COMUNE DI ANZOLA Lunedì, 24 ottobre 2016

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1 COMUNE DI ANZOLA Lunedì, 24 ottobre 2016

2 COMUNE DI ANZOLA Lunedì, 24 ottobre 2016 Sport 24/10/2016 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 13 ANZOLAVINO /10/2016 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 6 I colpi dei 'Bonnie e Clyde' con le carte Postepay 2 24/10/2016 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 13 GIORGIO ANTONELLI Il Persiceto scivola, nonostante El Madi 3 24/10/2016 Pagina 2 BONUS PER LA MESSA IN SICUREZZA ANTISISMICA 4 24/10/2016 Pagina 2 DETRAZIONE SUL RECUPERO EDILIZIO 5 24/10/2016 Pagina 2 GIORGIO COSTA Un «pacchetto sgravi» da 700 milioni 6 24/10/2016 Pagina 3 MASSIMO GHILONI Dall' attività libera alle opere «in Scia» 8 24/10/2016 Pagina 7 Flop della mediazione sui tributi locali 10 24/10/2016 Pagina 7 Nei piccoli centri l' ufficio ad hoc è un miraggio 12 24/10/2016 Pagina 9 CHIARA BUSSI Fondi Ue, le Regioni recuperano terreno: già avviati 400 bandi 14 24/10/2016 Pagina 19 Raccolta e riuso: Mezzogiorno ancora in ritardo 16 24/10/2016 Pagina 19 PAGINA A CURA DIDARIO AQUARO Riciclo dei rifiuti, Italia avanti 18 24/10/2016 Pagina 30 GIANNI TROVATI Preventivi al 28 febbraio per legge 20 24/10/2016 Pagina 30 A.GU.P.RUF Programmi in bilico fra regole in vigore e novità in arrivo 22 24/10/2016 Pagina 30 ALBERTO BARBIERO Appalti, nelle gare telematiche niente deroghe alle procedure 24 24/10/2016 Pagina 30 ANNA GUIDUCCIPATRIZIA RUFFINI Recuperi triennali per gli sforamenti 26 24/10/2016 Pagina 30 STEFANO POZZOLI Società, governance «blindata» dagli statuti 28 24/10/2016 Italia Oggi Sette Pagina 16 DARIO FERRARA Appalti senza discriminazioni 30 24/10/2016 Italia Oggi Sette Pagina 28 Occupazioni d' urgenza, Ici dovuta al comune 32 24/10/2016 Italia Oggi Sette Pagina 35 Distacchi ai morosi. Non a tutti 34

3 Pagina 13 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Sport ANZOLAVINO BEFFATA Portuense 1 Anzolavino 0 PORTUENSE: Cattozzo, Buttini, Bernardi (19'st Fanigliulo), Telloli, Tonazzi, Braiati, Liri (41'st Barone), Gennari, Buoso, Russo (36'st Ceregatti), Brunelli. A disposizione Rapini, Dajia, Pariali, Fratti. Allenatore Buriani. ANZOLAVINO: Galletti, Sabbi, Ferrarese, Bernardi, Bonetti, Gilli, Luppi, Sanso, Fantasia, Cavallaro, Vergnani (41'st Magnani), D' Alessandro (24'st Cavallaro). A disposizione Vecchietti, Pascerini, Guerra, D' Arrigo, Stefani. Allenatore Marrese. Arbitro: Alfieri di Treviso. Retei: 47'st (rig.) Fanigliulo. Note: ammoniti Braiati, Fanigliulo, Gilli, Luppi Portomaggiore (Ferrara) È STATA una partita equilibrata, quella tra Anzolavino e Portuense, con i padroni di casa che hanno mantenuto l' iniziativa, ma costruendo poche occasioni da gol. Primo squillo al 6', un tiro a giro di Russo, Galletti para in due tempi. La risposta degli uomoni di Marrese (Nella foto Schicchi) non si fa attendere: cross dalla trequarti sul secondo palo, dove è appostato Magnani, tiro al volo e Cattozzo respinge con un bel riflesso. Al 18' un errore di Tonazzi apre la strada a Fantasia, che si presenta in area, ma strozza il tiro. Al 35' Ferrarese salta Bernardi, dal fondo retropassaggio per Fantasia, Cattozzo respinge di piede. Allo scadere altra prodezza balistica di Russo, che scartavetra il palo. IL SECONDO tempo si apre con un gran tiro di Sanso dalla distanza, Cattozzo vola all' incrocio e sventa, seguito da una bella punizione di Vergnani che centra la traversa e un rasoterra di Buoso che accarezza il palo. Al 21' combinazione in velocità Fanigliulo Gennari, Galletti in uscita gli dice di no. Al 34' altra iniziativa di Gennari, il portiere para ma non trattiene, Buoso scivola al momento del tiro ravvicinato. Al 90' un errore in disimpegno di Gennari innesca il contropiede di Cavallaro, dal limite diagonale rasoterra angolato, Cattozzo ci arriva con la punta delle dita. Sul rovesciamento di fronte Buoso scappa al suo controllore, che lo stende: rigore. Sul dischetto va il nuovo entrato Fanigliulo, che spiazza il portiere. 1

4 Pagina 6 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Sport SAN GIOVANNI IN PERSICETO I colpi dei 'Bonnie e Clyde' con le carte Postepay DUE truffatori si presentano dal tabaccaio di turno come una coppia di fidanzati con alcune carte Postepay, di solito una da ricaricare con i soldi contenuti nell' altra. Pochi istanti e il negoziante, dopo aver riempito la tessera vuota con un centinaio di euro, si accorge che l' altra, quella che in teoria dovrebbe essere piena, in realtà è priva di contanti. La coppia si scusa e con le due carte si precipita in auto per andare a prendere il denaro e pagare così il debito al tabaccaio. Peccato che una volta saliti in auto ripartano a tutta velocità senza lasciare traccia. I 'Bonnie e Clyde' della carta Postepay, così sono stati ribattezzati dagli inquirenti, sono stati denunciati dai carabinieri della caserma di Persiceto dopo aver truffato una decina di negozianti alcuni dei quali della nostra pianura. Lui 35enne di San Giovanni in Persiceto e lei 28enne di Sala Bolognese, sono noti alle forze dell' ordine per avere alle spalle una lunga serie di reati. Ad incastrare i truffatori, un numero di targa annotato da una dei titolari di attività finito nella trappola della Postepay 'scarica'. SECONDO i negozianti raggirati i due non entravano mai insieme: prima lui con fare disinvolto e educato, poi lei in un secondo momento, spiegando di aver parcheggiato l' auto. I due, inoltre, quasi sempre, acquistavano un pacchetto di chewingum per far capire di essere clienti 'normali'. E, invece, dopo aver comprato le gomme da masticare, inziava la truffa: «Scusi, lei può ricaricarmi questa carta?» e, dopo la risposta affermativa del commerciante, era inevitabile la solita messa in scena. Gli uomini dell' Arma stanno continuando a indagare: gli inquirenti cercano di capire quante possano essere le truffe messe a segno dalla coppia. Probabilmente, i raggiri si sono verificati in altre province, anche nel sud Italia. La coppia, infatti, viaggiava parecchio alla ricerca di commercianti da truffare. Forse per evitare che si spargesse troppo la voce su i 'Bonnie e Clyde' della Postepay e diventasse facile identificarli. 2

5 Pagina 13 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Sport Il Persiceto scivola, nonostante El Madi Solierese 3 Persiceto 85 2 SOLIERESE: Neri, Agazzani, Gantier, Montorsi E., Caselli, Mustafaj, Macchi, Rebecchi, Belluzzi, Montorsi M., (37' st Ascari), Boccher (15' st Jabeur). All. Maestroni. PERSICETO: Baattout, Novelli, Cattabriga, Compagnucci, Comani G., Dalrio, Limongelli (40' st Trombetta), Cavicchioli, El Madi, Aning (35' st Cumani F.), Veronesi (18' st Verza). All. Fancelli. Arbitro: Gambuzzi di Reggio Emilia. Reti: 32' pt rig. El Madi, 18' st Jabeur, 20' st Belluzzi, 25' st El Madi, 41' st Belluzzi. Note: ammoniti: Novelli, Montorsi M., Neri, Aning e Mustafaj. Soliera PRONTI via e subito fallo su Boccher e calcio di rigore, fallito da Belluzzi. Al 32' è Aning a essere messo giù, di nuovo rigore ma dall' altra parte: stavolta El Madi trasforma. Seconda frazione di gioco: la riscossa gialloblu arriva con la rete di Jabeur al 18', entrato da soli 3 minuti. Bomber Belluzzi, pochi minuti dopo, si fa perdonare con uno slalom pregevole e la rete del vantaggio. Replicano gli ospiti mai domi al 25' ancora con El Madi, che fulmina Neri. Continua a crescere, però, la Solierese, e raccoglie i frutti di nuovo con un fulmine di Belluzzi, lanciato a rete dal diagonale perfetto di Ascari, entrato solamente da 4 minuti. Giorgio Antonelli. GIORGIO ANTONELLI 3

