HEGEL. della ragione ( ). Qui Kant assumeva una posizione deista: l unica religione. giovanili.

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1 HEGEL Nacque a Stoccarda nel Era un giovane brillante che intraprese studi di teologia all università di Tubinga ed ebbe come compagno il poeta Hoerderline e il filosofo Schelling. Sarebbe dovuto diventare pastore ma scelse la carriera filosofica come precettore e poi come professore universitario. La sua formazione fu classica, sebbene egli conoscesse anche la produzione illuminista e i pensieri a lui contemporanei. Hegel era anche interessato agli eventi storici del suo tempo, tra cui la Rivoluzione francese. Tutti gli intellettuali, in realtà, erano interessati a questo evento in maniera particolare. Hegel, infatti, eresse una stele in onore della Rivoluzione, che definì come la riconciliazione del divino e del mondo. Durante le riflessioni successive rivisiterà il suo entusiasmo verso questo evento ma non negherà mai i grandi cambiamenti che la Rivoluzione aveva apportato. Anche Napoleone, secondo Hegel, fu un grande artefice della storia e infatti venne esaltato dal filosofo nonostante l occupazione francese in Prussia. Hegel leggeva Kant, ma non le tre critiche, bensì un testo chiamato La religione entro i limiti della ragione ( ). Qui Kant assumeva una posizione deista: l unica religione possibile dava spazio alla ragione, era priva di dogmi e di misteri. Da qui poi, Hegel scrisse dei piccoli saggi rimasti inediti e pubblicati solo nel 900 con il titolo di Scritti teologici giovanili. Soffermatosi a Berna per svolgere la professione di precettore rimase colpito guardando il paesaggio alpino, non in virtù della bellezza della natura in sé, bensì per la capacità umana di vincere la natura. Questo fu un tema ricorrente nella riflessione hegeliana, incentrata sull uomo e la sua intelligenza. Per quanto riguarda la concezione dell impresa conoscitiva, se Kant aveva paragonato il soggetto conoscente ad un uomo su un isola, i cui confini conoscitivi sono quelli entro cui può fare esperienza, per Hegel la conoscenza era un impresa volta ad andare oltre l esperienza, alla ricerca del noumeno, che è la verta conoscenza totale. SCRITTI TEOLOGICI GIOVANILI ( ) Qui Hegel si occupa di religione, non di teologia. La prima, infatti, consiste nel rapporto tra l uomo e Dio, mentre la seconda è una scienza che si occupa di indagare direttamente il divino. Hegel, infatti, non vuole parlare di Dio, ma di questioni umane e politiche. RELIGIONE POPOLARE E CRISTIANESIMO E uno degli scritti teologici. Religione popolare vuol dire del popolo. Qui Hegel, analizza la religione popolare confrontandola con il cristianesimo. Parlando di religione popolare si riferisce ai greci. Essi concepivano gli dei come gli uomini. Esi avevano un rapporto armonico e positivo con la natura, la carne, la vita. Dunque, la religione popolare, in questa prima fase, viene esaltata. Infatti l immagine greca di Dio permetteva uno sviluppo sano della persona, la partecipazione alla vita politica. Socrate ne costituisce un esempio.

2 Il cristianesimo, invece, è la religione che mortifica la carne, che guarda al cielo. Il cristiano, quindi, avverte una scissione tra sé e Dio, che si riflette nella scissione tra sé e gli altri uomini, tra sé e la natura. Tale visione, tuttavia, è ereditata ed essa porta a disinteressarsi della vita politica, a separare sfera personale e pubblica con prevalenza della prima. VITA DI GESU Qui la prospettiva cambia. Infatti la fede cristiana è presentata come razionale. L etica di Gesù è paragonabile alla morale di Kant. Quindi, la prospettiva assunta è volta ad assimilare cristianesimo e religione greca, a paragonare Socrate e Gesù. Hegel si domanda perché il cristianesimo è caratterizzato dalla scissione presentata nel secondo scritto mentre Gesù proponeva un etica razionale. La risposta è nell istituzionalizzazione della fede cristiana, che ha permesso il subentro del senso di scissione. Questo tedio è ereditato, secondo Hegel, dalla fede ebraica, caratterizzata da molte regole e riti esteriori. Il messaggio evangelico è razionale ma l istituzione cristiana lo ha abbattuto. LO SPIRITO DEL CRISTIANESIMO E IL SUO DESTINO Questo scritto ha un impianto storico. Per Hegel conoscere non è mai possibile se non attraverso la storia. Tale impianto lo porta a fare una prospettiva storica dal Diluvio Universale alla Diaspora. La prospettiva qui è palesemente triplice: l analisi è tra ebraismo, cristianesimo e religione greca. Lo spirito greco è quello dell armonia e dell unità; tuttavia, anche qui c è un elemento di ombra: i greci, attribuendo importanza alla natura e alla collettività, hanno perso il senso dell individuo, della persona e delle sue responsabilità di fronte agli eventi della propria vita. Poi, gli ebrei hanno la visione distante di Dio e negativa dell uomo; in tale spirito di scissione e di angoscia, l ebreo ha sviluppato, secondo Hegel, il senso di responsabilità. Questo è l unico elemento di luce nel mondo ebraico. Il cristianesimo, poi, conserva gli elementi di positività e supera quelli di negatività di entrambi. I greci sono positivi ma ingenui; gli ebrei sono angosciati ma responsabili; i cristiani sono positivi e responsabili. Tuttavia, il cristianesimo autentico, per Hegel, è quello luterano perché la Chiesa cattolica non ha ancora risolto la contraddizione interna esposta negli scritti precedenti. Hegel aveva studiato a Tubinga e poi fece sosta in varie città. Fu chiamato a Iena da Schelling, che fondò Giornale critico della filosofia ed Hegel vi pubblicò alcuni saggi. DIFFERENZE TRA IL SISTEMA FILOSOFICO DI FICHTE E DI SCHELLING Anche qui Hegel utilizza un impianto storico in quanto intende fare una storia della filosofia sull idealismo partendo da Kant. La grande svolta idealista, infatti, era stata Kantiana e la sua rivoluzione consisteva nella importanza data al soggetto e non all oggetto. Il limite di Kant, però, era consistito nell aver imposto dei limiti. La svolta, dunque, è incompleta perché basata solo sul fenomeno senza possibilità di accesso al noumeno, presente ma inconoscibile. Fichte, poi, ha portato a termine la rivoluzione superando l ermeneutica della finitudine. Fichte ha presentato un soggetto infinito che pone in essere la realtà. Tuttavia,

