La lotta alle mutilazioni genitali femminili in Italia

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1 La lotta alle mutilazioni genitali femminili in Italia Un analisi delle politiche nazionali e dei servizi di Milano e Roma FOTO: Aſter empowering women Co-funded by the Rights, Equality and Citizenship (REC) Programme of the European Union

2 Questo rapporto è stato realizzato nel quadro del progetto AFTER, Against FGM/C through empowerment and rejection, realizzato con il supporto finanziario dell Unione Europea nell ambito del Programma Diritti, Uguaglianza e Cittadinanza. Il progetto AFTER è coordinato da ActionAid International Italia Onlus e implementato in collaborazione con i seguenti partner: ActionAid Svezia, ActionAid Irlanda, Fundación Simetrias, Respect for change, Universidad de Castilla-La Mancha. La realizzazione dei prodotti di ricerca del progetto, incluso il presente rapporto, è stata coordinata dall Universidad de Castilla-La Mancha. La versione italiana del presente rapporto è stata realizzata da ActionAid Italia. Ringraziamo le professioniste e i professionisti, i rappresentanti istituzionali e le operatrici sociosanitarie intervistati a Milano e Roma per la disponibilità e per le preziosi indicazioni. Ricerca (in odine alfabetico): Giulia D Aguanno, Vittoria Pugliese, Rossana Scaricabarozzi Redazione: Rossana Scaricabarozzi Contributi: Beatrice Costa Supervisione: Luca De Fraia Grafica: Tadzio Malvezzi Foto: ActionAid Aſter empowering women Co-funded by the Rights, Equality and Citizenship (REC) Programme of the European Union I contenuti riportati in questo documento ricadono sotto la responsabilità esclusiva di ActionAid Italia Onlus e dei partner di progetto e in nessun caso sono da considerarsi espressione della posizione della Commissione Europea Output 2 WS1 Mapping and Gapping Assessment - Italy, progetto JUST/2014/RDAP/AG/HARM/8001 Associate Partner

3 INDICE INTRODUZIONE 04 POLITICHE E SERVIZI PER PREVENIRE E CONTRASTARE LE MUTILAZIONI GENITALI FEMMINILI IN ITALIA 05 Popolazione residente in Italia proveniente da Paesi in cui si praticano le MGF 05 Le MGF in Italia: prevalenza e rischio 09 Quadro normativo contro le mutilazioni genitali femminili in Italia e a Milano e Roma 09 Politiche e programmi contro le MGF in Italia e a Milano e Roma 11 I servizi sul territorio: Milano e Roma 13 CONCLUSIONI E RACCOMANDAZIONI 14

4 INTRODUZIONE Il presente rapporto analizza gli interventi realizzati in Italia per prevenire e contrastare le mutilazioni genitali femminili (MGF), in particolare a Milano e Roma. L analisi ha un duplice obiettivo: mappare azioni e servizi disponibili e presentare raccomandazioni che migliorino gli interventi futuri. Per meglio comprendere le azioni intraprese a livello locale, sono state incluse analisi del contesto nazionale in relazione alle politiche e alla stima del problema. La ricerca è stata elaborata nel quadro del progetto AFTER - Against FGM/C through Empowerment and rejection 1, co-finanziato dall Unione Europea e implementato in cinque Paesi: Italia, Spagna, Irlanda, Belgio e Svezia. Il progetto ha come obiettivo di contribuire a prevenire e contrastare le mutilazioni genitali femminili attraverso l empowerment e la mobilitazione di donne migranti e la sensibilizzazione delle loro comunità, oltre che attraverso l elaborazione di proposte per le istituzioni europee, nazionali e locali per migliorare l efficacia degli interventi. ActionAid è da anni impegnata nella prevenzione e lotta alle MGF attraverso un programma multi-paese che coinvolge 10 Paesi africani ed articolato in attività di advocacy, empowerment di donne e ragazze e sensibilizzazione comunitaria. La lotta alle MGF è parte integrante di una strategia più ampia volta a prevenire e a contrastare ogni forma di violenza sulle donne e a promuovere la libertà di scelta di donne e ragazze sul proprio corpo. Con il progetto AFTER ActionAid ha voluto espandere il suo raggio di azione geografico volgendo l attenzione alle specificità del problema delle MGF in Europa, con interventi costruiti sull esperienza e la conoscenza maturate attraverso i suoi programmi in Africa. Tipo III o infibulazione: asportazione parziale o totale dei genitali esterni e restringimento dell apertura vaginale mantenendo solo una piccola apertura per l urina e il flusso mestruale Tipo IV: include tutte le altre procedure dannose per l area genitale della donna come: pungere, perforare, incidere, raschiare, cauterizzare, allungare (stiramento dei tessuti). Secondo i dati più recenti pubblicati da UNICEF e UNFPA nel mondo, oggi, almeno 200 milioni di ragazze e donne in 30 paesi hanno subito una qualche forma di MGF 3. Tali pratiche sono considerate dalle Nazioni Unite una forma di violenza contro donne e ragazze ed una violazione dei loro diritti fondamentali. Nel dicembre 2012 l Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato una Risoluzione contro le mutilazioni genitali femminili 4 e la lotta alle MGF è stata inoltre inclusa tra i target del quinto Obiettivo di Sviluppo Sostenibile, dedicato all uguaglianza di genere, dell Agenda I 30 Paesi 6 a cui si è fatto riferimento non sono però da considerarsi gli unici in cui si praticano le MGF, bensì quelli per cui sono disponibili dati sul fenomeno; per questo motivo, i dati ufficiali sono un stima per difetto. Con i flussi migratori inoltre, le MGF sono diventate una questione rilevante anche per i Paesi ospitanti, allargando lo spettro di forme di violenza di genere su cui le istituzioni sono chiamate a intervenire: si stima che nel 2011 vivevano nell Unione Europea, Norvegia e Svizzera circa immigrate di prima generazione con mutilazioni genitali femminili 7. Nel quadro della presente analisi la definizione di mutilazioni genitali femminili a cui si fa riferimento è quella dell Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) 2, secondo la quale esse comprendono tutte le procedure dannose per gli organi genitali della donna praticate senza scopi terapeutici. Le MGF vengono classificate in quattro principali tipologie: Tipo I: escissione del prepuzio con o senza asportazione parziale o totale della clitoride (clitoridectomia) Tipo II o escissione: è la parziale o totale rimozione della clitoride e delle piccole labbra 1 Per maggiori informazioni sul progetto si rimanda al sito: 2 Organizzazione Mondiale della Sanità, 2007: 3 UNICEF, Female Genital Mutilation/Cutting: A global concern, 2016: 4 UN General Assembly, Intensifying global efforts for the elimination of female genital mutilations, A/RES/67/146: 5 United Nations. Sustainable Development Goals. 17 goals to transform our word, 2015: 6 Benin, Burkina Faso, Camerun, Repubblica Centrafricana, Ciad, Costa d Avorio, Egitto, Eritrea, Etiopia, Gambia, Ghana, Gibuti, Guinea, Guinea-Bissau, Kenya, Liberia, Mali, Mauritania, Niger, Nigeria, Senegal, Sierra Leone, Somalia, Sudan, Tanzania,Togo, Uganda, Indonesia, Iraq e Yemen. 7 Luk Van Baelen, Livia Ortensi & Els Leye, Estimates of first-generation women and girls with female genital mutilation in the European Union, Norway and Switzerland, in The European Journal of contraception and reproductive health care,

