COMUNE DI PESSANO CON BORNAGO Provincia di Milano

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1 COMUNE DI PESSANO CON BORNAGO Provincia di Milano COMPONENTE GEOLOGICA, IDROGEOLOGICA E SISMICA DEL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO RELAZIONE GEOLOGICA GENERALE (L.R. n. 12/05 art. 57, comma 1, lett. a) AGGIORNAMENTO CON RECEPIMENTO DELLA VALUTAZIONE DI COMPATIBILITÀ CON IL PTCP - PROVINCIA DI MILANO: ATTO N \7.4\2009\ Ottobre 2010 Via Ennio Milano Tel. 02/ Fax 02/ g.brambati@ tin.it

2 2 Con il presente Rapporto Integrativo e i relativi allegati cartografici vengono recepite le osservazioni, ai sensi della L.R. 12/05, derivanti dall istruttoria della Provincia di Milano (atto n \7.4\2009\104) per la valutazione di compatibilità con il PTCP del Documento di Piano del Piano di Governo del Territorio comunale. 1 Relativamente alle aree di esondazione del torrente Molgora, nella relazione geologica viene fatto riferimento ad uno studio della Regione del 95 e ad uno studio idraulico del 2006, ma non viene fatto alcun richiamo agli Studi di fattibilità della sistemazione idraulica dei corsi d acqua, predisposti a cura dell Autorità di Bacino del Fiume Po, che hanno interessato anche il torrente Molgora (2004) e che sono citati dalla DGR n 8/7374 del 28 maggio 2008 come da consultarsi in sede di stesura degli studi geologici. Si ritiene necessario che le analisi e le individuazioni idrauliche presentate siano confermate alla luce di suddetto elaborato regionale. Recepimento: lo studio idraulico con titolo SPS - Ing. E. Calcaterra: Verifica di compatibilità idraulica del torrente Molgora nel territorio comunale basato sullo studio con titolo REGIONE LOMBARDIA ASSESSORATO AI LAVORI PUBBLICI - Servizio O.I.D.S. Progetto esecutivo dei lavori di sistemazione idraulica del torrente Molgora è stato rivisto alla luce dello studio preliminare dell intera asta del T. Molgora eseguito per AIPO da C. Lotti & Associati di Roma: Studio di fattibilità della sistemazione idraulica dei corsi d acqua naturali e artificiali all interno dell ambito idrografico di pianura Lambro Olona, documento citato dalla DGR n 8/7374. La rivisitazione è stata costruita utilizzando quest ultimo lavoro per le scelte dei parametri idraulici e delle portate di massima piena da utilizzare nei calcoli e come raffronto per le analisi dei risultati ottenuti, mentre si è tenuto conto, come supporto per la restituzione dei dati derivanti dalla verifica idraulica, di un rilievo in campo del tratto di corso d acqua indagato e delle quote dell aereofotogrammetrico del Comune di Pessano con Bornago. Di seguito sono riportati i risultati delle diverse simulazioni, rimandando per gli approfondimenti all aggiornamento dello studio idraulico stesso.

3 3 Profilo calcolato per un evento con tempo di ritorno di 10 anni: 155 molgora a pessano Legend WS T = 10 anni Fondo alveo Sponda sinistra Sponda destra 150 Elevation (m) Sez 2 Ponte S.P.120 Sez 4 Ponte via Tobagi Sez Ponte via Testi Sez 6 Sez 7 Main Channel Distance (m) Sez 8 Ponte via Mercurio Sez 9 Ponte-canale villoresi Sez 11 Sez 12

4 4 Profilo calcolato per un evento con tempo di ritorno di 100 anni: 155 molgora a pessano Legend WS T = 100 anni Fondo alveo Sponda sinistra Sponda destra 150 Elevation (m) Sez 2 Ponte S.P.120 Sez 4 Ponte via Tobagi Ponte via Testi Sez 6 Sez Main Channel Distance (m) Sez 8 Ponte via Mercurio Sez 9 Ponte-canale villoresi Sez 11 Sez 12 Come si osserva dai precedenti profili, in alcune sezioni l altezza dell acqua, per le portate considerate, risulta superiore alla quota massima di una delle due sponde o ad entrambe. Pertanto, sulla base delle quote riportate nell aereofotogrammetrico fornito dal Comune di Pessano con Bornago, sono state individuate le aree di esondazione per i tempi di ritorno di 10 e 100 anni evidenziando così le zone a maggior rischio idraulico (TAV. 2) costituite: 1) da alcune zone agricole poste a Sud del paese presso il confine col comune di Gorgonzola, a Sud ed a Nord del ponte della S.P. n. 120; 2) dell area verde in sponda sinistra lungo via Leopardi ed i campi sportivi sulla sponda opposta; 3) da un area piuttosto estesa in sponda sinistra intorno al parco giochi situato presso via Ruggero e dall area verde posta sulla sponda opposta; 4) dalle zone agricole poste su entrambe le sponde all altezza del cimitero di Pessano; 5) da un area agricola posta in riva destra a monte del ponte canale del Villoresi.