3 l infinità di Fichte, per Hegel, non è buona: la conoscenza è asintotica. Inoltre, Fichte esalta eccessivamente l intelligenza umana senza curarsi troppo della natura. Schelling risolve tali problemi. L infinito di Schelling, infatti, è positivo, perché intelligenza e natura sono sullo stesso piano è l Assoluto nel complesso è infinito. IL RAPPORTO DELLO SCETTICISMO CON LA FILOSOFIA Qui Hegel intende presentare lo scetticismo. Intende che lo scetticismo è un metodo per conoscere. La filosofia non può che essere scettica, cioè una ricerca che coltiva il dubbio. Senza cimentarsi nella ricerca non c è conoscenza. Il rapporto è quindi una questione di metodo: non dare le cose per scontato. Bisogna poi distinguere tra scetticismo antico (che è buono in quanto metodo perché usa la ragione per giungere a verità. Mettendo in dubbio i sensi si cercava la verità) e uno scetticismo moderno (che è negativo, quello di Hume. La sua filosofia, per Hegel, è pericolosa perché scredita la ragione attribuendola ai sensi, all esperienza). Lo scetticismo moderno aveva esaltato i sensi, l esperienza e aveva messo da parte la metafisica. FEDE E SAPERE Qui Hegel prende in considerazione il romanticismo filosofico per poi criticarlo. Secondo Jacobi, infatti, la ragione non era lo strumento primo della conoscenza. L uomo attraverso la ragione poteva arrivare al principio di non contraddizione, al massimo. Nella realtà, però, c erano elementi di contraddizione che si risolvevano con l intuito e il sentimento e non con la ragione. Quindi si era diffuso un prevalere del sentimento e dell intuito sul dominio della ragione. Hegel, però, critica l irrazionalismo jacobiano. Secondo lui, se la ragione rinuncia alla argomentazione, il criterio logico non è più tale. Nella fede esiste il sentimento religioso che non è evidente ed è personale, mentre la ragione è evidente, universale. Hegel, però, vuole sottolineare un contributo dei romantici: aver criticato la ragione illuminista. Benché l irrazionalismo uccida la filosofia ai romantici viene riconosciuto il merito di aver posto in dubbio la ragione illuminista che era astorica, ovvero rifiutava il fatto che alla verità si potesse giungere per fatti ed errori. Gli illuministi sono amici della ragione; Hegel (e diversi romantici) della storia. SULLE MANIERE DI TRATTARE IL DIRITTO NATURALE Qui Hegel parte da un analisi del diritto distinguendo tra giusnaturalismo e positivismo giuridico. L interesse di Hegel, poi, è volto alla morale. Viene infatti compiuta una riflessione morale sull etica kantiana (formale, categorica ecc ) Hegel non concepisce una morale alla stregua di quella kantiana perché quest ultima ha un difetto: è frutto di una pura riflessione ragionativa che non tiene conto di molte cose, tra cui la storia. L uomo non può stabilire le regole morali senza sperimentarle nella storia, nel tempo. Non si stabiliscono principi morali in maniera aprioristica, cioè per pura riflessione; di vive, si sperimenta l agire morale e poi si concepisce l etica migliore. Quindi, l etica non

4 può prescindere dall esperienza, pena diventare un mero formalismo. La vera morale si colloca nella storia. La morale kantiana non tiene conto di questa esperienza. SULLA COSTITUZIONE DELLA GERMANIA Hegel non è interessato alla costituzione tout court ma anche al diritto positivo. C è una lode al realismo politico Machiavelli. Secondo Hegel, egli era stato considerato nella storiografia un politico immorale. In realtà, egli aveva attribuito superiorità all etica dello Stato su quella del singolo. Lo Stato e il singolo hanno etiche che vanno in direzioni diverse ma quella dello Stato è superiore a quella del singolo. Lo Stato esiste proprio per impedire la giungla e per surclassare le ragioni singole. Per Hegel in uno Stato ben governato, i singoli vivono bene; lo Stato è la cornice in cui si può vivere bene o vivere male. Il giusnaturalismo non esiste, di fatto. La legge inizia quando viene posta e sempre in riferimento alla storia.