5 POLITICHE E SERVIZI PER PREVENIRE E CONTRASTARE LE MUTILAZIONI GENITALI FEMMINILI IN ITALIA Popolazione residente in Italia proveniente da Paesi in cui si praticano le MGF I dati presentati in questa sezione sono relativi alla popolazione straniera ufficialmente residente in Italia, poiché non è possibile stimare con esattezza la popolazione che vive in Italia senza permesso di soggiorno. Per questo motivo i dati sono da considerarsi sottostime del numero reale di persone presenti sul territorio nazionale e comunale. Secondo i dati più recenti dell ISTAT 8, gli stranieri originari dai Paesi in cui vengono praticate le MGF 9 residenti in Italia al 1 gennaio 2016 erano circa , di cui di sesso femminile e di sesso maschile. Le comunità più numerose sono quelle provenienti dall Egitto (23%), dal Senegal (21%) e dalla Nigeria (18%), rappresentando il 61% della popolazione proveniente da Paesi in cui si praticano le MGF; seguono Ghana (10%), Costa d Avorio (5%), Mali (3%), Burkina Faso (3%), Gambia (3%) e Camerun (3%). 8 Istituto Nazionale di Statistica, Stranieri residenti al 1 gennaio Sono stati considerati i 30 Paesi per i quali sono disponbili i dati secondo il rapporto UNICEF Female Genital Mutilation/Cutting: A global concern, 2016 GRAF. 1 Popolazione residente in Italia proveniente da 30 Paesi in cui sono praticate le MGF, 2016 (Fonte: Istat, Stranieri residenti al 1 gennaio 2016) Popolazione femminile Popolazione maschile Egitto Senegal Nigeria Ghana Costa d'avorio Mali Burkina Faso Gambia Camerun Eritrea Somalia Etiopia Guinea Togo Iraq Indonesia Benin Sudan Kenya Sierra Leone Guinea-Bissau Liberia Niger Tanzania Mauritania Uganda Ciad Yemen Rep. Centrafricana Gibuti 5

6 La popolazione femminile proviene principalmente da Nigeria (23%), Egitto (22%), Senegal (16%) e Ghana (11%). Seguono Costa d Avorio (6%), Camerun (4%), Burkina Faso (3%), Etiopia (3%) ed Eritrea (3%). GRAF. 2 Popolazione femminile residente in Italia proveniente da 30 Paesi in cui sono praticate le MGF, 2016 (Fonte: Istat, Stranieri residenti al 1 gennaio 2016) Nigeria Egitto Senegal Ghana Costa d'avorio Camerun Burkina Faso Etiopia Eritrea Somalia Indonesia Togo Guinea Kenya Benin Iraq Mali Tanzania Sierra Leone Sudan Gambia Niger Uganda Liberia Mauritania Guinea-Bissau Ciad Yemen Rep. Centrafricana Gibuti Dal 2006 al 2016 il numero di residenti provenienti da tali Paesi è costantemente cresciuto, con eccezione fatta per il 2012 in cui si registra una consistente diminuzione. GRAF. 3 Variazione della popolazione residente in Italia proveniente da 30 Paesi in cui sono praticate le MGF, (Fonte: Istat, Stranieri residenti al 1 gennaio 2016) Popolazione femminile Popolazione maschile Popolazione totale

