Il buono, il bello e il vero. [dell essere capo]
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- Giuditta Petrucci
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1 Il buono, il bello e il vero [dell essere capo] PROGETTO REGIONALE Agesci lazio
2 Con la verifica del Progetto regionale condivisa e votata nell assemblea del 14 febbraio 2015 e costruita sulla base dei contributi delle Zone, dei gruppi e del Consiglio regionale, si chiude l era del vecchio progetto e si parte verso nuove strade da progettare. Per la preparazione del Convegno capi abbiamo chiesto direttamente alle Zone di farsi portatrici delle istanze e delle richieste da inserire nel Progetto regionale, per farne uno strumento a servizio reale delle Zone e, per loro tramite, dei gruppi e dei singoli capi. Non solo abbiamo chiesto alle Zone anche di giocarsi in prima persona, animando e gestendo dei workshop all interno dei quali condividere con capi di altre zone le riflessioni emerse. I temi emersi e la ricchezza dei contenuti che proveremo a perseguire nei prossimi anni di vita regionale saranno sicuramente un buon inizio per 2
3 Per ricominciare siamo partiti - accogliendo le parole di Matteo Spanò, Presidente dell Associazione, nella tavola rotonda che ha aperto il nostro Convegno capi - dall identikit del capo scout di oggi: UNA PERsONA BELLA! In un tempo in cui il mondo ci fa credere che le notizie siano tutte negative, il capo scout è di per sé UNA BEL- LA NOTIzIA: è la notizia di una persona che si impegna sul serio, che dedica tempo agli altri. Il capo scout è un NON VOLONTARIO, una persona che sceglie di servire e lo sceglie come stile di vita. È una persona che ha la speranza DI POTER contribuire A cambia- RE IL MONDO. È TEsTIMONE DI UN cam- BIAMENTO che può portare alla società. In un tempo in cui la società porta a guardare prevalentemente a se stessi il capo scout crede ANcO- RA NELL IMPEGNO, crede ancora che sia necessario informarsi, approfondire, capire, non limitarsi alla superficie ma andare a fondo. Dai gruppi di lavoro del Convegno è emerso fortemente il nostro credere in una lettura positiva della realtà dei ragazzi e l impegno a proporre una visione propositiva di fiducia e speranza nel futuro delle nuove generazioni, condiviso dalla maggioranza dei capi in una raccomandazione approvata in sede di Convegno. Seguendo le indicazioni di un altra raccomandazione presentata, ci piacerebbe fare nostre le linee guida che Papa Francesco ha dato nella Evangeli gaudium. Il Santo Padre ha indicato 5 vie valoriali verso l umanità nuova : uscire, annunciare, abitare, educare, trasfigurare, 3
4 ricordando che questi 5 verbi non si accostano semplicemente l uno all altro, ma si intrecciano tra loro e percorrono trasversalmente anche l azione auto educativa ed educativa del Capo. Ci piacerebbe, infine, fare del tempo che vivremo insieme un tempo liberato ; abbiamo letto nei lavori di preparazione al Convegno e nei gruppi di lavoro una certa fatica dei capi di oggi ad avere del tempo libero ; per questo crediamo sia importante che le occasioni di formazione che metteremo in campo nei prossimi anni siano efficaci, mirate, condivise, per diventare veramente quel tempo liberato, porzione di quel poco tempo libero che abbiamo, speso in maniera costruttiva e utile. Anche dai documenti preparatori al prossimo Consiglio Generale 2015, nel lavoro sullo stato di salute della comunità capi (mozione 41/2013), il tempo emerge come problema costante: quello mal utilizzato delle riunioni di comunità capi, la gestione dei tempi del proprio servizio, l incapacità ad individuare le priorità. L aspetto della fatica, in riferimento al servizio, ma anche rispetto ad un mondo complicato emerge come inscindibile tra capi e comunità di appartenenza: le fatiche che vivono i capi coincidono con l affaticamento della vita delle comunità capi. I fattori che determinano questo dichiarato e diffuso senso di stanchezza sono la gestione del tempo, delle priorità e, solo in alcuni casi, le relazioni difficili tra i capi, le difficoltà nella relazione educativa con i ragazzi Come deciso dai capi della regione in sede di Convegno, questo Progetto regionale durerà tre anni e ci vedrà lavorare su tre linee di indirizzo che muoveranno i nostri passi. 4
