Delegazione italiana Convezione Alpi - MATTM... 7

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1 REPORT TAVOLO SAPA PARTE PRIMA: Politiche e gestione delle aree protette nell arco alpino 1.1 Normativa e politiche della Convenzione delle Alpi in materia di aree protette Delegazione italiana Convezione Alpi - MATTM Principi fondamentali della Convenzione quadro... X 1.1. Protocolli, Dichiarazioni ministeriali e altre decisioni dei Ministri... X Obiettivi principali dei Mandati dei Gruppi di Lavoro/Piattaforme X Programma pluriennale di lavoro X Strategia macroregionale per la Regione Alpina: EUSALP... X 1. Quadro delle Strategie Nazionali: misure previste e opportunità per le aree protette Delegazione italiana Convezione Alpi - MATTM Strategie nazionali di interesse per le aree protette e le aree protette alpine italiane... X 1.. Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell uso eccessivo di risorse naturali (L. 1/15)... X 1..3 Prospettive dello sviluppo della Strategia Green Communiy per le aree protette montane... X 1.3 Accordo di Partenariato Programmazione 14- e focus su programmi nazionali e regionali (PON, POR, PSR ) Federparchi Europarc Italia Inquadramento generale dell Accordo di Partenariato e degli 11 OT... X 1.3. Alcuni esempi di azioni e relativi indicatori presenti nell AdP... X Percorsi e strumenti di collaborazione tra Regioni e Parchi in attuazione dei piani regionali... X 1.4 La gestione delle aree protette: livelli, tipologie e modelli Delegazione italiana Convezione Alpi - MATTM Tipologie e numeri delle aree protette dell area alpina italiana... X 1.4. La gestione delle aree protette alpine nel quadro della normativa alpina e italiana di riferimento... X Esperienze di governance delle aree protette in area alpina: aree protette tranfrontaliere; gruppi europei di cooperazione (GECT); siti Unesco; ecc.... X 1.5 La valutazione della performance delle aree protette: l esperienza Green list della IUCN per l individuazione di indicatori di efficacia della gestione delle aree protette Federparchi Europarc Italia Obiettivi della valutazione della performance delle aree protette... X 1.5. L esperienza Green List della IUCN e il contesto internazionale di riferimento... X Il caso alpino sugli indicatori di efficacia della gestione delle aree protette... X Sperimentazione e adeguamento nei parchi italiani... X 1.6 Box di approfondimento. Carta Europea del Turismo Sostenibile: diffusione ed esperienze nelle aree protette alpine Federparchi Europarc Italia PARTE SECONDA: Servizi ecosistemici, strumenti e meccanismi di finanziamento per le aree protette alpine.1 Il ruolo dei parchi per la fornitura di servizi ecosistemici ISPRA (Serena D Ambrogi, Rosanna Augello), Università di Urbino (Riccardo Santolini) Quadro descrittivo delle risorse delle AAPP rispetto al rapporto domanda/offerta/bes... X.1. Valutazione ecologica-economica dei contrasti tra usi diretti ed indiretti delle risorse e soglie di sostenibilità tra i SE del Capitale naturale... X.1.3 Introduzione al tema della fornitura di SE da parte delle AAPP e ruolo della cartografia... X 1

2 Ricognizione degli strumenti cartografici in uso nelle AAPP alpine (rete SAPA)... X.1.5 Problematiche evidenziate (scale, rapporti con gli enti locali e le loro strumentazioni)... X.1.6 Casi studio... X.1.7 Prospettive di sviluppo per l armonizzazione... X. Metodi di finanziamento: pagamenti per la biodiversità Delegazione italiana Convezione Alpi-MATTM (Luca Cetara) La domanda pubblica e privata di biodiversità: composizione e motivazioni... X.. Disponibilità a pagare e costi del mantenimento della biodiversità: le aree protette... X..3 Criterio del beneficio marginale (surplus economico) e criterio del costo marginale di fornitura (full cost recovery) di biodiversità e servizi ecosistemici : verso il fabbisogno finanziario... X..4 Individuazione degli stakeholder e della loro disponibilità a pagare per la biodiversità... X..5 Casi di studio (con riferimento anche al contesto istituzionale e legale)... X..6 Il contributo dei PES alla sostenibilità economico-finanziaria di un'area protetta... X.3 Profili giuridici dei pagamenti per i servizi ecosistemici PES Federparchi (Ciro Amato) Premessa metodologica... X.3. I servizi ecosistemici... X.3.3 I pagamenti per i servizi ecosistemici (pes)... X.3.4 Pes: un problema di regolazione... X.3.5 Pagamenti per i servizi ecosistemici e aree protette: profili di diritto civile e di diritto pubblico... X.4 Finanza sostenibile per la conservazione della biodiversità Delegazione italiana Convezione Alpi-MATTM (Luca Cetara) Aree protette: aspetti gestionali e flussi economici finanziari (Obiettivi di gestione e resource-efficiency; Fabbisogno economico e cost-recovery)... X.4. Beni pubblici e beni privati (di mercato) nelle aree protette (L'offerta di beni e servizi di un'area protetta; la domanda di beni e servizi da un'area protetta; gli stakeholder)... X.4.3 Flussi finanziari, corrispettivi, compensazioni, pagamenti... X.4.4 PES: beni e servizi ecosistemici vs. PMS: beni e servizi di mercato... X.4.5 Strumenti finanziari e stakeholder: casi di studio... X.4.6 Raccomandazioni operative per le aree protette alpine... X.5 Box di approfondimento. Sperimentazione sulla certificazione EMAS per i servizi ecosistemici (progetto Federparchi-ISPRA) Federparchi Europarc Italia e Parco Naturale Mont Avic.. 39 PARTE TERZA: Indicatori e metodologie per il monitoraggio della biodiversità e per l attuazione della rete ecologica 3.1 Il monitoraggio delle specie e degli habitat di interesse comunitario. Le Linee Guida nazionali ISPRA MATTM per il monitoraggio della biodiversità nelle regioni alpine e la loro applicazione ISPRA (Pierangela Angelini, Laura Casella) Il monitoraggio delle specie e degli habitat di interesse comunitario... X 3.1. Il riferimento delle Linee Guida nazionali ISPRA MATTM... X Lo stato di conservazione della biodiversità nella regione biogeografica alpina... X Le sfide per il futuro: applicazione delle Linee Guida nazionali ISPRA MATTM per il monitoraggio della biodiversità nelle regioni alpine e nelle aree protette SAPA... X Considerazioni sulle relazioni tra il monitoraggio della biodiversità e i servizi ecosistemici in particolare di tipo biofisico (servizi di regolazione e supporto)... X 3. Attuazione della rete ecologica per la regione biogeografica alpina. Integrazione tra rete ecologica e sistemi di pianificazione territoriale: prospettive e potenzialità per il governo del territorio ISPRA (Serena D Ambrogi, Luisa Nazzini) e Delegazione italiana Convezione Alpi-MATTM... 45

