DGR LIGURIA INDIRIZZI METODOLOGICI ELABORAZIONE PIANO DI TUTELA DELL'AMBIENTE MARINO E COSTIERO

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1 DGR LIGURIA INDIRIZZI METODOLOGICI ELABORAZIONE PIANO DI TUTELA DELL'AMBIENTE MARINO E COSTIERO per conoscenza da diffondere a tutti gli interessati ed esperti del settore... REGIONE LIGURIA "Art. 41 L.R. 20/ Approvazione degli indirizzi metodologici per l'elaborazione del Piano di Tutela dell'ambiente Marino e Costiero". DELIBERAZIONE Ecosistema Costiero - Settore Politiche ambientali - Inquinamento - Politica delle acque RICHIAMATE: la legge regionale n. 13/99 e succ.mod. ed int. recante Disciplina delle funzioni in materia di difesa della costa, ripascimento arenili, protezione ed osservazione dell ambiente marino e costiero, demanio marittimo e porti ed in particolare gli articoli 1 e 3 che rispettivamente individuano, in attuazione dell art. 3 del D.Lgs. n. 112/98, le funzioni riservate alla Regione in materia, tra l altro, di difesa della costa, ripascimento degli arenili, protezione ed osservazione dell ambiente marino e costiero, da esercitare nel rispetto del principio di sostenibilità ambientale e ne specificano il contenuto laddove si riserva in capo alla Regione la competenza alla promozione ed al coordinamento degli interventi per la difesa della costa e per il ripascimento degli arenili, nonchè al monitoraggio dell ambiente marino e costiero; la legge regionale n. 20/2006 recante Nuovo ordinamento dell Agenzia Regionale per la Protezione dell Ambiente Ligure e riorganizzazione delle attività e degli organismi di pianificazione, programmazione, gestione e controllo in campo ambientale ed in particolare l art. 41 che prevede l elaborazione e l adozione da parte della Regione del Piano di Tutela dell Ambiente Marino e Costiero, da sviluppare per unità fisiografica e ne individua il contenuto generale, ed in particolare: a) il quadro conoscitivo relativo alle condizioni di dissesto della costa alta e del livello erosivo degli arenili, la tendenza evolutiva e il livello di rischio associato; b) le opere esistenti di difesa della costa ed il livello di manutenzione ed efficacia; c) l indicazione degli interventi strutturali e manutentivi ed il relativo livello di priorità; d) la normativa e gli interventi di estrazione di materiale litoide dal demanio fluviale e marittimo finalizzato al ripascimento degli arenili; e) l aggiornamento dei dati meteo-marini disponibili nell ambito del paraggio relativo all unità fisiografica, con particolare riferimento ad eventi estremi pregressi; f) l individuazione delle misure, delle azioni volte alla tutela degli habitat costieri e delle biodiversità; g) il monitoraggio della qualità delle acque costiere e delle acque a specifica destinazione; la Deliberazione della Giunta regionale n del 21/12/2007 avente ad oggetto Art. 41 L.R. 20/2006 Approvazione schema dei contenuti e iter di formazione ed approvazione del Piano di Tutela dell Ambiente Marino e Costiero ; la Deliberazione del Consiglio Regionale n. 29 del 17/11/2009 recante Approvazione ai sensi dell articolo 41, comma 1 bis, della legge regionale 4 agosto 2006, n. 20 (Nuovo ordinamento dell Agenzia regionale per la protezione dell ambiente ligure e riorganizzazione delle attività e degli organismi di pianificazione, programmazione, gestione e controllo in campo ambientale) e successive modifiche ed integrazioni, delle misure di salvaguardia relativamente alla difesa delle coste e degli abitati costieri dall erosione marina ; 1

2 PREMESSO CHE: la zona costiera riveste un importanza strategica in quanto accoglie un elevata percentuale della popolazione ligure, rappresenta una fonte rilevante per l economia, ospita habitat naturali di elevato pregio ed è un luogo privilegiato per il tempo libero; essa, nel contempo, è soggetta a gravi problemi, quali la distruzione degli habitat, la contaminazione delle acque, l erosione costiera e l impoverimento delle risorse a causa degli usi ed interessi molteplici che vi si concentrano e spesso in conflitto tra di loro; la gestione della fascia costiera rappresenta, pertanto, una problematica fondamentale da affrontare adottando un approccio territoriale integrato, affrontandone contemporaneamente i molteplici problemi che ivi si esplicano; il Piano di tutela dell ambiente marino e costiero, previsto dall art. 41 della l.r. n. 20/2006, è stato individuato quale strumento idoneo a garantire uno sviluppo durevole e socialmente accettabile delle zone costiere, in quanto oltre a prevedere la tutela della costa in quanto aspetto attinente alla difesa del suolo e come tale connessa al corretto governo del territorio, traguarda anche un ulteriore obiettivo, rappresentato dalla tutela e dalla valorizzazione della qualità ambientale della zona costiera e delle sue risorse; con la D.G.R. n del 21/12/2007, al fine di meglio esplicitare i contenuti già fissati dal citato art. 41 della L.R. n. 20/2006, è stato individuato lo schema generale dei contenuti del Piano rappresentati da: - inquadramento geomorfologico ed ambientale in relazione alle pressioni naturali in atto nonché a quelle di origine antropica; - analisi delle dinamiche in atto ed elaborazione del trend evolutivo, ai fini della definizione degli scenari di rischio; - valutazione della pericolosità della zona costiera in relazione all erosione e alle frane costiere; - analisi del rischio costiero da erosione e da frane costiere; - analisi del rischio sugli elementi bionomici; - normativa di Piano; - priorità d intervento in relazione alle situazioni di rischio identificate per i comparti fisici e naturali; - cartografia del Piano; CONSIDERATO CHE: la complessità dei contenuti del Piano e le interrelazioni tra le varie tematiche da affrontare ed analizzare secondo un approccio integrato non riconducibile e descrivibile attraverso un mero elenco di contenuti ed aspetti da sviluppare, richiede invero l esplicitazione analitica e dettagliata del quadro logico che sostiene l elaborazione del Piano; la formazione di un Piano che rispecchi e adotti un approccio integrato nonché assicuri nel contempo una gestione equilibrata del territorio secondo i principi dello sviluppo sostenibile, richiede la costruzione di un percorso metodologico che sia riproducibile per tutte le unità fisiografiche del litorale ligure, comprensivo di tutti gli elementi e le tematiche oggetto del Piano, nonché attuabile e efficace a livello tecnico; a tal fine il Settore Ecosistema Costiero, sulla base delle attività in corso per l elaborazione del Piano di Tutela dell Ambiente Marino e Costiero per il Golfo del Tigullio nonché dell esperienza maturata negli ultimi dieci anni in materia di valutazione degli habitat marino costieri e di monitoraggio degli interventi di difesa costiera, ha definito in maniera dettagliata i contenuti e la metodologia da adottarsi per la redazione del Piano di Tutela nelle sue unità territoriali, di cui all Allegato 1 al presente atto; tale allegato illustra l impostazione metodologica da seguire nella fase di predisposizione del Piano, individuando in particolare: - l elenco degli elaborati di cui si compone il Piano; - l elenco analitico e codificato degli elementi conoscitivi di base propedeutici alla stesura del Piano, da acquisire e reperire per calcolare o stimare gli indicatori in grado di descrivere i comparti ed i fenomeni che incidono sugli obiettivi del Piano; - l indice e i contenuti che devono essere sviluppati dalle relazioni tematiche, dalle relazioni per paraggio costiero, comprensivo della descrizione per ciascuna tematica dei dati conoscitivi da utilizzare, della metodologia tecnicoscientifica da impiegare per l individuazione e la perimetrazione delle aree a diversa pericolosità e delle aree a rischio, rispettivamente per la spiaggia, la costa alta e le aree a valenza naturalistica; - l indice e i contenuti della relazione generale; - l elenco delle cartografie di piano da produrre, comprensivo della numerazione e denominazione univoca delle stesse, della scala geografica e dei contenuti; 2