5 Infine, facendo nostro quanto emerso dalle verifiche, vorremmo che questo Progetto regionale fosse percepito da tutti i capi come uno strumento utile e vivo: per questo ci impegniamo a costruirlo con queste TRE caratteristiche: un progetto semplice in modo che anche i capi che entreranno nelle nostre comunità capi nei prossimi anni, potranno capire lo spirito che lo anima e la strada che stiamo percorrendo; un progetto verificato in maniera continua, facendo si che le verifiche dei programmi annuali rispondano soprattutto all esigenza di capire se gli eventi e le occasioni che abbiamo messo in campo abbiano risposto agli obiettivi del progetto; uno strumento dinamico e, se serve, FlessIbIle che cresca insieme alla nostra Regione grazie agli eventi e alle verifiche intermedie che faremo. Sia un documento che ci interroghi e ci conduca sulla strada che abbiamo scelto ma lo faccia con lo spirito di serenità e di gioco a noi scout tanto caro. per questo vi presentiamo: 5
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7 Il buono, Il bello e Il vero [dell essere capo] 7 ossia Il TITolo del nostro progetto regionale Abbiamo pensato che le tre linee di indirizzo scelte dai capi del Lazio possano essere riassunte con questo slogan. Il buono dell essere capo oggi è la nostra attenzione all inclusione (disagio, povertà, disabilità, etc.) e a una visione corretta del rapporto tra genere maschile e femminile. Il bello dell essere capo oggi è riscoprire come saper coniugare con forza la bellezza del nostro rispondere alla vocazione di essere servi con la fatica della quotidianità e come saperlo testimoniare efficacemente. Il vero dell essere capo oggi è approfondire la nostra scelta di fede e darci degli strumenti per vivere a pieno il nostro mandato di laici nella Chiesa.
8 I soliti sospetti [InclusIone e coeducazione] BREVE sintesi La necessità di pensare risposte e soluzioni utili per i gruppi nell ottica del saper accogliere ragazzi provenienti da culture, religioni, ceti sociali diversi e la difficoltà anche da parte dei ragazzi nell accettare l altro inteso come diverso da sé ci spingono a porre l attenzione su una reale inclusione e coeducazione all interno dei gruppi. In questo percorso vorremmo far nostro quanto espresso nel Progetto nazionale , dove per inclusione si intende l attenzione preferenziale al più debole, al povero, al diverso, al difficile, alla persona fragile, anche nello spirito originario di frontiera per cui B.-P. ha ideato il metodo scout. ANALIsI + MOTIVAzIONE La verifica del precedente Progetto regionale ha evidenziato come alcuni temi, in particolare in riferimento al tema Educare all amo- 8
9 re, avessero bisogno di un maggiore approfondimento. Inoltre dalla relazione sui censimenti e dall esperienza dei capi nei propri gruppi sono emerse difficoltà nell accogliere ragazzi provenienti da culture, religioni, ceti sociali diversi e la difficoltà anche da parte dei ragazzi nell accettare l altro inteso come diverso da sé. Da ciò emerge l esigenza di rispondere in modo efficace alla nostra vocazione ad essere educatori cristiani e scout sempre pronti ad accogliere nel rispetto delle diversità il nostro prossimo, coerentemente alla proposta educativa dell associazione ed ai principi del Patto Associativo AGESCI. LINEA DI INDIRIzzO Ci impegniamo ad approfondire i temi della coeducazione e dell inclusione per sostenere i capi nella formazione al fine di svolgere un azione educativa intenzionale ed efficace. obiettivi 1. Accogliere e valorizzare le differenze (religiose, culturali, disabilità, ecc.). Focus: individuazione degli strumenti e delle attenzioni educative utili, anche attraverso eventi e occasioni di confronto e ascolto, nella conoscenza di sé e dell altro. 