6 Pagina 2 BONUS PER LA MESSA IN SICUREZZA ANTISISMICA 01 LE REGOLE ATTUALI Sono due i bonus antisismici oggi in vigore. La prima è la detrazione del 50% "ordinaria", che segue le sorti del bonus per le ristrutturazioni edilizie generale (si veda la prima scheda) per interventi di messa in sicurezza su qualsiasi immobile Il bonus potenziato La seconda detrazione, maggiorata, è pari al 65% e vale per le abitazioni principali e i capannoni situati nelle zone a più alto rischio sismico (classificati in aree 1 e 2 su una scala di 4). Si trova in queste zone circa il 30% dei Comuni italiani. Anche questa è in scadenza il 31 dicembre di quest' anno. Una limitazione riguarda i centri storici: qui gli interventi devono riguardare progetti unitari e non singole unità immobiliari. Le opere ammesse sono tutte quelle per la messa in sicurezza statica degli edifici, comprese le spese per i documenti obbligatori (verifiche dei professionisti). Il limite massimo di spesa agevolata è di 96mila euro per unità immobiliare, recuperabili attraverso detrazioni Irpef in dieci anni 02 IL PROGETTO PER IL 2017 Nel Documento programmatico di bilancio (Dpb) si proroga fino al 31 dicembre 2021 della detrazione "ordinaria" per interventi antisismici fissando l' asticella al 50% in zona 1 e 2 (che quest' anno è al 65%). In più il bonus avrà un perimetro più ampio: sarà infatti esteso ai lavori nei Comuni a rischio sismico più basso (in zona 3, in cui si trovano circa 3mila Comuni, compresi Milano e parte di Roma) e qui si potrà arrivare ai bonus extra Le maggiorazioni Resta da confermare il meccanismo attraverso cui il sisma bonus sarà potenziato: il progetto circolato nei giorni scorsi parte da una nuova classificazione delle costruzioni in classi di rischio sismico. Compito che spetterebbe al ministero delle Infrastrutture La detrazione potrebbe articolarsi a fasce, con un sistema premiale per chi riesce con i lavori a migliorare di una o due classi di rischio sismico il posizionamento del proprio immobile. Il bonus potrebbe arrivare anche al 70 80% con un ulteriore incremento (75 85%) se si interviene sui condomini 03 Attenti A... Per chi vuole usufruire della percentuale più alta (65%) anche per lavori di adeguamento "minori" è opportuno procedere a pagare i lavori entro quest' anno. 4

7 Pagina 2 DETRAZIONE SUL RECUPERO EDILIZIO 01 Le regole attuali La detrazione Irpef per il recupero edilizio è pari al 50 per cento, calcolato su una spesa massima di 96mila euro per ogni unità immobiliare. E spalmata su dieci quote annuali di pari importo. Un regime scattato il 26 giugno 2012 e prorogato dalle leggi di Stabilità degli ultimi tre anni fino al 31 dicembre La detrazione spetta anche per spese di progettazione e per le prestazioni professionali connesse alle opere edilizie e per la messa a norma degli edifici Le opere edilizie agevolate Gli interventi per cui si può beneficiare del bonus sono elencati al comma 1 dell' articolo 16 bis del Tuir (Dpr 917/1986): gli interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia per le unità residenziali e le loro pertinenze; lavori di manutenzione ordinaria, solo sulle parti comuni di edifici condominiali Le altre opere agevolate Altri lavori sono agevolati a prescindere dalla categoria edilizia: ricostruzione o il ripristino di immobili danneggiati a seguito di eventi calamitosi, a patto che sia stato dichiarato lo stato di emergenza; realizzazione di autorimesse o di posti auto pertinenziali; eliminazione di barriere architettoniche; prevenzione del rischio di atti illeciti da parte di terzi (es. installazione inferriate, porte blindate); cablatura degli edifici e contenimento dell' inquinamento acustico; interventi di risparmio energetico (ad esempio installazione di panelli fotovoltaici); adozione di misure antisismiche (si veda anche la scheda a destra); bonifica dall' amianto e opere volte ad evitare gli infortuni domestici 02 Il progetto per il 2017 Per le ristrutturazioni come si legge nel Documento programmatico di bilancio inviato a Bruxelles si prevede la proroga delle regole attuali fino al 31 dicembre Salvo altre proroghe, dal 1 gennaio 2018 si tornerà al bonus 36% con tetto di spesa di 48mila euro 03 Attenti A... Possono godere del bonus anche le spese per gli oneri di urbanizzazione, oltre a tasse e diritti di segreteria su pratiche edilizie. In questo caso non è necessario il pagamento tramite bonifico: basta il bollettino postale. 5

8 Pagina 2 Tassazione. Le misure chieste da Confedilizia: cedolare anche per i negozi, tetto all' Imu per gli affitti calmierati Un «pacchetto sgravi» da 700 milioni Dalla cedolare secca anche sulle locazioni commerciali per i negozi di vicinato all' esenzione fiscali sui canoni di locazione abitativa non percepiti. Vorrebbe dire togliere 700 milioni di prelievo fiscale da un settore che "versa" al fisco 50,8 miliardi l' anno; di fatto la sola tassazione patrimoniale vale il 150% in più (nonostante l' eliminazione dell' Imu sulla prima casa) rispetto a quel che accadeva nel 2011 quando sulla casa pesava l' Ici. La proposta è stata presentata da Confedilizia, che mette in campo idee concrete per dare una boccata di ossigeno al settore immobiliare, ad un tempo pesantemente toccato dalla crisi e sempre più gravato dal fisco. Nel 2016, il gettito dei tributi proveienti dal comparto immobiliare è stato stimato dalla Confedilizia in 50,8 miliardi di cui: 9,2 di tributi reddituali (Irpef, Ires, cedolare secca); 22 di tributi patrimoniali (Imu, Tasi); 9 di tributi indiretti sui trasferimenti (Iva, imposta di registro, imposta di bollo, imposte ipotecarie e catastali, imposta sulle successioni e donazioni); un miliardo di tributi indiretti sulle locazioni (imposta di registro, imposta di bollo); 9,6 di altri tributi (Tari, tributo provinciale per l' ambiente, contributi ai consorzi di bonifica). «Il settore immobiliare spiega il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa è gravato da un macigno fiscale, soprattutto di tipo patrimoniale, che colpisce tutte le tipologie di immobili: quelli locati (abitazioni, negozi, uffici, sia che gli inquilini paghino sia che siano morosi), quelli che non si riescono neppure ad affittare, le case di villeggiatura, quelle ereditate e lasciate deperire per mancanza di risorse. Si tratta di un macigno che continua a impoverire le famiglie, comprimendo i consumi». Gli interventi proposti da Confedilizia, se messi in atto, avrebbero un costo per l' Erario di circa 700 milioni di euro (poco più dell' 1% del gettito totale dei tributi gravanti sugli immobili). Le misure proposte vanno dall' introduzione di una cedolare secca per le locazioni commerciali (con sperimentazione per nuove attività aperte in locali sfitti o per i "negozi di vicinato") all' equiparazione del trattamento fiscale dei canoni di locazione abitativi e non abitativi non percepiti, dalla previsione di un limite del 4 per mille alla somma delle aliquote Imu Tasi per i contratti di locazione a canone calmierato ("concordati" e per studenti universitari); alla proroga per un quadriennio della cedolare secca al 10% per i contratti di locazione a canone calmierato. Infine, ripristino della deduzione Irpef del 15% per i redditi da locazione e soppressione dell' Irpef sugli immobili non locati. Continua > 6

9 Pagina 2 < Segue RIPRODUZIONE RISERVATA. GIORGIO COSTA 7

10 Pagina 3 In Comune. Le comunicazioni all' ente locale Dall' attività libera alle opere «in Scia» l' ampliamento degli interventi rientranti nella categoria della manutenzione straordinaria, che ora comprende anche il frazionamento o l' accorpamento di unità immobiliari, prima riconducibili alla categoria della ristrutturazione edilizia, costituisce una delle principali novità nell' ambito a cui fa riferimento il lettore. In precedenza, vi era già stato un primo ampliamento della manutenzione straordinaria, facendovi rientrare l' apertura di porte interne o lo spostamento di pareti interne, nonché l' accorpamento di vani. Per eseguire questi interventi è sufficiente presentare una comunicazione inizio lavori asseverata (Cila) e le opere possono essere avviate subito dopo la trasmissione della stessa al Comune da parte dell' interessato. La comunicazione va accompagnata da un elaborato progettuale e asseverata da un tecnico abilitato, che tramite appunto l' asseverazione attesti sotto la propria responsabilità il rispetto degli obblighi di legge.devono essere altresì riportati i dati identificativi dell' impresa affidataria dell' esecuzione dei lavori. La legge pone, però, alcuni limiti espressi per gli interventi: non può essere alterata la volumetria complessiva dell' edificio e va mantenuta l' originaria destinazione d' uso. Se, poi, l' intervento riguarda le parti strutturali, dev' essere presentata la segnalazione certificata di inizio attività (Scia). La Cila è onerosa solo nel caso che la manutenzione straordinaria comporti aumento del carico urbanistico, purché ne derivi un aumento della superficie calpestabile, come nel caso della realizzazione di soppalchi abitabili.le nuove unità immobiliari derivanti dal frazionamento dovranno rispettare le condizioni di agibilità, quali superfici minime, altezze, illuminazione. Nella manutenzione straordinaria rientrano, in generale, le opere per sostituire parti strutturali dell' edificio e per integrare i servizi igienico sanitari e tecnologici, senza alterazione dei volumi e delle superfici delle singole unità immobiliari e della destinazione d' uso. A titolo esemplificativo si possono individuare i seguenti interventi: rifacimento totale del manto di copertura con modifica del tipo di materiali; adeguamento, rinnovo e sostituzione dei servizi igienico sanitari e degli impianti tecnologici; eliminazione materiali inquinanti; nuove canne fumarie; ripostigli soppalcati; apertura di porte esterne; scale interne; consolidamento strutture. Le opere elencate sono soggette a Cila, mentre serve una comunicazione inizio lavori (Cil), senza Continua > 8