3 CONSIDERATO ALTRESI CHE: la struttura del piano così elaborata e la metodologia individuata per la sua stesura corrispondono al raggiungimento degli obiettivi di tutela della costa dall erosione e di salvaguardia e valorizzazione della qualità ambientale della zona costiera e delle sue risorse che si prefigge il Piano di Tutela dell Ambiente Marino e Costiero in quanto: - introduce il concetto di fascia dinamica della spiaggia, quale zona di litorale dove si esplicano i processi sedimentari e morfogenetici indotti dall azione del moto ondoso e nella quale è necessario adottare un idonea normativa per mantenere e ripristinare la resilienza costiera, metodologia che costituisce altresì riferimento tecnico per l individuazione della fascia dinamica della spiaggia per onda cinquantennale di cui all art. 6 comma 1 della D.C.R. n. 29 del 17/11/2009; - introduce le aree di falesia la cui evoluzione è determinata dal moto ondoso; - determina la metodologia per individuare le zone soggette a differente rischio dovuto agli eventi meteomarini; - determina la metodologia per individuare il rischio di compromissione degli elementi bionomici; l assunzione di tale metodologia nella stesura del Piano si pone altresì in linea con: - le raccomandazioni proposte a conclusione del progetto EUROSION (Rapporto finale, maggio 2004), commissionato dalla Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea, sulle politiche da adottare per gestire i problemi e i rischi connessi con l erosione costiera in Europa; - il Protocollo sulla gestione integrata delle zone costiere del Mediterraneo nell ambito della Convenzione di Barcellona, approvato a Madrid il 21 gennaio 2008, il quale impegna le Parti contraenti, in particolare, al fine di garantire l uso e la gestione sostenibili delle zone costiere a: - mitigare più efficacemente l impatto negativo dell erosione costiera, adottando le misure necessarie per preservare o ripristinare la capacità naturale della costa di adattarsi ai cambiamenti climatici, anche attraverso l adozione di misure specifiche sui sedimenti costieri e le opere costiere; - preservare le caratteristiche di alcuni ecosistemi costieri particolari, quali habitat marini, estuari, dune; RITENUTO, pertanto, di approvare l Allegato al presente atto, di cui costituisce parte integrante e sostanziale, contenente ulteriori indirizzi metodologici per l elaborazione del Piano di tutela dell ambiente marino e costiero ad integrazione di quanto già stabilito con la D.G.R. n. 1659/2007; Su proposta dell Assessore all Ambiente D E L I B E R A per i motivi di cui in premessa: 1. di approvare, ai sensi e per gli effetti dell art. 41, c.1 della l.r. n. 20/2006 ad integrazione della D.G.R. n. 1659/2007, gli indirizzi metodologici per l elaborazione del Piano di Tutela dell ambiente marino e costiero, così come riportati nell Allegato 1, parte integrante e sostanziale del presente atto; 2. di disporre la pubblicazione del presente atto e relativo allegato, sul B.U.R. ai sensi di legge. Avverso il presente provvedimento è possibile proporre ricorso giurisdizionale al TAR, entro 60 giorni o, alternativamente, ricorso amministrativo straordinario al Presidente della Repubblica, entro 120 giorni dalla pubblicazione dello stesso. INDIRIZZI METODOLOGICI PER L ELABORAZIONE DEL PIANO DI TUTELA DELL AMBIENTE MARINO E COSTIERO Il presente documento definisce i contenuti e la metodologia da adottarsi per l elaborazione del Piano di Tutela dell ambiente marino e costiero. Il Piano, previsto dall art. 41 della L.R. n. 20/2006, è stato infatti individuato quale strumento idoneo a garantire uno sviluppo durevole e socialmente accettabile della zona costiera, in quanto oltre a prevedere la tutela della costa quale aspetto attinente la difesa del suolo e come tale connessa al corretto governo del territorio, traguarda anche un ulteriore obiettivo, rappresentato dalla tutela e dalla valorizzazione della qualità ambientale della zona costiera e delle sue risorse. 3

