CAPITOLO 2 LE CARATTERISTICHE DEI BACINI IDROGRAFICI

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1 CAPITOLO 2 LE CARATTERISTICHE DEI BACINI IDROGRAFICI

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3 31 LE CARATTERISTICHE DEI BACINI IDROGRAFICI Il sistema idrografico Il territorio dell AdB della Basilicata comprende sei bacini idrografici, che costituiscono il più significativo e concentrato tributo idrico al mare Jonio dell intero versante Meridionale. Complessivamente esso ricopre una superficie di circa kmq, nell ambito della quale ricadono 118 comuni, appartenenti alle province di: Potenza, Matera, Cosenza, Bari e Taranto (tavola 1 e tabella A). Salvo che per il Noce, tributario del mar Tirreno, i bacini imbriferi presentano una caratteristica forma a martello che muovendo dalla dorsale Appenninica Irpina a nord-ovest, in direzione sud-est, perdono il loro carattere morfologico fortemente gerarchizzato tipico dell Appennino Meridionale e degradano rapidamente realizzando un pettine di cinque zone vallive strette tra spartiacque che si fondono, dando origine alla pianura alluvionale litorale ionica. La morfologia dei bacini fa sì che nella parte apicale vi sia una fitta rete idrografica secondaria caratterizzata da pendenze considerevoli e tempi di corrivazione brevi cui corrisponde una notevole energia cinetica, significativi fenomeni di erosione e trasporto solido e, conseguentemente, fenomeni di instabilizzazione dei versanti per scalzamento al piede. A valle, intorno a quote di circa 400 m. s.l.m., i bacini si restringono rapidamente fino a distanze medie tra gli spartiacque dell ordine dei 10 Km. e la rete idrografica perde la caratteristica forma appenninica ad albero, assumendo la configurazione di rete secondaria perpendicolare all asta principale. A differenza della rete idrografica secondaria apicale, costituita da torrenti e valloni anche significativi, la rete idrografica secondaria di valle è costituita da fossi dal modestissimo bacino imbrifero ma che, per effetto della loro pendenza nonché delle caratteristiche geologiche del bacino,

4 32 Sorveglianza e ricognizione lungo i corsi d acqua lucani inducono fenomeni di erosione e trasporto solido, con conseguenti processi di instabilizzazione dei versanti. Questo tipo di reticolo secondario, riscontrabile sino al litorale ionico, erodendo le pendici degli spartiacque, ha originato un territorio calanchivo estremamente vulnerabile e particolarmente esposto a rischio idrogeologico. Tavola 1 - Territorio di competenza dell Adb

5 Le caratteristiche dei bacini idrografici 33 Tabella A - I bacini idrografici dell AdB Bacini interregionali tributari del Mare Jonio SUPERFICIE LUNGHEZZA ASTA REGIONI DI (KMQ) PRINCIPALE (KM) APPARTENENZA BRADANO Basilicata, Puglia SINNI Basilicata, Calabria Bacino interregionale tributario del Mar Tirreno SUPERFICIE LUNGHEZZA ASTA REGIONI DI (KMQ) PRINCIPALE (KM) APPARTENENZA NOCE Basilicata, Puglia Bacini regionali tributari del Mare Jonio SUPERFICIE LUNGHEZZA ASTA REGIONI DI (KMQ) PRINCIPALE (KM) APPARTENENZA BASENTO Basilicata CAVONE Basilicata AGRI Basilicata I bacini idrografici: Bradano, Basento, Cavone, Agri, Sinni e Noce Il bacino del fiume Bradano Il fiume Bradano è il primo dei fiumi jonici a partire da nord. Esso nasce dalla confluenza del torrente Bradanello con una serie di fossi e corsi d acqua minori che scendono dalle pendici del Monte Carmine di Avigliano, in provincia di Potenza, e sfocia nel Golfo di Taranto. L asta principale è lunga circa 179 km, ed il bacino ha una estensione totale di kmq. I rilievi montuosi più elevati si trovano nella parte occidentale e fanno parte della dorsale appenninica lucana. Il rilievo del Monte Carmine, con i suoi 1228 m. rappresenta la cima più alta di tutta l area.