3 La RE nella Pianificazione e nella normativa regionale... X 3.. Le AP nelle reti (il ruolo dei parchi nelle RE regionali e nella GI del contesto alpino)... X 3..3 I Problematiche per la realizzazione della RE (importanza della cogenza; la pianificazione delle reti dentro e fuori dai parchi: rapporti o scontri?; il tema della cartografia; governance; finanziamenti;...)... X 3..4 Esperienze attuali e sviluppi futuri: strumenti di attuazione (finanziamenti quali ad es. la Misura 1 dei PSR) e di governance (i contratti di rete, di varco)... X 3.3 Considerazioni sull armonizzazione della cartografia regionale Delegazione italiana Convezione Alpi-MATTM Cartografie e legende per la biodiversità e connettività ecologica... X 3.3. Esperienze di armonizzazione delle cartografie regionali in area alpina... X Implicazioni e possibilità per una gestione più efficiente della biodiversità e della rete ecologica... X 3.4 Box di approfondimento. Monitoraggio della biodiversità in ambiente alpino Federparchi Europarc Italia

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5 PARTE PRIMA Politiche e gestione delle aree protette nell arco alpino Titolo del capitolo: 1.1 Normativa e politiche della Convenzione delle Alpi in materia di aree protette Referente/i per la redazione del capitolo: Delegazione italiana Convezione Alpi MATTM Obiettivi generali del capitolo: Il capitolo presenterà la cornice dei principi fondamentali definiti a livello alpino dalla Convenzione delle Alpi e le decisioni, atti e iniziative che le Parti sono tenute ad adottare o considerare nelle loro attività amministrative. Saranno presentati gli strumenti e gli organi - giuridici, normativi, politici e operativi - che essa adopera, al fine di facilitare la trasposizione delle misure di comune interesse nelle legislazioni nazionali. In particolare, saranno evidenziate le sfide e le opportunità emerse di recente nella Regione alpina e quelle analoghe nelle altre regioni montane di specifico interesse per le aree protette. Abstract: La Convenzione delle Alpi (CA) costituisce uno strumento di governance che opera per un'armonizzazione delle politiche territoriali nella regione alpina europea, dove coesistono differenti sistemi giuridici e istituzionali e numerosi portatori di interesse adottano approcci diversi in settori decisivi per lo sviluppo territoriale sostenibile. La trasposizione dei principi fondamentali e delle rispettive misure nei diversi settori di comune interesse dei Paesi alpini, definiti dalla Convenzione quadro, nei rispettivi sistemi giuridici nazionali viene facilitata dagli otto Protocolli tematici e dalle due Dichiarazioni che stabiliscono i principi guida. Alcuni degli ambiti tematici rispetto ai quali i paesi contraenti si impegnano di adottare delle misure specifiche sono agricoltura di montagna, foreste montane, turismo, protezione della natura e tutela del paesaggio, ecc. In linea con la crescente attenzione alla pianificazione territoriale per lo sviluppo sostenibile delle Alpi è stata redatta e firmata la prima Dichiarazione sullo sviluppo territoriale sostenibile nelle Alpi che riconosce l importanza di un approccio intersettoriale di gestione delle questioni trasversali che riguardano lo sviluppo territoriale. Inoltre, allo scopo di promuovere ulteriori progressi verso un'economia sostenibile nelle Alpi è stata firmata una seconda Dichiarazione della XIV Conferenza delle Alpi sulla promozione di un economia sostenibile nella regione alpina con cui le Parti contraenti si impegnano a definire obiettivi specifici da tradurre in strategie e politiche praticabili. Ai fini dell attuazione dei Protocolli e l elaborazione di posizioni e strategie comuni in attuazione delle decisioni dei Ministri, la CA istituisce Gruppi di Lavoro (GdL) e Piattaforme (PF) quali organi di lavoro a livello internazionale (con il coinvolgimento di attori istituzionali, della comunità scientifica e della società civile) con mandati specifici di durata in genere di due anni che comprendono un programma di lavoro e alcune attività prioritarie. Nell operare su un orizzonte temporale prolungato per l attuazione delle misure comuni i Paesi approvano un documento di indirizzo politico - il Programma di lavoro pluriennale (PLP/MAP) della Conferenza delle Alpi - che indica gli ambiti trasversali e prioritari di cooperazione per le parti contraenti, gli osservatori e la società civile della regione alpina. Gli ambiti prioritari e le rispettive attività e partenariati da attivare sono contenuti nella Roadmap allegata al PLP/MAP. Rispetto allo scenario europeo, un altro strumento di governance contribuisce a stabilire un procedimento giuridico e politico più armonico a livello internazionale: la strategia macroregionale dell Unione europea per la Regione alpina, denominata EUSALP. La governance di EUSALP richiede un coordinamento sia con le Regioni, sia con le strutture di cooperazione esistenti, tra cui la Convenzione delle Alpi che ha sin dall inizio partecipato come osservatore al processo di elaborazione di EUSALP, in quanto strumento giuridico legalmente vincolante in grado di orientare la definizione di priorità regionali. Uno specifico GdL Strategia Macroregionale per le Alpi della CA, a partire dal corrente biennio, si occuperà di individuare gli elementi chiave che la CA può trasferire in termini di esperienza e di approccio integrato per lo sviluppo sostenibile nella Regione alpina. 5