4 In particolare il Piano si prefigge l obiettivo di garantire ai litorali sabbiosi e rocciosi un livello di sicurezza adeguato rispetto ai fenomeni erosivi e di dissesto derivanti dall azione del moto ondoso, nonchè di tutelare rispetto ai diversi impatti la biodiversità e gli habitat marino-costieri rispetto a quelle problematiche non ancora sufficientemente risolte dalla pianificazione e normativa ambientale vigenti. Per raggiungere tali obiettivi si ritiene, pertanto, di seguire il seguente percorso metodologico che porta in particolare ad individuare e delimitare: - la fascia dinamica sia della spiaggia che della costa alta, intese quale zone di litorale dove si esplicano i processi sedimentari e morfogenetici indotti dall azione del moto ondoso; - i corrispondenti livelli di pericolosità e di rischio costiero ai quali associare un idoneo regime normativo - le aree dove la biodiversità marino e costiera è soggetta ad impatti significativi, e la cui salvaguardia e conservazione richiede l adozione di misure opportune. Particolare rilevanza ai fini del raggiungimento degli obiettivi del Piano assume altresì l elaborazione delle cartografie di Piano, quale strumento univoco per l individuazione ad una scala territoriale adeguata delle scelte del Piano stesso. Conseguentemente vengono di seguito descritti i dati conoscitivi di base da reperire ai fini della stesura dei vari elaborati che costituiscono il Piano medesimo, nonché, secondo un ordine logico consequenziale, i contenuti degli elaborati di Piano e delle modalità da applicare per la loro elaborazione e redazione. La metodologia così individuata conduce alla redazione degli elaborati del Piano di Tutela dell ambiente marino e costiero, di seguito descritti: - Relazione generale - Relazioni tematiche - Relazioni per paraggio (una per ciascun paraggio costiero individuato nell unità fisiografica oggetto di analisi) - Norme di attuazione del Piano - Piano degli Interventi - Piano di monitoraggio - Cartografia. Ai fini di un idoneo raggruppamento territoriale, il Piano di Tutela dell Ambiente Marino e Costiero viene redatto per ambiti, individuati sull intero tratto di costa ligure. Ciascun ambito comprende una o più unità fisiografiche, che presentano caratteristiche morfologiche simili o dimensioni tali da poter essere accomunate all unità fisiografica adiacente. L elenco degli ambiti assunti per la stesura del Piano di Tutela dell ambiente marino e costiero, comprensivo delle unità fisiografiche in essi ricomprese e dei relativi limiti orografici è il seguente: CODICE AMBITO AMBITO UNITÀ FISIOGRAFICHE LIMITE OVEST LIMITE EST P_01 ROJA Roja Foce del Torrente San Luigi P_02 SANREMO Ospedaletti Capo Sant Ampelio San Romolo Capo Sant Ampelio Capo Verde P_03 ARGENTINA Argentina Capo Verde Marina degli Aregai P_04 IMPERIA Prino Marina degli Aregai Capo Berta Impero P_05 DIANESE Golfo dianese Capo Berta Capo Cervo P_06 MERULA Andora Capo Cervo Capo Mele P_07 GOLFO DI ALASSIO Golfo di Alassio Capo Mele Capo Santa Croce P_08 CENTA Centa sud Capo Santa Croce Capo di Centa Maremola Caprazoppa 4

5 P_09 FINALESE Pora Capo di Caprazoppa P_10 GOLFO DI SPOTORNO Crovetto Bergeggi Capo Noli Capo Noli Capo Vado P_11 SAVONA Letimbro Capo Vado Porto di Savona P_12 SANSOBBIA Sansobbia Porto di Savona Punta Aspera P_13 RIVIERA DEL BEIGUA Riviera del Beigua Porto di Genova P_14 GOLFO PARADISO Golfo Paradiso Monte di Portofino P_15 GOLFO DEL TIGULLIO Golfo del Tigullio Baia del silenzio Riva Trigoso P_16 RIVIERA SPEZZINA Moneglia Deiva Ghiararo P_17 CINQUE TERRE Cinque Terre Muzzerone P_18 MAGRA Golfo della Spezia Magra Punta Aspera Marina fiera di Genova Marina fiera di Genova Punta di Portofino Punta Baffe Punta Mesco Capo dell Isola Punta di Portofino Punta Baffe Punta Mesco Capo dell Isola Torrente Parmignola 1 - DATI DI BASE Rappresentano gli elementi conoscitivi di base propedeutici alla stesura del Piano di Tutela dell ambiente marino e costiero e servono per calcolare o stimare gli indicatori in grado di misurare e descrivere i comparti e i fenomeni che incidono sugli obiettivi di tutela della costa alla base del Piano, rappresentati dalla difesa del litorale e degli abitati costieri dall erosione marina, nonché dalla tutela e valorizzazione della qualità ambientale della zona costiera e delle sue risorse. I dati conoscitivi relativi a ciascuna tematica da prendere in considerazione, nonché le fonti alle quali riferirsi sono illustrati nella tabella 1.1: Tabella 1.1 ARGOMENTI DATO CODICE DATO DM: aspetti meteomarini Esposizione geografica dell'unità fisiografica, individuazione settori di traversia principale e secondaria. DM1 FONTE DEL DATO - Carta nautica - Regione: livello informativo delle unità fisiografiche e dei paraggi liguri Dati di moto ondoso direzionali, serie temporali di dati strumentali o ricostruiti DM2 - dati della rete ondametrica nazionale (es. Atlante delle onde nei mari italiani APAT) o in assenza di copertura dati ricostruiti batimetria del fondale al largo, di dettaglio sottocosta. DM3 - carte IIM; - rilievo di dettaglio multibeam per la fascia compresa tra -1.5 m e -30 m DG:geologia e geomorfologia Geologia e geomorfologia dei bacini versanti nell unità fisiografica. DG1 - Regione: Piani di Bacino stralcio per la tutela da rischio idrogeologico, Carte Tecniche Regionali, modelli numerici del terreno, Carta geologica 5

6 Fenomeni franosi nell unità fisiografica che possono essere scatenati o accentuati dall azione del moto ondoso. DG2 - Regione:documento IFFI (inventario dei Fenomeni Franosi italiani) - Bibliografia aggiornata DS: sedimentologia DA:acque Elementi architettonici DG3 - Carte Tecniche, fotografie aeree, rilievi ad hoc DTM a maglia 1m x 1m, e caratterizzazione granulometrica per la fascia compresa tra 1.5 m e 30 m di profondità. Rilievo di sezioni trasversali di spiaggia DS1 - Rilievo multibeam e campagna sedimentologica DS2 - Regione: Studio quadro Progetto Beach-Med - Rilievi realizzati ad hoc Rilievi batimetrici storici DS3 - Rilievi esistenti - bibliografia aggiornata Foto aeree DS4 - Regione: aerofotogrammetrico repertorio Foto storiche della linea di riva Dati su scarichi idrici in mare: posizione, portata, abitanti equivalenti, grado di trattamento, caratteristiche delle condotte sottomarine Dati di qualità delle acque di balneazione (almeno gli ultimi 3 anni) Dati di qualità dei corpi idrici marino costieri (ultimi 3 anni) rilevati ai sensi del D.lgs.152/06 Dati di qualità delle acqua fluviali (almeno gli ultimi 3 anni) Dati sui fenomeni di mare sporco (rifiuti galleggianti) DS5 DA1 DA2 DA3 DA4 - Bibliografia aggiornata - Regione: Catasto scarichi e depuratori; verifiche e aggiornamento presso enti gestori - Regione: dati del SIRA - Regione: dati del SIRA - Regione: dati del SIRA DA5 - Regione: studio di inquadramento redatto per l ambito Golfo del Tigullio integrato da aggiornamenti e approfondimenti locali (raccolta informazioni presso gli Enti locali e campagne di osservazioni ad hoc) Dati correntometrici DA6 - Bibliografia aggiornata; - eventuali risultati di modellazioni matematiche DH: habitat Cartografia e stato di conservazione degli habitat marini bentonici DH1 - Regione: Carta degli habitat marini della Liguria; - Rilievi SSS e multibeam contestuali ai rilievi morfologici - Fotografie aeree zenitali e prospettiche - Rilievi ad hoc per verifiche locali 6