7 GRAF. 4 Popolazione residente nel Comune di Milano proveniente da 30 Paesi in cui sono praticate le MGF, 2016 (Fonte: Istat, Stranieri residenti al 1 gennaio 2016) Popolazione femminile Popolazione maschile Benin Burkina Faso Camerun Rep. Centrafricana Ciad Costa d'avorio Egitto Eritrea Etiopia Gambia Ghana Gibuti Guinea Guinea-Bissau Kenya Liberia Mali Mauritania Niger Nigeria Senegal Sierra Leone Somalia Sudan Tanzania Togo Uganda Indonesia Iraq Yemen GRAF. 5 Popolazione residente nel Comune di Roma proveniente da 30 Paesi in cui sono praticate le MGF, 2016 (Fonte: Istat, Stranieri residenti al 1 gennaio 2016) Popolazione femminile Popolazione maschile Benin Burkina Faso Camerun Rep. Centrafricana Ciad Costa d'avorio Egitto Eritrea Etiopia Gambia Ghana Gibuti Guinea Guinea-Bissau Kenya Liberia Mali Mauritania Niger Nigeria Senegal Sierra Leone Somalia Sudan Tanzania Togo Uganda Indonesia Iraq Yemen 7

8 In Lombardia vivono persone provenienti da 30 Paesi in cui si praticano le MGF. Il 27% è presente nel Comune di Milano ( persone), dove le comunità più numerose sono quella egiziana (82%), senegalese (6%) ed eritrea (4%). La popolazione femminile rappresenta il 29% del totale e proviene soprattutto da Egitto (79%), Eritrea (7%), Senegal (3%), Etiopia (3%) e Nigeria (3%). Nel Lazio vive una popolazione proveniente dai 30 Paesi oggetto di analisi di molto inferiore rispetto alla Lombardia, pari a circa Più del 70% vive nel Comune di Roma (33.700), dove le comunità più numerose sono quella egiziana (33%), nigeriana (13%), eritrea (9%), etiope (7%) e maliana (5%). La popolazione femminile costituisce il 32% e proviene in gran parte da Egitto (28%), Nigeria (18%), Etiopia (14%), Eritrea (11%), Indonesia (4%) e Senegal (4%). Nel Comune di Milano il 95% della popolazione femminile originaria dai 30 Paesi oggetto di analisi proviene da 5 Paesi (Egitto, Eritrea, Senegal, Etiopia e Nigeria), con una componente egiziana preponderante. Il Comune di Roma presenta invece una compagine più variegata: il 90% è composto donne, ragazze e bambine provenienti da 10 Paesi (Egitto, Nigeria, Etiopia, Eritrea, Indonesia, Senegal, Somalia, Camerun, Kenya e Costa d Avorio). GRAF. 6 Composizione della popolazione femminile proveniente da Paesi in cui sono praticate le MGF residente nei Comuni di Milano e Roma, valori percentuali, anno 2016 (Fonte: Istat, Stranieri residenti al 1 gennaio 2016) Milano 79% 7% 3% 3% 3% 2% Egitto Eritrea Senegal Etiopia Nigeria 0,6%0,6%0,6%0,6%0,6% Camerun Costa d'avorio Roma Somalia Kenya Indonesia 28% 11% 4% 14% 18% 3% 2% 3% 3% 4% 10% Altri Paesi 8