6 Riferimenti bibliografici (letteratura, documenti, progetti, ecc.): Programma di Lavoro Pluriennale della Conferenza delle Alpi 17- Convenzione delle Alpi e Buone Pratiche nei Comuni italiani. Vademecum per l applicazione della Convenzione delle Alpi, per la buona amministrazione del territorio montano e per la qualità della vita della popolazione, Segretariato permanente della Convenzione delle Alpi con il sostegno del Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, 13 La Convenzione delle Alpi. Politiche, leggi e misure di attuazione in Italia, Eurac Research, Sviluppi operativi (possibili ricadute dei contenuti del capitolo per la Rete SAPA e i suoi membri): Il presente capitolo fornisce riferimenti sulle evoluzioni delle attività della CA ed EUSALP e dei rispettivi organi operativi - anche attraverso la predisposizione di una lettura trasversale per evidenziare le opportunità che ne scaturiscono per la Rete SAPA. In particolare, il contributo potrebbe dare indicazioni per l individuazione di future linee programmatiche della Rete SAPA per lo sviluppo dei prossimi piani di azione. 6

7 Titolo del capitolo: 1. Quadro delle Strategie Nazionali: misure previste e opportunità per le aree protette Referente/i per la redazione del capitolo: Delegazione italiana Convezione Alpi - MATTM Obiettivi generali del capitolo: A partire dal una analisi delle politiche e strategie nazionali dei settori che principalmente interessano le aree protette (biodiversità, sviluppo rurale, turismo sostenibile, clima, green economy, ecc.) verranno messe in evidenza le misure a vantaggio delle aree protette o dei loro territori al fine di fornire agli enti gestori un quadro che possa incentivare una gestione integrata dell area basata su diverse politiche e misure territoriali. Tali politiche sono spesso supportate da stanziamenti finanziari in grado di sostenere la messa in atto di progetti nei loro territori e a tutela di risorse e paesaggi. Abstract: La gestione delle aree protette, oltre gli aspetti relativi alla conservazione della biodiversità e degli habitat, comporta anche altre misure connesse principalmente alla valorizzazione delle risorse naturali e culturali presenti nell area, aspetti legati per es. alla produzione e al consumo delle risorse, alla conservazione dei suoli, alle attività economiche di tipo agricolo, forestale, turistico ecc. In questo scenario, le aree protette acquistano un ruolo sempre più rilevante per l attuazione di strategie e politiche nazionali, europee e internazionali. In ragione della complessità degli assetti territoriali in cui si posizionano le AAPP, esse oggi vantano possibilità di accesso a finanziamenti anche su assi tematici non direttamente ricollegabili a tutela e conservazione della natura, come ad es. misure di adattamento ai cambiamenti climatici, di promozione dello sviluppo sostenibile o della green economy. Una selezione e analisi, tra queste politiche e strategie, di quelle più di rilievo per le aree protette permette di individuare azioni e misure specifiche previste in questi documenti a vantaggio di territori e paesaggi protetti. In particolare si considereranno: - Strategia Nazionale per la Biodiversità - Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile - Strategia e Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici - Strategia Nazionale di Specializzazione Intelligente - Strategia Nazionale per le Aree Interne - Piano Strategico di Sviluppo del Turismo 17- Inoltre, il Collegato ambientale 16 (L.1/15) e i relativi decreti attuativi identificano temi e approcci che possono essere applicati anche alle aree protette, che hanno già esperienza nel campo della gestione sostenibile delle risorse naturali e culturali. Di particolare interesse per le aree protette sono l art.7 (sistemi di remunerazione dei servizi ecosistemici e ambientali o PSEA). L articolo indica tra i beneficiari dei PSEA anche i comuni, le loro unioni, e le aree protette. I PSEA istituiscono un sistema di remunerazione di una quota di valore aggiunto derivante dalla trasformazione di servizi ecosistemici in prodotti di mercato. Le AA.PP rientrano tra i produttori di servizi a vantaggio di altri utenti, che possono essere inclusi in transazioni dirette tra consumatori e produttori ferma restando la salvaguardia nel tempo della funzione collettiva del bene. Ad esempio sono teoricamente possibili programmi mediante i quali le AAPP intese come enti possano remunerare gli imprenditori agricoli e forestali che proteggono, tutelano o forniscono servizi ecosistemici. Per le aree protette montane rileva anche l art.7 Strategia nazionale delle Green community che individua una relazione tra territori rurali e di montagna che sfruttino in modo equilibrato le risorse naturali in un rapporto di scambio con le comunità urbane in vari campi, tra cui la gestione integrata e certificata del patrimonio agro-forestale (anche tramite lo scambio dei crediti derivanti dalla cattura di CO), la gestione della biodiversità e la certificazione della filiera del legno, la gestione integrata e certificata delle risorse idriche, la produzione di energia da fonti rinnovabili locali, lo sviluppo di un turismo sostenibile e di un modello di azienda agricola sostenibile ed energeticamente indipendente. 7

8 Riferimenti bibliografici (letteratura, documenti, progetti, ecc.): - Strategia Nazionale per la Biodiversità - Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile - Strategia e Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici - Strategia Nazionale di Specializzazione Intelligente - Strategia Nazionale per le Aree Interne - Piano Strategico di Sviluppo del Turismo L.1/15 Collegato ambientale Sviluppi operativi (possibili ricadute dei contenuti del capitolo per la Rete SAPA e i suoi membri): Il quadro delle politiche e strategie nazionali in attuazione delle quali le aree protette possono svolgere un ruolo potrebbe essere utilizzato come riferimento per rafforzare l'integrazione tra politiche delle aree protette e politiche territoriali a favore dello sviluppo di una green economy. 8

