UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA
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1 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA FACOLTÀ DI SCIENZE STATISTICHE CORSO DI LAUREA IN STATISTICA E GESTIONE DELLE IMPRESE Tesi di laurea Effetti deflazionistici di uno shock di politica monetaria: il ruolo degli indicatori di ciclo economico Relatore: Dott. EFREM CASTELNUOVO Laureanda: MARTINA TABORELLI Matricola: GEI Anno Accademico 2008/2009
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3 INDICE Introduzione...pag. 5 Dati...pag. 9 Modelli in analisi pag. 13 Stima dei modelli... pag. 21 Modello con logaritmo del PIL reale..pag. 23 Modello con output-gap...pag. 28 Modello con logaritmo del PIL reale rispetto ad un trend lineare..pag. 32 Modello con logaritmo del PIL reale rispetto ad un trend quadratico...pag. 36 Modello con utilizzazione della capacità totale..pag. 40 Modello con tasso di disoccupazione.pag. 44 Modello con tasso di disoccupazione rispetto al filtro H-P....pag. 48 Confronto tra i modelli...pag. 53 Conclusioni...pag. 55 Bibliografia pag. 57 3
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5 INTRODUZIONE L'obiettivo di questo lavoro è quello di stimare gli effetti di un monetary policy shock sull'inflazione e quindi analizzare l andamento del livello generale dei prezzi e verificarne le differenze in funzione di differenti indicatori di ciclo economico. Tali effetti infatti dipendono dalla misurazione del ciclo economico, pertanto il risultato di quello che è l impatto della politica monetaria sull inflazione resta incerto per via dei diversi indicatori di ciclo economico a disposizione dell econometrico. Il ciclo economico è l'alternanza di fasi caratterizzate da una diversa intensità dell attività economica di un Paese o di un gruppo di Paesi economicamente collegati. Nei cicli economici vengono individuate le seguenti fasi: fase di espansione, che a sua volta si distingue in due fasi: fase di ripresa, in cui l'investimento privato inizia a crescere; fase di prosperità, nella quale investimenti e consumi crescono rapidamente. fase di contrazione, anch'essa si differenzia in due fasi: della recessione, in cui la crescita dell'economia rallenta; della depressione, nella quale la crescita economica ristagna. I principali indicatori che causano il variare del ciclo economico sono il PIL e l'occupazione, i quali crescono nelle fasi di espansione e diminuiscono nelle fasi di contrazione. La fase di espansione trova il suo limite nel raggiungimento del valore del PIL potenziale, che misura la massima capacità produttiva complessiva di un Paese; quando il PIL effettivo coincide con il PIL potenziale si ha la piena occupazione dei fattori produttivi. 5
6 Le teorie del ciclo economico analizzano i cicli al fine di individuare strumenti capaci di prolungare il più possibile le fasi di espansione e ridurre quelle di contrazione. Tra le diverse possibili cause del fenomeno dell'inflazione, definito come l'incremento generalizzato e continuativo del livello dei prezzi nel tempo, l'aumento dell'offerta di moneta superiore alla domanda, che stimola la domanda di beni e servizi e gli investimenti, è unanimamente considerata dagli economisti una causa dell'aumento dei prezzi nel lungo periodo. Altre cause sono l'aumento dei prezzi dei beni importati, l'aumento del costo dei fattori produttivi e dei beni intermedi, in seguito all'aumento della domanda o per altre ragioni. Nell'ambito dell'aumento del costo dei fattori produttivi, è significativo il ruolo svolto dall'aumento del costo del lavoro. Il costo del lavoro aumenta sotto la spinta della domanda, ma anche in seguito alle rivendicazioni salariali, a meccanismi automatici o semiautomatici di adeguamento di salari e stipendi, a precedenti aumenti dei prezzi e al rinnovo dei contratti di lavoro. Qualora si verifichi invece una diminuzione del livello generale dei prezzi si parla di deflazione. La deflazione deriva dalla debolezza della domanda di beni e servizi. Le imprese, non riuscendo a vendere a determinati prezzi parte dei beni e servizi, cercano di collocarli a prezzi inferiori.la riduzione dei prezzi si ripercuote per le imprese sui ricavi, anch'essi generalmente in calo. Ne deriva il tentativo da parte delle imprese di ridurre i costi, attraverso la diminuzione dei costi per l'acquisto di beni e servizi da altre imprese, del costo del lavoro e tramite un minor ricorso al credito. Gli effetti negativi della deflazione tendono quindi a diffondersi nell'economia, provocando una situazione di depressione economica. Tra le principali cause di deflazione vi sono la scarsità di moneta e la caduta della domanda aggregata. 6