2. Approfondire il tema della coeducazione al fine di abbattere gli stereotipi e valorizzare le specificità di genere, riuscire a consolidare la proposta attraverso l utilizzo di esche educative stimolanti verso i ragazzi di oggi. Focus: attenzione ai temi della sessualità ed affettività. Focus: individuazione degli strumenti e delle attenzioni educative utili, anche attraverso eventi e occasioni di confronto. 9
10 lo chiamavano TrInITÀ... [la scelta di Fede] BREVE sintesi Essere capi oggi presenta nuove criticità che ci chiamano a un approfondimento finalizzato al sostegno del percorso dei capi. Trasversale all età ed all esperienza dei capi si profila l importanza delle motivazioni che, molto vive all inizio del percorso, tendono progressivamente a perdersi o sbiadirsi, senza che si riesca a richiamare le basi e il senso dell essere capo, poiché siamo troppo spesso persi in questioni tecnico/organizzative che assorbono completamente tempo e risorse delle comunità capi e degli staff. Con particolare riferimento alla scelta cristiana del capo scout, crediamo che, da un lato, sia importante rafforzare la convinzione che tale scelta si connota per la gioia e la serenità che l adesione al messaggio evangelico porta alla nostra vita. D altro lato, crediamo anche che le esperienze di sofferenza nei legami personali possa- 10
11 11 no scuotere la persona del capo a livello di significato e di senso, sollecitandolo a confrontarsi con la solidità della propria esperienza di fede e, di conseguenza, con il proprio ruolo educativo. Per questi motivi crediamo che l aspetto motivazionale e valoriale sotto il particolare profilo della solidità della scelta cristiana - sia centrale nel portare avanti con serenità e costanza la scelta di servizio educativo in associazione. ANALIsI + MOTIVAzIONE Da un analisi complessiva dei capi della nostra regione sono emersi alcuni aspetti interessanti: i) nei diversi contesti associativi convivono visioni differenti fra le fasce di età che evidenziano come priorità riscoprire ciò che ci ha sostenuto nella scelta di essere capo scout e a ritrovarlo, rinnovandolo, alla luce dell esperienza e della maturazione personale e comunitaria; ii) ogni capo è chiamato a essere artefice della propria solidità facendo attenzione a darsi le giuste priorità nel devolvere tempo ed energie, al fine di costruire, sulle fondamenta della iniziale scelta di servizio educativo, una solido percorso che sappia armonizzare tutti gli aspetti della vita. Si è notata, infatti, una certa difficoltà da parte dei capi a integrare compiutamente le scelte di fede con la propria quotidianità; iii) emerge una fatica a trovare risposte teologicamente aggiornate alle sfide che la vita pone attualmente. Alla luce di tutto questo, ci pare utile riscoprire come la fede e la vita possano trovare integrazione soltanto in autentiche comunità cristiane quali, nella nostra esperienza, le comunità capi, chiamate a riscoprire e rafforzare il loro ruolo di supporto e di vocazione. LINEA DI INDIRIzzO Ci impegniamo ad individuare e proporre occasioni