9 Titolo del capitolo: 1.3 Accordo di Partenariato Programmazione 14- e focus su programmi nazionali e regionali (PON, POR, PSR ) Referente/i per la redazione del capitolo: Federparchi Europarc Italia Obiettivi generali del capitolo: Il capitolo mette in luce le principali novità per i parchi e le aree protette contenuti all interno dell Accordo di Partenariato della Programmazione 14-, evidenziando il ruolo potenziale che gli enti parco sono chiamati ad assumere in attuazione della programmazione in corso. In particolare, si segnala come negli obiettivi della nuova programmazione 14, ma anche negli strumenti per raggiungerli, sono presenti importanti sinergie tra le Regioni alpine e i gestori delle aree protette. Sono segnalate, inoltre, alcuni temi di interesse ambientale presenti nell Accordo e delineati alcuni possibili percorsi di collaborazione tra Regioni e Parchi alpini per indirizzare l uso delle risorse dedicate alla conservazione e valorizzazione della biodiversità, cosi come previste dai Piani Operativi Regionali (POR) e altri strumenti di programmazione regionale che vedono una naturale convergenza tra gli obiettivi di spesa dei POR delle Regioni alpine e le finalità istituzionali e il know how dei parchi alpini. Abstract: Le politiche per la conservazione della biodiversità e contro il degrado degli ecosistemi sono ormai diventate asse portante delle normative comunitarie, nazionali e regionali in senso multisettoriale. In questo contesto, i gestori delle aree protette acquisiscono un nuovo ruolo di laboratorio e indirizzo delle politiche e dei programmi che, non a caso, troviamo esplicitati in diversi atti decisionali. Tra questi, il più importante per risorse e prospettive è sicuramente l Accordo di Partenariato per l'impiego dei fondi strutturali e di investimento europei (AP) per la nuova programmazione 14. Analizzando lo spirito e i contenuti di questo documento, appare evidente il salto di qualità in direzione del rispetto delle risorse naturali e degli strumenti preposti a tale scopo, come ad esempio i parchi. In sostanza, si passa dalle enunciazioni di massima sull ambiente della passata programmazione 7-13 a una serie di obiettivi a loro volta strettamente collegati a Risultati Attesi (RA) e relativi indicatori. L intenzione chiaramente esplicitata è di ridurre lo spazio delle interpretazioni politiche sull utilizzo dei fondi, come spesso è avvenuto in passato, assegnate alla salvaguardia dell ambiente. In questo contesto, pertanto, i gestori delle aree protette, proprio per le loro specifiche finalità istituzionali e per le esperienze sviluppate sul territorio, rappresentano di fatto un riferimento non più marginale o accessorio a progetti e programmi sull ambiente, ma assumono un ruolo di indirizzo e di verifica dei risultati stessi dell uso delle risorse. Ad esempio, il RA 6.6 relativo al Miglioramento delle condizioni e degli standard di offerta e fruizione del patrimonio nelle aree di attrazione naturale riporta le Presenze turistiche totali nei comuni con parchi nazionali e regionali in percentuale sulla popolazione residente nei comuni con parchi nazionali e regionali quale indicatore di tale miglioramento, ovvero il raggiungimento del RA richiede che le risorse trovino necessariamente un impegno concreto e un riscontro reale sul territorio che le aree protette dovranno verificare. Le considerazioni sopra enunciate sono ancora più importanti se si considera la forte caratterizzazione ambientale di tutti gli 11 obiettivi individuati nell AP, riportando che l integrazione degli aspetti ambientali in tutti gli Obiettivi Tematici, prima lacunosa e non facilmente leggibile, è stata rafforzata sia attraverso integrazioni nelle scelte settoriali con l esplicitazione di azioni riferibili a eco-innovazione, green economy, bioeconomy e blu-economy, sia completando l Accordo con maggiori indicazioni di metodo e di merito per assicurare l applicazione del principio di sviluppo sostenibile. È stata, inoltre, segnalata l opportunità di rafforzare le politiche di greening attraverso la tutela della biodiversità e del paesaggio agrario e la lotta ai cambiamenti climatici ricercando possibili integrazioni tra Primo e Secondo pilastro della Politica Agricola Comune. A completare il quadro delle novità in favore dei parchi nella programmazione 14-, è la nuova governance per la gestione delle risorse, che è stata incardinata attraverso un percorso che prevede l individuazione di una strategia coerente con gli obiettivi, un processo partecipativo con gli attori pubblici e locali e un piano d azione con progetti concordati. Per realizzare tutto questo, si chiede l individuazione di un soggetto competente sui temi che funga da interfaccia tra i territori e le amministrazioni e che segua 9

10 tecnicamente la realizzazione delle azioni individuate. In sostanza, si tratta di caratteristiche proprie di molte iniziative realizzate dai parchi sul territorio, dei quali alcuni realizzati della Carta Europea del Turismo Sostenibile (CETS). La sfida successiva consiste nell evidenziare questo nuovo ruolo dei parchi presso le Regioni alpine, individuando percorsi e strumenti di collaborazione che permettono di mettere a disposizione dell interesse pubblico e dei privati un interlocutore che potrebbe contribuire in modo sostanziale a migliorare l efficienza e l efficacia dell utilizzo delle risorse per la coesione 14-. Riferimenti bibliografici (letteratura, documenti, progetti, ecc.): Accordo di Partenariato per l'impiego dei fondi strutturali e di investimento europei per la nuova programmazione 14 Provincia Autonoma di Bolzano - Programma Operativo Fondo Sociale Europeo 14- Provincia Autonoma di Trento - Programma Operativo Fondo Sociale Europeo 14- Programma Operativo Fesr 14- della Regione Friuli Venezia Giulia Programma operativo "POR Liguria FESR" per il sostegno del Fondo europeo di sviluppo regionale nell'ambito dell'obiettivo "Investimenti a favore della crescita e dell'occupazione" per la regione Liguria in Italia Programma Operativo Fesr 14- della Regione Lombardia Programma Operativo Fesr 14- della Regione Piemonte Regione Autonoma della Val d Aosta - Politica regionale di sviluppo 14/ Quadro strategico regionale Programma Operativo Fesr 14- della Regione Veneto Sviluppi operativi (possibili ricadute dei contenuti del capitolo per la Rete SAPA e i suoi membri): Uno sviluppo operativo per la Rete SAPA potrebbe essere quello di facilitare e organizzare incontri di confronto tra Regioni e Parchi dedicati ad individuare sinergie tra quanto previsto all interno dei POR e altri piani in attuazione dell Accordo di Partenariato e le azioni territoriali avviate o in previsione. Si potrebbe elaborare una matrice per ciascuna regione in cui approfondire le azioni previste dai POR e identificare azioni per le quali il contributo delle aree protette per raggiungere gli obiettivi risulterebbe decisivo e strategico. 1

