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1 IL TESTO NARRATIVO

2 SAPER SCRIVERE Saper scrivere è utile se non indispensabile. Un pensiero ben scritto, un argomento esposto in modo completo e corretto, un testo scorrevole ed esauriente sono il frutto di una conquista personale notevole, sono segno di maturità e costituiscono un ottimo biglietto di presentazione di se stessi agli altri. Saper scrivere bene è sempre utile nella vita di relazione e anche in occasione di problemi personali. Pensieri confusi, infatti, vengono dipanati ed ordinati logicamente quando mettiamo nero su bianco per analizzarli. Un discorso politico viene preparato anticipatamente, affinché chi lo tiene possa esprimersi correttamente e compitamente, senza dimenticanze e imprecisioni. E come questi, si potrebbero citare infiniti altri esempi, che attestano l'utilità della scrittura. Certamente scrivere bene non è facile, tuttavia non è impossibile. Molti pensano che scrivere bene sia un dono di natura che capita a pochi. Queste convinzioni vanno sfatate perché la scrittura è una "tecnologia", cioè non qualcosa che è "naturale" per l'uomo, ma una creazione umana, uno strumento inventato dall'uomo per i propri scopi. Pertanto, come ogni tecnologia, la scrittura deve essere imparata e va appresa con paziente tirocinio. Si impara la tecnica per scrivere bene cosi come si impara la tecnica per andare in bicicletta, per sciare e quant'altro richieda sforzo e applicazione nell'acquisizione di abilità.

3 Certo, ci vuole tempo per acquisire l'abilità dello scrivere bene. A monte c'è tutto un lavoro di lettura attenta, di ascolto paziente, di osservazione per cogliere i vari aspetti della realtà. Successivamente ci sono una serie di operazioni da svolgere in vari momenti: 1. analisi della consegna; 2. ricerca del materiale e riflessione sull'argomento a seconda del tipo di testo richiesto; 3. progettazione e organizzazione delle idee; 4. elaborazione e stesura; 5. rielaborazione e revisione.

4 LINGUAGGIO EGOCENTRICO (sonoro, rivolto a sé): Sintassi ellittica, sensi personali LINGUAGGIO INTERNO (silenzioso, rivolto a sé): Sintassi ellittica, significati personali LINGUAGGIO VERBALE (sociale) LINGUAGGIO COMUNICATIVO (rivolto agli altri) PARLATO (interlocutore presente): Sintassi implicita + linguaggio non verbale SCRITTO (interlocutore assente): Sintassi esplicita, significati condivisi

5 LE FUNZIONI DELLA NOSTRA LINGUA ESPRESSIVA O EMOTIVA INFORMATIVA POETICA FATICA (o di contatto) METALINGUISTICA PERSUASIVA Esprimere opinioni, stati d animo, sentimenti, sensazioni, ecc. Informare, descrivere, esporre, dare una notizia. Arricchire il linguaggio con espressioni originali e figurative, mettere in rilievo il valore ritmico e musicale della lingua. Verificare l esistenza, stabilire un contatto tra l emittente e il destinatario. Fornire spiegazioni sulle stesse parole usate o obsolete. Persuadere, convincere qualcuno di una determinata idea. La funzione espressiva è tipica di: diari, confessioni, memorie, autobiografie, lettere personali, commenti, giudizi, critiche, interpretazioni su persone e situazioni. Testi di carattere tecnico e scientifico, segnali stradali e avvisi informativi, segnali orario, bollettini, messaggi orali o scritti che contengono semplici informazioni come lettere, verbali, schede bibliografiche, taluni articoli di cronaca. Poesia, prosa Pronto, chi parla? Vocabolari, testi tecnici, che danno una definizione dei termini specialistici. Messaggi pubblicitari e di propaganda nei divieti, nei regolamenti, ecc..

6 ILTESTO NARRATIVO Testi narrativi sono definiti tutti quelli che hanno per oggetto la narrazione di unastoria: racconti, romanzi, fiabe ecc. Gli elementi fondamentali del testo narrativo sono: 1. storia, 2. narratore 3. personaggi 4. spazio 5. tempo. Con il termine racconto si definisce un testo narrativo breve in prosa; la brevità differenzia il racconto dal romanzo, che presuppone una storia di ampio respiro e una molteplicità di personaggi.

7 I due generi fondamentali di riferimento sono il genere fantastico e il genere realistico. All interno di questi due grandi gruppi troviamo poi i sottogeneri, come ad esempio i generi di intrattenimento. a) Il genere fantastico Le vicende narrate possono essere ambientate in mondi di pura invenzione (es. racconti di fantascienza) o nel mondo reale, con l introduzione però di eventi o di personaggi non realistici (esseri sovrannaturali etc.). b) Il genere realistico Ha al suo centro vicende tratte dalla vita reale. I generi di intrattenimento (avventura, horror, giallo, rosa, fantascienza) ecc. sono caratterizzati da particolari tecniche narrative (es. un certo uso dell ambiente, del ritmo, personaggi con caratteristiche tipiche, un certo tipo di pubblico, motivi e temi ricorrenti).