12 di formazione che sostengano la testimonianza della scelta di fede del capo, con particolare attenzione alla vocazione catechetica ed ecclesiale dei laici nella Chiesa. laddove le indicazioni che ne scaturiscono possono informare le azioni progettuali e programmatiche degli eventi regionali per capi e ragazzi [raccomandazione 5]. obiettivi 1. supporto al cammino di fede dei capi, per recuperare un lettura di fede della propria esperienza che conduca a una maggiore integrazione tra la scelta di fede e la vita quotidiana, anche attraverso l incontro Parola/Vita. Focus: accogliere la sfida di costruire, negli eventi regionali, percorsi di catechesi per adulti in stile narrativo. Focus: come membra vive della chiesa, partecipare agli eventi ecclesiali (es: convegno ecclesiastico nazionale) anche al fine di coglierne le risultanze, 2. consolidamento di una visione della comunità capi come comunità cristiana, all interno della quale la vita e la fede possano trovare una più compiuta integrazione. 3. supporto ai capi nell integrazione fede/vita, evitando le soluzioni dottrinali e morali fai da te. Focus: come membra vive della chiesa, essere aggiornati e partecipi della riflessione teologica sui temi-problema del nostro tempo. 12
13 chiedimi se sono FelIce [capi In crisi o crisi di capi] BREVE sintesi C È GROSSA CRISI... Di capi, intorno ai capi, nei capi. Soprattutto, nei capi. È una crisi che parte dal mondo ma che comincia a mettere radici e profonde anche nell interiorità di ogni singolo capo. È una crisi che non è gratis, è una crisi che sta assumendo sempre di più un aspetto negativo; in cinese crisi si scrive come opportunità, noi la leggiamo come una disfatta! L Associazione è chiamata a dire la propria, in due modi. Anzitutto con il servizio che è abituata a fare, quello di accompagnare i ragazzi nell ingresso in questo mondo in crisi; in secondo luogo nella formazione dei capi che quei ragazzi, in questo mondo, diventeranno. ANALIsI + MOTIVAzIONE Il rapido turnover, la corta vita media del servizio sono problemi oggettivi che vivono i nostri gruppi. Quali 13
14 sono i motivi? Sono cambiati negli anni? Paradossalmente, per il ruolo di educatori e quindi di accompagnatori dei fisiologici periodi di crisi che sono le fasi di crescita dei nostri ragazzi, i capi dovrebbero essere i più attrezzati a vivere in generale le fasi critiche. Queste crisi, nei gruppi, non si possono archiviare con l etichetta banale di carenza di capi, ma esiste un sistema di situazioni che determinano i problemi e che (in una sorta di corto circuito) allontanano gli adulti dal servizio associativo. LINEA DI INDIRIzzO Ci impegniamo ad affrontare le criticità del tempo presente in ottica di fiducia e di speranza e a saper ricercare insieme quelle soluzioni originali, relative alla formazione vocazionale, alla formazione metodologica e alla vita nelle comunità capi, che ci aiutino a essere capi felici, testimoni di un servizio vissuto in serenità. Ci impegniamo a far fronte alla crisi dei capi che si sta attraversando. Per farlo, l impegno non deve limitarsi alla formazione vocazionale dei capi, che pure è di fondamentale importanza soprattutto per i capi giovani, ma deve anche comprendere la sfera metodologica (soprattutto per quanto l educare all uomo e alla donna della partenza) e quella gestionale della co.ca... obiettivi 1. Saper vivere la precarietà come sfida, trovare l accezione positiva. Focus: riconoscere nell incertezza che caratterizza il tempo presente uno stimolo positivo e di sfida, in particolare nella progettualità del nostro essere capi che si realizza, tra le altre cose, nel progetto del capo. 14
15 2. Potenziare la formazione metodologica dei capi di tutte le branche, valorizzando l unitarietà e la trasversalità dell educare alle scelte dell uomo e della donna della partenza, proprie della persona capace di mettersi al servizio. Focus: favorire il passaggio dal fare servizio all essere servo in una visione cristiana dell uomo. Focus: essere testimoni di un servizio sereno, felice di essere capo per seguire la propria vocazione. 3. Fare della Regione una struttura di supporto alle Zone e alle co.ca. soprattutto nella formazione dei capi gruppo, chiamati a gestire le situazioni precarie dei capi e dei gruppi. 15
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