11 Titolo del capitolo: 1.4 La gestione delle aree protette: livelli, tipologie e modelli Referente/i per la redazione del capitolo: Delegazione italiana Convezione Alpi - MATTM Obiettivi generali del capitolo: Il contributo evidenzia la pluralità di tipologie di aree protette, i relativi livelli territoriali di riferimento e i modelli di governance presenti nell area alpina. Obiettivo è identificare modelli e buone pratiche di gestione. Tali pratiche potranno essere trasferite e suggerire indicazioni per l'identificazione del modello di gestione più efficace per determinate tipologie di aree e per specifici obiettivi di conservazione e valorizzazione della diversità biologica e culturale. Abstract: A livello internazionale, il Protocollo della Convenzione delle Alpi Protezione della natura e tutela del paesaggio costituisce il riferimento principale per le politiche di conservazione della diversità biologica nella regione alpina e di promozione e attuazione della continuità ecologica regionale. Il Protocollo, tenuto conto anche degli interessi della popolazione locale, ha come obiettivo quello di proteggere, di curare e, in quanto necessario, di ripristinare la natura e il paesaggio, in modo da assicurare durevolmente e complessivamente: l'efficienza funzionale degli ecosistemi, la conservazione degli elementi paesaggistici e delle specie animali e vegetali selvatiche insieme ai loro habitat naturali, la capacità rigenerativa e la produttività durevole delle risorse naturali, nonché la diversità, la peculiarità e la bellezza del paesaggio naturale e rurale; nonché al fine di promuovere la cooperazione tra le Parti contraenti, a ciò necessaria (Art. 1, Finalità). A tale scopo il Protocollo individua gli strumenti del monitoraggio della conservazione e della gestione delle aree protette (in particolare relativamente alle categorie di aree elencate al punto dell Annex1 del Protocollo: Parchi nazionali; Aree di protezione naturalistica; Aree di protezione paesaggistica; Parchi naturali; Aree di rispetto e di quiete; Componenti protetti del paesaggio; Biotopi protetti; Altre aree protette: per esempio, aree protette di diritto privato, accordi volontari, contratti privati per gestioni estensive). In attuazione di tale Protocollo e per il conseguimento degli obiettivi che fissa per la regione alpina, sono stati sviluppati alcuni strumenti istituzionali di governance di livello sovranazionale (alpino) e nazionale (italiano) finalizzati al coordinamento delle azioni attuate da stakeholder a diversi livelli amministrativi. Il territorio italiano interessato dagli strumenti di governance richiamati comprende 7 Regioni e due Province Autonome, più di 13 aree protette e circa 9 siti Natura nelle Regioni interessate. Inoltre, alcune aree protette alpine sono considerate delle aree pilota per la loro attività in materia di connettività ecologica: sono le cosiddette Regioni pilota della Piattaforma Rete Ecologica della Convenzione delle Alpi (8 regioni sono state nominate nel 11, ora 1), dove si svolgono iniziative e ricerche per la creazione di una rete ecologica e il recupero e manutenzione della connettività mediante reti ecologiche. Tra le regioni, alcune hanno un carattere tranfrontaliero, come quella del Parco delle Prealpi Giulie al confine con la Slovenia, e il Parco delle Alpi Marittime al confine con la Francia. Tali aree sono di particolare interesse poichè la loro gestione deve considerare due diversi ordinamenti nazionali e obiettivi deve far fronte a norme di due Paesi diversi e a obiettivi locali per i territori interessati. In alcuni casi, in queste aree si sono sperimentati sistemi di governance innovativi come il GECT Gruppo europeo di cooperazione territoriale istituito nel 13 per l area tranfrontaliera delle Alpi Marittime Mercantour. Anche altri livelli di gestione si intersecano, come nel caso di siti UNESCO, che richiedono un piano di gestione ad hoc. In area alpina, tale sovrapposizione consente di sperimentare modelli di gestione integrata, come nel caso delle Dolomiti, dichiarate sito UNESCO nel 9 le cui aree interessano anche il Parco delle Dolomiti Bellunesi, Dolomiti Fiulane, Dolomiti d Ampezzo, il Parco dell Adamello Brenta e il Parco Paneveggio Pale di San Martino. Le aree protette alpine saranno influenzate dal processo in corso a livello nazionale di revisione della legge nazionale per le aree protette (L. 394/91) e iniziative connesse (come la proposta di legge per l istituzione di un parco tranfrontaliero per l area del Locarnese). Tutte le esperienze elencate sono intepretate nella prospettiva di sviluppare politiche per le aree protette sempre più integrate alle altre politiche territoriali. 11

12 Riferimenti bibliografici (letteratura, documenti, progetti, ecc.): - P. Angelini, L. Cetara, M.T. Idone, Governance per la connettività ecologica nelle Alpi: tra Convenzioni internazionali e Strategia Marcoregionale, in Reticula n.13/16 - Ispra, Banca dati GELSO - GEstione Locale per la SOstenibilità ambientale; - ESPON: Targeted Analysis Alps5 Common spatial perspectives for the Alpine Space. Towards a common vision - ESPON: Targeted Analysis LinkPAs - Linking networks of protected areas to territorial development Sviluppi operativi (possibili ricadute dei contenuti del capitolo per la Rete SAPA e i suoi membri): Possibili ricadute del capitolo sono la condivisione di modelli di gestione efficaci per le aree protette alpine italiane, tenendo conto dello scenario nazionale e delle strategie europee in tema di sviluppo e coesione territoriale. 1