11 Pagina 3 < Segue asseverazione, per: opere temporanee; pavimentazioni di spazi esterni anche per aree di sosta; pannelli solari, fotovoltaici fuori dal centro storico; aree ludiche ed elementi di arredo delle aree pertinenziali. Nella categoria dell' attività edilizia libera, non soggetta ad alcun titolo abilitativo, rientrano, fra l' altro, l' eliminazione delle barriere architettoniche che non alterino la sagoma dell' edificio e le opere di manutenzione ordinaria nella quale possono essere compresi, a titolo esemplificativo, la riparazione e il rifacimento di intonaci, tinteggiature e rivestimenti interni, infissi, serrande, serramenti interni, frontalini e ringhiere dei terrazzi con gli stessi materiali preesistenti, nonché la installazione di tende da sole, antenne e impianti di allarme. Per completezza, si sottolinea che le opere di restauro e risanamento conservativo sono oggetto di segnalazione certificata di inizio attività (Scia), mentre la ristrutturazione edilizia richiede il permesso di costruire. Inoltre, va ricordato che, sulla base di intese Stato Regioni, sono stati adottati modelli unificati per i titoli abilitativi reperibili presso i Comuni. In attuazione della riforma della pubblica amministrazione, infine, è in corso di elaborazione un decreto che amplia l' edilizia libera sopprimendo la Cil, e che rende la Scia residuale rispetto alla Cila, assorbendo il restauro e il risanamento che non riguardino parti strutturali dell' edificio. RIPRODUZIONE RISERVATA So che negli ultimi tempi si sono succedute leggi che hanno introdotto novità nella disciplina edilizia, sia in relazione alle autorizzazioni da chiedere al Comune prima di iniziare le opere sia per individuare le tipologie di opere che rientrano nelle varie categorie previste dalla legge. Mi troverei, adesso, a dover compiere qualche lavoro di non grandissima rilevanza all' interno del mio appartamento. Vorrei, perciò, sapere quali sono le innovazioni da tenere presenti ai fini delle comunicazioni, a chi bisogna inviare le comunicazioni stesse e quali sono i limiti da rispettare per non incorrere in sanzioni o sospensioni dei lavori. T. R. MANTOVA. MASSIMO GHILONI 9

12 Pagina 7 Flop della mediazione sui tributi locali Poche le istanze presentate e nel 69% dei casi il Comune respinge la proposta La mediazione tributaria nei Comuni resta confinata a numeri da prefisso telefonico. Pochi contribuenti scelgono di inserire una "proposta di accordo" nei reclami riguardanti l' Imu, la Tari e le altre imposte locali. E quelli che lo fanno si vedono respingere l' istanza nel 69% dei casi. Il monitoraggio del Sole 24 Ore su oltre 30 Comuni capoluogo evidenzia lo scarso impatto di questa procedura, che dal 1 gennaio di quest' anno prevede anche per i tributi locali l' obbligo del reclamo, con la possibilità di accompagnarlo con una proposta di mediazione. Per avere un termine di paragone, nelle mediazioni davanti alle Entrate la percentuale di mancato accordo si ferma al 45,2% (si veda l' articolo a fianco). Prima ancora dello scarso successo delle mediazioni, però, ciò che colpisce è il numero limitato di istanze. Ad esempio, a Cagliari le proposte «di rideterminazione della pretesa» come le chiama l' articolo 17 bis del Dlgs 546/1992 sono state 11 su 143 ricorsi proposti nei primi nove mesi di quest' anno. A Reggio Emilia, invece, neppure una su 11 ricorsi. E anche a Vercelli, Rovigo e Savona si resta a zero. Un istituto poco usato Come si spiegano questi numeri? Da un lato, i contribuenti sembrano credere ancora poco alla possibilità di evitare il processo trovando un' intesa con il Comune. Dall' altro, sembra essere la stessa natura dei tributi locali a non offrire grandi margini per trovarsi a metà strada. Sulla scarsa fiducia dei contribuenti possono influire anche considerazioni organizzative. Meno del 6% dei Comuni interpellati ha delegato le mediazioni all' ufficio legale. Negli altri casi, la pratica finisce all' interno della direzione entrate, la stessa da cui è partito l' accertamento. Accanto a esempi come quello di Rimini dove c' è un ufficio mediazione con funzionari «diversi dagli istruttori dell' ufficio accertamenti» nel 45,7% dei Comuni non c' è una struttura dedicata. Il che non viola la legge, ma almeno a prima vista non garantisce la totale indipendenza dell' arbitro. A offrire un' altra chiave di lettura sono i funzionari degli uffici di Milano che pure non hanno fornito dati puntuali secondo cui i contribuenti preferiscono altri «strumenti deflattivi del contenzioso utilizzabili in modo più efficace, come ravvedimento operoso, autotutela, definizione agevolata». In particolare, è più frequente che i contribuenti presentino istanza di riesame dell' atto o di revisione in autotutela «sulla base di nuovi elementi oggettivi forniti e non conoscibili dall' ente, come ad esempio planimetrie in scala Continua > 10

13 Pagina 7 < Segue corretta, indicazione del soggetto dichiarante extra nucleo famigliare e così via». Anche a Cagliari, a fronte di una sola mediazione in nove mesi, ci sono stati 27 avvisi annullati in autotutela (totale o parziale). I limiti dell' autotutela Non è sempre vero, comunque, che l' istanza di autotutela sostituisce la proposta di mediazione, anche perché non sospende i termini per il ricorso. Lo si vede bene a Napoli, dove in controtendenza con le altre città le istanze di mediazione tributaria nei primi nove mesi del 2016 sono state 2.576, di cui ben in materia di tassa rifiuti. La ragione è che a fine 2015, nell' ambito della lotta all' evasione nel campo della tassa rifiuti, sono partiti più di 30mila accertamenti per mancato pagamento della Tarsu A questi si devono aggiungere i circa 100mila avvisi di pagamento in materia di Tares partiti da giugno 2016, che hanno riguardato chi non aveva adempiuto all' invito bonario al versamento. E l' operazione Tarsu prevede un' altra infornata di avvisi (20 25mila) che stanno partendo proprio in questi giorni. «I contribuenti tendono a non utilizzare l' istituto dell' autotutela spiegano in Comune perché le risposte degli uffici non arrivano entro i 60 giorni in cui si può far ricorso. Preferiscono, quindi, presentare un reclamo con proposta di mediazione: in questo modo ci sono 90 giorni di tempo per il contraddittorio». Su proposte, gli accordi raggiunti fino ad oggi sono stati 363 (di cui 159 con intesa parziale e 204 con accoglimento totale dell' istanza). Un tasso del 14%, comunque dimezzato rispetto alla media rilevata negli altri Comuni. Su cosa si discute La casistica più frequente portata in mediazione è la valutazione delle aree edificabili ai fini Imu (citata dal 15,3% dei Comuni). Tipico caso in cui secondo i funzionari milanesi c' è «materia concordabile», a maggior ragione dopo che la crisi ha piegato i prezzi di mercato. Al secondo e al terzo posto, però, ci sono due questioni generali come la prescrizione e/o decadenza e i vizi di notifica. Tra i casi più frequenti anche la nozione di abitazione principale (8,4%) e la determinazione della superficie tassabile o esente ai fini Tari (6,7%), soprattutto nel caso dei rifiuti speciali. Le mediazioni proposte si chiudono nel 12,3% con un' intesa parziale e nel 18% con la vittoria completa del contribuente. Tra i motivi che giustificano questi esiti, Venezia e Udine citano anche il riconoscimento della buona fede del contribuente, mentre da Ferrara spiegano che l' accoglimento delle istanze «è valutato anche in relazione alle novità legislative in vigore dal 2016 che, in caso di soccombenza, comportano un notevole aggravio delle spese di lite». RIPRODUZIONE RISERVATA. 11

