I flussi occupazionali in entrata e in uscita nelle grandi imprese tra il 2005 e il 2007

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1 31 luglio 2008 I flussi occupazionali in entrata e in uscita nelle grandi imprese tra il 2005 e il 2007 L Istat presenta gli indicatori sui flussi occupazionali in entrata e in uscita dalle grandi imprese (500 dipendenti e oltre) nel periodo dal 2005 al Essi permettono di analizzare le caratteristiche dei processi di turnover sottostanti all evoluzione dello stock di dipendenti del medesimo insieme di imprese. La composizione dei flussi in ingresso per tipologia contrattuale e dei flussi in uscita per causa di cessazione del rapporto di lavoro fornisce ulteriori elementi di dettaglio riguardo alla mobilità del lavoro nelle imprese di grande dimensione. La presentazione si articola in due parti. Nella prima la dinamica dei flussi occupazionali è colta attraverso l esame dei tassi annui di ingresso e di uscita dalle grandi imprese nel triennio , confrontati con i movimenti occupazionali che caratterizzano i vari settori economici. Nella seconda parte viene approfondita l analisi della mobilità occupazionale sulla base della struttura interna dei flussi, prendendo in considerazione sei categorie contrattuali per i flussi di entrata e sei diverse cause di cessazione per quelli in uscita. I dati utilizzati provengono dalla rilevazione sull occupazione, gli orari di lavoro e le retribuzioni nelle grandi imprese 1. Tale rilevazione è condotta a cadenza mensile e interessa tutte le imprese dell industria e dei servizi aventi almeno 500 dipendenti nella media dell'anno base, che svolgono la loro attività economica nel settore privato non agricolo, ad esclusione dei servizi sociali e personali (settori C-K della classificazione economica Ateco ). Attualmente, l indagine si basa su un panel di circa imprese, scelte prendendo a riferimento la situazione del Queste imprese rappresentano, rispetto al totale delle posizioni lavorative presenti nella versione 2005 dell archivio Istat Asia (Archivio statistico delle imprese attive), il 20,4 per cento dell occupazione dipendente dei settori corrispondenti; la quota è pari al 15,5 per cento nell industria e al 25,3 per cento nei servizi. Ufficio della comunicazione tel Centro di informazione statistica Tel Informazioni e chiarimenti Statistiche congiunturali sull'occupazione e sui redditi Roma, Via Tuscolana Fabiana Rocci Laura Serbassi I flussi occupazionali Per attività economica Nelle grandi imprese, tra il 2005 e il 2007, si è registrato un aumento complessivo dell occupazione dello 0,7 per cento 4. Tale crescita è la sintesi 1 Per maggiori informazioni sull indagine si veda: Rilevazione mensile sull occupazione, gli orari di lavoro e le retribuzioni nelle grandi imprese, Collana Metodi e Norme n. 29/2006, disponibile sul sito 2 C - estrazione di minerali; D - attività manifatturiere; E - produzione e distribuzione di energia elettrica, gas ed acqua; F - costruzioni; G - commercio e riparazione di beni di consumo; H - alberghi e ristoranti; I - trasporti, magazzinaggio e comunicazioni; J - intermediazione monetaria e finanziaria; K - altre attività professionali e imprenditoriali. 3 Per una descrizione delle caratteristiche della rilevazione in base 2005, si veda la nota informativa Indicatori del lavoro e delle retribuzioni nelle grandi imprese: le nuove serie in base2005=100, disponibile sul sito dell istituto, all indirizzo nella sezione metodologia. 4 La variazione dell occupazione a cui si fa riferimento è la variazione degli indici del mese di dicembre 2007 rispetto a quelli del dicembre 2004, in quanto considerata rappresentativa del rapporto tra gli stock di occupati dipendenti alla fine e all inizio del periodo considerato.