13 Titolo del capitolo: 1.5 La valutazione della performance delle aree protette: l esperienza Green list della IUCN per l individuazione di indicatori di efficacia della gestione delle aree protette Referente/i per la redazione del capitolo: Federparchi Europarc Italia Obiettivi generali del capitolo: Il capitolo affronta il tema della valutazione dell efficacia della gestione delle aree protette quale elemento chiave per lo sviluppo sostenibile dei territori. Diversi strumenti/documenti a livello internazionale (CBD/IUCN/UNEP) hanno individuato nell incremento dell efficacia di gestione delle aree protette il nodo per il perseguimento degli obiettivi di conservazione a livello mondiale. La IUCN ha messo a punto uno strumento - testato in oltre 1 Paesi di tutto il mondo - mirato a valutare in modo semplice e immediato l efficacia di gestione di un area protetta. Lo strumento si chiama Green List per le Aree Protette e si intende verificarne l utilità per la specificità delle aree protette alpine in confronto sia con il contesto, sia con gli altri attori del territorio montano alpino. Abstract: Introduzione La gestione delle risorse naturali da parte delle aree naturali protette è entrata da oltre 15 anni in una nuova fase. Il World Summit sullo sviluppo sostenibile del ha stabilito che i parchi debbano validare la propria esistenza e "certificare" il raggiungimento degli obiettivi preposti su solidi risultati scientifici nel campo biologico, socioeconomico, e amministrativo e debbano organizzarsi in un sistema di tipo network. Nel nostro Paese la sfida per l'istituzione di nuove aree naturali protette ha fatto progressi notevoli. Ora, come è stato evidenziato in sede internazionale (World Park Conference, SDGs, CBD), la nuova sfida per amministratori, gestori di aree protette e addetti ai lavori nel campo della conservazione della natura è quella di aumentare l'efficacia del sistema di aree naturali protette esistenti. Secondo l'iucn attualmente meno del 1% dei parchi istituiti nel mondo hanno raggiunto gli obiettivi minimi di gestione. È pertanto necessario uno sforzo notevole per aumentare l'efficacia della conservazione della biodiversità e dello sviluppo sostenibile. Diversi contesti internazionali (come la succitata Convenzione sulla Biodiversità - CBD) raccomandano la gestione adattativa ("adaptive management") come strumento utile per determinare l'efficacia della gestione delle aree protette anche in un'ottica di ottimizzazione delle politiche e delle pratiche gestionali. Al congresso mondiale della IUCN del 15 sono stati presentati i nuovi Standard Green List per la performance delle Aree Protette (Green List Performance Standard for Protected and Conserved Areas - GLPCA), finalizzati a definire nuovi criteri per il green listing a livello globale delle aree protette ovvero a verificare l efficacia e l equità di gestione delle aree protette siti Green List e assicurare il raggiungimento di una buona conservazione dei loro valori. I nuovi Standard sono stati individuati attraverso un lungo lavoro di condivisione a livello mondiale iniziato nel 1 e durato oltre quattro anni. L obiettivo ed impegno di IUCN consiste nell adeguare i GLPCA all ISEAL Code of Best Practice for Setting Social and Environmental Standards entro il 19. Pertanto, nella fase attuale del programma di sviluppo degli Standard, le aree protette Green List devono dimostrare entro il 19 come mantengono la loro performance in risposta ai nuovi Standard. I GLPCA rispecchiano le indicazione della CBD e, in particolare, del Target 11 dell Aichi Biodiversity Targets, che prevede, tra l altro, che entro il almeno il 17% delle terre e delle acque interne e il 1% delle aree marine e costiere siano conservate attraverso una gestione efficace ed equa. Gli standard si basano su criteri per un efficace conservazione della natura nelle aree protette coerenti a livello globale e suddivisi in quattro ambiti, di cui i principali - Governance, Pianificazione e Gestione - contribuiscono ad attestare l effettivo raggiungimento degli obiettivi di conservazione prefissati dall area protetta. I criteri che compongono ogni ambito sono rappresentati da un set di indicatori destinati a misurare la performance dalle aree protette nei vari ambiti durante le fasi di adesione alla Green List. Attualmente, pur non stando lontani dagli obiettivi della CDB grazie alle oltre 3. aree protette presenti nel mondo, si registra una carenza nell efficacia di gestione che la IUCN intende verificare attraverso gli indicatori degli Standard Green List. 13