14 Pagina 7 Funzionari tuttofare. Dalla Sicilia all' Umbria chi effettua le contestazioni è poi lo stesso soggetto che accoglie i reclami Nei piccoli centri l' ufficio ad hoc è un miraggio Nei piccoli Comuni, di uffici dedicati alla mediazione tributaria ne sono nati molto pochi. Colpa delle limitate risorse a disposizione(sia umane che finanziarie), ma anche del ridotto numero di istanze. E c' è persino chi una struttura ad hoc l' ha creata ma non vi ha "trasferito" alcun funzionario. Succede ad esempio a Piedimonte Etneo, Comune siciliano di 4mila abitanti alle pendici dell' Etna, in cui da gennaio sono arrivati circa 80 ricorsi che, nel 90% dei casi, chiedevano l' avvio della procedura di mediazione tributaria. «C' è stata un' attività di accertamento piuttosto sostenuta soprattutto su Tari e Tarsu», spiega Carmelina Zappalà, responsabile e unico componente sia della nuova struttura di mediazione che dell' ufficio contenzioso in cui è collocata. «La proposta di mediazione continua Zappalà, che è anche responsabile della biblioteca e dell' archivio comunale viene mandata a quasi tutti coloro che hanno presentato reclamo e non solo a chi lo ha espressamente richiesto. Nel 60 70% dei casi i contribuenti l' hanno accettata o hanno dichiarato l' intenzione di accettarla». L' elevato numero di ricorsi a Piedimonte è abbastanza raro: nei centri con meno di 15mila abitanti l' impressione è, infatti, che la mediazione sia poco usata. Vuoi perché la macchina amministrativa è più semplice e consente ai cittadini di rivolgersi direttamente all' ufficio competente. Vuoi perché la determinazione dei tributi locali (errori a parte) si basa spesso su parametri fissi che non si prestano a interpretazioni. A Spello (poco più di abitanti in provincia di Perugia) nel 2016 non c' è stato nessun ricorso. Stessa situazione a Feletto, piccolo Comune piemontese di abitanti. Anche a Montepulciano (poco più di 14mila abitanti vicino Siena), che ha affidato la gestione dei tributi a una società in house controllata al 100%, di proposte di mediazione non ne sono arrivate. In Puglia, a Turi (13mila abitanti, in provincia di Bari) dal 1 gennaio è arrivato solo un ricorso che non conteneva la proposta di mediazione. «Il contribuente viene direttamente in ufficio o chiede la revisione degli avvisi di accertamento in autotutela così come succedeva in passato quando la mediazione non c' era», spiega Maurizio Frugis, funzionario responsabile dell' ufficio tributi. «Eccezion fatta per il valore dei terreni edificabili aggiunge Frugis su Imu e Tari, di solito, c' è poco da discutere. Oltre al fatto che, qui, i professionisti ancora non conoscono bene la procedura». Continua > 12

15 Pagina 7 < Segue RIPRODUZIONE RISERVATA. 13

16 Pagina 9 Finanziamenti Le risorse prenotate però sono solo il 10% Fondi Ue, le Regioni recuperano terreno: già avviati 400 bandi Focus su innovazione e competitività delle Pmi È partita con un po' di ritardo, ma è finalmente decollata, la programmazione dei fondi Ue per il periodo A 33 mesi dal fischio d' inizio sono stati pubblicati 397 bandi da parte delle Regioni rispetto ai 96 di un anno fa. Tutte hanno pubblicato bandi e su 39 Programmi operativi regionali (Por) ben 36 hanno già emesso avvisi. I tre che mancano all' appello entreranno invece nel vivo entro la fine del mese. Lo rivela la fotografia con il fermo immagine al 30 settembre scattata dall' Osservatorio Gruppo Clas che ha passato in rassegna i bandi per il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) e il Fondo sociale europeo (Fse) pubblicati online dalle Regioni in nome della trasparenza caldeggiata dal governo e dalla Commissione Ue. Per un avviso su tre le graduatorie sono già state pubblicate, per poco più della metà l' istruttoria è ancora in corso, mentre per il 13% è possibile presentare una domanda di finanziamento. I margini d' azione sono però ancora ampi, se si pensa che finora sono stati messi sul piatto 3,4 miliardi, pari a circa il 10% della dotazione totale fino al 2020, con differenze significative tra le regioni. In testa per dotazione finanziaria figura la Lombardia, che ha messo in campo 729 milioni per un totale di 33 bandi complessivi. Per il Fesr la regione ha già destinato il 34% delle risorse previste per i sette anni, mentre per il Fse la quota arriva al 40% del totale. Nella classifica della dotazione seguono Sicilia, Lazio, Veneto e Piemonte. La Toscana primeggia invece per numero di avvisi (58), seguita da Friuli Venezia Giulia (48)e Veneto (35). «La macchina è in movimento sottolinea l' economista di Gruppo Clas, Chiara Sumiraschi e la ricognizione mette in luce come in questa programmazione non sono solo i soliti noti ad attrezzarsi. Va detto inoltre che la performance dipende anche dalle tempistiche diverse di approvazione dei programmi da parte della Commissione Ue». Dal punto di vista dei contenuti spiccano in particolare i bandi dell' obiettivo tematico dedicato a ricerca, sviluppo e innovazione finanziato con i fondi Fesr. Qui due terzi delle risorse sono state attivate da Emilia Romagna, Lombardia e Fesr Piemonte. In oltre due bandi su tre i beneficiari sono le imprese, mentre in un caso su dieci l' avviso è rivolto direttamente a organismi di ricerca, enti pubblici o poli di innovazione. Tra gli interventi finanziati sono in pole position gli interventi di sperimentazione e adozione di soluzioni innovative in processi, prodotti e formule organizzative, ma anche voucher per la creazione di impresa e start up innovative. Grande attenzione tra i bandi pubblicati va anche alla competitività e all' internazionalizzazione, dove in oltre tre casi su quattro i beneficiari sono le imprese. I programmi Fse Bolzano e quelli Fesr di Trento e Abruzzo non hanno finora pubblicato avvisi. A Continua > 14

17 Pagina 9 < Segue Bolzano il primo bando sarà deliberato dalla giunta provinciale l' 8 novembre e riguarderà la formazione continua con una dotazione di 4 milioni. Sono inoltre sulla rampa di lancio iniziative sull' occupazione giovanile e femminile con lo strumento dei voucher. A Trento per fine mese è prevista la pubblicazione di un avviso da 4 milioni per nuove imprese innovative e verso fine anno sarà possibile presentare le domande per finanziare investimenti materiali e immateriali per la competitività. In Abruzzo è in arrivo un bando da 15 milioni per ricerca e innovazione. Fin qui la performance, ma in generale, conclude Sumiraschi, «servirebbe uno sforzo aggiuntivo sul fronte della trasparenza. In alcuni casi trovare traccia di un bando è un vero percorso a ostacoli. Una maggiore trasparenza può essere utile per consentire agli utenti di cogliere le opportunità dei fondi Ue, che rappresentano una risorsa significativa, soprattutto in tempi di crisi». RIPRODUZIONE RISERVATA. CHIARA BUSSI 15

18 Pagina 19 Gli obiettivi Ue. Pochi casi virtuosi Raccolta e riuso: Mezzogiorno ancora in ritardo Il rapporto Anci Conai su raccolta differenziata e riciclo dei rifiuti nel 2015 restituisce l' immagine di un Paese a due velocità. «Direi, meglio, a tre velocità precisa il diretto generale Conai, Walter Facciotto, dal momento che, se il Nord corre e il Sud è complessivamente molto indietro, nel Centro si è abbastanza vicini agli obiettivi europei sul riciclo». La regola degli estremi Nord e Sud viene confermata dalle eccezioni. Mentre la Liguria è al 37,82% di avvio al riciclo (pur con un dato in crescita dell' 8,6% negli ultimi due anni), va oltre il 50% la Sardegna (51,58%, anche se in lieve calo dal 52,4% del 2014) e la Campania vede la soglia quasi prossima, con l' attuale 42,54% (+8,6% rispetto a un anno fa). La regione campana registra anche un buon risultato sebbene ancora insufficiente sul fronte della differenziata, «dove oggi almeno la metà dei Comuni ha una raccolta superiore al 50 per cento. Un dato importante spiega Facciotto, se consideriamo che in Italia il traguardo del 65% richiesto dalla legge è stato raggiunto da poche municipalità e nessuna città metropolitana». Il modello Conai, grazie all' accordo con l' Anci, consente ai Comuni di avviare a riciclo i rifiuti di imballaggi (acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro) attraverso i consorzi di filiera. «Nel 2015, per l' ambito domestico, sono stati conferiti circa 3,8 milioni di tonnellate, con un riconoscimento di 438 milioni di euro ai Comuni convenzionati. Gli amministratori del Mezzogiorno sanno dunque che conferendo i rifiuti al consorzio possono ricevere un ritorno economico, con un corrispettivo differenziato per materiale e che aumenta in funzione della qualità. Il problema chiosa Facciotto è porre il tema al centro dell' agenda e impegnarsi a organizzare il servizio di raccolta». È vero che al Sud si scorge qualche segnale incoraggiante e che, per esempio, sull' intercettazione pro capite di raccolta la Calabria ha fatto segnare un +54% e la Puglia un +11%; ma i valori percentuali di differenziata in queste Regioni così come in Molise e Basilicata, nonostante la presenza di singole realtà virtuose, si mantengono bassi, e ancor più lo sono quelli dell' avvio a riciclo. Per tacere del fanalino di coda della Sicilia, dove la raccolta differenziata staziona all' 11% e la capacità di riciclo al 10,81%: preso atto delle inefficienze, sia a livello organizzativo che impiantistico, Anci e Conai sembrano concordi nell' ipotizzare la necessità di provvedimenti straordinari per risollevare la situazione dell' isola. Continua > 16