2 di andamenti divergenti nei settori dell industria e dei servizi: per le imprese industriali si registra un calo del 2,6 per cento, mentre per quelle del terziario si osserva una crescita di pari entità. Tali andamenti aggregati sono la risultante di flussi occupazionali in entrata e in uscita che possono essere colti tramite gli indicatori sintetici presentati in questa sede: il tasso di turnover e il saldo annuo, entrambi ottenuti dall effetto combinato dei tassi di ingresso e dei tassi di uscita annui 5. Il tasso di turnover occupazionale è un indicatore della mobilità complessiva dello stock di occupati e viene calcolato come somma dei due tassi, mentre il saldo è ottenuto come differenza tra il tasso di ingresso e il tasso di uscita. Il primo indicatore misura il numero di dipendenti toccati, nell arco dell anno, da un fenomeno di entrata e/o di uscita rispetto a mille dipendenti presenti all inizio dell anno nelle imprese oggetto di studio; il secondo è costituito dal flusso netto dei dipendenti in entrata (se il saldo è positivo) o in uscita (se il saldo è negativo) in un anno ogni mille dipendenti presenti all inizio dell anno. Si tenga presente che entrambi gli indicatori considerano sia i movimenti tra le grandi imprese, sia i movimenti dei dipendenti in uscita e in ingresso da tale segmento dell occupazione che possono avere origine o destinazione in altre imprese di minori dimensioni dei medesimi settori o in una diversa condizione lavorativa (occupato indipendente o dipendente di altri settori di attività, disoccupato, non appartenente alle forze lavoro). Nell arco dei tre anni considerati si registra un aumento del tasso di turnover nelle grandi imprese del 5,7 per cento, generato dal contemporaneo aumento dei flussi in ingresso e dei flussi in uscita: l indicatore passa da 266,3 movimenti per mille dipendenti nel 2005 a 281,4 nel 2007 (cfr. tavola 1). Tavola 1 - turnover, saldi annui occupazionali, tassi annui di ingresso e di uscita nelle grandi imprese per attività economica - Anni (valori per occupati dipendenti) Attività economica turnover (b) Saldi annui (c) INDUSTRIA (a) 225,3 219,8 226,9-14,1-7,0-7,9 Attività manifatturiera 233,5 227,5 233,8-13,3-3,1-4,6 Energia, gas ed acqua 121,7 132,0 135,0-22,3-44,6-32,4 Costruzioni 396,3 330,6 350,2-12,5 5,4-35,4 SERVIZI 291,3 294,4 313,2 4,3 10,2 5,0 Commercio 470,4 440,3 492,6 20,0 34,5 34,2 Alberghi e ristoranti 845,7 824,9 815,2 17,9 23,7 41,0 Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 206,3 235,8 257,4-6,5-2,2-16,8 Intermediazione monetaria e finanziaria 100,2 112,3 121,2-1,6 6,9-10,6 Altre attività professionali e imprenditoriali (e) 393,5 341,4 332,5 18,9 9,6 33,9 TOTALE 266,3 266,6 281,4-2,7 3,8 0,2 ingresso (d) uscita (d) INDUSTRIA (a) 105,6 106,4 109,5 119,7 113,4 117,4 Attività manifatturiera 110,1 112,2 114,6 123,4 115,3 119,2 Energia, gas ed acqua 49,7 43,7 51,3 72,0 88,3 83,7 Costruzioni 191,9 168,0 157,4 204,4 162,6 192,8 SERVIZI 147,8 152,3 159,1 143,5 142,1 154,1 Commercio 245,2 237,4 263,4 225,2 202,9 229,2 Alberghi e ristoranti 431,8 424,3 428,1 413,9 400,6 387,1 Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 99,9 116,8 120,3 106,4 119,0 137,1 Intermediazione monetaria e finanziaria 49,3 59,6 55,3 50,9 52,7 65,9 Altre attività professionali e imprenditoriali (e) 206,2 175,5 183,2 187,3 165,9 149,3 TOTALE 131,8 135,2 140,8 134,5 131,4 140,6 (a) Il settore Estrazione di Minerali è compreso nell aggregato Industria, ma i dati non sono pubblicati perché, a causa del numero molto limitato di grandi imprese appartenenti al settore, essi sono sottoposti al vincolo di riservatezza. (b) Il tasso di turnover annuo è dato dalla somma del tasso di ingresso e del tasso di uscita. Sia i tassi di ingresso che quelli di uscita sono calcolati direttamente a livello annuo (ovvero come valore del flusso complessivo registrato nell anno, rapportato al numero degli occupati a inizio anno) e non come media dei tassi mensili. (c) Il saldo annuo è calcolato come differenza tra il tasso di ingresso e il tasso di uscita. (d) Rapporto tra il totale degli entrati/usciti nel corso dell anno e lo stock di dipendenti presenti all inizio dell anno di riferimento moltiplicato per (e) Dalle Altre attività professionali e imprenditoriali sono escluse le imprese di lavoro interinale. 5 I tassi di entrata e di uscita sono definiti rispettivamente come il numero totale di entrati o di usciti in un anno per mille lavoratori presenti all inizio dell anno. I flussi utilizzati sono al lordo dei passaggi di categoria professionale. 2