7 DE: aspetti socioeconomici Cartografia dei tratti di costa di alto valore naturalistico Cartografia e stato di conservazione degli habitat costieri (estuari e vegetazione psammofila) Localizzazione e densità delle imbarcazioni da diporto in sosta e presenza di campi di ormeggio Localizzazione dei siti interessati da pratiche di pesca a strascico abusiva Discariche storiche di inerti sulla costa:localizzazione, quantità, fonti e fasi temporali delle discariche Dati su abitanti residenti, e fluttuanti nei comuni afferenti l ambito. Dati sull uso del suolo dell ambito Dati sulla ricettività della portualità turistica e della flotta diportistica gravitante nell ambito Dati quantitativi sulla flotta peschereccia e sulle tipologie di pesca e maricoltura gravitanti nell ambito. Dati (almeno ultimi 5 anni) su ripascimenti stagionali e strutturali: localizzazione, quantità, fonti, granulometria DH2 - Regione: studio di inquadramento generale redatto per l ambito Golfo del Tigullio; aggiornamenti ed approfondimenti attraverso rilievi locali DH3 - Regione: Carta e banche dati della biodiversità, bibliografia; aggiornamenti ed approfondimenti attraverso rilievi locali; - fotografie storiche della costa. DH4 - Regione: studio di inquadramento generale redatto per l ambito Golfo del Tigullio; aggiornamenti ed approfondimenti attraverso rilievi locali DH5 - Regione: studio di inquadramento generale redatto per l ambito Golfo del Tigullio; aggiornamenti ed approfondimenti attraverso verbali ispettivi delle Capitanerie di Porto. DH6 - Piano della Costa, - bibliografia, - fotografie storiche della costa. DE1 - Dati ISTAT, Piano di Tutela delle Acque DE2 DE3 DE4 DE5 - Regione: Carta uso del suolo - Regione: indagine regionale sui porti turistici della Liguria - Regione: La nautica leggera in Liguria. - aggiornamenti in caso di interventi recenti - Regione: banca dati regionale - Regione: banca dati ripascimenti 2 - RELAZIONI TEMATICHE Sono relazioni specialistiche che, analizzando i dati di base, descrivono, per ciascun ambito, lo stato e le dinamiche in atto. L analisi così sviluppata in tali relazioni tematiche consente di definire, al dettaglio di ogni paraggio, lo stato ed il trend evolutivo dei vari aspetti e componenti oggetto del Piano. Le relazioni tematiche possono essere sviluppate come monografie a parte (specialmente nel caso in cui riguardino aspetti generali riferiti all ambito oggetto di studio), oppure essere sviluppate direttamente nelle relazioni per paraggio, soprattutto quando riguardino aspetti particolari riferiti e diversificati all interno dei singoli paraggi. 7

8 In ogni caso la relazione per paraggio di cui al successivo Paragrafo 3 riporta compiutamente i contenuti di ciascuna relazione tematica, correlandoli ove necessario con quelli delle altre relazioni. La tabella 2.1 elenca, per i vari aspetti presi in considerazione dal Piano, il titolo e il codice delle relazioni tematiche da sviluppare, il codice del Dato di base da impiegare quale supporto conoscitivo e i contenuti da sviluppare. Tabella 2.1 RELAZIONE Codice CONTENUTI DATO DI BASE (di cui alla tabella 1.1) Relazione sull inquadramento geografico dell ambito (RG) Relazione sul clima ondoso al largo (RO) Relazione sulla modellazione matematica a larga scala di propagazione del moto ondoso da largo verso le stazioni significative di input per i paraggi (RM) Relazione sulla modellazione sotto costa all interno dei paraggi (RP) DG1 DM1 DM2 Relazione sull evoluzione DM3 storica del litorale (RL) DG2 DS1 DS2 DS3 DS4 DS5 DE5 - Descrizione del territorio emerso: geomorfologia dei bacini versanti e dei corsi d acqua, alla scala di paraggio. - Descrizione della costa: geomorfologia della linea di costa, alla scala di paraggio. - Definizione dell esposizione dell ambito, dei fetch geografici ed efficaci, individuazione del settore di traversia principale e secondario. - Definizione del clima meteomarino al largo (eventuale trasposizione geografica delle misure ondametriche, laddove utilizzabili). - Analisi e costruzione di tabelle bivariate (altezza d onda e direzione; altezza e periodo d onda) e di grafici della distribuzione di frequenza congiunta di accadimento altezza d onda e direzione. - Analisi statistica degli eventi estremi per le direzioni di interesse. - Definizione dei valori di altezza d onda spettrale, periodo di picco e direzione delle onde associate ai diversi periodi di ritorno. DM3 - Analisi della propagazione del moto ondoso da largo verso le stazioni di input per i paraggi (fondali dove non è ancora avvenuto il frangimento) e modellazione di dettaglio all interno dei singoli paraggi, attraverso l utilizzo di modelli matematici (che considerino i fenomeni di rifrazione, shoaling e dissipazioni superficiali di energia per frangimenti parziali) e del rilievo batimetrico su alti fondali raccordato con quello di dettaglio sottocosta. Tale modellazione viene effettuata per eventi associati a periodi di ritorno pari a 1 e 50 anni, secondo le direzioni di propagazione definite nell'analisi del clima ondoso caratteristico dell'unità fisiografica (vedi relazione sul clima ondoso al largo). - Analisi dei risultati e considerazioni sulla distribuzione delle altezze d onda e sulle direzioni dei fronti d onda a scala di unità fisiografica. Cenni sul frangimento e individuazione della zona dei frangenti. Descrizione del modello matematico utilizzato con limiti e caratteristiche. - Se viene utilizzato un unico modello matematico di propagazione del moto ondoso che al suo interno elabora anche la propagazione lungo costa (su basse profondità con il dettaglio della scala di paraggio) possono essere schematizzati i risultati ottenuti nei vari paraggi, che verranno approfonditamente trattati nella relazione per paraggio. - Descrizione dell evoluzione storica della linea di riva, alla scala di paraggio. - Descrizione dell evoluzione morfologica dei fondali, alla scala di paraggio. - Descrizione dell evoluzione dei tratti di costa alta, alla scala di paraggio. 8