9 Le MGF in Italia: prevalenza e rischio La prima e unica stima della prevalenza delle MGF in Italia realizzata dal Governo italiano fu pubblicata nel 2009 e i dati si riferiscono al ; venne calcolata sulla base della prevalenza nei Paesi di origine, secondo i dati dell OMS, e della popolazione residente in Italia proveniente dai Paesi a tradizione escissoria. Secondo questi dati, donne che hanno subito MGF vivevano in Italia e ragazze di età inferiore ai 17 anni erano a rischio di esservi sottoposte. Tale metodologia di raccolta non permette tuttavia una stima reale del problema, tanto che a livello europeo si vuole mettere a punto un sistema di rilevazione dati comune agli Stati Membri che permetta stime più aderenti alla realtà 11. In Italia, sforzi recenti hanno portato a stime ben più elevate rispetto allo studio governativo del 2009: secondo una ricerca condotta nell ambito del progetto Daphne Mgf-Prev coordinato per l Italia dall Università degli Studi di Milano - Bicocca, attualmente le donne presenti in Italia che sono state sottoposte durante l infanzia a mutilazione sarebbero tra e Il gruppo maggiormente colpito è quello nigeriano che, insieme a quello egiziano, costituisce oltre la metà del totale delle donne con mutilazioni genitali. Dati diffusi nel novembre 2016 dall Università degli Studi di Milano - Bicocca hanno inoltre permesso di stimare la prevalenza all interno delle singole comunità: le donne provenienti dalla Somalia presentano una prevalenza più alta (83,5%), seguite da Nigeria (79,4%), Burkina Faso (71,6%), Egitto (60,6%) ed Eritrea (52,1%) 13. La metodologia utilizzata tiene conto anche del processo selettivo della migrazione (ad esempio, secondo area geografica del Paese di provenienza, estrazione sociale) che può comportare una diversa prevalenza rispetto a quella stimata per il Paese di origine. Quadro normativo contro le mutilazioni genitali femminili in Italia e a Milano e Roma Livello nazionale L Italia ha ratificato diverse convenzioni internazionali che condannano le MGF, tra le quali la Convenzione sull Eliminazione di tutte le Forme di Discriminazione contro le Donne (CEDAW) e la Convenzione del Consiglio d Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza 10 Dipartimento per le pari Opportunità, Analisi quantitativa e qualitativa sulla mutilazione genitale femminile in Italia, European Istitute for gender equality, Estimation of girls at risk of female genital mutilation in the European Union, In attesa della pubblicazione dello studio definitivo, un estratto dell indagine è disponibile in: Patrizia Farina, Livia Ortensi, Mutilazioni genitali femminili: una nuova stima per l italia, 2 maggio 2017: 13 I risultati preliminari dell indagine sono stati diffusi via stampa dall Università degli Studi di Milano - Bicocca nel febbraio 2017 sulle donne e la violenza domestica 14. Inoltre è stata attivamente impegnata sul piano politico per la messa al bando universale delle MGF, in particolare sostenendo l adozione, nel 2012, della già citata Risoluzione dell Assemblea Generale delle Nazioni Unite contro la pratica. La lotta alle MGF è stata poi tra le priorità di intervento della cooperazione allo sviluppo nel corso degli anni all interno dei programmi e progetti sulla violenza di genere. Nel 2006 il Governo italiano ha introdotto una legge specifica contro le MGF: Legge 7/2006 Disposizioni concernenti la prevenzione e il divieto delle pratiche di mutilazione genitale femminile 15. La Legge include tre assi di intervento: punizione, prevenzione e protezione. Prevede inoltre che il Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio coordini le attività svolte dai Ministeri competenti (in particolare Salute, Istruzione, Esteri e Interno). La Legge ha previsto modifiche al Codice Penale introducendo le MGF come reato attraverso due nuovi articoli: 583 bis e 583 ter. La pena prevista è dai 4 ai 12 anni di carcere 16. Nel caso in cui il responsabile sia un medico, è prevista la pena accessoria di interdizione alla professione dai 3 ai 10 anni. Il principio di extraterritorialità è applicabile rendendo le MGF punibili anche se commesse all estero. L articolo 3 della Legge prevede misure di prevenzione orientate alla sensibilizzazione del pubblico attraverso campagne di informazione e iniziative di sensibilizzazione. Si prevedono inoltre corsi di informazione per le donne infibulate in stato di gravidanza, corsi di aggiornamento per insegnanti delle scuole dell obbligo e il monitoraggio presso le strutture sanitarie dei casi pregressi rilevati localmente. L articolo 4 impegna il Ministero della Salute a emanare Linee guida per figure professionali sanitarie e altre professionalità in contatto con le comunità provenienti dai Paesi in cui vengono praticate le MGF 17 allo scopo di implementare attività di prevenzione, servizi di assistenza e riabilitazione per donne e bambine che hanno subito MGF. Le Linee guida sono state elaborate dal Ministero della Salute come strumento per le Regioni di attivazione sul territorio di iniziative volte alla formazione del personale sanitario per la prevenzione delle MGF e per rispondere in modo adeguato alla domanda di salute proveniente da una specifica fascia di popolazione femminile immigrata. La Legge introduce un numero verde (articolo 5) sotto responsabilità del Ministero dell Interno finalizzato a 14 Testi disponibili rispettivamente al sito: e al sito 15 Legge 7/2006 Disposizioni concernenti la prevenzione e il divieto delle pratiche di mutilazione genitale femminile: 16 Art. 6 della Legge 7/2006. L articolo specifica inoltre che chi provoca lesioni ai genitali differenti dalle mutilazioni al fine di menomare le funzioni sessuali della donna è soggetto a una pena dai 3 ai 7 anni. La pena può essere ridotta di 2/3 per lesioni minori o aumentata di 1/3 se la vittima è un minore o se l atto viene perpetrato a scopo di lucro. 17 Ministero della Salute, Linee guida destinate alle figure professionali sanitarie nonché ad altre figure professionali che operano con le comunità di immigrati provenienti da Paesi dove sono effettuate le ratiche di mutilazione genitale femminile: pubblicazioni_769_allegato.pdf 9