5 FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO Qui si intende costruire un sistema filosofico PREFAZIONE Nella prefazione vengono esposti i capisaldi del pensiero hegeliano. Il filosofo ribadisce la critica al romanticismo filosofico aggiungendo, però, nuove argomentazioni. Questa volta, infatti, la critica di Hegel non è solo a Jacobi ma si spinge oltre; infatti, oltre a dire che il romanticismo filosofico è autodistruttivo, lo ritiene una semplice retorica. I romantici parlano come se avessero la scienza infusa: come c è uno spazio vuoto c è anche una profondità vuota. Il motivo è che non c è argomentazione e, quindi, il loro atteggiarsi a profeti non cela nulla. Per Hegel, Schelling ha concepito una realtà dove non si comprende nulla. Tutto è confuso, pastrocchiato. Tale critica, però, non annulla il merito attribuito a Schelling nelle opere minori; resta la brillantezza di Schelling nell aver ideato un noumeno intero e conoscibile; tuttavia, egli vi era giunto in maniera sbagliata e confusa, attraverso l intuizione senza argomentazioni. La contraddizione e il pregiudizio fanno parte della verità in quanto essa è il percorso che si fa per giungere a sé stessa. Viene criticato, quindi, sia l irrazionalismo romantico sia il razionalismo classico che distingueva verità ed errore. In proposito Galvano della Volpe scrisse Hegel: romantico e mistico. A fronte del fatto che Hegel critichi il romanticismo egli stesso, forse, vi aderisce. In realtà, Hegel sicuramente non ripudia il romanticismo completamente ma lo apprezza per il ruolo dato alla storia; cioè che viene criticato è l irrazionalismo. La storia, infatti, è indispensabile perché la razionalità è una meta ma non è una pura astrazione: passa attraverso errori e pregiudizi. Di contro, però, Hegel riconosce l importanza della ragione per fare filosofia ma non condivide l estremo razionalismo illuminista. Per cui del romanticismo prende la visione storicistica e rifiuta l irrazionalismo; dell illuminismo prende l importanza della ragione ma rifiuta il razionalismo esasperato. I capisaldi della filosofia hegeliana sono: 1. La filosofia è dialettica, la sua epistemologia è dialettica, ovvero, procede attraverso contraddizioni e attraverso tre momenti: tesi, antitesi e Aufhebung (superare e conservare). La dialettica Hegeliana, però, giunge a compimento (diversamente da quella fichtiana) 2. La conoscenza è intesa in maniera olicistica (da ολος): non c è conoscenza se non dell intero. La conoscenza parziale non è veritiera. Bisogna, però, fare una distinzione fra Verstand (intelletto) e Vernunft (ragione). Per Kant, il primo dava la conoscenza certa e il secondo era la tendenza ad andare oltre l esperienza. Per Hegel, le cose sono diverse: l intelletto non dà da solo la conoscenza in quanto esso si ferma alle dimostrazioni rigide della realtà, alle sue categorie, mostra concetti separati, usa gli strumenti che ha e relega ad una visione parziale. L approccio intellettuale è, quindi, quello matematico-scientifico. Per una vera conoscenza bisogna usare la ragione che compone le parti, analizza le differenze e le connette con la totalità. La visione è olicistica, come lo era quella della Schelling, ma molto meno confusa in quanto la conoscenza è, sì, dell intero ma di esso se ne distinguono chiaramente le parti.

6 3. Hegel ha una visione storicistica della conoscenza: la verità non è un oggetto che si può avere o meno: è il percorso di appropriazione della conoscenza stessa. La verità, più che un concetto, è la storia della verità. Ergo, la filosofia è la storia del pensiero umano che contiene anche il falso, le contraddizioni e i pregiudizi del percorso. STORIA ROMANZATA DELLA CONOSCEZA La Fenomenologia dello spirito è una storia romanzata (di cui si raccontano le parti importanti al fine della storia) della coscienza (lo spirito umano). La storia romanzata è della coscienza che ha riconosciuto e pensato sé stessa, è la storia della filosofia. La storia romanzata, più in particolare, è lo spirito umano che prende coscienza di sé e descrive questo la storia di questo processo. La storia della filosofia ha una logica che la attraversa ed Hegel vuole trovare i nessi, benché con una prospettiva eurocentrica, al punto da definire l oriente come un mondo antiquato e immobile. La storia ha un punto di vista interno perché è narrata dallo stesso protagonista della storia: lo spirito umano, la cultura umana. L opera è articolata in sei sezioni: -I La coscienza: in questa sezione Hegel analizza le filosofie che hanno concepito la verità come oggetto fuori dall uomo, come semplice oggetto. Sono incluse tutte le filosofie precartesiane che non hanno ancora scoperto la peculiarità del soggetto. La narrazione non è cronologica per cui anche nella filosofia antica si possono ravvisare pensatori più avanti di altri (Socrate, Agostino ecc ) -II L autocoscienza: si mettono a tema tutte le filosofie che hanno come fulcro il pensiero cartesiano. Hegel ritiene che centrale ed irrinunciabile come spartiacque Cartesio. Con lui la filosofia subisce un importante cambiamento perché supera la sua precedente condizione di adeguatio ingenii ad rem. Cartesio ha scoperto l io penso e la necessità di basarsi su di esso. Questa tappa, però, non sarebbe mai potuto essere possibile se non avesse avuto l esperienza della tappa precedente. Tuttavia, tale sezione non è sufficiente perché presenta alcuni problemi. Dopo Cartesio si è verificata la grande rivoluzione copernicana di Kant che non si è fermato all ich thanke ma ha asserito che è il soggetto il protagonista, che il soggetto è il più importante. -III La ragione: qui si celebra Kant come spartiacque. Lo spirito umano è il protagonista che struttura la realtà tramite le categorie della mente -IV Lo spirito: Kant ha aperto la strada all idealismo ma essa si è interrotta e ripresa dai filosofi successivi. Viene celebrato il movimento idealista che sostiene che il soggetto non solo conosce e struttura la realtà ma la pone in essere e la conosce nella sua parte noumenica. -V La religione: in questa sezione si celebra la svolta di Hegel che ha scoperto che il percorso dello spirito umano è nella storia, è unitario, che unisce il presente col proprio passato. Conoscere la verità è il percorso attraverso cui l uomo l ha scoperta. La filosofia è la storia della filosofia.

