COMUNE DI FORLI' PROGETTO DI UN LAGHETTO AD USO IRRIGUO SENZA SBARRAMENTO IN LOCALITA' CASA GADDI - VECCHIAZZANO (FORLI') Buscherini Carlo

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1 TITOLO DEL PROGETTO COMUNE DI FORLI' PROGETTO DI UN LAGHETTO AD USO IRRIGUO SENZA SBARRAMENTO IN LOCALITA' CASA GADDI - VECCHIAZZANO (FORLI') PROPRIETA' LIVELLO DI PROGETTAZIONE Buscherini Carlo PROGETTO PRELIMINARE TIPO DI ELABORATO OGGETTO Elaborato Relazione tecnica N ELABOR. 1 RESPONSABILE UNICO DEL PROCEDIMENTO PROGETTISTA dott. geol. Giuseppe Onorevoli Redatto Del. Approvazione Approvato - Data Nome file Data GIUGNO 2010

2 Indice Pagina 1. Relazione tecnica 2 2. Verifiche di stabilità 3 3. Allegati Dott. Geol. Giuseppe Onorevoli via G. Gaudenzi, 6/ Terra del Sole (FC) Tel

3 1. Relazione tecnica Per conto della ditta Buscherini Carlo C.F. BSCCRL20M20C37J, nato il a Civitella di Romagna e residente in via Veclezio 43, loc. Vecchiazzano, comune di Forlì, si è predisposto il progetto preliminare di un bacino ad uso irriguo, senza sbarramento, ubicato in località Casa Gaddi (Vecchiazzano), via Veclezio 43, Comune di Forlì, Foglio 236, particelle catastali 59 e 100. Il presente progetto prevede la realizzazione di un laghetto ad uso irriguo collegato all attività agricola, per una capacità di invaso di ca mc. Lo scavo complessivo ammonta a ca mc. ed è suddivisibile in: mc costituiti da coperture limose superficiali; mc di materiale argilloso del substrato marino, comprese localmente fra le quote di 41,8 e 36,3 m. s.l.m. Le prime verranno sbancate, rimosse e la parte di risulta (ca mc) distribuita all interno della stessa area agricola di proprietà per uno spessore inferiore ai 20 cm, con esclusione di ca. 846 mc che verranno selezionati e conservati per la realizzazione della copertura vegetale, spessa ca. 30 cm delle arginature di sicurezza. Le seconde, previa verifica dell idoneità del materiale, verranno utilizzate in loco per realizzare l impermeabilizzazione del bacino ed il nucleo degli argini di sicurezza (ca mc). Per quanto riguarda le modalità di realizzazione degli scavi vanno fatte due distinzioni significative: scavi nelle coperture superficiali. Si tratta di materiali caratterizzati da significativa coesione ma che può annullarsi in condizione di saturazione. Si sconsiglia la realizzazione di scavi a parete verticale in questa unità, soprattutto in presenza di acqua circolante o prolungate fasi di precipitazioni che ne comportino la saturazione anche parziale; scavi nelle argille del substrato. Si tratta di materiale sostanzialmente impermeabile e caratterizzato da elevata coesione. In questo caso il materiale è in grado di sostenere uno scavo a parete verticale previa valutazione in-situ delle caratteristiche meccaniche e in particolare della eventuale circolazione idrica e della fratturazione. Durante l effettuazione dei saggi non è stata individuata la presenza di falda. E ipotizzabile essenzialmente un solo tipo di circolazione idrica superficiale/sub-superficiale: falda sospesa di sbarramento, derivante dalla concentrazione delle acque di infiltrazione in corrispondenza della superficie impermeabile del substrato. Nel caso si presenti la situazione sopra descritta i lavori dovranno essere immediatamente sospesi ed adottati gli accorgimenti adeguati alla casistica per ripristinare le condizioni di sicurezza (paratie, dreni, rimozione del materiale filtrante, ecc...). L impermeabilizzazione verrà realizzata su tutta l area del bacino tramite fasi successive di fresatura e rullatura su strati dello spessore di cm, accumulati in successione. Gli argini di sicurezza verranno realizzati con il materiale argilloso rimanente e verranno ricoperti con uno strato di limo delle coperture al fine di facilitarne l inerbimento. Nel caso le condizioni climatiche comportino il rischio di dilavamento superficiale e/o difficoltà nell attecchimento della vegetazione, si consiglia il ricorso a stuoie protettive. A completamento dell argine è prevista la realizzazione di una canaletta perimetrale lungo il perimetro esterno che consenta la raccolta ed il deflusso regolare delle acque meteoriche. Tale canaletta andrà collegata, in uno o più punti, al fine di facilitare il deflusso nel fosso di scolo posto a raso della viabilità interpoderale esistente. Al fosso di scolo andranno collegati anche i dispositivi di troppo pieno del bacino. Dott. Geol. Giuseppe Onorevoli via G. Gaudenzi, 6/ Terra del Sole (FC) Tel

