RETRIBUZIONI DISCRIMINAZIONE DISEGUAGLIANZA
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- Niccolina Montanari
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1 RETRIBUZIONI DISCRIMINAZIONE DISEGUAGLIANZA
2 RETRIBUZIONI E DISCRIMINAZIONE Le retribuzioni sono determinate dalla domanda e dall offerta di lavoro in un settore produttivo La domanda di lavoro (disponibilità a pagare un lavoratore) dovrebbe riflettere la produttività marginale del lavoro In equilibrio ciascun lavoratore dovrebbe essere pagato esattamente il valore del suo contributo marginale alla produzione di beni e servizi
3 DETERMINANTI DELLE RETRIBUZIONI Differenziali di Compensazione Capitale Umano Abilità, impegno, fortuna Segnalazione Retribuzioni da superstar
4 DIFFERENZIALI DI COMPENSAZIONE Il termine Differenziale di Compensazione si riferisce a differenziali salariali che non dipendono dalla maggiore produttività, ma che monetizzano le caratteristiche qualitative dell impiego Per esempio: impieghi a più alto rischio determinano (a parità di altro) un salario maggiore I lavoratori dei turni notturni sono pagati di più I ricercatori universitari sono pagati di meno degli economisti che lavorano nel privato
5 CAPITALE UMANO Con il termine Capitale Umano ci riferiamo alla accumulazione di capacità ed esperienza generati da istruzione scolastica e universitaria, e dalla pratica nel lavoro L investimento in istruzione determina un incremento non solo nella probabilità di impiego, ma anche nella retribuzione attesa Questo dipende anche dal particolare tipo di istruzione (corso di studi) scelto, più o meno richiesto sul mercato del lavoro
6 ABILITÀ, IMPEGNO, FORTUNA La teoria dei salari di Efficienza ci dice che il livello salariale può essere correlato all impegno dei lavoratori ed alla loro qualità (la domanda di lavoro per questo tipo di lavoratori è maggiore) Inoltre, i lavoratori meno qualificati trovano maggiore concorrenza da parte di altri lavoratori, soprattutto in un mondo globalizzato: l offerta di questo tipo di lavoro è maggiore
7 ISTRUZIONE COME SEGNALAZIONE L istruzione può servire non solo per costruire capitale umano, ma anche per segnalare la capacità del lavoratore Un lavoratore laureato con il massimo dei voti sarà - a parità di altre circostanze - preferito ad un lavoratore che non ha queste caratteristiche, se il lavoro richiede capacità di ragionamento intellettuale È meglio il titolo o è meglio il contenuto formativo?
8 RETRIBUZIONI «STELLARI» In alcune professioni si registrano livelli retributivi estremamente elevati: per esempio nel campo della TV, del cinema, dello sport. La spiegazione, da una parte, è che chi ha doti straordinarie in questi campi ha scarsa concorrenza da parte dei competitori Ma, dall altra, è anche il fatto che la domanda è su scala nazionale o internazionale: gli show televisivi, i film o le partite/gare sportive possono essere visti dal grande pubblico
9 ECONOMIA DELLA DISCRIMINAZIONE Si ha discriminazione quando il mercato offre diverse opportunità ad individui che hanno le stesse qualità lavorative, ma differiscono per aspetti personali ininfluenti sulla qualità del lavoro: per esempio, genere, età, colore della pelle, gruppo etnico, preferenze sessuali Si può misurare la discriminazione analizzando i differenziali salariali tra gruppi diversi
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11 Fonte: Gender Gap Report 2016
12 Fonte: Gender Gap Report 2016
13 Differenziale retributivo per genere
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15 MISURA DELLA DISCRIMINAZIONE Di per sé il differenziale salariale potrebbe non essere un indicatore di discriminazione: per esempio, il gruppo sociale con retribuzioni più basse potrebbe essersi «autoselezionato» su professioni poco richieste dal mercato Le politiche di pari opportunità devono anche puntare sull incoraggiamento all accesso a percorsi di formazione più interessanti economicamente per le categorie svantaggiate
16 DISCRIMINAZIONE DA PARTE DELL IMPRESA Quali sono gli effetti della discriminazione? Se in un mercato del lavoro c è discriminazione, le imprese che non discriminano saranno avvantaggiate. Questo comporterà maggiori profitti ed altre imprese tenderanno a seguire l esempio. All aumentare delle imprese che non discriminano, il differenziale salariale tende a ridursi.