7 -VI Il sapere assoluto: la tappa ulteriore serve semplicemente per esplicitare che si è giunti al sapere assoluto che è un voltarsi indietro dello spirito umano e prendere coscienza del percorso fatto. Ora non c è più nulla da scoprire. LA COSCIENZA Ogni sezione è divisa in tre tappe: tesi, antitesi e Aufhebung. Per la prima sezione le tappe sono: -I: certezza sensibile -II: percezione -III: intelletto Le filosofie della certezza sensibile sono quelle che hanno inteso la verità come il dato esterno, ciò che si percepisce con i sensi: sono le filosofie dell ecceità che danno una conoscenza alquanto ingenua. Tale tappa viene superata dalla filosofia della percezione, ovvero di coloro che hanno scoperto che la verità non è un dato ma un insieme di percezioni e di verità sensibili. Questa contraddizione sfocia nella tappa successiva dell intelletto, ovvero di quelle filosofie che sostengono che è l uomo che mette in relazione la molteplicità dei dati sintetizzandoli in un giudizio. Le filosofie dell intelletto, che sono le ultime di questa sezione, non rigettano l esperienza nel percorso conoscitivo ma prendono ciò che di buono vi è nelle filosofie precedenti (l esperienza) tralasciando gli elementi di negatività e aggiungendo ciò che manca. L AUTOCOSCIENZA L uomo scopre il soggetto, che ha un privilegio epistemologico. -I: signoria e servitù -II: stoicismo e scetticismo -III: coscienza infelice Nella prima tappa, Hegel intende dire che l uomo non può ritenersi tale se non relazionandosi con le altre intelligenze, con gli altri soggetti; lo scontro serve a permettere al soggetto di prendere coscienza di sé. Lo scontro si chiama servo-padrone : il padrone è colui che mette a repentaglio la sua vita senza paura del combattimento e, perciò, diventa padrone; il servo è tale perché non lotta per farsi riconoscere come soggetto. Questo processo di autocoscienza non è facile, è rischioso. Questa figura ha una contraddizione: laddove il servo non ha lottato (e il padrone si), il padrone, nell essere divenuto tale, smette di lottare perché pensa di essere già arrivato mentre il servo è costretto a lavorare e il lavoro lo riscatta della condizione servile. C è, quindi, il ribaltamento della situazione iniziale. Quindi, la consapevolezza del soggetto è si rischiosa ma è un lavoro che non smette mai. La prima tappa identifica le filosofie che hanno dato importanza alla comunità e ad essa si contrappone la seconda tappa: il servo si disciplina con il lavoro come il padrone lo aveva fatto con la lotta. Si arriva quindi allo scetticismo, ovvero alla filosofia della lotta della propria libertà. Essa è la filosofia che riconosce l essere soggetto nello sforzo di essere tale.

8 Nel tentativo di liberarsi dell oggetto, l uomo finisce per smarrire con l oggetto la verità stessa. Questa è la seconda dialettica che porta dallo stoicismo allo scetticismo, ovvero, quel percorso che va dalla rinuncia all oggetto alla negazione della verità. Lo scetticismo provoca una coscienza infelice (che era propria dell uomo medievale). Nel tentativo di dire che l oggetto non è più esistente, l uomo giunge all infelicità proprio perché ha ritenuto la verità inaccessibile. LA RAGIONE Se l uomo non avesse sperimentato l infelicità non sarebbe andato avanti. Lo spirito umano nella seconda sezione sperimenta la scissione tra sé e la verità. In questa sezione, Kant è il grande pioniere; è la sezione che prende coscienza non solo di sé ma anche di strutturare la realtà. E la sezione che vede nell idealismo una filosofia di rinascimento dopo l infelicità della coscienza. Si ripropone di ricercare la verità e ricostruire la metafisica. La scissione uomoverità è ricomposta ma non come nella prima tappa. I: naturalismo II: empirismo III: legge del cuore Queste due prime tappe sono assimilate al Faust di Goethe [Faust era un giovane di grandi speranze con una grande sete di conoscenza; sente il desiderio di raggiungere la verità attraverso la ricerca naturalistica e l osservazione/sperimentazione della natura. Faust ad un certo punto, visto che tali ricerche non lo hanno soddisfatto, vende l anima al demonio] In questa prima fase Hegel ha la disillusione nei confronti delle scienze naturali che possono dare solo la certezza del dato, ma non la verità intera. La prima tappa è la scienza e ciò che essa ha prodotto. Tuttavia, la fiducia nella ragione osservativa, porta ad una grande delusione; infatti, la terza sezione sfocia nell irrazionale, nel sentimento. Frutto della scienza è il Romanticismo: l arrendersi di fronte alla delusione della scienza. Per Hegel, però, il Romanticismo è un delirio intriso di presunzione. Tuttavia, il Romanticismo, benché insufficiente, è stato indispensabile per abbattere l approccio unilaterale della scienza. SPIRITO Tratta le filosofie idealiste che usano la ragione come strumento ma in modo che guardi all intero (e quindi al vero), che non si basa solo sul fenomeno ma si spinge al noumeno. Hegel concepisce che lo spirito umano può conoscere la realtà quando esso si rende conto che la conoscenza è nella storia. I: Antigone (o etica del mondo etico) II: l Illuminismo e il terrore III: Restaurazione. Antigone era un eroina dell età del antica che viveva a Tebe ed era dilaniata dalla volontà di obbedire alle leggi di Tebe o al suo cuore. Il tiranno non voleva che i fratelli di Antigone fossero seppelliti. Tipico del mondo antico, per Hegel, è la concezione della collettività e