19 Pagina 19 < Segue RIPRODUZIONE RISERVATA. 17

20 Pagina 19 Riciclo dei rifiuti, Italia avanti piano Solo nove regioni superano la soglia del 50% fissata dall' Unione europea Sicilia maglia nera Il mese scorso alcuni delegati dell' amministrazione di New York sono venuti a "studiare" Milano e il suo modello di gestione dei rifiuti, a partire dalla raccolta differenziata. Il capoluogo lombardo spicca nelle cronache in quanto grande città virtuosa, ma i numeri raccontano che il sistema della differenziata cresce in media in tutta Italia, insieme alla capacità di avvio al riciclo: passaggio necessario a quell' economia circolare che punta a trasformare i rifiuti in risorse. Nel complesso, a fine 2015, il Paese ha raggiunto quasi il 46% di avvio al riciclo dei rifiuti (con il 49,3% di raccolta differenziata). E ad aver già valicato l' obiettivo Ue del 50% fissato al 2020 sono ora nove Regioni (una in più dell' anno scorso, la Valle d' Aosta) e Comuni, in crescita del 13% rispetto al 2014 (e del 58% sul 2013). Quanto alle città metropolitane, il traguardo stabilito dalla direttiva 98/2008/Ce è stato superato, oltre che a Milano, a Torino e Venezia (new entry), località dove anche i livelli di differenziata sono oltre la soglia del 50 per cento. I numeri che verranno presentati oggi a Roma nella sede dell' Anci emergono dal VI Rapporto banca dati di Anci e Conai (Consorzio nazionale imballaggi) e sono stati trasmessi dai gestori dei servizi di raccolta dei rifiuti urbani o dai Comuni stessi convenzionati con i consorzi di filiera e dalle Regioni, arrivando a coprire quasi il 95% della popolazione totale. Nel 2015 si sono evidenziati, dunque, una lieve salita della produzione di rifiuti urbani (+0,78%) e un aumento della raccolta differenziata (+3,32%) più marcato di quello dell' avvio a riciclo (+1,77%). Sono soprattutto le Regioni del Nord esclusa la Liguria a superare la quota di intercettazione media nazionale di raccolta differenziata, pari a 253,2 kg per abitante (+7,9%). L' intercettazione corre più del totale dei rifiuti prodotti. «Ma se la raccolta viene eseguita male, si traduce in un valore puramente nominale. Il fine ultimo commenta Fabrizio Bernocchi, delegato Anci alle politiche energetiche e ai rifiuti è infatti quello del riciclo effettivo, ecco perché è fondamentale guardare alla qualità della raccolta: un miglior livello consente di evitare emissioni inquinanti e di ridurre le tariffe al cittadino. Si ottiene cioè un minor conferimento in discarica, abbassando i costi ambientali». Se tutto il materiale risultasse nella prima fascia di qualità, si avrebbe insomma un allineamento tra i due valori di raccolta differenziata e riciclo, con evidenti ritorni. Continua > 18

21 Pagina 19 < Segue «Mentre i rifiuti di terza fascia sono destinati a termovalorizzatori e discariche sottolinea Bernocchi, dal punto di vista economico la seconda fascia viene infatti remunerata meno rispetto alla prima, con una differenza che oscilla tra i 20 e i 100 euro a tonnellata, a seconda dei materiali. Negli ultimi anni gli accordi Anci Conai hanno puntato molto sul tema della qualità. Certo, occorre recuperare il più possibile, ma è poi la fase del riciclo a restituire materie prime secondarie utili all' economia circolare e che l' industria italiana deve essere pronta a cogliere. Il discorso della circolarità chiama in causa tutti gli attori: dai produttori fino ai cittadini, che sono seduti su una vera "miniera" urbana». Tenere elevati entrambi gli indicatori (differenziata e riciclo) non è semplice, ma è l' impegno da assumere. Tra le Regioni in cui è stato superato l' obiettivo di avvio a riciclo imposto dalla normativa europea per il 2020, solo il Trentino Alto Adige ha passato anche il traguardo di legge del 65% di raccolta differenziata (previsto dal Dlgs 152/2006), al quale sono vicine Marche e Friuli Venezia Giulia. Il trend generale degli ultimi cinque anni è in progressiva ascesa. Sul piano regionale, nel 2015 si sono però notate alcune variazioni negative: sul riciclo, per esempio, Umbria, Sardegna e Sicilia hanno compiuto dei passi indietro. Se la Sardegna resta in ogni caso tre le "top 10" (insieme alle Marche, unica Regione non settentrionale) e la Sicilia risulta parecchio distante anche dai valori delle altre zone del Sud (già mediamente inferiori, si veda l' articolo a fianco), il caso dell' Umbria è emblematico della necessità non solo di raggiungere, ma di mantenere e consolidare i risultati. Pur con un dato di intercettazione rifiuti pro capite superiore alla media nazionale, l' Umbria segnala infatti il 39,33% di avvio al riciclo, che equivale a un crollo rispetto al 49,42% del 2014, quando sembrava quasi raggiunta la soglia europea, con grande anticipo. «Molto dipende dalle situazioni specifiche. Le dinamiche mutano di territorio in territorio, e nel caso dell' Umbria si dovranno fare delle valutazioni per capire quel che è accaduto. In Italia osserva Bernocchi abbiamo località di eccellenza, per questo intendiamo premiare le "circular city", e a livello di sistema Paese non faticheremo a metterci in linea con i dettami della Ue. Basti pensare che anche Campania, Toscana e Abruzzo sono già prossime all' obiettivo. Ma credo che sia opportuno assumere dei provvedimenti straordinari per il Mezzogiorno e prevedere una norma che tagli i tempi della programmazione del piano rifiuti». RIPRODUZIONE RISERVATA. PAGINA A CURA DIDARIO AQUARO 19

22 Pagina 30 Legge di bilancio. Possibilità di trasferire sul 2017 una quota di fondo pluriennale per chi chiude i conti a gennaio Preventivi al 28 febbraio per legge Nella manovra l' ipotesi di «blindare» la scadenza per il prossimo anno La scadenza per la chiusura dei preventivi 2017 dei Comuni potrebbe essere fissata per legge al 28 febbraio. Se l' ipotesi sarà confermata dal testo definitivo della manovra e dall' esame del Parlamento, renderebbe molto più difficile tradurre in fatti la consueta spinta alla proroga che da sempre accompagna il calendario dei bilanci comunali. Il tema è ancora aperto, anche perché la legge di bilancio deve superare prima di tutto la nuova griglia che non permette di inserire norme «ordinamentali», e quindi occorrerà aspettare le valutazioni della commissione Bilancio della Camera. In ogni caso, la regola entrata nel cantiere della manovra conferma l' indirizzo politico del governo di portare le scadenze dei documenti contabili locali al loro ritmo fisiologico, cioè alla data del 31 dicembre dell' anno precedente scritta nel Tuel ma mai rispettata. Nella stessa linea si colloca un' altra misura ipotizzata in questi giorni, che riserverebbe a chi approva il preventivo entro il 31 gennaio la possibilità di far transitare nel fondo pluriennale vincolato del prossimo anno le risorse già stanziate nel 2016 e collegate a progetti esecutivi anche se non ancora arrivati alla gara (si veda del 16 ottobre). Per centrare l' obiettivo occorre però una doppia accelerazione. La prima riguarda la definizione del quadro strutturale delle regole, ed è stata avviata con la ridefinizione dei fabbisogni standard e delle capacità fiscali approvate giovedì scorso dalla Conferenza unificata. In quella sede l' Anci ha chiesto di arricchire il nuovo sistema con una serie di clausole per evitare «distorsioni» e scostamenti di risorse troppo bruschi da un anno all' altro. Sul punto, alla Ragioneria si lavora su un' ipotesi di «deviazione standard», che fissi un tetto massimo alle variazioni annuali, e anche questo aspetto potrebbe essere definito in manovra. Proprio sulle novità della manovra serve la seconda accelerazione, per evitare i complicati confronti attuativi che hanno caratterizzato tante leggi di stabilità. Il capitolo più delicato in arrivo è quello relativo agli investimenti, che poggia su un doppio intervento. Il primo è la replica del «bonus» sul fondo pluriennale, cioè della possibilità di calcolarne una quota nelle entrate utili per raggiungere il pareggio di bilancio. Nel 2016 la somma è stata di 660 milioni, ma tra verifiche dell' Economia sull' effettivo collegamento di queste somme agli investimenti e problemi Continua > 20

23 Pagina 30 < Segue generali di copertura è prevedibile che nel 2017 il bonus sia più contenuto. L' altro intervento in arrivo, annunciato dal premier Renzi all' assemblea nazionale Anci di Bari, riguarda lo sblocco di una parte degli avanzi che potranno essere utilizzati per i programmi di investimento. Questi due aspetti si chiariranno con la manovra, mentre appare più fluida la situazione della spesa corrente. Da questo punto di vista, la legge di bilancio dovrebbe mettere in circolo un fondo (si è parlato di 3 miliardi) che però solo successivamente andrà diviso fra Regioni, Province, Città metropolitane e Comuni. Da questo fondo gli enti locali attendono la conferma del Fondo Tasi (nel 2016 è stato di 390 milioni e ha interessato enti) e l' avvio dei rimborsi sugli arretrati per le spese di giustizia, oltre ad alcune regolazioni dei tagli compensativi Ici/Imu. Più complicata la situazione di Province e Città metropolitane, perché nel loro caso l' intervento del fondo sarà chiamato ad attenuare i tagli aggiuntivi già in calendario che rischiano, senza correttivi, di far saltare i conti in molti enti. Per loro, però, la prospettiva di approvazione dei bilanci a inizio anno appare comunque utopistica. gianni.trovati@ilsole24ore.com RIPRODUZIONE RISERVATA. GIANNI TROVATI 21

