(strumenti informatici per lo studio territoriale del comparto viticolo)
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- Silvia Sassi
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1 (strumenti informatici per lo studio territoriale del comparto viticolo) E.Zola (1) M.Bertolotti (2), (1) CERVIM, Vice Presidente, Loc. Teppe 27, cap 11020, Quart (AO), Italia. (2) Koinè Sistemi, corso Regina Margherita 153, cap 10122, Torino, Italia. 1. Introduzione Da tempo esistono, e sono ormai largamente noti e disponibili, tecnologie informatiche e dati GIS (ossia elementi riferiti a delle coordinate territoriali) che sono adatti a definire e descrivere un territorio in termini non tradizionalmente testuali o alfanumerici; si pensi ad esempio alla possibilità di fruire di: cartografia georiferita, come le Carte Tecniche Regionali (CTR) disponibili a diverse scale e con diverso livello di dettaglio; orto-foto prodotte con voli aerei o da satellite, ormai piuttosto diffuse sia in bianco e nero, sia a colori; mappe amministrative (limiti regionali, provinciali, comunali) e catastali (fogli di mappa, particelle); carte dei suoli, carte delle precipitazioni, ed altre carte tematiche. Con tali dati vengono frequentemente predisposti strumenti informatici pensati principalmente per essere guardati e fruiti passivamente; obiettivo primo del presente lavoro è stato quello di valorizzare diversamente questo corredo di dati, frutto di un lungo e oneroso investimento da parte di diversi soggetti istituzionali, e costruire uno strumento idoneo a descrivere e indagare un territorio agricolo, e specificamente viticolo, per supportare un corretto processo di valorizzazione e programmazione dello stesso, basato sulla disponibilità di dati oggettivi e misurabili del territorio stesso. 2. Metodologia Si è scelto di adottare strumenti GIS completamente web, allo scopo di garantirne l utilizzabilità potenzialmente da qualsiasi stazione di lavoro connessa ad Internet, senza presupporre l adozione di particolari dotazioni hardware e/o software. Tenuto poi conto che i dati geo-riferiti disponibili sono spesso mantenuti su sistemi ed in formati differenti, si è adottato in generale il metodo della cooperazione applicativa, tramite servizi di colloquio e interscambio software standard come i web services e i web map services (WS e WMS rispettivamente), utilizzando XML ed SVG come standard di formato sia per i dati alfanumerici che per la grafica vettoriale.
2 Per evitare al possibile di dover costituire grossi e onerosi repository di dati locali, soprattutto fotografici e cartografici, si è adottata il più estesamente possibile la logica cosiddetta Web 2.0, preferendo cioè l utilizzo di servizi on-line all acquisizione massiva delle informazioni stesse; così, ad esempio, per il corredo orto-fotografico del territorio sono stati utilizzati servizi come quelli messi a disposizione da Google Earth o quelli, disponibili nel contesto italiano, della Agenzia del territorio. Poiché questo approccio comporta il trasferimento in rete di moli di dati quantitativamente rilevanti, comportando spesso una lentezza operativa che inficia la pratica utilizzabilità di molti strumenti Gis, nell implementazione di tali servizi è stata adottata la metodologia Ajax, per l interazione asincrona coi server remoti, conseguendo così una buona efficacia degli strumenti messi a punto. Per garantire l utilizzabilità del sistema informativo realizzato anche in campo è stato introdotto e sperimentato l interfacciamento con strumenti portatili GPS, implementando metodi di conversione fra i diversi tipi di coordinate in uso, piane e geografiche. Da un punto di vista agronomico si adottato un metodo di quantificazione oggettiva degli elementi di descrizione e valutazione del territorio, basandosi, oltre che sull orientamento generale della normativa europea di riferimento, su lavori promossi ad esempio dalla pubblica amministrazione piemontese; in questo senso si sono messi a punto strutture informative idonee ad ospitare una rivisitazione degli esistenti disciplinari delle D.O., per cui, ove possibile, si è passati da regole fortemente soggettive (quali terreno adatto o non di fondovalle o esposizione idonea ), che rendono a volte incerta e difficile la valutazione degli incaricati, ad altre, corrispondenti, ma oggettivate e misurabili. A titolo d esempio si potrebbero adottare le seguenti regole di valutazione di un territorio viticolo di tipo collinare, come ad esempio il Monferrato: altimetria compresa fra i 250 e i 500 m. slm (anziché terreno collinare ); giacitura (o pendenza) del terreno superiore al 5% (anziché terreno adatto e non di fondovalle ; esposizione compresa fra i 70 e i 320 (anziché buona esposizione ); collocazione all interno di una ben definita area geo-riferita. Per adottare un esempio più propriamente nostro in quanto Cervim: (oppure) altitudine pari o superiore ai 500 m. slm (anziché terreno di montagna ); giacitura del terreno superiore al 30% (anziché terreno in forte pendenza ). 3. Descrizione del cruscotto viticolo Il cruscotto viticolo è uno strumento estremamente flessibile che permette l utilizzo dei dati territoriali, sia alfanumerici sia di altra natura (foto aeree, cartografia, mappe tematiche), oggi disponibili su basi dati eterogenee, mettendoli in relazione e consentendone l arricchimento, anche in modalità automatica, in particolare nell ambito di implementazione di nuovi elementi oggettivi, quali altimetria, giacitura, esposizione.