10 ricevere segnalazioni e a fornire informazioni sui servizi e le associazioni attivi sul territorio. Infine dedica un articolo ai programmi di cooperazione internazionale per la prevenzione e il contrasto alle MGF (articolo 7). La Legge 7/2006 specifica il budget annuale stanziato per l attuazione di alcune misure previste, per un totale di 5 milioni di euro all anno: Art. 3: Campagne di informazione e sensibilizzazione: 2 milioni euro/anno Art. 4: Training di operatori sanitari (articolo 4): 2,5 milioni euro/anno Art. 5: Numero verde (articolo 5): 0,5 milioni euro/anno Oltre alla Legge dedicata alle MGF, nell ambito della prevenzione e contrasto alla violenza di genere la Legge 119/ Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere introduce la possibilità di rilasciare il permesso di soggiorno alle donne straniere che sono state sottoposte a violenza domestica e include le MGF tra le forme di violenza per cui il permesso di soggiorno può essere rilasciato. Alle donne che hanno subito MGF può anche essere garantito supporto legale gratuito indipendentemente dal loro reddito. Riguardo alla protezione dei minori che hanno subito o sono a rischio di subire MGF, si applicano le disposizioni generali incluse nel Codice Civile, in particolare gli articoli 330 e 333. Gli articoli prevedono la perdita della potestà genitoriale in caso si violino o trascurino i doveri dei genitori e azioni preventive in caso di comportamento pregiudizievole dei genitori verso il minore. Inoltre, con la ratifica da parte dell Italia nel 2012 della Convenzione del Consiglio d Europa per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l abuso sessuale 19 (Convenzione di Lanzarote) il codice penale è stato modificato prevedendo la perdita della potestà genitoriale nei casi di MGF 20. Livello locale La competenza legislativa a livello territoriale è in capo alle Regioni. Per cui per l analisi relativa a Milano e Roma si fa riferimento alla Lombardia e al Lazio. La Regione Lombardia nel 2012 ha adottato una Legge contro la violenza di genere: Legge n 11 del 3 luglio 2012, che condanna ogni forma di violenza contro le donne, includendo anche menzione alle mutilazioni genitali femminili (articolo 1) 23. La Legge non specifica però attività e stanziamenti specifici per la prevenzione e il contrasto alle MGF. Anche la Regione Lazio ha una legge contro la violenza sulle donne, la Legge regionale 4/ , che tuttavia non include riferimenti alle MGF. L articolo 1 tuttavia specifica che la Regione Lazio implementa interventi con lo scopo di prevenire e combattere tutte le forme di violenza contro le donne nella sfera pubblica e privata. La Legge regionale n 11 del 10 agosto 2016, che regola le politiche sociali promosse dalla Regione Lazio, dedica un articolo agli interventi indirizzati alle donne che subiscono violenza, alle donne in gravidanza e a quelle in condizioni di vulnerabilità (articolo 15). Vi è menzione specifica alle misure per prevenire e contrastare le MGF attraverso attività informative e formative e al monitoraggio delle azioni implementate 25. Per il diritto di asilo, l articolo 7 del Decreto 251/ relativo agli atti persecutori include le gravi violazioni di diritti umani, la violenza fisica, psicologica e sessuale e gli atti rivolti contro un genere specifico o contro minori come fattori di cui tenere conto nella valutazione del riconoscimento dello stato di rifugiato. Le MGF possono dunque rientrare all interno di questa categoria. Il Decreto 142/ include chi ha subito MGF tra i gruppi che necessitano attenzione speciale nelle politiche di accoglienza (articolo 17). 18 Legge 119/2013, Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto alla violenza di genere, per la protezione civile e l amministrazione obbligatoria delle province: 19 Modifica prevista dall art. 4 della Legge 172/ Art. 583-bis del Codice penale 21 Decreto 251/2007, Implementazione della Direttiva 2004/83/CE, recante norme minime sull attribuzione, a cittadini di Paesi terzi o apolidi, della qualifica del rifugiato o di persona altrimenti bisognosa di protezione internazionale, nonché norme minime sul contenuto della protezione riconosciuta: 22 Decreto 142/2015: Il Decreto implementa la Direttiva 2013/33/EU per stabilire gli standard per la ricezione dei richiedenti protezione internazionale e la Direttiva 2013/32/EU sulle procedure comuni sulla protezione internazionale 23 Legge regionale 11/2012: Interventi di prevenzione, contrasto e sostegno a favore di donne vittime di violenza: aspx?view=showdoc&iddoc=lr Legge regionale n 4 del 19 marzo 2014: 25 Legge regionale n 11 del 10 agosto 2016: 10

11 Politiche e programmi contro le MGF in Italia e a Milano e Roma Livello nazionale Dall adozione della Legge 7/2006 il Dipartimento del Governo Italiano per le pari opportunità ha adottato due Piani strategici. Il primo nel ha stanziato 4 milioni di euro per l implementazione dell articolo 3 (relativo a campagne di sensibilizzazione e informazione). Attraverso un bando sono stati selezionati 21 progetti 27, 7 per ognuna delle 3 seguenti categorie: Ricerca-azione; Campagne di informazione e sensibilizzazione; Formazione. I progetti sono stati implementati da autorità locali, associazioni e ospedali. Il secondo Piano 28 è stato adottato nel 2011/2012 e ha previsto lo stanziamento di 3 milioni di euro suddivisi tra Regioni e Province autonome attraverso un Intesa approvata dalla Conferenza Stato-Regioni. Il Dipartimento per le pari opportunità non ha pubblicato sul proprio sito web una relazione che illustri nel dettaglio gli interventi e i risultati implementati attraverso i due Piani strategici. Per l implementazione dell articolo 4 della Legge 7/2006 il Ministero della Salute dal 2005 al 2016 ha trasferito alle regioni un totale di ,86 euro per attività di training, meno dei 2,5 milioni di euro all anno stanziati dalla Legge: dal 2009 le risorse dedicate all implementazione dell articolo 4 sono state ridotte e attualmente raggiungono approssimativamente i euro all anno 29. Nell ambito delle azioni di prevenzione e contrasto alla violenza sulle donne, la già citata Legge 119/2013 Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto alla violenza di genere ha portato all adozione di un Piano d azione straordinario triennale contro la violenza contro le donne 30. Il Piano fa riferimento alle MGF solo in uno degli allegati, quello relativo alla formazione di figure professionali in contatto con donne che subiscono violenza. Livello locale Milano Dal 2008 la Regione Lombardia ha implementato diverse azioni relative alla prevenzione e al contrasto delle MGF attraverso i fondi erogati dal Dipartimento per le pari opportunità e dal Ministero della Salute attraverso la Legge 7/2006. Nel 2008 è stato istituzione un Tavolo di regia regionale per l avvio di un programma di sensibilizzazione, informazione e formazione 31. E stato inoltre implementato il progetto Conoscere le differenze culturali e crescere nell integrazione affidato dalla Direzione Generale Sanità della Regione Lombardia ad Éupolis Lombardia (Istituto superiore per la ricerca, la statistica e la formazione di Regione Lombardia) 32. Nell ambito del progetto sono state realizzate attività formative che hanno coinvolto più di 1300 figure professionali - operatori e operatrici sanitari/e, personale scolastico, operatori e operatrici sociali - e attività di sensibilizzazione, realizzando leaflet informativi in 6 lingue, video informativi e un Vademecum 33 sulle MGF indirizzato a figure professionali dei settori sociale e salute. Il Vademecum include i principali contenuti delle Linee guida prodotte dal Ministero della Salute per prevenire le MGF e rispondere ai bisogni di cura delle donne che le hanno subite. Nel 2010 il Comune di Milano ha realizzato la Campagna Insieme per dire mai + 34, che ha previsto la produzione di materiali informativi tra cui leaflet informativi e poster. La campagna è stata svolta dal 6 febbraio fino all 8 marzo La Regione Lombardia ha in seguito ricevuto ,14 euro dei 3 milioni stanziati dal Governo nel 2011/2012. Attraverso la Deliberazione nº X/ del 7 febbraio 2014 la Regione ha elaborato un programma di implementazione per regolare gli interventi sul territorio secondo le indicazioni del Dipartimento per le pari opportunità. In particolare sono stare definite 3 aree di azione con budget specifico: 1. Predisposizione di modelli di intervento innovativi e sperimentali euro: Quest area di intervento prevedeva la creazione di un Centro sperimentale di riferimento multidisciplinare regionale per la prevenzione, il contrasto e la cura delle MGF, da istituirsi presso il Centro di salute e ascolto per le donne straniere e i loro bambini con 26 Dipartimento per le pari opportunità, Avviso Pubblico n 1 del 13 agosto 2007, Avviso per il finanziamento di progetti volti alla prevenzione e al contrasto delle pratiche di mutilazione genitale femminile, 2007, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n 187, agosto 2007: 27 Dipartimento per le pari opportunità, Progetti volti alla prevenzione e al contrasto delle pratiche di mutilazione genitale femminile ammessi al finanziamento di cui all Avviso Pubblico n. 1 del 13 agosto Conferenza Stato-Regione, Accordo per la promozione di interventi contro la mutilazione genitale femminile, 2012: 29 Dati forniti nel marzo 2016 al Parlamento dal Ministero della Salute in risposta all interrogazione parlamentare della Senatrice Donella Mattesini: jsp?tipodoc=sommcomm&leg=17&id= &part=doc_dc-sedetit_pi-intervento_ catalfom5s&parse=si&stampa=si&toc=no 30 Dipartimento per le pari opportunità, Piano d Azione Nazionale Straordinario contro la violenza sulle donne, : 31 Le informazioni sono fornite nel testo della Risoluzione n X/1333 del 07/02/2014, da pagina 27: 32 Le informazioni sono disponibli al sito: / cs/satellite?c=page&childpagename=regione%2fmilayout&cid= &packedargs= T emplatedestinazione%3dmiredazionaledettaglio2col%26assetid%3d % 26assettype%3DRedazionale_P&pagename=RGNWrapper 33 Éupolis Lombardia, Le mutilazioni genitali femminili: vademecum per operatori sanitari, socio-sanitari e scolastici: PER%20OPERATORI%202.pdf 34 Informazioni disponibili al link: archivio_ /salute/salute_infibulazione-campagna 35 Deliberazione n X / 1333 of 07/02/2014: 11