24 Pagina 30 Dup. La nota di aggiornamento Programmi in bilico fra regole in vigore e novità in arrivo Tempi stretti per i servizi finanziari degli enti, impegnati nel chiudere la programmazione politica e operativa per il prossimo triennio, nel rispetto della legislazione vigente. Lo schema di documento unico di programmazione, presentato dalla giunta al consiglio entro lo scorso 31 luglio, può essere modificato e integrato entro il 15 novembre con la nota di aggiornamento, da redigere in caso di modifiche normative o di variazioni del contesto economico e sociale. Entro il 15 novembre, contestualmente all' eventuale nota di aggiornamento al Dup, la giunta deve presentare anche lo schema di bilancio di previsione per il prossimo triennio, completo di allegati (alcuni dei quali nuovi come il piano degli indicatori e dei risultati attesi) per la definitiva approvazione da parte del consiglio entro il 31 dicembre. Il parere dell' organo di revisione, dopo le novità apportate dal Dl 113/2016, deve essere acquisito dopo l' approvazione dei documenti in giunta. Sul fronte delle entrate tributarie, sembra scontata la proroga del blocco delle aliquote; si discute di una possibile "liberazione" dell' imposta di soggiorno, almeno per i Comuni che non l' hanno ancora istituita, ma la partita è aperta e non può influire sulla programmazione. Fuori dal blocco rimangono la Tari e gli aumenti disposti dagli enti locali in stato di dissesto o predissesto, oltre alle tariffe di natura patrimoniale come il canone di occupazione spazi ed aree pubbliche. Sul fronte delle risorse trasferite dallo Stato non sono previsti ad oggi tagli strutturali ai fondi assegnati ai Comuni. Va ricordato comunque che le risorse che saranno attribuite ad ogni ente nel prossimo triennio cambieranno rispetto all' anno precedente a causa delle modifiche al meccanismo redistributivo, per il quale è maggiore la quota attribuita sulla base della differenza fra capacità fiscali e fabbisogni standard (40% nel 2017 e 55% nel 2018, contro il 30% del 2016). Per questa ragione, il governo punta ad accelerare con la pubblicazione dei dati definitivi, con l' obiettivo di renderli disponibili entro fine anno in vista del termine per i preventivi che sarà fissato al 28 febbraio. Ancora in discussione il contributo ai Comuni di 390 milioni a titolo di ristoro del minor gettito Imu/Tasi. In base all' articolo 9 ter del Dl 113/2016, per gli anni 2017 e 2018 potrà essere previsto in bilancio il contributo relativo alle penali sostenute a seguito dell' estinzione anticipata, totale o anche parziale, dei mutui e dei prestiti obbligazionari. Inoltre, solo per il 2017 si potrà prevedere il 100% delle entrate Continua > 22

25 Pagina 30 < Segue derivanti da compartecipazione al gettito da lotta all' evasione dei tributi statali. Fra le ulteriori risorse divenute strutturali, anche l' assegnazione di 75,7 milioni (Dl 102/2013) relativa alle riduzioni/abolizioni dell' Imu (assimilazione cooperativa a proprietà indivisa, alloggi sociali, comparto sicurezza, esenzione fabbricati merce) e il ristoro di 110,7 milioni per le riduzioni connesse all' abolizione dell' Imu su fabbricati rurali strumentali (ad esclusione della quota riconducibile ai fabbricati «D10» già assegnati allo Stato) e alla riduzione del moltiplicatore (da 110 a 75) per i terreni posseduti e condotti da agricoltori professionali iscritti alla previdenza agricola. Solo per il 2017 l' equilibrio corrente può essere raggiunto attraverso l' utilizzo del 100% dei proventi per oneri concessori e delle sanzioni edilizie per il finanziamento della manutenzione ordinaria del verde, delle strade e del patrimonio comunale, nonché per spese di progettazione di opere pubbliche (comma 737 della legge di stabilità 2016). In termini di liquidità, non opera più la deroga vigente fino al 2016, per cui potrà essere prevista l' anticipazione di tesoreria entro il limite massimo ordinario fissato dall' articolo 222 del Tuel nei tre dodicesimi delle entrate correnti accertate nel penultimo esercizio precedente (per il 2017 si dovrà fare quindi riferimento alle entrate accertate nel 2015). RIPRODUZIONE RISERVATA. A.GU.P.RUF 23

26 Pagina 30 Consiglio di Stato. Firma elettronica da fissare prima dei termini per la partecipazione Appalti, nelle gare telematiche niente deroghe alle procedure La firma digitale rappresenta l' elemento di certezza del firmatario dell' offerta nelle gare interamente gestite telematicamente, che prevedono una serie di attività in sequenza volte a garantire la sicurezza delle fasi di invio e di ricezione dei documenti. Con la sentenza 4050/2016 il Consiglio di Stato evidenzia l' importanza delle operazioni che devono essere sviluppare dagli operatori economici nelle procedure nei mercati elettronici e su altre piattaforme informatiche. La pronuncia evidenzia come ciò che caratterizza le gare telematiche rispetto a una tradizionale gara d' appalto sia l' utilizzo di una piattaforma on line di e procurement e di strumenti di comunicazione digitali (firma digitale e Pec), che di fatto rendono l' iter più efficiente, veloce e sicuro rispetto a quello tradizionale, basato sull' invio cartaceo della documentazione e delle offerte. Le fasi di gara seguono una successione temporale che offre garanzia di corretta partecipazione, inviolabilità e segretezza delle offerte: la firma digitale garantisce infatti la certezza del firmatario dell' offerta e la marcatura temporale (prevista in varie piattaforme telematiche) ne garantisce la data certa di firma e l' univocità della stessa. Il Consiglio di Stato rileva che attraverso l' apposizione della firma, da effettuare inderogabilmente prima del termine fissato per la partecipazione, e la trasmissione delle offerte esclusivamente durante la successiva fase di finestra temporale, si garantisce la corretta partecipazione e inviolabilità delle offerte. I sistemi provvedono, infatti, alla verifica della validità dei certificati e della data e ora di marcatura: l' affidabilità degli algoritmi di firma digitale garantiscono la sicurezza delle fasi di invio e di ricezione delle offerte in busta chiusa. Nella sentenza si pone in rilievo un aspetto peculiare: nella gara telematica la conservazione dell' offerta è affidata allo stesso concorrente, garantendo che questa non venga, nelle more, modificata proprio attraverso l' imposizione dell' obbligo di firma nel termine fissato per la presentazione delle offerte. La firma digitale (e l' eventuale marcatura temporale) corrispondono quindi alla chiusura della busta nella procedura tradizionale, mentre Alla chiusura del periodo di upload, le offerte sono disponibili nel sistema in forma "chiusa": al momento della loro apertura mediante le funzionalità del sistema, lo stesso redige in automatico la graduatoria, tenendo conto anche dei punteggi tecnici attribuiti dalla Continua > 24

27 Pagina 30 < Segue commissione giudicatrice. Proprio l' intervento dell' organo valutatore nelle procedure con l' offerta economicamente più vantaggiosa è uno dei profili di maggiore complessità, in quanto si sviluppa offline e si traduce nel riversamento dei punteggi attribuiti nella procedura telematica. Molte piattaforme si stanno evolvendo, con la definizione di funzioni che consentono di registrare le attività della commissione, come quelle di recente introdotte nel Mepa. L' importanza dell' utilizzo delle procedure telematiche è sancita non solo dall' obbligo di utilizzo per l' acquisizione di beni e servizi di valore inferiore alla soglia comunitaria stabilito dall' articolo 1, comma 450 della legge 296/2006, ma anche dal rafforzamento determinato dal comma 2 dell' articolo 37 del nuovo Codice dei contratti, che lo individua come strumento necessario per le stazioni appaltanti per operare entro la fascia di valore tra 40mila euro e le soglie comunitarie (e un milione di euro per i lavori di manutenzione ordinaria). Qualora, infatti, l' amministrazione non avesse modo di utilizzare il mercato elettronico o la piattaforma telematica, dovrebbe rivolgersi a una centrale di committenza (obbligo per i Comuni capoluogo) o sviluppare una procedura ordinaria, a evidenza pubblica. RIPRODUZIONE RISERVATA. ALBERTO BARBIERO 25

28 Pagina 30 I vincoli. In arrivo sanzioni proporzionali alla differenza fra l' obiettivo del pareggio di bilancio e il saldo effettivamente realizzato Recuperi triennali per gli sforamenti Le incertezze maggiori nella predisposizione del bilancio sono quelle collegate al rispetto del pareggio di bilancio ed alle spese finanziate con il ricorso al debito e all' utilizzo dell' avanzo di amministrazione, dopo le novità definite con la legge 164/2016 che ha riformato la 243 del Ai fini del rispetto del pareggio di bilancio per gli anni 2017/2019, il fondo pluriennale vincolato di entrata e di uscita potrà essere conteggiato nel saldo rilevante compatibilmente con gli obiettivi di finanza pubblica su base triennale. Nel 2016, l' inclusione del Fondo pluriennale vincolato nei saldi di finanza pubblica ha comportato un finanziamento di 660 milioni di euro. Per il prossimo triennio si prospetta una ripetizione del meccanismo, ma la cifra in discussione è più ridotta e comunque destinata a rimanere incerta fino all' approvazione definitiva della legge di bilancio. Solo dal 2020 il Fondo pluriennale vincolato entrerà a regime tra le voci rilevanti concorrendo definitivamente al rispetto degli obiettivi di finanza pubblica, a condizione però che derivi da entrate finali (eccetto quindi quelle le entrate che derivano da indebitamento e l' avanzo di amministrazione). Di rilievo anche il nuovo meccanismo di premi e sanzioni che poggia sul recupero triennale a quote costanti dell' eventuale sforamento e sull' incentivo premiale per gli enti che rispettano i vincoli. La legislazione statale che disciplinerà premi e sanzioni dovrà seguire criteri di proporzionalità tra premi e sanzioni e tra sanzioni e sforamenti, e dovrà distribuire gli effetti finanziari all' interno dello stesso comparto di riferimento. Dopo le modifiche introdotte dalla legge 164/2016 gli enti potranno da subito preventivare le operazioni di indebitamento e gli importi di investimenti finanziati con l' utilizzo dei risultati di amministrazione nei limiti consentiti dal proprio saldo di finanza pubblica. Le spese legate a mutui e applicazione di avanzo i cui importi eccedono il saldo del singolo ente potranno essere invece effettuate sulla base di intese regionali o, in subordine, dei patti di solidarietà nazionali. Con le intese regionali gli enti avranno la possibilità durante l' esercizio 2017 di rendere flessibili i vincoli, nel rispetto del saldo complessivo degli enti territoriali e della regione. Secondo le prime anticipazioni delle regole in corso di definizione (per i contenuti del decreto attuativo in corso di predisposizione si veda di giovedì scorso, 20 ottobre), l' assegnazione degli Continua > 26

