ALESSANDRO MANZONI I PROMESSI SPOSI

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1 ALESSANDRO MANZONI I PROMESSI SPOSI Presentazione a cura di Claudia Tesei Elena Imbergamo Classi seconde e quarte Liceo scientifico

2 IL GENERE I Promessi Sposi sono un romanzo storico Il romanzo storico è un opera : narrativa in prosa basata sulla rappresentazione di fatti e personaggi appartenenti a epoche storiche ben definite che vengono ricostruite dall autore nelle caratteristiche sociali e culturali. con personaggi inventati inseriti in un momento storico reale e ricostruito fedelmente.

3 LE ORIGINI E IL CONTESTO STORICO-CULTURALE Il ROMANZO STORICO nasce in epoca romantica e cioè nei primi anni dell Ottocento. Il suo sviluppo si collega strettamente alla passione dei romantici per la storia e per lo studio del passato. La storia viene percepita come insostituibile strumento di analisi della realtà e dell uomo (nel passato è contenuta la chiave interpretativa del presente)

4 CARATTERISTICHE DEL ROMANZO È ambientato nel passato STORICO Amplia la narrazione costruendo diverse linee narrative; crea una struttura complessa Unisce il vero storico con il verosimile Riflette sulla morale, sulla religione Rappresenta diverse classi sociali Contiene interventi diretti di un narratore onnisciente, che spesso usa delle digressioni

5 L OPERA PIU RAPPRESENTATIVA L opera considerata caposcuola dei romanzi storici è Ivanohe (1819) dello scozzese Walter Scott, ambientato nell Inghilterra del XII secolo sullo sfondo delle rivalità tra Sassoni e Normanni da cui nascerà la nazione inglese

6 LA POETICA

7 LA RIVOLUZIONE MANZONIANA Scrivere un opera: Realistica e popolare Composta in uno stile accessibile a tutti Dai contenuti storici e morali Con protagonisti due personaggi del popolo

8 LA VICENDA Il romanzo è ambientato nella Lombardia della Prima metà del Seicento, al tempo della dominazione spagnola. Le vicende private di Renzo e Lucia si intrecciano agli eventi realmente accaduti in quel periodo: la carestia, la sommossa popolare di Milano, la guerra per la successione del ducato di Mantova, la peste. Per spiegare questi eventi, l autore interviene spesso nella narrazione con ampie digressioni, dalle quali emerge la sua costante attenzione al vero storico. Si alternano nel romanzo fatti veri e fatti verosimili.

9 LA STORIA DEL TESTO: DAL FERMO E LUCIA ALL EDIZIONE DEFINITIVA 1. Prima redazione (non pubblicata), Titolo provvisorio Fermo e Lucia Struttura quadripartita 4 tomi: 1) protagonisti i due promessi, Fermo e Lucia; 2) protagonista Lucia; 3) prot. Fermo; 4) prot. di nuovo i due promessi. Struttura rigida e lineare Invenzione del linguaggio della prosa narrativa in Italia: linguaggio sperimentale, ricco di costrutti e termini milanesi e francesi 2. Prima edizione, 1927: la ventisettana. Titolo: I promessi sposi Abolizione della suddivisione in 4 parti: Introduzione + 38 capitoli in cui le vicende dei promessi si snodano, intrecciandosi e alternandosi nel contesto di una struttura equilibrata Soppressione del romanzesco eccessivo e della coloritura gotica, modifiche di episodi, digressioni, personaggi Revisione della lingua: verso il toscano vivo 3. Seconda edizione, , la quarantana, Titolo: I promessi sposi. Storia milanese del secolo XVII scoperta e rifatta da Alessandro Manzoni, in dispense, illustrata + appendice Storia della colonna infame. Revisione linguistica (viaggio a Firenze): il fiorentino parlato dalla borghesia colta Proposta di un modello linguistico unitario per tutti gli italiani

10 LA STRUTTURA DEL ROMANZO E organizzata in sei nuclei narrativi o macrosequenze: 1. macrosequenza borghigiana: i due promessi sposi nel villaggio, fuga dopo il fallimento del matrimonio a sorpresa (capp.i-viii) 2. Vicenda di Lucia a Monza (capp. IX-X) 3. Renzo a Milano, arresto e fuga nel bergamasco : il romanzo di formazione di Renzo (capp. XI-XVII) 4. Lucia rapita dall Innominato e poi presso Donna Prassede a Milano (capp.xx-xxvii) 5. Renzo alla ricerca di Lucia, prima nel paese, poi a Milano nel lazzaretto e poi di nuovo al paese (capp. XXXIII-XXXV) 6. La conclusione: Renzo e Lucia si sposano nel paese e poi si spostano a vivere nel bergamasco (capp. XXXV-XXXVIII) E tre digressioni: 1. La storia di Gertrude (fine cap. IX inizio cap. X) 2. Storia dell Innominato (capp. XVIII-XIX) 3. Carestia, guerra, peste (capp. XXVIII-XXXII) Struttura perfettamente equilibrata: le digressioni fungono da raccordi narrativi e Renzo e Lucia sono i protagonisti dei vari nuclei narrativi con perfetta alternanza