4 Una volta completato il bacino, andrà attrezzato con: a. una recinzione alta almeno 1,8 m e relativo cancello di accesso lucchettato; b. 2 scalette di emergenza; c. 2 salvagenti; d. adeguata cartellonistica di divieto di accesso e segnalazione di pericolo; 2. Verifiche di stabilità Nella cartografia geologica ufficiale della Regione E.R. (Fig. 1 e relativa legenda), la zona in esame è caratterizzata dalla presenza di depositi quaternari continentali della successione neogenico - quaternaria del margine appenninico padano. L area oggetto di studio è stata attribuita all Unità AES8a (Unità di Modena), di età olocenica, costituita da Ghiaie prevalenti e sabbie, ricoperte da una coltre limoso argillosa discontinua, talora organizzate in corpi a geometrie lenticolari, nastriformi, tabulari e cuneiformi. Depositi alluvionali intravallivi, terrazzati, deltizi, litorali, di conoide e, localmente, di piana inondabile.. Limite superiore coincidente con il piano topografico dato da un suolo calcareo di colore bruno olivastro e bruno grigiastro. Il profilo di alterazione è di esiguo spessore (meno di 100 cm). Può ricoprire resti archeologici di età romana del VI secolo d.c Limite inferiore inconforme, marcato da una superficie di erosione fluviale lateralmente correlata a un suolo da decarbonatato a parzialmente carbonatato contenente resti archeologici di età dal Neolitico al Romano. Poichè si tratta di una fase progettuale preliminare le verifiche di stabilità sono state effettuate principalmente per individuare la presenza di potenziali situazioni critiche connesse. L adozione di un filtro drenante lungo il lato a monte è inevitabile in quanto la presenza di materiali permeabili che possono convogliare acque in profondità, lungo il fianco dell argine non ne garantirebbe la stabilità e la durata: Argine di monte: 1. Lago al colmo (z = 41,8 m) con filtrazione nei depositi permeabili e carico idrostatico di 6,5 m drenato; 2. Lago vuoto (z = 37,3 m) con filtrazione nei depositi permeabili e carico idrostatico di 6,5 m drenato; Argine di valle: 3. Lago al colmo (z = 41,8 m); 4. Lago vuoto (z = 37,3 m); Per lo studio della filtrazione si è utilizzato un modello ad elementi finiti discretizzato a maglie triangolari utilizzando curve di ritenzione idrica definite secondo la formulazione di Van Genuchten mentre, per le verifiche di stabilità il metodo dell equilibrio limite nella formulazione di Morgenstern e Price in condizioni sismiche. I parametri meccanici ed idraulici adottati per i vari materiali sono: Substrato: Peso di volume = 22 kn/m 3 Coesione = 20 kn/m 2 Phi = 28 Ks = 3.35e-7 m/s Alpha = 2,7 1/m n = 1.23 Dott. Geol. Giuseppe Onorevoli via G. Gaudenzi, 6/ Terra del Sole (FC) Tel