3 Tale crescita è riconducibile quasi interamente al settore dei servizi, dove si registra un aumento del turnover del 7,5 per cento (da 291,3 movimenti per mille dipendenti del 2005 a 313,2 nel 2007), mentre nelle imprese industriali l incremento è di appena lo 0,7 per cento (da 225,3 movimenti per mille dipendenti del 2005 a 226,9 nel 2007). La crescita del triennio inverte la tendenza negativa degli anni precedenti; tuttavia, rispetto al livello del 2000, il tasso complessivo si è ridotto dell 11,5 per cento. In particolare nell industria il calo tra il 2000 e il 2007 è stato del 25,9 per cento (cfr. tavola 5 nell Appendice statistica ). L analisi dell intensità dei movimenti occupazionali per comparto di attività economica evidenzia consistenti differenze tra i settori produttivi. Nell ambito dell industria, il comparto caratterizzato dal grado di mobilità più elevato è quello delle costruzioni, con un tasso di turnover di circa 350 unità per mille dipendenti nel 2007, molto superiore al tasso dell industria. In tale settore emerge nei tre anni considerati una ampia variabilità dell incidenza dei flussi, sia in entrata, sia in uscita. Le imprese manifatturiere presentano un tasso di turnover medio nel triennio di circa 230 unità ogni mille dipendenti. Nella manifattura, il saldo, tra 2005 e 2007, presenta valori sempre negativi ma in significativa diminuzione, passando da meno 13,3 nel 2005 a meno 4,6 unità per mille dipendenti nel Si consideri che le attività manifatturiere, in ragione del consistente peso occupazionale, condizionano il risultato complessivo dell intera industria. Infine, il settore dell energia registra una mobilità molto contenuta (129,6 nella media del triennio), derivante dalla modesta intensità di entrambi i flussi. In tale settore si segnala un saldo fortemente negativo in tutti gli anni considerati, con tassi di ingresso particolarmente bassi. Nell ambito dei servizi emerge una forte mobilità in tutti i comparti ad eccezione dell intermediazione monetaria e finanziaria, che presenta un turnover molto inferiore alla media. Spicca, in particolare, il tasso di mobilità degli alberghi e ristoranti che nel 2005 era pari a 845,7 unità per mille dipendenti ed è poi sceso in misura contenuta, portandosi a 815,2 nel 2007 con un calo causato dalla riduzione del flusso in uscita (ridottosi di circa 26 unità ogni mille addetti). L effetto netto è una crescita del saldo occupazionale, che passa nel periodo da più 17,9 a più 41 unità per mille dipendenti. Diversamente, nel settore del commercio, il secondo comparto in termini di mobilità con 492,6 movimenti nel 2007, il tasso di turnover cresce nel triennio del 4,6 per cento. In questo caso la crescita è generata dall aumento del flusso in ingresso (più 7,4 per cento) che determina un miglioramento del saldo positivo, da più 20,0 unità nel 2005 a più 34,2 unità per mille dipendenti nel Per il totale delle grandi imprese, l analisi dei singoli flussi in entrata e in uscita evidenzia innanzitutto una crescita generalizzata della mobilità risultante dal contemporaneo aumento di entrambi i flussi. I tassi di entrata aumentano complessivamente di 9 unità per mille dipendenti (da 131,8 entrati nel 2005 a 140,8 nel 2007), mentre per i tassi di uscita la crescita è più contenuta e pari a circa 6 unità (da 134,5 usciti per mille dipendenti nel 2005 a 140,6 nel 2007) (cfr. tavola 1). L andamento registrato nel settore dei servizi è analogo a quello aggregato, con un aumento di entrambi i tassi nel periodo considerato: l incremento è di circa 11 unità sia per il tasso di ingresso (da 147,8 del 2005 a 159,1 del 2007), sia per quello di uscita (da 143,5 del 2005 a 154,1 del 2007). Invece il settore dell industria, oltre a registrare una minore ampiezza delle variazioni, presenta un tasso di ingresso in leggera crescita (da 105,6 entrati nel 2005 a 109,5 nel 2007) e un tasso di uscita in diminuzione (da 119,7 del 2005 a 117,4 usciti