CONVEGNO. Deflusso Minimo Vitale o Regime Sostenibile? Vincolo a priori o compromesso tra obiettivi conflittuali? Idee, proposte ed esperienze
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1 CONVEGNO Deflusso Minimo Vitale o Regime Sostenibile? Vincolo a priori o compromesso tra obiettivi conflittuali? Idee, proposte ed esperienze L'esperienza dell'autorità di bacino del Po in materia di deflusso minimo vitale: aspetti teorici e applicazione pratica Trento, 13 maggio 2005
2 Premesse Esperienza dell AdBPo: aspetti teorici compiti istituzionali aspetti applicativi espressione di pareri Percezione del DMV: spreco d acqua DMV solo come vincolo normativo Strumento pianificatorio Via obbligata stante la conformazione degli strumenti regolamentari in materia di concessioni Vantaggi dell approccio negoziato: Calibrato sulla specifica situazione locale Attori principali non l Amministrazione ma i soggetti portatori d interessi
3 Definizione La definizione di DMV assunta dall Autorità di bacino del Po: Il deflusso minimo vitale (DMV) è il deflusso che, in un corso d acqua,deve essere presente a valle delle captazioni idriche al fine di mantenere vitali le condizioni di funzionalità e di qualità degli ecosistemi interessati forte sintonia con le problematiche inerenti la gestione degli ambienti acquatici e alla conservazione di ambienti idonei alla fauna ittica finalizzazione del DMV alle esigenze di salvaguardia della qualità ambientale e delle funzionalità dell ecosistema nel suo complesso.
4 Situazione attuale Problema del DMV compromesso tra bilancio idrico e bilancio economico per l AdbPo compromesso nella fase istituzionale formulazione della regola di calcolo tra diverse Regioni Dall altra parte? Usi diversi dall idroelettrico esigenze spesso sovradimensionate (es. nell uso irriguo il valore del DMV coincide / è inferiore alla differenza tra prelievi reali e prelievi di concessione eccezione in Emilia Romagna) Utilizzo idroelettrico risponde a un fabbisogno reale (dipendenza dall estero per l energia) differenza con invaso / senza invaso Esigenza individuazione di criteri o parametri per il confronto costi e benefici complessivi delle utilizzazioni e delle loro alternative orientamento alla razionalizzazione dei consumi
5 Aspetti teorici: 1) Valtellina Legge 2 maggio 1990, n. 102 (art.8, comma 1) dispone l adeguamento delle concessioni idroelettriche nei bacini valtellinesi e dell alto Oglio per pianificare l uso razionale della risorsa e garantire il DMV Sperimentazione per la determinazione del DMV - utilizzo di metodi sperimentali (verifica delle formule più utilizzate) - reale miglioramento del territorio interessato. Quindi l Autorità di bacino del fiume Po: 1) definìsce una norma di calcolo sperimentale (Del. C. I. n. 6/1992). 2) predispone (Protocollo d intesa) una sperimentazione ( Comitato di collegamento Autorità di bacino del fiume Po, Ministero dei Lavori Pubblici, Ministero dell Ambiente, Regione Lombardia, Provincie di Sondrio, Bergamo e Brescia, aziende idroelettriche interessate: ENEL S.p.A., Edison S.p.A., AEM S.p.A., Sondel S.p.A., Italcementi S.p.A. e Società Antonio Carcano). Attività affidata dalla Regione Lombardia al Politecnico di Milano Svolta tra il 1995 e il 1999, conferma della validità della norma di calcolo e suggerisce alcune modifiche. (La successiva attività di predisposizione della norma definitiva è superata dalle atività relative alla definizione della norma generale di bacino (SP 2.5) e dalla predisposizione dei Piani regionali di tutela delle Acque)
6 Aspetti teorici: 1) Valtellina Particolari obiettivi della ricerca: RISULTATI - validazione di due metodologie sperimentali idonee (basate su altrettanti modelli della qualità dell ambiente), rispettivamente: - ambito fluviale di fondo valle (PHABSIM); - ambito torrentizio (PQI); -individuare i deflussi minimi idonei alla tutela della fauna ittica nelle zone di studio; -mettere a punto una procedura speditiva del DMV in un ottica pianificatoria; Il lavoro ha reso necessaria una impegnativa fase di sistematica raccolta di dati di campagna, di carattere sia idraulico-idrologico sia ambientale-biologico.