9 Antigone rappresenta l etica antica, cioè che da preminenza alla comunità anziché al singolo. L etica degli antichi è quella del bene comune che sovrasta il bene singolo; la libertà del singolo rientra in quella collettività. Questa figura viene superata della seconda tappa: alla comunità si oppone il concetto di libertà assoluta illuministica. Essa è talmente assoluto che è astratta perché sciolta da esperienza e storia. Infatti, l Illuminismo si è poi tradotto nel periodo del Terrore. La libertà illuminista è astorica e tutto ciò che viene visto di ostacolo viene annientato. Il processo è poi imploso. Se, quindi, l etica antica imbriglia la sfera personale, quella moderna svuota completamente la libertà del suo proprio significato. L ultima tappa è la Restaurazione: non è, per Hegel, un ritorno al passato ma un ritorno al passato con il superamento delle contraddizioni. Restaurare vuol dire non riportare le cose a come erano un tempo ma l aver compreso che la libertà non butta via il passato come se fosse una zavorra. Per cui, la Restaurazione rende veri e concreti i principi che l Illuminismo aveva espresso solo in teoria ma che non aveva saputo attuare. RELIGIONE Hegel recupera il legame della filosofia con la storia: lo spirito umano si è manifestato nel tempo. Qui Hegel ripercorre le più importanti forme della cultura umana: arte, religione e filosofia. Nel 1816, abbandonata Iena, Hegel andò ad Heisenberg e qui lavorò ad un organizzazione sistematica del suo pensiero. Due anni dopo, nel 1818, Hegel andò a Berlino dove diventò docente all università e molto famoso. Diversi filosofi erano accademici e quando insegnavano filosofia non insegnavano la storia della filosofia ma il proprio pensiero, confrontandolo con i filosofi precedenti. Quindi, Hegel insegnava le sue considerazioni filosofiche come le aveva espresse nelle sue opere. L insegnamento Hegeliano fu lo stesso della Fenomenologia dello spirito ma con una differenza di metodo: i contenuti erano gli stessi ma con un diverso approccio espositivo. Nel 1812 furono pubblicate diverse opere (come Scienza della logica o Enciclopedia delle scienze in compendio) basate sugli appunti per le elezioni di Hegel. L approccio usato nella Fenomenologia dello spirito è fenomenologico, cioè a parte subiecti, dalla parte del soggetto che l ha vissuto. Infatti, nella Fenomenologia Hegel racconta lo sviluppo umano dalla dimensione più semplice a quella più complessa come l uomo l ha vista nel tempo. Ora, la verità olistica è presentata a parte obiecti, dal punto di vista della verità, come essa è.

10 SISTEMA FILOSOFICO DI HEGEL I SEZIONE: L IDEA IN SE Arrivati al sapere assoluto, è possibile strutturare la realtà: essa è pensiero che è solo nella sua dimensione oggettiva. Qui si sta cercando di dire che la realtà è ordinata e razionale. Il motivo è che essa è partorita dalla mente umana; come i ragionamenti sono ordinati, così la realtà in sé stessa lo è. Per Hegel non c è differenza tra logica e realtà (ontologia); non è come per Aristotele, per cui si potevano fare anche ragionamenti corretti ma falsi. Logica e metafisica, infatti, sono la stessa cosa perché la realtà è frutto del pensiero, del pensiero stesso. Cos è la realtà? E il frutto della mente umana che l ha pensata nel corso della storia. II SEZIONE: L IDEA FUORI DI SE L idea fuori di sé: l idea che si oggettiva come natura III SEZIONE: L IDEA CHE TORNA IN SE Qui si parlare della mente umana che, dopo essersi oggettivata, torna in sé e si rende conto che è lei che struttura la realtà. L idea diventa spirito. Essa viene presentata trattatisticamente. E viene presentata nell Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio. Viene presentato il pensiero umano, che è idea. I contenuti di ciascuna sezione vengono presentati anche in altre opere. L idea in sé viene presentata anche nella Scienza della logica ( ) e l ultima sezione anche in altre opere. La seconda sezione, invece, si trova solo nell Enciclopedia perché a Hegel non interessa molto la filosofia della natura quanto quella dello spirito. L IDEA IN SE : LA FILOSOFIA LOGICA [1] La logica è la scienza che studia il reale; non è un metodo per fare conoscenza. E una scienza che studia la struttura logica del reale, collegata alla metafisica. L essere ha una struttura onto-cronica, si dà nel tempo e quest idea fatta da questa struttura, ha un ossatura razionale. L idea, infatti, ha una struttura ordinata che consente a sé stessa di svilupparsi nel tempo. Da qui ne viene che anche la realtà ha una struttura la logica per cui, tutto ciò che avviene nella realtà ha un senso logico, è ordinato, ha una spiegazione, si può comprendere. Viceversa, tutto ciò che si può comprendere è anche reale. Tuttavia, è opportuno fare una distinzione tra due aggettivi: real (che non è il termine adeguato) e wirklich. Il real significa qualcosa che esiste ma che sarebbe potuto non essere (il contingente). La wirklich è razionale, ovvero considera gli aspetti sostanziali della realtà. Essa nei suoi aspetti necessari è razionale, ordinata. E opportuno sottolineare che per Hegel non è necessaria e reale qualsiasi manifestazione del reale. Proseguendo nella sua indagine, Hegel sostiene che l idea è strutturata e definita in un sistema di categorie: dalla più semplice alla più complicata (che è: la realtà è pensiero, idea ). Si possono dividere in tre tipologie: dell essere, dell essenza, del concetto. Le prime

