OPPORTUNITÀ DI SVILUPPO DELLE PMI DEL VENETO E DEI LIVELLI DI EFFICIENZA DEI SERVIZI LOCALI. Piazzola sul Brenta, 15 luglio 2013

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1 OPPORTUNITÀ DI SVILUPPO DELLE PMI DEL VENETO E DEI LIVELLI DI EFFICIENZA DEI SERVIZI LOCALI Piazzola sul Brenta, 15 luglio 2013

2 IL PASSATO NELL ECONOMIA DEL VENETO Per il Veneto, la svolta economica cominciò nei primi anni 60 quando subì una flessione la domanda di mano d opera del Triangolo industriale anche per il manifestarsi delle prime difficoltà nel sistema delle grandi imprese. Lo sviluppo delle PMI è stato favorito dal nascere dei distretti che ha stimolato il crescere di una cultura orientata alla produzione e la qualificazione degli addetti, stimolo di una continua innovazione sia di processo che di prodotto. 2

3 L ECONOMIA DEL VENETO: LA CRISI SI AGGRAVA A partire dai primi anni '90, il crollo del muro di Berlino e la disponibilità nei Paesi dell Est di mano d'opera a basso costo, importante in certe produzioni manifatturiere, ha portato un processo, sempre più accelerato, di decentramento produttivo in quei Paesi che se da un lato ha creato una mentalità internazionale in molti nostri imprenditori, dall'altro ha stimolato la crescita di nuovi concorrenti. 3 Contemporaneamente in Italia, anche per effetto di direttive europee, si è sviluppata una forte coscienza sul sociale, sull'ambiente, sulla sicurezza che hanno portato alla introduzione di obblighi, spesso eccedenti rispetto alle reali esigenze, che hanno indotto un appesantimento di costi per le nostre imprese.

4 L ECONOMIA DEL VENETO: LA CRISI SI AGGRAVA Come nel resto d'italia anche nel Veneto la crisi ha pesato su tutti i mercati a partire dall'ultimo quadrimestre del Un rallentamento si era già fatto sentire in alcuni settori, in particolare nell'edilizia nel corso del 2007, ma, generalizzato è partito a fine Dai dati, anzi, emerge che i fatturati hanno all'inizio tenuto più che nel resto dell'italia, salvo che nel manifatturiero e nelle costruzioni. La crisi si è acuita a partire dal 2011 in tutti i settori. Secondo gli ultimi dati di Unioncamere Veneto il calo produttivo ha caratterizzato tutti i settori ad eccezione del comparto alimentare: 4 Tessile, abbigliamento e calzature 6,2% Legno arredo 7% Lavorazione metalli non metalliferi (marmo, ceramica e vetro) 7,5%

5 LA CRISI NEL SETTORE DELLE COSTRUZIONI Anche il settore delle costruzioni ha registrato un forte calo delle attività: nel 2012 secondo ANCE Veneto gli investimenti in costruzioni sono diminuiti del 7,4%. Dal 2007 l attività nel comparto costruzioni in Veneto ha registrato un drastico ridimensionamento: il valore aggiunto dell edilizia che, dal 1999 al 2007, era cresciuto del 44,5% nei 4 anni successivi ha cumulato perdite pari al 19,5% riportandosi a livelli poco superiori a quelli di inizio decennio. 5

6 LA FOTOGRAFIA DEL VENETO Imprese che applicano gli Studi di Settore Andamento del fatturato (base 100 periodo d'imposta 2006) 6

7 LA FOTOGRAFIA DEL VENETO 7

8 LA FOTOGRAFIA DEL VENETO Imprese che applicano gli Studi di Settore Andamento degli Investimenti e del numero degli occupati (base 100 periodo d'imposta 2006) ITALIA VENETO 8

9 LA FOTOGRAFIA DEL VENETO Imprese che esportano (extra UE) Andamento degli Investimenti e del numero di occupati (base 100 periodo d'imposta 2006) 9