per mille dipendenti nel 2007). Il confronto della dinamica occupazionale dei due settori, colta sulla base dei saldi annui, evidenzia che nei tre anni osservati i servizi registrano saldi costantemente positivi, con un aumento particolarmente marcato nel 2006 rispetto all anno precedente; viceversa, nelle imprese dell industria i saldi sono stabilmente negativi, ma si riducono di circa la metà nel confronto tra il 2005 e i due anni successivi, grazie al sovrapporsi di un aumento delle entrate e di un calo delle uscite. Per qualifica professionale Ulteriori elementi possono essere colti esaminando la mobilità degli occupati distinti sulla base delle due qualifiche rilevate dall indagine (operai e apprendisti da un lato e impiegati, intermedi e dirigenti dall altro). Ne emerge una forte differenza nell intensità dei flussi con una mobilità più elevata, in generale, per le qualifiche più basse: nel periodo considerato, sono stati interessati dal turnover in media circa 367 operai ogni mille e circa 222 impiegati ogni mille (tavola 2). Sebbene tale differenza sia presente in entrambi i settori, nelle imprese dei servizi il turnover degli operai è particolarmente 3

4 marcato, con circa 490 operai per mille dipendenti con la stessa qualifica. Viceversa, dal punto di vista della dinamica temporale si evidenzia una crescita del turnover per le qualifiche impiegatizie sia nell industria, sia nei servizi, mentre si riscontra una riduzione della mobilità per gli operai. Tavola 2 - turnover, saldi annui occupazionali, tassi annui di ingresso e di uscita nelle grandi imprese per qualifica professionale - Anni (valori per occupati dipendenti) Attività economica Anno Impiegati, intermedi e dirigenti Operai e apprendisti turnover (a) Saldi annui (b) turnover (a) Saldi annui (b) INDUSTRIA ,6 4,8 271,2-25, ,1 5,9 268,2-13, ,7 4,5 266,5-13,3 SERVIZI ,0 1,6 516,5 19, ,3 9,2 490,7 13, ,0 1,4 460,2 23,4 TOTALE ,8-0,2 378,6-7, ,3 7,1 373,1-2, ,5-0,9 351,5 2,4 ingresso (c) uscita (c) ingresso (c) uscita (c) INDUSTRIA ,7 78,9 122,9 148, ,5 74,6 127,4 140, ,6 84,1 126,6 139,9 SERVIZI ,8 109,2 268,1 248, ,2 110,1 252,1 238, ,2 131,8 241,8 218,4 TOTALE ,8 104,0 182,0 189, ,7 103,6 179,8 181, ,8 122,7 175,7 173,3 (a) Il tasso di turnover annuo è dato dalla somma del tasso di ingresso e del tasso di uscita. Sia i tassi di ingresso che quelli di uscita sono calcolati direttamente a livello annuo (ovvero come valore del flusso complessivo registrato nell anno, rapportato al numero degli occupati a inizio anno) e non come media dei tassi mensili. (b) Il saldo annuo è calcolato come differenza tra il tasso di ingresso e il tasso di uscita. (c) Rapporto tra il totale degli entrati/usciti nel corso dell anno e lo stock di dipendenti presenti all inizio dell anno di riferimento moltiplicato per Nell industria il saldo relativo al turnover degli impiegati è sempre positivo e di dimensioni simili nei tre anni considerati (circa 5 dipendenti per mille), mentre quello riguardante gli operai, seppur sempre negativo, si riduce fortemente di intensità dal 2005 al 2007 (da 25 a circa 13 dipendenti in meno per mille dipendenti). Ciò indica che il rallentamento del calo dell occupazione nell industria è da ricondurre prevalentemente all attenuazione della caduta della componente degli operai. Nei servizi, invece, la crescita dell occupazione ha coinvolto entrambe le qualifiche, con movimenti di intensità opposta: per gli impiegati il saldo positivo è di dimensioni contenute nel 2005 e nel 2007 (rispettivamente pari a 1,6 e a 1,4 unità per mille dipendenti) mentre risulta molto ampio nel 2006 (11,1 unità per mille dipendenti). Viceversa, gli operai segnano saldi positivi molto consistenti (dell ordine di 20 unità per mille dipendenti) nel 2005 e 2007 e un valore ridotto nel Si noti che le qualifiche operaie, sebbene meno diffuse che nell industria, danno conto di quasi un quarto dei dipendenti delle grandi imprese del terziario. I flussi occupazionali per tipologia di ingresso e di uscita Per comporre un quadro più esauriente dei movimenti dell occupazione nelle grandi imprese è stata esaminata la composizione qualitativa dei flussi annui in ingresso e in uscita. Come già detto, i flussi considerati sono al lordo dei passaggi di qualifica tra le due categorie professionali considerate. Per quanto riguarda gli entrati, l indagine individua sei modalità di ingresso: contratti a tempo indeterminato (nella quale confluiscono anche i passaggi di qualifica), contratti a termine, contratti di apprendistato, altri contratti a causa mista 6, contratti stagionali e una categoria residuale altro 7. I flussi di uscita sono 6 La categoria comprende: contratti di inserimento, ex contratti di formazione lavoro, tirocini estivi e di orientamento. 4