7 Le analisi di questo elaborato sono state effettuate tramite l utilizzo di particolari modelli previsivi definiti vector autoregressions (VARs). Per questo motivo come documento di riferimento per lo studio è stato utilizzato l'articolo tratto dal Journal of Economic Perspectives di James H. Stock e Mark W. Watson intitolato "Vector Autoregressions". In tale documento, i due autori, tramite l utilizzo di diversi modelli VAR trivariati si sono proposti di dare risposta a domande di interesse come per esempio studiare gli effetti di uno shock del tasso d interesse sull inflazione. I modelli in questione utilizzano dati provenienti da serie trimestrali degli Stati Uniti su: Tasso di inflazione ( t ) Tasso di disoccupazione (u t ) Tasso d interesse (R t ) In seguito verranno spiegate la metodologia VAR e le sue applicazioni. 7
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9 DATI Per l'analisi sono stati utilizzati dati relativi a serie trimestrali la cui area geografica è circoscritta agli USA. Per ciascuna serie viene riportata sia la fonte che la serie temporale originaria anche se per ottenere un range temporale omogeneo a livello trimestrale sono state effettuate opportune trasformazioni. I dati sono relativi a due campioni: il primo campione va dal primo trimestre 1967 al secondo trimestre 1979, il secondo dal quarto trimestre 1982 al secondo trimestre I due campioni sono stati così scelti al fine di controllare gli effetti del cambiamento di politica monetaria sistematica occorsa negli Stati Uniti nel terzo trimestre del 1979 con l avvento di Paul Volcker, economista che ha usato aggregati monetari al fine di ridurre l inflazione fino alla fine del 1982, per poi tornare ad un targeting del tasso di interesse nominale. Ciò che ci si propone di studiare in questo elaborato è la stima degli effetti di uno shock di politica monetaria restrittiva sull'inflazione. Pertanto quello che ci si aspetta è che, attraverso l'aumento dei tassi di interesse, si riduca l'offerta di moneta e quindi si renda meno conveniente investire e produrre. L'obiettivo è quello di ridurre l'inflazione, o far calare il disavanzo pubblico, facendo rallentare la crescita dell'economia. L analisi è stata eseguita in funzione di sette diversi indicatori di ciclo economico per entrambi i campioni. Per questo motivo sono stati utilizzati modelli VAR trivariati con : [inflazione, indicatore ciclo economico, tasso d interesse nominale]. 9
10 Le variabili d'interesse sono costituite da serie storiche relative a: inflazione (GDPDEF), a frequenza trimestrale (fonte:u.s. Department of Commerce: Bureau of Economic Analysis) tasso d'interesse nominale (FEDFUNDS), a frequenza mensile (fonte:board of Governors of the Federal Reserve System) log Real Gross Domestic Product (GDPC1), a frequenza trimestrale (fonte:u.s. Department of Commerce: Bureau of Economic Analysis) log Real Potential Gross Domestic Product (GDPPOT), a frequenza trimestrale (fonte:u.s. Congress: Congressional Budget Office) utilizzazione della capacità totale (TCU), a frequenza mensile (fonte:board of Governors of the Federal Reserve System) tasso di disoccupazione (UNRATE), a frequenza mensile (fonte:u.s. Department of Labor: Bureau of Labor Statistics) 10
11 Se in tutti i modelli costituiti da tre variabili sono state inserite le varibili dell'inflazione e del tasso d'interesse nominale, per quanto riguarda gli indicatori di ciclo economico sono stati usati alternativamente: - log real GDP percentualizzato (LOGGDPPERC) - differenza tra log GDP e log potenziale percentualizzata (DIFF) - log real GDP in deviazione percentualizzata rispetto ad un trend lineare (GAPLIN) - log real GDP in deviazione percentualizzata rispetto ad un trend quadratico (GAPQUADR) - utilizzazione della capacità totale (TCU) - tasso di disoccupazione (UNRATE) - tasso di disoccupazione in deviazione rispetto al filtro HP (UNRATEHP) 11
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13 MODELLI IN ANALISI La metodologia VAR Un modello VAR, o Vector Autoregression, è un sistema di equazioni similtanee nella forma: dove, per un VAR(p), è un polinomio matriciale di ordine p nell'operatore ritardo (ossia, l'operatore tale che ); è un vettore di variabili nella forma: e è un vettore conforme di disturbi stocastici tali che e,. Si osservi che gli elementi del vettore non sono necessariamente incorrelati, ossia in generale per elementi di indicizzati da, con ; per contro, per ipotesi nessuna delle componenti del vettore esibisce correlazione seriale, ossia, per ogni i, per ogni. I modelli VAR sono stati introdotti da Christopher Sims in uno storico articolo pubblicato su Econometrica nel 1980, che proponeva una critica dei modelli strutturali di equazioni simultanee, allora il principale strumento di analisi econometria nell'ambito della macroeconomia. In particolare, i modelli VAR risultano nel complesso più semplici rispetto ai modelli strutturali, e la loro 13