5 Argille dell impermeabilizzazione costipate: Peso di volume = 22 kn/m 3 Coesione = 20 kn/m 2 Phi = 28 Ks = 3.35e-7 m/s Alpha = 2,7 1/m n = 1.23 Argille dell argine mediamente costipate: Peso di volume = 22 kn/m 3 Coesione = 20 kn/m 2 Phi = 28 Ks = 3.35e-7 m/s Alpha = 2,7 1/m n = 1.23 Limi argillosi delle coperture: Peso di volume = 20 kn/m 3 Coesione = 10 kn/m 2 Phi = 28 Ks = 5.5e-8 m/s Alpha = /m n = 1.09 Sabbie e ghiaie delle coperture: Peso di volume = 22 kn/m 3 Coesione = 1 kn/m 2 Phi = 35 Ks = 1.00e-4 m/s I risultati sono rappresentati nelle tavole allegate (Allegato A) dove sono riprodotte solo le superfici di scivolamento più critiche e riepilogati nella seguente tabella: Condizioni esaminate Fs Argine di monte Lago al colmo (z = 41,8 m) con falda drenata; 2,369 Lago vuoto (z = 37,3 m) con falda drenata; 1,828 Argine di valle Lago al colmo (z = 41,8 m); 3,090 Lago vuoto (z = 37,3 m); 2,528 Dott. Geol. Giuseppe Onorevoli via G. Gaudenzi, 6/ Terra del Sole (FC) Tel

6 b1 12 AES8a AES6 AES8 AES8a AES8 13 AES8 8 AES8a AES8 AES8 AES8 AES8 Figura 1 - Stralcio della cartografia geologica della Regione Emilia-Romagna (in rosso lʼubicazione dellʼarea di progetto) AES7

7 SEZIONE Depositi quaternari continentali SAN MARTINO IN STRADA DESCRIZIONE DELLE UNITA' GEOLOGICHE PRESENTI IN CARTA (solo quelle rappresentate in forma poligonale) a1d - Deposito di frana attiva per colamento lento a1g - Deposito di frana attiva complessa a2d - Deposito di frana quiescente per colamento lento b1 - Deposito alluvionale in evoluzione i2 - Conoide torrentizia inattiva - Cava Successione neogenico - quaternaria del margine appenninico padano AES8 - Subsintema di Ravenna AES8a - Unità di Modena AES7 - Subsintema di Villa Verucchio AES6 - Subsintema di Bazzano AES5 - Subsintema di Torre Stagni AES4 - Subsintema di Liano FAA - Argille Azzurre FAAps - Argille Azzurre - litofacies pelitico-sabbiosa Pagina 1