29 Pagina 30 < Segue spazi dovrà tener conto prioritariamente dei Comuni con popolazione inferiore ai mille abitanti. Sono inoltre elementi di preferenza la disponibilità di progetti esecutivi, la maggiore incidenza del fondo cassa rispetto alla quota vincolata agli investimenti del risultato di amministrazione e alla quota libera destinata a investimenti. I patti di solidarietà nazionale, infine, avranno la funzione di soddisfare le richieste non accolte nelle intese regionali. RIPRODUZIONE RISERVATA. ANNA GUIDUCCIPATRIZIA RUFFINI 27

30 Pagina 30 Entro dicembre Società, governance «blindata» dagli statuti È tempo di modifiche statutarie per le società controllo pubblico. In base all' articolo 26, comma 1 del nuovo testo unico (Dlgs 175/2016) gli statuti dovranno essere adeguati alle disposizioni della riforma entro il 31 dicembre L' unica eccezione (articolo 17) è per le società miste, che avranno tempo fino al 31 dicembre 2017, anche se questo non le esime dal dover introdurre le altre previsioni di legge, ove siano controllate da pubbliche amministrazioni. Si deve notare che il legislatore, in molti casi, usa la via dell' adeguamento statutario non per dare alla società la possibilità di scegliere tra più opzioni ma solo per sottolineare l' importanza di alcune disposizioni di legge e rendendo, per questa via, lo statuto lo strumento di una "specialità" della società pubblica. Molte modifiche, in particolare, riguardano la regolamentazione dell' organo amministrativo. Visti i termini di emanazione del Dpcm su compensi e governance (previsto dall' articolo 11, comma 3) sarà opportuno prevedere sia la possibilità di un organo monocratico sia di un Cda. Nello statuto, inoltre, occorre precisare che il Cda può attribuire deleghe di gestione a un solo amministratore, a meno che l' assemblea non autorizzi il conferimento di deleghe anche al presidente, e che la figura del vice presidente può essere prevista solo per il ruolo di sostituto del presidente in caso di assenza o impedimento e senza riconoscimento di compensi aggiuntivi (articolo 11, comma 9). Lo statuto deve poi specificare che è vietato corrispondere gettoni di presenza o premi di risultato deliberati dopo lo svolgimento dell' attività e corrispondere trattamenti di fine mandato ai componenti degli organi sociali (comma 9). Si vietano, per i dirigenti, indennità o trattamenti di fine mandato ulteriori rispetto a quelli previsti dalla legge o dalla contrattazione collettiva e di stipulare patti o accordi di non concorrenza (comma 10). Per quanto riguarda l' organo di controllo nelle Spa occorre tenere distinta la figura del collegio sindacale da quella incaricata della revisione legale. Nelle Srl si dovrà in ogni caso prevedere la presenza di un organo di controllo (articolo 3, comma 2). Rivedere l' oggetto sociale non è un obbligo, ma la riforma abroga l' articolo 13 del decreto Bersani (Dl 233/2006) e, con esso, l' esclusività per quanto riguarda i servizi strumentali, che potranno essere forniti anche da aziende di servizi pubblici locali. Per le società in house, la norma offre alcune opzioni, la più interessante delle quali è la possibilità di stipulare patti parasociali ultraquinquennali. Soprattutto, lo statuto deve «prevedere che oltre l' 80% del Continua > 28

31 Pagina 30 < Segue fatturato sia effettuato nello svolgimento dei compiti a esse affidati dall' ente pubblico o dagli enti pubblici soci e che la produzione ulteriore rispetto al suddetto limite di fatturato sia consentita solo a condizione che la stessa permetta di conseguire economie di scala o altri recuperi di efficienza sul complesso dell' attività principale della società» (articolo 16, comma 3). È importante, anche se non previsto come obbligo dal legislatore, inserire nello statuto che gli atti di indirizzo previsti dall' articolo 19, comma 5, con i quali «le amministrazioni pubbliche socie fissano, con propri provvedimenti, obiettivi specifici, annuali e pluriennali, sul complesso delle spese di funzionamento, ivi comprese quelle per il personale, delle società controllate» debbano essere approvati in assemblea dei soci. In questo modo si riesce a fare chiarezza sul fatto che queste decisioni devono trovare un percorso societario, cosa tanto più necessaria nelle aziende con più soci. RIPRODUZIONE RISERVATA. STEFANO POZZOLI 29

32 Pagina 16 Italia Oggi Sette Sentenza del Tar Lazio che ha annullato una gara Consip per i servizi di vigilanza Appalti senza discriminazioni No ai bandi che avvantaggiano sono i grandi gruppi Stop alle gare d' appalto solo per i grandi gruppi grazie al nuovo codice dei contratti pubblici. Con l' entrata in vigore del decreto legislativo 50/2016, infatti, la necessità di garantire la libera concorrenza fra le imprese è divenuta il «baricentro del sistema» delle procedure a evidenza pubblica. E la regola vale anche per la centrale di committenza che pure ha il compito di garantire economie di scala negli acquisti della pubblica amministrazione. Deve dunque essere annullato il bando della Consip per la vigilanza negli edifici pubblici che suddivide il territorio nazionale in tredici lotti, che non si rivelano ambiti ottimali: in base ai requisiti di fatturato richiesti, infatti, possono candidarsi all' affidamento d e l servizio soltanto ventiquattro imprese per lotto, mentre restano escluse tutte le altre piccole e medie imprese. È quanto emerge dalla sentenza 9441/16, pubblicata dalla seconda sezione del Tar Lazio. Accolto il ricorso l' istituto di vigilanza che rischia di trovarsi fuori da un appalto di fondamentale importanza strategica per il settore: vale 540 milioni di euro e può condizionare il mercato dei servizi di sicurezza per i prossimi tre anni. A dire della Consip, la gara è stata indetta rispettando i dettami della legge 488/99 che impone tagli alla spesa pubblica evitando negli acquisti della pubblica amministrazione i costi che derivano da procedure parcellizzate. È vero, nel bando per i servizi di sorveglianza degli immobili pubblici le imprese possono associarsi in raggruppamenti temporanei senza che l' impresa mandante debba essere in possesso di percentuali minime del requisito di fatturato specifico. Ma l' ingresso in una Rti o il ricorso all' avvalimento sono frutto di scelte discrezionali delle imprese interessate e non basta l' astratta possibilità di queste opzioni per garantire la partecipazione al bando anche dei più piccoli. Il punto della controversia, poi, non è tanto la soglia richiesta per partecipare alla gara, che di per sé non può ritenersi irragionevole: risulta pari al valore annualizzato del massimale del lotto per il quale si presenta l' offerta. Il fatto è, invece, che così come sono strutturati i lotti l' offerta può essere presentata soltanto dai big player del mercato e ciò impedisce alle imprese più piccole di incrementare le proprie qualificazioni e professionalità; il tutto mentre con l' entrata in vigore del nuovo codice degli appalti la funzione proconcorrenziale delle regole di evidenza pubblica ha assunto ancora maggiore rilievo, senza in alcun Continua > 30