11 sono quelle che si presentano alla mente singolarmente; le seconde sono più complesse delle prime e le terze si presentano come definizioni che sono sistemi articolati di verità. Le categorie dell essere si presentano una ad una: quella più semplice è essere. Una categoria che la supera è nulla di determinato, perché si sta dicendo qualcosa di più rispetto a prima; poi viene divenire. Le categorie dell essenza sono in coppia: causa ed effetto, sostanza ed accidente ; esse definiscono la realtà in maniera oppositiva. Superando le due tappe precedenti, vengono le categorie del concetto, che si presentano come sistemi complessi e articolati. L uomo ha cominciato ad affrontare alcuni quesiti importanti e ha capito che la realtà è complessa, affrontando questioni come il finalismo, l autonomia, il relativismo. Queste sono categorie del concetto e di esse quella che più complessa ma che descrive al meglio la realtà è quella di idea. L IDEA FUORI DI SE : LA FILOSOFIA DELLA NATURA [2] Hegel recupera alcune convinzioni di Schelling (che la natura non è puro oggetto) come manifestano le tre categorie naturali: fisica, meccanica, organica. La natura è comunque una dimensione spirituale e i fenomeni naturali vanno dai meri meccanismi alla natura organica. Tuttavia, per quanto la natura sia creativa e gli scienziati non riescano a coglierla, essa non va assolutamente confusa con l uomo. La natura ha una spiritualità sottesa ed è pensiero che si esteriorizza, che si esterna. La natura, però, non è spirito perché essa è idea fuori di sé. Lo spirito umano, invece, è l idea che torna in sé. Per Hegel, però, l uomo ha le sue basi biologiche nella natura, è legato irrimediabilmente ad essa. Il punto, però, è che non esiste natura senza spirito, senza l uomo. Essa è tale perché l uomo la concepisce, la pensa, le dà valore. Quindi, natura ed uomo non sono la stessa cosa ma sono interconnessi. L IDEA CHE TORNA IN SE : LA FILOSOFIA DELLO SPIRITO [3] Se nella prima sezione è stata presentata la realtà come l uomo la pensa, nella terza Hegel tratta lo spirito umano nella presa di coscienza nel corso della storia. L idea che torna in sé è la filosofia che non mette a tema la natura o la mente umana da un punto di vista strutturale, ma l umanità, cioè le relazioni umane. La posizione assunta è simile a quella di Aristotele: ζοον πολιτικον; l uomo è un soggetto tra i soggetti, si costruisce sulle relazioni intersoggettive. Ovviamente non tutte le relazioni sono importanti. Le parti sono: spirito soggettivo, spirito oggettivo, spirito assoluto. -Spirito soggettivo [3,1]: Nella prima Hegel tratta di tre discipline che riguardano il soggetto singolo con gli altri il modo, il modo in cui la mente umana guarda gli altri. Non si analizza la mente umana quale sistema categoriale ma si espone lo spirito umano che si rende conto i essere in relazione con gli altri. Le discipline sono: l antropologia, la fenomenologia (come l uomo ha percepito la realtà), e la psicologia. -Spirito oggettivo [3,2]: Nello spirito oggettivo, l attività di relazione non è solo nella mente umana ma la relazione con gli altri si oggettiva nella realtà. Lo spirito e le relazioni umane

12 non entrano in gioco solo quando si studia l uomo ma esse si esternano. In tale sezione si vuole analizzare l uomo che si realizza nella collettività. Le relazioni parte di questo tessuto sociale sono: diritto, moralità, eticità. -Diritto[3,2,1]: Le prime relazioni basilari sono quelle che costituiscono il diritto: l uomo si regola insieme agli altri in base a leggi, regole. Le relazioni che pertengono al diritto sottintendono una verità fondamentale: che l uomo è libero! Si è liberi perché soggetti a diritto: solo i liberi sono soggetti alla legge. Quindi il diritto non è un corpo di leggi ma un metro di regolazione delle relazioni intersoggettive (ad esempio il diritto di proprietà, di eredità ecc ). Un altra espressione importante del diritto è l istituto del contratto: l uomo ha scoperto che lui e gli altri sono parti che devono entrare in accordo. Esso è l istituto che può accordare due interessi diversi. Il diritto, poi, può regolamentare il torto: l uomo ha scoperto non solo come istituire dei patti ma anche come tutelarsi dai danni e dai torti. Anche questa è una manifestazione dello spirito umano. Quindi le tre sezioni del diritto sono: proprietà, contratto e diritto contro il torto. -Moralità [3,2,2]: Alla sfera del diritto si oppone un altra relazione umana: nel diritto il soggetto si concepisce libero e manifesta le sue azioni in base a leggi e regole esterne. Nelle relazioni morali il sentirsi liberi porta a non seguire solo regole esteriori ma anche a seguire regole che vengono dall interno. La moralità ha regole che il soggetto sente come buone e che segue. Sono importanti la scelta, la intenzione e la volontà. Si confronta, quindi l etica dell intenzione con quella dell esperienza. Tali esperienze sono entrambe necessarie ma vanno superate con una morale che, pur provenendo dalla intenzione, deve essere sottoposta al vaglio della storia. -Eticità [3,2,3]: Per Hegel, sia la dimensione dell esteriorità, sia quella dell interiorità hanno l Aufhebung nella sfera dell eticità. Hegel distingue morale ed etica per dire che in quest ultima sfera delle relazioni umane il momento esteriore e interiore è fuso insieme, è recuperato (e allo stesso tempo superato) da quelle relazioni che vengono dall individuo sentite come vere, giuste ed adeguate ma hanno anche una manifestazione esteriore. Nella sfera della moralità l uomo si concepiva soggetto alla legge ma aveva capito che tale legge era dettata dalla sua stessa coscienza; nella sfera dell eticità l uomo si concepisce come autore di una legge che, però, si deve chiaramente esplicitare anche come un corpus di norme. Quindi la libertà giuridica, sancita dal diritto, si scopre nel corso della storia attraverso le istituzioni dell eticità. L eticità è il momento più alto delle relazioni umane; il momento in cui il soggetto che si è scoperto come libero, dandosi una serie di norme, ha scoperto che queste norme sono frutto del suo stesso sentire morale e questo è stato possibile nel corso della storia, via via, sbagliando ed imparando. L eticità è l espressione più alta dello spirito umano che si relaziona con gli altri, le leggi etiche che si scoprono nella storia. -Famiglia [3,2,3,1]: Anche l eticità si compone di tre sezioni: famiglia, società civile, stato. Diritto e moralità hanno la massima espressione nella famiglia, che è un istituzione naturale. Gli esseri umani, come gli animali, compongono famiglie (e quindi non prodotto dalla civiltà). Infatti i capisaldi della famiglia sono il matrimonio, il patrimonio e la cura dei