3 In generale l applicazione del cruscotto ad uno specifico territorio è articolato nelle seguenti fasi di lavoro: individuazione geo-riferita del territorio stesso, nell ambito della griglia amministrativo-catastale ; acquisizione dei dati e dei tematismi disponibili e connessione ai servizi web di interesse; costruzione automatica di un modello tridimensionale del territorio, nell ambito della griglia geografico-fisica ; identificazione delle strutture di regole valutative del territorio, applicando le quali al modello costruito si ottengono gli output desiderati (ad esempio lo studio della vocazione viticola del territorio stesso o la verifica dell impiantato in vista di una migliore programmazione o valorizzazione). Va sottolineato che le informazioni territoriali sono associate, implicitamente o esplicitamente, a griglie di ripartizione completamente indipendenti, come la citata griglia amministrativocatastale (articolata in comuni, fogli di mappa, particelle - le unità vitate possono essere considerate delle loro sotto-articolazioni) e griglia geografico-fisica (articolata geometricamente in fogli, quadranti, tavole, celle); dalla capacità di intersecare efficacemente ed automaticamente le diverse griglie deriva molta della capacità di gestire e produrre informazioni, propria del cruscotto viticolo. fig. 1 fig. 2 A titolo di esempio in fig. 1 è riportata la griglia dei fogli IGM50 (corrispondenti alle carte 1:50.000) relativi alla regione Piemonte in intersezione con la griglia dei territori comunali della provincia di Torino; in fig. 2 lo stesso contesto provinciale è posto in intersezione con la griglia dei quadranti IGM10 (corrispondenti alle carte 1:10.000).
4 3.1 Individuazione di un territorio E semplice spiegare il concetto direttamente con un esempio: nella fig. 3 è rappresentata la Comunità Montana Alta Valle di Susa, con: comuni senza superfici vitate comuni solo con superfici vitate non iscritte a D.O. comuni con superfici vitate iscritte a D.O. *l esempio è tratto da un lavoro svolto per l UNCEM Unione delle Comunità Montane] fig. 3 Si noti che, mentre in questo caso la griglia comunale è sufficiente all individuazione del territorio in esame, esistono casi in cui occorre passare a griglie più fini (tipicamente quella dei fogli di mappa) per individuare correttamente un territorio: è frequentemente il caso di certe zone di D.O.
5 3.2 Acquisizione di dati e tematismi disponibili Una volta individuato un territorio si può procedere all acquisizione dei dati e dei tematismi ad esso riferiti; in generale si tratta di quelli già sinteticamente elencati nell introduzione. Ad essi vanno naturalmente aggiunti quelli specificamente viticoli di tipo: alfanumerico, per l identificazione delle aziende e dei conduttori agricoli, delle unità vitate, con i riferimenti catastali e di superficie, con gli eventuali dettagli relativi all anno, alla forma e al sesto di impianto, all iscrizione ad una D.O., ecc; geoemetrico geo-riferito, ossia i poligoni identificativi dell unità nella sua dimensione e collocazione territoriale. *N.B.: quest ultimo tipo di dato, se non già disponibile, può essere prodotto con gli strumenti del cruscotto stesso, elaborando i dati fotografici e catastali esistenti] Illustriamo con alcuni esempi questa fase di lavoro (comune di Prarostino). fig. 4 fig. 5 In fig. 4 il territorio di Prarostino rappresentato nella carta 1:50.000, in fig. 5 lo stesso territorio intersecato con i confini amministrativi comunali.
6 . fig. 6 fig. 7 In fig. 6 la sovrapposizione sulla carta del reticolo dei fogli di mappa di Prarostino, con evidenziazione del foglio 0004 ; in fig. 7 l ingrandimento del foglio con l evidenziazione del relativo dato orto-fotografico a colori (ottenuto col citato servizio web dell Agenzia del Territorio).