17 DISCRIMINAZIONE DA PARTE DEI CONSUMATORI Tuttavia ci sono dei casi in cui l impresa troverà comunque poco conveniente utilizzare lavoratori discriminati. Per esempio, se i consumatori del bene o servizio discriminano, la domanda per l impresa sarà inferiore, e i margini di profitto si abbassano.
18 DISEGUAGLIANZA DEL REDDITO E POVERTÀ La retribuzione di una persona dipende dalla condizione di mercato (domanda e offerta del particolare tipo di lavoro), dalle sue capacità, impegno, capitale umano, differenziali di compensazione, discriminazione I differenziali retributivi possono essere estremamente elevati, dando luogo a sostanziali diseguaglianze nella distribuzione del reddito
19 Retribuzione Annua Lorda (RAL) 2014 per settore e inquadramento
20 Fonte:
21 Retribuzioni Annue Lorde nel mercato italiano (2014) (OK)
22 MISURE DI DISEGUAGLIANZA In che modo si misura l ineguaglianza? DISTRIBUZIONE SOTTO UNA CERTA SOGLIA RAPPORTO TRA QUANTILE PIÙ ALTO E QUANTILE PIÙ BASSO INDICE DI GINI
23 MISURE DI DISEGUAGLIANZA Ordiniamo gli N cittadini in base al reddito percepito Indichiamo con r(i) il reddito percepito dall individuo i Dividiamo la serie ordinata in quantili (ovvero: quintili, decili, percentili) Con Q(i) indichiamo la cumulata del reddito percepito dagli individui fino a i Con P(i) indichiamo la cumulata della popolazione fino a i
24 SOGLIA DI REDDITO Individui Reddito Quartili della popolazione Reddito cumulato % sotto soglia reddito %< %< %< tot 97000
25 RAPPORTO TRA QUANTILI Calcoliamo il reddito di ogni quantile Un indice di diseguaglianza è dato dal rapporto tra ultimo quantile e primo quantile Individui Reddito Quartili della popolazione Quota reddito del quartile Rapporto tra quota ultimo/primo quantile tot 97000
26 Inequality of income distribution, 2013 (income quintile share ratio)
27 CURVA DI LORENZ E INDICE DI GINI L indice di Gini si calcola come rapporto tra l area della diseguaglianza (compresa tra la linea di omogeneità e la curva di Lorenz: area scura nel grafico) e l area del triangolo OAB. Nel caso estremo in cui il reddito fosse ripartito in modo perfettamente uguale tra i cittadini, la curva di Lorenz coinciderebbe con la linea di omogeneità, e l indice di Gini è = 0 Nell altro caso estremo in cui un solo individuo avesse tutto il reddito l area della diseguaglianza sarebbe pari all area OAB, e l indice di Gini = 1
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29 Indice di Gini, Europa 2012
30 Indice di Gini, Italia 2012
31 Fonte:
32 Disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza
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34 CRESCITA DELLA DISEGUAGLIANZA Motivazioni della crescita della diseguaglianza: Globalizzazione, delocalizzazione: maggiore competitività sul mercato del lavoro Liberalizzazione, deregolamentazione: perdita di potere contrattuale da parte dei lavoratori Maggiore potere contrattuale a datori di lavoro e a manager delle grandi imprese
35 Differenziali di remunerazione
36 Differenziali di remunerazione
37 IL TASSO DI POVERTÀ Il Tasso di Povertà è dato dalla percentuale di popolazione il cui reddito familiare è al di sotto di un certo livello predefinito, chiamato soglia di povertà. In Europa la soglia di povertà è fissata al 60% del reddito mediano del Paese. Per esempio, se il reddito mediano è euro, allora una famiglia con un reddito di euro sarebbe classificata come povera in termini relativi.