6 34 Sorveglianza e ricognizione lungo i corsi d acqua lucani Nonostante l ampiezza del bacino, che è il più esteso del territorio dell AdB, il Bradano ha una bassa portata media annua alla foce (circa 7 mc/s); ciò a causa delle modeste precipitazioni che sono le più basse della regione, della predominanza di terreni poco permeabili e della conseguente povertà di manifestazioni sorgentizie. La scarsità idrica è manifestata anche dal valore della portata unitaria, pari a 2,67 l/s kmq, che è fra le minori osservate nelle stazioni idrometriche della regione. Pur tuttavia lungo il percorso dell asta principale e di alcuni suoi affluenti sono state realizzate importanti opere idrauliche: la diga di San Giuliano e la diga di Acerenza, sul corso del fiume Bradano, la diga di Serra del Corvo sul Torrente Basentello, al confine tra Puglia e Basilicata, la diga di Genzano sulla Fiumarella di Genzano. Tali invasi sono compresi all interno dello schema idrico del Basento-Bradano, che fornisce l approvvigionamento idrico, soprattutto a scopi irrigui, alla parte orientale della regione. Dal punto di vista geologico l alta valle del Bradano è caratterizzata dagli affioramenti di successioni cretacico-mioceniche prevalentemente in facies di flysch. I terreni più antichi sono riferiti alla formazione del Flysch Rosso Auct; i termini miocenici sono invece costituiti da successioni quarzoarenitiche (Flysch Numidico) o arenaceo-marnoso-argillose (Formazione di Serra Palazzo). Su tali terreni, poggiano depositi sabbioso-conglomeratici di età pliopleistocenica. La media valle ed il tratto terminale del fiume è impostata quasi interamente sulle successioni argilloso-sabbioso-conglomeratiche della Fossa Bradanica. Solo lungo il Torrente Gravina, affluente di sinistra del Bradano, affiorano i terreni della piattaforma apula, rappresentati da calcari dolomitici triassici. Nei pressi della foce, l alveo incide i terrazzi marini quaternari, costituiti da depositi prevalentemente sabbioso-conglomeratici. Il bacino del fiume Basento Il fiume Basento nasce dal Monte Arioso in località Fossa Cupa (Pz) nell Appennino Lucano settentrionale, scorre in direzione nord-ovest sudest, e sfocia nel Golfo di Taranto. L asta principale presenta una lunghezza di circa 170 km, e il bacino ricopre una superficie di kmq. Il corso superiore è caratterizzato da pendenze piuttosto accentuate, da un regime torrentizio e da un alveo ristretto che incide profondamente i versanti; in questa parte del bacino, caratterizzata dalla presenza di

7 Le caratteristiche dei bacini idrografici 35 ampie superfici boscate e da un sistema ricco di sorgenti, il corso del fiume riceve il maggior contributo idrico rispetto al suo intero percorso. Lungo il corso medio e inferiore la pendenza si riduce notevolmente, il fiume attraversa depositi argillosi sabbiosi, il letto ha larghezze assai maggiori delle precedenti e presenta un andamento meandriforme, particolarmente evidente nel tronco terminale. Anche se caratterizzato da una estensione notevolmente inferiore, il Basento ha una portata media annua circa doppia rispetto al Bradano (12,2 mc/s alla stazione di Menzena a 24 km dalla foce). Il bacino è caratterizzato da una scarsa percentuale di superficie permeabile, scarse precipitazioni nella parte bassa e piuttosto copiose nella parte più alta dove si riscontra anche una discreta presenza di emergenze sorgentizie. Le caratteristiche geologiche del bacino possono essere schematizzate in tre porzioni distinte, relative alla parte alta del bacino, alla parte intermedia e a quella terminale. La prima porzione è caratterizzata dalla presenza di litotipi riferibili alle Unità Lagonegresi. Tra le sorgenti di Fossa Cupa e l abitato di Potenza, prevalgono successioni bacinali mesozoiche riferite alla formazione di Monte Facito, dei Calcari con selce, degli Scisti silicei e dei galestri. Su tali terreni, nella zona di Potenza, poggiano discordanti successioni plioceniche a prevalente componente sabbioso-argillosa. Successioni fliscioidi arenaceo-argillose mioceniche (Flysch di Gorgoglione) sono invece ben rappresentate lungo tutto il torrente Camastra, affluente di destra del Basento. La porzione intermedia, fino a valle dell abitato di Calciano, è caratterizzata dagli affioramenti di successioni bacinali cretacico-oligoceniche (Flysch Rosso) e mioceniche quarzoarenitiche (Flysch Numidico) e arenaceo-marnoso-argillose (Formazione di Serra Palazzo). La porzione terminale del bacino è impostata per intero sulle successioni plio-pleistoceniche della Fossa Bradanica, e, in prossimità della foce, su depositi quaternari terrazzati. Il bacino del fiume Cavone Il fiume Cavone nasce nella zona montuosa centro-meridionale della Basilicata, attraversa in direzione nord-ovest sud-est la provincia di Matera e raggiunge la costa jonica nel Golfo di Taranto. L asta principale presenta una lunghezza di 103 km e il bacino si estende per una superficie di 685 kmq.