7 fig. 8 fig. 9 In fig. 8 sullo stesso foglio di mappa è stato richiamato il reticolo particellare ed in fig. 9 è stato ingrandito il riquadro tratteggiato. Merita notare come ogni tematismo presentato (carta, reticoli catastali di livelli successivi, corredi fotografici) sia utile ed intellegibile ad un definito livello di indagine; il dettaglio particellare ad esempio non è di alcuna utilità a livello comunale, mentre arricchisce decisamente il valore informativo della fotografia a livello foglio di mappa. 3.3 Costruzione automatica di un modello 3D del territorio Intersecando opportunamente mappe geo-riferite contenenti le curve di livello si potrebbero derivare le quote di un dato territorio; sono però disponibili da tempo serie di dati (DEM) rilevati dai satelliti geo-stazionari, che offrono con ottima precisione i punti quotati in corrispondenza di specifiche coordinate, ad intervalli definiti (usualmente 50 m. o 20 m.). Acquisendo ed elaborando tali dati il cruscotto è in grado di costruire automaticamente un modello tridimensionale del territorio, non solo calcolando per interpolazione la quota altimetrica per ogni punto del territorio, ma elaborando anche la valutazione puntuale della pendenza e dell esposizione; questa possibilità, disponibile come in molti altri sistemi in modalità interattiva, ossia su richiesta specifica e puntuale di un operatore, è però disponibile nel cruscotto anche in maniera massiva: è cioè possibile far valutare tali valori per interi territori per favorire successive valutazioni automatiche. Questa capacità, oltre a fornire il necessario supporto per una visualizzazione 3D del territorio, di grande utilità nell approccio interattivo, consente di impostare, come vedremo, le logiche di esame automatico di cui abbiamo accennato nell introduzione.
8 fig. 10 fig. 11 Nelle fig. 10 e 11 sono riportate due viste 3D della particella in esame col riporto dei dati di altitudine, pendenza ed esposizione calcolati in due punti diversi della particella stessa, fissati arbitrariamente in maniera interattiva dall operatore. 3.4 Identificazione delle strutture di regole Proseguendo nell esemplificazione ipotizziamo che vengano identificate le seguenti regole per i principali parametri oggettivi territoriali: Pendenza % Classe Forte > 30% 3 Media 20% - 30% 2 Bassa 5% - 20% 1 Minima < 5% 0 fig % 20% 5% Esposizione Classe Esclusa Ammessa Buona Ottima Altitudine m Classe Non montana <= 500 m 0 Montana > 500 m 1 fig. 13 In fig. 12 e 13 sono rese graficamente le griglie interpretative dei dati di pendenza ed esposizione, comunque riportate analiticamente nelle corrispondenti tabelle numeriche.
9 Combinando poi le tre griglie valutative si può ottenere la seguente tabella complessiva di determinazione della classe di valutazione globale di un terreno in base ai criteri Cervim: Criteri su A e G A > 500 o G > 30% A <= 500 e G <= 30% CERVIM Si Classe di Classe Esposizione valutazione 3 A 2 B 1 C 0 D No == E Applicando all area precedentemente considerata nel foglio 0004 del comune di Prarostino l intersezione con la griglia delle celle a 50 m. del modello 3D (come riportato in fig. 14) ed attivando il processo di determinazione automatica della classe di valutazione si ottiene il risultato di fig. 15, che si sposa molto bene con il rilievo visivo dell impiantato. fig. 14 fig. 15
10 4. Conclusioni Abbinando gli elementi di descrizione territoriale sopra ricordati a delle linee guida in termini oggettivati delle buone pratiche di viticoltura (ovvero, dove si pone il caso, a dei disciplinari oggettivati nel senso appena detto), si possono costruire strumenti di indagine sulla vocazione puntuale di un territorio o in relazione al reale o potenziale impianto viticolo di una specifica tipologia o denominazione, fornendo anche una misura di vocazionalità. Riportando poi sul modello del territorio i dati degli impianti viticoli realmente esistenti, sempre in termini geo-riferiti e dunque informaticamente valutabili, è possibile far emergere nuove o migliori elementi di valorizzazione, sia economica sia culturale. Questa potenzialità appare tanto più importante in un contesto come quello tipico del Cervim, per il quale gli elementi di estrema caratterizzazione geo-fisica sono fondamentali anche per la gestione di un eventuale Marchio collettivo che identifichi il prodotto come derivante dai vigneti estremi conferendo così al vino una certificazione di una caratterizzazione di provenienza validata attraverso parametro oggettivi e inoppugnabili.
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