5 5 Confrontando i risultati ottenuti con le aree di esondazione risultanti dallo studio commissionato dall AIPO si nota una sostanziale corrispondenza delle zone critiche; le differenze più significative sono relative: 1) alle aree agricole a Sud della SP n. 120 in sponda sinistra: poiché il presente studio è limitato all asta del torrente in Comune di Pessano con Bornago, il modello idraulico in nostro possesso non può tenere conto di fenomeni di rigurgito del profilo idrico causate da manufatti posti a valle in Comune di Gorgonzola di cui invece lo studio AIPO, esteso all intera asta del torrente, risente; per queste si è deciso di estendere le aree esondabili in tale zona ai confini indicati dallo studio AIPO, 2) L area di esondazione presso via Ruggero da Pessano risulta dai nostri calcoli più estesa: questo potrebbe essere legata al fatto che lo studio dell AIPO non ha considerato la briglia presente a monte del ponte di via Monte Grappa che a causa del salto di fondo di circa 2 m provoca inevitabilmente un significativo innalzamento del pelo libero dell acqua a monte di essa, 3) a monte del ponte del canale Villoresi, lo studio AIPO indica una zona di esondazione in riva sinistra al Molgora che attualmente non può più verificarsi in seguito alla recente realizzazione un argine di protezione (con quota di colma m s.l.m.). Alla luce della rivisitazione dello studio idraulico sulla base dei dati aggiornati presenti nel documento commissionato dall AIPO e conformemente alle indicazioni contenute nella D.G.R. del 28/05/2008 n. 8/7374 le aree risultanti esondabili sono state classificate in due classi di fattibilità geologica così come delimitate nella TAV. 5 allegata: Classe 3 Fattibilità con consistenti limitazioni Nella Classe 3 sono ascrivibili le aree soggette ad allagamenti derivanti da esondazioni del Torrente Molgora calcolate con tempi di ritorno T = 100 anni. Classe 4 Fattibilità con gravi limitazioni Nella Classe 4 sono ascrivibili le aree soggette ad allagamenti derivanti da esondazioni del Torrente Molgora calcolate con tempi di ritorno T = 10 anni. 2 In merito alle fasce di rispetto dei corsi d acqua, poiché lo studio sul reticolo idrico minore non è stato ancora validato dalla Regione né approvato dal Comune, è necessario che venga fatto esplicito riferimento, anche cartografico, ai vincoli derivanti dal RD 523/1904 e dal RD 368/1904. Recepimento: per le fasce di rispetto adiacenti ai corsi d acqua pubblici valgono i vincoli di inedificabilità di cui al R.D. n. 523/1904 e R.D. n. 368/1904, anche lungo i tratti tombinati; sono unicamente consentiti gli interventi rivolti alla manutenzione e alla realizzazione di eventuali opere per la fruizione e la salvaguardia del reticolo idrografico del territorio comunale. Per tali aree (v. anche TAV. 4 - Carta di Sintesi e dei Vincoli, scala 1:5.000) sono state istituite, in conformità al disposto del R.D. 25 luglio 1904 n. 523 e R.D. n. 368/1904, le seguenti tipologie di fasce di rispetto: 1. fascia con larghezza di 10 metri dal ciglio di sponda per il reticolo idrico principale, rappresentato dal Torrente Molgora e dal Canale Villoresi;

