la percentuale di frutta risultata priva di residui sia pari al 51,6%, contro l 84 % degli ortaggi, e come i campioni con residui inferiori al Limiti Massimi Residuali (LMR) costituiscano il 47,0% della frutta e il 15,3% degli ortaggi. il riepilogo nazionale delle determinazioni effettuate, distinte per frutta ed ortaggi testimoniano la grande mole di attività svolta dai Laboratori per i residui di prodotti fitosanitari nei prodotti ortofrutticoli. Sono state infatti effettuate complessivamente determinazioni, di cui sulla frutta e sugli ortaggi. Le determinazioni con residui di prodotti fitosanitari superiori al limite di legge in totale sono risultate pari a 96, appena lo 0,01% del totale. I dati del programma nazionale di controllo ufficiale sui residui di prodotti fitosanitari negli ortofrutticoli mostrano, per l anno 2007, che il numero dei campioni analizzati e trasmessi al Ministero dai Laboratori (Agenzie Regionali per la Protezione Ambientale/Presidi Multizonali di Prevenzione ed Istituti Zooprofilattici Sperimentali), coordinati dalle Regioni e Province Autonome di Trento e Bolzano, è pari a 6.845; globalmente il numero di campioni è superiore del 56,6% rispetto al numero minimale previsto dal Piano Nazionale Residui Prodotti fitosanitari, fissato dal D.M. 23 dicembre Il Ministero comunque al fine di migliorare ulteriormente il livello di sicurezza alimentare nel settore dei residui di prodotti fitosanitari, continuerà a monitorare con particolare attenzione le attività in tale settore con l obiettivo di valutare l esposizione del consumatore con la dieta, riservando particolare attenzione alle fasce di popolazione quali i bambini, agli effetti cronici ed acuti degli prodotti fitosanitari, e lo studio degli effetti di possibili sinergismi di azione di più sostanze attive. Progetto-Pilota tra Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali e IZSAbruzzo&Molise Il Ministero, insieme all IZS dell Abruzzo & Molise, lavora ad un indagine circa la realizzabilità di un piano di monitoraggio nazionale per la ricerca dei principali contaminanti ambientali, tramite la valutazione dei principali agenti inquinanti emessi dalle industrie a più elevato grado di impatto ambientale. La presenza di composti chimici persistenti, in particolare i composti perfluororganici, i bromodifenileteri, i policlorobifenili ecc., nei tessuti umani e animali, unita alla loro potenziale tossicità, rappresentano nell insieme un problema emergente. Nonostante il fenomeno sia noto già da anni, soltanto nell ultimo decennio si è iniziato a considerare seriamente il problema, anche grazie alla messa a punto di metodiche adeguate per la corretta identificazione di tali sostanze. L elevato numero di pubblicazioni scientifiche sull argomento è segno di un crescente interesse della comunità scientifica verso questa tematica. Studi ambientali condotti principalmente in Europa, Giappone e Nord America indicano che questi contaminanti sono ubiquitari sia nei sedimenti che nel biota.

5 I livelli della maggior parte di questi composti sembrano in continuo aumento e tale tendenza potrebbe comportare il raggiungimento di concentrazioni sufficientemente elevate da determinare effetti nocivi sulla salute umana. La determinazione di tali contaminanti, in campioni biologici, è resa particolarmente difficile da tre fattori predominanti: basse concentrazioni da ricercare, elevato numero di congeneri da identificare, elevata presenza di interferenti e possibile contaminazione del campione. Requisiti fondamentali di un protocollo analitico per la determinazione di tali sostanze sono quindi alta sensibilità e specificità. Una combinazione di differenti tecniche di purificazione, di cromatografia gassosa o liquida e l utilizzo di spettrometri di massa ad alta e bassa risoluzione, possono soddisfare i suddetti requisiti. Per quanto riguarda lo studio delle relazioni tra qualità dell ambiente, il bioaccumulo o la bioconcentrazione di contaminanti tossici e persistenti, risulta consolidata l attenzione verso gli animali quali bio-indicatori di esposizione. Le specie animali maggiormente oggetto di studio appartengono alla fauna selvatica ed acquatica; meno considerati sono stati invece gli animali da reddito e da compagnia, sui quali sono stati condotti studi pilota, al fine di verificare l efficacia epidemiologica dei sistemi sentinella nel corso del monitoraggio di aree a rischio o sotto forte impatto ambientale. Gli animali di interesse zootecnico naturalmente esposti, quali ad esempio greggi al pascolo o allevamenti di api, attraverso la determinazione dei livelli di contaminazione di specifici gruppi chimici di contaminanti ambientali, fungono da sistema sentinella, consentendo di identificare meglio il reale contesto dell esposizione e gli eventuali punti critici di contaminazione, e i luoghi ad alto rischio ambientale anche per gli esseri umani. Il risultato finale di questo progetto di ricerca sarà rappresentato dalla disponibilità di metodi analitici per la determinazione di alcuni gruppi di contaminanti ambientali d interesse prioritario in alimenti quali latte ovi-caprino e miele fruibili da parte di altri laboratori del Servizio Sanitario Nazionale attrezzati per questi tipi di analisi. Inoltre, saranno disponibili i dati quantitativi sui livelli di contaminazione di questi microinquinanti e ciò permetterà di effettuare una valutazione sanitaria riguardo alla possibile presenza negli alimenti di contaminanti emergenti non ancora compresi nei piani di monitoraggio nazionali. Infine, si acquisiranno informazioni sanitarie utili alla definizione di quadri normativi, da illustrare in ambiti istituzionali ambientali e alimentari e di ricerca a livello nazionale e internazionale.

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