14 performance in termini di capacità previsiva di variabili macroeconomiche appare migliore. Per contro, un evidente limite dei modelli VAR è che, a differenza del caso dei modelli strutturali, un'espressione come quella sopra (detta forma ridotta) non è in generale giustificabile dal punto di vista teorico. Rappresentazioni La rappresentazione di un modello VAR(p) presentata sopra è nota come forma ridotta. Esistono due ulteriori rappresentazioni, la forma strutturale e la forma finale. La forma strutturale di un modello VAR(p) è una scrittura del tipo: dove è in generale diverso dal vettore di costanti della forma ridotta, A 0 identifica le relazioni strutturali (cioè aventi una giustificazione teorica) contemporanee tra le diverse componenti di, e il vettore dei disturbi è un rumore bianco, e in particolare ha componenti tra loro incorrelate: per. Non sempre le relazioni strutturali incorporate nella matrice A 0 sono note; questa difficoltà si riflette nei problemi relativi all'identificazione del modello VAR, nonché nel calcolo delle funzioni di risposta a un impulso. In generale, inoltre, la teoria non specifica le relazioni strutturali implicite nel polinomio matriciale A(L) al secondo membro dell'espressione sopra; questo problema ha tuttavia una minore rilevanza. E possibile passare dalla forma strutturale alla forma ridotta, premoltiplicando per l'inversa della matrice A 0 : 14
15 L'espressione sopra può essere riscritta come: Da cui si ottiene la forma finale del modello VAR(p), o rappresentazione di Wold: dove è un polinomio matriciale nell'operatore di ordine infinito, e è il valore atteso non condizionato di. In altre parole, il VAR(p), processo vettoriale autoregressivo di ordine finito, è equivalente a un processo in media mobile di ordine infinito. Companion form e impulse response functions L'espressione per la forma ridotta di un modello VAR(p) può essere riscritta, accorpando p espressioni vettoriali, nella seguente forma, nota come companion form: dove denota la matrice identità. Si adotti ora per la companion form la notazione: dove, ed essendo, si ha:, dove è la matrice varianze-covarianze dei disturbi e denota il prodotto di Kronecker. In 15
16 questo modo è possibile trattare le (complicate) espressioni di un VAR di arbitrario ordine p come un'espressione di ordine 1, sulla base della companion form. Si consideri ora il problema di determinare l'effetto nel tempo di uno shock strutturale, ossia uno shock proveniente da uno dei disturbi strutturali u t, sulle variabili del sistema; si supponga per il momento nota la matrice che propaga gli shock al sistema. Dall'espressione sopra è chiaro che all'istante t si avrà: All'istante t + 1 si avrà: Iterando, in generale si avrà: Ma considerando la relazione tra la forma ridotta del modello VAR e la companion form, si ha che l'effetto di uno shock strutturale, ossia in una delle componenti del vettore u t, dopo k periodi, sarà descritto per ciascuna variabile del sistema tramite il prodotto tra il vettore degli shock: e il blocco di dimensioni in alto a sinistra nella matrice. Il valore di tale effetto, per diversi valori di k, è detto impulse response function (o IRF). È comune in letteratura riportare illustrate non solo le IRF, ma anche le IRF cumulate, date dalla somma dei valori della IRF per una serie di indici temporali; com'è facile 16
17 intuire, le IRF cumulate indicano l'effetto cumulato di uno shock strutturale sulla/e serie di interesse. Il problema dell'identificazione e i VAR strutturali Si consideri un modello VAR in forma ridotta; dalla relazione tra quest'ultima e la forma strutturale si ha: Sia per semplicità di notazione. Dall'espressione sopra segue che: dove, per le ipotesi sulla distribuzione del vettore di disturbi strutturali u t, è una matrice diagonale. Nel caso di un VAR con 3 variabili, si avrà, in particolare: dove la matrice è stata opportunamente normalizzata. Si hanno dunque 9 parametri distinti: 12, 13, 21, 23, 31, 32,,,, ma soltanto 6 equazioni di stima (le 3 relative alla forma ridotta del VAR, i cui parametri possono essere stimati separatamente, più quelle derivanti dall'espressione sopra). Dunque non tutti i parametri strutturali del sistema possono essere identificati. Questo è più che un problema meramente accademico, in quanto senza conoscere i coefficienti strutturali non è possibile calcolare le impulse response functions (si veda sopra), che sono l'oggetto di principale interesse di chi applica i VAR nella pratica. Una possibile soluzione è quella di ipotizzare che la matrice triangolare inferiore: sia 17
18 così che il numero di parametri da stimare si riduce a 6, e si ha esatta identificazione. Questa strategia è nota come decomposizione di Cholesky, o Cholesky causal chain. Sulla base di tale ipotesi, si possono stimare i parametri strutturali come segue: in primo luogo, si osserva che i residui delle equazioni della forma ridotta sono stime consistenti dei disturbi (si addota la convenzione per cui i simboli con denota la stima di, e così via); dunque essendo A 0 triangolare inferiore si ha: Si utilizza questa stima nella seconda equazione della forma strutturale; in particolare, è stimato tramite i residui della regressione: Ottenendo inoltre la stima del coefficiente 21. Iterando questa procedura, si stimerà tramite i residui della regressione: E così via. Le varianze degli, possono essere stimate tramite il consueto stimatore della varianza dei disturbi in una regressione lineare. L'aspetto problematico di una soluzione di questo tipo è che in genere non ci sono ragioni teoriche per cui la matrice, che incorpora una serie di relazioni strutturali (e che dunque dovrebbero avere fondamento teorico), debba avere forma triangolare inferiore. Ciononostante, nella pratica la decomposizione di Cholesky è utilizzata da numerosi software statistici, se non altro per la sua semplicità. 18