8 In Provincia di Forlì-Cesena Depositi quaternari continentali a1d - Deposito di frana attiva per colamento lento Deposito messo in posto da movimento distribuito in maniera continuata all'interno della massa spostata. Le superfici di taglio all'interno di questa sono multiple, temporanee e generalmente non vengono conservate. I materiali coinvolti sono per lo più coesivi. I depositi più frequenti sono costituiti in prevalenza da una matrice pelitica e/o pelitico-sabbiosa che include clasti di dimensioni variabili. a1g - Deposito di frana attiva complessa Deposito messo in posto in seguito alla combinazione nello spazio e nel tempo di due o più tipi di movimento. a2d - Deposito di frana quiescente per colamento lento Deposito messo in posto da movimento distribuito in maniera continuata all'interno della massa spostata. Le superfici di taglio all'interno di questa sono multiple, temporanee e generalmente non vengono conservate. I materiali coinvolti sono per lo più coesivi. I depositi più frequenti sono costituiti in prevalenza da una matrice pelitica e/o pelitico-sabbiosa che include clasti di dimensioni variabili. b1 - Deposito alluvionale in evoluzione Ghiaie, talora embriciate, sabbie e limi argillosi di origine fluviale, attualmente soggetti a variazioni dovute alla dinamica fluviale; detrito generalmente incoerente e caotico, costituito da clasti eterometrici ed eterogenei, talora arrotondati, in matrice sabbiosa, allo sbocco di impluvi e valli secondarie. Sono talora fissati da vegetazione (b1a). i2 - Conoide torrentizia inattiva Depositi alluvionali, prevalentemente ghiaiosi, a forma di ventaglio aperto verso valle, in corrispondenza dello sbocco di valli e vallecole trasvesali ai corsi d'acqua principali ove la diminuzione di pendenza provoca la sedimentazione del materiale trasportato dall'acqua, attualmente non soggetti ad evoluzione. - Cava Successione neogenico - quaternaria del margine appenninico padano AES8 - Subsintema di Ravenna Ghiaie da molto grossolane a fini con matrice sabbiosa, sabbie e limi stratificati con copertura discontinua di limi argillosi, limi e limi sabbiosi, rispettivamente depositi di conoide ghiaiosa, intravallivi terrazzati e di interconoide. Argille, limi ed alternanze limoso-sabbiose di tracimazione fluviale (piana inondabile, argine, e tracimazioni indifferenziate). Il tetto dell'unità è rappresentato dalla superficie deposizionale, per gran parte relitta, corrispondente al piano topografico. A tetto suoli, variabili da non calcarei a calcarei, a basso grado di alterazione con fronte di alterazione potente meno di 150 cm, e a luoghi parziale decarbonatazione; orizzonti superficiali di colore giallobruno. I suoli non calcarei e scarsamente calcarei hanno colore bruno scuro e bruno scuro giallastro, spessore dell'alterazione da 0,5 ad 1,5 m, contengono frequenti reperti archeologici di età del Bronzo, del Ferro e Romana. I suoli calcarei appartengono all'unita' AES8a. nel sottosuolo della pianura: depositi argillosi e limosi grigi e grigio scuri, arricchiti in sostanza organica, di piana inondabile non drenata, palude e laguna passanti, verso l'alto, a limi-sabbiosi, limi ed argille bruni e giallastri di piana alluvion Il contatto di base è discontinuo, spesso erosivo e discordante, sugli altri subsintemi e sulle unità più antiche. Lo spessore massimo dell'unità circa 28 metri. Pleistocene sup. - Olocene AES8a - Unità di Modena Ghiaie prevalenti e sabbie, ricoperte da una coltre limoso argillosa discontinua, talora organizzate in corpi a geometrie lenticolari, nastriformi, tabulari e cuneiformi. Depositi alluvionali intravallivi, terrazzati, deltizi, litorali, di conoide e, localmente, di piana inondabile. Limite superiore coincidente con il piano topografico dato da un suolo calcareo di colore bruno olivastro e bruno grigiastro. Il profilo di alterazione è di esiguo spessore (meno di 100 cm). Può ricoprire resti archeologici di età romana del VI secolo d.c Limite inferiore inconforme, marcato da una superficie di erosione fluviale lateralmente correlata a un suolo da decarbonatato a parzialmente carbonatato contenente resti archeologici di età dal Neolitico al Romano. Lo spessore massimo dell'unità è genera Olocene Pagina 2