11 GLI OTTO PERSONAGGI PRINCIPALI Lucia Mondella Renzo Tramaglino Don Rodrigo Don Abbondio Padre Cristoforo Gertrude Il cardinale Federigo L Innominato

12 Il SISTEMA DEI PERSONAGGI (funzionale al messaggio ideologico) Schema binario : buoni vs cattivi (vittime) (oppressori) RENZO LUCIA (le 2 vittime) VS DON RODRIGO L INNOMINATO (i 2 oppressori) FRA CRISTOFORO FEDERICO BORROMEO (i 2 aiutanti) ma anche DON ABBONDIO GERTRUDE (i 2 aiutanti) FRA CRISTOFORO (la buona Chiesa ) CARDINALE BORROMEO VS DON ABBONDIO GERTRUDE (la cattiva Chiesa) La vicenda si risolve quando L Innominato cambia ruolo (da oppressore ad aiutante)

13 DIMENSIONE SOCIALE DEI PERSONAGGI Sia i personaggi principali sia i personaggi minori hanno funzione realistica e rappresentano sfere sociali diverse: popolo (operai, contadini, masse cittadine, esponenti della Chiesa popolare), borghesia (mercanti, intellettuali di provincia), nobiltà (autorità politiche e religiose) I personaggi minori sono insieme individui e tipi: hanno un carattere ben determinato, ma rappresentano anche una mentalità e un comportamento tipici della classe sociale di appartenenza

14 TEMPO DELLA STORIA E TEMPO DEL RACCONTO TS: due anni (novembre 1628-novembre 1630) TR: 38 capitoli Rapporto tra TR e TS: TR>TS nei primi due terzi del romanzo (dilatazione del tempo del racconto e restringimento del tempo della storia), poi TS>TR (accelerazione del tempo della storia) Narrazione analitica nella prima parte, prevalenza del riassunto nell ultima Momento di svolta narrativa: conversione dell Innominato attraverso le parole di Lucia (cap. XXV: Dio perdona tante cose per un opera di misericordia! ) L u c i a è d u n q u e il p e rs o n a g g i o i d e o l o g i c o p e r eccellenza (cfr. cap. finale il sugo della storia )

15 LO SPAZIO - I CRONOTOPI Iniziale tradizionale opposizione tra paese (sequenza borghigiana I- VIII) e città (Milano nel romanzo di formazione di Renzo capp. XI- XVII, ma anche Bergamo) Cronotopo (in narratologia: la categoria spazio-temporale usata unitariamente come funzione narrativa) paese: vita idillica, ripetitiva, familiare. Cronotopo città: movimento e disordine Differenze: il tempo della città è concitato (tumulti, fughe di Renzo) Renzo qui è disorientato, smarrito nel suo paese si sente a suo agio Questa opposizione non è così netta: anche nel paese ci sono male e violenza (Don Rodrigo, carestia, guerra e peste) Altra opposizione: cronotopo strada in cui si muove Renzo (luogo aperto e avventuroso) e cronotopo casa in cui si muove Lucia (luogo chiuso, sicuro, intimo, con figure materne) Cronotopo del castello (palazzotto di Don Rodrigo e castello del l Innominato) è un topos della letteratura gotica: spazio simbolico, emblema del male (oppressione, sopruso: alto/basso)

16 IL REALISMO STORICO Ricostruzione scrupolosa sulla base di fonti storiche (documenti, cronache, libri di storici ed economisti) di eventi realmente accaduti nella Lombardia del 600 (guerra di successione, carestia, peste) Caratterizzazione realistica dei personaggi storici, ma anche creazione di tipi, con mentalità e comportamenti tipici, socialmente e culturalmente coerenti con la realtà storica Cattiveria rappresentativa : se la storia è dominata dal male, la sua rappresentazione sarà necessariamente crudele, non può essere edulcorata con l ideale. Realismo storico = crudeltà descrittiva (Es. : il Bortolo non ideale, i ritratti impietosi delle autorità, il padre di Gertrude, Ferrer, il conte zio, il padre provinciale etc.) Realismo linguistico: nel dare la parola ai suoi personaggi l autore/narratore opera scelte linguistiche adeguate al loro ceto sociale e al loro livello culturale, riproducendo strutture sintattiche e scelte lessicali caratteristiche. Ne consegue che Agnese o Perpetua, di umili origini, parlano una lingua profondamente diversa da quella, per es., del Cardinale Borromeo.