19 Un'alternativa che non sacrifica la teoria è quella di formulare un modello economico (o utilizzare un modello noto) che giustifichi una serie di restrizioni sui valori dei parametri, che possano essere utilizzate per conseguire l'identificazione del modello. Ad esempio, la teoria economica potrebbe implicare che la matrice sia simmetrica, così che, nell'esempio sopra, 21 = 12, 31 = 13 e 23 = 32 : il numero dei parametri da stimare si riduce ancora a 6, conseguendo l'esatta identificazione del modello. Questo approccio porta alla formulazione di modelli VAR strutturali 19
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21 STIMA DEI MODELLI In primo luogo è stata effettuata la scelta del numero dei ritardi da inserire nei VAR, seguita dalla stima di questi ultimi alternando i sette indicatori di ciclo economico, facendo riferimento prima ad un campione e poi all'altro. Successivamente è stata eseguita l'analisi dinamica dei modelli stessi, tramite la funzione d'impulso, ovvero la risposta dell'inflazione ad uno shock di politica monetaria e il grafico dei residui. Per tutti i modelli è stata inserita tra le variabili esogene una costante. Scelta dei Lags La scelta dell ordine dei ritardi del VAR è stata effettuata sulla base di quattro criteri: Akaike Information Criteria, la cui funzione è data da: -2l / n + 2k / n dove l indica la verosimiglianza, n il numero delle osservazioni e k il numero dei parametri. Il numero dei lag considerati risulta tanto più adeguato quanto più piccola è l Akaike. Schwarz Information Criteria, la cui funzione è data da: -2l / n + k log(n) / n dove l indica la verosimiglianza, n il numero delle osservazioni e k il numero 21
22 dei parametri. Il numero dei lag considerati risulta tanto più adeguato quanto più piccola è la Schwarz. Hannan-Quinn Information Criteria, la cui funzione è data da: -2l / n + 2k log(log(n)) / n dove l indica la verosimiglianza, n il numero delle osservazioni e k il numero dei parametri. Il numero dei lag considerati risulta tanto più adeguato quanto più piccola è la Hanna-Quinn. Likelihood Ratio, la cui funzione è data da: -2 (l k -l k+i ) con cui si confrontano i Log Likelihood (l) a due ritardi differenti. LR è distribuito come un X 2 con gradi di libertà pari al numero di restrizioni del test. 22
23 MODELLO CON LOGARITMO DEL PIL REALE Per il primo modello è stato stimato un VAR con tre variabili ordinate come segue [GDPDEF LOGGDPPERC FEDFUNDS] per studiare la risposta dell'inflazione ad uno shock di politica monetaria quando nel modello è inserito come indicatore di ciclo economico il tasso di crescita relativo percentuale. CAMPIONE 1967:1-1979:2 CRITERIO DI SELEZIONE DEL NUMERO DI RITARDI VAR Lag Order Selection Criteria Endogenous variables: GDPDEF LOGGDPPERC FEDFUNDS Exogenous variables: C Date: 10/27/08 Time: 11:15 Sample: 1967:1 1979:2 Included observations: 44 Lag LogL LR FPE AIC SC HQ NA * * * * * * indicates lag order selected by the criterion LR: sequential modified LR test statistic (each test at 5% level) FPE: Final prediction error AIC: Akaike information criterion SC: Schwarz information criterion HQ: Hannan-Quinn information criterion I risultati del test fanno propendere per un VAR con un ritardo. Poiché l LR è migliore scelgo 2 ritardi. 23
24 ESTIMATION OUTPUT VAR 2 LAGS R-squared Adj. R-squared Sum sq. resids S.E. equation F-statistic Log likelihood Akaike AIC Schwarz SC Mean dependent S.D. dependent Determinant Residual Covariance Log Likelihood (d.f. adjusted) Akaike Information Criteria Schwarz Criteria FUNZIONE DI RISPOSTA Response of GDPDEF to Cholesky One S.D. FEDFUNDS Innovation Response of LOGGDPPERC to Cholesky One S.D. FEDFUNDS Innovation RESIDUI.4 GDPDEF Residuals 3 LOGGDPPERC Residuals 3 FEDFUNDS Residuals
25 CAMPIONE 1982:4-2008:2 CRITERIO DI SELEZIONE DEL NUMERO DI RITARDI VAR Lag Order Selection Criteria Endogenous variables: GDPDEF LOGGDPPERC FEDFUNDS Exogenous variables: C Date: 10/27/08 Time: 11:33 Sample: 1982:4 2008:2 Included observations: 97 Lag LogL LR FPE AIC SC HQ NA * * * * * * indicates lag order selected by the criterion LR: sequential modified LR test statistic (each test at 5% level) FPE: Final prediction error AIC: Akaike information criterion SC: Schwarz information criterion HQ: Hannan-Quinn information criterion I risultati del test fanno propendere per un VAR con 2 ritardi. ESTIMATION OUTPUT VAR 2 LAGS R-squared Adj. R-squared Sum sq. resids S.E. equation F-statistic Log likelihood Akaike AIC Schwarz SC Mean dependent S.D. dependent Determinant Residual Covariance Log Likelihood (d.f. adjusted) Akaike Information Criteria Schwarz Criteria