5 disaggregati in sei cause di cessazione: per scadenza del contratto a termine, spontanea, incentivata, per licenziamento, per raggiungimento dei limiti d età e altro. In questo caso la categoria altro è costituita prevalentemente dalle uscite per passaggi di qualifica professionale. I flussi originati da eventi di trasformazione societaria (fusioni/scorpori, acquisizioni/cessioni, eccetera) sono esclusi sia dalle entrate, sia dalle uscite. I flussi in entrata Dalla scomposizione dei flussi in entrata emerge, per il complesso delle grandi imprese, il forte ricorso alle assunzioni con contratti a tempo determinato, che giungono a rappresentare nel 2007 circa il 73 per cento degli ingressi, con una crescita della relativa incidenza di 2,5 punti percentuali rispetto al Il recente aumento della diffusione di forme contrattuali flessibili prosegue una tendenza già in atto nel quinquennio precedente: il confronto con il 2000 (cfr. tavola 6 dell Appendice statistica) indica un incremento del ricorso a contratti a tempo determinato nel complesso delle grandi imprese di 7,8 punti percentuali. Simmetricamente, si consolida il calo dei contratti a tempo indeterminato, in particolar modo nei servizi. Tavola 3 - Entrati nelle grandi imprese per tipologia di contratto e attività economica. Anni (valori percentuali) Attività economica Anno contratti a tempo indeterminato totale Tipologia contrattuale degli entrati contratti a tempo determinato contratti a termine contratti stagionali contratti di apprendistato altri contratti a causa mista (b) INDUSTRIA (a) ,9 67,2 49,0 15,3 1,1 1,8 1, ,8 68,2 49,9 13,3 2,4 2,6 2, ,6 65,4 46,5 12,0 4,9 2,0 2,0 Attività manifatturiera ,5 69,0 49,4 16,8 1,1 1,7 1, ,4 69,9 50,5 14,5 2,4 2,5 1, ,0 67,4 47,6 13,2 4,7 1,9 1,6 Energia, gas ed acqua ,4 40,3 35,8 0,1 1,2 3,2 9, ,9 32,6 28,3 0,3 1,4 2,6 9, ,9 27,6 21,4 0,0 3,2 3,0 7,5 Costruzioni ,6 53,1 49,8 1,4 0,5 1,4 1, ,3 54,1 46,3 0,9 1,7 5,2 1, ,7 50,1 43,4 0,5 4,1 2,1 1,2 SERVIZI ,9 71,4 55,4 8,9 5,5 1,6 0, ,7 74,4 54,9 8,9 8,1 2,5 0, ,5 75,7 58,9 7,5 6,2 3,1 0,8 Commercio ,2 86,8 62,1 11,5 11,3 1,9 1, ,1 86,7 62,7 11,1 10,5 2,4 1, ,6 87,1 64,6 9,7 8,9 3,9 1,3 Alberghi e ristoranti ,1 82,7 70,8 9,0 2,7 0,2 0, ,0 84,7 68,7 11,3 3,8 0,9 0, ,5 83,4 71,0 9,0 3,1 0,3 0,1 Trasporti, magazzinaggio. e ,3 70,3 51,9 14,7 3,0 0,7 0,4 comunicazioni ,2 75,4 54,5 12,7 7,4 0,8 0, ,2 79,2 65,5 10,5 2,6 0,6 0,6 Intermediazione monetaria e ,0 43,8 38,3 0,3 2,6 2,6 1,2 finanziaria ,2 46,5 23,8 0,9 14,5 7,3 2, ,3 45,6 24,5 0,4 13,3 7,4 1,1 Altre attività professionali e ,4 46,9 40,3 0,2 3,2 3,2 0,7 imprenditoriali (c) ,2 53,8 43,7 0,1 5,7 4,3 1, ,3 52,8 40,2 0,1 6,5 6,0 0,9 TOTALE ,8 70,2 53,5 10,9 4,2 1,6 1, ,2 72,6 53,4 10,2 6,5 2,5 1, ,1 72,7 55,4 8,8 5,8 2,7 1,2 (a) Il settore Estrazione di Minerali è compreso nell aggregato Industria, ma i dati non sono pubblicati perché, a causa del numero molto limitato di grandi imprese appartenenti al settore, essi sono sottoposti al vincolo di riservatezza. (b) La categoria comprende: contratti di inserimento, contratti di formazione lavoro, tirocini estivi e di orientamento. (c) Dalle Altre attività professionali e imprenditoriali sono escluse le imprese di lavoro interinale. altro 7 In questa categoria confluiscono gli entrati che le imprese non hanno ritenuto corretto assegnare alle tipologie contrattuali considerate. 5