8 36 Sorveglianza e ricognizione lungo i corsi d acqua lucani Le caratteristiche orografiche del bacino si presentano piuttosto complesse. Nella parte montana, insieme all asta principale del corso d acqua, che ivi prende il nome di Torrente Salandrella, si sviluppa, in destra idraulica, il suo principale affluente, il Torrente Misegna. Il Salandrella ha carattere nettamente torrentizio, e presenta un alveo caratterizzato da una serie di varici, particolarmente ampie in corrispondenza delle confluenze. Il reticolo idrografico presenta numerosi fossi e canaloni a forte pendenza, all interno dei quali l azione erosiva dell acqua comporta il trasporto di grandi quantità di materiale solido, con conseguente scalzamento al piede di versanti e costoni ripidi. Nella parte mediana, la più complessa da un punto di vista geologico e idrografico, l alveo del fiume presenta una maggiore ampiezza, con zone di divagazione più estese. Nel tratto a valle della S.S. 176, in cui il torrente Salandrella prende il nome di fiume Cavone, l alveo è profondamente incassato con alte sponde sub-verticali costituite da terreni alluvionali, il bacino si restringe e riceve il contributo di numerosi affluenti dai versanti circostanti. In questo tratto, dove l andamento dell alveo risulta caratterizzato dalla presenza di vistosi ed ampi meandri che si spingono sino a circa 1 Km dalla linea di costa, la natura argillosa del terreno ha determinato situazioni di diffusa erosione da parte delle acque meteoriche, modellando un paesaggio collinare segnato da incisioni in continuo approfondimento. Alla complessa orografia del bacino fa riscontro un regime delle precipitazioni piovose piuttosto variabile che si concentrano prevalentemente nel periodo novembre-marzo, mentre costante ed a volte drammatica risulta la conseguente siccità estiva. Le caratteristiche geologiche del bacino sono piuttosto complesse. Il fiume Cavone nel suo tratto iniziale scorre in un alveo profondamente incassato in successioni fliscioidi quarzoarenitiche (Flysch Numidico), arenacee (Flysch di Gorgoglione) ed arenaceo-marnoso-argillose (Formazione di Serra Palazzo). La parte valliva è caratterizzata da un ampia area pianeggiante, sulla quale si ergono sia corpi argillosi dolcemente modellati, sia calanchi in evoluzione impostati sulle successioni argilloso-sabbiose plio-pleistoceniche della Fossa bradanica. L abbondante trasporto solido, legato alla facile erodibilità delle formazioni attraversate, e la debole pendenza fluviale determinano un andamento del corso d acqua piuttosto tortuoso, con formazione di meandri e strette anse in rapida evoluzione.