33 Pagina 16 < Segue Italia Oggi Sette modo ledere l' interesse dell' amministrazione alla scelta del miglior contraente. All' esigenza di tutelare gli interessi pubblici si è infatti aggiunta negli anni la necessità di evitare la discriminazione fra le imprese, sotto la spinta dei principi e delle direttive eurounitarie. La concentrazione del bando, nella specie, risulta estrema mentre dovrebbe invece essere bilanciata da una ripartizione in lotti tale da favorire condizioni di efficienza del mercato dal punto di vista dell' offerta. Insomma: bisognerebbe far crescere le piccole imprese, e non escluderle. E l' individuazione di un ambito ottimale, specie in una gara d' appalto pesante, impone un' istruttoria adeguata e l' obbligo di una motivazione articolata. Se non è garantita la libera competizione sul mercato si configura la violazione del nuovo codice degli appalti perché la concorrenza ne è «il centro di gravità». Spese del giudizio compensate per la complessità e la novità delle questioni. Novella decisiva. E negli ultimi giorni è sopraggiunta un' altra pronuncia dei giudici amministrativi a favore della libera competizione sul mercato degli appalti pubblici. Non si può impedire alle piccole e medie imprese di accreditarsi a Spid, il servizio pubblico di identificazione che dà a ogni cittadino il suo pin per interagire con gli enti pubblici e dunque pagare il bollo auto, cambiare il medico di base o verificare la propria situazione contributiva per la pensione. Arriva, infatti, un nuovo stop per il regolamento varato a suo tempo dall' Agenzia per l' Italia digitale. E ciò perché risultano ingiustificati i paletti posti per la partecipazione al bando su capitale sociale minimo e polizze assicurative. È quanto emerge dalla sentenza 10214/16, pubblicata il 13 ottobre dalla terza sezione del Tar Lazio, che si innesta sulla falsariga di un provvedimento pronunciato nel Accolto di nuovo il ricorso proposto da Assoprovider e Assintel Confcommercio, le associazioni che riuniscono gli operatori del settore. Non c' è ragione né normativa superiore che imponga la previsione di un capitale minimo per la partecipazione pari a 5 milioni di euro: il paletto posto per l' accreditamento non risulta richiesto per gli operatori pubblici e ha l' effetto di distorcere il mercato, ostacolando la concorrenza nel comparto. Sproporzionati anche gli importi per le polizze assicurative disposte: non sono commisurati ai rischi di danni a terzi connessi allo svolgimento dell' attività digitale che risultano già coperti dalla disciplina di settore: pesa in ultimo l' articolo 25 del decreto legislativo 179/16, di modifica dell' articolo 29, comma 3 del decreto legislativo 82/2005, che introduce per l' avvenire significativi elementi di flessibilità. Anche in questo caso le spese di giudizio sono compensate. DARIO FERRARA 31

34 Pagina 28 Italia Oggi Sette Occupazioni d' urgenza, Ici dovuta al comune Se il comune occupa un terreno, con decreto di occupazione d' urgenza, lo stesso comune è legittimato a richiedere al proprietario il pagamento dell' imposta comunale. L' occupazione, infatti, ha carattere coattivo e non priva il proprietario del possesso dell' immobile poiché il bene, sino a esproprio o ablazione, continua ad appartenere a costui, qualificandosi l' occupante quale un mero detentore. L' imposta, dunque, continua a gravare sul proprietario. È quanto si legge nell' ordinanza n /16 della Corte di cassazione, con cui è stato rigettato il ricorso proposto dal contribuente contro una sentenza della Ctr di Napoli, favorevole all' amministrazione comunale. Un comune della provincia campana aveva emesso un provvedimento di occupazione d' urgenza, in relazione a un terreno soggetto successivamente a procedura d' esproprio. L' occupazione d' urgenza è l' istituto in base a cui l' amministrazione ha la possibilità di anticipare gli effetti di un procedimento d' espropriazione per pubblica utilità: ciò allo scopo di ottenere subito la disponibilità dell' area, senza attendere i tempi, di solito abbastanza lunghi, della procedura di espropriazione. In relazione a quello stesso terreno occupato, il comune (occupante) richiedeva il pagamento dell' Ici per gli anni dal 2005 al Contro tale provvedimento, il contribuente proponeva ricorso in Commissione tributaria, ma gli esiti dei giudizi di merito lo vedevano soccombente sia in primo che in secondo grado. La decisione è stata confermata dalla Cassazione, a cui si era rivolto, in ultima istanza, il contribuente. L' occupazione d' urgenza, per il suo carattere coattivo, non priva il proprietario del possesso dell' immobile in quanto il bene, finché non interviene il decreto di esproprio o comunque l' ablazione, continua ad appartenere a lui, tanto che per tal motivo gli si riconosce un' indennità per l' occupazione, mentre nell' occupante, che riconosce la proprietà in capo all' espropriando, manca «l' animus rem sibi habendi», onde lo stesso è un mero detentore In definitiva, il proprietario (rimasto possessore) è da ritenersi soggetto passivo dell' Ici, anche se l' immobile è detenuto da terzi. Oltre all' occupazione del terreno e al pagamento dell' Ici, il contribuente è stato anche condannato al versamento dell' ulteriore importo a titolo di contributo unificato, pari a quello dovuto per il ricorso, ai sensi dell' articolo 13 del dpr 115/2002. Nicola Fuoco () Con il primo motivo si deduce, ex art. 360, I comma, n. 3 c.p.c. la violazione dell' art. del dlgs 504 del 1992, dell' art c.c. nonché dell' art. 22 bis del dpr n. 327/2001, laddove la Commissione regionale aveva ritenuto il contribuente tenuto alla dichiarazione Ici, malgrado lo stesso Continua > 32

35 Pagina 28 < Segue Italia Oggi Sette fosse stato, sin dall' anno 2004, privato del possesso e della disponibilità del proprio appezzamento di terreno, a seguito dell' occupazione di urgenza disposta dallo stesso comune. La censura è infondata essendo, all' uopo, sufficiente richiamare il consolidato orientamento di questa Corte (al quale si è espressamente riportato il giudice di appello) secondo cui, in tema di espropriazioni, l' occupazione d' urgenza, per il suo carattere coattivo, non priva il proprietario del possesso dell' immobile in quanto il bene, finché non interviene il decreto di esproprio o comunque l' ablazione, continua ad appartenere a lui, tanto che per tal motivo gli si riconosce un' indennità per l' occupazione, mentre nell' occupante, che riconosce la proprietà in capo all' espropriando, manca «l' animus rem sibi habendi», onde lo stesso è un mero detentore. Ne consegue che il proprietario è soggetto passivo dell' Ici ed è, quindi, obbligato a presentare la relativa dichiarazione, anche se l' immobile è detenuto da terzi (Cass. n /2007; id. n. 4753/2010). Con il secondo motivo, rubricato art. 360, cpc 3 in redazione all' art all' art.111, al giudicato esterno relativo agli immobili della coniuge comproprietaria formatosi con decisioni n. 523 Cfr Salerno, sez. 8, del 17/12/2012 e n Ctr Napoli sez. n. 12, del 24/10/2014, il ricorrente deduce come la sentenza impugnata si ponga in contrasto con il giudicato esterno, formatosi in relazione ai giudizi promossi, per la stessa annualità, dal coniuge comproprietario (). Il motivo non è meritevole di accoglimento alla luce del consolidato principio per cui in terna di giudicato, qualora due giudizi facciano riferimento a uno stesso rapporto giuridico e uno dei due si sia concluso con sentenza definitiva, il principio, secondo il quale l' accertamento così compiuto in ordine alla situazione giuridica ovvero alla soluzione di questioni di fatto e di diritto relative a un punto fondamentale comune a entrambe le cause preclude il riesame dello stesso punto, non trova applicazione allorché tra i due giudizi non vi sia identità di parti, essendo l' efficacia soggettiva del giudicato circoscritta, ai sensi dell' art cod. civ., ai soggetti posti in condizione di intervenire nel processo (cfr. ex multis, di recente, Cass. n. 3187/2015). 33

36 Pagina 35 Italia Oggi Sette Le principali novità del Dpcm, pubblicato in G.U., con le linee guida per l' Authority Distacchi ai morosi. Non a tutti Servizio idrico garantito per chi è in stato di disagio Vietato privare dell' acqua i soggetti che si trovano in situazioni di difficoltà economicosociale. Sono 50 i litri giornalieri ai quali si ha comunque diritto anche se non si è in regola con i pagamenti. In tutti gli altri casi di morosità il distacco del servizio idrico sarà comunque possibile soltanto superata una certa soglia di debito. Sono queste le principali novità contenute nel decreto del presidente del consiglio dei ministri del 29 agosto 2016, pubblicato sulla G.U. n. 241 dello scorso 14 ottobre 2016, che tuttavia non sembrano essere direttamente applicabili agli edifici condominali. Il contenimento della morosità nel servizio idrico integrato. Negli ultimi anni, anche a causa della grave crisi economica, si è fatta sempre più pressante l' esigenza di individuare una soluzione in grado di contemperare le opposte esigenze delle imprese fornitrici del servizio idrico, chiamate a fare i conti con continue e diffuse situazioni di morosità, e degli utenti, spesso richiesti di pagare in tempi stretti elevati importi a conguaglio o non più in grado di rientrare da debiti pregressi. Il più delle volte la reazione dell' impresa fornitrice al mancato e reiterato pagamento delle fatture è quella di interrompere l' erogazione dell' acqua al soggetto moroso. Tuttavia questo tipo di decisioni, per quanto legittime a livello del singolo inadempimento contrattuale, vanno necessariamente ripensate a livello collettivo e di sistema, perché possono comportare una serie di importanti ripercussioni in tema di tutela della salute e delle esigenze alimentari e igienico sanitarie, da un lato, di salvaguardia della risorsa idrica e della necessità di copertura dei costi del servizio a garanzia dell' equilibrio economicofinanziario della gestione, dall' altro. La questione è attualmente anche in discussione al Senato, presso il quale pende l' esame di uno specifico disegno di legge, e una prima soluzione è stata anticipata con il Dpcm in esame, adottato su proposta del ministro dell' ambiente, di concerto con il ministro dello sviluppo economico. Si è quindi in primo luogo deciso di diversificare il trattamento delle situazioni di morosità a seconda delle tipologie di utenza (domestiche residenziali, seconde case, commerciali) e di salvaguardare in ogni caso i soggetti che si trovino in condizioni socio economiche disagiate. Per questi ultimi, tenuto conto di quanto indicato dall' Organizzazione mondiale della sanità, si è quindi stabilito un minimo vitale Continua > 34

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