6 6 2. fascia con larghezza di 6 metri dal ciglio di sponda per i derivatori secondari del canale Villoresi; 3. fascia con larghezza di 5 metri dal ciglio di sponda per i derivatori terziari. 3 In relazione alle classi di fattibilità riportate in tavola 5, si riscontra che lo studio geologico attribuisce alle fasce riparie dei corsi d acqua, ad esclusione delle aree di esondazione, la classe 1, analogalmente alla gran parte del resto del territorio (peratro in tale tavola il reticolo minore non viene nemmeno riportato). Alla luce della tabella 1 Classi di ingresso della DGR n 8/7374, ed in particolare della voce aree adiacenti a corsi d acqua da mantenere a disposizione per consentire l accessibilità per interventi di manutenzione e per la realizzazione di interventi di difesa per la quale è indicata la classe di fattibilità 4, si ritiene che tale scelta debba esere rivalutata. Recepimento: sono state riportate in Classe 4 (v. anche TAV. 5 - Carta di Fattibilità Geologica delle Azioni di Piano, scala 1:2.000) le aree vulnerabili dal punto di vista idraulico adiacenti ai corsi d acqua superficiali, da mantenere a disposizione per consentire l accessibilità per interventi di manutenzione e per la realizzazione di interventi di difesa. 4 Il torrente Molgora rientra nell Elenco 2 del PTCP, corsi d acqua di particolare rilevanza a cui si riferisce l art.46 delle NdA. Pertanto risulta opportuno che le disposizioni indicate nel suddetto articolo vengano riportate nello studio geologico e nel PGT. Recepimento: il Torrente Molgora risulta incluso nell Elenco 2 del PTCP in quanto meritevole di tutela e riqualificazione. Ne consegue che per tale corso d acqua le norme previste dal Piano delle Regole o più specificatamente dal Regolamento di polizia idraulica (non ancora approvato), devono essere integrate rispetto alle indicazioni dell art.46 delle NdA del PTCP riguardanti le modalità di intervento sullo stesso, al fine di rendere coerenti gli obiettivi di prevenzione del rischio idraulico rispetto al miglioramento della qualità ecologica e paesistico-ambientale di cui al citato PTCP. Per l alveo e le sponde del Torrente Molgora, nonché per la piana circostante definita da una fascia di tutela paesaggistica di 150 m (limite geometrico), le modalità di intervento ammesse rispondono al principio della valorizzazione. Si riporta nel seguito il testo integrale dell art.46 delle Norme di Attuazione (ottobre 2003) del PTC Provinciale, approvato con deliberazione del Consiglio Provinciale n. 55 del 14/10/2003 e pubblicato sul BURL, Serie Inserzioni - n. 45-5/11/2003, ai sensi dell art. 3 comma 36 della L.R. 5/1/2000 n. 1. Art. 46 Corsi d acqua 1. Il PTCP, all'elenco 2, riporta i più importanti corsi d'acqua con caratteristiche prevalentemente naturali e quelli sottoposti a vincolo paesistico ai sensi del comma 1, lettera c) art. 146 del D.lgs.