7 Aspetti teorici: 2) F. Chiese Sperimentazione di una nuova regola di gestione del lago d Idro Su mandato del Ministero dei Lavori Pubblici e in coordinamento con Enti competenti (DMV come risultato conseguente alla razionalizzazione dell uso): risultato: recupero ambientale, attività sportiva; Avviate (1992) azioni per risolvere il problema del Lago d Idro, in particolare: eccessiva escursione dei livelli lacuali assenza di un minimo deflusso idrico in lunghi tratti del F. Chiese - Nuova regola di gestione dei deflussi dal Lago d Idro (Del. C.I. n. 9/1993) - Sperimentazione (avviata nel giugno 1996, prorogata nel 1999 e conclusa nel 2000) Ricorsi (1994 e 1999) contro tali iniziative, anche se pro-forma. Impostazione adottata: continuo confronto tra gli utenti irrigui e idroelettrici, i Comuni rivieraschi e le associazioni ambientaliste, oltre ai soggetti istituzionalmente competenti
8 Aspetti teorici: 2) F. Chiese Tra gli obiettivi vi erano: RISULTATI - uso razionale del patrimonio idrico, facendo riferimento alla disponibilità - recupero e valorizzazione delle caratteristiche naturalistiche ed ambientali del bacino del fiume Chiese, garantendo il mantenimento del minimo deflusso costante vitale a valle delle derivazioni considerate, anche nel periodo estivo (individuato con la norma Valtellina ) Valutazione positiva su: - possibilità di una migliore gestione dei prelievi (analisi delle effettive esigenze d irrigazione momentanee, programmazione delle distribuzioni, uso sistematico delle previsioni meteo) - miglioramento dell ambiente fluviale a valle del Lago d Idro (presenza di portate, pur minime, nell alveo del Chiese sublacuale, come da tabella) Criticità cumulata di afflusso stagionale > 80 % > 60 % 80 % 60 % DMV (m 3 /s) 1,8 2,0 2,2
9 Aspetti teorici: 3) P.S. 2.5 P.S. 2.5 Azioni per la predisposizione di una normativa riguardante il deflusso vitale negli alvei Studio sperimentale su 10 aree campione: Panaro Taro Stura di Demonte Orba Staffora Dora Baltea Sesia Oglio sublacuale Chiese prelacuale Sarca terminato nel dicembre 2000, utilizzato per la definizione della norma poi definita per l intero bacino: DMV = k * q meda * S * M * Z *A * T Sulla base dei dati sperimentali acquisiti nei seguenti comparti: - idrologia e misure di portata in regime di magra; - caratteristiche idraulico-morfologiche degli alvei; - qualità dell acqua (anche in relazione al D.L. 152/99); - comparto biologico e caratteristiche di idoneità alla vita acquatica. Elementi di definizione del DMV organizzati secondo due livelli di valutazione: - 1 livello: elementi sistematizzabili (approccio sperimentale correlato allo stato idrologico del bacino); - 2 livello: elementi non sistematizzabili (aspetti specifici per bacini, tratti fluviali o singoli siti) azioni integrative del DMV di base, necessarie per il conseguimento pieno degli obiettivi del D.Lgs. 152/99 o per la gestione dei deflussi minimi.
10 Aspetti teorici: 3) P.S. 2.5 Analisi di 1 livello (Individuazione della norma di calcolo del DMV a livello di bacino) attraverso il confronto delle reciproche posizioni della funzione interpolatrice dei punti sperimentali (della fascia medio-alta, definita scartando per successive approssimazioni, i punti più bassi (scostamenti > 20% in difetto) e quelli più alti (scostamenti > 30% in eccesso) e dei punti descrittivi stato di magra ordinaria del bacino portate previste dai metodi idrologici Analisi di 2 livello Metodologie di analisi avanzata del DMV (rinviati agli adempimenti dei Piani di Tutela) Comparti trattati (collegati): - qualità dell acqua - biocenosi acquatiche - stato naturalistico complessivo del sistema fluviale - interazioni con le acque sotterranee Esistono altri aspetti fortemente sito-dipendenti e non definibili a priori (paesaggistici, storico-culturali e di fruizione socioeconomica)
11 Aspetti teorici: 3) P.S. 2.5 Qualità dell acqua DMV come integrazione della portata di riferimento per il controllo dello stato qualitativo (es. portata necessaria per gli stati buono, sufficiente, ecc. da D. Lgs. 152/99) Esigenze biologiche Valore necessario in ambiti fluviali di pregio naturalistico (es. corpi idrici a specifica destinazione per la vita dei pesci. parchi, zone umide Ramsar, ecc.) analisi avanzata (metodo dei microhabitat) meno relazionata alla componente idrologica per l individuazione di: - ADP ottimale (riferimento alla curva di stadio adulto) - frazione di ADP minima vitale (40% ADP ottimale) In presenza di esigenze di modulazione dei deflussi: range di valutazione (es. tra il 20% e il 60%) in funzione per esempio del o del periodo stagionale. Esigenze e Ambienti particolari: - modulazione dei deflussi per la variazione del livello di protezione o recupero del sito - ambienti appenninici per i vincoli idrologici e la differenziazione degli habitat rispetto a quelli di originaria definizione del metodo - ambienti artificializzati per i condizionamenti delle sistemazioni d alveo sui microhabitat