26 FUNZIONE DI RISPOSTA Response of GDPDEF to Cholesky One S.D. FEDFUNDS Innovation Response of LOGGDPPERC to Cholesky One S.D. FEDFUNDS Innovation RESIDUI.6 GDPDEF Residuals 1.6 LOGGDPPERC Residuals 1.0 FEDFUNDS Residuals Dall'analisi delle funzioni di risposta emerge che il livello generale dei prezzi in seguito ad un monetary policy shock per il primo dei due campioni si abbassa progressivamente dal secondo trimestre in poi. Il picco positivo è dovuto molto probabilmente alla crisi petrolifera del 1973 causata principalmente da un improvvisa e inaspettata interruzione del flusso dell approvvigionamento di petrolio dai paesi appartenenti all Opec ai Paesi importatori dell oro nero che portò ad una situazione di stagflazione (combinazione di inflazione e disoccupazione crescente). Anche per il secondo campione l'andamento è decrescente, gli unici picchi positivi si hanno dopo sei mesi e dopo un anno (periodo di recessione per gli 26
27 Stati Uniti). Come ci si aspetta ad uno shock improvviso del tasso d interesse nominale segue anche una diminuzione del PIL come emerge dalla funzione di risposta di quest ultimo. Per quanto riguarda l'analisi dei residui, entrambi i campioni presentano dei valori anomali che si posizionano al di fuori delle bande di confidenza. Per il secondo campione soprattutto nella variabile FEDFUNDS all inizio. 27
28 MODELLO CON OUTPUT-GAP Per il secondo modello è stato stimato un VAR con tre variabili ordinate come segue [GDPDEF DIFF FEDFUNDS] per studiare la risposta dell'inflazione ad uno shock di politica monetaria quando nel modello è inserito come indicatore di ciclo economico il divario tra prodotto effettivo e potenziale (output gap). CAMPIONE 1967:1-1979:2 CRITERIO DI SELEZIONE DEL NUMERO DI RITARDI VAR Lag Order Selection Criteria Endogenous variables: GDPDEF DIFF FEDFUNDS Exogenous variables: C Date: 10/27/08 Time: 11:40 Sample: 1967:1 1979:2 Included observations: 45 Lag LogL LR FPE AIC SC HQ NA * * * * * * indicates lag order selected by the criterion LR: sequential modified LR test statistic (each test at 5% level) FPE: Final prediction error AIC: Akaike information criterion SC: Schwarz information criterion HQ: Hannan-Quinn information criterion Scelgo due ritardi. 28
29 ESTIMATION OUTPUT VAR 2 LAGS R-squared Adj. R-squared Sum sq. resids S.E. equation F-statistic Log likelihood Akaike AIC Schwarz SC Mean dependent S.D. dependent Determinant Residual Covariance Log Likelihood (d.f. adjusted) Akaike Information Criteria Schwarz Criteria FUNZIONE DI RISPOSTA.08 Response of GDPDEF to Cholesky One S.D. FEDFUNDS Innovation RESIDUI.4 GDPDEF Residuals 3 DIFF Residuals 3 FEDFUNDS Residuals
30 CAMPIONE 1982:4-2008:2 CRITERIO DI SELEZIONE DEL NUMERO DI RITARDI VAR Lag Order Selection Criteria Endogenous variables: GDPDEF DIFF FEDFUNDS Exogenous variables: C Date: 10/27/08 Time: 13:44 Sample: 1982:4 2008:2 Included observations: 98 Lag LogL LR FPE AIC SC HQ NA * * * * * * indicates lag order selected by the criterion LR: sequential modified LR test statistic (each test at 5% level) FPE: Final prediction error AIC: Akaike information criterion SC: Schwarz information criterion HQ: Hannan-Quinn information criterion Il criterio di selezione del numero di ritardi fa propendere per un VAR con 2 ritardi. ESTIMATION OUTPUT VAR 2 LAGS R-squared Adj. R-squared Sum sq. resids S.E. equation F-statistic Log likelihood Akaike AIC Schwarz SC Mean dependent S.D. dependent Determinant Residual Covariance Log Likelihood (d.f. adjusted) Akaike Information Criteria Schwarz Criteria
31 FUNZIONE DI RISPOSTA Response of GDPDEF to Cholesky One S.D. FEDFUNDS Innovation RESIDUI.6 GDPDEF Residuals 1.2 DIFF Residuals 1.0 FEDFUNDS Residuals Come nel precedente modello per quanto riguarda il campione 1967:1-1979:2 si evidenzia un andamento decrescente nella funzione di risposta dell'inflazione a partire dal secondo trimestre. Per il campione 1982:4-2008:2 il livello generale dei prezzi scende progressivamente dal terzo trimestre in poi. L'analisi dei residui non si discosta dal precedente modello. 31
32 MODELLO CON LOGARITMO DEL PIL REALE RISPETTO A UN TREND LINEARE E' stato stimato un VAR con tre variabili ordinate come segue [GDPDEF GAPLIN FEDFUNDS] per studiare la risposta dell'inflazione ad uno shock di politica monetaria quando nel modello è inserito come indicatore di ciclo economico il logaritmo del PIL reale in deviazione percentualizata rispetto ad un trend lineare. CAMPIONE 1967:1-1979:2 CRITERIO DI SELEZIONE DEL NUMERO DI RITARDI VAR Lag Order Selection Criteria Endogenous variables: GDPDEF GAPLIN FEDFUNDS Exogenous variables: C Date: 10/27/08 Time: 13:54 Sample: 1967:1 1979:2 Included observations: 45 Lag LogL LR FPE AIC SC HQ NA * * * * * * indicates lag order selected by the criterion LR: sequential modified LR test statistic (each test at 5% level) FPE: Final prediction error AIC: Akaike information criterion SC: Schwarz information criterion HQ: Hannan-Quinn information criterion Anche in questo caso è stato scelto un VAR con 2 ritardi. 32
33 ESTIMATION OUTPUT VAR 2 LAGS R-squared Adj. R-squared Sum sq. resids E S.E. equation F-statistic Log likelihood Akaike AIC Schwarz SC Mean dependent S.D. dependent Determinant Residual Covariance Log Likelihood (d.f. adjusted) Akaike Information Criteria Schwarz Criteria FUNZIONE DI RISPOSTA.08 Response of GDPDEF to Cholesky One S.D. FEDFUNDS Innovation RESIDUI