8 1. LIVELLO DELLA STORIA Il livello della storia riguarda le vicende narrate nel racconto. Fabula: sono gli avvenimenti e/o le azioni messi in ordine logico e cronologico. Intreccio: è l insieme degli stessi avvenimenti nell ordine in cui il narratore li ha disposti. Confrontiamo ora fabula e intreccio: ci accorgeremo che non sempre l ordine in cui il narratore dispone gli avvenimenti nell intreccio corrisponde a quello in cui i fatti raccontati si sono svolti. Infatti vi sono spesso alterazioni nell ordine temporale, come: Flash-back (o retrospezione o analessi): quando la narrazione ritorna indietro nel tempo per raccontare fatti accaduti precedentemente Anticipazione (o prolessi o flash forward): quando viene raccontato un fatto che accadrà successivamente. Alcuni fatti possono non essere raccontati, essere spiegati in seguito o lasciati all immaginazione del lettore (ellissi). Un racconto può anche contenere più fabule parallele, un racconto nel racconto, una struttura ripetitiva o ad anello (in cui si ritorna al punto di partenza), un finale ad effetto.

9 Nucleo narrativo: è una parte del racconto che ha una sua autonomia di contenuto. È organizzata attorno a un avvenimento centrale e può contenere diverse (micro)sequenze (descrittive, dialogiche, narrative etc.). (micro)sequenza narrativa: contiene un azione (micro)sequenza dialogata: contiene un dialogo (micro)sequenza descrittiva: contiene una descrizione di luoghi, personaggi, oggetti etc. (micro)sequenza riflessiva: contiene una riflessione dei personaggi o dell autore Il passaggio da un nucleo narrativo all altro si ha in corrispondenza di un mutamento di luogo, tempo, azione, all entrata o uscita di scena di un personaggio a un mutamento della modalità narrativa (passaggio dalla narrazione al dialogo, alla riflessione o alla descrizione). La determinazione dei nuclei narrativi ci permette di cogliere lo schema narrativo del racconto.

10 Schema narrativo del racconto: situazione iniziale: presenta la situazione iniziale (personaggi, luoghi ecc.), che può essere tranquilla o già conflittuale azione complicante o esordio: è l avvenimento che mette in moto la storia, modificando la situazione iniziale peripezie o sviluppo: gli avvenimenti successivi, che possono determinare un miglioramento o un peggioramento della situazione Spannung: momento in cui l azione culmina o precipita (Spannung) e determina un cambiamento che porta allo scioglimento situazione finale: è la situazione finale della vicenda, che può ricomporre o meno l equilibrio iniziale

11 LIVELLO DEL TEMPO Riguarda il tempo reale in cui si svolgono gli avvenimenti narrati e il ritmo più o meno veloce con cui sono raccontati. Distinguiamo innanzitutto tra tempo della storia (o tempo della realtà) e tempo del racconto. Tempo della storia: è la durata degli avvenimenti narrati nella realtà Tempo del racconto: è lo spazio che il narratore dedica a tali avvenimenti sulla pagina (poche righe o molte facciate) e quindi il tempo che il lettore impiega a leggerli Dal rapporto tra tempo della storia (TS) e tempo del racconto (TR) deriva il ritmo della narrazione. Ritmo: innanzitutto constateremo se la narrazione è più dinamica o più statica verificando se prevalgono sequenze dinamiche (o narrative, quelle in cui l azione procede) o sequenze statiche (come le riflessioni, le descrizioni, i dialoghi, in cui l azione non procede). Tecnica: Ellissi Definizione: Il narratore non racconta alcuni avvenimenti che si sono verificati in un periodo di tempo più o meno lungo Tempo: TR < TS Ritmo: VELOCISSIMO Sequenze: Narrative assenti

12 Tecnica: Sommario Definizione: L azione è sintetizzata dal narratore in maniera più o meno concisa Tempo: TR< TS Ritmo: VELOCE Sequenze: Narrative Tecnica: Scena Definizione: Contiene un dialogo o un azione descritta in tempo reale (cronaca) Tempo: TR = TS Ritmo: MODERATO Sequenze: Dialogiche e narrative Tecnica: Pausa Definizione: La narrazione è sospesa per lasciare il posto a una descrizione, una riflessione, una digressione (parentesi di spiegazione) che rallentano il ritmo Tempo: TR > TS Ritmo: LENTO Sequenze: Descrittive, riflessive, e nelle digressioni, anche narrative

13 Tecnica: Analisi Definizione: Contiene un azione minutamente descritta, che rallenta il ritmo Tempo: TR > TS Ritmo: LENTISSIMO Sequenze: Narrativo descrittive A seconda del modo in cui queste modalità si susseguono nel racconto, il ritmo può essere più agile (se ci sono molte sequenze dinamiche), più lento (se ci sono molte sequenze statiche, con riflessioni o descrizioni), o equilibrato (se vi è una giusta proporzione tra sequenze statiche e dinamiche).

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