12 sede all interno degli Ospedali San Carlo Borromeo e San Paolo di Milano. 2. Realizzazione di corsi di formazione e aggiornamento euro Ad Éupolis Lombardia è stata affidata la realizzazione di corsi di formazione rivolte a diverse figure professionali, tra cui operatori sanitari, operatori sociali, operatori scolastici, centri per l accoglienza di migranti e richiedenti asilo, polizia locale. 3. Promozione di attività informative e di sensibilizzazione euro. Quest area di intervento, sotto responsabilità dell Università IULM, prevedeva la promozione del Centro Multidisciplinare, la creazione di una piattaforma online, attività di e-learning e aggiornamento di materiale informativo e la produzione di un Vademecum indirizzato a diverse figure professionali. Nel 2016 a causa del ritardo nell avvio delle attività, è stata effettuata una rimodulazione del programma di implementazione e una riduzione delle risorse a , La rimodulazione ha previsto: per la realizzazione di modelli innovativi di intervento per l integrazione di donne e bambine che hanno subito MGF o a rischio di esservi sottoposte per la formazione affidata ad Éupolis. La conclusione delle attività è stata fissata per la fine del Al momento della pubblicazione del presente rapporto non erano disponibili informazioni in merito alle attività implementate e ai risultati raggiunti. Roma Tra le risorse stanziate nel 2007 nel quadro del primo Piano strategico del Dipartimento del Governo Italiano per le pari opportunità, diversi progetti sono stati approvati e implementati nell area di Roma, tra i quali: 36 Regione Lombardia, Risoluzione n del 16 marzo DEL pdf 1. STOP FGM (sotto la categoria di Ricerca Azione) guidata dall Associazione Parsec e implementata da un consorzio di partner pubblici e privati che include l ospedale San Camillo Forlanini di Roma, il Dipartimento sanitario della Regione Lazio RPPS- CNR e l Associazione NODI. Il progetto prevedeva attività di ricerca, formazione e comunicazione. Sono state inoltre previste interviste a operatori sanitari, insegnanti, mediatori culturali al fine di comprendere le esigenze formative oltre che l entità del problema delle MGF nel territorio regionale. 2. Corpi consapevoli, mutilazioni genitali femminili e integrazione nella legge (sotto la categoria di campagne di sensibilizzazione) guidata dall Istituto per gli Studi sui servizi sociali ISTISSS in collaborazione con partner pubblici e privati prevede attività di sensibilizzazione, tra le quali la produzione di un video-documentario per fornire agli operatori e operatrici socio-sanitari strumenti per prevenire e combattere le MGF. 3. Formazione per prevenire e combattere le MGF (sotto la categoria di Training) indirizzato operatori e operatrici sociali e implementato dall INMP - Istituto Nazionale per la promozione della salute della popolazione migrante e per la lotta contro la povertà. In seguito all avvio del secondo Piano Strategico del Governo italiano del , un totale di 216, euro sono stati erogati alla Regione Lazio. Le risorse hanno finanziato un progetto di ricerca-azione Prevenzione e contrasto delle mutilazioni genitali femminili - Regione Lazio 37 implementato nel da un partenariato composto da: Lazio Sanità - Agenzia di Sanità Pubblica, ASL Roma A, Fondazione L Albero della Vita, Associazione Nosotras, Centro di Riferimento MGF San Camillo. Obiettivo del progetto era la predisposizione di modelli di intervento innovativi e sperimentali per favorire l integrazione sociale di donne e minori che hanno subito o a rischio di subire mutilazioni genitali femminili, corsi di formazione e aggiornamento mirati a professionalità specifiche per facilitare le relazioni tra le istituzioni e la popolazione migrante, promozione di attività informative e di sensibilizzazione. 37 Regione Lazio, Determinazione B01146, marzo