10 LA FOTOGRAFIA DEL VENETO Imprese che non esportano (extra UE) Andamento degli Investimenti e del numero di occupati (base 100 periodo d'imposta 2006) 10

11 LA FOTOGRAFIA DEL VENETO Imprese che applicano gli Studi di Settore Andamento del numero di occupati (base 100 periodo d'imposta 2006) 11

12 UN FOCUS SULLA REGIONE VENETO ANALISI DEI TEMPI DI USCITA DAL MERCATO QUALE INDICATORE DI DIFFICOLTÀ A COMPETERE LE METODOLOGIE SOSE PER L ANALISI DEL MONDO DELLE PMI Il Modello dei Rischi Proporzionali di Cox è stato applicato per individuare il peso e l effetto di informazioni contabili e strutturali sul rischio per l impresa di uscita dal mercato LE VARIABILI SIGNIFICATIVE DEL MODELLO: ROS (Return on Sales) Ricarico (Ricavi su costi) Valore aggiunto per addetto Valore dei beni strumentali e magazzino per addetto Età del titolare 12 Analisi sulla Banca Dati degli Studi di Settore

13 UN FOCUS I risultati SULLA degli REGIONE Studi di Settore VENETO 2008 ANALISI DEI TEMPI DI USCITA DAL MERCATO QUALE INDICATORE DI DIFFICOLTÀ A COMPETERE

14 UN FOCUS I risultati SULLA degli REGIONE Studi di Settore VENETO 2008 ANALISI DEI TEMPI DI USCITA DAL MERCATO QUALE INDICATORE DI DIFFICOLTÀ A COMPETERE

15 UN FOCUS SUL COMPARTO MANIFATTURIERO DEL VENETO ANALISI DELLE LEVE DI COMPETIZIONE PER IL RAGGIUNGIMENTO DI UNA PERFORMANCE ECONOMICA DI FORTE CRESCITA 15

16 UN FOCUS SUL COMPARTO MANIFATTURIERO DEL VENETO ANALISI DELLE LEVE DI COMPETIZIONE PER IL RAGGIUNGIMENTO DI UNA PERFORMANCE EC DI FORTE CRESCITA 16

17 SOSE PER LE AGGREGAZIONI DI RETE SOSE ha avviato in anni recenti, alcuni progetti per il rafforzamento della competitività delle PMI all interno dei distretti produttivi; puntando soprattutto sulle aggregazioni (reti) tra imprese. DISTRETTO DEL MOBILE CLASSICO DI BASSANO DISTRETTO DELLA RUBINETTERIA DI LUMEZZANE (bs) In collaborazione con FEDERLEGNO Ha coinvolto 4 imprese In collaborazione con l ente PROVINCIA di BRESCIA Ha coinvolto 27 imprese (11 capofila e 16 terzisti) 17

18 SOSE PER LE AGGREGAZIONI DI RETE Obiettivi dei progetti di aggregazione Aumentare l efficienza riducendo le aree di spreco con l applicazione di logiche lean (+15% 20% ) PIATTAFORMA LOGISTICA COMUNE Ridurre i costi logistici di approvvigionamento dei materiali Favorire la gestione integrata dei magazzini di semilavorati e prodotti finiti Il modello operativo mesi Fase A Lean Transformation Fase B Realizzazione Piattaforma 18 Progettazione Piattaforma 6 8 mesi Contratto di rete Ridefinizione Offerta 12 mesi Società (NewCO)