14 Il catalogo degli indicatori di efficacia della gestione di ALPARC Per rispondere alle richieste di alcune aree protette, nel 6 la Rete delle Aree Protette Alpine (ALPARC) ha avviato un inchiesta su questo tema, coordinata dalla Task Force Aree Protette del Segretariato Permanente delle Convenzione delle Alpi. Oltre ai numerosi meeting di lavoro per la preparazione del progetto, sono stati organizzati tre eventi per discutere di indicatori dell efficacia di gestione. L UFAM, in particolare, si è dimostrato interessato a creare un catalogo degli indicatori d efficacia di gestione come strumento di sostegno per le aree protette, per le autorità cantonali e per se stesso, che sarà utilizzato per valutare le aree protette regionali e nazionali. Lo scopo del progetto di ALPARC è stato quello di fornire una prima metodologia comune, che dovrà essere sviluppata successivamente, e di definire una serie di indicatori comuni che valutino gli esiti della gestione delle aree protette. Il risultato finale sarà un catalogo dinamico e flessibile degli indicatori d efficacia di gestione per le aree protette dell arco alpino. Gli indicatori del processo Green List adattati alle AAPP italiane Di seguito si elencano i tre ambiti (Governance, Pianificazione e Gestione) e i relativi indicatori adattati alle normative e alla realtà dei parchi italiani che, nella versione iniziale, hanno visto il riconoscimento Green List per il Parco Nazionale del Gran Paradiso. AMBITO: GOVERNANCE L organizzazione della governance del parco è chiaramente definita e documentata nel rispetto della legislazione vigente. Le comunità e i soggetti interessati dal parco hanno l opportunità di partecipare alla pianificazione e alla gestione del parco L organizzazione della governance del parco riconosce i legittimi diritti dei popoli indigeni e delle comunità locali. I titolari dei diritti e le parti interessate sono effettivamente coinvolti nel processo decisionale e nella gestione del parco. L organizzazione della governance del parco è riconosciuta dagli altri enti e dalle organizzazioni interessate. Gli atti e i documenti principali sulla gestione sono facilmente accessibili alla società civile in un formato facilmente comprensibile. Accessibilità ai profili dei componenti degli organi. Accessibilità ai risultati delle discussioni degli organi Esistenza di uno sportello per raccogliere i reclami e le controversie relative alla governance e gestione del parco. Evidenza della valutazione e dell eventuale accoglimento delle istanze dal territorio nei processi decisionali e gestionali. Negli strumenti di gestione e nei processi decisionali sono riconosciute le condizioni e i problemi che hanno un impatto l'area protetta. I processi di pianificazione e di gestione attingono a fonti di conoscenza multidisciplinari (scientifica, esperienziale, storica, tradizioni locali) I processi di pianificazione e di gestione prevedono modifiche per gli eventuali cambiamenti delle condizioni sociali, ecologiche e climatiche AMBITO: PIANIFICAZIONE Il Parco rientra nella definizione IUCN di area protetta; e/o è riconosciuta come area naturale "Il Parco è stato assegnato a una delle sei categorie IUCN o come un altra area basata su misure di conservazione previste nel programma di conservazione mondiale delle Nazioni Unite e nel database del Centro Mondiale sulle Aree Protette (WDPA). Indicazione esplicita delle priorità negli strumenti di gestione I principali valori naturalistici e culturali e i relativi servizi ecosistemici associati sono chiaramente identificati L'area protetta è abbastanza grande e sufficientemente collegata ad altri habitat o ecosistemi per raggiungere gli obiettivi di conservazione Il parco fa parte di una rete di conservazione progettata per soddisfare gli obiettivi di rappresentanza delle specie e degli habitat, connettività e resilienza Stato di conservazione delle principali emergenze naturalistiche del parco Le minacce attuali e potenziali di rilievo ai principali valori naturalistici e ai servizi ecosistemici associati e ai valori culturali del parco sono identificati e la loro posizione, estensione e la gravità sono descritti nel piano di gestione o equivalente Gli impatti dei cambiamenti climatici sui principali valori del parco sono stati valutati e documentati. Gli strumenti di gestione comprendono le caratteristiche sociali ed economiche dell area protetta e i relativi impatti 14

15 I benefici e gli impatti sociali ed economici sono stati considerati nello sviluppo degli obiettivi di gestione AMBITO: GESTIONE Il piano di gestione comprende gli obiettivi dei valori naturali e socio economici oltre alle strategie e agli strumenti per il loro raggiungimento compresa la possibilità di governare gli accessi nelle zone. Il Parco è in grado di dimostrare che le attività di gestione sono coerenti con gli strumenti in vigore Il Parco è dotato di attrezzature adeguate e funzionali per il personale e per le finalità. La dotazione e la formazione del personale è adeguata alle finalità di gestione del parco. Le risorse finanziarie sono adeguate alle finalità di gestione del parco. Gli strumenti di gestione prevedono indicazioni e strategie per raggiungere le finalità istituzionali Il Parco è in grado di dimostrare che le attività di gestione sono in corso di attuazione e sono sufficienti per il raggiungimento delle finalità istituzionali Gli strumenti di gestione comprendono le dinamiche sociali ed economiche Nella fase di revisione e adeguamento degli strumenti di gestione sono presi in considerazione gli obiettivi di miglioramento sociale ed economico delle comunità locali. La gestione prevede l analisi delle minacce e le relative risposte anche per quelle esterne a lungo termine La sorveglianza è assicurata efficacemente su tutto il territorio del parco Le violazioni amministrative e penali sono perseguite efficacemente Le leggi e le normative vigenti per la presenza del parco sono chiare e trasparenti Le modalità e le tipologie di attività permesse sono chiaramente descritte, e sono compatibili con la conservazione dei valori del parco Esistenza di un monitoraggio degli effetti delle attività regolamentate su specie e habitat Esiste un piano di accessi e di fruizione per i visitatori coerente con le finalità istituzionali. Esiste un piano di monitoraggio della fruizione sia per verificarne l efficacia verso i visitatori che gli impatti sulla biodiversità Esiste ed è applicato un sistema di monitoraggio delle dinamiche degli obiettivi di conservazione Sono specificati i target sugli obiettivi di gestione Riferimenti bibliografici (letteratura, documenti, progetti, ecc.): Colchester, M. and Mackay, F. 4. In Search of Middle Ground: Indigenous Peoples, Collective Representation and the Right to Free, Prior and Informed Consent. Forest Peoples Programme. pp Convention on Biological Diversity, Article 8(j) - Traditional Knowledge, Innovations and Practices, FSC-STD-- (V3-) EN Structure, content and local adaptation of Generic Forest Stewardship Standards FSC-STD--6 (V3-) EN Stakeholder consultation for forest evaluations, August, 9, 53.pdf ILO Convention Indigenous Convention concerning Indigenous and Tribal Peoples in Independent Countries (Entry into force: 5 Sep 1991), ISEAL Code of Good Practice for Setting Social and Environmental Standards, version 6 December 14, ISEAL Credibility Principles, version 1 June 13, IUCN s Environmental and Social Management System Standard on Indigenous Peoples and Vth IUCN World Parks Congress Durban Action Plan [ Durban Action Plan ] (3), Outcome 5: The Rights of Indigenous Peoples, Mobile peoples and Local Communities Recognized and Guaranteed in Relation to Natural Resources and Biodiversity Conservation (and Key Targets 8, 9, and 1), Vth IUCN World Parks Congress Durban Accord (3), VIth IUCN World Parks Congress Sydney (14), The Promise of Sydney: The Promise of Sydney 15