13 I servizi sul territorio: Milano e Roma Milano Centro di salute e ascolto per le donne straniere e i loro bambini: il Centro è un servizio dell Azienda Socio Sanitaria Territoriale (ASST) Santi Paolo e Carlo ed è gestito in collaborazione con la Cooperativa Crinali, che si occupa di formazione, ricerca e cooperazione tra donne. Il servizio offre assistenza alle donne immigrate nel loro percorso riproduttivo - gravidanza, interruzione volontaria di gravidanza, sterilità, problemi ginecologici - e ai neonati fino al primo anno di vita. Sono presenti mediatrici linguistico-culturali, provenienti da diversi Paesi. SVSeD, soccorso violenza sessuale e domestica: dal 1996, presso la Clinica Mangiagalli è attivo il centro antiviolenza soccorso violenza sessuale e domestica, che offre assistenza sanitaria, medico legale e supporto psicologico e sociale a favore delle vittime di violenza sessuale e domestica. Il centro collabora con il Centro di salute e ascolto per le donne straniere e i loro bambini per i casi di MGF. Roma Centro regionale per l assistenza ed il trattamento chirurgico delle complicanze sanitarie correlate alle mutilazioni genitali femminili, Dipartimento salute donna e bambino dell Ospedale San Camillo - Forlanini: il centro offre assistenza alle donne che soffrono di disturbi legati alla salute riproduttiva, problemi ostetrici durante la gravidanza e il parto e problemi sessuali e relazionali in seguito a MGF. SaMiFo: il centro promuove la tutela della salute dei migranti forzati. Ai richiedenti asilo e rifugiati il SaMiFo offre assistenza medica sia di base che specialistica presso gli ambulatori di psichiatria, psicologia, ginecologia, ortopedia e medicina legale. INMP, Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto delle malattie della povertà è un ente pubblico oggi centro di riferimento della rete nazionale per le problematiche di assistenza in campo sociosanitario legate alle popolazioni migranti e alla povertà. 13

14 CONCLUSIONI E RACCOMANDAZIONI Dall analisi di leggi e politiche nazionali e regionali/locali si riconoscono sforzi compiuti in Italia, in particolare a partire dall adozione della Legge nazionale 7/2006, per la lotta alle MGF. Inoltre a livello internazionale l Italia ha contribuito al contrasto alla pratica sostenendo l adozione da parte dell Assemblea Generale dell ONU di una Risoluzione sul tema e inserendo la lotta alle MGF tra le priorità degli interventi di cooperazione allo sviluppo dedicati alla promozione dell uguaglianza di genere. Tuttavia si rileva la necessità di ripensare le politiche e gli interventi sul territorio nazionale in particolare per rafforzare le attività e i servizi di prevenzione e protezione, anche alla luce del potenziale intensificarsi della presenza in Italia di comunità migranti provenienti da paesi a tradizione escissoria. Si rileva infatti come si sia voluto porre l accento sull aspetto punitivo, attraverso l introduzione del reato MGF e pene severe per chi le pratica, più che sulla prevenzione. Riteniamo che misure punitive non accompagnate da interventi preventivi sistematici siano scarsamente efficaci per combattere le MGF, poiché rischiano al contrario di stigmatizzare le comunità provenienti da Paesi a tradizione escissoria e di precludere l emersione di casi e il dialogo interculturale sulla violenza contro le donne. Peraltro dall introduzione della Legge 7/2006 si registra una sola sentenza di condanna per reato di MGF e prima della Legge, almeno 3 altri casi erano giunti all attenzione delle nostre corti 38. All aspetto punitivo della legge non si sono accompagnate attività di prevenzione capillari e continuative, che sono invece state per lo più relegate a brevi progettualità, nonostante le risorse annuali previste per questo scopo specifico dalla legge stessa. L analisi ha inoltre permesso di rilevare come le risorse effettivamente erogate per la prevenzione e la lotta alle MGF siano state di fatto di molto inferiori rispetto a quanto previsto dalla Legge 7/2006. A livello regionale l esempio della Lombardia mostra anche l esistenza di casi in cui parte delle risorse rese disponibili dal Governo nazionale per la lotta alle MGF non siano state spese e non risulti chiaro come siano state utilizzate. Le MGF sono un tema complesso, che ha origini socioculturali antiche e profonde e slegate da qualunque religione. Come tali richiedono non solo misure punitive, ma anche e soprattutto interventi preventivi continuativi nel tempo da inserirsi all interno di strategie più ampie per la lotta ad ogni forma di violenza e per la promozione e tutela dei diritti sessuali e riproduttivi di donne e ragazze. Essenziale per l efficacia delle azioni future dovrà essere il coinvolgimento delle comunità provenienti da Paesi che praticano le MGF, sia nel disegno, sia nell implementazione degli interventi. In questo senso sarà importante valorizzare le esperienze e i servizi esistenti che già implementano azioni di prevenzione secondo tale approccio, anche con il supporto di mediatrici linguisticoculturali. Le azioni di sensibilizzazione e informazione implementate ad oggi si sono rivolte principalmente a figure professionali in campo socio-sanitario e hanno visto le donne e più in generale le comunità migranti come target finale delle attività e solo in misura minore come protagoniste della definizione e dell implementazione degli interventi. Per quanto si ritiene importante la formazione a livello sanitario, è essenziale affrontare il problema delle MGF anche e soprattutto nei suoi aspetti socio-culturali per un azione di prevenzione efficace. Altrettanto importante sarà potenziare i servizi esistenti sul territorio, incluse le attività dei consultori per la promozione e tutela dei diritti sessuali e riproduttivi delle donne, assicurando la costruzione di una rete territoriale in grado di rispondere in modo opportuno ai bisogni delle donne. I servizi dovranno inoltre assicurare la mediazione linguistico-culturale per poter rispondere ai bisogni delle donne migranti. Per informare le strategie future sarà inoltre essenziale valutare gli interventi ad oggi implementati, attraverso una ricognizione che includa l intero territorio nazionale, al fine di valorizzare le esperienze maturate. A questo scopo le amministrazioni a tutti i livelli dovranno assicurare trasparenza sulle azioni intraprese con le risorse rese disponibili attraverso la Legge 7/2006. Il Dipartimento per le pari opportunità dovrà essere responsabile della raccolta e sistematizzazione delle informazioni sulle attività implementate in tutto il territorio nazionale, pubblicandole online insieme alle azioni promosse a livello centrale. 38 Fabio Basile, Università di Milano, Il reato di pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili alla prova della giurisprudenza: un commento alla prima (e finora unica) applicazione giurisprudenziale dell art. 583 bis c.p., luglio 2013: 14