17 IL NARRATORE L espediente del manoscritto ( metodo editoriale, molto utilizzato in letteratura, per.es. Don Chisciotte di Cervantes, Ivanohe di W.Scott, Il nome della rosa di U. Eco), introduce un doppio livello di narrazione, cioè 2 Narratori: L Anonimo secentesco, autore del manoscritto, che si esprime in una lingua barocca (cfr Introduzione, pagg.2-3). L autore/narratore onnisciente che lo trascrive in italiano moderno. Il narratore onnisciente presenta alcune caratteristiche: Conosce tutto dei suoi personaggi, dà continui giudizi d ordine morale, politico, religioso, e distingue sempre il bene dal male, i buoni dai cattivi (cfr. sistema dei personaggi) con finalità pedagogiche (focalizzazione zero) Risulta così autoritario e dogmatico. Esprime la sua superiorità attraverso l ironia, che usa costantemente. Utilizza a volte la focalizzazione interna multipla. Ne deriva una prospettiva polifonica e una vera e propria rivoluzione linguistica : il toscano parlato accoglie una notevole varietà di registri linguistici e stilistici (cfr. realismo linguistico e differenze tra registri alti e bassi); il lessico è quello comune, medio, ma varia soprattutto la sintassi che, soprattutto nelle parole pronunciate dai personaggi umili, imita l espressività e la vivacità del parlato (anacoluti, ellissi, sintassi e punteggiatura) Ha un autorità culturale e morale superiore all Anonimo, anche perché può controllare su altre fonti l attendibilità del racconto.

18 I TRE GRADI DELLA NARRAZIONE Nei P.S., per la precisione, i narratori sono addirittura tre: nel cap. XXXVIII infatti il lettore apprende che è stato Renzo in persona a raccontare la propria storia all Anonimo letterato, che poi l ha messa per iscritto Narratore di primo grado: trascrive nella lingua del suo tempo la storia trovata in un manoscritto del 600; ha lo stesso nome dell Autore del romanzo (A. Manzoni), ne condivide idee e gusti, ma non va confuso con lui Narratore di secondo grado: l Anonimo letterato del 600 che ha messo per iscritto una bella storia di cui è venuto a conoscenza Narratore di terzo grado: Renzo, che svolge solo implicitamente il ruolo di narratore nel romanzo

19 L IDEOLOGIA RELIGIOSA E Moralismo inflessibile POLITICA Inquietudine di origine giansenista e pascaliana rispetto al mistero della giustizia divina e della salvezza individuale. Democraticismo religioso più che politico: gli umili devono combattere le ingiustizie sociali ma senza ricorrere alla lotta politica Liberalismo politico, posizioni liberali moderate Liberismo economico: sì al libero mercato, no al dirigismo statale Pessimismo di fondo: la fede può solo attutire i mali della società; il problema della presenza del male nel mondo non può essere compreso né risolto

20 PROBLEMI DI INTERPRETAZIONE Due diversi livelli di lettura: 1. l autore si rivolge al vasto pubblico, per il quale realizza un lieto fine 2. si rivolge ai suoi venticinque lettori, una cerchia più ristretta che capisce che la conclusione del romanzo - il sugo della storia di Lucia - è più problematica (E.Raimondi, Il romanzo senza idillio ) Il problema delle disgrazie e del dolore umano resta senza spiegazione (es. Fra Cristoforo muore di peste, Don Abbondio no. Perché?), anche se, per chi ha fede, la sofferenza è una prova, è provvida sventura (Adelchi) La Provvidenza resta un enigma: perché il male nella storia? La domanda resta senza risposta Il messaggio di Manzoni, dunque, non è autoritario come sembra (cfr. narratore onnisciente e giudicante) ma è problematico, aperto, attuale

21 LA RICEZIONE Grande fortuna di Manzoni in Italia per vari motivi: Nella seconda metà dell 800 viene usato per imporre un modello linguistico unitario alla nazione italiana Lo Stato Italiano impone I Promessi Sposi come lettura scolastica obbligatoria per il suo messaggio cattolico e moderato Limitata diffusione all estero, diffidenza del mondo laico e, nel Novecento, di una certa avanguardia letteraria La critica novecentesca (Luigi Russo) ha visto il Manzoni come un autore positivo, ottimista, fiducioso nella Provvidenza divina (cfr lieto fine ) Lettura moderna: oggi prevale una lettura problematica, che sottolinea la dimensione tragica e non idillica della storia, il carattere problematico della Provvidenza.