12 Aspetti teorici: 3) P.S. 2.5 Interazioni con le acque sotterranee In caso dispersione dal fiume alla falda: - eventuale esigenza di compensare le portate di infiltrazione - rischio di dispersione di inquinanti nella falda superficiale - esigenza di mantenimento della continuità idraulica nell alveo Quantificazione degli interscambi - campagne di misure di portata differenziali, in condizioni di magra stabile contemporaneo monitoraggio dei livelli piezometrici - massima attenzione alla stabilità delle portate per l intera durata della campagna - precisa conoscenza dell andamento dei deflussi in alveo - scelta di tratti fluviali sufficientemente estesi (sensibilità del metodo intorno ai 50 l/s/km di asta)
13 Aspetti applicativi Modulazione Necessaria per: Esigenze dell ittiofauna (periodi di riproduzione e prima fase di vita). Mitigazione di stati di criticità (es. temperature elevate in estate) Fruizione turistico-ricreativa Diluizione di inquinanti temporanea Maggior carico antropico (es. per affluenza turistica) Diversificazione del regime di deflusso (habitat di particolare pregio) Diifficoltà: - concorrenza di interessi con le utilizzazioni idriche (fattibile in linea teorica con l idroelettrico, non in presenza di utenze irrigue per la coincidenza delle esigenze turistico-ricreative e di mitigazione delle criticità qualitative con la maggiore richiesta irrigua) - gestione (regolazione delle portate da parte degli utilizzatori ed esecuzione dei controlli da parte delle amministrazioni) - impossibilità di stabilire modalità standard di modulazione - obbligo di attenta ponderazione degli interessi contrapposti e di negoziazione con le parti interessate
14 Aspetti applicativi Verifica e mantenimento della continuità idraulica Attuali modalità di rilascio: dallo sbarramento (fori o tubi tarati, gavete) da vasche di calma derivazioni senza sbarramento dell alveo
15 Aspetti applicativi Verifica e mantenimento della continuità idraulica Continuità idraulica del DMV a) attraverso l opera di derivazione: da gaveta e/o idonei dispositivi per la risalita dei pesci b) nell intero tratto influenzato: condizioni di protezione e salvaguardia degli habitat espresse dal DMV nella sezione di riferimento (verifica della possibilità di spostamento dell ittiofauna)
16 Aspetti applicativi Controlli Il problema del controllo del DMV coinvolge: - identificazione del soggetto responsabile delle attività di controllo; - modalità tecniche di controllo; - azioni correttive/sanzioni. Flessibilità della regola Complessità delle modalità esecutive dei controlli. (La qualità e frequenza dei controlli dovrebbero costituire parte integrante della regola ) Gradualità applicativa Adeguamento impiantistico Limitazione del danno economico Approccio diffuso Numerose normative prevedono la messa in atto dei rilasci secondo uno schema di incremento graduale in un periodo prefissato Coerenza con le previsioni del D. Lgs. 152/99 (due diversi termini: 2008 e 2016)
17 Aspetti applicativi Deroghe e criteri di incentivazione Previsti dal D. Lgs. 152/99 per situazioni di particolare criticità (uso potabile, bacini caratterizzati da deficit di uso) Opportunità di forme differenti di deroga: idroelettrico prelievi superiori al massimo di concessione in determinati periodi Opportunità di valori differenti di deroga: secondo meccanismi di incentivazione (es. a favore di derivazioni con determinati requisiti di razionalità e di efficienza dell utilizzazione) Concentrazione o compensazione Possibilità di concentrare la portata di DMV complessiva di un impianto con più punti di derivazione in punti di rilascio definiti anzichè da tutte le opere di presa - Migliore adattamento impiantistico al rilascio del DMV, in particolare per l idroelettrico - Evita la dispersione di contributi non significativi
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