6 La tavola 3 evidenzia sostanziali differenze tra i diversi settori di attività economica: la quota di entrati a tempo determinato registra, tra il 2005 e il 2007, un calo di 1,8 punti percentuali nell industria e un aumento di 4,3 punti percentuali nei servizi. Nell industria il calo dell incidenza degli entrati a tempo determinato riguarda tutte le sezioni, con valori particolarmente marcati nell energia, gas e acqua dove la riduzione è di 12,7 punti percentuali. Nei comparti dei servizi emerge l aumento degli entrati con forme contrattuali flessibili nei trasporti, magazzinaggio e comunicazioni e nelle altre attività professionali (rispettivamente più 8,9 punti percentuali e più 5,9 punti percentuali), mentre negli altri comparti non si osservano variazioni di rilievo. I settori del commercio e degli alberghi e ristoranti sono caratterizzati da un incidenza particolarmente elevata, e poco variabile nel tempo, di forme di lavoro a tempo determinato a cui corrisponde una quota limitatissima di ingressi con contratti permanenti. Il diverso ruolo dei contratti a tempo determinato nelle specifiche situazioni settoriali può essere colto considerando la relazione tra questi e il tasso di turnover. Il confronto tra le due dinamiche indica (Figura 1) che per una parte dei settori i due indicatori si sono mossi nella medesima direzione, con un intensità grosso modo proporzionale. In particolare, nei settori dei trasporti, del commercio e dell intermediazione monetaria e finanziaria si osserva che tra il 2005 e il 2007 l aumento della quota di ingressi a tempo determinato corrisponde a una crescita significativa del turnover mentre nelle costruzioni entrambi gli indicatori segnano un netto calo. Nel caso delle attività manifatturiere, invece, si è registrata una variazione pressoché nulla del turnover a fronte di un calo contenuto della quota di ingressi a tempo determinato. Vi sono poi due settori in cui le due variabili evolvono in maniera del tutto opposta: in quello dell energia, gas e acqua vi è un marcato calo degli ingressi a tempo determinato associato a un discreto aumento del turnover; all opposto per le altre attività professionali e imprenditoriali la riduzione del turnover avviene in presenza di una significativa crescita della quota di assunzioni con contratti a tempo determinato. Figura 1 Variazione della quota degli entrati a tempo determinato e del tasso di turnover tra il 2005 e il 2007 (differenze in punti per mille) Variazione del tasso di turnover (in punti per mille ) Energia, gas e acqua Costruzioni Attività manifat Commercio Intermediazione monet. e finanz. Alberghi e ristoranti Trasporti, magaz. e comunicazioni Altre attività profes. e imprend. -80 Variazione della quota degli entrati a tempo determinato (in punti per mille ) Considerando le singole tipologie contrattuali all interno dei flussi in entrata a tempo determinato si osserva che la quota maggiore, per tutti e tre gli anni osservati, riguarda le assunzioni a termine, che rappresentano oltre la metà di tutte le assunzioni (Tavola 3). Seguono i contratti stagionali, che 6

7 costituiscono circa il 10 per cento degli ingressi nella media del triennio, i contratti di apprendistato (5,8 per cento nel 2007) e gli altri contratti a causa mista (2,7 per cento nel 2007). Per quanto riguarda il confronto settoriale emerge la maggiore presenza di contratti stagionali nelle imprese industriali rispetto a quelle del terziario sebbene, nel triennio, entrambi i settori registrino una riduzione nel ricorso a tali forme contrattuali. Particolarmente marcato risulta l aumento dei contratti di apprendistato, soprattutto nelle imprese industriali, dove la quota passa dall 1,1 per cento nel 2005 al 4,9 per cento nel Nei servizi l incidenza di tale forma contrattuale registra un picco nel 2006 con una quota dell 8,1 per cento, attribuibile al forte aumento nei settori dell intermediazione monetaria e finanziaria e dei trasporti. Nel primo caso la crescita è riconducibile all introduzione della regolamentazione dell apprendistato professionalizzante nel nuovo del CCNL del credito 8 (la quota passa da 2,6 per cento del 2005 rispettivamente al 14,5 per cento del 2006 e al 13,3, per cento nel 2007). Nel caso dei trasporti, invece, l aumento risulta circoscritto al 2006 con un effetto riconducibile a specifiche politiche aziendali apparentemente abbandonate l anno successivo. L utilizzo degli altri contratti a causa mista presenta differenze settoriali limitate e poco sistematiche con un incidenza in crescita più marcata nei servizi e in particolare nel commercio, nell intermediazione monetaria e finanziaria e