13 figli. Il matrimonio è espressione naturale della relazione tra coniugi. La famiglia, comunque, non si intesse per interesse. C è poi il patrimonio che serve per mantenere in piedi l espressione naturale della famiglia. -Società civile [3,2,3,2]: Il primo luogo dove si impara la relazione è la famiglia. Tuttavia, l uomo non ha relazioni che riguardano solo lui ma anche la società civile (Bürgerlige Geselleschaft). In merito sono tutte relazioni che l uomo pone in essere: non sono naturali ma artificiali. L uomo si rende conto di dover stabilire delle relazioni con gli altri uomini. -Mercato [3,2,3,2,1]: La prima delle relazioni etiche contrattuali è il mercato: si tratta di tutte quelle relazioni che sottintendono alla vita economica dello Stato. Per Hegel il mercato va regolamentato (come aveva detto Fichte) altrimenti si arriva all anarchia. Il mercato non può essere deregolamentato ma deve essere controllato dalle corporazioni. Secondo Hegel, bisogna assegnare ad un corpo il compito di distribuire i beni di prima necessità. -Magistratura [3,2,3,2,2]: C è, poi, la magistratura: l uomo si è reso conto di regolamentare la giustizia e che le istituzioni giudiziarie sono necessarie. Mercato e magistratura sono contrattuali ma vengono avvertite come buone (ecco perché fanno parte dell eticità e non del diritto). -Ceti [3,2,3,2,3]: L altra istituzione contrattuale sono i ceti. Questa distinzione è necessaria (anche se per natura e dinanzi alla legge gli uomini sono uguali). La società è stratificata per via della divisione dei compiti. I ceti sono: ceto sostanziale, ceto borghese e ceto generale. -Ceto sostanziale [3,2,3,2,3,1]: Il ceto sostanziale ha due funzioni: produrre i beni di prima necessità (per cui comprende tutti coloro che vivono in campagna, sia chi lavora sia chi possiede) e conservare la tradizione. -Ceto borghese [3,2,3,2,3,2]: Viceversa, il ceto borghese ha il compito di superare il vecchio e promuovere il nuovo. E il ceto del mondo urbano, stimolativo. -Ceto generale [3,2,3,2,3,3]: Ci deve essere, però, un Aufhebung: il ceto generale, quello degli amministratori pubblici: loro non hanno i compiti di prima ma quello di servire lo Stato, assicurare il ruolo delle istituzioni. -Stato: [3,2,3,3]: L ultima delle tre sezioni dell eticità è lo Stato; esso non è una realtà contrattuale né naturale ma è il prodotto della cultura umana, quella sfera che non segue gli individui (altrimenti sarebbe contrattuale) ma segue lo sviluppo della società: lo Stato è la più alta espressione dello spirito oggettivo. Nella famiglia si esprime l individualità; nella società civile l interesse collettivo, nello Stato si esprime l interesse dello spirito umano, che fa andare avanti la cultura. Lo Stato non serve il cittadino ma la società. I poteri dello Stato sono tre: -legislativo, che deve essere affidato ad un Parlamento; -esecutivo, che deve essere affidato ad un governo non succube del Parlamento; -sovrano, appartenente al monarca che ha il compito di armonizzare gli altri due poteri. Quest ultimo potere deve essere ereditario perché così si ha una visione olistica mentre se fosse elettivo si favorirebbe una politica volta alla rielezione e non al bene comune.