9 RP Relazione sedimentologica (RS) DS1 RG RL - Stima del trasporto solido dei bacini versanti, alla scala di paraggio. - Descrizione dei processi di trasporto solido lungo costa, alla scala di paraggio. Relazione sulla pericolosità e sul rischio (RR) DG3 DS2 RP Relazione sui fattori DE1 determinanti DE2 socioeconomici: DE3 demografia, uso suolo, attività produttive, attività DE4 economiche (RD) DE5 - - Stima del run-up dell onda, alla scala di paraggio. - - Individuazione della fascia dinamica della spiaggia e della costa alta, alla scala di paraggio. - - Individuazione dei tratti a rischio per la spiaggia e per la costa alta, alla scala di paraggio. - Stima del carico demografico, disaggregato per comune. - Stima, attraverso analisi sull uso del suolo, dell importanza delle diverse attività umane presenti sul territorio dell ambito. - Stima della flotta diportistica gravitante nell ambito. - Stima della flotta peschereccia e delle tipologie di pesca e maricoltura gravitanti nell ambito. Relazione sulla qualità delle acque costiere (RA) DA1 DA2 DA3 DA4 DA5 DA6 - Descrizione del clima correntometrico sottocosta, alla scala di ambito Classificazione della qualità dei corpi idrici secondo il D.lgs.152/06. - Classificazione delle acque di balneazione secondo la normativa vigente e in base all indice IQB (dati disaggregati al singolo tratto). - Ricerca di eventuali correlazioni tra lo stato di qualità, gli scarichi e le foci dei corsi d acqua. - Stima e localizzazione dei fenomeni di mare sporco (rifiuti galleggianti). Relazione sui popolamenti marini bentonici (RB) DH1 DH2 DH4 DH5 DH6 RL RS RA Relazione sulla DH3 vegetazione delle spiagge RL (RV) RS Relazione sugli habitat delle foci fluviali (RF) DH3 RL RS - Cartografia, in scala di dettaglio non inferiore a 1:10.000, dei principali popolamenti bentonici. - Descrizione e stato di conservazione delle praterie di Posidonia oceanica. - Descrizione e stato di conservazione dei popolamenti coralligeni. - Individuazione dei tratti di costa rocciosa di particolare interesse per la biodiversità. - Valutazione dello stato di conservazione degli habitat in relazione a qualità delle acque, trasformazioni antropiche della costa, discariche inerti, ripascimenti. - Densità delle imbarcazioni in sosta sugli habitat sensibili e relazione con il loro stato di conservazione, con individuazione dei siti critici; censimento delle aree marine già regolamentate. - Individuazione dei siti critici per la pesca a strascico abusivo e per la presenza di rifiuti delle attività di pesca. - Presenza attuale e storica degli habitat legati agli ambienti di spiaggia e dunali. - Individuazione dei siti storici, dei siti attuali e dei siti potenziali. - Analisi dei fattori locali di minaccia e degrado - Presenza attuale e storica degli habitat legati agli ambienti degli estuari. - Individuazione dei siti storici, dei siti attuali e dei siti potenziali. - Analisi dei fattori locali di minaccia e degrado. Per le parti metodologiche di dettaglio si rimanda alla trattazione delle relazioni per paraggio. 9

10 3 - RELAZIONI PER PARAGGIO L unità morfologica alla quale fare riferimento nell elaborazione di tali relazioni è rappresentata dal Paraggio costiero, quale settore di costa più rappresentativo della dinamica indotta dagli eventi ondosi annuali o con frequenza di accadimento superiore all anno. Ciascuna unità fisiografica della costa ligure è suddivisa in paraggi costieri, come definiti nel livello informativo dell unità fisiografica e dei paraggi costieri liguri di cui alla d.g.r 1446 del 2/11/2009 recante Approvazione ed integrazione dei criteri generali da osservarsi nella progettazione degli interventi di ripascimento stagionali e reperibili sul Portale Ambiente della Regione Liguria all indirizzo Qualora gli approfondimenti condotti nelle relazioni tematiche in merito alla dinamica dei sedimenti e alla morfologia costiera portino ad identificare ulteriori nuovi paraggi, questi saranno inseriti nelle cartografie sviluppando le relative relazioni ed illustrando le motivazioni della loro ulteriore individuazione. La relazione per paraggio è elaborata per paragrafi che integrano le relazioni tematiche di cui al paragrafo 2, sviluppando laddove necessario tali relazioni ad un dettaglio maggiore: in particolare per ciascun paraggio gli argomenti delle relazioni tematiche sono riportate alla scala locale e discusse in modo interdisciplinare, mettendo in evidenza le connessioni tra la dinamica costiera e gli aspetti ambientali. L analisi integrata di tali connessioni consente, pertanto, di evidenziare, rispetto agli obiettivi del Piano, le criticità in atto a livello di paraggio e conseguentemente di individuare le misure ritenute più opportune. Pertanto la relazione di paraggio è sviluppata secondo il seguente schema: P1. Inquadramento generale P2. Analisi della propagazione del moto ondoso ed effetti lungo costa P3. Aspetti geomorfologici e sedimentologici P4. Aspetti naturalistici ed ambientali (stato pressioni - impatti) P5. Sintesi dei processi costieri P6. Pericolosita costiera e impatti sulla qualita delle acque e sulla biodiversità marino costiera P7. Rischio P8. Delimitazione delle aree da assoggettare alle Norme di Piano P9. Misure di intervento Per ciascun paragrafo sopra elencato, sono di seguito descritti i contenuti delle relazioni tematiche di riferimento, il relativo grado di approfondimento da raggiungere a livello di paraggio, i riferimenti metodologici, laddove necessari ai fini delle analisi dei dati, e la cartografia da produrre e nella quale confluiscono i diversi livelli informativi analizzati. 10