7 7 490/1999 integrati con i tratti del reticolo principale conformemente alla D.G.R. 25 Gennaio 2002, n. VII/7868. Detta individuazione assume efficacia di prescrizione diretta solo nei casi di cui al comma 5 dell'art. 4. Per corso d'acqua s'intende il sistema costituito dall'alveo, dalle acque che vi fluiscono e dalle relative sponde. In particolare s'intende per corsi d'acqua naturali, la porzione di territorio costituita oltre che dall'alveo e dalle sponde, anche dalla piana circostante, in cui hanno sede fenomeni morfologici, idraulici e naturalistico ambientali connessi al regime idrologico del corso d'acqua. Le modalità di intervento ammesse per tali elementi rispondono al principio della valorizzazione. 2. Il PTCP individua ai fini della loro tutela e salvaguardia i seguenti indirizzi: a) favorire il naturale evolversi dei fenomeni di dinamica fluviale e degli ecosistemi; b) migliorare la capacità di laminazione delle piene e di autodepurazione delle acque. 3. Lungo i corsi d'acqua, di cui all'elenco 2, ai sensi dell'art. 4, si applicano i seguenti indirizzi e prescrizioni di legge: a) la programmazione e progettazione degli interventi di difesa del suolo e di regimazione idraulica devono essere orientate verso soluzioni di tipo integrato che coniughino aspetti di prevenzione del rischio idraulico con il miglioramento della qualità delle acque e la fruibilità dei luoghi; b) le opere di difesa del suolo, di regimazione idraulica e in generale ogni intervento infrastrutturale sui corsi d'acqua devono essere realizzati in modo da rispettare la diversità ambientale, da ridurre al minimo la rottura di stabilità degli ecosistemi locali e le sue ripercussioni sui tratti situati più a valle. In tal senso devono essere individuate, conformemente alle disposizioni del PAI, aree libere in cui consentire la naturale divagazione dei corsi d'acqua e favorire il ristagno delle acque di supero nei brevi periodi di intensa precipitazione meteorica ed il successivo lento rilascio delle stesse al termine della crisi, evitando ove possibile di procedere con opere strutturali. La progettazione e la realizzazione delle opere di cui sopra deve tendere non solo a minimizzare gli impatti sulle componenti ambientali ma soprattutto al miglioramento della funzionalità ecologica dell'ambito fluviale e al miglioramento della qualità paesistica dei luoghi, con adeguati accorgimenti tecnici. Devono essere utilizzate tecniche di ingegneria naturalistica, a meno che non sia dimostrata la loro inapplicabilità, anche con riferimento agli esempi progettuali di cui al Repertorio B; c) favorire la riduzione della pericolosità dei corsi d'acqua in caso di piena attraverso una regolare pulizia degli alvei con asportazione di materiale ingombrante e di quanto può ostacolare il regolare deflusso delle acque; d) favorire ove possibile la sostituzione di opere di difesa del suolo di tipo tradizionale relativi a corsi d'acqua naturali, con sistemazioni di ingegneria naturalistica. A tal fine i manufatti in calcestruzzo, muratura, scogliera o prismata in caso di ripristino o adeguamento funzionale, non possono essere riparati o ristrutturati ma devono essere sostituiti con interventi di rinaturazione delle sponde. E' opportuno non mutare la tipologia costruttiva e lo stile di opere idrauliche, o connesse ai corsi d'acqua, che siano dotate di valore o riconoscibilità storico - architettonica; e) le nuove opere di attraversamento stradale e ferroviario, o comunque le infrastrutture a rete che interessano i corsi d'acqua naturali, devono essere progettate nel rispetto della specifica Direttiva allegata alle Norme di Attuazione del PAI; f) vanno mantenuti i tracciati dei corsi d'acqua naturali. Gli interventi che comportano la regolazione dei corsi d'acqua naturali, i rivestimenti, la bonifica e altri simili che incidono sul regime delle acque, dovranno essere comunicati alla Provincia; g) è vietata la copertura o il tombinamento dei corsi d'acqua ai sensi dell'art. 41 del D.lgs. 152/1999, fatti salvi casi dettati da ragioni di tutela di pubblica incolumità, ove sia dimostrata l'impossibilità di intervenire con altri sistemi o mezzi. Riguardo ai tombinamenti esistenti dei corsi d'acqua naturali, ai sensi dell'art. 21 del PAI, i proprietari o concessionari predispongono, entro un anno dalla data di

8 8 pubblicazione dell'atto di approvazione del PAI, una verifica idraulica di tali opere in corrispondenza degli attraversamenti dei centri urbani. Sono da privilegiare interventi di ripristino delle sezioni di deflusso a cielo aperto con priorità per quelle opere di copertura che determinano condizione di rischio idraulico. Tali azioni risultano prioritarie per le aree libere dove non sussistano ostacoli agli interventi di rinaturazione e al ripristino della funzionalità idraulica; h) per i corsi d'acqua ad uso irriguo, gli interventi dovranno essere compatibili alle esigenze e alle necessità della funzione agricola. 4. La Provincia di Milano promuove, anche attraverso forme di incentivazione e di coordinamento con soggetti pubblici e privati, interventi di manutenzione di tali ambiti, sviluppa azioni volte al miglioramento delle condizioni di sicurezza e alla qualità ambientale e paesaggistica. Nell'ambito delle specifiche competenze di polizia idraulica, verranno definiti programmi di manutenzione secondo la specifica Direttiva allegata alle Norme di Attuazione del PAI. La Provincia ed i Comuni collaborano agli interventi di rimozione di rifiuti negli ambiti fluviali sulla base delle indicazioni specifiche riportate all'art. 7 della L.R. 33/1977. Il Comune, in fase di adeguamento dello strumento urbanistico alle indicazioni del PTCP, verifica i tracciati dei corsi d'acqua presenti alla Tavola 2 ed individua planimetricamente in scala di maggior dettaglio eventuali nuovi tratti da sottoporre al regime di tutela di cui al presente articolo. I Consorzi di bonifica e irrigazione, in sintonia con gli indirizzi di cui al comma 2 lettera b), per la parte di reticolo idrografico di propria competenza svolgono specifiche attività consentite dalla normativa di settore, al fine di regolare i deflussi delle acque ed evitare situazioni di rischio idraulico. 5 Si evidenzia per le opportune verifiche che in tavola 2/e del PTCP, nell estremo meridionale del territorio comunale, è riportato un lembo di una vasca di laminazione di progetto che nello studio geologico non viene menzionata. Recepimento: il lembo della vasca di laminazione di progetto, come riportata nella Tav. 2/e del PTCP, coincide con la perimetrazione di un area di esondazione con tempo di ritorno T = 10 anni, area definita sulla base dello studio idraulico di cui all osservazione n 1 e conseguentemente, per tale area si attribuisce la Classe 4 di Fattibilità geologica. 6 Per le opportune verifiche si evidenzia la mancanza, nelle tavole dello studio geologico, di un pozzo che in tavola 2/e del PTCP è indicato poco a Nord-Ovest di Cascina Lodola. Recepimento: si è verificato che il pozzo indicato in tavola 2/e del PTCP poco a Nord-Ovest di Cascina Lodola corrisponde al pozzo C.na Novellana-Via Kennedy con codice del catasto SIF e che tale pozzo è stato cementato in data 31/12/1973.