34 .4 GDPDEF Residuals GAPLIN Residuals 3 FEDFUNDS Residuals CAMPIONE 1982:4-2008:2 CRITERIO DI SELEZIONE DEL NUMERO DI RITARDI VAR Lag Order Selection Criteria Endogenous variables: GDPDEF GAPLIN FEDFUNDS Exogenous variables: C Date: 10/27/08 Time: 13:52 Sample: 1982:4 2008:2 Included observations: 98 Lag LogL LR FPE AIC SC HQ NA * * * * * * indicates lag order selected by the criterion LR: sequential modified LR test statistic (each test at 5% level) FPE: Final prediction error AIC: Akaike information criterion SC: Schwarz information criterion HQ: Hannan-Quinn information criterion E' stato scelto un VAR con 2 ritardi. ESTIMATION OUTPUT VAR 2 LAGS R-squared Adj. R-squared Sum sq. resids E S.E. equation F-statistic
35 Log likelihood Akaike AIC Schwarz SC Mean dependent S.D. dependent Determinant Residual Covariance Log Likelihood (d.f. adjusted) Akaike Information Criteria Schwarz Criteria FUNZIONE DI RISPOSTA.05 Response of GDPDEF to Cholesky One S.D. FEDFUNDS Innovation RESIDUI.6 GDPDEF Residuals GAPLIN Residuals 1.0 FEDFUNDS Residuals Per quanto riguarda questo modello, l'analisi delle funzioni di risposta dell'inflazione ad uno shock di politica monetaria consente di evidenziare la diminuzione del livello 35
36 medio dei prezzi a partire dal secondo trimestre sia per il campione che va dal primo trimestre 1967 al secondo trimestre 1979,sia per il campione che va dal quarto trimestre 1982 al secondo trimestre L'analisi dei residui invece non si discosta dalle precedenti analisi. MODELLO CON LOGARITMO REALE DEL PIL RISPETTO AD UN TREND QUADRATICO E' stato stimato un VAR con tre variabili ordinate come segue [GDPDEF GAPQUADR FEDFUNDS] per studiare la risposta dell'inflazione ad uno shock di politica monetaria quando nel modello è inserito come indicatore di ciclo economico il logaritmo del PIL reale in deviazione percentualizata rispetto ad un trend quadratico. CAMPIONE 1967:1-1979:2 CRITERIO DI SELEZIONE DEL NUMERO DI RITARDI VAR Lag Order Selection Criteria Endogenous variables: GDPDEF GAPQUADR FEDFUNDS Exogenous variables: C Date: 10/27/08 Time: 14:08 Sample: 1967:1 1979:2 Included observations: Lag LogL LR FPE AIC SC HQ NA * * * * * * indicates lag order selected by the criterion LR: sequential modified LR test statistic (each test at 5% level)
37 FPE: Final prediction error AIC: Akaike information criterion SC: Schwarz information criterion HQ: Hannan-Quinn information criterion E' stato scelto un VAR con 2 ritardi. ESTIMATION OUTPUT VAR 2 LAGS R-squared Adj. R-squared Sum sq. resids E S.E. equation F-statistic Log likelihood Akaike AIC Schwarz SC Mean dependent S.D. dependent Determinant Residual Covariance Log Likelihood (d.f. adjusted) Akaike Information Criteria Schwarz Criteria FUNZIONE DI RISPOSTA.08 Response of GDPDEF to Cholesky One S.D. FEDFUNDS Innovation
38 RESIDUI.4 GDPDEF Residuals GAPQUADR Residuals 2.5 FEDFUNDS Residuals CAMPIONE 1982:4-2008:2 CRITERIO DI SELEZIONE DEL NUMERO DI RITARDI VAR Lag Order Selection Criteria Endogenous variables: GDPDEF GAPQUADR FEDFUNDS Exogenous variables: C Date: 10/27/08 Time: 14:11 Sample: 1982:4 2008:2 Included observations: 98 Lag LogL LR FPE AIC SC HQ NA * * * * * * indicates lag order selected by the criterion LR: sequential modified LR test statistic (each test at 5% level) FPE: Final prediction error AIC: Akaike information criterion SC: Schwarz information criterion HQ: Hannan-Quinn information criterion Sono stati scelti 2 ritardi. ESTIMATION OUTPUT VAR 2 LAGS R-squared Adj. R-squared Sum sq. resids E S.E. equation F-statistic
39 Log likelihood Akaike AIC Schwarz SC Mean dependent S.D. dependent Determinant Residual Covariance Log Likelihood (d.f. adjusted) Akaike Information Criteria Schwarz Criteria FUNZIONE DI RISPOSTA.05 Response of GDPDEF to Cholesky One S.D. FEDFUNDS Innovation RESIDUI.8 GDPDEF Residuals GAPQUADR Residuals 1.0 FEDFUNDS Residuals La funzione di risposta dell'inflazione dopo uno shock di politica monetaria per il 39
40 campione 1967:1-1979:2 presenta un andamento decrescente dal secondo trimestre in poi fino quasi a stabilizzarsi dopo due anni, mentre per il campione 1982:4-2008:2 il livello medio dei prezzi comincia a decrescere lentamente dal terzo trimestre in poi toccando valori negativi soltanto dopo i primi due anni. MODELLO CON UTILIZZAZIONE DELLA CAPACITA TOTALE In questo modello sono state inserite nel VAR trivariato le seguenti variabili [GDPDEF TCU FEDFUNDS]. Ciò che si vuole studiare sono gli effetti dell'inflazione in seguito ad uno shock di politica monetaria nel caso in cui si inserisca nel modello come indicatore di ciclo economico l'utilizzazione della capacità totale. CAMPIONE 1967:1-1979:2 CRITERIO DI SELEZIONE DEL NUMERO DI RITARDI VAR Lag Order Selection Criteria Endogenous variables: GDPDEF TCU FEDFUNDS Exogenous variables: C Date: 10/27/08 Time: 14:20 Sample: 1967:1 1979:2 Included observations: 45 Lag LogL LR FPE AIC SC HQ NA * * * * * * indicates lag order selected by the criterion 40