15 Alla luce di tali considerazioni si raccomanda All Unione Europea di: Promuovere presso gli Stati Membri una stima dell entità delle MGF che tenga conto del processo selettivo dell immigrazione, valorizzando le esperienze esistenti in questo campo. Promuovere presso gli Stati Membri azioni di prevenzione che prevedano il coinvolgimento delle comunità provenienti da Paesi a tradizione escissoria nel disegno di servizi e politiche. Al Dipartimento per le pari opportunità: Integrare nel prossimo Piano di azione contro la violenza sulle donne azioni per le prevenzione e il contrasto delle mutilazioni femminili, valorizzando in particolare le attività che mirano al coinvolgimento delle comunità provenienti da Paesi a tradizione escissoria nel disegno e nell implementazione delle attività. Assicurare che il numero di pubblica utilità che offre 24 ore su 24 informazioni sui servizi di prevenzione e contrasto alla violenza sulle donne - possa fornire informazione anche sui servizi specializzati sulle mutilazioni genitali femminili. Assicurare che le future azioni di prevenzione e contrasto alle mutilazioni genitali femminili valorizzino e potenzino l esperienza maturata nel corso degli anni dai servizi e dalle associazioni attive sul territorio. Assicurare, in coordinamento con il Ministero della Salute e il Ministero dell Istruzione, che le attività di formazione siano rivolte non soltanto a figure professionali in ambito sanitario, ma anche in ambito sociale ed educativo. Mappare e pubblicare online informazioni sui servizi presenti sul territorio italiano. Rendere disponibile online informazioni su tutte le attività ad oggi implementate nelle Regioni e nelle Province autonome e una valutazione del loro impatto al fine di informare le strategie future. Al Ministero della Salute: Pubblicare online informazioni complete sulle attività svolte nelle Regioni e nelle Province autonome attraverso i finanziamenti previsti dall art. 4 della Legge 7/2006 per la formazione del personale sanitario e altre figure professionali rilevanti. Chiarire come si intende implementare l art. 4 della Legge 7/2006 nei prossimi anni, specificando le priorità di intervento, alla luce della diminuzione consistente delle risorse previste dalla Legge 7/2006. Assicurare che gli interventi futuri siano volti al potenziamento dei servizi socio-sanitari specializzati esistenti e dei consultori, anche attraverso la presenza di mediatrici linguistiche e culturali. Contribuire alla mappatura e alla promozione della conoscenza dei servizi disponibili sul territorio per la prevenzione e il contrasto alle MGF in coordinamento con il Dipartimento per le pari opportunità. Alla Regione Lombardia e alla Regione Lazio: Rendere disponibile online informazioni complete sugli interventi realizzati con i fondi stanziati dalla Legge 7/2006 dalla sua introduzione, dettagliando come sono state spese le risorse a disposizione. Assicurare che i programmi futuri della Regione per la lotta alle MGF diano priorità agli interventi che prevedano il coinvolgimento delle donne e più in generale delle comunità provenienti dai Paesi a tradizione escissoria per la prevenzione delle MGF. Assicurare che gli interventi futuri siano volti al potenziamento dei servizi socio-sanitari specializzati esistenti e dei consultori in quanto luoghi di promozione e tutela dei diritti sessuali e riproduttivi delle donne, anche attraverso la presenza di mediatrici linguistiche e culturali. Integrare le attività di prevenzione e contrasto alle MGF all interno di una strategia più ampia per la lotta alla violenza sulle donne. 15

16 ActionAid Italia Via Alserio n Milano Tel

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