9 AES7 - Subsintema di Villa Verucchio Ghiaie, sabbie, limi ed argille di origine fluviale, piana intravalliva e conoide alluvionale. Depositi organizzati in diversi ordini di terrazzo. Il tetto dell'unità è generalmente rappresentato da suoli non calcarei molto evoluti di colore bruno scuro. Il limite inferiore è erosivo e discordante sui depositi sottostanti. Nel sottosuolo di pianura l'unità corrisponde ad un ciclo trasgressivo-regressivo costituito da una porzione basale, di pochi metri, di sabbie litorali (Tirreniano Auct.) e argille e limi palustri; una porzione intermedia contenente limi-sabbiosi, limi ed Lo spessore massimo è di 10 m circa. Pleistocene medio - sup. AES6 - Subsintema di Bazzano Depositi ghiaiosi, sabbiosi e limo-argillosi di terrazzo intravallivo e di conoide alluvionale. Al tetto suoli decarbonatati con fronte di alterazione fino a 5-7 m, colore variabile da rosso bruno a giallo bruno. Contatto inferiore in discontinuità su unità più antiche. Nel sottosuolo di pianura (Foglio256): unità correlata, su base geometrica, ad un ciclo trasgressivo-regressivo costituito da: una porzione basale di argille e limi palustri; una porzione intermedia contenente limi sabbiosi, limi ed argille di argine, rot Potenza inferiorie ai 20 m in affioramento e circa 60 m nel sottosuolo della pianura. Pleistocene medio AES5 - Subsintema di Torre Stagni Depositi ghiaioso-sabbiosi, limosi e limo argillosi di terrazzo intravallivo e conoide alluvionale; contengono diverse intercalazioni di suoli. Al tetto suoli decarbonatati di colore bruno giallastro o bruno scuro spesso con fronte di alterazione fino a 10 m, a luoghi rubefatti, al di sotto dei quali possono essere presenti diversi suoli non calcarei meno sviluppati. Contatto inferiore erosivo e in discontinuità su unità più antiche. Spessore massimo di circa 20 m. Pleistocene medio AES4 - Subsintema di Liano Ghiaie di conoide alluvionale, spesse sino ad una decina di metri, passanti ad alternanze di limi sabbiosi e limi argillosi; ghiaie sabbiose di terrazzo intravallivo. Al tetto è generalmente presente un suolo non calcareo, con fronte di alterazione <10m, di colore bruno giallastro; a tratti sono presenti suoli non calcarei di colore bruno rossastro, sviluppati direttamente sulle ghiaie. Il limite inferiore è erosivo e Pleistocene medio FAA - Argille Azzurre Argille, argille marnose, localmente siltose, marne argillose e siltose, grigie e grigio-azzurre, talora grigio plumbeo, a stratificazione mal distinguibile per bioturbazione; locali intercalazioni di sabbie fini in strati sottili o medi. Talora livelli a slump. Nella parte inferiore della formazione localmente sono presenti sottili livelli discontinui di biocalcareniti fini e siltiti giallo, o ocra se alterate, sottilmente laminate. Frequenti microfossili; variabile la concentrazione di malacofaune a Gasteropodi e Lamellibranchi, sia come biosomi che come bioclasti. Presenti anche blocchi di aq (AQV-Formazione di Acquaviva), costituita da torbiditi arenaceo-marnoso-pelitiche con marne a forte componente carbonatica. L'ambiente di sedimentazione varia da piattaforma, localmente litorale, a scarpata. Foraminiferi planctonici appartenenti nei vari livelli alle zone a Globorotalia margaritae, G. puncticulata, G. bononiensis, G. crassaformis, G. inflata e Hyalinea baltica Contatto inferiore graduale rapido su CEA, paraconcordante o marcato da una lieve discordanza angolare su FCO, discordante su unità più antiche. Potenza fino a 1000 m circa. Pliocene inf. - Pleistocene inf. FAAps - Argille Azzurre - litofacies pelitico-sabbiosa Alternanza di: arenarie e siltiti, in strati da molto sottili a medi; argille siltoso-sabbiose, argille marnose, marne argillose grigio-verdastre, in strati sottili e molto sottili, lenticolari, con laminazione piano-parallela, ondulata e incrociata (vi compaiono livelli di concentrazione di biosomi, bioclasti e frustoli carboniosi); arenarie e siltiti con alta componente argilloso-siltosa; argille e siltiti, con subordinate sabbie e siltiti argillose, mal stratificate; argille grigio-scure, un po' sabbiose, in lenti di potenza metrica; arenarie in lenti di potenza metrica. Vi si intercalano lenti decimetriche di argille massive (FAA). Microfossili scarsi, con Foraminiferi planctonici forse appartenenti nella parte alta alla zona a Hyalinea balthica. Potenza affiorante oltre 600 m. Talora costituisce la parte superiore della formazione. Pagina 3

10 Allegato A - Tavole delle verifiche di stabilità Dott. Geol. Giuseppe Onorevoli via G. Gaudenzi, 6/ Terra del Sole (FC) Tel

11 -10 m m Safety Factor Pressure Head [m]

12 -10 m m Safety Factor Pressure Head [m]

13 -15 m m Safety Factor Total Hydraulic Gradient 0.00e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e+000

14 -15 m m Safety Factor Total Hydraulic Gradient 0.00e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e+000

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