nelle altre attività professionali e imprenditoriali. È da notare che il ricorso a tale forma contrattuale aveva subito, a partire dal 2004, una forte contrazione a seguito delle modifiche sulle aliquote contributive introdotte dalla legge 30/2003 (legge Biagi), che ne hanno ridotto la convenienza (cfr. tavola 6 Appendice). I flussi in uscita Per quanto riguarda la scomposizione dei flussi in uscita per causa, si rileva che il principale motivo di cessazione del rapporto di lavoro è la scadenza dei termini del contratto che nel 2007 rappresenta circa il 45 per cento delle uscite (cfr. tavola 4 ); questa elevata incidenza è, ovviamente, la conseguenza della forte presenza di ingressi con contratti a tempo determinato. Una quota molto ampia (stabilmente intorno a un terzo degli eventi) è costituita dalle cessazioni spontanee mentre le altre tipologie pesano in misura molto più limitata: poco più del 10 per cento le cessazioni incentivate, intorno al 5 per cento le uscite per licenziamento e una quota variabile tra il 4 e il 3 per cento le uscite per raggiungimento dei limiti di età. L incidenza di queste ultime due cause, che registrano un leggero calo in entrambi i settori, è comunque maggiore nell industria, dove le due tipologie rappresentano quote circa triple rispetto al terziario. Una differenza di rilievo tra i due maggiori settori riguarda l importanza relativa delle uscite per cessazioni spontanee e per scadenza dei contratti a termine; la prima rappresenta la principale causa di uscita nell industria con una quota del 37,1 per cento nel 2007 (32,4 nei servizi) mentre la seconda è quella più diffusa nel terziario, con un incidenza che ha raggiunto il 51,5 per cento nel ultimo anno considerato (31,7 nell industria). Anche per i flussi in uscita le tendenze osservate nel triennio confermano quelle di più lungo periodo (tavola 7 dell Appendice statistica): riduzione della quota di cessazioni spontanee, aumento di quelle connesse con la chiusura di contratti a termine e sostanziale stabilità della quota relativa alle cessazioni incentivate. Per quel che riguarda l ulteriore dettaglio settoriale, all interno dell industria si segnala il forte ricorso alle cessazioni incentivate nell energia, gas e acqua: la relativa quota è pari al 27,9 per cento degli usciti nel Nelle costruzioni spicca la quota elevata delle cessazioni per licenziamento, che nel 2007 raggiunge il 22,6 per cento. Nell ambito dei servizi, inoltre, è da notare il livello elevato e l andamento in forte crescita della quota delle cessazioni incentivate nel settore dell intermediazione monetaria e finanziaria, connesso con importanti fenomeni di riorganizzazione e ristrutturazione in atto nelle grandi imprese del comparto: nel triennio considerato tale quota registra un aumento di 14 punti percentuali rappresentando quasi il 40 per cento degli usciti nel CCNL Credito 12 febbraio 2005 art. 25 Disciplina dell apprendistato professionalizzante. 7

8 Tavola 4 - Usciti dalle grandi imprese per causa di cessazione del rapporto di lavoro e attività economica. Anni (valori percentuali) Attività economica Anno scadenza termini spontanee Causa di cessazione degli usciti incentivate licenziamento raggiungimento dei limiti di età INDUSTRIA (a) ,5 36,1 10,7 9,8 7,4 3, ,9 36,0 12,0 8,6 6,9 3, ,7 37,1 13,0 9,0 6,2 3,0 Attività manifatturiera ,9 33,5 10,0 9,9 7,8 2, ,7 33,9 10,4 9,0 7,0 2, ,4 34,5 12,0 9,1 6,4 2,4 Energia, gas ed acqua ,1 46,7 24,5 1,5 5,4 15, ,2 42,1 33,4 0,5 6,5 13, ,6 50,1 27,9 0,4 5,7 12,2 Costruzioni ,8 49,8 2,6 20,5 1,5 1, ,0 44,1 3,3 17,2 4,5 1, ,9 41,5 3,5 22,6 3,3 0,7 SERVIZI ,6 33,9 8,6 3,9 2,3 1, ,3 33,6 8,1 3,5 2,2 2, ,5 32,4 9,2 3,0 1,9 2,0 Commercio ,2 31,5 2,2 3,4 1,9 1, ,7 32,8 1,4 4,2 1,9 1, ,5 31,4 1,1 3,4 1,7 1,8 Alberghi e ristoranti ,8 23,8 1,0 3,7 3,5 1, ,6 25,9 0,9 2,2 1,7 1, ,4 27,0 0,6 2,9 0,6 1,5 Trasporti, magazzinaggio. e ,5 19,2 16,6 3,4 2,4 2,3 comunicazioni ,6 18,6 14,7 3,1 2,6 3, ,6 18,7 13,0 2,8 2,2 2,4 Intermediazione monetaria e ,7 50,5 25,0 0,8 3,3 3,4 finanziaria ,4 49,6 25,5 0,7 2,4 4, ,9 41,6 39,1 0,7 2,9 2,7 Altre attività professionali e ,0 63,2 5,6 7,2 1,2 0,6 imprenditoriali (b) ,9 63,8 4,1 6,0 1,6 1, ,3 65,8 3,8 4,4 2,1 1,5 TOTALE ,8 34,7 9,3 5,9 4,0 2, ,7 34,6 9,3 5,1 3,6 2, ,4 33,9 10,4 4,8 3,2 2,3 (a) Il settore Estrazione di Minerali è compreso nell aggregato Industria, ma i dati non sono pubblicati perché vincolati al rispetto della riservatezza. (b) Dalle Altre attività professionali e imprenditoriali sono escluse le imprese di lavoro interinale. altro 8