14 Lo Stato deve essere potente per cui non esistono poteri sovra-statali. L unico modo con cui gli Stati si rapportano è il dominio; il progresso si porta avanti con la guerra. FILOSOFIA DELLA STORIA DI HEGEL Per Hegel la storia ha uno sviluppo dialettico e procede dal suo momento più basso a quello conclusivo, finale, oltre il quale non c è altro. Tali idee si trovano sia nello spirito oggettivo, lo Stato, sia in lezioni tenuti separatamente a Berlino. La Storia è la storia dei rapporti fra Stati. Il rapporto conflittuale tra gli Stati è il motore della storia e dello sviluppo della civiltà umana. La civiltà, infatti, è il prodotto della guerra, non della pace. La guerra è quel vento che preserva il mare dalla putredine. Hegel riconosce che tale concetto è crudo ma è la verità. Tuttavia, quando Hegel parla di sviluppo della Storia non intende un singolo Stato ma l intera civiltà umana. La Storia è governata da leggi perché è logica. Ciò non vuol dire che tutti gli eventi della storia sono logici; ci sono eventi storici assurdi ed incomprensibili in sé stessi ma la legge generale ed universale della Storia è razionale e volta al meglio. La Storia, quindi, è governata da una ragione astuta, da una poderosa potenza divina che si serve delle passioni e delle irrazionalità umane. La Storia non è fatta dagli uomini ma dall astuta ragione; gli uomini sono solo gli attori del teatro storico. C è l eterogenesi positiva dei fini, quella processualità storica che volge al meglio le passioni dell uomo nonostante ci siano delle incomprensioni. L astuta ragione è il pensiero umano universale, l idea in sé, che è fuori di sé e che torna in sé come spirito. La storia, ergo, è fatta dal pensiero umano. Volendo definire la storia potremmo definirla come un evoluzione delle forme statuali, dalla forma di Stato più antica a quella più complessa; è il progresso, anche, della libertà, cardine dell idealismo. La forma più antica di Stato è il mondo orientale, in cui uno solo governa, in cui il soggetto umano non ha ancora scoperto la libertà. La grande rivoluzione si è manifestata nel mondo greco e romano, che hanno portato nello sviluppo della civiltà una grande verità: che la libertà appartiene al singolo e che essa può essere amministrata tramite il diritto (torna, qui, la figura di Antigone). I greci, infatti, hanno scoperto il peso della scelta e i romani il senso della libertà istituita con le leggi. Tuttavia, c è bisogno di un ulteriore passo avanti, fatto con l avvento del cristianesimo: la libertà appartiene a tutti. La libertà cristiana non è riconosciuta solo dalla legge ma viene avvertita come vera dal singolo. Il mondo cristiano ha introdotto la libertà auto-avvertita. Da qui sono giunti poi Lutero e gli illuministi. Il processo, quindi, va dal mondo orientale al mondo germanico protestante, che è il punto conclusivo della storia della libertà. -Spirito assoluto [3,3,]: Se lo Stato è l ingresso di Dio nel mondo, per Hegel, lo spirito assoluto è l azione di Dio nel mondo, come questo Dio si realizza, le opere spirituali dell uomo, tutte le forme di conoscenze attraverso le quali l uomo raggiunge la verità. Essa

15 è una: che il pensiero umano realizza tutto ma tale verità può essere coniugata attraverso forme spirituali diverse: l arte, la religione e la filosofia. L arte è una forma di conoscenza, un modo attraverso cui l uomo ha espresso la verità ma è il modo più ingenuo in cui essa è stata espressa perché si è fatto uso di immagini, di dati sensibili. Nel corso della storia l arte si è voluta in tre modi. Un modo più adeguato, ma non perfetto, è la religione. Per Hegel essa è un modo più alto per esprimere la verità perché lo fa attraverso narrazioni, allegorie, rappresentazioni. Anche essa si è voluta nel corso della storia in tre modi. Il modo più alto di esprimere la verità è la filosofia, che non utilizza immagini o narrazioni ma parla della verità attraverso l argomentazione razionale, attraverso la riflessione. Anche essa non è stata la stessa e si esprime in tre grandi espressioni filosofiche -Arte [3,3,1]: L arte non può giungere in maniera esatta alla verità ma è pur sempre un percorso conoscitivo, partendo dalla forma più semplice alla più complessa. -Arte orientale [3,3,1,1]: la prima è l arte orientale, che è la più ingenua perché coglie l assoluto come distante; sono caratteristiche le forme architettoniche come la Ziqqurat e le piramidi. Si fa largo utilizzo di simboli. -Arte greco-romana [3,3,1,2]: una grande rivoluzione è l arte greca e romana che hanno scoperto l uomo e l hanno rappresentato con la scultura. -Arte romantica [3,3,1,3]: sono poi intervenuti i romantici che hanno capito che l Assoluto è dentro l uomo e che esso può essere colto dall uomo stesso. L arte romantica è la espressione più alta nel campo artistico. -Religione [3,3,2]: c è un altra via per raggiungere l Assoluto ma che usa altri strumenti: la narrazione, il racconto, la metafora. La religione ha strumenti più adeguati (ma non perfetti) rispetto all arte. -Religione orientale [3,3,2,1]: si parte dalla religione orientale che rappresenta Dio come altro dall uomo e che manifesta quello spirito di separazione già presentato negli Scritti teologici giovanili. Tale spirito, però, non è solo degli ebrei ma anche di tutti coloro che hanno concepito Dio come un oggetto o l hanno considerato separato. L uomo, poi, è in balia di Dio e delle forze magiche, non c è libertà. -Religione greco-romana [3,3,2,2]: la grande rivoluzione è avvenuta nel mondo classico, tant è che gli dei sono antropomorfi; questo è un modo di divinizzare l uomo. -Religione cristiana [3,3,2,3]: la grande conquista, però, giunge con la religione cristiana, la religione della libertà, che unisce l umano con il divino, che ha divinizzato l uomo, che usa un linguaggio filosofico. -Filosofia [3,3,3]: questa più alta espressione è superata dalla filosofia che non parla attraverso simboli o narrazioni ma attraverso un argomentare rigoroso, attraverso ragionamenti stringenti. Anche essa ha avuto il suo percorso, non solo quello della Fenomenologia dello spirito ma anche come disciplina che ha colto l assoluto. -Filosofia di Fichte [3,3,3,1]: la prima filosofia è quella di Fichte, che ha colto per primo l Assoluto ma l ha relegato in una dimensione troppo soggettivista e incompleta.

16 -Filosofia di Schelling [3,3,3,2]: segue, poi, la filosofia di Schelling che ha recuperato l oggetto e la conoscenza totale infinita ma l ha fatto con confusione -Filosofia di Hegel [3,3,3,3]: segue la filosofia di Hegel che non è altro che l aver individuato che il percorso dell uomo è giunto a termine. La filosofia si identifica con la storia di sé stessa.

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