11 P1. Inquadramento generale 1.1 Inquadramento geografico del paraggio RELAZIONI TEMATICHE DI RIFERIMENTO: - RG - Relazione sull inquadramento geografico dell ambito Descrizione dei caratteri geografici del paraggio con riferimento alla posizione (confini geografici e amministrativi), alle dimensioni (lunghezza complessiva del tratto di costa, suddivisa in tratti di costa alta, deposita ed artificializzata, dimensione dei bacini afferenti), all inquadramento geologico e geomorfologico dei bacini afferenti al paraggio. Per i bacini idrografici significativi sfocianti nel paraggio, ovvero aventi superficie superiore a 5 Km 2, vengono descritte le caratteristiche geologiche e geomorfologiche con particolare riferimento alla loro articolazione territoriale e conformazione, alla superficie sottesa, alle litologie affioranti nel bacino, alle coperture detritiche, alla presenza di frane attive e quiescienti, nonché cenni sui bacini minori. Costa alta: descrizione dei tratti di costa alta con particolare riferimento alle litologie, alle giaciture e ai fenomeni di dissesto presenti; Costa bassa - spiaggia: descrizione dei tratti di costa bassa con definizione della lunghezza, della conformazione e della valenza paesistica e turistica; Costa artificializzata: descrizione dei tratti di costa artificiali con riferimento alle realtà del territorio e del loro impatto sul litorale. 1.1 Evoluzione storica del litorale RELAZIONI TEMATICHE DI RIFERIMENTO: - RL - Relazione sull'evoluzione storica del litorale. Evoluzione storica del litorale: descrizione e confronto grafico dell evoluzione della linea di riva, attraverso l utilizzo delle fotografie aeree zenitali, georeferenziate e ortorettificate, ove possibile. Confronti ed analisi quantitative derivanti dalla sovrapposizione dei rilievi batimetrici storici e del rilievo attuale. Descrizione dei cambiamenti avvenuti anche a seguito di confronti con foto aeree, foto storiche e ricostruzione di apporti naturali e artificiali versati a mare. CARTOGRAFIA DERIVATA: - C01 Carta batimetrica - C03 Carta dell evoluzione della spiaggia emersa e sommersa. P2. Analisi della propagazione del moto ondoso ed effetti lungo costa 2.1 Esposizione del paraggio RELAZIONI TEMATICHE DI RIFERIMENTO: - RO - Relazione sul clima ondoso al largo - RM - Relazione sulla modellazione matematica a larga scala 11

12 Cenni sull esposizione del paraggio e sull individuazione del settore di traversia principale e secondario. Definizione sottocosta dei valori di altezza d onda spettrale, periodo e direzione, associate ai periodi di ritorno pari ad 1 e 50 anni; valori da utilizzarsi per la propagazione del moto ondoso di dettaglio all interno del paraggio. 2.2 Analisi meteomarine sotto costa RELAZIONI TEMATICHE DI RIFERIMENTO: - RM - Relazione sulla modellazione matematica a larga scala - RP Relazione sulla modellazione matematica sotto costa all interno dei paraggi Propagazione del moto ondoso da largo verso riva: analisi della propagazione del moto ondoso attraverso l utilizzo di modelli matematici, con maggiore definizione sotto costa, mediante l utilizzo di rilievo batimetrico di dettaglio sottocosta, per approfondire l analisi all interno dei singoli paraggi, per eventi associati a periodi di ritorno pari a 1 e 50 anni. Descrizione del modello matematico utilizzato con limiti e caratteristiche. Descrizione della circolazione idrodinamica all interno del paraggio, della disposizione dei vettori di direzione delle onde incidenti e delle altezze d onda per i periodi di ritorno 1 e 50 anni. METODOLOGIA: Utilizzo di modellazione matematica, che consideri i fenomeni di rifrazione, shoaling e dissipazioni superficiali di energia per frangimenti parziali ed eventualmente per dissipazione al fondo, su rilievo batimetrico di dettaglio alla scala di paraggio per la modellazione della propagazione del moto ondoso sotto costa ed individuazione della surf zone. Qualora venga usato un modello matematico di propagazione da largo verso riva, con elaborazioni di dettaglio all interno dei singoli paraggi, si riportano i risultati di tale modellazione sottocosta per il paraggio in esame, secondo i contenuti sopra descritti. CARTOGRAFIA DERIVATA: - C05 Carta di sintesi dei processi costieri. 2.3 Frangimento RELAZIONI TEMATICHE DI RIFERIMENTO: - RP Relazione sulla modellazione matematica sotto costa all interno dei paraggi Individuazione dell area dei frangenti associata ad eventi con periodo di ritorno pari ad 1 e 50 anni per le direzioni di propagazione del moto ondoso significative, definizione dell altezza d onda al frangimento, individuazione della profondità di chiusura della spiaggia in base ai risultati del frangimento e confronto con relazioni matematiche note in letteratura. METODOLOGIA: Utilizzo di modellazione matematica su rilievo batimetrico di dettaglio alla scala di paraggio per la modellazione della propagazione del moto ondoso sotto costa ed individuazione della surf zone. CARTOGRAFIA DERIVATA: - C05 Carta di sintesi dei processi costieri. 12

13 2.4 Bacini versanti RELAZIONI TEMATICHE DI RIFERIMENTO: - RS Relazione sedimentologica Descrizione dei bacini significativi, ovvero aventi superficie superiore a 5 Km 2, e minori sfocianti nel paraggio (dimensioni, litologie affioranti e coperture detritiche). Individuazione di bacini rilevanti ai fini del trasporto solido e stima dei quantitativi di apporto potenziale di sedimenti. METODOLOGIA: Analisi dei Piani di bacino stralcio per la tutela dal rischio idrogeologico. CARTOGRAFIA DERIVATA: - C04 Carta morfologica e sedimentologica. P3. Aspetti geomorfologici e sedimentologici 3.1 Costa alta RELAZIONI TEMATICHE DI RIFERIMENTO: - RL - Relazione sull'evoluzione storica del litorale - RS Relazione sedimentologica Descrizione dei tratti di costa alta, delle aree in frane se presenti e delle falesie, delle giaciture, dei fenomeni di dissesto recenti e passati. Descrizione della presenza o meno di interventi di stabilizzazione effettuati nel passato. Analisi dei dati dei Piani di bacino stralcio per la tutela dal rischio idrogeologico, confronti con foto aeree e storiche. 3.2 Costa bassa RELAZIONI TEMATICHE DI RIFERIMENTO: RL - Relazione sull'evoluzione storica del litorale RS Relazione sedimentologica Descrizione dei tratti di costa bassa, di formazione e genesi delle spiagge del paraggio. METODOLOGIA: Analisi di confronto delle linee di riva attuali e storiche da foto aeree zenitali, con ricostruzione degli apporti e dei deficit di materiale nel tempo. 3.3 Morfologia ed evoluzione della spiaggia emersa Descrizione dell evoluzione della spiaggia suddivisa in diversi range temporali, a seguito di mutamenti nella conformazione della linea di riva dovuti a realizzazione opere, apporti, erosioni, ecc., fino ad arrivare alla descrizione dello stato attuale. Individuazione di possibili criticità o elementi di disturbo nell evoluzione della spiaggia. 13