41 LR: sequential modified LR test statistic (each test at 5% level) FPE: Final prediction error AIC: Akaike information criterion SC: Schwarz information criterion HQ: Hannan-Quinn information criterion Sono stati scelti 2 ritardi. ESTIMATION OUTPUT VAR 2 LAGS R-squared Adj. R-squared Sum sq. resids S.E. equation F-statistic Log likelihood Akaike AIC Schwarz SC Mean dependent S.D. dependent Determinant Residual Covariance Log Likelihood (d.f. adjusted) Akaike Information Criteria Schwarz Criteria FUNZIONE DI RISPOSTA.08 Response of GDPDEF to Cholesky One S.D. FEDFUNDS Innovation
42 RESIDUI.4 GDPDEF Residuals 3 TCU Residuals 3 FEDFUNDS Residuals CAMPIONE 1982:4-2008:2 CRITERIO DI SELEZIONE DEL NUMERO DI RITARDI VAR Lag Order Selection Criteria Endogenous variables: GDPDEF TCU FEDFUNDS Exogenous variables: C Date: 10/27/08 Time: 14:17 Sample: 1982:4 2008:2 Included observations: 98 Lag LogL LR FPE AIC SC HQ NA * * * * * * indicates lag order selected by the criterion LR: sequential modified LR test statistic (each test at 5% level) FPE: Final prediction error AIC: Akaike information criterion SC: Schwarz information criterion HQ: Hannan-Quinn information criterion I risultati del test fanno propendere per un VAR con 2 ritardi. ESTIMATION OUTPUT VAR 2 LAGS R-squared
43 Adj. R-squared Sum sq. resids S.E. equation F-statistic Log likelihood Akaike AIC Schwarz SC Mean dependent S.D. dependent Determinant Residual Covariance Log Likelihood (d.f. adjusted) Akaike Information Criteria Schwarz Criteria FUNZIONE DI RISPOSTA Response of GDPDEF to Cholesky One S.D. FEDFUNDS Innovation RESIDUI.6 GDPDEF Residuals 1.5 TCU Residuals 1.0 FEDFUNDS Residuals
44 Anche in questo caso sia per quanto riguarda il primo campione sia per quanto riguarda il secondo, la funzione di risposta dell inflazione ad uno shock al tasso d interesse nominale evidenzia un andamento decrescente dal secondo trimestre in poi. I picchi positivi sono dovuti sempre alla situazione economica americana di quegli anni. I residui si comportano all incirca come nei modelli precedenti. MODELLO CON TASSO DI DISOCCUPAZIONE Il seguente VAR è costituito dalle variabili ordinate come segue [GDPDEF UNRATE FEDFUNDS]. Si vogliono studiare gli effetti dell'inflazione in seguito ad un monetary policy shock inserendo nel modello l'indicatore di ciclo economico costituito dal tasso di disoccupazione. CAMPIONE 1967:1-1979:2 CRITERIO DI SELEZIONE DEL NUMERO DI RITARDI VAR Lag Order Selection Criteria Endogenous variables: GDPDEF UNRATE FEDFUNDS Exogenous variables: C Date: 10/27/08 Time: 14:30 Sample: 1967:1 1979:2 Included observations: Lag LogL LR FPE AIC SC HQ NA * * * * * * indicates lag order selected by the criterion LR: sequential modified LR test statistic (each test at 5% level)
45 FPE: Final prediction error AIC: Akaike information criterion SC: Schwarz information criterion HQ: Hannan-Quinn information criterion Scelgo 2 ritardi. ESTIMATION OUTPUT VAR 2 LAGS R-squared Adj. R-squared Sum sq. resids S.E. equation F-statistic Log likelihood Akaike AIC Schwarz SC Mean dependent S.D. dependent Determinant Residual Covariance Log Likelihood (d.f. adjusted) Akaike Information Criteria Schwarz Criteria FUNZIONE DI RISPOSTA 45
46 .10 Response of GDPDEF to Cholesky One S.D. FEDFUNDS Innovation.12 Response of UNRATE to Cholesky One S.D. FEDFUNDS Innovation RESIDUI.4 GDPDEF Residuals.8 UNRATE Residuals 3 FEDFUNDS Residuals CAMPIONE 1982:4-2008:2 CRITERIO DI SELEZIONE DEL NUMERO DI RITARDI VAR Lag Order Selection Criteria Endogenous variables: GDPDEF UNRATE FEDFUNDS Exogenous variables: C Date: 10/27/08 Time: 14:34 Sample: 1982:4 2008:2 Included observations: 98 * indicates lag order selected by the criterion LR: sequential modified LR test statistic (each test at 5% level) 46 Lag LogL LR FPE AIC SC HQ NA * * * * *
47 FPE: Final prediction error AIC: Akaike information criterion SC: Schwarz information criterion HQ: Hannan-Quinn information criterion ESTIMATION OUTPUT VAR 2 LAGS R-squared Adj. R-squared Sum sq. resids S.E. equation F-statistic Log likelihood Akaike AIC Schwarz SC Mean dependent S.D. dependent Determinant Residual Covariance Log Likelihood (d.f. adjusted) Akaike Information Criteria Schwarz Criteria FUNZIONE DI RISPOSTA Response of GDPDEF to Cholesky One S.D. FEDFUNDS Innovation Response of UNRATE to Cholesky One S.D. FEDFUNDS Innovation RESIDUI 47
48 .6 GDPDEF Residuals.4 UNRATE Residuals 1.0 FEDFUNDS Residuals Il livello generale dei prezzi per il campione 1967:1-1979:2 decresce dopo i primi sei mesi così come per il campione 1982:4-2008:2 anche se in maniera meno evidente. Inoltre ad un aumento del tasso d interesse nominale la disoccupazione come ci si aspetta aumenta. Considerazioni simili a quelle dei modelli precedenti si possono fare per l analisi dei residui. MODELLO CON TASSO DI DISOCCUPAZIONE RISPETTO AL FILTRO H-P Il seguente VAR è costituito dalle variabili ordinate come segue [GDPDEF UNRATEHP FEDFUNDS]. Si vogliono studiare gli effetti dell'inflazione in seguito ad un monetary policy shock inserendo nel modello l'indicatore di ciclo economico costituito dal tasso di disoccupazione in devizione rispetto al filtro Hodrick-Prescott. CAMPIONE 1967:1-1979:2 CRITERIO DI SELEZIONE DEL NUMERO DI RITARDI VAR Lag Order Selection Criteria Endogenous variables: GDPDEF UNRATEHP FEDFUNDS Exogenous variables: C 48