9 Le caratteristiche dei bacini idrografici 37 Nella parte terminale la sommità valliva della sponda destra del fiume è condizionata da depositi marini terrazzati. Infine i numerosi fossi e le incisioni laterali costituiscono elementi di notevole importanza dai caratteri morfologici particolari. Infatti, pur trattandosi di corsi d acqua piuttosto brevi ed asciutti quasi per tutto l anno, formano delle strette valli profondamente incise nelle alluvioni limososabbioso-argillose incoerenti, deposte in un ciclo precedente. Il bacino del fiume Agri Il Fiume Agri nasce dalle sorgenti del Piano del Lago tra Monte Maruggio e Monte Lama, a quota 1300 s.l.m, e sfocia nel Mar Jonio, nel territorio del comune di Policoro. Esso si sviluppa per 132 km, e il suo bacino ha una estensione di kmq. Il corso dell Agri si può dividere in due tratti: il tratto montano, che va dalle origini fino a valle dell abitato di Marsiconuovo, presenta pendenze notevoli, e scorre in una stretta valle di terreni argillosi; il tratto vallivo, da Marsiconuovo fino al limite dell invaso del Pertusillo, presenta pendenze minori, che si riducono ulteriormente a valle della diga del Pertusillo, ove si estende l area denominata Val d Agri. Dal punto di vista geologico il tratto montano del fiume è impostato su terreni riferiti alle successioni Lagonegresi. Più in particolare, si tratta di terreni mesozoici a componente argillosa (Formazione di Monte Facito), a prevalente componente lapidea (Calcari con selce, Scisti silicei) e marnoso-siliciferi (Galestri). In prossimità del territorio di Marsico Nuovo, la valle si apre in una vasta pianura colmata dai depositi fluvio-lacustri, perimetrata da importanti lineamenti tettonici. Mentre in sinistra orografica continuano ad affiorare i terreni prima descritti, in destra affiorano potenti successioni calcareo-dolomitiche riferite alla piattaforma sud appennica. Si tratta di successioni intensamente fratturate e carsificate, sede di importanti acquiferi. A partire dall invaso del Pertusillo e fino alla confluenza con il torrente Raganello, il fiume scorre incassato in successioni fliscioidi arenaceoargillose mioceniche riferibili al Flysch di Gorgoglione. Ad eccezione del tratto compreso tra la confluenza del Torrente Sauro e la Stretta di Gannano, dove il fiume attraversa terreni argilloso-marnosi ed arenacei di età cretacico-miocenica, il fiume si sviluppa fino alla foce attraversando le argille, le sabbie ed i conglomerati plio-pleistocenici del bacino di Sant Arcangelo.

10 38 Sorveglianza e ricognizione lungo i corsi d acqua lucani Infine, nel tratto prossimo alla foce, il fiume, con andamento meandriforme, si sviluppa nell ambito di depositi quaternari marini terrazzati. Il bacino del fiume Sinni Il fiume Sinni nasce sul versante orientale del Monte Sirino-Papa e percorre da ovest a est l estremo settore meridionale della Basilicata. Esso si sviluppa per 110 km, e il suo bacino idrografico ricopre una superficie di kmq. Il Sinni ha una considerevole portata media annua, conseguenza del notevole afflusso meteorico, e pertanto lungo il suo corso sono stati realizzati gli invasi artificiali di Masseria Nicodemo e Monte Cotugno. La parte interna del bacino presenta un diffuso carattere montuoso, con quote mediamente al di sotto dei 1000 m. Nel primo tratto la valle è stretta e il fiume mantiene un andamento unicursale. Nel tratto successivo, fino alla confluenza con il torrente Serrapotamo, la valle si apre notevolmente, l alveo si allarga e il corso d acqua si suddivide in diversi rami attivi. In prossimità dell abitato di Valsinni hanno inizio le zone pianeggianti, che si sviluppano fino al litorale jonico. Dal punto di vista geologico il tratto montano del bacino è caratterizzato dagli affioramenti di calcari mesozoici dell Appennino Lucano e della catena del Pollino. Calcari del trias, in particolare, affiorano lungo la dorsale montuosa che dal Sirino si prolunga a Nord fino alla Serra Giumenta, in sovrapposizione tettonica sugli scisti silicei della stessa epoca, che affiorano a quote molto elevate. In destra orografica fino a Castelluccio affiorano calcari dolomitici, pure del trias, emergenti dalle formazioni fliscioidi eoceniche. Affioramenti di serpentine, gabbri e scisti granatiferi si hanno sulla destra del Sinni, principalmente in corrispondenza della Tempa La Guardia, ad Est di S. Severino Lucano, il cui abitato risulta totalmente edificato sulle serpentine. Lungo la valle montana del Sarmento, affluente di sinistra del Sinni, affiorano successioni mesozoico-terziarie riferite alle formazioni del Frido, delle Crete nere, del Saraceno e di Albidona. La media e bassa valle del Sinni, a partire da Francavilla, è caratterizzata dagli affioramenti di successioni plio-pleistoceniche marine, argillososabbioso-conglomeratiche che nella parte terminale vengono sostituite da terrazzi marini quaternari. Lungo la dorsale Valsinni-Colobraro affiora-