16 represents the collective outcomes of the IUCN World Parks Congress in November 14. Inscribed in the Promise is a vision that reflects a set of high-level aspirations and recommendations for the change we need in the coming decade to enhance implementation of conservation and development goals for parks, people and the planet. Sviluppi operativi (possibili ricadute dei contenuti del capitolo per la Rete SAPA e i suoi membri): Testare gli indicatori GLPCA in un area protetta, regionale o nazionale, alpina permetterebbe di evidenziare eventuali gap di gestione e, quindi, di focalizzare gli aspetti che IUCN determina come decisivi per una gestione efficace ed equa delle aree protette ai sensi del Target 11 dell Aichi Biodiversity Tragets della CBD. Inoltre, la verifica degli indicatori GLPCA permetterebbe agli enti gestori di avere un quadro più chiaro su dove e come agire per migliorare la propria performance ed eventualmente rispondere con maggiore efficacia alle richieste di residenti, visitatori ed enti territoriali. 16

17 Box di approfondimento. Carta Europea del Turismo Sostenibile: diffusione ed esperienze nelle aree protette alpine Federparchi Europarc Italia La Carta Europea per il Turismo Sostenibile (CETS) nelle aree protette (AP) è uno strumento di gestione volontario e una certificazione che permette alle AP di sviluppare un turismo sostenibile per l ambiente, le popolazioni locali, le imprese e i visitatori. Riconosciuta a livello internazionale, la Carta viene rilasciata da EUROPARC Federation, di cui Federparchi dal 8 è la sezione italiana. Infatti, a seguito di questa fusione e grazie alla promozione e il supporto tecnico da parte di Federparchi, l interesse per lo strumento da parte dalle aree protette italiane, le regioni e il ministero dell ambiente divenne maggiore portando la rete italiana di parchi CETS a 9 AP certificate e molte altre in fase di candidatura. Nell arco alpino abbiamo due parchi nazionali certificati (Dolomiti Bellunesi e Val Grande) e altre 8 aree protette regionali tra cui ben 3 rappresentate in rete (Aree protette dell Ossola, Aree protette delle Alpi Lepontine e Rete di Riserve Trentine). Quella della certificazione in rete rappresenta sicuramente un valore aggiunto nel consolidamento del sistema di gestione, ma anche dell efficienza operativa e dell efficacia nei confronti dei visitatori che hanno l opportunità di percepire la fruizione di un territorio messo a sistema e organizzato in modo coerente. Come pure sono particolarmente significative per l arco alpino le certificazioni tra parchi transfrontaliere come quelle tra Alpi Marittime e il Mercantour e quella delle Prealpi Giulie con Triglav certificate da Europarc specificatamente come Transboundary Protected Areas. Quella delle Alpi quindi è una realtà ben consolidata confermata dall acquisizione della II fase CETS - quella degli operatori - del Parco Naturale Adamello Brenta, un riconoscimento presente in Italia solo in un altro parco e che rappresenta un importante salto di qualità nell efficacia delle politiche di sostenibilità sul territorio. La fase II della CETS infatti coinvolge e responsabilizza direttamente gli operatori dell accoglienza e dei servizi ai visitatori, trasformandoli di fatto in protagonisti e alleati delle politiche del parco attraverso una maggiore responsabilizzazione degli impegni volti a sviluppare una strategia comune ed un piano d'azione per lo sviluppo turistico, sulla base di un'analisi approfondita della situazione locale. L'obiettivo è la tutela del patrimonio naturale e culturale e il continuo miglioramento della gestione del turismo nell'area protetta a favore dell'ambiente, della popolazione locale, delle imprese e dei visitatori. Ad oggi la Carta è considerata un modello di governance delle AP che si basa a due tipologie di approccio che caratterizzano tutte le fasi del programma di turismo sostenibile. L approccio metodologico consiste nella promozione di partnership formalizzate da accordi di cooperazione tra gli enti di gestione delle AP, i fornitori di servizi turistici e le comunità locali. La governance delle AP prevede già processi partecipativi dei soggetti interessati, anche con partecipazioni dirette negli organi direttivi, ma il processo CETS rappresenta per l AP uno strumento aggiuntivo, più snello ed efficace, che grazie al processo consolidato e validato a livello europeo, permette di superare eventuali resistenze pregresse e di discutere nel merito in un ottica comune di interessi sinergici. Pertanto non esiste un target preordinato di possibili interlocutori, quindi i vari soggetti pubblici o privati - che volontariamente intendono partecipare al processo CETS, vengono coinvolti attraverso il valore aggiunto della condivisione dei principi che sono alla base delle discussioni e delle relative decisioni condivise. Tutto il percorso partecipativo è integrato attraverso un approccio strategico, che consiste nel definire gli obiettivi strategici da perseguire tramite un Piano d Azione (PdA), stanziando le risorse necessarie e monitorando i risultati raggiunti. Pertanto, l'elemento centrale della Carta è rappresentato dalla collaborazione tra tutte le parti interessate all interno di un Tavolo di lavoro al fine di sviluppare una strategia condivisa e un PdA per lo sviluppo turistico dell AP o di un area più ampia di essa. La Strategia e Piano d Azione rappresenta un documento a parte ed è propedeutico al rilascio della Certa. La strategia dovrebbe essere basata su un'attenta consultazione e dovrebbe essere approvata e compresa dagli stakeholder locali. Essa ricopre un periodo di 5 anni ed è indirizzata ad un area definita a priori. Il documento dovrebbe contenere soprattutto tre elementi: un attenta analisi della situazione attuale, una serie di obiettivi strategici per lo sviluppo e la gestione del turismo e un PdA per raggiungere questi obiettivi. Il PdA, in specifico, è composto dalle Schede delle azioni che gli attori locali si impegnano di portare avanti, dove ogni scheda in genere riporta le seguenti informazioni: titolo, soggetto realizzatore, tema chiave della CETS a cui fa riferimento l azione, asse strategico così come condivisa ai tavoli di lavoro, obiettivo da raggiungere anche in termini qualitativi, breve descrizione, altri soggetti da coinvolgere, costo totale, tempo di realizzazione, risultati attesi e indicatori di riferimento. 17

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