49 Date: 10/27/08 Time: 14:38 Sample: 1967:1 1979:2 Included observations: 45 Lag LogL LR FPE AIC SC HQ NA E E E * 1.93E-10* * * * * indicates lag order selected by the criterion LR: sequential modified LR test statistic (each test at 5% level) FPE: Final prediction error AIC: Akaike information criterion SC: Schwarz information criterion HQ: Hannan-Quinn information criterion Sono stati scelti 2 ritardi. ESTIMATION OUTPUT VAR 2 LAGS R-squared Adj. R-squared Sum sq. resids S.E. equation F-statistic Log likelihood Akaike AIC Schwarz SC Mean dependent S.D. dependent Determinant Residual 1.47E-07 Covariance Log Likelihood (d.f. adjusted) Akaike Information Criteria Schwarz Criteria FUNZIONE DI RISPOSTA 49
50 .10 Response of GDPDEF to Cholesky One S.D. FEDFUNDS Innovation RESIDUI.4 GDPDEF Residuals.008 UNRATEHP Residuals 3 FEDFUNDS Residuals CAMPIONE 1982:4-2008:2 CRITERIO DI SELEZIONE DEL NUMERO DI RITARDI VAR Lag Order Selection Criteria Endogenous variables: GDPDEF UNRATEHP FEDFUNDS Exogenous variables: C Date: 10/27/08 Time: 14:43 Sample: 1982:4 2008:2 Included observations: Lag LogL LR FPE AIC SC HQ NA E E E * 1.10E-10* * * * * indicates lag order selected by the criterion LR: sequential modified LR test statistic (each test at 5% level)
51 FPE: Final prediction error AIC: Akaike information criterion SC: Schwarz information criterion HQ: Hannan-Quinn information criterion ESTIMATION OUTPUT VAR 2 LAGS R-squared Adj. R-squared Sum sq. resids S.E. equation F-statistic Log likelihood Akaike AIC Schwarz SC Mean dependent S.D. dependent Determinant Residual 1.03E-07 Covariance Log Likelihood (d.f. adjusted) Akaike Information Criteria Schwarz Criteria FUNZIONE DI RISPOSTA Response of GDPDEF to Cholesky One S.D. FEDFUNDS Innovation
52 RESIDUI.8 GDPDEF Residuals.012 UNRATEHP Residuals 1.0 FEDFUNDS Residuals La funzione di risposta dell inflazione in questo modello per il primo campione presenta un andamento decrescente dopo il picco positivo nel terzo trimestre. I valori negativi vengono toccati soltanto dopo i primi due anni. Nel secondo campione l inflazione diminuisce in seguito ad un monetary policy shock pur non toccando mai valori negativi. 52
53 CONFRONTO TRA I MODELLI A questo punto è stato effettuato un confronto tra i modelli per verificare l impatto dello shock di politica monetaria restrittiva sull inflazione. Poiché l entità dell impulso dipende dal modello, al fine di rendere i risultati confrontabili, è stato normalizzato lo shock di politica monetaria a livello di impatto del tasso di interesse nominale, prendendo la risposta dell inflazione allo shock dopo quattro periodi (un anno) e dividendola per il numero relativo al tasso d interesse (periodo 1). L operazione è stata eseguita prima per un campione e poi per l altro senza tenere in considerazione le bande di confidenza, ovvero l incertezza relativa alle funzioni di risposta d impulso. I risultati ottenuti sono i seguenti: CAMPIONE 1967:1-1979:2 Modello con logaritmo del PIL reale Modello con output-gap Modello con logaritmo del PIL reale rispetto ad un trend lineare Modello con logaritmo del PIL reale rispetto ad un trend quadratico Modello con utilizzazione della capacità totale Modello con tasso di disoccupazione Modello con tasso di disoccupazione rispetto al filtro H-P Dall analisi delle stime a livello numerico dell impatto del monetary policy shock 53
54 sull inflazione tra i diversi modelli in funzione dei sette indicatori di ciclo economico si deduce che, per quanto riguarda il campione che va dal primo trimestre del 1967 al secondo trimestre del 1979 i modelli che rispondono maggiormente all aumento a sorpresa del tasso d interesse nominale con una diminuzione del livello generale dei prezzi sono quello avente come indicatore di ciclo economico il logaritmo del PIL reale in deviazione percentualizzata rispetto ad un trend lineare ( ) e quello con il logaritmo del PIL reale in deviazione percentualizzata rispetto ad un trend quadratico ( ). CAMPIONE 1982:4-2008:2 Modello con logaritmo del PIL reale Modello con output-gap Modello con logaritmo del PIL reale rispetto ad un trend lineare Modello con logaritmo del PIL reale rispetto ad un trend quadratico Modello con utilizzazione della capacità totale Modello con tasso di disoccupazione Modello con tasso di disoccupazione rispetto al filtro H-P Per quanto riguarda il campione che va dal quarto trimestre del 1982 al secondo trimestre del 2008 l impatto risulta più significativo per il modello avente come indicatore di ciclo economico l utilizzazione della capacità totale ( ) e per quello con il tasso di disoccupazione ( ). I valori positivi in entrambi i casi sono sempre da attribuire ai periodi di recessione che hanno caratterizzato l economia degli Stati Uniti in quegli anni. 54
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