38 POVERTÀ RELATIVA Una famiglia viene definita povera in termini relativi se la sua spesa per consumi è pari o al di sotto della linea di povertà relativa, che viene calcolata sui dati dell indagine sui consumi delle famiglie. Per una famiglia di due componenti è pari alla spesa media mensile per persona e, nel 2013, è risultata di 972,52 euro, circa 20 euro in meno di quella del 2012.
39 POVERTÀ ASSOLUTA La soglia di povertà assoluta corrisponde, invece, alla spesa mensile minima necessaria per acquisire il paniere di beni e servizi considerati essenziali, nel contesto italiano e per una determinata famiglia, a conseguire uno standard di vita minimamente accettabile. Nel 2013, per una famiglia di due componenti adulti (18-59 anni) di un piccolo comune la soglia mensile di povertà assoluta era pari a euro, se residente nel Nord, e a euro, se residente nel Mezzogiorno; scendeva a euro e euro rispettivamente qualora uno dei due componenti avesse più di 74 anni.
40 Incidenza di povertà assoluta e relativa per ripartizione geografica (Anni )
41 At-risk-of-poverty rate before and after social transfers, 2013
42 La povertà in Europa Eurostat 2014
43 REDISTRIBUZIONE DEL REDDITO La redistribuzione del reddito è materia di decisione politica più che di analisi economica La scelta dipende da come la società valuta, politicamente, la maggiore o minore equità nella distribuzione del reddito Diverse teorie per la forma della funzione di benessere sociale: Bentham, Rawls, Nash
44 POLITICHE PER LA RIDUZIONE DELLA POVERTA SALARIO MINIMO SICUREZZA SOCIALE IMPOSTA NEGATIVA SUL REDDITO TRASFERIMENTI IN NATURA
45 LEGGI SUL SALARIO MINIMO Le leggi sul salario minimo hanno l obiettivo di garantire un tenore di vita accettabile per gli standard del sistema economico. La critica posta ad un livello del salario minimo imposto per legge è che determina un certo livello di disoccupazione. La grandezza di questo effetto dipende dall elasticità al prezzo della domanda di lavoro: più è elastica, maggiore è l effetto di riduzione della domanda. La globalizzazione ha fatto sì che la domanda di lavoro sia diventata più elastica: i lavoratori soprattutto quelli meno qualificati sono più facilmente sostituibili. Questo si verifica ancora più chiaramente nel lungo piuttosto che nel breve periodo.
46 SICUREZZA SOCIALE Il termine Sicurezza Sociale si riferisce ai diversi programmi di assistenza pubblica che forniscono un sostegno economico alle famiglie in difficoltà. Per esempio: assegni familiari, pensioni di invalidità, detrazioni fiscali, bonus bebè, programma flexicurity, etc.
47 IMPOSTA NEGATIVA Alcuni propongono l adozione di un imposta negativa sul reddito, secondo la quale chi ha un basso reddito - a prescindere dallo stato di necessità o dalle motivazioni - dovrebbe ricevere dallo stato un sussidio (imposta negativa). Il cosiddetto reddito di cittadinanza rientrerebbe in questa categoria. Le critiche a questo sistema riguardano un possibile effetto negativo sugli incentivi a procurarsi un reddito da lavoro.
48 TRASFERIMENTI IN NATURA I trasferimenti in natura sono in forma di beni e servizi piuttosto che in denaro. Buoni alimentari, contributi sul pagamento di bollette elettriche e gas, asili nido, assistenza sanitaria, alloggi, sono esempi di beni e servizi erogati alle famiglie in difficoltà. Lo stato agisce in modo paternalistico scegliendo per la famiglia il tipo di bene o servizio da acquistare.
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