19 LA SINERGIA TRA PUBBLICO E PRIVATO 19

20 COME INCENTIVARE LE AGGREGAZIONI TRA IMPRESE? LE AGEVOLAZIONI FISCALI (legge 122/10) La norma ha funzionato come buon incentivo per la diffusione del contratto di rete. Occorre, però, dare maggiori certezze rispetto alla sospensione d imposta, consolidando il risparmio fiscale conseguito in relazione al buon adempimento del programma di rete. E, inoltre, renderlo compatibile con l orizzonte temporale dell investimento. IL CREDITO d IMPOSTA (legge 224/12) Il credito d imposta per le imprese che investono in ricerca e sviluppo è stato esteso anche alle reti d impresa, se si avvalgono di enti specializzati (Università, Centri di Ricerca, etc.). STRUMENTI EQUITIES??? Non esistono strumenti finanziari con logiche equities orientati al finanziamento delle aggregazioni di impresa. Attualmente si limitano ai bond di rete e a forme di cofinanziamento che utilizzano i fondi di rotazione. 20

21 UN NUOVO STRUMENTO PER LA REGIONE: LE PROPOSTE Esistono ampi spazi di intervento per la REGIONE per sostenere progetti di aggregazione fondati su obiettivi strategici di lungo periodo Nuova focalizzazione della gamma prodotto Riorganizzazione delle reti distributive (pdv) Ristrutturazione delle reti di agenti e delle aree di mandato Creazione di un nuovo marchio per più soggetti imprenditoriali o estensione di un marchio già esistente Investimento in una piattaforma produttiva e/o logistica comune 21

22 UN NUOVO STRUMENTO PER LA REGIONE VENETO SVILUPPO P artecipa alla costituzione di un nuovo veicolo dedicato alle aggregazioni di rete, insieme ad un Fondo P E indipendente (che opera sul territorio). I l target delle singole imprese che entrano nell aggregazione focalizzato tra 7 15 mln euro L investimento max pari a 2,5 mnl euro e preferibilmente minoritario Durata dell investimento 5/ 6 anni, con riacquisto delle quote da parte dei soci della NewCo NEL MEDIO TERMINE: il contratto di rete consente di avviare l aggregazione tra imprese, sperimentandola nel tempo. Esso, però, ha durata limitata e può sfociare in un aggregazione di natura societaria che sia più consona ad obiettivi ed azioni di lungo periodo. 22

23 TRASFORMARSI PER TENERE IL MERCATO:LA MECCANICA VENETA Per le piccole imprese del settore della meccanica strumentale, cambiare modello di business ha migliorato fortemente la capacità di restare sul mercato. Viceversa, le imprese che hanno mantenuto il modello originario hanno evidenziato una maggior fragilità che aumenta la probabilità di uscire dal mercato. Fanno eccezione le imprese con una organizzazione manageriale, in grado soprattutto di gestire i mercati internazionali e i marchi di prodotto. I percorsi di trasformazione del modello di business sono prevalentemente mirati a semplificare l organizzazione dell impresa e la sua catena del valore. Questo comporta anche una focalizzazione sui mercati locali che esprime nel complesso un deficit di managerialità. Questi percorsi di trasformazione sono intrapresi spesso anche da imprese che operano su mercati esteri o all interno delle supply chain internazionali. Rivelano difficoltà crescenti a sostenere la pressione concorrenziale. 23

24 LA GESTIONE MANAGERIALE Manager «neutrale» per la gestione operativa del contratto di rete Manager: dalle grandi alle piccole imprese Manager interprete della Rete: proporre, implementare e innovare Capacità gestionali e di coordinamento per l acquisizione delle commesse di Rete 24 Esempi di progetto e di supporto alle reti sono stati portati avanti da Federmanager

25 I FABBISOGNI STANDARD: EFFICIENZA ED EQUITÀ NELLA SPESA DEGLI ENTI LOCALI UN FOCUS SULLA REGIONE VENETO Piazzola sul Brenta, 15 luglio 2013