14 METODOLOGIA: Tracciamento delle linee di riva da foto aeree zenitali, confronto critico correlato alla ricostruzione storica di apporti o deficit di sedimenti e alla realizzazione di opere che hanno influito sulla dinamica costiera. CARTOGRAFIA DERIVATA: - C03 Carta di evoluzione della spiaggia emersa e sommersa. 3.4 Morfologia ed evoluzione della spiaggia sommersa Descrizione dell andamento della spiaggia sommersa, individuazione delle pendenze, delle aree di accumulo sedimenti o di uscita del materiale dal paraggio. Individuazione della profondità di chiusura morfologica media del paraggio. Descrizione, per range temporali significativi, dei confronti batimetrici storici con definizione di aree di erosione e/o accumulo sedimenti. METODOLOGIA: Analisi della carta batimetrica. Analisi di confronto di rilievi batimetrici storici con rilievi attuali. CARTOGRAFIA DERIVATA: - C03 Carta di evoluzione della spiaggia emersa e sommersa. - C05 Carta di sintesi dei processi costieri. 3.5 Aspetti sedimentologici Descrizione della granulometria della spiaggia emersa e sommersa, della classe media dei sedimenti, della deviazione standard dei campioni prelevati. Descrizione dell andamento delle classi granulometriche. METODOLOGIA: Granulometria dei campioni di sedimento prelevati nella spiaggia emersa e sommersa con analisi e confronti. CARTOGRAFIA DERIVATA: - C04 Carta morfologica e sedimentologica. - C05 Carta di sintesi dei processi costieri. 3.6 Bilancio sedimentario Descrizione del bilancio sedimentario del paraggio, comprendente regime del trasporto solido e trasporto bacini versanti: indicazioni sulla dinamica dei sedimenti costieri all interno di ogni singolo paraggio, individuazione delle fonti di alimentazione naturale delle spiagge e dei volumi in uscita dal paraggio. METODOLOGIA: Analisi dei confronti batimetrici e sedimentologici effettuati con le stime di apporto o prelievo del materiale dai bacini versanti o da fonti di alimentazione e/o prelievo diverse. 14

15 P4. Aspetti naturalistici e ambientali (stato-pressioni-impatti) 4.1 Qualità delle acque RELAZIONI TEMATICHE DI RIFERIMENTO: - RA - Relazione sulla qualità delle acque costiere. - Stato: analisi dello stato dei corpi idrici in base ai parametri e agli indici previsti dal D.lgs. 152/06 (T.U. in materia ambientale); analisi dello stato delle acque di balneazione. - Pressioni: individuazione e descrizione delle pressioni (quali scarichi fognari, livello di trattamento delle acque reflue, foci dei corsi d acqua, presenza di impianti di maricoltura, presenza di altre attività impattanti). - Impatti: individuazione delle aree soggette ad impatti sulla qualita delle acque. METODOLOGIA: Valutazione dell indice TRIX, del fitoplancton, della trasparenza delle acque, a livello di corpo idrico, come previsto dal D.lgs. 152/06. Valutazione dello stato delle acque di balneazione, a livello di singolo tratto così come individuato in base alla normativa sulle acque di balneazione, sulla base della idoneità e dell indice IQB (dati degli ultimi tre anni). Incrocio cartografico dei dati di stato e di pressione alla fine della individuazione delle aree soggette ad impatto. CARTOGRAFIA DERIVATA: - C07 Carta impatti sulla qualità delle acque e sulla biodiversità marino costiera. 4.2 Habitat marini RELAZIONI TEMATICHE DI RIFERIMENTO: - RB - Relazione sui popolamenti marini bentonici - Stato: mappatura in scala 1: dei principali popolamenti bentonici; descrizione dello stato di conservazione ed evolutivo delle praterie di Posidonia oceanica e di altri habitat di pregio, fra i quali i popolamenti coralligeni. Individuazione e descrizione della presenza di SIC o ZSC marini nel paraggio. Individuazione dei tratti di costa di particolare interesse per la biodiversità. - Pressioni: individuazione e descrizione delle pressioni, quali scarichi fognari, tracciati di condotte sottomarine, presenza di impianti di maricoltura, presenza di discariche storiche di inerti, attività di ripascimento delle spiagge, evoluzione storica della linea di costa e dei fondali, densità delle unità da diporto in sosta, presenza di campi di ormeggio e loro grado di compatibilità, aree soggette ad attività di pesca a strascico abusiva, presenza di macrorifiuti, altre attività impattanti. - Impatti: individuazione delle aree soggette ad impatti sulla biodiversità marina. 15

16 METODOLOGIA: Aggiornamento della carta degli habitat marini regionale sulla base dei rilievi morfologici di dettaglio, delle prospezioni video e SSS, delle fotografie aeree e della bibliografia disponibile. I tratti di costa di particolare interesse per la biodiversità, di almeno 50 m di sviluppo lineare, sono individuati sulla base della presenza di almeno una delle seguenti caratteristiche: - alta diversità spaziale dovuta a sistemi complessi di scogli e rocce naturali sommersi entro 50 m dalla linea di costa; - presenza di beach-rock entro 50 m dalla linea di costa; - cinture di macroalghe strutturanti ad alto valore ecologico; - presenza di biocostruzioni caratterizzate dalla presenza di Posidonia oceanica su matte o su roccia entro 50 m dalla linea di costa. Incrocio cartografico dei dati di stato e pressione alla fine della individuazione delle aree soggette ad impatti. CARTOGRAFIA DERIVATA: - C07 Carta impatti sulla qualità delle acque e sulla biodiversità marino costiera. 4.3 Habitat costieri RELAZIONI TEMATICHE DI RIFERIMENTO: - RV - Relazione sulla vegetazione delle spiagge. - RF - Relazione sugli habitat delle foci fluviali. - Stato: indicazioni sulla presenza, storica e attuale,della vegetazione psammofila costiera, localizzazione dei siti e descrizione dello stato di conservazione dell habitat; individuazione nel paraggio di celle litorali con presenza storica o potenzialità attuale per la vegetazione pioniera delle spiagge; individuazione e descrizione dello stato di conservazione degli habitat tipici delle foci fluviali, con particolare riferimento agli aspetti vegetazionali strutturanti quali specie arboree ed arbustive, canneti e giuncheti, individuazione dei siti potenziali per il loro ripristino. - Pressioni: analisi delle attività impattanti per gli habitat, quali ripascimenti ed altre attività di manutenzione delle spiagge, parcheggi, attività di manutenzione degli alvei e delle foci. - Impatti: individuazione delle aree soggette ad impatti sulla biodiversità costiera. METODOLOGIA: - Vegetazione pioniera delle spiagge e delle dune costiere: utilizzo di bibliografia, iconografia e fotografie storiche per l individuazione dei siti storici per la vegetazione psammofila. Per l individuazione dei siti dove l habitat è presente, si utilizza la banca dati regionale degli habitat, della biodiversità, il repertorio di fotografie aeree e altra bibliografia, integrando i dati con verifiche di campo. Per l individuazione dei siti potenziali idonei al ripristino degli habitat fare riferimento alle analisi morfologiche ed evolutive delle spiagge (paragrafo P3.) e alla analisi della pericolosità (paragrafo P6.): i siti idonei risultano quelli ove esistono a tergo della fascia dinamica annuale della spiaggia ampie superfici di spiaggia (almeno 30 m di profondità), non ancora trasformate irreversibilmente. 16