9 9 7 E opportuno inoltre, inoltre, che negli elaborati cartografici i pozzi siano indicati con il loro codice univoco in modo da renderli identificabili. Recepimento: i codici identificativi dei pozzi comunali sono raccolti nell elenco seguente, nonché inseriti negli elaborati cartografici a corredo del presente documento. - Pozzo di via Tobagi / C.na Pariana: codice Pozzo di via Roma / cortile scuola: codice Pozzo di via Kennedy / C.na Novellana: codice Pozzo di via Giorgieri: codice Pozzo di C.na Canepa I colonna: II colonna: Tutte le zone di rispetto dei pozzi, ad esclusione di quella del pozzo Novellana, sono state delimitate col criterio temporale. Si chiede che vengano precisati gli atti autorizzativi relativi a tali delimitazioni. Recepimento: gli atti autorizzativi relativi alle delimitazioni con il criterio temporale delle zone di rispetto dei pozzi sono precisati all elenco che segue: - Pozzo di via Giorgieri (id: ) - Provincia di Milano, Decreto Dirigenziale n. 174 del 9 dicembre 2003; - Pozzo di C.na Canepa (id I colonna: id II colonna: ) - Provincia di Milano, Decreto Dirigenziale n. 29 del 12 marzo 2004; - Pozzo di via Roma (id: ) e Pozzo di via Tobagi (id: ) - Provincia di Milano, Decreto Dirigenziale n. 83 del 1 giugno In riferimento all art.47 ciclo delle acque del PTCP ed in coerenza con le disposizioni della D.G.R. del 10/04/03, n 7/12693 Direttive per la disciplina delle attività all interno delle aree di rispetto, art.21, comma 6, del d.lgs. 152/99 e succ. mod., si chiede di effetture una disamina delle attività a rischio di contaminazione delle acque eventualmente presenti all interno delle fasce di rispetto dei pozzi. Sulla base di tali risultanze occorrerà verificare, ed eventualmente modificare, la classificazione della fattibilità geologica. Recepimento: gli Uffici Comunali hanno verificato che all interno delle aree di rispetto dei pozzi ad uso idropotabile non sono presenti attività e/o insediamenti a rischio di contaminazione.

10 10 10 Essendo presente in tavola 2/e del PTCP un area in corso di caratterizzazione e/o bonifica posta nella zona occidentale del comune, si chiede di precisarne lo stato attuale e, coerentemente ai contenuti dell art.48 delle NdA del PTCP, si segnala l opportunità di specificare le eventuali determinazioni assunte a seguito delle avvenute bonifiche, valutando di conseguenza una adeguata classe di fattibilità geologica per il sito specifico. Recepimento: l area indicata in Tav. 2/e del PTCP è stata riportata, nella cartografia a corredo del presente documento, come area di concessione mineraria Eni- pozzo Seregna 2. La Conferenza di Servizi in data 31/03/2003 ha assimilato il sito ad area industriale in deroga alle previsioni dell allora PRG vigente. Pertanto, a tale area è stata assegnata la Classe 3 di Fattibilità geologica, in quanto area con problematiche ambientali soggetta a verifiche ed indagini ai sensi del D. Lgs. 152/06 qualora, a causa della perdita della qualifica di sito minerario, venisse restituita alla destinazione d uso prevista dal PGT.

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