26 LA SPESA PUBBLICA IN ITALIA 26

27 PERCHÉ I FABBISOGNI STANDARD 27

28 VERSO I FABBISOGNI STANDARD OBIETTIVI REQUISITI Trasparenza Riconoscibilità Persuasività 28

29 METODO DI LAVORO 29

30 I LUOGHI E GLI ATTORI 30 SOSE

31 I TEMPI DELLE FUNZIONI FONDAMENTALI DEI COMUNI 31

32 IL CONTESTO DI RIFERIMENTO Le funzioni fondamentali dei Comuni (Regioni a statuto ordinario) SPESE RSO 2010 Ammontare (Euro) % Funzioni Generali di Amministrazione, di Gestione e di controllo (solo 70%) % Funzioni di Polizia Locale % Funzioni di Istruzione Pubblica % Funzioni nel campo della Viabilità e dei Trasporti % Funzioni riguardanti la gestione del Territorio e dell Ambiente % Funzioni del settore Sociale % Totale Funzioni fondamentali % 32

33 I TEMPI DELLE FUNZIONI FONDAMENTALI DELLE PROVINCE 33

34 IL CONTESTO DI RIFERIMENTO Le funzioni fondamentali delle Province (Regioni a statuto ordinario) SPESE RSO 2010 Ammontare (Euro) % Funzioni Generali di Amministrazione, di Gestione e di controllo (solo 70%) % Funzioni di istruzione pubblica % Funzioni nel campo dei trasporti % Funzioni riguardanti la gestione del territorio % Funzioni nel campo della tutela ambientale % Funzioni nel campo dello sviluppo economico (Servizi del Mercato del Lavoro) % Totale Funzioni fondamentali % 34

35 IL PROCESSO VIRTUOSO INDOTTO Non solo superare il principio di spesa storica, ma anche: 35

36 IL MONITORAGGIO (Questionario IL MONITORAGGI FP02U) Analisi periodica dei comportamenti 36

37 I PRIMI QUESTIONARI INVIATI NEL

38 I PRIMI QUESTIONARI INVIATI NEL

39 LE FASI 39

40 OBIETTIVI DEL QUESTIONARIO 40

41 STRUTTURA DEL QUESTIONARIO 41

42 DETERMINAZIONE DEI FABBISOGNI STANDARD Sintesi del flusso informativo Questionari Portale dei Fabbisogni standard Enti interessati: 83 Province Comuni Controllo qualità del dato Alcuni esempi: FP02U correzione di 53 anomalie (28 Province) FP04U correzione di 29 anomalie (22 Province) FC03U correzione di anomalie (3.036 Enti) relative a gravi incoerenze riscontrate nei dati Fonte dati ufficiali Certificati di Conto Consuntivo

43 DETERMINAZIONE DEI FABBISOGNI STANDARD PER I COMUNI FC03U Funzioni di Istruzione Pubblica Sintesi dei modelli generali di valutazione dei fabbisogni standard Funzioni fondamentali per le quali le prestazioni sono esogene rispetto all'autonomia degli enti locali (servizi, ad esempio, per i quali lo Stato fissa i LEP) SI NO Funzioni con prestazioni finali misurabili SI NO Funzione di costo (fabbisogni standard determinati attraverso il prodotto tra livelli delle prestazioni per costo unitario di produzione; controllo macrofinanziario attraverso la fissazione dei LEP) Funzione di spesa (fabbisogni standard definiti attraverso il riparto di un fondo determinato esogenamente in relazione alle compatibilità macrofinanziarie) Funzione di spesa (fabbisogni standard definiti attraverso il riparto di un fondo determinato esogenamente in relazione alle compatibilità macrofinanziarie) 43

44 DETERMINAZIONE DEI FABBISOGNI STANDARD 44

45 GLI ULTIMI QUESTIONARI INVIATI NEL

46 GLI ULTIMI QUESTIONARI INVIATI NEL

47 FABBISOGNI STANDARD E LIVELLI QUANTITATIVI DELLE PRESTAZIONI MAPPA DI POSIZIONAMENTO DEGLI ENTI LOCALI Mappa degli Enti locali asse orizzontale: differenziale tra Spesa Storica e Fabbisogno Standard teorico asse verticale: differenziale tra Livelli quantitativi delle prestazioni storiche e teoriche 47

