FACOLTA DI SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI CORSO DI LAUREA TRIENNALE IN SCIENZE AMBIENTALI

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Diana Bianco
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Organica Metaboliti secondari da Phyllirea angustifolia Relatore: Candidato: Dott.

1 Università degli Studi di Napoli "Federico II" FACOLTA DI SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI CORSO DI LAUREA TRIENNALE IN SCIENZE AMBIENTALI Tesi Sperimentale in Chimica Organica Metaboliti secondari da Phyllirea angustifolia Relatore: Candidato: Dott. Armando Zarrelli Giovanni Parisi Co-Relatore: Matr.: 694/58 Prof.Lucio Previtera Anno Accademico

2 Introduzione L agricoltura è comunemente riconosciuta come un insieme di conoscenze, basate per lo più sull esperienza pratica, che evolutesi nel tempo hanno favorito il miglioramento delle specie vegetali, identificate genericamente con il termine colture. Accanto alle colture, però, germogliano anche una serie di specie vegetali estranee a queste, dette malerbe, che pur non essendo state seminate dall uomo e non avendo utilità per le sue piantagioni, vanno a infestare le produzioni agricole, spesso parassitandole e arrecando loro un notevole danno biologico. Esistono, poi, anche dei casi in cui tali piante infestanti, note comunemente anche col nome di erbacce, nate come colture diventano tali nel momento in cui hanno cessato la loro funzione di utilità per l uomo. Alcune piantagioni ritenute economicamente più redditizie, come cereali e legumi, sono state da sempre intensamente coltivate e sottoposte a una continua selezione artificiale che le ha condotte a una domesticazione. Un esempio di questo fenomeno è la specie selvatica Brassica oleracea che, per azione dell uomo, è stata modificata in vari modi per ottenere broccoli, cavolfiori e rape [1]. Però, in seguito alla domesticazione, le piante subiscono delle modificazioni che le rendono più vulnerabili all attacco delle malerbe; 1

3 così al momento della germinazione i semi delle infestanti finiscono col sovrastare quelli delle colture. La facilità con cui le malerbe possono interagire e, in alcuni casi, ibridarsi alle piantagioni, è spesso da ascrivere ad affinità genetiche con le piante coltivate, dovute a progenitori comuni; ne sono un esempio le specie Avena fatua e Avena sativa. La crescita delle piante infestanti è regolata da più fattori: - fattori climatici che regolano la distribuzione delle specie vegetali nelle aree geografiche; - fattori agrotecnici come il periodo in cui il terreno viene lavorato, il tipo di concimazione, il periodo di semina e di raccolta, ecc; - fenomeni allelopatici che influenzano la capacità associativa delle diverse specie favorendo la generazione di alcune piante infestanti piuttosto che di altre. Il passare del tempo ha contribuito ad accrescere, in queste malerbe, la capacità di adattamento negli ambienti antropizzati: oggi una specie infestante è in grado di produrre migliaia di piccoli semi per singola pianta, di crescere molto rapidamente e di resistere bene alla rimozione. 2

Le specie di infestanti che a livello mondiale sono riconosciute come più pericolose sono: - Graminaceae: piante a fusto cilindrico, articolato e vuoto negli internodi, con foglie provviste di una

4 Le specie di infestanti che a livello mondiale sono riconosciute come più pericolose sono: - Graminaceae: piante a fusto cilindrico, articolato e vuoto negli internodi, con foglie provviste di una guaina che abbraccia il fusto, con fiori riuniti in pannocchie. A questa famiglia appartiene Avena sativa (fig. 1) [2]; Figura 1 - Compositeae: una famiglia ad habitus prevalentemente erbaceo, con fiori formati da cinque petali disposti in modo da formare una corolla gamopetala, tipica delle zone mediterranee. Piante appartenenti a questa famiglia crescono di solito vicino al mare, come Zinnia acerosa (fig. 2) [3]; 3

Prediligono ambienti umidi e acquitrinosi, come le rive dei fiumi.

5 Figura 2 - Cyperaceae: le piante di tale famiglia si trovano, in Italia, diffuse nelle regioni centrali come l Umbria e le zone tirreniche. Prediligono ambienti umidi e acquitrinosi, come le rive dei fiumi. Appartiene a questa famiglia Carex morrowii (fig. 3) [4]; Figura 3 - Portulacaceae: assieme ad altre, questa famiglia è annoverata tra le piante grasse che vivono in ambienti particolarmente aridi: per 4

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