17 - Habitat degli estuari: per l individuazione dei siti dove l habitat è presente si utilizza la banca dati regionale degli habitat, della biodiversità, il repertorio di fotografie aeree e altra bibliografia, integrando i dati con verifiche di campo. Per l individuazione dei siti potenziali idonei al ripristino degli habitat, le valutazioni si effettuano su basi geomorfologiche: indicativamente vanno considerati significative le foci di sufficiente ampiezza, prive di coperture e con sponde ed alveo non completamente artificializzate. CARTOGRAFIA DERIVATA: - C07 Carta impatti sulla qualità delle acque e sulla biodiversità marino costiera P5. Sintesi dei processi costieri 5.1 Tendenza evolutiva del litorale Descrizione della deriva litoranea netta nel paraggio e considerazioni sugli effetti di questa nella disposizione della falcatura delle spiagge presenti nel paraggio. Descrizione dell apporto di materiale, natura e tipologia (naturale, se presente, o artificiale). Valutazione del trend evolutivo futuro, con la specificazione se stabile, in erosione o accrescimento, con l assetto attuale e dell influenza (effetto) delle opere marittime presenti su questa evoluzione. METODOLOGIA: Ricostruzione della dinamica dei sedimenti in base alle risultanze ottenute nei paragrafi 3.4, 3.5, 3.6, 3.7. CARTOGRAFIA DERIVATA: - C05 Carta di sintesi dei processi costieri. 5.2 Tendenza evolutiva degli aspetti ambientali Indicazioni sullo stato della qualità delle acque, a livello di corpi idrici e a livello di acque di balneazione, e trend evolutivo previsto. Indicazioni sullo stato di conservazione degli habitat marini e costieri e loro evoluzione prevedibile mantenendo inalterato lo stato originario del paraggio. METODOLOGIA: Confronto delle analisi condotte nei paragrafi 4.1, 4.2, 4.3. P6. Pericolosita costiera e impatti sulla qualita delle acque e sulla biodiversità marino costiera 6.1 Pericolosità costiera Stima del run-up e fascia dinamica della spiaggia Determinazione della risalita dell onda sulla spiaggia emersa con formule empiriche di definizione del run-up (preferibilmente in riferimento all altezza d onda al frangimento) o come risultato di modellazione matematica e confronto con varie formulazioni presenti in letteratura. 17

18 Analisi delle variazioni del livello marino per maree e sovralzi (tide, storm surge). Individuazione per ciascun paraggio, per ogni sezione di spiaggia significativa del valore di risalita dell onda (run-up, tide e storm surge) associato ad eventi con periodo di ritorno pari ad 1 e 50 anni. Descrizione dei tratti di spiaggia interessati dalla risalita del moto ondoso incidente e definizione dei criteri adottati nel tracciare i limiti delle fasce dinamiche della spiaggia associate a diversa pericolosità per eventi con periodo di ritorno pari a 1 e 50 anni (come definite nella metodologia). Onda annuale: Per i valori di risalita dell onda e di profondità di chiusura determinati per eventi con periodo di ritorno pari ad 1 anno viene definito il valore di ampiezza della fascia dinamica A. Questa viene tracciata in scala 1:5000, utilizzando la C.T.R. in scala 1:5000 e la linea di riva più aggiornata, limitandone l estensione, lato terra, in corrispondenza di opere e strutture che presentano valori di quota di sommità superiori al valore assoluto di quota del run-up massimo ottenuto, costituendo di fatto un ostacolo alla naturale propagazione della risalita dell onda. Si descrivono altresì i manufatti ricompresi nella mappatura della fascia e i limiti artificiali alla naturale risalita dell onda. Onda cinquantennale: Per i valori di risalita dell onda e di profondità di chiusura determinati per eventi con periodo di ritorno pari a 50 anni viene definito il valore di ampiezza della fascia dinamica B (esterna alla fascia A). Qualora nel tratto considerato siano presenti dei manufatti, in sede della elaborazione della cartografia vengono incluse nella perimetrazione della fascia le opere che sono interessate da spruzzi o allagamenti anche parziali. Si individuano inoltre, qualora presenti, le aree allagabili o storicamente allagate, in caso di mareggiate, che vengono perimetrate nella fascia C. METODOLOGIA FASCIA DINAMICA DELLA SPIAGGIA: In base ai risultati della verifica della risalita dell onda sulla spiaggia emersa e delle individuazioni delle profondità di chiusura, per i periodi di ritorno pari a 1 e 50 anni, si tracciano le fasce dinamiche della spiaggia emersa e sommersa associate ai due livelli di pericolosità. A tal fine, per definire l ampiezza della fascia dinamica della spiaggia emersa di ciascun paraggio, si fa riferimento al rapporto tra il valore massimo di risalita dell onda nella sezione di spiaggia e la pendenza media della spiaggia emersa e sommersa (acquisita dai rilievi di sezioni significative di spiaggia). Tale valore viene esteso a tutto il tratto di spiaggia e rappresentato sulla carta relativa, in scala 1:5000, come un area a partire dalla linea di riva verso l interno della costa. L ampiezza della fascia dinamica della spiaggia sommersa si determina quale superficie compresa tra la linea di riva e la profondità di chiusura, determinata nel paragrafo del frangimento. Tutta la fascia dinamica della spiaggia emersa e sommersa viene rappresentata cartograficamente nella carta C06 Carta delle fasce dinamiche della spiaggia e della costa alta sia per gli eventi con periodo di ritorno annuale (fascia A) che cinquantennale (fascia B). Nella definizione dell ampiezza delle fasce dinamiche della spiaggia si assume che la risalita dell onda avvenga su una superficie di pendenza costante fino alla quota massima raggiunta dal moto ondoso. Per il tracciamento delle fasce dinamiche emerse si tiene conto dell orografia del territorio e dell esistenza di manufatti o opere che possono di fatto ostacolare la libera risalita dell onda. Qualora all interno della fascia dinamica annuale (fascia A) calcolata siano presenti opere o manufatti che costituiscono uno sbarramento alla risalita dell onda (es. muraglione ferroviario), questi possono essere assunti quale limite esterno della fascia, ma sono in linea generale ricompresi all interno della fascia a pericolosità più bassa (fascia B) a causa della presenza di spruzzi o parziali allagamenti a tergo delle strutture, causati dalle forti mareggiate. Si individuano inoltre, ove presenti, aree, al di fuori della fascia dinamica della spiaggia, allagate e raggiunte periodicamente dall acqua del mare durante eventi poco frequenti, di cui si ha traccia storica o riscontro visivo, che vengono perimetrate come fascia C. 18

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