11 Le caratteristiche dei bacini idrografici 39 no successioni cretacico-mioceniche rappresentate dalle formazioni delle Argille Varicolori, del Flysch numidico e della Serra Palazzo. Il bacino del fiume Noce Il fiume Noce è l unico corso d acqua appartenente al territorio dell AdB, tributario del Mar Tirreno. Esso nasce dalle falde meridionali del M. Rocca Rossa e dai contrafforti occidentali del M. Sirino, e sfocia nella Piana di Castrocucco, a circa 8 km a sud di Maratea; si sviluppa per 54 km e il suo bacino idrografico ricopre una superficie di circa 418 kmq. Nell ambito del bacino si riscontrano vari sottobacini di una certa importanza aventi forme e caratteristiche diverse, definiti dagli affluenti del corso principale. Fra questi particolare risulta la Fiumarella Tortora la quale, confluendo ad appena 1 km dal mare, può considerarsi indipendente rispetto al bacino stesso. Il regime idrologico del fiume Noce è caratterizzato da una grande varietà delle portate dovuta, fra l altro, alle rilevanti pendenze della rete idrografica e alla modesta ampiezza del bacino. La piovosità è abbastanza elevata, la stagione più piovosa è l inverno. Ad eccezione di limitate zone aventi elevate altitudini, anche per ragioni di ordine climatico, durante la stagione invernale non vi sono accumuli persistenti di neve, sicché le precipitazioni defluiscono prontamente verso valle, con tempi di corrivazione molto brevi. Le portate di magra, per le ridotte dimensioni delle aree drenate dai singoli torrenti, assumono valori molto bassi, addirittura di secca per la gran parte. Maggior rilievo hanno invece le piene, caratterizzate da punte assai elevate, che si manifestano durante la stagione piovosa ed in genere in corrispondenza di precipitazioni intense e violente. Sono appunto queste precipitazioni e le ondate improvvise che ne conseguono, con il loro calare rapidamente a valle, a produrre effetti calamitosi e, in più occasioni, pregiudicando equilibri piuttosto precari. Geologicamente i terreni sono costituiti da materiali più resistenti all erosione lungo i bordi del bacino, mentre nella parte mediana e bassa prevalgono formazioni sciolte o a prevalente contenuto argilloso più esposte a fenomeni morfogenetici talora interessanti vaste aree. Nell area è presente gran parte delle Unità stratigrafico-strutturali mesocenozoiche che costituiscono l ossatura dell Appennino campano-lucano.

12 40 Sorveglianza e ricognizione lungo i corsi d acqua lucani Più in particolare nel tratto montano affiorano le successioni carbonatiche riferite alla piattaforma sud appenninica e quelle calcareo-silico-marnose attribuite alle Unità Lagonegresi. La media e bassa valle del Noce è caratterizzata oltre che dalla presenza delle unità di piattaforma, anche da successioni mesozoico terziarie di provenienza interna (Formazione del Frido e delle Crete nere). Sono inoltre presenti coperture più recenti costituite da depositi sabbioso-conglomeratici e detritici di origine continentale attribuibili al Quaternario, sostenute dalle predette Unità.

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