9 APPENDICE STATISTICA Tavola 5 - turnover, saldi annui occupazionali, tassi annui di ingresso e di uscita nelle grandi imprese per attività economica - Anni (valori per occupati dipendenti) Anno INDUSTRIA SERVIZI TOTALE Tassi di turnover annui (a) ,3 326,9 318, ,7 326,0 317, ,5 304,6 295, ,6 283,4 271, ,9 250,6 250, ,3 291,3 266, ,8 294,4 266, ,9 313,2 281,4 INDUSTRIA SERVIZI TOTALE Saldi annui (b) ,5 4,5-4, ,9-12,2-22, ,7-0,4-14, ,2-1,2-13, ,7-7,2-14, ,1 4,3-2, ,0 10,2 3, ,9 5,0 0,2 INDUSTRIA SERVIZI TOTALE ingresso (c) ,4 165,7 157, ,9 156,9 147, ,9 152,1 140, ,7 141,1 129, ,1 121,7 118, ,6 147,8 131, ,4 152,3 135, ,5 159,1 140,8 INDUSTRIA SERVIZI TOTALE uscita (c) ,9 161,2 161, ,8 169,1 169, ,6 152,5 154, ,9 142,3 142, ,8 128,9 132, ,7 143,5 134, ,4 142,1 131, ,4 154,1 140,6 (a) Il tasso di turnover annuo è dato dalla somma del tasso di ingresso e del tasso di uscita. Sia i tassi di ingresso che quelli di uscita sono calcolati direttamente a livello annuo (ovvero come valore del flusso complessivo registrato nell anno, rapportato al numero degli occupati a inizio anno) e non come media dei tassi mensili. (b) Il saldo annuo è calcolato come differenza tra il tasso di ingresso e il tasso di uscita. (c) Rapporto tra il totale degli entrati/usciti nel corso dell anno e lo stock di dipendenti presenti all inizio dell anno di riferimento moltiplicato per

10 Tavola 6 - Entrati nelle grandi imprese per tipologia di contratto e attività economica - Anni (valori percentuali) Tipologia contrattuale degli entrati Attività economica Anno contratti a tempo indeterminato totale contratti a termine contratti a tempo determinato contratti stagionali contratti di apprendistato altri contratti a causa mista (a) INDUSTRIA ,8 65,2 35,5 12,7 0,8 16, ,1 62,9 33,3 14,1 0,5 15, ,4 64,6 37,9 13,2 0,4 13, ,1 68,9 40,5 17,1 0,4 10, ,0 62,0 41,3 15,0 0,7 5, ,9 67,2 49,0 15,3 1,1 1,8 1, ,8 68,2 49,9 13,3 2,4 2,6 2, ,6 65,4 46,5 12,0 4,9 2,0 2,0 SERVIZI ,3 64,7 36,4 12,0 1,7 14, ,7 65,3 41,5 10,5 1,8 11, ,0 65,0 41,6 11,6 1,9 9, ,3 64,7 44,4 11,2 2,1 7, ,2 65,8 49,0 11,8 2,7 2, ,9 71,4 55,4 8,9 5,5 1,6 0, ,7 74,4 54,9 8,9 8,1 2,5 0, ,5 75,7 58,9 7,5 6,2 3,1 0,8 TOTALE ,1 64,9 36,0 12,3 1,3 15, ,6 64,4 38,4 11,9 1,3 12, ,1 64,9 40,2 12,2 1,4 11, ,8 66,2 43,0 13,3 1,5 8, ,6 64,4 46,1 13,0 2,0 3, ,8 70,2 53,5 10,9 4,2 1,6 1, ,2 72,6 53,4 10,2 6,5 2,5 1, ,1 72,7 55,4 8,8 5,8 2,7 1,2 (a) La categoria comprende: contratti di inserimento, contratti di formazione lavoro, tirocini estivi e di orientamento. (b) La voce altro è stata inserita nella rilevazione solo a partire dal altro (b) 10

11 Tavola 7 - Usciti dalle grandi imprese per causa di cessazione del rapporto di lavoro e attività economica - Anni (valori percentuali) Attività economica Anno scadenza termini spontanee Causa di cessazione degli usciti incentivate licenziamento raggiungimento dei limiti di età (a) Altro (b) INDUSTRIA ,3 36,3 11,6 2,8-21, ,9 38,1 12,1 4,8-23, ,1 37,6 14,3 4,8-18, ,4 31,3 16,9 5,3-17, ,2 29,1 15,0 6,6 22, ,5 36,1 10,7 9,8 7,4 3, ,9 36,0 12,0 8,6 6,9 3, ,7 37,1 13,0 9,0 6,2 3,0 SERVIZI ,7 38,2 6,8 4,1-22, ,8 35,7 6,9 4,5-21, ,7 32,6 6,9 5,5-22, ,2 32,5 8,1 3,9-21, ,9 29,3 9,8 3,0 16, ,6 33,9 8,6 3,9 2,3 1, ,3 33,7 8,1 3,5 2,2 2, ,5 32,4 9,2 3,0 1,9 2,0 TOTALE ,5 37,3 9,2 3,5-21, ,2 36,8 9,4 4,6-22, ,3 34,8 10,2 5,2-20, ,2 32,0 11,9 4,5-19, ,8 29,2 11,9 4,4 18, ,8 34,7 9,3 5,9 4,0 2, ,7 34,6 9,3 5,1 3,6 2, ,4 33,9 10,4 4,8 3,2 2,3 (a) La cessazioni per raggiungimento dei limiti d età è stata inserita nel questionario di rilevazione solo a partire dal (b) Il diverso trattamento statistico dei dati nel periodo rispetto al periodo crea una disomogeneità nel contenuto della voce altro. Nell ottica di iniziare una pubblicazione regolare dei dati, a partire dal 2005 è stata utilizzata una nuova procedura per il trattamento delle mancate risposte parziali che ha consentito di migliorare la qualità dei dati. 11

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