48 IL POSIZIONAMENTO DEI COMUNI DEL VENETO In merito alle funzioni generali di amministrazione e di polizia locale, complessivamente i Comuni della Regione Veneto mostrano un fabbisogno standard superiore alla spesa storica del 5,65%. Spesa corrente per la determinazione del fabbisogno standard (A) Fabbisogno Standard (B) Differenza % (B A)/A Coefficienti di riparto 8,17216% 8,63382% +5,65% Ammontare in Euro (valori 2009)

49 IL POSIZIONAMENTO DEI COMUNI DEL VENETO Confronto tra la spesa storica dei Comuni del Veneto e i fabbisogni standard Funzioni Generali di amministrazione, di gestione e di controllo e Funzioni di polizia locale 49

50 IL POSIZIONAMENTO DEI COMUNI DEL VENETO Mappa di posizionamento dei comuni del Veneto in relazione al differenziale tra Spesa Storica e Fabbisogno Standard teorico (asse orizzontale) e tra output storici e Livelli quantitativi delle prestazioni (asse verticale) Funzioni Generali di amministrazione, di gestione e di controllo e Funzioni di polizia locale 50

51 IL POSIZIONAMENTO DEI COMUNI DEL VENETO Posizionamento dei Comuni del Veneto rispetto ai fabbisogni standard e ai livelli quantitativi delle prestazioni per classi di abitanti Funzioni Generali di amministrazione, di gestione e di controllo e Funzioni di polizia locale 51

52 IL POSIZIONAMENTO DEI COMUNI DEL VENETO Posizionamento dei Comuni del Veneto rispetto ai fabbisogni standard e ai livelli quantitativi delle prestazioni per provincia Funzioni Generali di amministrazione, di gestione e di controllo e Funzioni di polizia locale 52

53 LA METODOLOGIA SOSE PER GARANTIRE EFFICIENZA NELLA SPESA Spesa INPUT Variabili di contesto 53 OUTPU T

54 NUOVI PRODOTTI: L ANALISI DELL EFFICIENZA TECNICA EFFICIENZA TECNICA EFFICIENZA TECNICA: RISULTATI ANAGRAFE (FC01C) 54

55 NUOVI PRODOTTI: L ANALISI DELL EFFICIENZA TECNICA EFFICIENZA TECNICA EFFICIENZA TECNICA: RISULTATI ANAGRAFE (FC01C) 55 Efficienza: Indicator e com pos ito fino al <25% >=25% e <50% >=50% e <75% >=75%

56 NUOVI PRODOTTI: L ANALISI DELL EFFICIENZA TECNICA Punteggio dell indicatore composito di efficienza per i SERVIZI DI ANAGRAFE dei Comuni del Veneto per classe di abitanti 56

57 NUOVI PRODOTTI: L ANALISI DELL EFFICIENZA TECNICA Punteggio dell indicatore composito di efficienza per i SERVIZI DI ANAGRAFE dei Comuni del Veneto per provincia 57

58 NUOVI PRODOTTI: L ANALISI DELL EFFICIENZA TECNICA EFFICIENZA TECNICA EFFICIENZA TECNICA: RISULTATI POLIZIA LOCALE (FC02U) 58

59 NUOVI PRODOTTI: L ANALISI DELL EFFICIENZA TECNICA EFFICIENZA TECNICA EFFICIENZA TECNICA: RISULTATI POLIZIA LOCALE (FC02U) 59 Efficienza: Indicator e com pos ito fino al <25% >=25% e <50% >=50% e <75% >=75%

60 NUOVI PRODOTTI: L ANALISI DELL EFFICIENZA TECNICA EFFICIENZA TECNICA EFFICIENZA TECNICA: RISULTATI POLIZIA LOCALE (FC02U) 60

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